Ordini Architettonici

SUGLI ORDINI ARCHITETTONICI
ORDINE …
Trabeazione
• Cimasa
• Fregio
I tre livelli della gerarchia delle parti dell’ordine classico

• Architrave
Colonna
• Capitello
• Fusto
• Base Gli ordini, i quattro citati da
Piedistallo Vitruvio (toscano, dorico, ionico e
corinzio), cui si aggiunge nel
• Cimasa Rinascimento il composito, sono
• Dado costituiti da un insieme di
• Zoccolo elementi, organizzati secondo un
sistema di relazioni fisso.
Ciò che distingue un ordine da un
altro è sia l’aspetto formale (ad
esempio le sostanziali differenze
del capitello) che l’aspetto metrico
(differenze di proporzioni relative
alle parti).
RICCARDO MIGLIARI, Il disegno degli ordini e il rilievo dell’architettura classica: Cinque Pezzi Facili, Disegnare. Idee File:
ANNA\rilievo\schede\ordini
Immagini, 2/1991, pp.49-65 archietettonici
MARINA PIA ARREDI, Principi di Architettura. Antologia di teoria della progettazione, Utet, Torino, 1992
GIOVANNI CARBONARA, Disegnare per il restauro, Disegnare. Idee Immagini, 0/1989, pp. 85-94 Ultima revisione:
31.VIII.2002
RICCARDO MIGLIARI, BEATRICE ANGELINI, Il capitello ionico classico e gli esiti inaspettati di un suo modello numerico,
Disegnare. Idee Immagini, 17/1998, pp. 45-57
Cinque sono gli ordini de’ quali gli antichi si servirono, cioè il toscano, dorico,

ionico, corinthio, e composito. Questi si deono così nelle fabriche disporre che ‘l
più sodo sia nella parte più bassa, perché sarà molto più atto a sostenere il carico,
e la fabrica venirà ad avere basamento più fermo, onde sempre il dorico si porrà
sotto il ionico, il ionico sotto il corinthio, et il corinthio sotto il composito. E se si
vorrà tralasciare uno di questi ordini, come sarebbe porre il corinthio immediate
sopra il dorico, ciò si potrà fare, pur che sempre il più sodo sia nella parte più
bassa per le ragioni già dette. Io porrò partitamente di ciascuno di questi le misure,
non tanto secondo che n’insegna Vitruvio, quanto secondo c’ho avvertito negli
edifici antichi, ma prima dirò quelle cose che in universale a tutti si convengono.
GLI ORDINI SECONDO ANDREA PALLADIO

31.VIII.2002
L’ordine toscano, per quanto ne dice Vitruvio e si vede in effetto, è più schietto e semplice di

tutti gli ordini dell’architettura per ciò che ritiene in sé di quella primiera antichità, e manca di
tutti quegli ornamenti che rendono gli altri riguardevoli e belli. Questo ebbe origine in Toscana,
nobilissima parte di Italia, onde ancora serba il nome. Le colonne con basa e capitello deono
esser lunghe sette moduli, e si rastremano di sopra la quarta parte della loro grossezza.
L’ORDINE TOSCANO SECONDO ANDREA PALLADIO

31.VIII.2002
L’ordine dorico ebbe principio e nome dai Dori, popoli greci che abitarono in Asia. Le colonne,

se si faranno semplici senza pilastri, deono esser lunghe sette teste e meza, overo otto. Gli
intercolunni sono poco meno di tre diametri di colonna e questa maniera di colonnati da
Vitruvio è detta diastilos. Ma se si appoggieranno ai pilastri, si faranno con basa e capitello
lunghe dicesette moduli et un terzo, et è da avertire che il modulo in quest’ordine solo è mezo
il diametro della colonna diviso in minuti trenta, et in tutti gli altri ordini è il diametro intiero
diviso in minuti sessanta.
L’ORDINE DORICO SECONDO ANDREA PALLADIO

31.VIII.2002
L’ordine ionico ebbe origine nella Ionia, provincia dell’Asia, e di quest’ordine si legge che fu

edificato in Efeso il tempo di Diana. Le colonne con capitello e basa sono lunghe nove teste,
cioè nove moduli, perché testa s’intende il diametro della colonna da basso. L’architrave, il
fregio e la cornice sono per la quinta parte dell’altezza della colonna. Nel disegno de’ colonnati
semplici sono gli intercolunni di due diametri et un quarto, e di questa è la più bella e
commoda maniera d’intercolunni, e da Vitruvio è detta eustilos. In quello degli archi, i pilastri
sono per la terza parte del vano e gli archi sono alti in luce due quadri.
L’ORDINE IONICO SECONDO ANDREA PALLADIO

31.VIII.2002
In Corinthio, nobilissima città del Peloponneso, fu prima ritrovato l’ordine che si dimanda

corinthio, il quale è più adorno e svelto dei sopradetti. Le colonne sono più simili alle ioniche,
et aggiuntavi la basa e il capitello sono lunghe moduli nove e mezo. Se si fanno incanellate
dovranno avere ventiquattro canali, i quali profondino per la metà della loro lunghezza. I
pianuzzi, overo spazi tra l’un canale e l’altro, saranno per il terzo della larghezza di detti canali.
L’architrave, il fregio e la cornice sono per il quinto dell’altezza delle colonne. Nel disegno del
colonnato semplice gli intercolunni sono di due diametri, come è il portico di Santa Maria
Ritonda in Roma, e questa maniera di colonnati da Vitruvio è detta sistilos. Et in quello degli
archi i pilastri sono per le due parti delle cinque della luce dell’arco, e l’arco è in luce per
altezza due quadri e mezo, compresa la grossezza di esso arco.
L’ORDINE CORINZIO SECONDO ANDREA PALLADIO

31.VIII.2002
L’ordine composito, il quale vien anco detto latino perché fu invenzione degli antichi Romani, è

così chiamato perché paticipa di due de’ sopraddetti ordini, et il più regolato e più bello che è
composto di ionico e di corinthio. Sa fa più svelto del corinthio e si può fare simile a quello in
tutte le parti fuor che nel capitello. Le colonne deono esser lunghe dieci moduli. Nel disegno
del colonnato semplice gli intercolunni sono d’un diametro e mezo, e questa maniera è
dimandata da Vitruvio picnostilos. Et in quello degli archi i pilastri sono per la metà della luce
dell’arco, e gli archi sono alti fin sotto il volto due quadri e mezo.
L’ORDINE COMPOSITO SECONDO ANDREA PALLADIO

31.VIII.2002
Il più evidente impegno dei trattatisti consiste nel dare i criteri di proporzionamento. Questi criteri consentono di

trovare le altezze e gli sporti, cioè gli aggetti, delle varie parti dell’architettura classica, una volta che sia fissata
una sola grandezza caratteristica. A questo scopo, Vitruvio insegna a servirsi del diametro della colonna,
misurato nella parte bassa, come unità di misura o modulo.
ESEMPIO DI PRIMO PROPORZIONAMENTO DI UN ORDINE DORICO
a) Si segna per primo l’asse della
colonna e si stacca su di esso
l’altezza voluta;
b) Si divide in otto parti, e si ottiene
così il diametro della colonna;
c) Si riportano due parti e un terzo
in basso, e si trova l’altezza del
piedistallo;
d) Si riportano due parti in alto, e si
trova l’altezza della trabeazione
Divisione di un segmento in n parti uguali
31.VIII.2002
Gli elementi minori dell’ordine sono modellati componendo o “montando insieme” alcuni pezzi

sagomati, che si chiamano modanature (dal latino modulus, modello).
Le modanature più ricorrenti sono:
a. Il listello o lista, detto anche filetto,
regolo o pianetto;
b. L’astragolo (dal greco) o tondino,
detto anche fusaiola o fusarola;
c. Il guscio o cavetto, detto anche
cimbia (Palladio), o cimbra (o
cembra, dallo spagnolo cimbrar,
curvare);
d. L’ovolo, che si chiama anche echino
quando, nel capitello, genera una
superficie di rotazione;
e. La gola diritta o lesbia;
f. La gola rovescia o dorica;
g. La scozia (dal greco scòtos, oscurità)
detta anche tròchilo;
h. Il toro (dal latino torus, cordone),
detto anche bastone
LE MODANATURE
31.VIII.2002
Nel gioco dell’ordine le basi hanno
una certa interscambiabilità.
Tutte le basi sono alte mezzo

modulo.
LE BASI
31.VIII.2002
Applicando la procedura delle partizioni successive è possibile distinguere, in tutti e cinque gli

ordini, tre livelli principali:
• il LIVELLO COSTRUTTIVO è quello delle grandi masse e del primo proporzionamento e
comprende tre elementi: il piedistallo, la colonna e la trabeazione;
• il LIVELLO FUNZIONALE comprende invece le parti più piccole generate per divisione del
piedistallo, della colonna e della trabeazione. Queste parti si distinguono per avere funzioni
specializzate, ciò che giustifica il nome dato al loro raggruppamento. Ogni elemento del primo
livello si divide dunque in tre parti: il piedistallo comprendente lo zoccolo, il dado, la cimasa; la
colonna comprende la base, il fusto, il capitello; la trabeazione comprende l’architrave, il fregio
e la cornice terminale;
• il LIVELLO DECORATIVO è quello in cui ogni elemento viene completamente modellato per
mezzo della giustapposizione e del proporzionamento delle modanature. È qui che ogni ordine
si caratterizza. È ancora qui che la regola ammette le deroghe più ampie ed è qui, infine, che
maggiormente si differenziano le varie versioni degli ordini proposte dai trattatisti, a tal punto
che, in una descrizione di carattere generale, non è possibile dichiarare altro che pochi
elementi, quelli che ricorrono con maggior frequenza.
Chi studia e disegna gli ordini impara a dimenticare il metro, l’astrazione delle misure, per
guardare unicamente ai rapporti delle parti tra loro e del modulo con l’uomo.
STRUTTURA DELL’
DELL’ORDINE ARCHITETTONICO
31.VIII.2002
Il toscano è il più semplice dei cinque ordini
e, secondo i trattatisti, ha un carattere
rustico.
Le colonne, dunque, non raggiungono una
grande altezza e per questa ragione il loro
fusto deve avere una rastremazione
accentuata.
L’ORDINE TOSCANO DI GIACOMO BAROZZI DA VIGNOLA
31.VIII.2002
L’ORDINE DORICO DI GIACOMO BAROZZI DA VIGNOLA
31.VIII.2002
L’ORDINE IONICO DI ANDREA PALLADIO
31.VIII.2002
È questo l’ordine più adorno, come dice Palladio,
cioè più decorato con forme modellate
liberamente, come le foglie e gli altri ornamenti
del capitello.
L’ORDINE CORINZIO DI GIACOMO BAROZZI DA VIGNOLA

31.VIII.2002
Più regolato e più bello d’ogni altro, secondo il
Palladio, l’ordine inventione de gli antichi
Romani, ha una colonna alta dieci moduli, il
piedistallo è un terzo di detta altezza, secondo la
regola semplice, mentre l’altezza dell’architrave
è ridotta a un quinto
L’intercolumnio dev’esser picnostilo, cioè largo
un mezzo diametro.
L’ORDINE COMPOSITO O “LATINO”
LATINO” DI ANDREA PALLADIO
31.VIII.2002
La costruzione delle voluta ionica di
Andrea Palladio
31.VIII.2002
UNO STUDIO APPLICATO AL PARTENONE DI ATENE

Tavola riassuntiva delle convenzioni grafiche per
l’analisi del degrado dei materiali.
Un’attenta ispezione a vista e la sua
contemporanea resa grafica costituiscono la più
solida base per ogni successivo approfondimento.
Si tratta di una pratica prediagnostica che, come la
medicina tradizionale, non richiede sofisticate
apparecchiature ma operatori preparati e
consapevoli.
diverse soluzioni di progetto, più o meno

Lato orientale del pronao, sintesi grafica
dei pezzi supersiti. La tavola prelude a
reintegrative.
31.VIII.2002
Esempi del grado di perfezione
geometrica raggiunto dal disegno
dell’ordine alla fine del XIX secolo
31.VIII.2002
Costruzione grafica del capitello ionico di Vitruvio
Le nuove tecniche di rilievo strumentale consentono una accuratezza nello studio delle forme e
delle proporzioni prima irraggiungibile.
L’informatica permette di disegnare gli ordini nello spazio, ovvero di costruire i modelli
tridimensionali in luogo delle incisioni su legno o su rame di un tempo.
31.VIII.2002
capitello ionico di Alberti
Costruzione grafica del

capitello ionico di
Cesariano
capitello ionico di Serlioi

capitello ionico di
Cataneo
Costruzione grafica della
capitello ionico di Vignola
voluta di Vignola
31.VIII.2002
Abaco dei capitelli ionici che evidenzia l’anomala intersezione tra l’echino e le volute

Il metodo di studio
VITRUVIO consiste nel confrontare
la descrizione vitruviana
degli ordini e dei loro
elementi, con
l’interpretazione o
ALBERTI reinvenzione
rinascimentale
testimoniata dai
trattatisti.
Si delinea così un
CESARIANO excursus storico sulle
regole e sulla loro
evoluzione, che fornisce
gli elementi essenziali
per una lettura critica
degli aspetti formali
SERLIO
degli ordini classici.
Tutti i disegni dei

trattatisti, intesi come
ipotesi sperimentali o di
CATANEO
progetto, sono rifatti con
l’ausilio di un
programma CAD, ciò
che permette di
costruire un modello
VIGNOLA
tridimensionale.
31.VIII.2002
capitello ionico di Alberti
VERIFICHE SUL CAMPO: I RILIEVI DEI CAPITELLI DEL MUSEO NAZIONALE ROMANO
ALLA TERME DI DIOCLEZIOANO
31.VIII.2002
capitello ionico di Serlioi

31.VIII.2002
capitello ionico di Vignola
31.VIII.2002

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