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La Milano di vetro
7 Luglio 2007
A CURA DI
Marco Borsotti e
Claudio Camponogara
Itine r ar i di ar chitettur a m i l a n e s e
L’architettura moderna come descrizione della città
“Itinerari di architettura milanese: l’architettura
moderna come descrizione della città” è un
progetto a cura della Fondazione dell’Ordine degli
Architetti P.P.C. della Provincia di Milano.
Coordinatore scientifico:
Maurizio Carones
Redazione:
Alessandro Sartori, Stefano Suriano
Progetto grafico:
Alizarina (www.alizarina.net)
Fotografie:
Federico Balestrini, Enrico Togni
Coordinamento attività:
Giulia Pellegrino
www.fondazione.ordinearchitetti.mi.it
La Milano di Vetro
LA MILANO DI VETRO
agli sviluppi tecnologici, la facciata di vetro diviene sempre più
omogenea, anche per l’assottigliarsi dei giunti orizzontali e verticali.
L’architettura conquista il senso della leggerezza. (CC)
LA MILANO DI VETRO
che riflettono il nulla urbano all’ingresso cittadino di molte arterie
autostradali milanesi. L’uso del vetro in architettura richiede la
medesima maestria di certi artigiani veneziani: è un sottile gioco
di superfici e volumi. È dosaggio di contrapposizioni, dove il pieno,
l’opaco, il solido sorreggono ed esaltano il vuoto, il trasparente,
l’evanescente. È scelta di superfici continue che producono riflessi
e profondità, prospettive e giochi di immagini ripetute. Ancora
è ricerca di un rapporto diverso con l’affacciarsi, con il guardare
dentro oppure fuori; ma è anche colore, incrocio di luci, domino
della tecnologia. Occorrono intuizioni chiare e intenti coerenti,
per dominare tecnologie complesse che la produzione industriale
offre in gamme sempre più ampie (vetri a spessore differenziato, ad
abbattimento termico, fotocromatici, oppure lisci, scabri, sabbiati,
acidati, lenticolari, oppure stratificati, blindati, a camera d’aria,
etc.), che si sposano con materiali sempre più sofisticati nelle
prestazioni e nelle conformazioni (basti pensare alle componenti
metalliche delle strutture autoportanti). Questo breve itinerario
vuole suggerire uno sguardo diversamente attento su alcuni edifici
che nella Milano moderna e contemporanea, una città certamente
non di vetro, se paragonata a Berlino o Londra o New York, sanno
esprimere un’attenzione spesso discreta eppure raffinatissima alle
potenzialità ed all’uso di questo nobile materiale da costruzione,
che fa della sua apparente assenza il paradossale punto di forza che
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inevitabilmente corrode, buca, asporta la massa piena affinché luce
ed aria compiano il loro incontro con l’architettura. Due grattacieli,
due linee svettanti al cielo, dal disegno emozionante nella sua
pulizia, la TorrTorre Galfa ed il più noto Pirelli, rappresentano
il punto di partenza ideale: il secondo ancora ancorato al pieno,
diamante dai fianchi sottili, ma solidi che si aprono ad una studiata
successione di moduli che sono una incredibile facciata vetrata, oggi
restituita a miglior gloria dal recente restauro ed il primo che cerca
di più la smaterializzatone delle superfici (architettura verticale che
molto avrebbe da insegnare a certi futuri “cuginetti” tutti storture e
stampelle). Ancora il maestro: un Ponti che al Palazzo Montedoria
fa della sequenza apparentemente libera di forature, il ricamo del
vuoto sulle facciate diamantine di un troppo spesso poco apprezzato
edificio per uffici, dove gli spessori dei telai dei serramenti corrono
magicamente a filo della facciata stessa. Poi la Milano dell’oggi, che
nel grigiore del suo inquinamento irrisolto osa ancora offrire grandi
superfici alle poveri sottili, come avviene per la Sede del Sole 24
Ore che sembra una architettura di carte da gioco con quella sua
LA MILANO DI VETRO
successione di piani e superfici ortogonali, appoggiate tra loro si
spigoli così sottili (ma sono carte “di vetro”) o che della trasparenza
fanno panneggi appoggiati su perfici pre-esitenti (gioco di rimandi
tra le diverse epoche, come stratificazioni archeologiche al vero)
The Carlyle Group o ancora volumi interi accostati alla storia in un
proficuo rapporto di contrasti Mediateca di S. Teresa. Una Milano
che ricerca emozioni percettive differenti e soluzioni ecologiche
alternative in via Bergognone o che si colora inaspettatamente e
maliziosamente in via Piranesi, a ricordare che anche i riflessi del
quotidiano possono nascondere la voglia di incontrarsi e di stare
assieme. (MB)
LA MILANO DI VETRO
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ai.023 /itinerari
Per capire il lungo impegno di degli uffici della società petrolifera Sarom.
Melchiorre Bega per le costruzioni verticali L’elemento che più caratterizza l’edificio
basta porsi di fronte ad una parete di è la purezza del volume che si eleva quasi
cristallo pulita e senza ostacoli a cento metri trasparente dal contesto urbano, il gratta-
da suolo come il grattacielo Galfa e “andare cielo infatti potrebbe definirsi “una torre di
verso il cielo”. Il grande architetto Neutra cristallo”. La struttura verticale dell’edificio,
rimase estasiato di fronte a “tanta pulizia arretrata dal piano delle facciate, l’uniformi-
architettonica” e Leonardo Benevolo rileva tà dei fronti di cristallo e alluminio, e l’es-
come Bega inserendosi correttamente senzialità dei particolari sono gli elementi
nella ricerca europea e mondiale del che caratterizzano l’edificio.
curtain wall abbia realizzato questa opera L’intelaiatura strutturale della torre,
offrendo al posto di un simbolo culturista, realizzata in cemento armato è composta
un’altra dimostrazione concreta e non da pilastri ma da “quinte” cioè da
comprensibile per tutti (1). sei grandi piloni-quinta, diversamente
Collocato all’interno del nascente orientati, sui quali l’edificio insiste. Le
Centro Direzionale, all’angolo fra via Gal- pareti d’ambito della Torre sono formate
vani e via Fara, il grattacielo Galfa era sede da serramenti continui in duralluminio
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Torre Galfa / 1956-1959 / Melchiorre Bega
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FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ai.026 /itinerari
Nella seconda metà degli anni cinquanta rappresentativo della Milano che cresce
sorgono a Milano edifici con funzione verso il territorio della Brianza, ricco di
della grande industria, che sembrano industrie e di lavoro. In questa nuova
affidare all’altezza la rappresentazione dimensione urbana, segno della nuova città,
della propria potenza economica. Si tratta il Centro Pirelli, trova nell’ambiente che lo
in verità di pochi ed emblematici casi, tutti circonda la propria validità architettonica”.
inseriti all’interno del non decollato Centro Questo progetto può essere considerato
direzionale. come la “summa” della ricerca funzionale
“Da quando la sagoma enorme del cantiere e tecnica iniziata nel 1936 con la sede della
si è rizzata contro il cielo, il Centro Pirelli Montecatini, riguardo gli edifici a uso
ha cominciato a divenire l’edificio più ufficio.
rappresentativo del centro direzionale E’ inoltre poetica della forma finita,
di Milano, che è come dire l’edificio più dell’invenzione strutturale, dell’essenzialità
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Grattacielo Pirelli / 1955-1960 / Gio Ponti
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PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ai.020 /itinerari
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Palazzo Montedoria / 1964-1970 / Gio Ponti
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PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ai.025 /itinerari
LA MILANO DI VETRO
Mediateca di Santa Teresa / 1998-2000 / M2P Architetti Associati
caffetteria e il bookshop e che sceglie la esterno, in una continuità visiva che invita
strada della complementarietà per opposti ad entrare per esplorare quegli gli spazi così
nell’accostare alla materia grave, “vincolata” esplicitamente messi “in vetrina”.
dell’architettura tradizionale, la leggerezza “Il volume interno, chiuso in sommità
perfettamente trasparente del vetro. Una da pannelli in vetrocamera a bassa
forma geometrica pura, che dichiara così la emissività e serigrafati, si articola su tre
propria autonomia concettuale, ponendosi livelli, corrispondenti alle diverse quote
come una sorta di pre-facciata rispetto al d’accesso.
corpo storico. La struttura portante dei I gradoni si affacciano sul giardino del
pilastri in acciaio, arretrata su un doppio piano interrato che, racchiuso da alti muri,
ordine parallelo permette ai progettisti si rifà all’idea del chiostro. L’intervento,
di non avere interferenze di alcun genere nella sua forma e nei suoi materiali, vuole
sulle facciate lasciate trasparenti, con l’uso essere ben distinto dal contesto antico,
di ampie vetrate stratificate accostate al risultando di minimo impatto quasi opera
vivo tra loro senza interposizione di infissi: temporanea”.
l’effetto è di totale comunanza tra interno ed
MARCO BORSOTTI
IL FRONTE SU VIA MSCOVA
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PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ai.027 /itinerari
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Il Sole 24Ore Headquarter / 1998-2004 / RPBW
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FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ai.021 /itinerari
Porta Genova e i navigli sono di servizi che si fanno sempre più spazio.
attualmente caratterizzati da un importante Il recente progetto dello Studio
processo di trasformazione. Se l’ipotizzato Cucinella conferma l’evoluzione dell’area in
arretramento della stazione FS di Porta senso culturale.
Genova o la sistemazione della Darsena Il progetto risulta vincitore di un
potrebbero innescare un rinnovo urbano a concorso internazionale bandito dalla
grande scala, già oggi siamo di fronte ad una società Hines per la riqualificazione di
sistematica sostituzione edilizia lotto per un’ex-proprietà immobilare delle Poste,
lotto, legata alle dismissioni delle strutture ed è caratterizzato dalla sintesi tra scelte
industriali e al loro riuso con destinazione estetiche, tecnologiche e funzionali, pur
terziaria: un terziario determinato da show- nel riutilizzo di gran parte delle strutture
room di moda, da studi fotografici o di esistenti. Gli elementi che caratterizzano
post-produzione video e da piccole imprese l’intervento sono: il nuovo fronte vetrato su
LA MILANO DI VETRO
Nuova sede della Deloitte / 2001-2004 / Mario Cucinella Architects
via Bergognone, l’ingresso su via Tortona nella gamma dagli ocra ai rossi definisce
e la parziale copertura della corte interna, i diversi blocchi ha permesso la creazione
oltre al cromatismo sgargiante dei fronti. di nuovi scenari urbani e prospettive che
Qui il vetro e le sue rinnovate tecnologie portano l’utente immediatamente alla corte
la fan da padrone: la parete di vetro che interna.
si erge su via Bergognone è retta dalla Questa, protetta da blocchi degli edifici e
modularità della struttura muraria, inoltre parzialmente coperta, è strutturata su livelli
l’architetto ha aggiunto una doppia pelle diversi che creano uno spazio unitario,
con vetri con fattori solari bassi per ridurre luogo di scambio, come un interno urbano.
l’irraggiamento solare, sostenuti da una La copertura che utilizza il principio
struttura in acciaio. strutturale della catenaria, è immaginata
Il corpo più basso su via Tortona viene come un foglio composta da scaglie di vetro
rimodellato attraverso una semplificazione trasparente sulle quali l’acqua può scorrere.
della struttura a costole e ricondotto ad una
trama regolare, inoltre un uso del colore CLAUDIO CAMPONOGARA
LA MILANO DI VETRO
FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ai.024 /itinerari
LA MILANO DI VETRO
Uffici Carlyle Group / 2000-2003 / Goring & Straja Architects
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FONDAZIONE DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI,
PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI
DELLA PROVINCIA DI MILANO Ai.022 /itinerari
LA MILANO DI VETRO
Ristrutturazione dei Frigoriferi Milanesi / 2001-2004 / Studio 5+1
dei punti di forza del progetto. I primi attraverso nuove, profonde aperture che
interventi di questa trasformazione si tentano una qualche “trasparenza” tra
concentrano sull’edificio di via Piranesi, sul l’esterno pubblico e l’interno privato,
Caveau e la sua rampa di accesso. il sovradimensionamento della grafica
La banalità e la mancanza di carattere sui due prospetti per esaltarne il nuovo
dell’edificio basso e lungo vengono aspetto monolitico dell’edificio e il sistema
enfatizzati da due semplici operazioni: la illuminotecnico diffuso su via Piranesi,
bagnatura del lingotto grigio in un nero puntuale anche nella corte interna
petrolio, un blob che investe tutto e la completano il progetto dove l’assenza di
sovrapposizione di una “pelle-pellicola” ricerca di dettaglio contraddistingue il
di vetro lucida che gioca cromaticamente volume nella sua nuova immagine urbana”.
con la monotona geometria del prospetto
CLAUDIO CAMPONOGARA
sottostante, scontornando il volume
rendendolo bidimensionale.
La ridefinizione del basamento
VISTA NOTTURNA
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