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STORIA DELL'ARCHITETTURA E DELLA CITTÀ I

(prof. S. Piazza – 8 cfu)


05-03-2018
1.0 Lezione introduttiva
La storia dell’architettura si divide in 3 maxi blocchi:
- Storia dell’architettura antica (II anno)
- Storia dell’architettura moderna (III anno)
- Storia dell’architettura contemporanea (I anno)

L’Architettura è un MANUFATTO ANTROPICO, ossia qualcosa costruita con le mani dell’uomo ma, ovviamente, non tutti
i manufatti antropici sono architettura.
Per essere architettura un manuf. antr. deve avere due componenti fondamentali:
• UTILITAS (FUNZIONE)
• VENUSTAS (BELLEZZA): anche chiamata KUNSTWOLLEN (volontà artistica, bello fine a sé stesso, arte per arte)

Questi elementi vengono ripresi dalla triade vitruviana, a cui manca, per essere completa, la FIRMITAS (stabilità) che
può essere però convogliata direttamente nell’idea di funzione.
Affinchè vi sia una BUONA ARCHITETTURA, devono imprescindibilmente essere entrambe PRESENTI e IN EQUILIBRIO,
non si deve, cioè, sacrificare la funzione per gli aspetti espressivi personali e non si deve, allo stesso tempo, sacrificare
la volontà artistica per la funzione.

- Se ci sono entrambe e sono in equilibrio abbiamo un’OTTIMA ARCHITETTURA;


- Se una prevale sull’altra abbiamo una PESSIMA ARCHITETTURA;
- Se manca totalmente una delle due NON ABBIAMO ARCHITETTURA.

N.B.: Attraverso la storia dell’architettura noi non studieremo architetti, bensì le TESTIMONIANZE ARCHITETTONICHE
DI TENDENZE PROGETTUALI dal punto di vista delle scelte progettuali attuate all’interno di quelle opere.

Nella nostra civiltà esiste una storia perché vi è sempre una tensione verso il NUOVO, il MODERNO, nell’ottica della
perfettibilità e del miglioramento.
(Gli piace il Duomo di Pisa)

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06-03-2018
1.1 Il metodo
Bisogna saper contestualizzare. La CONTESTUALIZZAZIONE di un edificio è fondamentale.

Il CONTESTO è una cosa basilare perché ad esso si legano due variabili fondamentali:

- Il TEMPO cala l’edificio nel suo momento storico. Il primo insegnamento della filosofia di vita in cui siamo
calati da millenni è la tensione verso il moderno ed è il motivo per cui l’arte e l’arch. ancora oggi acquisiscono
importanza, non solo per la partecipazione a un determinato momento storico ma anche per il ruolo che giocano
per il tema dell’INNOVAZIONE.
Anche oggi gli architetti più ricercati sono i cosiddetti ARCHITETTI D’AVANGUARDIA.
Francesco Borromini era un uomo d’avanguardia e, in quanto tale, era attaccato costantemente dalla fascia
tradizionalista (Bernini, ecc.). Per difendersi lui cita Michelangelo:
“Chi segue altri non gli va mai inanzi.
Ed io al certo non mi sarei posto a questa professione col fine d'esser solo copista.”
Questo lo dice un uomo del ‘600, pertanto ancor più lo rende un insegnamento universale che riguarda tutti gli
architetti di ogni età perché indica la necessità nell’approccio storiografico a collocare in modo corretto l’ OPERA.
Il contesto temporale inserisce l’opera in un contesto di innovazione.
Tutte le opere, anche le più innovative hanno qualcosa di preesistente alle spalle. Partono da qualcosa per poi
modificarla (NULLA SI CREA, NULLA SI DISTRUGGE MA TUTTO SI RASFORMA).
Bernini è considerato un innovatore, Borromini è considerato un rivoluzionario.

- Il LUOGO è altrettanto importante per la collocazione di un’opera.


Per l’architettura del passato la componente geografica è essenziale, a volte più di quella cronologica.
Alla domanda “quando nasce il gotico, o l’umanesimo?” si risponde DOVE?
Molti contesti derivano da un passato diviso, pieno di conflitti, in cui individuare le differenze geografiche
causa intere scissioni.
Gran parte del nostro patrimonio deriva dalle divisioni prima in ambito territoriale, poi in ambito antropico,
molto più vasto.
Per riuscire a leggere correttamente le opere dobbiamo prima capire che esse sono testimonianza di qualcosa.

FUNZIONE VOLONTÀ DELLA FORMA

EDILIZIA ARTE
ARCHITETTURA

Bisogna imparare a graficizzare gli impianti planimetrici/costruttivi per l’esame

- NO TARTARUGHINE
(Santa Sofia a Costantinopoli)

- NO BARBAPAPÀ
(Padiglione della Piazza d’oro della villa a Tivoli)

Noi studiamo la storia dell’architettura per imparare a leggere l’architettura, che è un patrimonio inestimabile, nei suoi
principi compositivi.
Il lessico (capitello corinzio) invecchia, i principi compositivi (scheletro strutturale, disposizione colonnato) restano.

METODO PALEOCRISTIANO:

Si considera la parete come un grande foglio bianco da ritagliare dove si


applicano le bucature/traforature.

METODO GRECO-ROMANO:

Piedritti su cui poggia un orizzontamento (ossia la parete superiore).


Attraverso queste scanalature si creano dei giochi di luce, delle tensioni visive
con cui giocavano tantissimo i Romani.

I Romani furono innovativi perché non si fermavano alla mera logica strutturale, creando un’immagine di architettura
dissociata dalla logica; quindi creano volte senza peso perché vengono gonfiate dagli archi che non scaricano sulle
colonne ma sui costoloni.
L’eterno principio dell’architettura romana è il DOPPIO INVOLUCRO.

Il patrimonio architettonico se letto nel modo giusto diventa un patrimonio inestimabile. Il valore identitario della storia
non deve essere sottovalutato. Quindi LETTURA STORICA come PROCESSO IDENTITARIO.
12-03-2018
1.2 Il restauro
Perché la storia è importante nelle procedure di restauro?

La storia dell’architettura non serve allo studio delle tecniche costruttive originali (per quello basta il rilievo) bensì a
riconoscere gli elementi storici originali dal frutto delle semplici manomissioni.
Quello che l’analisi storica deve consentire di fare è capire i criteri costruttivi, cromatici, il contesto, quindi il periodo
storico e i vari avvicendamenti storici che lo hanno coinvolto durante epoche diverse.

La maggior parte dei restauri sono fatti male, diventano orrori, perché partono da un cattivo approccio storico al
problema.
Oggi ci si pone il problema di PRESERVARE,
FUNZIONE ESTETICA restaurare cioè un edificio rendendolo duraturo nel tempo senza dover
subire ulteriori trasformazioni nel corso degli anni.
Per molti progettisti la componente storica prevale sull’estetica e sulla
DOC qualità del processo.
STORICO È importante invece che queste tre componenti coesistano in sintonia.

Proprio per queste motivazioni è possibile individuare 4 patologie metodologiche dovute non al degrado ma a una
cattiva o totalmente assente interpretazione storica dell’edificio.
Queste quattro patologie hanno tutte un comune denominatore, ossia mostrare gli elementi storici discapito dell’estetica.
(METODO COMUNE DI PROCEDERE = A MUZZO)

• PASTICCIO DEI COLORI o TRAVISAMENTO DELLA COMPOSIZIONE CROMATICA DELL’EDIFICIO


Il colore non è una componente trascurabile. Questo fattore denota ignoranza e il non conoscere le cose.
Uno dei problemi del restauro è quello di ristabilire l’ordine cromatico degli edifici.
Alcuni degli esempi più comuni per quanto riguarda questo errore sono Ville Savoye, e l’ex Casa dei teatini, ossia
la facoltà di Giurisprudenza di Palermo.

Questo Giallo Pia ci sta una cacata perché è troppo acceso (ci voleva na cosa più soft).
Qua si dovevano fare le venature colorare su fondo bianco per dare
un senso di profondità (COSÌ È UNA PORCATA).

• AUTOPSIA o RESTAURO ARCHEOLOGICO


Questo errore consiste della convinzione viscerale, da parte del restauratore, di paragonare l’edificio a un piano di
campagna dove effettuare dei sondaggi archeologici allo scopo di trovare reperti (tipo dobloni d’oro aztechi),
partendo dal presupposto che ciò che si trova al di sotto dell’intonaco valga di più dell’intonaco stesso, in quanto
più antico. Tali ritrovamenti, a volte possono essere messi in evidenza trascurando del tutto la composizione
architettonica dell’edificio. In sintesi, l’edificio può essere architettonicamente mortificato allo scopo di mettere
in evidenza i reperti storici al suo interno contenuti.
Il prospetto NON è un sito archeologico da scavare.
La dignità dell’architettura deve essere SEMPRE salvaguardata.
A volte si arriva persino a simulare un degrado: ci sono degli edifici che
sembrano degradati ma che in realtà sono appena stati restaurati (MALE).

• SALVAGUARDIA DEL DEGRADO o DELLA MANOMISSIONE


Consiste nel conservare o mettere in evidenza manomissioni subite dall’edificio al solo scopo di
sottolineare le sofferenze vissute dall’opera architettonica nel tempo, anche a costo di
comprometterne l’integrità architettonica.

• SCORTICAZIONE
Questa pratica barbarica si basa su un presupposto fondamentale: la pietra a facciavista è più bella dell’intonaco.
Questa tecnica può anche essere chiamata “del casolare di campagna” o “della pizzeria rustica”.
Ad ogni costo siamo autorizzati a scorticare l’intonaco.
LA POETICA DEL RUSTICO CE LA SIAMO INVENTATA NOI.
Il rustico nasce in campagna per necessità di risparmiare tempo e denaro.
Il danno peggiore che si può fare nel centro storico di una città è spargere tanti
casolari di campagna qua e là, togliendo la pelle a un edificio che è nato con
l’intonaco (Ramsay Bolton).

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