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Storia dell’architettura e della città I

INTRODUZIONE ALLA STORIA DELL’ARCHITETTURA


La collocazione cronologica non solo è importante ma fondamentale in
quanto consente di concatenare nella giusta successione gli eventi e le
esperienze, perché la storia dell’architettura, come tutta la storia del resto, non
è altro che una concatenazione di esperienze. Ogni esperienza si fonda su
qualcosa che già è successo e fa da presupposto a qualcosa che deve
succedere. La storia dell’architettura è costituita dalle tendenze progettuali
che ci hanno preceduto. Quindi quello che bisogna capire nella
concatenazione degli eventi è il concatenarsi delle esperienze progettuali.
Quindi la storia ha senso solo se un architetto sa leggere l’architettura del
passato come esperienza progettuale. Per un architetto è fondamentale
saper decifrare l’opera e andare oltre alla semplice descrizione, in quanto la
sua decifrazione ne permette di capire il valore. Elemento fondamentale della
storia è la tensione verso il moderno, la storia in realtà non insegna altro che
l’umanità che è andata sempre verso il nuovo. La storia quindi non è altro che
la concatenazione di esperienze che vogliono essere moderne rispetto a
quelle precedenti. Importante è il concetto di <<Varietas>>, ovvero il diverso
rispetto al passato: oggi non si costruiscono più i templi come i greci perché,
generazione dopo generazione, si è andato verso il nuovo. È inutile porsi il
problema che la tensione verso il moderno sia una cosa positivo o negativa,
poiché questo è un evento irrefrenabile. In passato si riteneva che alcune
considerazioni, o nel nostro caso stili architettonici, fossero “degeneri” e che
per questo dovessero essere distrutte. Basti pensare al fatto che al tempo della
Palermo di Basile moltissime manifestazioni dell’arte barocca furono distrutte.
Lo stesso è avvenuto per il gotico. Infatti il termine gotico è stato inventato
dagli architetti del rinascimento in senso dispregiativo in quanto si riferisce ai
goti, ovvero l’architettura dei barbari, ovvero coloro i quali avevano distrutto
l’impero romano. Quindi sostanzialmente nasce come un insulto. Questa
considerazione dispregiativa del gotico è durata per diverso tempo. Oggi non
si tende più a classificare i diversi stili, ma se ne apprezzano le differenze e le
originalità.

CRONOLOGIA ESSENZIALE DELL’ETÀ ANTICA E MEDIEVALE: L’EUROPA E IL


MEDITERRANEO DALL’VI SECOLO a.C. AL XVI SECOLO d.C.

È solo la collocazione cronologica che ci consente di valutare la modernità di


un fenomeno. La modernità è un parametro che necessita di un altro
parametro, cioè si è moderni sempre rispetto a qualcosa, la modernità ha
quindi sempre bisogno di un confronto. Nel caso della storia, quindi, la
collocazione cronologica ci consente di contestualizzare i fenomeni.
Ricordatevi che quello che noi studiamo sono tendenze progettuali, quindi le
opere vanno lette secondo questi criteri. Quando noi studiamo un manufatto,
un manufatto antropico, cioè costruito dall’uomo, dobbiamo capire se è
architettura o no e quali sono le componenti che fanno di quel manufatto
antropico una architettura. Come facciamo? È una risposta che può apparire
semplicistica ma che in realtà mira a individuare dei concetti che spesso
vengono diluiti in definizioni più complesse, perché se guardiamo la definizione
di architettura nella storia vediamo che spesso alcune sembrano contrastanti
fra di loro, per esempio Le Corbusier parla dell’architettura come “Il sapiente
gioco dei volumi sotto la luce”, definizione poetica, pregnante per certi aspetti
ma non esaustiva; Vitruvio parla dell’architettura come “L’arte del costruire”;
Boullée, architetto francese dell’età della rivoluzione dice che in realtà
“L’architettura è un’arte che si costruisce”. Quindi bisogna fare un po’ di
chiarezza e portare in campo una definizione che comprenda tutte le altre,
perché in realtà nessuno si è sbagliato in passato, però spesso gli architetti
hanno accentuato un aspetto piuttosto che un altro. Le componenti
fondamentali che consentono di definire un manufatto antropico
un’architettura sono due:

• La componente funzionale, l’architettura serve, è al servizio delle


necessità dell’uomo su questo pianeta, da sempre, dalla così detta
capanna primitiva, questa è una componente che distingue
l’architettura dalle altre forme d’arte, pittura, scultura, cioè
l’architettura assolve a funzioni necessarie all’uomo (proteggersi dalle
intemperie, rappresentare un potere, fornire i servizi, consentire la
protezione dagli agenti esterni , svolgere riti religiosi, esporre delle opere
d’arte e così via), c’è sempre una funzione. Una bella definizione di
Walter Gropius riconduce le competenze dell’architetto “Dal cucchiaio
alla città”, stabilendo così in qualche modo i limiti delle competenze e
sottolineando proprio questo aspetto funzionale. L’architetto si occupa
di tutto ciò che serve all’uomo, quindi la componente funzionale in
qualche modo fa dell’architetto uno scienziato, perché la componente
funzionale ha al suo interno delle competenze tecnico-scientifiche
fondamentali e li ha sempre avuti, per esempio per studiare i moti
convettivi dell’aria, esporre nel modo giusto l’edificio in modo tale che
il sole arrivi in determinati ambienti, o che illumini il più possibile l’edificio
e una serie di altre questioni legate all’approccio dell’architettura con
l’ambiente circostante e poi tutti i problemi interni, quanto deve essere
largo un corridoio, un corridoio di casa, un corridoio di scuola, un
corridoio di ospedale e così via, come deve essere fatto un garage,
come si misura la luce, quali sono le formule matematiche che
consentono la giusta illuminazione… sono tutti fatti tecnico-scientifici.
L’architetto, dunque, da un lato deve essere un tecnico, uno scienziato,
quindi la famosa divisione tra ingegnere e architetto è una divisione
forzata dovuta a sistemi didattici che sono andati via via
perfezionandosi in Europa a partire dalla fine del 700 e i primi dell’800
ma che non hanno nulla a che vedere con la disciplina. La disciplina è
sempre e comunque composta da entrambi, spesso l’architetto tende
a trascurare l’aspetto tecnico.
• Il secondo aspetto è quello espressivo, artistico. Non tutti gli architetti
devono essere necessariamente artisti, il concetto di artista è molto
insidioso e complesso ma certamente l’architettura rientra nelle forme
d’arte quindi la parte espressiva che può essere legata a cognizioni
espressive del singolo o anche cognizioni espressive dettate dal tipo di
edificio ma l’architettura non si può privare dell’aspetto espressivo e
artistico, formale possiamo usare molti termini in questo senso. Alison
Riddle alla fine dell’800 ne ha trovato uno adattabilissimo a questi temi
“knost vollen” (min 10.00) un termine tedesco che può essere tradotto
in italiano in “volontà della forma”, volontà artistica. Ogni architettura
esprime un concetto di tipo artistico e qui torna quello che diceva Le
Corbousier “Il sapiente gioco dei volumi sotto la luce”, ogni architettura
ha una componente atettonica, cioè non strettamente funzionale, che
anzi dissimula gli aspetti funzionali. La vera architettura, quella che noi
studieremo, è sempre composta da queste due componenti: da un lato
gli aspetti funzionali, dall’altro gli aspetti espressivi. La vera architettura
è un perfetto equilibrio, un perfetto intreccio di queste due componenti.
Spesso la didattica europea ha teso a scinderle, quindi a portare verso
la formazione degli architetti le componenti espressive e formali e
invece la componente funzionale agli ingegneri e da lì il continuo
bisticcio tra ingegneri e architetti: gli ingegneri accusano gli architetti di
essere tutti artisti e di non capire niente degli aspetti funzionali e accuse
opposte fanno gli architetti agli ingegneri che badano solo agli aspetti
funzionali e fanno edilizia, non fanno architettura. Hanno ragione tutti e
due. La giusta strada non è lo scontro tra le due componenti ma il loro
perfetto intreccio. Quindi un architetto deve essere un po’ artista ma
non deve mai perdere di vista gli aspetti funzionali. L’architetto è una
professione molto difficile che implica delle competenze di grande
ampiezza che vanno dall’ illuminotecnica al dibattito artistico. Nessuna
di queste parti può essere trascurata. Quindi ogni architettura va letta
con le doppie componenti.

Vi faccio un primo esempio chiaro, che in qualche modo inaugura l’avvio


cronologico della nostra architettura: la colonna greca, la colonna del tempio.
Questa ha un ruolo funzionale fondamentale perché è parte integrante, non
possiamo togliere una colonna perché
crollerebbe quella parte. Quindi la
colonna è parte integrante del tempio,
non è un giochino, non si può togliere.
Ma la colonna ha anche delle
componenti imprescindibili che
riguardano l’aspetto artistico, formale e
che in qualche modo contraddicono
l’aspetto funzionale, si coniugano con
esso e un po’ lo contraddicono. Tutti i fusti
delle colonne del mondo greco sono
scanalati e quelli che non sono scanalati
vuol dire che sono finiti. A che serve la
scanalatura? Come vedete i greci
sentivano la necessità di incidere la
pietra a scopo espressivo, la scanalatura
rende il fusto sensibile alla luce, crea un gioco di chiari e scuri attraente che
veniva ritenuto bello, esteticamente vario e anche le componenti
dell’elemento di raccordo tra il fusto e la trabeazione, perché il capitello ha
una funzione, lo vediamo meglio con il capitello dorico, perché il capitello
ionico è una sua derivazione. Il capitello ha una funzione strettamente
strutturale in quanto allarga il punto di appoggio della trabeazione. Quindi
questo è un elemento che nasce dell’idea di consentire alla trabeazione di
basarsi su un piedritto più ampio. Poi come si vede l’abaco con l’echino, le
due parti del capitello dorico, convogliano i pesi all’interno del fusto. Però la
definizione formale di capitello prescinde dagli aspetti funzionali. Quindi quello
che un architetto deve imparare ad osservare in un’architettura è questa
doppia componente, cioè la vera comprensione di un’architettura passa
sempre dall’individuazione dal rapporto della componente strettamente
funzionale e quella strettamente espressiva. Quando manca una delle due
componenti non siamo di fronte ad un’architettura. Quindi è interessante
notare le testimonianze scritte da Francesco Borromini, uno dei massimi esperti
del barocco italiano, che in uno dei suoi scritti si mostra molto attento agli
aspetti funzionali, egli infatti giustificava le componenti più bizzarre dal punto
di vista funzionale. Quindi questa doppia componente ha sempre
caratterizzato tutti gli architetti e le buone architetture. Quando noi guardiamo
un’architettura dobbiamo stare attenti a questi due aspetti e questa è una
questione di metodo. Per questo la descrizione di un’opera architettonica è
fine a sé stessa se non relazionata all’idea di un progetto architettonico. Per
esempio della facciata del duomo di Pisa non è importante dire che è
suddivisa in quattro ordini, ma fondamentale risulta capire che questa
informazione deve essere collegata ad una scelta progettuale. Vediamo
adesso di tracciare il percorso del nostro programma.

1. LA STORIA GRECA
Noi partiamo dall’architettura greca del VI sec. a.C. (età arcaica), secolo in
cui comincia la grande tradizione templare in pietra. Il mondo greco nasce
nell’odierna Grecia e poi conosce due moti espansivi importanti: la prima
colonizzazione verso la Turchia, con la conseguente creazione delle città della
cosiddetta “Ionia” (ambito in cui nasce il capitello ionico), che parte già a
partire del XI sec a.C., e la seconda colonizzazione nell’Italia meridionale che
è quella dell’VIII-V sec a.C., quest’ultimo
fenomeno in particolare risulta
fondamentale per la storia d’Europa.
L’VIII sec. però risulta anche importante
in quanto è il secolo in cui viene fondata
Roma. Poi studieremo l’architettura
dell’età classica (VI-V sec.), per passare
poi a quella dell’età ellenistica (metà
del VI sec in poi), periodo dove si
sviluppano alcuni criteri aggiuntivi e
legati alle vicende politiche e territoriali
di Alessandro Magno.
Del mondo greco ci interessano soprattutto i presupposti e i traguardi
architettonici come base fondativa del mondo romano. Quindi guardando
all’architettura romana dobbiamo essere in grado di individuare le
componenti elleniche. Passiamo dopo al mondo romano. Quello che a noi
interessa è il punto di contatto con il mondo greco che avviene
sostanzialmente nel II sec a.C. grazie all’espansione romana verso sud. I romani
in realtà entrano in contrasto con i fenici (guerre puniche) e a che c’erano
hanno conquistato le città greche e restarono folgorati da questo mondo. Il
successo greco si deve al fatto che sono stati conquistati dei romani. L’arte
greca è stata assorbita integralmente da quella romana.

2. LA STORIA ROMANA

Il II sec. è il secolo nevralgico per questa assimilazione sempre più integrale dei
romani del mondo greco. Il contatto di queste due civiltà rende vincitrici
entrambe. Roma diventa la vincitrice militare poiché conquista tutti i territori
della Grecia, dove vengono imposti i modus vivendi romani. I greci invece
vincono dal punto di vista culturale, vengono massacrati ma la loro cultura
permane. Quindi si assiste alla conquista fisica dei primi e alla conquista
culturale dei secondi. Dell’architettura del mondo romano, in particolare
studiamo quella a partire dal I sec., perché ci interessa capire quali sono le
componenti greche e allo stesso tempo individuare le componenti innovative
introdotte dal mondo romano. I romani consideravano il mondo greco
insuperabile, tant’è che non assimilarono mai le altre culture dei popoli
conquistati se non solo fatto eccezione per gli Etruschi (solo all’inizio). Le prime
architetture romane che studieremo sono quelle di età repubblicana e sono
quelle riconducibili al periodo compreso tra il II e il I sec a.C. L’età repubblicana
finisce sostanzialmente nel 31 a.C., momento in cui finisce la guerra civile
(battaglia di Azio) e inizia l’età imperiale. Importante per l’architettura è il I sec.
d.C. in cui si susseguono la dinastia giulio-claudia, con Augusto che regnò tra
il 27 a.C. e il 14 d.C. e Nerone che fece costruire la domus aurea, e la dinastia
Flavia, sotto la quale si costruì il Colosseo. Grande valere dal punto di vista del
dibattito architettonico ha il periodo dell’età di Traino e soprattutto di Adriano,
collocabili nella prima metà de l I secolo. Perché è importante questo
periodo? Perché si sviluppano delle parole e dei concetti che nel periodo
successivo verranno riproposti. Quindi l’età repubblicana finisce con
l’uccisione di Giulio Cesare e la guerra civile mentre l’età imperiale inizia il 31
a.C. La prima dinastia è quella Giulio Claudia che inizia con Augusto regnando
dal 27 al 60 a.C. Poi la dinastia Flavia che riguarda solo il I secolo. Poi subentra
il principato adottivo di cui fanno parte Adriano e Traiano che non sono padre
e figlio quindi non è una successione per designazione. A noi interessa la prima
metà del II secolo. La storia civile fa da fondale ma noi dobbiamo seguire gli
eventi dal punto di vista architettonico. Importanti per il nostro percorso di
studio è il IV secolo.

IV secolo
Il IV secolo è l’età di Costantino. Diocleziano è il predecessore di Costantino e
l’inventore della tetrarchia. L’editto di tolleranza, ovvero l’editto di Milano del
313, segna una svolta epocale. Perché l’età di Costantino è crociale?

• Assistiamo al disimpegno della cultura architettonica romana dal


mondo greco cioè con l’andare del tempo i romani riescono a rendersi
indipendenti dal mondo greco anche se alcune componenti
permarranno per sempre, inoltre i romani svilupperanno dei criteri
estetici tutti loro;
• Nasce l’architettura cristiana. Spesso i romani sono considerati dei
cattivi persecutori dei cristiani (durante il regno di Diocleziano erano
perseguitati perché ritenuti degli elementi di destabilizzazione politica)
tuttavia furono i romani a imporre il cristianesimo e furono sempre loro a
decidere che questa religione doveva vivere grazie alla reale politica
di Costantino che grazie al suo editto il cristianesimo diventa religione di
stato.
Ciò vuol dire che nella prima metà del IV secolo abbiamo la prima
architettura cristiana, detta paleocristiana. Ricordiamo che anche prima
dell’editto ci fu una sorta di architettura cristiana “semi-clandestina” come
catacombe o luoghi di culto scavati nelle rocce. Prima dell’editto le chiese
non esistevano. Sempre in questo secolo inizia a delinearsi anche
l’architettura bizantina che, in particolare nel 395, prende forma con la
nascita dell’impero romano d’oriente e si concluderà nel 1453. Tutto ciò
che riguarda l’impero d’oriente può essere definito bizantino

V secolo
Nel V secolo vedremo un doppio fronte dell’architettura paleocristiano, cioè
gli sviluppi di questa architettura in occidente e in oriente. Perché cos’è
successo nel frattempo? Alla fine del IV secolo nel 395 l’imperatore Teodosio
divide l’impero in 2 parti: impero romano d’occidente e d’oriente, ognuno
governato da un imperatore diverso (c’erano due imperatori). L’occidente si
trova ad affrontare diverse problematiche:

• Il controllo del territorio e dei confini a causa delle continue incursioni


barbariche;
• La sede del potere centrale variava di continuo: da Roma la capitale
passò a Treviri, poi a Milano ed infine a Ravenna.

Nel frattempo Roma continuò a rimane la capitale formale dell’intero impero.


In oriente la capitale è Costantinopoli, la vecchia Bisanzio (da cui derivò
successivamente il termine Bizantino), che viene rifondata da Costantino è
rinominata appunto Costantinopoli. Considerando che i bizantini sono romani
d’oriente e si sentono romani a tutti gli effetti, tanto che per un certo periodo
Costantinopoli viene anche detta la “nuova Roma”.

VI secolo
La prima metà dell’età di
Giustiniano (imperatore d’oriente)
è caratterizzata dall’imperatore
che tenta di riconquistare
l’occidente (fu l’unico imperatore
a tentare questa impresa), che
cade nel 476. Questa è una data
importante in quanto segna la fine
politica dell’impero d’occidente e
la fine dalla civiltà romana.
L’impero d’oriente durerà altri mille
anni, ovvero fino al 1453, anno
della caduta di Costantinopoli che
venne conquistata dai turchi.
Dopo la prima metà del VI sec. d.
C. c’è un momento di grande prosperità per l’impero. Vedremo le eccezionali
opere realizzate da Giustiniano nella sua città, tra cui Santa Sofia di
Costantinopoli, un’opera romana, ancora perfettamente integra e che
rappresenta una delle attrazioni più importanti di Istanbul (questa città è
conosciuta come Bisanzio, Costantinopoli o Nuova Roma).

3. DOPO LA CADUTA DELL’IMPERO D’OCCIDENTE: IL MEDIOEVO

Dopo questo periodo il mondo di Costantino va verso una fase di progressiva


decadenza e quello che rimane dell’architettura dei periodi successivi è, nella
nostra ottica, sostanzialmente trascurabile. Faremo soltanto degli esempi per
capire qual è il tipo di impianto chiesastico che viene messo a punto in Oriente,
e che in qualche caso influenza l’Occidente. Quindi noi l’impero d’Oriente lo
percorriamo fino a Giustiniano (prima metà del VI sec.), per poi abbandonarlo
per ritornare all’Occidente. In Occidente che cosa troviamo? Molte distruzioni
a causa delle invasioni barbariche e questo vuol dire che nell’ambito della

nostra materia possiamo fare un salto plurisecolare perché dopo la caduta


dell’impero quest’ultimo viene sostanzialmente fatto a pezzi e la prima vittima
è proprio l’architettura. L’architettura è prospera solo in condizioni
economiche prospere altrimenti è la prima vittima. Noi possiamo capire lo
stato di salute di una determinata città o di un determinato territorio
qualunque solo se osserviamo l’architettura. Per esempio, è ovvio che Palermo
affronta un lungo periodo di decadenza e lo capiamo dall’architettura. Dal
punto di vista architettonico a Palermo, da decenni, non succede nulla e se
escludiamo i grandi centri commerciali non c’è niente di rilevante. L’ultima
opera è in piazzale Ungheria, il Grattacielo Ina Assitalia progettato da Carlo
Broggi negli anni ’50. I grandi teatri, il Politeama e il Massimo sono testimoni
della grande prosperità economica della città nell’800. Che cosa vuol dire?
Vuol dire che dopo la caduta dell’impero l’architettura rientra tra le grandi
vittime: si costruisce poco, male e sporadicamente e quindi nell’ambito
dell’economia del nostro corso tutto quello che avviene nel cosiddetto
<<medioevo barbarico>>, ovvero quel periodo del medioevo più vicino alla
caduta dell’impero d’occidente, verrà trascurato. È vero anche che buona
parte di quello che è stato costruito in quel periodo viene spazzato via dalla
prosperità successiva perché tutto quello che viene costruito in Europa fino
all’anno 1000, grazie poi alla prosperità che avviene dopo, viene considerato
poca cosa. Quindi le testimonianze sono veramente poche. Ci occuperemo
dell’architettura paleocristiana del IV e del V sec. in occidente. Sono i cronisti
dell’esercito di Giustiniano a registrare lo stato di distruzione. Per avere un’idea
dell’effetto delle invasioni barbariche prendiamo due esempi:

• La Roma del V sec. era una città (considerata una megalopoli) che
superava 1 milione di abitanti e per quel periodo era una cifra enorme.
Pensate che la Roma del X sec. d. C., quindi 500 anni dopo, era
diventata un borghetto medievale di 30.000 abitanti situato più o meno
nella zona di Trastevere e quindi ben lontano dalle rovine del foro. Ciò
significa che se noi, agli inizi del X/XI sec., dovevamo raggiunge una
città e dovevamo passare per Roma ci trovavamo a percorrere
chilometri e chilometri di macerie fino ad arrivare a destinazione;
• Un’altra immagine che può aiutare a capire il disastro dell’impero è la
città di Agrigento (città greco-romana) molto prospera e che
corrisponde al sito della valle dei templi. I templi erano una sorta di
corona della città che si sviluppava per molti chilometri quadrati. Dopo
che questa città fu totalmente distrutta i profughi e i sopravvissuti della
città greco-romana crearono l’Agrigento medievale (l’attuale centro
storico) che rappresentava un piccolo centro abitato costruito nel
promontorio più vicino perché quest’ultimi erano facilmente difendibili.

Tutti i borghi medievali che in qualche modo costellano il nostro territorio sono
l’esempio più tangibile della catastrofe dell’impero perché sono i centri abitati
alternativi alle grandi città costiere che si sono andate delineando durante il
medioevo. L’Occidente attraversa questo lungo periodo di crisi dove
l’architettura viene messa totalmente in secondo piano. La crisi è dovuta
sostanzialmente a due fattori:

• Alla caduta dell’impero, quindi alla disintegrazione di una centralità


militare, amministrativa, politica, economica;
• Al progressivo avvento delle popolazioni barbariche che tentano di
stabilizzarsi in Europa.

In riferimento a quest’ultimo punto, quelli che riuscirono meglio a stabilizzarsi


furono i Franchi. Il territorio francese era totalmente romano (Gallia) e
quest’ultimi avevano esiliato/fatto fuori i Galli. I Franchi sono una popolazione
barbarica di provenienza Asiatica (come tutte le popolazioni barbariche) che
si stabilizzano nell’attuale Francia costituendo il regno più solido. Quindi dal
punto di vista politico l’effetto più significativo della caduta dell’impero è la
creazione del regno dei Franchi, infatti con loro accadranno tante cose.
Abbiamo anche il regno dei Visigoti in Spagna che però verrà nel giro di poco
conquistato dall’Islam. Possiamo dire che grosso modo, dopo la caduta
dell’impero, si iniziano a delimitare tre grandi minacce che iniziano a creare
nell’Europa post-imperiale l’idea di un patrimonio comune legato alla
tradizione romana e al Cristianesimo. Quindi i confini dell’Europa diventano i
confini del Cristianesimo e le minacce sono indentificate in popolazioni non
cristiane fortemente aggressive. L’Europa per molti secoli viene
costantemente minacciata:

• Dai Vichinghi da Nord, una popolazione non Cristiana, almeno fino al X


sec., fino a quando non si convertirono al Cristianesimo stabilizzandosi
in Francia, ma per un lungo periodo rimasero l’incubo del Nord;
• Dai Barbari che vengono dall’Asia e continuano ad invadere l’Europa.
Nel Medioevo, una parte fondamentale di questo processo di
destabilizzazione è legata agli Slavi e agli Unni che sono dei grandi
saccheggiatori un po’ come i Vichinghi.

Dal VII sec. inizia a svilupparsi un’ulteriore minaccia al mondo Cristiano: l’Islam.
L’Islam nel giro di poco tempo minaccia l’impero d’Oriente e alla fine ne
decreterà la caduta, ma già nel VII sec. conquista tutte le coste Nord-
Africane. Il Nord-Africa era un territorio Romano, infatti troviamo ancora oggi
dei siti archeologi di eccezionali città romane. L’Islam conquista tutto il Nord
Africa creando dei centri molto prosperi e una cultura molto raffinata del
bacino mediterraneo. Oltre al Nord-Africa conquista la penisola Iberica, cioè
la Spagna, e comincia a minacciare il regno dei franchi di Carlo Martello fino
a quando nell’VIII sec. viene fermato in Francia a Poitiers nel 732. Diciamo che
nell’Europa che va dal V fino al X sec. c’è una storia di tormenti, di minacce
sincroniche (Slavi, Unni, Vichinghi e Musulmani), dove le tracce architettoniche
sono veramente ridotte. Studieremo soltanto alcune testimonianze legate
all’impero carolingio che è un evento storico di grande importante. Le cose
cambiano in modo sostanziale nell’ XI sec. L’Europa Cristiana è riuscita a
stabilizzare le tre grandi minacce e ad assumere un comportamento
aggressivo. La minaccia Vichinga si spegne. I Vichinghi in realtà erano dei
poveracci che tentavano di trovare terre da coltivare anche se avevano
grandi capacità militari, basti pensare che in Francia arrivarono ad assediare
Parigi, poi si stabilizzano in Normandia (stato vassallo del regno dei franchi),
quindi la minaccia delle incursioni vichinghe viene neutralizzata, anzi i vichinghi
diventano un nuovo regno cristiano, poi dalla Normandia conquisteranno
prima l’Inghilterra (William the conqueror, 1066 battaglia di Hastings) e poi dei
territori sul mediterraneo. Le popolazioni slave-ungare vengono bloccate
definitivamente dalla dinastia degli Ottoni e anche l’islam grazie ai franchi e
anche alle repubbliche marinare italiane non diviene più una vera e propria
minaccia (Palermo nel 1063 durante la dominazione araba viene
saccheggiata dai pisani).

4. IL ROMANICO E IL GOTICO
Quindi a partire dall’XI sec. vediamo nascere una stagione architettonica
eccezionale che prende il nome di romanico. Questo è il secolo più
importante per lo sviluppo dell’architettura. Questa nuova stagione
dell’architettura si sviluppa circa 500 anni dopo la caduta dell’impero romano,
quindi l’architettura greco-romana è andata quasi del tutto perduta, ma viene
in gran parte recuperata durante il romanico e la cosa importante è che
all’interno dell’XI sec. nascono dei presupposti o soluzioni architettoniche
totalmente nuove, totalmente
estranee al mondo greco-
romano, che costituiscono il punto
di partenza di un’accelerazione
verso una nuova identità
architettonica che poi confluirà
nell’architettura gotica. Quindi
possiamo dire che il romanico è il
nonno del gotico. La capacità di
produrre modernità del gotico
perdura per molto tempo, basti
pensare che troviamo
manifestazioni del gotico ancora
molto significative nel XVI sec,
quindi il gotico si sovrappone al
rinascimento. Importante è la
distinzione tra le diverse fasi del
gotico:

• Primo gotico -> XII sec -> Francia


• Gotico maturo -> XIII sec-> Inghilterra, Francia e Italia
• Tardo gotico -> XV sec -> tutta Europa

5. IL RINASCIMENTO
Il rinascimento è un movimento culturale italiano che nasce nel contesto
gotico e che inizia sistematicamente nell’architettura gotica. Questo contrasto
diventa sempre più accentuato ma permane per 120-130 anni. (gotico XII-XVI
sec; XII sec nasce in Francia, dal XIII sec si diffonde in tutta Europa, a partire
dal XV sec in un Italia gotica nasce un movimento culturale che prende il
nome di umanesimo e poi rinascimento). In questa Italia gotica a partire dai
primi anni del ‘400 comincia a delinearsi il movimento umanistico, ossia il
rinascimento. Il rinascimento si presenta come un’anomalia culturale italiana
di un gruppo di intellettuali che sostengono che tutto quello che l’Europa ha
prodotto dopo la caduta dell’impero è il frutto dei barbari, ossia dei goti. Il
goto era il maggior ceppo barbarico che aveva decretato la fine dell’impero.
La prova più evidente di questa barbaria era l’architettura contemporanea
(cattedrali gotiche). Quindi in tutto ciò era prodotto dai barbari loro avevano
lo scopo di fare rinascere la bellezza dell’arte dell’antichità romana. Il termine
goto l’hanno inventato loro in senso dispregiativo per additare i
contemporanei che non seguivano la loro idea. Goti erano tutti coloro che
realizzavano o che comunque utilizzavano in quel momento un linguaggio
diverso da quello greco-romano. Sempre loro hanno inventato il termine
rinascenza, indicando proprio quella volontà di far rinascere il mondo antico.
Questi intellettuali ovviamente non riuscirono a cancellare subito il gotico,
quindi ci vollero più di 130 anni per convincere tutti gli europei che la strada
giusta era quella del rinascimento.

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