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Architettura &
Composizione 3
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Indice
1. Macro temi
2. Tipologie architettoniche
3. Storia dell’Architettura
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1. MACROTEMI
Contestualizzazione
La contestualizzazione è legata alla relazione tecnica, alla storicizzazione (forme dominanti nel tempo), ad una
diversa composizione strutturale e materica. Considerando un lotto qualunque, si può conferire una
connotazione introspettiva tramite muro, corti interne o dosando le aperture. Se ad esempio lavoro nel centro
storico delle città devo considerare diversi fattori: è caratterizzato da viste interessanti e molti vincoli; mentre
la periferia ha un aspetto industriale, non esteticamente di livello, ma si è più liberi nella progettazione. Ad
esempio in periferia si ha una mancanza di identità e quindi dobbiamo far si che l’edificio riesca ad essere un
elemento risolutivo delle criticità del luogo: qualità estetica. La riconoscibilità, invece, può essere data dalla
conformazione particolare dei lotti (geometria confini) o dalla connotazione architettonica, ovvero con punti
di riferimento particolari, dal tessuto urbano o dai margini del lotto; o dalla definizione dei segni che possono
essere punti di partenza del progetto. Bisogna lavorare sulle caratteristiche dominanti (Es: La maggior parte
dei tetti sono a falde) (legato alla citazione). Copertura piana può essere terrazzo e accesso (Villa Tughendhat,
Mies Van Der Rohe: completamente vetrata e in cui il paesaggio risulta molto importante), ma anche tetto
giardino (Le Corbusier). Parete intonacata necessita di scossalina con gocciolatoio con elementi metallici
(corten). Scannafosso = corridoio perimetrale di 60 cm per non far toccare la terra con edifici, per ispezione,
aereazione superiore (griglia). Copertura inclinata può essere a capanna o a falda unica.
Gerarchia
Tutto è gerarchia. Il progetto parte da un’idea, rispondendo alle esigenze (funzionalità). Scelta gerarchica tra
funzionalità e resa architettonica.
● Guggenheim a Bilbao vs musei tradizionali (Es: National Gallery, MET, GNAM)
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- 2 diverse immagini dell’architettura, l’immagine diventa connotazione
- Immagine del museo, regole del contesto, globalizzazione, architettura che si esprime in diversi
modi anche a seconda dell’area geografica e delle diverse realtà
- È cambiato il concetto dell’architettura ovvero ora si predilige l’immagine rispetto alla funzione
(es: il museo di Gehry privilegia la resa architettonica, architettura molto impattante, le opere
all’interno del museo diventano secondarie all’edificio stesso).
- L’immagine ha portato ad un’incentivazione economica, e non doveva essere estranea al luogo.
Pianta basilica imperiale (ingresso sul lato maggiore, spazi ampi, colonnati, pianta rettangolare) DIVERSA
Pianta basilica cristiana (ingresso sul lato minore, spazi ampi, colonnati, pianta ellittica, la funzione prevale
sulla forma architettonica).
● Basilica di San Pietro, Michelangelo Buonarroti, Raffaello Sanzio, Bramante
Riferimento assoluto della cristianità. Pianta ad ellisse: abbraccio, chiusura ai fedeli, protezione
(concetto simbolico). Prospetto: il colonnato porta l’attenzione verso il centro.
● Campidoglio, Michelangelo e Pienza: apertura verso quello che viene ritenuto più gerarchicamente
prioritario, mentre gli altri si confermano nell’apertura verso l’edificio centrale.
L’ architettura moderna si esprime diversamente anche non integrandosi completamente nel luogo. Oggi a
definire l’architettura è l’esasperazione dell’architettura stessa; l’architettura privilegia gerarchicamente
l’immagine. Isolamento contemporaneo: le architetture moderne non sono compartecipi con la struttura
urbana (come individuo separato dal collettivo).
La relazione assente
È la relazione su cui si basano le argomentazioni e problematiche progettuali, che riguarda ogni tipologia di
ambito (architettonico, urbanistico, etc..). Miglior risoluzione: ottimizzazione dell’habitat. La relazione
interessa molteplici aspetti. In architettura può intendersi nella definizione di un prospetto nelle parti che lo
compongono come ad esempio la relazione tra: pieni e vuoti, tra le aperture, tra i segni caratterizzanti, etc.
Può essere intesa come condivisione tra i diversi elementi o come definizione distributiva di un alloggio
(relazione tra gli spazi), dove la relazione aiuta ad ottimizzare sia dal punto di vista funzionale che estetico, un
rapporto tra dimensione e forma. La relazione porta all’ottimizzazione funzionale ed estetica. Il volume
architettonico dovrebbe essere funzionale rispetto all’idea di partenza e deve contribuire alla risoluzione di
certe carenze.
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NB: l’architettura deve contribuire alla realizzazione e compensazione di carenze e criticità, mettendo in
relazione le diverse componenti di una costruzione. Lavoreremo per scale; definiremo il progetto
architettonico con un’ottimizzazione delle fasi per arrivare a dei volumi architettonici finali (dovrà essere
funzionale per lo scopo per cui è stato costruito).
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La casa non è un elemento autonomo è a sé
stante, ma si conforma nella logica della
relazione, come l’architettura sia un tutt’uno
con il paesaggio, attraverso gli elementi
orizzontali (contrasto con la verticalità dei
grattacieli dell’epoca), e anche attraverso
l’utilizzo di materiali del luogo. L’architettura è
imponente ma la sua imponenza si perde.
Aspetti comuni con “La Rotonda”: analogia
della pianta, con una stessa idea compositiva,
Rotonda come elemento centrale, ma la Casa
sulla Cascata parte da una derivazione della
residenza americana.
Dal Balloon frame si costruiva tutto con elementi lignei e parete di pietra, sulla quale si
appoggia il tetto, e un elemento centrale, il camino, da cui tutto parte, questo fa Wright nelle
sue case: idea di centralità e assenza di gerarchia, rappresentativo della tradizione americana.
La relazione presente
Villaggio Crespi d’Adda, (Lombardia, fine ‘800)
Agglomerato industriale che risponde ad un impianto urbano e mette in relazione le diverse
realtà (residenze più importanti, poste sulla parte alta, industrie...). Qui risulta importante il
tema dell’identità.
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Complesso Olivetti in via Jervis, (Ivrea, 1896), poi ampliamenti di Luigi Figini e Gino Pollini
“La via più bella del mondo”, Le Corbusier (anni ‘50)
- Strada caratterizzata dagli slarghi che diventano elementi fondamentali per
l’allargamento visivo e lo slancio prospettico;
- Vi è la sede Olivetti, è un’area industriale cresciuta nel tempo;
- Tutte le architetture presenti, seppur autonome, sono relazionate tra loro;
- Il progetto è partito in piccola scala per poi incrementarsi negli anni (con diversi
architetti), a seconda delle nuove esigenze, mantenendo però un’identità progettuale,
una visione d’insieme. Questo fa si che il progetto sembra essere stato realizzato tutto
nello stesso momento;
- Le architetture vengono posizionate per rispondere alle “necessità”, ovvero si
conformano secondo il disegno realizzato in base alle esigenze funzionali, di
definizione, specifiche della realtà ecc. autonomia della singola architettura, ma a
sostegno della relazione con le altre;
- Residenziale e direzionale: simili, identici dal punto di vista di partenza, cioè
l’organizzazione, pieni e vuoti, corrispondenza della regolarità (maglia reticolare
ortogonale);
- La relazione avviene attraverso elementi riportati; si crea un continuum del prospetto
(prima realizzato con pietra e mattoni, dopo con nuovi materiali), un’organizzazione
orizzontale e dei pieni e vuoti con corrispondenza assoluta della regolarità e continui
rimandi agli altri edifici con lievi variazioni. Gli elementi di relazione sono quelli che
hanno connotato le prime realizzazioni; la sintassi si modifica ma rimane
fondamentalmente la stessa anche se con una dilatazione temporale;
- Si voleva comunicare un senso di linearità e compostezza, con dei slarghi che
definiscono le varie zona di sosta, ma anche di connostazione e autonomia espressiva.
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Seagram Building, (New York, 1958), Mies van de Rohe
- Mies si interroga su come poter intervenire sulla definizione urbana spaziale,
attraverso un modulo compositivo e pone il suo interesse verso i materiali;
- Nella rigidità prospettica della via in cui si trova (vista costipata, chiusa), infatti, serve
uno spazio: per questo l’edificio è arretrato, questo comporta la creazione di uno
slargo fisico (bene comune) e una migliore visibilità (bene personale);
- L’edificio, infatti, rappresenta un’architettura autonoma a livello progettuale, con
un’ottimizzazione urbana spaziale;
- Connotato principalmente a livello materico dall’uso del vetro e di elementi verticali in
acciaio bronzato in facciata, mentre l’interno è in marmo e la pavimentazione esterna
è in granito rosa;
- L’edificio più costoso mai realizzato.
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Rinascimento come Rivoluzione, un manifesto per il futuro (Gianluca Peluffo).
- Iper protezionismo (elemento di non possibilità: è un limite ma giustificato anche da interventi nel
tempo. Una conseguenza potrebbero essere i vincoli imposti nel centro storico)
Questo introduce un problema attuale dell’architettura, ovvero la disconnessione dell’edificato dal luogo:
l’architettura non può essere autoreferenziale, ma deve condividere, vivere nell’espressione e nella
condivisione, deve mettere in connessione il sentire individuale e quello connettivo, l’uomo e il mondo,
l’autobiografia e la socialità, mettendo in forma la specificità dei luoghi e la loro connessione corporea (?).
Inoltre un’altra caratteristica dell’architettura è la non eternità: ovvero risulta non adeguata ai cambiamenti
di stili di vita e nel tempo risulta sempre meno sostenibile.
(forse) Cose positive da fare: salvaguardia del paesaggio, sperimentare evoluzione e man mano ci lavoriamo,
smantellare e ricostruire senza incremento di suolo occupato, mondo con stratificazioni storiche.
Esempi:
- Institut du monde Arabe, Jean Nouvel (in base all’illuminamento varia la facciata)
Parallelepipedo di vetro che presenta 3 lati curvi e un lato ispirato ai tappeti arabi, costituito da
oscuranti in alluminio.
“Non esiste, oggi, una rivoluzione tecnologica capace di determinare un linguaggio achitettonico. I non luoghi non
esistono, non sono mai esistiti. Esiste l’incapacità di vedere, di capire, di sentire”.
La Metamorfosi
Secondo Platone la città non è un contenitore geometrico, fisso di persone, ma vive e si sviluppa con i cittadini.
La città si esprime e modifica per addizione, invece che per dilatazione/espansione. Come la città, anche le
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architetture si evolvono nei secoli, attraverso un sistema di architettura parassita. Ad esempio Perugia, sotto
questo punto di vista, può essere vista come città ideale, poiché la Rocca Paolina è stata chiusa superiormente
ed è stata costruita una nuova città superiormente (logica contemporanea dell’evoluzione per
sovrapposizione di piani).
La Metamorfosi nella città contemporanea avviene attraverso: la differente relazione tra verde e costruito,
relazione tra costruito e costruito preesistente (stratificazione, come l’arco etrusco), cambiamento
contrapposto alla paura della modificazione ovvero città sempre attuali o città caratterizzate dalla
conservazione della storia.
Addizione/Aggiunta
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Espansione/Dilatazione
(es. Orvieto vs Orvieto scalo o Cortona vs Camucia)
È un concetto maggiormente diffuso, tutto ciò che sta oltre la cinta muraria, il fuori città diventa una realtà
da conoscere approssimativamente dall’800: in questi anni nasce un’idea di cercare un ampliamento con i
“viali alberati” (boulevard), che rappresentano una proiezione verso l’esterno della città, luoghi di incontro e
di socializzazione. Nella logica contemporanea quello che si trova fuori città rappresenta una realtà autonoma,
non relazionata alla città storica (dualismo). L’ampliamento visto come sviluppo e modificazione.
Un tipo di trasformazione della città è quella funzionale: vi è uno sviluppo residenziale e industriale al di fuori
della cinta muraria, con distinzione tra le diverse parti funzionali della città (industriale, residenziale, verde),
con la creazione di un sistema infrastrutturale a raggiera, che divide le diverse zone, ma determina un
aumento nella congestione del traffico. Questa organizzazione viene superata attraverso un sistema con
griglia ortogonale, che aumenta gli accessi alla città.
La svolta nel pensiero della città avviene durante la rivoluzione industriale: prima si parlava di città medievale
(con cinta muraria), poi di città rinascimentale (basata sul concetto di perfezione estetica e misura); una prima
svolta si ha con il Barocco: stravolge il pensiero dell’architettura e quindi anche dell’urbanistica. Cambia
l’immagine della città, non si considera più il singolo, ma la città secondo dei canoni. È stata una
sperimentazione importante; la città si esprime attraverso la grandiosità percettiva, è il prodotto di
un’immagine d’insieme, che deve suscitare un effetto di scenografia per essere attrattiva. Ideale legato al
tema dell’armonia (diversa dalla misura), dove tutti gli elementi sono giustapposti tra di loro.
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2. TIPOLOGIE ARCHITETTONICHE
Musei
Idea di museo nasce nel Rinascimento (che nasce a Firenze) con il collezionismo, dato dall’interesse per l’arte
e dai palazzi aperti al pubblico. Tre figure entrano nel museo: Progettista, Direttore del museo, Pubblico.
Excursus storico Nel Rinascimento i palazzi governativi e i palazzi signorili cambiano aspetto: pianta
rettangolare non regolare, aperture a trifore di travertino, con grande distanza tra queste dovuta alla grande
altezza dei locali, il prospetto si conclude con dei merli (si toglie la funzione difensiva, il palazzo diventa
pubblico con il cortile all’interno). Il Museo è luogo di formazione culturale, didattico. Anche il cortile assume
un ruolo importante: diventa il luogo dello svago e ristoro, assume un ruolo estetico e può avere anche una
funzione pratica. Nascono infatti gli orti botanici, spazi verdi in cui venivano coltivate essenze semplici con le
quali venivano prodotti i farmaci; questi orti venivano realizzati in prossimità degli ospedali o delle università,
dentro venivano posizionati animali impagliati e minerali o pietre (open air museum).
● Cortile dei monasteri: hortus conclusus (chiostro):
- Perimetrato da mura
- Fonte di luce
- 2 orti diversi (ora et labora): uno per mantenimento e lavoro, l’altro come simbolo di preghiera,
gerarchicamente veniva preferita la simbologia all’estetica
- Sistema quadripartito: 4 sentieri che rappresentano i fiumi, mentre le 4 parti corrispondono alle 4
parti dell’etere
- Al centro si trova il pozzo come fonte di vita o un albero che raffigura la croce, passione.
- Fiori = rose rosse (sangue, crocifissione), rose bianche (purezza della madonna), gigli bianchi (stirpe
di david)
● Metà 800, Jean Nicolas Louis Durand, teorico neoclassicista, progetta la connotazione museale, come
una tipologia riconoscibile con elementi caratteristici:
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A metà 800 avviene anche la Rivoluzione industriale:
- Nuovi materiali: vetro e acciaio, con la possibilità di avere nuove modalità di espressioni (Es: Crystal
Palace, edificio che si può montare e smontare),
- Provoca una destabilizzazione, la tecnologia si evolve e di conseguenza tutto l’intorno,
- Sconnessione tra le figure professionali di ingegnere ed architetto: il primo tratta le nuove
tecnologie e mezzi costruttivi, il secondo ha invece uno stile neoclassico che sfocia nell’eclettismo
fino alla nascita dell’Art Nouveau.
Le esperienze architettoniche museali moderne derivano da Durand e Crystal Palace (origine dell’architettura
minimal e hightech), anche se rivisitate e corrette. Nel modello di Durand il museo era posto su di un
basamento: questo è stato visto come un’idea di innalzamento, è una scelta gerarchica per attribuire all’arte
un’importanza rappresentativa e come luogo di conoscenza, non al livello del pubblico o della società. Nella
concezione contemporanea, l’idea del basamento e della scala è stata smantellata poiché rappresentavano
un elemento intimidatorio per i “comuni mortali” e non incentivavano la visita.
Frank Lloyd Wright frequenta per 3/4 anni lo studio di Sullivan della Scuola di Chicago (dopo l’incendio si ha
la necessità di costruzione in tempi brevi: nascono gli edifici pluriplano con ascensore di Sullivan, Richardson,
…). Wright aveva in mente un’immagine di museo che doveva essere significativa e rappresentativa, non
amava la verticalità dei grattacieli poiché prediligeva il contatto e l’integrazione tra edificio e paesaggio
attraverso l’orizzontalità.
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● Guggenheim a New York, Frank Lloyd Wright
● Farnsworth house
Stesso modello costruttivo di Mies. Dotato di pilastri arretrati (non sull’angolo) in modo che le 4 vetrate
diventano un tutt’uno.
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● Neue Staatsgalerie, James Stirling, Galleria d’arte moderna a Stoccarda
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● Il padiglione di Barcellona di Mies Van Der Rohe e Danza russa di Van Doesburg hanno in comune le
interconnessioni tra arte e architettura.
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● Clore Gallery, James Stirling:
Si tratta dell’ampliamento della Tate Gallery e contiene le opere di Turner. L’ingresso di luce orientata
dai lucernari su sistema a riflettori. La luce deriva dal taglio centrale. A livello architettonico vi sono dei
moduli quadrati che marcano la porta di accesso e la sala ha muri rossi, per avere una miglior resa
delle opere esposte.
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- Si raccorda con la Gallery attraverso un elemento circolare, una piccola rotonda con cupola
- Ha dato continuità lavorando con lo stesso materiale e la stessa presenza di elementi architettonici
dell’antichità classica (Tradizionalismo architettonico: scalinata, pronao, timpano, cupola,…)
- Le aperture si conformano secondo dei non-allineamenti, e vi sono delle finestre disegnate sulla
facciata
- Forma segmentata, movimentata, non risponde ad una geometria precisa. Estremamente
razionale, essenziale, volumi pieni (pareti murarie prevalentemente piene). Non ha una
conformazione specifica, poiché è condizionata dalla forma del lotto. Presenta un corpo a sviluppo
longitudinale irregolare, con un elemento circolare
- Copertura con passaggio sottostante
- Tra la parte più recente e quella meno recente c’è corridoio ipogeo. Le due strutture non sono
attaccate
- All’interno c’è una grandiosa scala che si appoggia su una grande vetrata (continuità con National
Gallery) a destra, mentre a sinistra su una parete in pietra in bugnato che si comporta come se
fosse un esterno, e sulla quale sono scolpiti i nomi di tutti gli artisti le cui opere sono all’interno
- Luce orientata dai lucernari: organizzato su 2 piani, sotto si ha un illuminamento laterale, mentre
un illuminamento di tipo zenitale al piano superiore
- Spigolo di marmo tagliente a circa 160 cm da terra. Kalder = progettista architetture sospese
Ha riempito un buco tra due edifici dell’Academy. Lavora sulla permanenza del vuoto in modo che
rimanga percepito visivamente: parete, pavimento e tetto in vetro. Non rompe la continuità del
prospetto, rappresenta uno snodo distributivo.
Sede di un’ex centrale elettrica: è stata rispettata la forma dell’edificio ed è stato solo sovrapposto un
elemento vetrato che ospita servizi di ristorazione. Opera di Norman Foster è il ponte che collega il
museo con la città. Andamento di linee spezzate (sennò troppo imponente).
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● Kulturen Museum Basilea, Herzog & DeMeuron
Altissimo livello strutturale ed organizzativo: colonne che “volano” realizzate con rete per conigli,
ancorate solo alla parete superiore del tetto, che terminano a un metro di distanza da terra su cilindri
di terra in cui sono piantate delle piante rampicanti. La copertura è realizzata in mattonelle, contenenti
fiori di cristallo, che con il sole danno lucentezza ed emanano dei bagliori (effetti di chiaroscuro).
● Aeroporto di Parigi Charles de Gaulle, Paul Andreu: Architettura come prolungamento del Presidente.
Mecenatismo
Il Museo si compone di sale per mostre temporanee e per quelle permanenti, con caratteristiche differenti:
per le prime non vi è una descrizione dettagliata, poiché cambiano in base alla mostra che ospitano, di solito
troviamo pareti di colore bianco; le seconde vengono progettate in modo da adeguare la sala per avere la
migliore restituzione dei colori dei dipinti che saranno posti all’interno.
Illuminazione nei Musei
Illuminazione nei musei al 90% artificiale a questo si somma la luce naturale (in alcuni musei non c’è).
L’obiettivo è garantire un illuminamento costante: il controllo avviene sempre sulla luce artificiale, poiché è
quella che può essere manipolata più facilmente.
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All’interno del museo la mente dispone di 40 minuti di memoria, dopo si dimentica cosa si è visto all’inizio:
differenziare con diverse sale o percorsi. Colorazioni sale d’esposizione, distinzione cromatica
(Gemäldegalerie). L’Arte è un bene da conservare, la luce elemento con cui progettare: per il mantenimento
delle opere si necessita di temperatura, umidità e luce costanti. È necessario fornire protezione delle opere
d’arte dai raggi UV (Pannelli oscuranti che si aprono e si chiudono a seconda dell’illuminazione naturale). Le
aperture vengono inserite in modo tale da non far variare le condizioni interne del museo.
C’è una stretta correlazione tra illuminazione naturale e quella artificiale:
- Luce totalmente artificiali: di solito ipogee
- Luce prevalentemente artificiale: per garantire l’illuminamento costante – controllo luce
- Luce prevalentemente naturale: sistema di filtraggio dell’illuminazione
Corpi illuminanti (aperture):
o Illuminamento zenitale (dall’alto):
Interessa le sale a piano unico o solo l’ultimo piano
- Completamente dall’alto: la copertura è quasi esclusivamente vetrata: necessita di un
sistema di schermature, attraverso pannelli oscuranti per creare il controllo della luce
- A sviluppo o Estese longitudinale (a nastro): lucernari
- Puntuali: forature piramidali o a cupola
o Illuminazione zenitale su sistema a riflettori:
Elementi che riflettono la luce con conformazioni diverse, possono essere
- Vetrata o lucernari (es. Fondazione Menil), no puntuali
- Riflettori: elemento di caratterizzazione della sala
La luce entra ed illumina il quadro.
o Ingresso di luce orientata:
Costituito da elementi che fuoriescono dalla copertura e quindi caratterizzano il prospetto
- Sistema a “sheds”: elementi che si sviluppano a nastro (es. Bauhaus Archive, Gropius)
- Lucernari: apertura longitudinale estesa, puntuale (es. ampliamento National Gallery,
Robert Venturi)
- A riflettori (es. Clore Gallery di James Stirling) con un elemento centrale che può
riflettere la luce e farla penetrare all’interno
o Illuminazione laterale: controllato in maniera artificiale
- Parziale: la luce entra da una parete, in maniera omogenea
- Totale: con ridistribuzione opere (dovuta alla luce dietro il quadro)
In entrambi i casi si creano situazioni di illuminamento differenziato e quindi delle criticità che devono
essere risolte con l’illuminazione artificiale e gli ombreggiamenti.
Importante è il contributo che il colore della parete può dare, la percezione cambia e si modifica a
seconda del diverso colore delle pareti, incide sulla luce e sull’effetto.
Esempi:
● Sainsbury Center, Norman Foster
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- Allineamento evidente con il Crystal Palace
- Open space a doppia altezza con uno spazio interno interamente libero
- Scala a chiocciola
- I 2 prospetti frontale e dietro sono vetrate, mentre i 2 prospetti laterali sono in acciaio
- La relazione tra interno ed esterno è assoluta: di giorno i vetri riescono a riflettere il paesaggio
proiettando l’edificio verso l’esterno, di notte da fuori si vede dentro
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● Kimbell Art Museum, Louis Kahn
- Rifiuto architettura museale (potrebbe anche essere un edificio industriale), poco rappresentativo
- Pavimentazione = parquet in legno
- Pareti = calcestruzzo armato a vista
- Illuminamento zenitale con lucernari: taglio e riflettore
- Corridoi
- Sviluppo longitudinale interrotto dalla vetrata
● National Gallery Sainsbury wing, Robert Venturi (post moderno, vs Razionalismo più tradizionale)
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- Riflessione di parte delle facciate della National Gallery (?)
- Incongruenze tra quest’opera e gli ideali del movimento post moderno
Soffitto in c.a. con nervature triangolari che permettono l’alloggiamento dei dispositivi di luce
artificiale. La vetrata è presente su una sola parete. Il soffitto presenta un disegno particolare per
permettere l’alloggiamento della luce artificiale.
Impattante per la sovradimensione e per il diverso materiale: bianco, alluminio verniciato e travertino.
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● Museo Paul Klee, Renzo Piano
Si presta a molteplici soluzioni distributive: per la mutevole natura degli spazi e i cavi sospesi. Non
possiede una vera e propria identità.
● Caixa Forum a Madrid, Herzog & de Meuron (stessi autori del Tate Modern)
Chiesa
313, editto di Costantino: viene progettata la prima pianta, poiché il Cristianesimo viene accettato
come culto, i credenti si riuniscono in luoghi per la collettività, dove svolgono funzioni rituali.
La realizzazione di San Pietro (dove sono custodite le spoglie del santo) è il primo esempio, l’evoluzione
della Chiesa parte da questi presupposti: nasce come impianto a sviluppo longitudinale, con
riferimento alla basilica imperiale (realizzazioni in epoca Romana) e la pianta centrale proviene dalla
definizione planimetrica dei mausolei (funzione funebre). Questi sono riconducibili al tempio (da cui
differiva per il basamento dimensionalmente importante e uno sviluppo ridotto e non longitudinale,
di solito quadrato) e alla tomba a “tholos”, quest’ultima completamente ipogea (a tumolo): un
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esempio è la tomba di Agamennone a Micene, con uno degli esempi rudimentali delle aperture con
organizzazione trilitica (architrave e due piedritti) che ricorda la porta di Micene (delle mura
ciclopiche). Inoltre è caratterizzata da una “falsa volta” a cuneo, creata da conci a cerchi concentrici e
elementi lapidei aggettanti tagliati a formare un triangolo vuoto, che creano un “finto vuoto”, in modo
da alleggerire l’architrave (come Porta dei Leoni). Il corridoio interno si incunea per far spazio alla
tomba: questa farà da input per le basiliche paleocristiane.
Il primo architetto fu Bramante che la modella con pianta centrale. Raffaello sviluppa il tema di
Brunelleschi (il primo ad aver realizzato chiese a pianta centrale), si può notare infatti la compresenza
di pianta centrale e sviluppo longitudinale, anche se risulta tozza. Michelangelo realizza un’architettura
più imponente modificando le dimensioni e semplificandola; risulta più lineare delle altre e tutto si
alleggerisce, verso un’accentuazione dell’ordine. La realizzazione finale sarà quella di Maderno.
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Mausoleo di santa Costanza, (Roma, 340-45)
330, periodo storico di enfatizzazione degli elementi fondamentali
dell’architettura. Vi è un rimando al tempio di Minerva Medica: non era
un luogo religioso, ma di svago. Il mausoleo ha pianta centrale circolare,
con una sorta di vestibolo all’ entrata, che dà un’idea di circolarità e
rappresenta un elemento di transizione. Come parte basamentale può
essere considerata la parte di cilindro con raggio maggiore, sormontata
da un cilindro con raggio minore, sormontato da un tamburo finestrato
con archi a tutto sesto. Il tamburo è sostenuto internamente da archi a
tutto sesto che si appoggiano su elementi di trabeazione, sorretta da
due colonne di ordine corinzio (influenza nelle decorazioni, con la
presenza dell’oro). L’altare centrale simboleggia un cambiamento del
rapporto tra uomo e Dio. Lungo il perimetro murario sono presenti
cappelle circolari con funzione di svuotamento della muratura:
alleggerimento (riferimento al Pantheon, ma qui sono esterne).
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donne o alla nobiltà, con archi a tutto sesto e da cui partono le nervature.
Duomo Santa Maria Assunta, (Orvieto, 1290-1591), Lorenzo Maitani e altri (architettura gotica)
Importante il ruolo della facciata che nasconde la volumetria retrostante ed è caratterizzata da una
forte ricerca stilistica architettonica, con un forte dettaglio architettonico. Anche i prospetti laterali
godono di un’autonomia estetica data dall’alternanza dei marmi policromi (derivazione toscana):
rigato bianco verde, ritmo chiaro-scuro (rimando al Duomo di Siena).
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Santo Spirito, (Firenze, 1444-87), Filippo Brunelleschi (più legato al tradizionalismo)
Caratteristiche:
- Orientamento est-ovest, con accesso ad est
- Presenza delle volute (che verranno riprese da Leon Battista Alberti per Santa Maria Novella)
- Il prospetto è espressione dell’equilibrio rinascimentale e dell’armonia, dettaglio estetico
assoluto conformato su linee semplici come sinonimo di purezza (Alberti, invece, pur
mantenendo le caratteristiche rinascimentali è più improntato verso una maggiore
decorazione)
Tentativo di ripartizione orizzontale dato dai tagli laterali che si perdono nel centro,
convogliando l’attenzione alla parte centrale;
Enfatizzazione della centralità e della simmetria;
Tagli orizzontali che non si concludono = strategia usata per convogliare lo sguardo.
Rosone di dimensione contenuta, strombato e simmetrico rispetto all’entrata (molto
lontano dallo stile gotico); anche il timpano è accentuato;
Volute non terminano nel timpano, ma in altre volute.
- Architettura che risente dell’essenzialità romanica (Alberti manterrà connotazioni gotiche)
- Il portone centrale non presenta imbotti, ma una lieve rientranza in pietra serena; l’unione di
questa pietra con l’intonaco bianco era un tratto tipico brunelleschiano.
- Interno: sviluppo longitudinale su 3 navate, ingresso est-ovest, coperture a falde, una
all’interno piena per la navata centrale e a voltata per quelle laterali.
- L’apparenza esterna differisce dalla reale composizione interna.
San Vitale, Ravenna e San Lorenzo, Milano. Architetture paleocristiane (IV secolo) a pianta centrale.
Caratteristiche:
- Coperture navate;
- Orientamento est – ovest;
- 3 o 5 navate;
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- Nartece o quadriportico;
Santa Sabina, (Roma, V-XX secolo), Francesco Borromini e altri (architettura Paleocristiana)
Caratteristiche:
- Apparato decorativo molto ricco, nonostante sia un edificio antico;
- Sviluppo longitudinale;
- Abside e absidiola laterale;
- Navata centrale più ampia del doppio delle laterali, con copertura piana a cassettoni;
- Utilizzo dell’arco a tutto sesto (derivazione etrusca) tra le navate per donare verticalità;
- Esaltazione della verticalità, con l’ausilio di una non decorazione al di sopra delle colonne
corinzie rigate (equilibrio architettonico: al di sopra delle colonne vi è una parte muraria);
- Colonne corinzie esili e distanti tra loro (intercolunni maggiori) per donare un effetto più
alleggerito e maggior trasparenza.
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Sant’Apollinare in Classe, (Ravenna, 532-49)
Caratteristiche:
- Esarcale;
- Allungamento dell’abside (interno circolare - esterno segmentato) a conclusione della navata
centrale;
- Absidi laterali protesi e diaconico (con differenziazione tra interno ed esterno);
- Non vi sono le cappelle laterali;
- Copertura lasciata al naturale, capriate lignee a vista;
- Si perde il senso della verticalità (rispetto a S. Spirito perché la navata centrale è molto ampia)
e si accentua l’orizzontalità;
- Introduzione del pulvino (tra capitello e piano d’imposta dell’arco) che anticipa il dado
brunelleschiano: internamente è visibile la cupola, esternamente il tetto;
- Il tiburio ingloba la cupola, chiusura segmentata con copertura a falda.
31
- L’elemento di conclusione non è una lanterna, ma un giglio (elemento pieno, che non permette
l’entrata della luce);
- Presenza del Tiburio, elemento poligonale che all’interno si presenta come una cupola (lo
ingloba).
33
San Carlo alle 4 Fontane, (Roma, 1634-35), Francesco Borromini (architettura barocca)
Caratteristiche:
- Pianta centrale inscritta in un’ellisse, con ingresso in asse con l’asse maggiore;
- È posizionata in un quadrivio, dove in un angolo ho la fontana;
- Spazio estremamente contenuto, percepito come architettura verticalizzata;
- Pareti concave e convesse delimitano lo spazio;
- Forme complesse uniformate dalla monocromia del materiale;
- Facciata complessa con enfatizzazione formale dovuta alla compresenza di elementi concavi e
convessi che definendo la facciata definiscono anche l’organizzazione interna;
- Il prospetto si chiude in maniera orizzontale, perché non c’è una divisione in navate, c’è un
discorso di perfetta ripartizione, non domina l’elemento di centralità (lo stemma della famiglia
Barberini, che l’aveva commissionata: d’ora in poi sarà sempre presente) è perfettamente
equilibrato;
- Le ridotte dimensioni del prospetto, dovute alla sua conformazione tra chiese ed edifici civili,
conferiscono verticalità;
- Viene nascosto/finto l’andamento delle navate;
- Uno dei tratti barocchi è l’edicola centrale (connotazione orientale) che permette l’uscita verso
il terrazzo;
- La copertura rimanda ad un tessuto, simile alle tende orientali, ed il cornicione è un finale
imponente (ricorda i cornicioni degli edifici a piazza S. Ignazio);
- Presenza all’interno di colonne corinzie che sostengono una trabeazione su cui si poggia la
cupola e la semicupola, a copertura delle nicchie laterali, tondi che collegano un arco e l’altro
con lacunari di forma particolare;
- Catini absidali con lacunari;
- Contrapposto alle forme complesse c’è la monocromia che uniforma il tutto.
34
- Colonne (o paraste) con capitelli corinzi delimitano porzioni di muro;
- L’interno presenta un’esuberanza assoluta del decoro, con l’oro come colore dominante. Vi
è un’enfatizzazione e un arricchimento del timpano curvilineo, una pavimentazione in
marmi policromi, come proiezione dei segni che definiscono la cupola;
- Qui Bernini cerca di equilibrare come aveva fatto Borromini con San Carlo, ma in maniera
inversa: mentre San Carlo è molto elaborata formalmente ma equilibrata dal colore bianco,
Bernini utilizza una decorazione “spinta”, molto esuberante, esaltando la decorazione
barocca;
- La cupola è divisa in setti di misure simili ma quella centrale è più larga, vi è gerarchia. Il
disegno della cupola è a lacunari (come in S. Carlo), simbolo di come la prospettiva riesce ad
enfatizzare l’architettura e l’oro la prospettiva. Angeli sono posizionati nell’imposta della
lanterna e in quella della cupola. Aperture sul tamburo contrastano con le decorazioni
dorate;
- Il pavimento è una sorta di proiezione dei segni che caratterizzano la cupola (costoloni,
ellisse centrale, ...);
- L’altare rappresenta il punto focale.
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- La chiesa si presenta estremamente “abbinata”, la luce che entra diventa tutt’uno con lo
spazio intorno. Viene sottolineata l’azione dell’andare;
- Altro elemento è la lanterna, che rappresenta un’architettura a tutti gli effetti: una
sublimazione di un concetto architettonico; in cui la cupola in parte risulta interna e in parte
fuoriesce; la luce penetra dalle 4 finestre disposte in asse; si conforma di un andamento a
ziggurat, significativo di un percorso per raggiungere Dio, nonostante le difficoltà (croce,
resurrezione).
Giovanni Michelucci: fa parte del Razionalismo italiano, in particolare a Firenze. È un architetto, progetta la
stazione di Santa Maria Novella. La contestualizzazione è il suo punto di forza della sua architettura; progetta
le sue opere in modo da farle relazionare con il luogo nel quale erano state pensate.
36
- Elemento verticale domina il prospetto assieme alla copertura;
- La copertura diventa elemento di protezione (rimando colonnato Bernini), è quasi oversize
(sovradimensionata) e volutamente più scura rispetto al resto;
- Lo studio della luce è un aspetto interessante: la copertura ha un taglio perimetrale, non
poggia sulle pareti è come sospesa; la massività muraria è contrapposta al telo interno
leggero;
- La pianta è come se fosse un’opera d’arte: è molto complessa e con una forma senza
contenuto
37
Chiesa San Paolo Apostolo, (Foligno, 2001-09), Massimiliano e Doriana Fuksas
- Pianta centrale che si conforma in due volumi uno dentro l’altro;
- Sospensione del parallelepipedo interno;
- Tagli di vetro trasparenti.
Santuario di San Pio da Pietralcina, (San Giovanni Rotondo, 1994-2004), Renzo Piano
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Casa Unifamiliare
Casa Baldi, Paolo Portoghesi
L’elemento strutturale è elemento di definizione estetica. Appartiene alla corrente architettonica Post-
moderna: risolvere la freddezza tra architettura e ordine, tra architetto e uomo, per ricreare la
relazione con gli individui fruitori. Utilizza un materiale del luogo, ovvero il tufo che è tipicamente
romano, parte da un riferimento all’organicismo (Wright).
39
Moller house, Adolf Loos, 1927
Particolare attenzione al prospetto: nonostante sia monocromatico, attraverso arretramenti e
sporgenze e l’inserimento di aperture, si dà una connotazione.
(cfr. progetti di Richard Meier: ringhiera, arretramento, volume, pannello).
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Casa Gilardi, Luis Barragan
Il tradizionalismo viene evidenziato in maniera lineare. Concetto semplice ma non scontato. Scala
come elemento di connotazione estetica. Colore come elemento di configurazione e percezione dello
spazio, diventa elemento di configurazione prospettica: gerarchia cromatica.
41
Robie House, Frank Lloyd Wright
Partiva da un presupposto di open space come concetto, ma in realtà il vero open space viene
introdotto da Le Corbusier come spazio unico che si modifica durante la giornata a seconda della
funzione da svolgere (machine habiter). Parte da criteri semplici ed essenziali: il camino (focolare
centrale) fa parte della tradizione americana del balloon frame, forte geometria data da figure rigide
nella pianta rigorosa, da uno slittamento delle piante rettangolari lungo assi ortogonali, e dai piani
sono posti su livelli sfalsati che creano movimento, tutto si conforma su assi ortogonali. C’è uno studio
delle aperture piccole ma frequenti (tradizionali per la decorazione delle cornici) con un duplice
significato: illuminamento ed estetica (diversa espressione architettonica). Il materiale utilizzato è il
laterizio poiché è autoctono. Il prospetto è caratterizzato da diverse altezze, finestrature, coperture
molto aggettanti rispetto al profilo (2 motivi: ombreggiamento e privacy, e per accentuare
l’orizzontalità), basamento (per collocare gli impianti e combattere le infiltrazioni dell’umidità). Wright
è il primo teorico dell’altezza dei locali (prima erano 3,5/4,5 metri): lavora sul contenimento di
quest’ultima per rafforzare la dimensione orizzontale e l’integrazione con il contesto. Le coperture
divengono un elemento aggettante per effetto chiaroscuro, per garantire soleggiamento diretto e
privacy e per accentuare l’orizzontalità. L’arredo è parte dell’architettura e non un’aggiunta (ex. ad un
tavolo viene applicato un taglio circolare per permettere l’apertura della finestra quadrettata a tutta
altezza).
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Courtyard house, FORM
Architettura essenziale e semplice, con il colore bianco che valorizza e dà un senso scultoreo. Non solo
estetica ma anche suggestione, luce calda che illumina il percorso. Il prospetto è semplice e presenta
un rivestimento metallico. Presenta uno spazio di filtro e viene concepita come un tempio. Gli arredi
rientrano nel progetto e le pareti si conformano ad essi. L’apertura in alto non è una finestra ma un
foro (sfondamento) attraverso cui è possibile vedere il cielo e il paesaggio dall’altra parte dell’edificio.
Si contrappongono prospetti pieni e pareti aperte.
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Jacobs house II, Frank Lloyd Wright
Il terreno inclinato chiude l’edificio nel prospetto retrostante che quindi risulta tutto contro terra,
mentre il prospetto opposto è quasi interamente vetrato. Presenta una pianta semplice. L’ingresso
principale è sopra e poi si scende, mentre l’ingresso a tunnel è rivolto verso la corte.
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3. STORIA DELL’ARCHITETTURA
Tutti i movimenti architettonici dipendono da alcuni fattori: desiderio di innovazione, superamento stilistico-
estetico, politica (motivo di alcune scelte progettuali).
Rinascimento: periodo di rinascita sociale e politica dopo il periodo buio del Medioevo; si cambia la visione
tra uomo e architettura, con una nuova vita intellettuale e un interesse per la cultura. Il presupposto più
importante è stato la riscoperta del Trattato di Vitruvio, che porta molti architetti a diventare dei trattatisti.
Nel primo Rinascimento troviamo un legame storico con l’architettura medioevale attraverso delle
contaminazioni, ma così come nell’ultimo Medioevo ad esempio in Giotto troviamo un esempio pittorico
che anticipa il Rinascimento (inserisce delle viste prospettiche).
Rinascimento (400 – 500) interessa 200 anni, e si divide in tre parti:
1. Primo Rinascimento: tutto il 400, maggiore sperimentazione ed intuizioni
2. Vero e proprio Rinascimento: prima metà del 500
3. Tardo Rinascimento: seconda metà del 500, si parla di Manierismo. Si ha un ritorno all’ordine.
Elemento fondamentale del Rinascimento è la “prospettiva”; input nella progettazione della città.
Concetti base del Rinascimento:
● Ritorno alla classicità in continuo con architettura romana: archi di trionfo, acquedotti
● Uomo come modulo della misura, dell’armonia
Filippo Brunelleschi
Non solo architetto ma anche scultore, il suo percorso nasce da un fatto interessante: sostiene che anche
l’architettura Medioevale fosse degna di nota e che portasse innovazione. Con lui si parla di “nucleo
mozionale”: l’architettura è un’esperienza assolutamente soggettiva, il modo di percepire deriva dalla
sensibilità (ad es. la Cupola di Santa Maria del Fiore è un elemento oggettivo, è il segno di riconoscimento di
una città). Brunelleschi si concentra su aspetti intellettuali e aspetti specifici tecnici, lavora sulle tavole
prospettiche e la prospettiva diventa un punto di partenza per la progettazione.
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- Figura del tondo (foratura circolare) fortemente usato nel Rinascimento. (es. Tomba di un fornaio
romano)
- Cupola a “doppia calotta” per alleggerire e creare un passaggio per andare alla lanterna
- Il progetto nasce dal “nucleo (e)mozionale”. Architettura estremamente soggettiva. L’architettura
può relazionarsi con la letteratura e ogni elemento acquista un grande significato.
(Gotico: porta alcune innovazioni, come lo svuotamento delle murature, che comporta una maggior altezza e
l’inserimento di finestrature. Questo accorgimento ha una valenza simbolica, verso Dio. Il ridimensionamento
è dovuto alla dominanza di un popolo, sia a livello culturale, sia sociale: nel Rinascimento si riduce poiché
hanno potere le famiglie. La città diventa qualcosa da progettare, prima era solo qualcosa da creare in base
alle esigenze).
- Prospetto con archi a tutto sesto uguali: il primo e l’ultimo partono da terra poiché la scala non
comprende tutti gli archi. Il primo e l’ultimo rappresentano un passaggio
- Luce, diametro, modulo, bracci fiorentini: 1 braccio=1 colonna e 10 braccia = 1 arco
- Binomio tra misura e ragione: importanza della proporzione, dell’equilibrio dimensionale
- È diverso dalla Loggia dei Lanzi che è formata da colonne polistilo che culminano in archi a tutto
sesto sormontati da un architrave che termina con degli “archetti pensili” (favoriscono la
dilatazione di Palazzo Vecchio)
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- Contrasto tra pietra serena e intonaco bianco
- Ordine architettonico classico
- Capitelli pensili in prossimità della parete
- Museo di arte contemporanea
- La trabeazione, che gira tutta intorno, è stata inserita successivamente
- Lo ‘Spedale, ora, ospita un museo contemporaneo
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● Rotonda Brunelleschiana
- Chiesa sconsacrata, posta tra Santa Maria del fiore e la Santissima Annunziata
- A pianta centrale (unico esempio del Brunelleschi), costituito da due volumi coassiali, con
elemento centrale a pianta ottagonale mentre esternamente dodecagonale
- Citazione della conformazione del Pantheon: cappelle (si creano tra i due volumi), lesene angolari,
nicchie alleggeriscono la struttura.
- Alternanza di pieno e vuoto tra pietra e nicchie absidate, che permettono svuotamenti
- Ricorda il Tempio della Minerva Medica: non è un tempio, ma un ninfeo (terme romane) nella villa
dei Licini, 9 absidi (4 forate, aperte sul passaggio), presenta vuoti semicircolari che modellano lo
spazio per far apparire l’architettura come non è (artificio).
- Perfetta armonia tra i diversi elementi
Excursus: La chiesa a pianta longitudinale vuole simboleggiare il percorso del fedele di avvicinamento a Dio,
con le colonne che scandiscono il cammino. La chiesa a pianta centrale è, invece, protesa verso l’alto e tutto
converge in un punto in cui converge anche la conformazione planimetrica; le colonne scandiscono il ritmo
per raggiungere l’altare. Deriva dall’arte classica greca e romana dei Mausolei, che erano architetture
funerarie. Alcuni esempi:
- Mausoleo di Santa Costanza: ha un deambulatorio, converge in un punto, colonne binate in senso
radiale
- Mausoleo di Alicarnasso
- Mausoleo di Teodorico: perde la sua plasticità, volume modellato su 2 elementi di cui quello
superiore è arretrato, il basamento è segmentato mentre quello superiore è circolare, la cupola
ribassata con elementi funzionali che appaiono decorativi; cupola = monolite.
Leon Battista Alberti: Mentre Brunelleschi rappresenta una cerniera tra Medioevo e Rinascimento, Alberti è
un umanista, letterato, scrittore. Si può considerare il primo trattatista rinascimentale, grazie a lui verrà
divulgato il De Architectura di Vitruvio. Fu un grande estimatore di Brunelleschi, sul quale scriverà un trattato,
soprattutto per l’utilizzo della prospettiva, ma non nello studio o progettazione della città (anche se il suo
allievo diretto fu Bernardo Rossellino che progetterà Pienza). Leon Battista Alberti desume i rapporti
dimensionali del progetto architettonico dalle ottave musicali: con lui il riferimento al classicismo è più
accentuato e rimanda molto all’architettura romana (acquedotti, archi di trionfo, …)
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● Tempio Malatestiano a Rimini
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● Santa Maria Novella
- Riconferma gli elementi di derivazione gotica con rispetto per la preesistenza medievale (frontale
e laterale), con una riorganizzazione del prospetto laterale
- La facciata occulta l’organizzazione spazio interno (navate) spesso
- Novità: ripartizioni orizzontali della facciata: timpano, quadrato con rosone, architrave (pieno con
mattonelle che scandiscono la facciata in orizzontale), parte sotto con archi (nel Duomo di Orvieto
c’è ripartizione sia orizzontale che verticale)
- Conferma dei marmi policromi (bianco e verde) usati nell’architettura romanica fiorentina
(l’architettura pisana invece è bianca a righe grigie orizzontali)
- Nell’organizzazione della facciata il tondo diventa una forma architettonica fortemente usata nel
Rinascimento. In questo caso è presente nel rosone (medievale, gotico), nella riproposizione del
sol levante e nelle volute (sono un’innovazione)
- Perfetto equilibrio tra ripartizione orizzontale e verticale: ripropone gli archi a tutto sesto disegnati
sopra a nicchie con arco ogivale, rimando al gotico
- Il verticalismo è evidenziato da: paraste laterali con alternanza tra marmo bianco e verde,
semicolonne con capitelli corinzi che contornano la porta centrale slanciando verso l’alto, e nella
parte sovrastante vengono riprese quattro colonne (paraste) che sorreggono il timpano
- Centralità data da: timpano ristretto, porta centrale, rosone, …
● Palazzo Rucellai
- Non un palazzo progettato: ha acquisito delle proprietà costruite, composto da edifici presi e
rimessi in funzione. Il prospetto non ha una “fine”, è come se dovesse continuare (finisce in modo
brusco, doveva essere completato); è completato dalla presenza della Reggia nella parte opposta
- Uno dei primi esempi di Palazzo rinascimentale: caratterizzato dalle aperture, tipo logge, porticati,
cortili, …
- Presenta un vuoto centrale (cortile) e doveva rappresentare un palazzo medievale, ma con
rifacitura rinascimentale
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- Il prospetto è molto importante perché si organizza su tre ordini sovrapposti
- È organizzato sulla ripetizione di un modulo, presenta bifore (gotiche) ma con arco a tutto sesto
sovrastate da un tondo (tipico rinascimentale), la ripartizione orizzontale è segnata dalla cornice
marcapiano, mentre le paraste con cadenza ritmata segnano la scansione verticale del prospetto
e tutto si gioca sulla prospettiva: per gerarchia i piani hanno altezze diverse, il piano terra è più alto
rispetto agli altri e posto su di un basamento così che la differenza di altezza delle colonne sia più
graduale.
- I materiali lapidei sono diversificati: nel basamento troviamo un semi-bugnato in pietra che ha
dimensioni maggiori rispetto alla parte sovrastante
- In sommità c’è una parte rientrata rispetto al profilo del palazzo, che viene chiamata “attico”
- Troviamo una simmetria di aggetti: superiormente la cornice/linea di gronda, mentre
inferiormente il basamento, il quale veniva spesso utilizzato come seduta
- Non è perfettamente simmetrico
- Si parla di “gerarchia prospettica”: c’era una tendenza a dare più importanza ad un prospetto che
diventava perciò quello principale, poiché affacciava sulla strada principale
Il Rinascimento mostra interesse per il sapere, la conoscenza e la cultura; al contrario del Barocco che favorisce
l’abbassamento culturale e promuove l’apparire rispetto all’essere, enfatizzando il ruolo dell’immagine.
Donato Bramante: nato ad Urbino. Ultimo figlio di 7, l’unico maschio. Si stacca dalla famiglia perché non erano
contenti della sua passione per l’arte e l’architettura. Inizia un’esperienza nella corte dei Montefeltro (Urbino),
che saranno dei Mecenati importanti nel Rinascimento. Nella corte viene a contatto con Piero della Francesca:
si forma ad Urbino e lavorerà con quello che ha imparato dall’arte pittorica. Ad Urbino viene istituita la “Scuola
degli architetti prospettici”: Piero della Francesca fu riconosciuto come autore della “città ideale” contenente
simmetria che diventa asimmetria, particolare attenzione alle viste prospettiche, ricorda l’acropoli di Atene
(propilei) favorendo l’irregolarità della disposizione. In questo momento storico arte ed architettura si
influenzavano a vicenda, erano strettamente connesse. Dopo Urbino, Bramante va a Milano e lavora su
interventi pittorici che partivano dalla relazione tra architettura e arte e la sua percezione, e l’architettura e
l’esterno. Viene anche denominato “mastro ruinante”, poiché non si faceva scrupoli per il mantenimento delle
opere. Inoltre dipinge le nicchie che sono sfondamenti visivi su di un paesaggio (artificio).
51
poiché c’erano solo 80 cm di spazio libero, e quindi lavora con un’illusione prospettica ed esprime
in modo evidente il lavoro sull’architettura in modo che si potesse avere una percezione ottimale
dal punto di vista formale (ricorda lacunari di Sant’Andrea, Alberti)
- Giustapposizione di elementi in modo che lo spazio si manifesti per quello che è, percezione
diversificata
Santa Maria della Pace, (Roma, 1482-XVII secolo), Pietro da Cortona (cortile)
Caratteristiche:
- Organizzazione dello spazio attraverso due elementi: parte basamentale vuota e parte superiore
vuota
- Doppio ordine, parte sottostante con porticato caratterizzato dall’ordine di archi a tutto sesto,
parte imponente con aletta, con paraste che arrivano al fregio (capitelli ionici); parte sopra
architravata con pilastri a dimensioni ridotte con capitelli corinzi. Si nota un alleggerimento
estetico realizzato con colonne circolari tra i pilastri: esse sono più esili ed hanno passo ridotto
- Realizzazione di una cornice su cui appoggia la gronda a creare un effetto di chiaro scuro
- Differenziazione cromatica dei materiali
- Pianta a due campate con parte antistante lineare e parte retrostante longitudinale con pianta
centrale
- Intervento viene effettuato su qualcosa di già esistente (all’interno ci sono interventi di Raffaello e
Michelangelo)
- In facciata si ritrovano tutti gli elementi del barocco
- Denominata la chiesa dei nobili, i quali non riuscivano a passare con i carri e per questo parte del
convento viene demolito
- Presenza di elementi concavi e convessi inclinati e curvi
- A sinistra è posta una casa con salotto trasparente.
- L’elemento all’ingresso fa da nartece, anche se non lo è fisicamente.
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Cortile Bramantesco, (Palazzi Vaticani, prima metà XVI secolo), Donato Bramante
Opera urbanistica. È un vuoto architettonico, in
parte costruito e modificato nel tempo (vengono
inseriti degli edifici), si sviluppa su tre livelli.
Rappresenta un’architettura che riordina e
riqualifica una zona urbana. È un progetto non del
tutto realizzato. Connotato da elementi stretti e
larghi e dalla presenza di una scala elicoidale
interna e una non realizzata.
Progetto urbanistico di Pienza, metà ‘500, Bernardo Rossellino
- Centro abitato che prende il nome dal pontefice Pio II;
- Importante per il progetto della piazza di Bernardo Rossellino, allievo di Leon Battista
Alberti, si vede dalla riproposizione degli stilemi di palazzo Rucellai;
- C’è l’interesse per l’enfatizzazione prospettica e a questo concorre l’ubicazione e la
sistemazione degli edifici che perimetrano la piazza;
- Sulla piazza affacciano:
1. Il palazzo Pubblico: di dimensioni contenute rispetto a quelle dell’epoca e dove la
parte sottostante rimanda alla loggia dei Lanzi a Firenze. La facciata ripartita
orizzontalmente, presenta 3 archi a sesto acuto. Si nota l’asimmetria della facciata
data dalla presenza di una sola torre a destra (torri di avvistamento).
2. Il palazzo Vescovile (pontificio): non simmetrico dove le finestre sono più distanti
tra loro verso destra. In questo caso l’asimmetria è data dalla porta decentrata.
Mentre le finestrature ricordano quelle del broletto di Aldo Rossi.
3. Il palazzo Piccolomini (nobiliare): dove vengono ripresi gli stilemi di palazzo Rucellai
(facciata tripartita, cornici, bifora a tutto sesto, pavimento in bugnato) e ha come
punto focale,
53
4. La Chiesa: ultimo dei 4 edifici realizzati. Gli edifici sono disposti tra loro
irregolarmente ma vanno ad aprire lo sguardo sulla piazza, interesse per
l’enfatizzazione prospettica (a differenza del Campidoglio dove sono “chiusi” e
disposti regolarmente in maniera simmetrica rispetto alla piazza, mentre a San
Pietro lo sguardo deve tendere verso la basilica);
- La piazza presenta una fontana.
Campidoglio
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Primi anni 50 del ‘500 = Manierismo
55
enfatizzare la prospettiva. Nel prospetto sono presenti anche: una loggia in cui vi affacciano vetrate
con archi a tutto sesto e bugnato in corrispondenza degli elementi angolari, una caratterizzazione
costante delle parti laterali. Il cortile interno è coperto ma non chiuso, perimetrato da pareti murarie
(non pilastri) ovvero setti murari che vanno riducendosi sul piano superiore, caratterizzati da archi a
tutto sesto che ricordano la travata ritmica. All’interno vi è una scala circolare (cfr. scala Bramantesca
ai Palazzi Vaticani), con vuoti balaustrati, con colonne binate e alternanza pieni vuoti.
Villa Lante della Rovere (Viterbo, 1511-66), Jacopo Barozzi “il Vignola”
Due ville identiche e simmetriche, con parterre antistante e parco autonomo (tendenza ad
orizzontalità con terrazzamenti e pareti verticali). Il verde deve essere parte integrante
dell’architettura (ha scelto nel dettaglio le essenze: tasso e bosso). L’inizio della visita del giardino
avviene dall’alto con la fontana del diluvio.
Palazzo Pitti, Filippo Brunelleschi, primo esempio di villa ( prima costruzioe solo 7 facciate)
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sottostante presenta archi a tutto sesto, al primo piano c’è un loggiato che si relaziona con l’esterno,
e serve per alleggerire la muratura ed eliminare il senso di pesantezza. Il prospetto delle due parti è
allineato ma di materiale diverso.
Michelangelo: personaggio dominante nella cultura Rinascimentale del ‘500, artista, scultore, pittore,
architetto e scienziato (interesse per l’anatomia umana, al fine di declinarlo dal punto di vista compositivo
sperimentale). Anche dal punto di vista psicologico è complesso, poiché aveva una grande sensibilità con la
quale diede frutto ad altri prodotti artistici. Lo si conosce attraverso tutte le sue forme d’arte non autonome
le une rispetto alle altre. È interessato al classicismo, all’arte e cultura classica, ed è un precursore del Barocco.
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Facciata San Lorenzo (Firenze, non realizzata), Michelangelo
Era stata progettata da Brunelleschi ma non fu mai completata. L’innovazione di Michelangelo
concerne la struttura architettonica: riprende gli elementi fondamentali del tempio classico
(basamento, colonne, timpano) e l’elemento compositivo del Trilite. La facciata è progettata con l’idea
di purezza, ordine, di architettura perfettamente misurata; è modellata su forme geometriche lineari,
legate alla purezza classica. L’elemento centrale è gerarchicamente distinto: si dilata, contiene
l’apertura ed è dominato dal timpano soprastante. Viene data importanza all’arretramento e
avanzamento (un piano è arretrato e dotato di aperture, mentre l’altro sporge ed è caratterizzato da
elementi di decorazione), ai corpi architettonici come componenti scultorei, che creano chiaroscuri
(dati anche dalle colonne), e alle cornici e agli aggetti.
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Biblioteca Laurenziana (Firenze, 1519-34), Michelangelo
Si vede un’evoluzione, una prosecuzione del concetto di inizio Rinascimento con Brunelleschi in
contrasto con l’ordine classico. Cambia la connotazione degli elementi estetici, pensati con un maggior
dettaglio, ma permane l’uso del bianco e grigio brunelleschiano. Michelangelo gioca molto su
un’architettura che si manifesta doppiamente, come uno spazio interno ma anche esterno.
Scala: c’è un avvicinamento al concetto del Barocco del creare sorpresa, grandiosità, apparenza. È
come una sorta di spazio esterno simile alla definizione urbana di una piazza, infatti i 4 prospetti
perimetrali che vi si affacciano sono dotati di finestre chiuse. Tutto è realizzato in pietra serena ed
intonaco bianco e viene riempito da tutta la scala che dà dinamicità. La salita è tripartita e
gerarchizzata: le scale laterali sono lineari e senza balaustra, mentre la scala centrale si presenta con i
primi 3 gradini con pianerottolo ellittico marcato, gli altri sono curvi e finiscono con una voluta, che
riprende la rotondità. Il raccordo con le scale laterali avviene attraverso un pianerottolo ellittico, poi
la scala prosegue ma si restringe.
L’architettura passa attraverso una componente scultorea.
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Chiesa del Gesù (Roma, 1568-80), Jacopo Barozzi “il Vignola”
Rappresenta una sorta di prototipo per le chiese del primo Barocco. Le colonne vengono avanzate per
realizzare effetti chiaroscurali tipici di Michelangelo. Riprende le volute da Santa Maria Novella. C’è
una progressione della centralità: il portale centrale è connotato da due colonne a sezione circolare,
la porta è più alta e larga e sormontata da un timpano curvo (cfr. Palladio, Chiesa del Redentore San
Giorgio Maggiore). Vi è un riferimento al classicismo attraverso l’utilizzo del marmo bianco.
La facciata sarà poi terminata da Giacomo della Porta (cortile di Sant’Ivo alla Sapienza).
Musei Capitolini
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Palazzo della Ragione o Basilica Palladiana (Vicenza, 1549-1614), Andrea Palladio
Prima dell’intervento di Palladio erano state fatte delle ristrutturazioni. Il suo intervento ha una
connotazione gotica, con riferimento alla basilica imperiale romana. Troviamo l’unitarietà dei prospetti
(come nella Rotonda), con accentuazione della serliana (elemento architettonico composto da un arco
a tutto sesto affiancato simmetricamente da due aperture sormontate da un architrave) che crea un
effetto chiaroscuro che dà dinamicità, un’alternanza di pieni e vuoti, l’utilizzo del tondo e della cornice
tra i due piani (rimando al fregio classico). Il tondo è essenziale, ripulito rispetto ai tondi polilobati del
Palazzo Ducale. Palladio era un trattatista, si atteneva ai dettami di Vitruvio: lo vediamo nell’utilizzo
del doppio ordine, sotto dorico e sopra ionico. Presenta gli stessi elementi architettonici della Basilica
Marciana.
61
Barocco
Deriva da “barroque”, letteralmente perla irregolare, significava un modo particolare di esprimersi
dell’architettura. Interessa duecento anni, 1600 e 1700 (Dal 1730 si parla di Rococò, che termina con la
scoperta degli scavi di Pompei ed Ercolano e l’avvento della prima Rivoluzione industriale). Il Barocco parte
come un movimento che deriva da un “abbassamento culturale”, il Rinascimento infatti era stato un binomio
tra misura e ragione, dove tutto si configurava secondo una conoscenza profonda, dove tutto si fondava
sull’essere, piuttosto che sull’apparire. Questa concezione si ribalta nel barocco, dove c’è molto dinamismo e
gioco di forme. Il barocco nasce dall’espressione sfarzosa, da un’accentuazione estetica: voleva destare
sorpresa, importanza del movimento attraverso l’accentuazione di elementi curvilinei; nasce anche un’idea di
planimetria urbana, la fontana non è più solo per l’approvigionamento, ma è un simbolo, un elemento urbano,
accessorio della magnificenza della città. Tutto nasce dalla condivisione di un progetto. Due figure di spicco:
Bernini e Borromini con configurazioni diversificate e autonome, sempre contrastanti. Bernini fu architetto
molto famoso nel mondo, gode di molta popolarità; al contrario di Borromini che infine morì suicida.
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ingressi. Si modella con elementi curvilinei, che uniscono la parte centrale a quelle laterali. Viene
enfatizzata la cornice e la balaustra superiore, la centralità e l’assialità attraverso la cupola, alla quale
vengono affiancati due campanili laterali, che definiscono una gerarchia. Vi è una connessione e
sconnessione delle figure, legato ad un’idea di movimento: ad esempio i campanili presentano una
base quadrata che, salendo, diventa circolare. La cupola è sferica e poggia su un tamburo poligonale
(più tradizionale); sugli spigoli vengono fuori semi pilastri binati, che si staccano e definiscono le
costolonature (nervature). Si può fare un confronto con Sant’Ivo alla Sapienza, poiché in entrambe le
cupole vi è una cornice che chiude il tamburo e le paraste definiscono le costolonature estradossali,
ma in Sant’Ivo queste sono delle volute e inoltre il tamburo è più evidente poiché polilobato e più
dettagliato, la cupola parte dall’interno e fuoriesce solo nell’ultima parte (solido più massiccio).
Il prospetto è tripartito orizzontalmente: la parte basamentale ospita i 3 accessi tradizionali ma a cui
non corrispondono navate interne (pianta centrale) e aperture murate (?) in linea con i campaniletti
cambiando così l’assetto del prospetto (San Carlo alle quattro fontane ha invece un aspetto più
tradizionale); il secondo livello ospita la balaustra come elemento di chiusura e originalità, un elemento
curvilineo contenuto ma anche di giunzione con le preesistenze.
In Bernini vediamo affrontato il tema di spazialità e grandiosità, che culmina nell’esempio del colonnato di San
Pietro: quattro file di colonne che creano tre corridoi con copertura esterna a capanna, mentre internamente
il corridoio centrale ha una copertura a padiglione, mentre i due laterali presentano una copertura con
lacunari (per differenziare lo spazio). Inoltre come strumento per rafforzare l’assialità, è stato inserito un
obelisco centrale, con ai lati due fontane poste simmetricamente.
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Cupola S. Ivo alla Sapienza: volume della cupola più pieno rispetto a S. Agnese, corniche che chiude il
tamburo.
Baldacchino di San Pietro (Roma, 1633), Francesco Borromini e Gian Lorenzo Bernini
È un dettaglio che si adatta alla chiesa, ripropone l’altare da un livello più alto (ricchezza estetica), con
enfatizzazione dell’elemento centrale. Viene utilizzata la colonna torchon o colonna tortile, che
ripropone un elemento architettonico già utilizzato nell’Abbazia di Sassovivo, ma dando un nuovo
impatto. Bernini esprime in maniera molto aperta il concetto del Barocco.
Nel Barocco l’acqua acquisisce una valenza importante (come in epoca romana gli acquedotti e le terme). Si
parte da una questione di necessità, ma poi questo si trasforma in grandi architetture (Bernini considera
l’acqua un materiale da costruzione). Inizia la progettazione di grandi fontane, che prima avevano un ruolo
funzionale di approvvigionamento; ora diventano parte dell’architettura e sono un mezzo per esternare lusso
e creare senso di meraviglia.
Fontana dei quattro fiumi (Piazza Navona, Roma, 1648-51), Gian Lorenzo Bernini
La piazza ha uno sviluppo longitudinale (ellisse lineare) con la fontana al centro; la collocazione di
questi elementi ci dà una distribuzione gerarchica, indicandoci a quali parti si vuole dare importanza:
infatti, la fontana dei quattro fiumi si trova di fronte alla chiesa di Sant’Agnese. Il committente della
fontana è Innocenzo III.
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Fontana di Trevi (Roma, 1732-62), Gian Lorenzo Bernini e Nicola Salvi
Interessante poiché costituisce il prospetto di un palazzo. Sono presenti dei corpi scultorei, poggiati
sulla riproposizione di un materiale roccioso; da questi esce l’acqua che finisce in una vasca di raccolta.
I due progetti di Bernini, in cui si prevedeva una ripartizione in 5 fasce, vengono leggermente
modificati.
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Oratorio San Filippo Neri (Roma, 1637-67), Francesco Borromini
Palazzo Carignano (Torino, 1679-85), Guarino Guarini
Hanno prospetti molto simili, troviamo infatti: facciata concava e convessa, cornici di separazione tra
i piani, paraste con capitello corinzio, timpano superiore, decorazioni delle finestre simili, anche se
appartenenti a due realtà geografiche diverse (sviluppi diversi, uno verticale e uno orizzontale). Guarini
si rifà a Borromini nella differenziazione dell’ingresso centrale, il palazzo presenta però una maggiore
decorazione; si può iniziare a parlare di Rococò, poiché vi è un’ulteriore estremizzazione del decoro,
partendo comunque dai presupposti del Barocco.
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Reggia di Caserta (Caserta, 1752-1845), Luigi e Carlo Vanvitelli
Pianta quadrangolare con quattro prospetti che chiudono il quadrato; all’interno vi sono quattro cortili
(riferimento all’impianto museale di Durant), che danno un’idea di simmetria e regolarità
(all’intersezione dei bracci inizialmente doveva sorgere una cupola e ai lati due torrini, ma non vennero
mai realizzati). La copertura presenta abbaini (costruzione sporgente dalla copertura del tetto), indice
della presenza di spazi funzionali e termina esternamente con una balaustra che definisce il confine
(simile a quella della basilica di Superga). L’organizzazione interna ha una logica semplificata. Il
prospetto è estremamente orizzontale, con un doppio ordine con archi a tutto sesto. Importante è la
bicromia del prospetto: parte sotto con bugnato e parte sopra con intonaco; anche questa
caratteristica, insieme alle cornici, dà un senso di orizzontalità. La facciata è movimentata e vi è un
riferimento al Barocco borrominiano: non c’è più la linea spezzata, ma sono presenti timpani
triangolari e curvilinei. Gli archi a tutto sesto creano dei vuoti che movimentano la facciata. Si ha
un’accentuazione dell’elemento centrale, che risulta più decorato e definisce un doppio asse di
simmetria. C’è una corrispondenza assoluta delle aperture nella parte sottostante e un’evidenziazione
delle parti angolari del prospetto per creare un alleggerimento. La scala interna è “a tenaglia”, ovvero
parte con una rampa centrale unica e salendo si divide in due rampe laterali, costituendo un doppio
asse di simmetria.
Neoclassicismo
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Total Theatre, 1929, Gropius
Progetto mai realizzato. Teatro basato su una conformazione ellittica centrale, dove il palco può essere
spostato a seconda delle necessità, variando così anche la relazione tra spettatori e attori.
1) Prima Rivoluzione Industriale: si ha un cambiamento radicale del sistema del vivere e dell’abitare, si
una trasformazione della città dal punto di vista dell’impatto architettonico con capannoni industriali
e l’arrivo di masse di popolazione dalla campagna; questo crea un problema dal punto di vista di
gestione della città, che non aveva la possibilità di garantire un alloggio a questi migranti, i quali si
trovavano a vivere in spazi inadeguati dal punto di vista igienico (abbassamento degli standard
abitativi, insalubrità).
Nascono gli utopisti, teorici dei cambiamenti da apportare alla città, per problemi di sviluppo. Riguardo le
proposte di realizzazione degli edifici ci furono 2 modi diversi di affrontare il tema:
- Robert Owen: teorizza “New Lanark”, un agglomerato urbano in cui l’insieme si conformava in maniera
unitaria, ma costituito da singole piccole unità abitative autonome tra loro, a cui corrispondeva una
piccola porzione di terreno (per dare continuità alla campagna e mitigarne il distacco).
- Charles Fourier: teorizza il “Falansterio”, agglomerato urbano unico e autonomo (dotato di servizi
condivisi: scuole, luoghi di lavoro, ecc..); alla base vi era il sistema viario e al di sopra tutti gli alloggi,
svincolati dal verde (parco pubblico). Non si ha una dimensione privata, ma è autonomo in quanto
dotato di servizi comuni, scuole, lavanderie, … (unité d’habitation).
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Inoltre si ha un cambiamento tecnologico-costruttivo, che comporta una separazione dei ruoli di ingegnere
(coloro che applicano le nuove tecnologie) e architetto (legato all’esperienze del passato, tradizione).
Evoluzione tecnologica: treno, ponti con elementi contenuti di metallo in strutture reticolari. L’architettura si
esprime in un modo diverso, attraverso l’essenzialità basata sulla tecnologia, portando così alle prime
sperimentazioni.
2) Scoperta scavi di Pompei ed Ercolano: dopo queste scoperte, gli architetti tornano ad interessarsi
all’architettura classica (accaduto già prima del Rinascimento con la scoperta del trattato di Vitruvio).
Inizia così un nuovo movimento, detto Neoclassicismo, nel quale vi è una riproposizione del
Classicismo, ma in maniera non interpretata, non innovativa, poiché si parla di evoluzione quando
avviene un superamento degli stili.
Neogotico (capitolo del Neoclassicismo, in cui vi è una compresenza di diversi stili storici)
L’esponente principale è Eugène Viollet le Duc, strutturista che interviene sul recupero della novità strutturale
che costituiva le chiese gotiche. In Italia, un esponente fu Luigi Piranesi, che riproponeva in arte le rovine
classiche.
Neoclassicismo francese
Esponenti principali del movimento sono: Claude Nicolas Ledoux e Etienne Louis Boullée, che hanno
focalizzato l’attenzione sul concetto architettonico del dettaglio.
Cenotafio di Newton (1784), Etienne Louis Boullée, progetto non realizzato
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Cenotafio egiziano, Etienne Louis Boullée, progetto non realizzato
Edificio per le guardie forestali (1790), Claude Nicolas Ledoux, progetto non realizzato
In quel periodo, a Parigi, c’era la scuola di Belle Arti e il futuro presidente americano Jefferson la frequentava,
importando così in America la tradizione neoclassica e neo palladiana.
La critica architettonica di fine ‘800 inizia a tirare le fila di questo movimento, mettendogli fine. Intorno al
1890 si affaccia un nuovo movimento chiamato Art Nouveau. Movimento innovativo, in cui la decorazione
doveva essere ridotta o comunque doveva essere tutto pensato nel progetto architettonico, con niente di
superfluo. Art Nouveau è un nome che nasce in Inghilterra o in Francia, ma la definizione deriva da un negozio
di Londra chiamato “Liberty”, che vendeva oggetti di derivazione orientale. È un movimento che interessa
tutta l’Europa, ma con declinazioni autonome e connotazioni diverse rispetto alle realtà geografiche, anche
se con delle linee guida di base.
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Belgio: esperienza più inerente ai presupposti; in arte troviamo Toorop e Munch (pre raffaeliti), in architettura
Victor Horta e Henrique Van De Velde.
Casa del popolo (Bruxelles, 1896-98), Victor Horta, demolita nel 1965
La forma desume il suo andamento dalla linea sinuosa di derivazione orientale. La percentuale di pareti
trasparenti è preponderante rispetto ai pieni (la parte piena è tutta strutturale), la struttura è in ghisa
e vetro. L’edificio è perfettamente integrato con il contesto e non crea un impatto architettonico
visivo. Si perde la simmetria, la pianta è libera, asimmetrica e curvilinea; la casa è perfettamente
inserita nello spazio urbano in cui è collocata. L’architettura è fortemente connotata con la linea curva
e per le parti strutturali; non vi è nessuna decorazione aggiunta.
Van de Velde lavora sul design (si parla di design quando gli oggetti rispondono ad una certa funzione, ma
anche mantenendo un certo canone estetico) degli arredi, di cui la linea sinuosa è l’elemento fondamentale
che risponde anche al concetto di comodità, in quanto si conforma con il corpo umano. Rientra quindi nei
requisiti funzionali, ma si ha una congiunzione tra funzionalità e aspetto estetico.
Francia: esperienza meno diffusa rispetto a quella belga. Gli esponenti di questo movimento sono Hector
Guimard (progetta entrate della metro di Parigi) e Auguste Perret.
Palazzo di Rue Franklin (Parigi, 1903), Auguste Perret
Ha una geometria moderna e movimentata, ma si ritorna alla simmetria (tradizionalismo). I balconcini
centrali sono caratterizzanti. La balaustra superiore diventa unitaria, la decorazione è contenuta e
lineare. Troviamo un’accentuazione e una preponderanza delle vetrature, che evidenziano così la
parte strutturale, caratterizzando il prospetto.
Inghilterra: il maggiore esponente è Charles Rennie Mackintosh, che ha realizzato tante “sale da tè”, lavorando
sul disegno di tutto (tavoli, sedie, ecc..), realizzando quindi un progetto di architettura degli interni a tutti gli
effetti.
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Italia: non ha avuto grandi realizzazioni; i principali esponenti sono Basile e D’Aronco.
Austria: detta anche “Secessione viennese”, subisce l’influenza di Klimt, il quale impiega l’oro come materiale
e dà importanza al cromatismo. I maggiori esponenti sono Wagner (era il capostipite), Olbrich (progetta il
Palazzo della Secessione), Hoffman (nel settore del design) e Loos (precursore della corrente razionalista, si
staccherà dalla secessione, poiché troppo tradizionalismo e decorazione. Scriverà “Ornamento e delitto. Può
essere considerato un proto-razionalista insieme a Peter Behrens.).
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Stazioni della metro (Vienna, 1899), Otto Wagner
L’architettura si esprime esclusivamente attraverso questo apporto decorativo. Si presenta con un
elemento ad arco centrale, più due parti laterali architravate. La struttura metallica è dipinta, le
decorazioni riprendono lo stile orientale e le mattonelle sono scolpite a bassorilievo e poi dipinte in
oro (grande presenza dell’oro, Klimt) e in verde. L’aggetto della copertura ripropone specchiata la
decorazione della parte alta della parete; la balaustra viene interrotta da elementi che aggettano
verticalmente, con elementi angolari che spiccano ulteriormente. Vi è una perfetta simmetria.
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infine è stata dipinta in oro; era il simbolo del sapere. Lo stile dell’Art Nouveau si ripropone
nell’interesse al dettaglio architettonico.
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Spagna: principale esponente è Antoni Gaudì, il quale si rifà al Gotico, Barocco e all’Espressionismo tedesco
(es. Torre Einstein di Mendelsohn e Notre Dame du Haut di Le Corbusier: entrambe sono architetture immerse
nel verde, relazionabili con l’organicismo di Aalto). Strutturista a livello eccezionale, le caratteristiche principali
dei suoi progetti sono i cromatismi evidenti legati all’azulejos, cioè mattonelle decorate.
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Park Guell (Barcellona, 1926), Antoni Gaudì
Espressione di un’architettura basata sulla fantasia e sulla naturalità formale. I portali di ingresso
vengono realizzati in ferro battuto.
Nelle prime realizzazioni, Gaudì progettava architetture più relazionate con il contesto, più lineari, ma sempre
con derivazioni arabe e con alto decorativismo.
L’industrializzazione in Europa ha portato una grande innovazione che attrae l’America e gli stessi europei si
trasferiscono nel continente americano (porto sicuro, si trovava lavoro), seguendo le orme dei “peregrinos
fathers”. Gli europei trovano una terra spianata, piena di materiale disponibile e una proiezione verso la
tecnologia. In America c’era un campo assolutamente aperto; c’era il sistema del balloon frame: sistema
costruttivo che si utilizzava in parallelo alle grandi costruzioni. Era costituito da una produzione standardizzata
degli elementi lignei impiegati. L’America, inoltre, risente anche dell’influenza del Neoclassicismo, con un
ritorno all’architettura classica: Thomas Jefferson fu il maggior esponente con riferimento all’architettura
palladiana.
Nella seconda metà dell’800, in particolare nel 1871, avviene il Chicago Fire: incendio a Chicago, dove il
numero dei senza tetto è quasi la totalità della città; c’è quindi una necessità di ricostruzione e in breve tempo.
In questo contesto nasce l’esperienza progettuale di studi importanti di architettura, come la Scuola di
Chicago. La scuola di Chicago non era una vera e propria scuola, ma un’esperienza progettuale e ricostruttiva
di alcuni studi di Chicago. Con questa esperienza si ha l’esordio dell’edificio verticale, il grattacielo: prima con
strutture murarie portanti, poi con la ghisa e infine con l’acciaio. Tra gli esponenti ricordiamo Adler e Sullivan,
poiché presso il loro studio si formerà la personalità di Frank Lloyd Wright.
Frank Lloyd Wright: gestisce l’architettura secondo un concetto assolutamente autonomo. È un architetto
molto longevo, poiché progetta circa 600 edifici, per realizzarne solo la metà (ebbe importanti committenze).
La sua carriera è distinta in diversi periodi. Si forma alla Scuola di Chicago e si dedica per la prima parte della
sua professione alle ville, dette “Prairie Houses”, case della prateria, realizzate in aree centrali o periferiche di
Chicago, legata all’idea di case unifamiliari. Progetta sempre grandi impianti architettonici sui quali ha
modellato il suo concetto di architettura e spazio. Nei suoi progetti l’interpretazione dell’organicismo è legata
ad una relazione stretta con il contesto; sosteneva che l’idea concettuale si fondasse sull’orizzontalità:
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inerenza totale ed assoluta dell’oggetto architettonico con il contesto. Il suo organicismo si esprime anche
attraverso l’utilizzo di materiali autoctoni, come la pietra e il mattone.
Wright ha grandi committenze, ma lui non ostenta questa ricchezza; non progetta ville rinascimentali, ma
parte da concetti basilari legati anche ad una tradizione: il camino rappresenta il fulcro della casa, dal quale si
dipartono tutte le funzioni. Lavora inoltre sull’innovazione delle altezze delle aree funzionali (altezze
contenute, non i tradizionali 4-5m) e dal punto di vista impiantistico, oltre che sull’orizzontalità: le case
vengono realizzate su un basamento per coibentazione e impermeabilizzazione (per umidità e infiltrazioni).
Nel 1910 va in Europa per una mostra e lì conosce Mies Van Der Rohe e Peter Behrens, i quali si interessano
alla sua architettura. Wright porterà con sé qualcosa di questa nuova cultura razionalista. Dopo essere stato
in Europa, fa un viaggio in Giappone, dove costruisce l’Imperial hotel (unico edificio rimasto in piedi durante
il terremoto, ma distrutto in un secondo momento).
Architettura organicista: non è un vero e proprio movimento, ma un metodo espressivo, legato all’utilizzo di
materiali autoctoni.
Razionalismo: principale esponente è Peter Behrens, il cui studio è frequentato da Walter Gropius, Mies Van
Der Rohe e Le Corbusier.
Walter Gropius: con lui parte l’architettura razionalista ed è inoltre fondatore della Bauhaus. In quest’ultima
prende il via il concetto di design: l’architettura si esprime anche attraverso il dettaglio d’arredo. La forma
corrisponde ad una funzione ben precisa. La Bauhaus fa parte del Werkbund, che organizzerà le mostre
dell’architettura costruita, in cui Gropius, Van Der Rohe e gli altri porteranno i loro prototipi di casa (vi è inoltre
anche Novembergruppe e Arts and Crafts). A causa del nazismo, si trasferisce in America nel 1934, ma le sue
opere non riescono ad integrarsi bene con la cultura americana.
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Officine Fagus (Germania, 1911-13), Walter Gropius e Adolf Meyer
Edificio industriale, rappresenta un’evoluzione della AEG di Behrens. La struttura è inglobata e inclusa
nelle pareti verticali; le vetrate non sono a filo della parete, ma leggermente all’esterno e
rappresentano l’elemento dominante nel prospetto. Simbolo di modernizzazione e di purezza formale,
presenta un’alternanza di laterizio, vetro e metallo bronzato. Le fasce di metallo bronzato servono da
“marcapiano” e nascondono il solaio di ciascun piano. La luce diventa un materiale vero e proprio. La
scalinata presente all’ingresso dà un senso di importanza.
Bauhaus Archive (Berlino, 1960), Walter Gropius e altri membri del Bauhaus
Luogo espositivo; i ponti sono elementi di unione. Unitarietà negli elementi, ad eccezione della casa
del custode. Le vetrate vengono ridotte, infatti il sistema di illuminazione è costituito da un sistema si
shed con pareti curve.
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Siemensstadt (Berlino, 1929-31), Walter Gropius e altri membri del Bauhaus
Essenzialità formale e volumi puri. Sperimentazione nell’architettura. Evoluzione del concetto di
edificio pluripiano.
Harvard graduate center (Massachusetts, 1948), Walter Gropius e altri sette architetti più giovani
Insieme di elementi lineari e ortogonali che si disassa e si distorce secondo un asse inclinato. Tutto
estremamente collegato.
Mies Van Der Rohe: Razionalista, rappresenta la svolta dell’architettura. Frequenta lo studio di Berhens, e si
forma in un ambiente dove c’era lavorazione artigianale. Dettaglia le architetture con diversi materiali. Fu
docente della Bauhaus e poi direttore della scuola.
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classico, di cui questa casa costituisce una modernizzazione assoluta. Ripresa dalla Glass House di
Philip Johnson.
National Gallery (o Neue Nationalgalerie), (Berlino, 1968), Mies van der Rohe
Nuova conformazione architettonica, con un parallelismo con il Partenone greco. La copertura è
spessa ed aggettante, sembra quasi sospesa, si ha un senso di imponenza. All’interno vi sono quattro
pilastri in marmo che però non si vedono a causa del vetro che riflette l’esterno. Vi è un’accentuazione
del vetro, il quale costituisce il “Niente”. Elementi dominanti sono la copertura e il trasparente. La
copertura all’intradosso presenta lacunari in acciaio bronzato e risulta dominante anche all’interno,
che crea un senso di pesantezza in modo da forzare il fruitore a guardare l’esterno.
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Casa Tugendhat, (Brno, 1928-30), Mies van der Rohe
Risponde ai requisiti del Razionalismo per: intonaco bianco, grandi pareti e grandi vetrate. Il lotto sul
quale sorge è inclinato, la casa risulta incastrata e l’ingresso è collocato sulla copertura, per poi
scendere tramite le scale. Si ha un interesse per i materiali naturali, infatti il basamento è rivestito di
materiale lapideo. Il piano superiore è riservato alla servitù, mentre quello inferiore equivale ad un
“piano nobile”, ed è vetrato. Il salotto è diviso in due parti da una parete rivestita di pietra d’onice,
elemento verticale che funge da separazione. Vi è inoltre una parete semicircolare che definisce la
zona pranzo, e ritroviamo i pilastri cruciformi già visti nel Padiglione di Barcellona.
Nel 1927 realizza dei progetti per il Werkbund di Stoccarda, tra cui la Glass Tower. Poi torna in America dove
realizza diversi grattacieli.
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Crown Hall, (Chicago, 1952), Mies van der Rohe
Presenza di portali strutturali che sorreggono il tutto: la definizione strutturale diventa elemento di
definizione dell’architettura. Vi sorge all’interno un istituto universitario, caratterizzato da regolarità e
funzionalità.
Le Corbusier (Charles-Édouard Jeanneret-Gris): architetto svizzero e trattatista, che fonda i cinque punti
dell’architettura (si basano su un concetto strutturale):
- Pilotis: struttura puntuale che alleggerisce la parte basamentale, che diventa completamente vuota
(idea della palafitta). I pilastri in calcestruzzo e acciaio sostituiscono le pareti continue, sono elementi
di connotazione di Le Corbusier, elementi di filtro tra ambiente esterno e ambiente interno, possono
essere perimetrali o meno, arretrandoli. I pilotis comportano gli altri punti;
- Facciata libera: permessa dalla struttura arretrata;
- Pianta libera: autonomia distributiva dei diversi piani dell’alloggio in cui l’unico vincolo sono i pilastri;
- Finestre a nastro: sviluppo prevalentemente longitudinale e altezza contenuta, possono interessare
l’intero prospetto poiché pilastri arretrati;
- Tetto giardino: rappresenta una risoluzione più estetica che strutturale, integrato con il contesto
(anche meccanismo di coibentazione), permette una relazione con il contesto e recupera il terreno
tolto dalla pianta dell’edificio.
Fa della purezza architettonica il suo punto di partenza; da qui il nome del suo movimento, il “Purismo”. Nel
1919 redige il Manifesto Purista con Amédée Ozenfant (pittore), in cui definiva l’architettura geometrica con
colori puri e con definizione della dimensione strutturale.
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Maison Citrohan, (Stoccarda, 1922), Le Corbusier
Derivazione del concetto razionalista di Giuseppe Terragni (Casa del Fascio 1934).
Nel 1936 a Roma ci fu il “Convegno Volta”, dove LC si reca perché spera che gli commissionino (Mussolini) una
città. Durante il convegno ci fu un cambio di direzione da Terragni a Piacentini, poiché l’architettura
razionalista non rappresentava più le idee fasciste, ma se ne distaccava; Piacentini al contrario riprende le
forme antiche dei romani ma in maniera moderna.
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Unité d’habitation, (Marsiglia, 1952), Le Corbusier
Lavora sullo spazio totale: si ispira a Fourier creando una “machine à habiter” (macchina per abitare).
Gli alloggi sono duplex a L, consentendo un doppio affaccio. I corridoi di accesso sono posti ogni due
piani. Ha dato il via ad un nuovo concetto di spazio contemporaneo, ma rappresenta un insuccesso
poiché viene pensato per i ceti sociali medi, mentre oggi è per l’élite. Al settimo piano sorge la zona
dei servizi: tabaccaio, asilo, albergo (per ospiti). Il tetto giardino non è verde ma presenta una vasca
d’acqua ed una piccola pista di atletica con elementi di formazione e definizione scultorea. La chiusura
dei comignoli ricorda quelli di Gaudì. I pilotis hanno sezione variabile con asse inclinato e contengono
l’impianto di raccolta delle acque.
È un’architettura simbolo del Brutalismo (cfr. edificio residenziale in Via Piagentina, Leonardo Savioli):
ricerca estetica di un formalismo architettonico che si esprime in modo “grezzo”, con il cls armato a
vista.
Alvar Aalto: fa parte del Razionalismo organico (forme naturali, morbide e sinuose, utilizzo dei materiali del
luogo).
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Villa Mairea, (Finlandia, 1938-39), Alvar Aalto
Connotazione forzata culturale e paesaggistica. Esternamente contemporanea, è caratterizzata da un
grande dettaglio architettonico. Compresenza di materiali: legno, fortemente utilizzato perché molto
presente, e calcestruzzo realizzato con casseforme per elementi verticali. La copertura è a falda unica
e i corpi che fuoriescono da essa sono volumi puri. In pianta si ha compresenza di geometria e linee
sinuose. Il legno non è presente solo all’esterno, ma anche all’interno come rivestimento di parti
portanti e come controsoffitto e pavimentazione.
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Dormitori M.I.T., (Massachusetts, 1947-48), Alvar Aalto
Ogni camera ha una connotazione diversa, poiché non voleva che gli studenti si sentissero dentro un
dormitorio. Vengono modellate pareti ondulate in legno.
Negli anni ’30 il Razionalismo è diffuso in tutta Europa, ma differenziata in base agli esponenti: Alvar Aalto ad
esempio fu uno di quelli più razionalisti, ammorbidendo i concetti con quelli dell’architettura organica; Le
Corbusier è un divulgatore del purismo anche tramite CIAM (Congressi Internazionali sull’Architettura
Moderna) che favoriscono la divulgazione, punti di interesse e anche l’evoluzione, come anche le mostre di
architettura.
Molti architetti si trasferiscono: Mendelsohn e Bruno Taut vanno in Russia, Gropius e Mies Van Der Rohe in
America (In Russia c’era una realtà architettonica complessa che non trovava empatia o relazione con la
politica del tempo, perciò era in contrasto con essa. Museo della terza internazionale, Tatlin: appartiene al
razionalismo russo di derivazione tedesca (costruttivismo), è una grande architettura oversize, con un’idea di
forma e funzione: all’interno cubo di vetro con al centro una piramide a base quadrata e un cilindro),
In Germania ci fu un maggiore peso del nazismo e della corrente politica, la realtà era un punto di partenza
da cui fuggire, perciò il razionalismo blocca la sua attività e si torna ad un nuovo “classicismo” con Albert
Speer. In Italia all’inizio il razionalismo era stato ritenuto conforme all’innovazione ideologica del periodo, ma
con il passare del tempo ci fu poi un uniformarsi al ritorno ad un ordine classico: si passa da Giuseppe Terragni
(Casa del fascio, in cui si ha un ritorno all’ordine) a Marcello Piacentini (Palazzo delle Civiltà, o Colosseo
quadrato) e ancora Giovanni Michelucci e BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers).
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Dopo la seconda guerra mondiale, ci saranno grandi difficoltà di ripresa in ogni ambito. La Germania è
completamente distrutta, viene ricostruita in molto tempo grazie ad una società evoluta rispetto a quella
precedente.
In Italia c’è un annientamento psicologico totale: gli architetti si dedicano agli studi delle nuove possibilità ma
fanno un passo indietro, progettando un tipo di edilizia comune, non rappresentativa. Nel 1946 viene
pubblicato da Bruno Zevi il Manuale dell’Architetto, nel quale venivano studiate nuove tecniche di costruzione
e progettazione. Le due polarità a livello di evoluzione urbanistica sono Milano e Roma. Nella prima, nel 1945
nasce un Movimento di studi sull’architettura, che costituisce un riferimento per coloro che erano interessati
all’applicazione dei concetti dell’architettura moderna e razionalista.
Mentre Roma vede il ritorno dall’America di Bruno Zevi, che porta con sé la lezione dell’architettura organica,
e nel ’45 pubblica “Verso un’architettura organica”, fonda la rivista Metron e l’associazione APAO
(Associazione Per gli Architetti Organici), smuovendo così l’accademismo che ancora imperversava nella
società romana.
Giovanni Michelucci (chiesa dell’autostrada del sole): si forma in ambito razionalista, ma predilige un interesse
al mantenimento delle definizioni specifiche del luogo, cioè come un’architettura debba trovare una
contestualizzazione, deve creare un’empatia profonda nello spazio che la contiene.
Neorealismo: (termine preso in prestito dal cinema di Rossellini e De Sica) gli architetti si rendono conto che
ci sono delle priorità, ovvero che devono tener conto delle esigenze del popolo dopo la guerra, rispetto alla
soluzione estetica: l’architettura deve essere utile. Due personalità di spicco in questo movimento, Ludovico
Quaroni e Mario Ridolfi: progettano insieme il “quartiere tiburtino”, facendo funzionare l’insieme nel
complesso, valorizzando gli spazi comuni ed i collegamenti. Si cominciano a realizzare anche architetture con
altezze abbastanza importanti (9/10 piani), per un uso più denso del suolo e per accelerare i tempi.
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Architettura Postmoderna
confronta con
Elbphilharmonica (Amburgo, 2016), Herzog & De Meuron
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Rock Stadium (Abu Dhabi, non ancora realizzato), MZ Architects
La roccia diventa materiale da costruzione. Dei tagli netti e spigolosi contrastano con il deserto
roccioso. Contestualizzazione dell’architettura.
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DZ Bank Building (Berlino, 1998-2000), Frank Gehry
Estremamente lineare esternamente. Il prospetto è ondulato verso l’edificio di Eisenman. Presenta
una grande corte centrale, chiusa da una copertura trasparente: vi è un elemento in bronzo “alla
Gehry”, con forme sinuose e non tradizionali, intorno al quale l’edificio è regolare e in granito rosa.
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Terminal aeroporto Kennedy, New York, 1962
Il progetto sorge isolato rispetto al resto della città e questo aspetto rappresenta una vera e
propria innovazione. L’edificio presenta una conformazione molto complessa, con attenzione
al dettaglio funzionale; l’unica cosa che fa risultare l’opera dinamica è l’apertura e la chiusura
dei pannelli, per dare un senso di diversificazione. La facciata rimane sempre la stessa, ma è
possibile fare delle variazioni; si vuole esprimere un concetto plastico, un’identificazione del
luogo attraverso la sovradimensione e quindi la rappresentatività.
91
Ordrupgaard Museum, Copenaghen, Zaha Hadid, 2005
Ampliamento di una preesistenza (casa ottocentesca adibita a museo), perfettamente calato
nel contesto. È stato rimodellato il giardino cosicché di giorno la natura venga riflessa dalle
vetrate (componente organica). Possiede un andamento curvilineo, con calcestruzzo armato
pigmentato come materiale.
92
Museo del Quai Branly, Parigi, Jean Nouvel, 2006
Presenza di una parete verde verticale (il primo esempio con parete verde fu il Caixa forum).
Aspetto interessante, come un elemento longilineo può essere variato. Si sviluppa
longitudinalmente in modo costante e andamento unitario. Dal corridoio connettivo principale
fuoriescono le diverse aree funzionali.
Carlo Scarpa
Tomba Brion
Espressione legata ai rapporti umani. La struttura è in metallo e vetro. La tomba si trova in una
vasca d’acqua, l’accesso è tramite blocchi che sembrano galleggiare nell’acqua.
Fun fact: Giuseppe Brion fu il fondatore e proprietario della Brionvega, azienda italiana di
elettronica che ideò il primo esempio di radio costituita da due cubi.
93
Tomba De Nunno, Belardi, San Marco, Perugia, 1993
Architettura realizzata in calcestruzzo a vista. Vi è una piramide. Il soffitto riprende quello di
San Sousi lipsia (?) di Schrinkel. La parete curva trasmette il concetto che non tutto sia lineare,
“come la vita”. Inoltre sulla parete degli angioletti forzano lo stemma della famiglia ad essere
storto.
Ingesso IUAV
Fonte d’acqua esterna (completamento di un portale antico steso orizzontalmente).
Tavolo Doge
Acciaio satinato conformato su delle U (elementi semplici) che si attaccano alla lastra tramite
agganci, perfezione dei sistemi di collegamento.
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