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Aldo rossi (.

->1997)
• Archite5o teorico ella archite5ura e designer
• 1931, milano-1997
• Insegna a Milano Zurigo Venezia Yale Harvard e Canbook
• Proge5a e realizza in varie parJ del mondo (america, giappone, ecc.)
• Primo italiano a vincere il premio prizker
• ImportanJ i suoi studi sulla storia dell’arch. e della ci5à, in parJcolare le analisi di forme
essenziali al di là delle funzioni che possiamo riscontrare costanJ nel corso dell’evoluzione
di una ci5à
• È alla ricerca della matrice Jpologica come sintesi del proge5o, perché nell’idea di Jpologia
sono inscriP i modi di vivere di un popolo, i modi con cui la società si organizza
spazialmente secondo le diverse funzioni “la funzione cambia, la forma rimane”
• Si ispira alle forme primarie appartenenJ all’immaginario collePvo, semplici forme
geometriche che cosJtuiranno il suo vocabolario costruPvo. Nella maturità si potranno
riscontrare anche riferimenJ personali e autobiografici.
• “poeta che sembrava una archite5o”
• poeta e grande archite5o, grande cultura della storia
• 1955, ancora studente, grazie a Rogers, inizia la collaborazione con casa bella, Società e
contemporaneo
• 1963 inizia carriera accademia
• 1966 pubblica arch. della ci5à, evento che cambia la scena del dibaPto, in parJcolare
rompe il dogma della criJca al funzionalismo. La forma segue la funzione non esiste, per lui
esistono invece funzioni che contengono molteplici funzioni e che si trasformano
adeguandosi ai bisogni di ogni epoca. Uno dei pochi libri che riporta l’arch alla sua matrice
urbana(?). ‘form follows funcJon’ viene ribaltato e a5ribuisce alla forma urbana e alla
forma archite5onica autonomia.
• Con questo si riscontra (assistente di carlo mollino)
• Indaga Parigi, che aveva subito grandi trasformazioni recenJ. Questa esigenza di riportare i
fondamenJ di una nuova arch. ,era riferita a tu5a l’arch. ,disprezzata dai purisJ della
corrente Moderna, che aveva poi di fa5o costruito la ci5à.

• LA CITTà NON è UNA MACCHINA, se lo fosse la dovremmo costruire e distruggere ogni 30


anni. La ci5à è un organismo sociale, che perdura anche se le funzioni che l’avevano
generata non esistono più.

• Contro Il funzionalismo, arch. Molto più ampia e complessa, appassionato alla storia. La
ci5à è un grande manufa5o.

• Fa# urbani permanen-= monumen-, non possono essere cancella- dalla storia, anche
quando la loro funzione non esiste più, man-ene inta;a la sua iden-tà formale.

• Nei primi anni è influenzato da Schinkel Loos e Bullet. Di bullet lo interessa forme
geometriche essenziali geometriche. EelemenJ essenziali della discipina archite5onica.

PRIME OPERE: (cara5erizzate da grande rigore)


- Spiccano progeP come della memoria conce5o e forma e di monumento.
- Es. il proge5o alla resistenza di cuneo81962) è un proge5o con scala monumentale che
conduce ad una pia5aforma elevata, da dove era possibile vedere il luogo degli avvenimenJ
delle ba5aglie parJgiane=> effe5o ricercato=riflessione in solitudine in uno spazio
pubblico.

• Memoria e tradizione non coincide mai con la riproposta del passato. Importante il tema
del monumento (teatro Paganini 1964, parma, primo monumento insieme alla piazza e al
monumento pe la lo5a parJgiana da lui realizzato) archite5ura come monumento che
ignora la funzione. Solo quando si realizza come monumento essa cosJtuisce un luogo.
La funzione è evidentemente secondaria, e in essa non si realizza l’archite5ura di un edificio
o di una ci5à.

- Suo linguaggio archite5onico si basa su forme archeJpiche essenziali.


- La memoria per rossi, si arJcola su due livelli: 1) la memoria della ci5à, memoria dei
monumenJ, fru5o di studio a5ra5o dal senso collePvo della memoria 2) memoria
personale, fru5o della grande capacità e sensibilità dell’arch. di usare come strumento sia
la stoia che ala memoria.
Queste due ‘memorie’ insieme rendono possibile la realizzazione di stru5ure, monumenJ
pieni di espressività e significato, espressi al meglio grazie alle loro forme semplici
appartenenJ ad un immaginario/ inconscio (jung) collePvo.

- La ci5à è un corpo organico unitario e i monumenJ sono nuclei, punJ forJ che esprimono
la storia del posto. La vita dei monumenJ è legata alla vita delle persone che le vivono
quoJdianamente.
- Monumenot a sandro perJni, c’è anche riflessione sulla ci5à. Ritroviamo gli elemenJ dei
monumenJ precedenJ (geometrie semplici, scala monumentale e terrazza)
- È alla ricerca di un vocabolario astra5o interiore
- La ci5à diventa scenografia sullo sfondo della vita umana che allo stesso tempo misura lo
sviluppo della vita umana.
- 1966 con giorgio grassi San rocco (quarJere periferico di Monza), diventa punto di
riferimento, riporta ordine al disordine della periferia industriale
- San rocco diventa una rivista
- 1973 per triennale di milano, svela il conce5o di ci5à analoga, ovvero per rossi è una
procedura composiJva che si basa su alcuni elemenJ già presenJ nella realtà urbana,
a5orno ai quali sono costruiJ altri elemenJ a loro associaJ. L sua importanza consiste nella
possibilità di associazione die quesJ elemenJ, provenienJ da contesJ diversi, o5enendo un
complesso urbano analogo. Teoria e praJca che consente di fondere memoria personale e
storia della ci5à.
- 1976 alla biennale, opera collePva della ci5à analogo.

-
UNITà RESIDENZIALE A MONTA AMIATA 2=>
- Problema della ricostruzione delle ci5à dopo le II guerra mondiale. Viene chiesto ad aldo
rossi di proge5are una parte di un complesso per Milano (quarJere callaratese) basando
sempre sulla stru5ura delle case a ballatoio e sulle geometrie semplici ed essenziali. La sua
idea di complesso abitaJvo rimane in forte relazione con la ci5à, di cui ne rappresenta
infaP soltanto un frammento. L’edificio è un piccolo segno.
- L’arch. di Monino è plasJca , molto colorata, l’arch. di rossi è asciu5a, come una tela su cui
poi il singolo abitante di quello spazio avrebbe dovuto ada5arsi secondo il proprio
cara5ere.
- Tra la fine degli anni 60 ed inizio 70 si occupa di edilizia scolasJca. È un momento di
sperimentazione che gli perme5e di ricostruire una piccola ci5à. Un piccolo ecosistema
basato su i principi fondamentali della sua arch. é un esempio di monumento domesJco di
aggregazione con cara5erisJche della storia locale evidenJ (es. cascine)
- Tema del gioco

- Teatrino scienJfico come occasione di sperimentazione, elemento di = ci5à come teatro.

- Tatro del mondo galleggiante, collocato in un luogo estremamente visibile a Venezia, in


occasione della biennale dell’ ’80. Riesce con leggerezza a dialogare con un mondo di forme
così note e così complesse. L’idea di questo teatro gallegiante nle centro di venezia èè una
ripresa di una tradizione propria di venezia. Ha introdo5o immaginazione all’interno delle
ci5à storiche. Arch. analoga per una ci5à legata all’oriente e al se5entrione, ci5à che
importa ed esporta una sua immagina.

- Questo teatro avrebbe fa5o poi il giro del mediterraneo per poi rientrare a venezia.

- “L’effimero che diventa eterno”, opera che l’ha fa5o conoscere a livello mondiale

- 1980, numero di domus dire5a da mendini. Profonda maòlinconia

- Carlo fleice di genova, finzione e realtà ricreando il contesto urbano all’interno dell’edificio.
Crea effe5o singolare di metateatro, scenegroafia di genova all’interno del teatro, linea fra
interno ed esterno sfumata

- fonJ vegge di perugia, opera di riqualificazione, ricreando una piccola perugia; Rossi
rappresenta il momento di passaggio tra moderno e post-moderno. IL movimento post-
modernista è inizato negli us e ripropone sJli e ordini tradizionali. Archite5o grande è un
figuratore, non tecnico capace di risolvere tu5o, dà delle icone forJ ad un processo che
non controlla più. L’arch. acce5a di non poteer controllare l’intero processo, ma definisce
conceP definiJ ed iconici.

- Opera pubblica di borgo ricco. Rifle5e sullla tradizione costruPva del veneto (uJlizzo
ma5one, fontane, ecc.

- Ricorda quadri di de chirico. Il dife5o di aldorossi sta nella facilità elementare semplice da
imitare e allo stesso tempo facile da travisare.

- Bruno Zeni criJca molJssimo rossi.

- 1980 primi progeP epr l’alessi, per lui sono piccole archite5ure, per cui uJlizza stessi
vocabolario in scala diversa.
Disegna una caffePera. Scala di rappresentaizone che provoca una sensazione di
straniamento. IL tema dell’orologio ritorna sempre nei sui progeP, sopra5u5o come grandi
orologi da parete, assolutamente essenziali. Ne riproduce una versione per il ‘piccolo’
design di orologio da polso.
- per Molteni 1987, disegna una serie di ogge5 legaJ all0arredo domesJco, come poltrona
parigi,
- 1986 un’autobiogrfia scienJfica è la descrizione di un percorso poeJco di evoluzione.
Unisce memorie della copola di novare, delle cabine dell’elba in una sequenza non logica,
ma segue un’interpretazione poeJca di tu5e queste cose. Ci invita a guardare con chiave di
le5ura diversa concentrata sul processo di straJficazione della vita. I disegni sono parte del
processo fondamentale, disegnare per esprimere il epnsiero e l’emozione libera (spesso
unisce sulla scena oggeP e archite5ure).
- - tra glia anni 80 e 90 realizza progeP in tu5o il mondo es. edificio residenziale per berlino
uJlizza pilastro (grande cilindro) colonna ad un tempo che richiama faP archite5onici
- Si lega alla ci5à di parigi ed in parJcolare fa riferimento anche alla parigi di hausmann in un’
oPca moderna.
(Villet sud)
- COSTRUZIONE IN GIAPPONE= A FUKOKA
Proge5o per “il palazzo” edificio principale + due palazzine più basse accanto. La facciata
principale senza finestre diventa una presenza surreale nel contesto urbano, (è un hotel)
versione nuovo ed ironico.
Casa unifamiliare a mount pocono (pennsylvenia) rifle5e sul’’arch.
Grande consapevolezza dell’intorno e del contesto non soltanto storico ma anche sociale

- Per il museo di storia tedesca di Berlino richiama piazza di schinkel nell’altes museu
a5raverso la primaa porzione di edificio, un cilindro. Ha due navate sui laJ
- Nel complesso schützenstraße di berlino accosta facciate Jpiche del passato a facciate
moderne (è presente una copia in dimensioni rido5e del corJle del palazzo farnese di
michelangelo. Rossi intuisce la difficoltà della ci5à nello scegliere come rapportarsi al
proprio passato (composizione quai pop)
- Ricostruzione del teatro della fenicie di Venezia:

- Cimitero di san cataldo di modena: cimitero comee ci5à dei morJ che si collega alla
dimensione dei vivi, ovvero della casa. Quest’opera è la sintesi della sua arch. Scenografia
dei gusci vuoJ. Grande sensibilità e malinconia.
“Adolf Loos…. citazione” l’archite5ura porta con se grnade energia e forza comunicaJva ed
emoJva. È la casa delle nostre memorie e/o dei nostri desideri.

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