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© 2007 Edilazio
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a cura di
EDILAZIO
PREMESSA
La pubblicazione di una monografia su Attilio Lapadula, la cui idea scaturisce dalla lunga e
proficua frequentazione dell'omonimo Studio - necessaria per il riordinamento dell'archivio, dichia-
rato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio fin dal 1992 - vuole
rappresentare un primo contributo utile a inquadrare l'opera e la figura dell'architetto nell'ambito cul-
turale e professionale romano degli anni compresi tra il 1946 e il 1981; non esistono, infatti, studi spe-
cifici sulla sua attività, fino a oggi conosciuta soltanto per l'evidente grande qualità di alcune realizza-
zioni, oggetto di sporadiche menzioni su riviste specializzate o in alcuni testi che prendono in esame,
in termini generali, l'architettura a Roma nel XX secolo.
L'ingente quantità di materiale grafico e documentario presente nell'archivio, e l'importanza,
sul piano delle committenze e del loro impatto sul tessuto edilizio e urbano, di molte delle opere pro-
gettate o costruite, rendono invece manifesta la necessità di colmare tale lacuna, mettendo in luce l'in-
tensità del ruolo professionale svolto dallo Studio, e in particolare da Attilio, nella capitale. Il taglio
della collana della quale fa parte il presente volume ha infatti imposto di prendere in considerazione
soprattutto i lavori eseguiti nella e per la città, anche se alcuni “sconfinamenti” - come, ad esempio,
gli arredi per i transatlantici, l'attività universitaria e di storico dell'età napoleonica, la redazione di
piani urbanistici - sono parsi indispensabili per chiarire come la sua attenzione si rivolgesse a tutti i
settori della teoria e della pratica architettonica; in particolare l'analisi dei numerosi progetti per arre-
damenti di interni ha consentito di porre in evidenza i fecondi rapporti - personali e professionali -
con alcune delle personalità più in vista dell'ambiente artistico romano del periodo.
Il volume contiene saggi monotematici, volutamente affidati ad architetti che, per ragioni
diverse, hanno frequentato con assiduità lo Studio di via dell'Oca, potendo in tal modo usufruire di
un approccio diretto con il ricco materiale d'archivio in esso conservato; anche l'impostazione dei
testi, che segue un criterio essenzialmente tipologico, è stata ritenuta la più idonea per un primo
approccio all'opera di Attilio Lapadula, in attesa di ulteriori contributi più analitici e maggiormente
diretti all'esame critico della sua poetica progettuale.
Gli interventi da parte del figlio Bruno Filippo, il quale, svolgendo la medesima professione
paterna, ha potuto vivere nello stesso tempo la quotidianità dell'uomo e dell'architetto, hanno infine
fatto sì che la sua figura, attraverso l'emozione dei ricordi “privati”, potesse risaltare in modo diverso
e, sicuramente, molto più personale.
3
Stabilimento balneare Kursaal a Ostia Lido, foto del cantiere
5
Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Introduzione
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Stabilimento balneare Kursaal a Ostia Lido. Foto di cantiere con l’architetto Attilio Lapadula
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Le architetture balneari
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Le architetture balneari
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Le architetture balneari
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
rella che si spinge in linea retta fino alla spiaggia - dove devia leg-
germente per assecondare l'ortogonalità con la linea di battigia -
concludendosi con un pontile a mare. Il segno bidimensionale
determinato dall'andamento della passerella spartisce idealmente
l'area in due settori: a ponente sono situati gli impianti sportivi
principali, con la grande piscina olimpionica dotata di propri spo-
gliatoi e docce, ampie tribune per il pubblico e trampolino nel
lato corto verso il mare. A levante si trovano altre attrezzature
sportive (una piscina per bambini a forma di laghetto, il campo
A. Lapadula, stabilimento balneare per il minigolf), nonché un fabbricato destinato alla direzione
Kursaal a Ostia Lido, dettaglio della
“rotonda”
dello stabilimento. Entrambe le piscine contengono acqua mari-
na, convogliata da grosse pompe elettriche di entrata e di uscita.
Sono inoltre previsti spogliatoi a rotazione della capienza giorna-
liera di 1200 posti e 320 cabine (150 viareggine in muratura e 170
in legno), 50 delle quali attrezzate anche con doccia interna. È da
notare come nel progetto presentato al Comune di Roma non sia
presente il caratteristico trampolino di forma circolare - al cui
posto è inserita una piccola e semplice struttura con due piat-
taforme per i tuffi - al contrario già visibile nella planimetria
definitiva conservata presso l'Archivio Lapadula.
Nelle due proposte progettuali è invece pienamente sviluppata la
A. Lapadula, stabilimento balneare soluzione architettonica del fabbricato circolare adibito a bar,
ristorante e salone delle feste. La straordinaria copertura della
Kursaal a Ostia Lido, veduta notturna
della rotonda
sala, il cui raggio interno è pari a 7,30 m, è composta da una volta
a forma di fungo sorretta da un unico pilastro centrale rastrema-
to in basso, ed è caratterizzata dalla presenza di nervature dispo-
ste secondo l'andamento delle sollecitazioni. Completamente
distaccata da questa copertura è un'esile pensilina a sbalzo, che
sfrutta l'azione di contrasto tra l'anello esterno - in trazione - e
quello interno, sorretto dai pilastrini perimetrali della sala - in
compressione.
La scelta tecnologica e compositiva, oltre all'indubbia valenza
estetica determinata dal senso di forte plasticità che scaturisce dal-
A. Lapadula, stabilimento balneare
l'evidenziazione del sistema statico - con la struttura che diventa
Kursaal a Ostia Lido, interno della rotonda essa stessa “edificio” - consente di ottenere una trasparenza pres-
soché totale del fronte verso il mare, che si legge così come un'u-
nica superficie vetrata ininterrotta, in grado di creare suggestivi
giochi di luce, in particolare con l'illuminazione notturna. Nella
parte posteriore la sala è invece dotata di ambienti chiusi per le
cucine e i locali di servizio (13).
L'idea della “rotonda”- spesso attribuita a Pier Luigi Nervi e rego-
larmente inserita tra le sue opere - scaturisce in realtà da un'intui-
zione originale di Attilio Lapadula. Le documentazioni consulta-
bili negli archivi non lasciano alcun dubbio in proposito: l'elabo-
A. Lapadula, stabilimento balneare
Kursaal a Ostia Lido, la copertura della
rato che riporta la planimetria e la sezione del bar-ristorante-salo-
rotonda ne delle feste, datato 1950 e firmato da Lapadula, mostra infatti
16
Le architetture balneari
Attilio Lapadula.
L'adozione del sistema costruttivo con tavelloni prefabbricati di
forma romboidale e nervature gettate in opera, che conferisce
all'intradosso della copertura della “rotonda” un disegno
inconfondibile, determinato dall'andamento delle forze - brevet-
to di Pier Luigi Nervi - indica un suo intervento nella fase di pro-
gettazione ed esecuzione delle strutture. Nell'elaborato grafico
sottoposto nel 1950 all'approvazione della Commissione Edilizia,
in effetti, non c'è traccia di una soluzione simile, che contribuisce
senza dubbio ad arricchire la già straordinaria copertura, il cui
impianto planivolumetrico si deve tuttavia, come ricordato in pre-
cedenza, a un'intuizione originale di Attilio Lapadula. La stessa A. Lapadula, stabilimento balneare
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Le architetture balneari
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Villino in via di S. Anselmo, prospettiva
21
Attilio Lapadula - Architetture a Roma
22
Il controllo della geometria: simmetrie e rotazioni nel progetto della
residenza
inadeguati.
Nel progetto per la cooperativa Laeta Patet Amicis (6), la scom-
posizione della pianta simmetrica è giunta al suo compimento: il
corpo quadrato delle scale diviene centro di un movimento radia-
le, su di esso si incastrano i volumi rettangolari dei tre apparta-
menti analoghi secondo direzioni diverse. Questa rotazione degli
elementi consente ampie superfici di balconi per la zona giorno
e le camere da letto, mentre i servizi sono alloggiati negli spazi
adiacenti al corpo scala. Si tratta di una geometria sempre molto
controllata, le articolazioni della pianta devono restituire un alza-
to dal movimento trattenuto da ripetizioni e simmetrie. Balconi
aggettanti e leggermente rientranti, piccole logge, contribuiscono
a creare i chiaroscuri delle facciate, sui prospetti si alternano il
rivestimento in travertino del piano terra, l'intonaco Terranova
tra la maglia strutturale, il vetro dei balconi, le leggere lastre di cal-
cestruzzo al di sopra e in copertura.
Degli stessi anni è il progetto per la cooperativa Video San
Gabriele (7) che rappresenta una indagine su una pianta di nuovo
simmetrica, ma non compatta: un nucleo centrale trapezoidale Particolare del prospetto
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Il controllo della geometria: simmetrie e rotazioni nel progetto della
residenza
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Il controllo della geometria: simmetrie e rotazioni nel progetto della
residenza
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
Note: AL, Progetto 205; collocazione tubo 55, busta 29; elabo-
rati in archivio: 14.
(1) Villino in via dei Decii, 1955, realizzato. Superficie coperta: 349 mq; struttura: pilastri in c.a; into-
Progetto 158, collocazione: tubo 28; elaborati in archivio: naco per le superfici esterne.
85. Appartamento A: 80 mq: soggiorno pranzo, tre camere,
Superficie del lotto: 624,14 mq; superficie coperta: 224,82 cucina, due bagni.
mq. Appartamento B: 94 mq: soggiorno pranzo, quattro came-
Struttura: pilastri in c.a; cemento a vista e intonaco per le re, cucina, due bagni.
superfici esterne. Appartamento C: 110,25: soggiorno pranzo, cinque
Appartamento tipo: 90 mq: soggiorno-pranzo, cucina con camere, cucina, due bagni.
ripostiglio, tre camere, due bagni. 13 appartamenti, 3 per piano.
2 appartamenti per piano. Piano cantinato, piano terra, quattro piani, piano attico,
Piano interrato, seminterrato, piano terra, tre piani, piano copertura a terrazzo.
attico, copertura a terrazzo.
(6) Palazzina della cooperativa Laeta Patet Amicis,1959-
(2) Palazzina della cooperativa L’Ape 1956-58, realizzata. 60, realizzata.
AL, Progetto 173; collocazione: tubo 33, busta 18; elabo- AL, Progetto 203; collocazione: tubo 55, busta 29; elabo-
rati in archivio: 21. rati in archivio: 37.
Superficie del lotto: 1094 mq; superficie coperta: 290 mq. Superficie coperta: 497,50 mq.
Struttura: pilastri in c.a. e solai di tipo misto gettati in Struttura: pilastri in c.a., solai misti in c.a. e terizi; traverti-
opera; intonaco per le superfici esterne. no e intonaco per le superfici esterne.
Appartamento tipo: 108,95 mq: soggiorno pranzo, cucina, Appartamento tipo: 119,40 mq: soggiorno-pranzo, quat-
quattro camere, due bagni. tro camere, cucina, due bagni.
9 appartamenti, due per piano. 11 appartamenti, 3 per piano.
Cantinato, seminterrato, piano rialzato, due piani, attico. Piano cantinato, piano terra, tre piani, piano attico, coper-
tura a terrazzo.
(3) Palazzina della cooperativa. La Fedelissima, 1955-57,
realizzata. (7) Palazzina della cooperativa Video San Gabriele, 1959-
AL, Progetto 167; collocazione: tubo 32, busta 17; elabo- 61, realizzata.
rati in archivio: 21. AL, Progetto 206; collocazione: tubo 56, busta 29; elabo-
Progetto con ing. P. Pontrandolfi. rati in archivio: 107.
Superficie del lotto: 930 mq; superficie coperta: 270 mq. Superficie del lotto: 1560 mq; superficie coperta dal piano
Struttura: pilastri in c.a., intonaco per le superfici esterne. tipo: 1028,52 mq.
Appartamento A: 109,40 mq: soggiorno pranzo, cucina, Struttura: pilastri in c.a, elementi prefabbricati; travertino,
dispensa, tre camere, due bagni. cemento a vista, mattoncini in klinker e intonaco per le
Appartamento B: 109,05 mq. superfici esterne.
2 appartamenti per piano. Appartamento tipo: 198 mq: soggiorno pranzo, cinque
Piano interrato, seminterrato, quattro piani, piano attico, camere, cucina, tre bagni.
copertura a terrazzo. 9 appartamenti, 2 per piano.
Piano cantinato, piano terra, tre piani, piano attico, coper-
(4) Note bibliografiche: tura a terrazzo.
Dal “Villino” alla “palazzina” Roma 1920/40, in
Metamorfosi n. 8, Quaderni di Architettura, Roberto De (8) Villini Villa Lontana, 1959-62, realizzato il villino A.
Nicola Editore, Roma, 1987. AL, Progetto 209; collocazione tubi 62-63, busta 39; ela-
Claudia Conforti, Paradigma residenziale del professioni- borati in archivio: 135.
smo romano del dopoguerra, in Zodiac 17, maggio 1997. Superficie coperta: 803,88 mq: villino A: 383,55 mq; villi-
Irene de Guttry, Il villino a Roma, Palombi Editori, no B: 420,33 mq.
Roma, 2001. Struttura: pilastri in c.a; cemento a vista, mattoni e intona-
Margherita Guccione, Daniela Pesce, Elisabetta Reale (a co per le superfici esterne.
cura di), Guida agli archivi privati di architettura a Roma Villino A: ingresso, guardaroba, pranzo, soggiorno, stu-
e nel Lazio, Gangemi Editore, Roma, 2002. dio, tinello, office, cucina, locali di servizio, tre camere,
Luca Ciancarelli, Case a Roma: mutazioni e permanenze quattro bagni.
tipologiche, in Gaia Remiddi (a cura di), Studi sul moder- 5 appartamenti per ogni villino, 1 per piano.
no romano, Palombi Editori, Roma, 2004. Piano cantinato, piano terra, tre piani, copertura a tetto.
(5) Palazzina della cooperativa L'Aldina, 1959-60, realiz- (9) Palazzina in piazza Albania, 1962-65, realizzata.
zata. AL, Progetto 162; progetto 239, collocazione: tubo 29,
tubo 96; elaborati in archivio: 30.
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Il controllo della geometria: simmetrie e rotazioni nel progetto della
residenza
Superficie del lotto: 700 mq circa; superficie coperta : 230 (12) Villini, via della Pineta Sacchetti, 1971, realizzati.
mq circa. AL, Progetto 279; collocazione: tubi 186-188, buste 112-
Struttura: pilastri in c.a; cemento a vista, travertino, matto- 113 elaborati in archivio: 232.
ni e intonaco per le superfici esterne. Progetto con: ing. A. Arcangeli.
Appartamento A: 110 mq: soggiorno-pranzo, cucina, Superficie coperta: 3 villini, 254,29 mq ogni villino.
quattro camere, due bagni. Struttura: pilastri in c.a, cemento a vista, mattoni e intona-
Appartamento B: 96 mq: soggiorno-pranzo, cucina, tre co per le superfici esterne.
camere, due bagni. Appartamenti: due camere e servizi, cinque camere e
2 appartamenti per piano. doppi servizi.
Piano interrato, seminterrato, tre piani, piano attico, 6 appartamenti, 2 per piano.
copertura a tetto e a terrazzo. Piano cantinato, tre piani, copertura a tetto.
(10) Palazzina in via M. Massino, 16 angolo viale S.S. (13) Complesso di appartamenti in via delle Fornaci,
Pietro e Paolo all’EUR, 1960, realizzato. 1981, realizzato.
AL, Progetto 247; collocazione: tubo 116, busta 61. AL, Progetto 300; collocazione: tubo 225, busta 121.
Progetto con F.M. Poggiolini.
Progetto con Alfio Marchini. Superficie del lotto: 2636,48 mq.
Superficie coperta : 442 mq circa. Superficie coperta dal primo piano: 722,75 mq.
Struttura: pilastri in c.a; tufo, mattoni, intonaco e legno Struttura: pilastri in c.a, cemento a vista e intonaco per le
per le superfici esterne. superfici esterne.
Appartamento tipo: 220,88 mq: soggiorno pranzo, quat- 25 appartamenti.
tro camere, cucina, tre bagni, office. Piano interrato, piano terra, tre piani, copertura a terrazzo.
2 appartamenti per piano.
Piano interrato, piano terra, tre piani, piano attico, coper- (14) Villa Angiolillo, via Appia Antica, località Terricola,
tura a tetto e a terrazzo. 1951-54, realizzata.
AL, Progetto 127; collocazione: tubo 16, buste 9-10.
(11) Villino in via S. Anselmo, 1962, realizzato. Superficie coperta: 630 mq. circa
AL, Progetto 233; collocazione: busta 40. Struttura: pilastri in c.a, cemento a vista, mattoni, vetro e
Superficie coperta : 335 mq circa. intonaco per le superfici esterne.
Struttura: pilastri in c.a; cemento a vista, travertino, matto- Piano terra: 630 mq. circa: Hall di ingresso, galleria,
ni e intonaco per le superfici esterne. bagno, studio, soggiorno, pranzo, disimpegno, office,
Appartamento: 335 mq: salone, soggiorno-pranzo, cucina, dispensa, cucina, terrazzo, lavanderia, ambienti di servi-
tre camere, tre bagni, office. zio, garage, tre scale.
1 appartamento per piano. Piano primo: 485 mq. circa: Galleria, cinque camere, tre
Piano seminterrato, piano terra, due piani, piano attico, bagni, spogliatoio, terrazzo.
copertura a tetto e a terrazzo. Copertura a tetto.
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Ministero della Sanità, planimetria generale del contesto urbano e planimetria dell’edificio
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Le sedi del Ministero della Sanità e dell'I.M.I. all'Eur
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Le sedi del Ministero della Sanità e dell'I.M.I. all'Eur
Note: (6) Gli interni sono stati progettati con grande cura e atten-
(1) A Roma l'architetto ha realizzato numerosi edifici di zione inizialmente da Lapadula e poi da Giorgio Baldelli
elevata qualità architettonica, progettati da solo o in colla- e Maurizio Costantini, per l'arredamento degli ambienti
borazione dal 1957 al 1980, come la sede del Ministero direzionali. Al piano della presidenza sono state collocate
della Sanità in piazzale dell'Industria 20 all'Eur, la sede numerose opere d'arte figurativa antica e opere d'arte
dell'Istituto Mobiliare Italiano (I.M.I.) in viale dell'Arte 25 astratta moderna che contribuiscono non poco al fascino
sempre all'Eur, la sede dell'ENEL in via G.B. Martini 3 e al prestigio di quest'architettura. Opere di Arnaldo e Giò
all'angolo con piazza Verdi, i palazzi per uffici in via del Pomodoro, Brook, Scialoia, d'Orazio, Battaglia, Maselli,
Serafico 200, via P. Di Dono 5, 44, 73, 223 a Vigna Corpora, Afro, Turcato e Perilli, il cui astrattismo si basa
Murata, la sede della Siemens Elettra in via Laurentina sulla geometria delle forme e sulle tonalità cromatiche, ad
455, i palazzi per uffici in via V. Brancati 48, 60, 64, via E. accompagnare gli interni (cfr. «L'Architettura cronache e
Vittorini 129 e via C. Pavese 385 (sede della Procter & storia», cit., p. 788).
Gamble) alla Ferratella, il progetto del palazzo per uffici
in via della Vignaccia.
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Esposizione Agricola, l’allestimento espositivo
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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L’esposizione Agricola del 1953 a Roma
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S. Lorenzo da Brindisi, planimetria generale
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Case generalizie e collegi di congregazioni e ordini religiosi
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Case generalizie e collegi di congregazioni e ordini religiosi
Nella pagina precedente: Società delle Misssioni Africane, atrio della cappella (in alto) e
scale che conducono alla cripta (in basso).
S. Lorenzo da Brinidisi, interno della
Nella pagina seguente: S. Lorenzo da Brindisi, veduta aerea del cantiere. chiesa in costruzione
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Case generalizie e collegi di congregazioni e ordini religiosi
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
Schizzo di studio per la copertura della chiesa del Collegio S. Lorenzo da Brindisi
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Case generalizie e collegi di congregazioni e ordini religiosi
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Case generalizie e collegi di congregazioni e ordini religiosi
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Bar Parioli, prospettiva
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Arredamenti: locali, alberghi e turbonavi
L'agenzia “Il Tempo” alla Galleria Colonna Gran Caffé Berardo, prospetto
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Arredamenti: locali, alberghi e turbonavi
Gli alberghi
Il progetto dell'Hotel Leonardo da Vinci in Via dei Gracchi, per
il quale Attilio Lapadula riporta la data 1963 nel suo curriculum,
vedrà la conclusione dei lavori nel 1974, quando si apriranno le
porte del lussuoso edificio, appartenente alla catena “Jolly
Hotels”.
La maggiore cubatura possibile si deve confrontare con i villini
del quartiere Prati, ricchi di decorazioni e di colori pastello. L'uso
della tecnologia diventa elemento formale caratterizzante, con i
pannelli di tamponamento che sfruttano agganci e incastri tecnici
Hotel Leonardo da Vinci, ingresso e bar
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Arredamenti: locali, alberghi e turbonavi
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Arredamenti: locali, alberghi e turbonavi
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Arredamenti: locali, alberghi e turbonavi
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Arredamenti: locali, alberghi e turbonavi
(4) Bruno Romani, Aragno riapre, Risorgimento Liberale, (8) Nino Zoncada ha la responsabilità esecutiva di tutti gli
5 settembre 1946. ambienti e realizza gli ambienti di prima classe.
(5) Lippaccio, È morto il “Caffè Aragno” Viva il “Caffè (9) Maurizio Eliseo e Paolo Piccione, 2001, pp. 203-204.
Aragno”, Lancio, 4 febbraio 1951.
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IL CONCORSO PER IL NUOVO PALAZZO DELLA
CAMERA DEI DEPUTATI (1967-68)
di Tommaso Dore
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
68
Il Concorso per il nuovo Palazzo della Camera dei Deputati (1967-68)
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Il Concorso per il nuovo Palazzo della Camera dei Deputati (1967-68)
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A. Lapadula, M. Poggiolini, progetto per un complesso parrocchiale a Ostia Lido, plastico
IL CONCORSO PER LE NUOVE CHIESE DI ROMA
di Luca Creti
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Il Concorso per le nuove chiese di Roma
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Il Concorso per le nuove chiese di Roma
Note:
(1) Conscia delle difficoltà rappresentate dai temi teologici e liturgici che dovranno affronta-
re, la Pontificia Opera, in sede di redazione del bando, prevede consulenze informative per
i concorrenti, tenute periodicamente da esperti in materia.
(2) S. Benedetti, Problemi della formatività architettonica del sacro, in Chiese Nuove in
Roma. 130 progetti di un concorso, Roma 1968, p. LVI.
(3) Idem.
(4) Idem.
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Rimini bombardata, schizzo del 1945
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L’URBANISTICA DI ATTILIO LAPADULA TRA DIDATTICA
E PROFESSIONE: EQUILIBRIO DI RICERCA E METODO
di Elisabetta Procida
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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L’urbanistica di Attilio Lapadula tra didattica e professione:
equilibrio di ricerca e metodo
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L’urbanistica di Attilio Lapadula tra didattica e professione:
equilibrio di ricerca e metodo
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L’urbanistica di Attilio Lapadula tra didattica e professione:
equilibrio di ricerca e metodo
nel triste primato delle distruzioni belliche (32), dal marzo 1945
è inserito nella lista dei comuni cui viene fatto obbligo di dotarsi
di un Piano di ricostruzione. Il piano regolatore generale, compi-
lato da Attilio insieme al fratello Ernesto e altri (33) e con la con-
sulenza di Plinio Marconi, viene consegnato, con il Piano di
Ricostruzione, il 9 settembre 1945. Il 6 giugno dell'anno succes-
sivo il Comune delibera l'adozione di quest'ultimo ma nell'agosto
seguente accantona definitivamente il PRG. La lettura della
Relazione Tecnica, ampia e dettagliata, è molto interessante,
quasi appassionante, e tra gli elementi di studio preliminare (34) Borgata Cerro, foto del plastico
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L’urbanistica di Attilio Lapadula tra didattica e professione:
equilibrio di ricerca e metodo
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L’urbanistica di Attilio Lapadula tra didattica e professione:
equilibrio di ricerca e metodo
(32) Fu stimato che solo il 2 % degli edifici di Rimini rima- modo parallela alla comunale, sono previste le abitazioni
se illeso dopo i 308 bombardamenti subiti tra novembre per le famiglie degli addetti ai sevizi della borgata, per un
1943 e settembre 1944 e, a causa dello stanziamento delle complesso di sedici alloggi. Lungo un'altra arteria interna
truppe di occupazione, vi furono perdite economiche più stretta e appartata, in una zona da destinare a parco
enormi: distruzione del patrimonio e delle fonti produtti- pubblico, sono disposti gli edifici scolastici, elementare e
ve, industriali, agricole e zootecniche, oltre che delle infra- asilo, e l'ambulatorio medico. Il campo da gioco è previ-
strutture. sto dietro l'edificio della chiesa e quelli per le bocce nel
giardino dell'edificio dell'Enal, riparati dal sole. Al fine di
(33) E. Karanauscas, N. Zani, U. Maschietto. contenere i costi di impianto e manutenzione, le zone da
alberare risultano concentrate nella piazzetta davanti ai
(34) Che comprendevano: topografia, condizioni geologi- negozi e nello spiazzo tra il centro sociale e gli edifici sco-
che, climatologiche e metereologiche del territorio comu- lastici.
nale, origini e sviluppo dell'abitato comunale.
(40) “L'ONC coprì dal 1918, anno della sua reale fonda-
(35) Questa definizione è da sempre molto discussa e mai zione, al 1943 un ruolo decisamente superiore a quello
accettata da alcuni critici, per esempio Bruno Zevi. dello stesso ministero dei lavori pubblici, e la sua articola-
zione sul territorio fu tale, per peso economico, sociale e
(36) L. Bertolaccini, Segezia e le altre città di fondazione politico, da rappresentare per tutto questo arco di tempo
in Puglia in epoca fascista, reperibile in internet: www.sto il nucleo centrale, il riferimento costante di alcuni ministe-
riaurbana.it/biennale/Relazioni/B20_Bertolaccini.doc ri: quello degli interni, delle migrazioni e colonizzazione
interna, delle opere pubbliche, dell'agricoltura, oltre che
(37) A. Lapadula, Relazione al Progetto per la costruzio- un tessuto di molteplici legali unidirezionali con altrettan-
ne della Borgata Cerra in Agro di Apricena (FG), 1952, ti sottosegretariati, alle bonifiche, alla finanza, al tesoro,
dattiloscritto conservato in archivio. ecc. R. Mariani, Fascismo e “città nuove”, Milano 1976, p.
17.
(38) Questi edifici sono: la chiesa con la canonica, il cine-
ma, la sede dell'Enal, la locanda e l'osteria-bar, i negozi, (41) G. Roisecco, Concorso per la sistemazione urbanisti-
l'ufficio postale, gli uffici del comune e dell'ente, la caser- ca e architettonica della città universitaria di Bratislava, in
ma dei Carabinieri. Architettura, Gennaio 1943 (annata XXII).
(39) Lungo la strada poderale, con numerosi lotti di (42) L. Piccinato. Il momento urbanistico in Italia, 1970,
recente assegnazione, sono previste cinque case con in F. Malusardi, op. cit., p. 262.
annesso laboratorio artigiano. Sulla strada interna, grosso-
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UN ESEMPIO DI INTERVENTO SU UN’ARCHITETTURA
DI ATTILIO LAPADULA: L’EDIFICIO RESIDENZIALE IN
VIA DELLE FORNACI
di Silvia Boscolo
Il fabbricato oggetto dell'intervento di recupero, per la cui analisi
critica rimandiamo al capitolo sulle residenze private romane,
nonostante fosse stato terminato soltanto da circa 25 anni presen-
tava le superfici esterne in avanzato stato di degrado. Le infiltra-
zioni d'acqua, principale causa del fenomeno, avevano intaccato
la pellicola pittorica superficiale, rovinando, in alcune zone,
anche l'intonaco sottostante; inoltre, dove provenivano dalle
coperture a terrazza, andavano a compromettere la vivibilità di
alcuni ambienti abitativi.
Prima di intervenire sul manufatto si sono potuti fortunatamente
consultare gli elaborati grafici originali; in questo modo è stato
possibile rispettare quelle caratteristiche primitive che rendono
l'edificio così straordinario dal punto di vista delle soluzioni com-
positive adottate (1).
Lo stabile ha una planimetria estremamente articolata, alla quale
corrisponde un complesso movimento di volumi, basato sull'al-
ternanza di corpi emergenti o posti in negativo rispetto alla sago-
ma dell'ingombro a terra, nonché dalla presenza di frangisole in
cemento armato di colore grigio scuro, la cui conformazione a
setti orizzontali determina un sottile e intrigante gioco di chiaro- Particolare della facciata prima dei lavori
scuri sulle facciate, che sono trattate con intonaco di colore bian-
co. Un'altra peculiarità del progetto, non visibile dall'esterno ma
che ha determinato alcune lavorazioni, inizialmente non previste,
in corso d'opera, è la struttura portante, caratterizzata da pilastri
rotondi svincolati dallo sviluppo degli ambienti interni e che, in
qualche caso, vanno ad interferire con le perimetrazioni verticali.
Prima dell'intervento le superfici delle facciate, come ricordato,
versavano in una situazione di notevole degrado, mentre i frangi-
sole, che risultavano corrosi in più punti, erano quasi privi di
copriferro o mostravano i ferri di armatura scoperti. Anche i
grandi vasi in cemento, la cui semplice sagoma prismatica risulta
così coerente con l'immagine complessiva del fabbricato, erano
quasi tutti spaccati o risultavano comunque gravemente lesionati.
Un problema notevole era inoltre rappresentato dal pessimo
stato delle copertine in metallo dei parapetti, quasi del tutto
arrugginite, e che, a causa di un difetto di realizzazione, non
erano idonee a svolgere adeguatamente la propria funzione di
gocciolatoio.
Grazie all'interesse e alla grande sensibilità dimostrata dai
Condomini, si è deciso, apportando significative varianti a un
capitolato lavori preesistente, di svolgere il lavoro in maniera tale
da garantire la sua perfetta riuscita sul piano funzionale, ma, nello L’intervento sui frangisole
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
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Un esempio di intervento su un’architettura di Attilio Lapadula
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Attilio Lapadula - Architetture a Roma
zato molti edifici dell'epoca, forse non era stato allora sufficiente-
mente collaudato per conoscerne i limiti; attualmente sappiamo
infatti come gli elementi in cemento, se non adeguatamente pro-
tetti dagli agenti atmosferici, tendano a degradarsi in breve tempo
per l'azione dell'acqua, che, arrugginendo i ferri di armatura,
porta al rigonfiamento degli stessi provocando lesioni nel mate-
riale cementizio e il distacco delle superfici copriferro. Un pro-