Autore
Aldo Rossi nasce a Milano il 3 marzo 1931. Nel 1949 si iscrive al Politecnico di Milano, dove si
laurea nel 1959.
Gi nel 1956 , per, inizia un attivit di collaboratore a Casabella-Continuit diretta da Ernesto N.
Rogers (collaborazione che durer fino al 1964).
Sempre nel 1956 inizia a lavorare con Ignazio Gardella e Marco Zanuso.
Dal 1961 Rossi inizia a frequentare le aule universitarie in qualit di professore, o meglio come
docente ospite alla Deutsche Bauakademie di Berlino diretta da Hans Schmidt, poi nel 1963 come
assistente di Ludovico Quaroni alla Scuola urbanistica di Arezzo e di Carlo Aymonino all'istituto
universitario di architettura di Venezia.
Nel 1965 diventa Professore incaricato presso il Politecnico di Milano.
Nel 1966 pubblica "L'architettura e la citt", saggio dove ridiscute i dettami del movimento moderno
verso una posizione storica e tradizionale dellarchitettura (Postmoderno).
Nel 1970 ottiene delle cattedre a Milano e a Palermo, ma nel 1971 viene sospeso
dall'insegnamento in Italia per attivit politico-culturale nell'Universit.
In seguito, nel 1972, accetta lincarico di professore al Politecnico Federale di Zurigo.
Lanno dopo diventa direttore della sezione internazionale di Architettura alla Triennale di Milano,
ma non solo: nello stesso anno gira un film intitolato Ornamento e Delitto .
Nel 1975 viene reintegrato nell'insegnamento in Italia. Ottiene cos la cattedra di Composizione
architettonica all'Universit di Venezia.
Successivamente viene nominato direttore del Seminario internazionale di Santiago de
Compostela. Dal 1976 inizia ad insegnare anche in diverse universit americane, tra cui la Cornell
University di Ithaca, la Cooper Union di New York, linstitute for Architecture and Urban Studies a
New York, la Yale University e Harward.
Nel 1983 ricopre lincarico di direttore della sezione Architettura della Biennale di Venezia.
Aldo Rossi muore il 4 settembre del 1997 a Milano.
Aldo Rossi
RIASSUNTO CAPITOLI
Capitolo 1 Tra Dante , M. Planck e lAlberti
Lautore ha sempre ammirato la Commedia perch stata iniziata nellet in cui bisogna compiere
qualcosa di definitivo e fare i conti con se stessi (30anni circa), dopo questa infatti egli non avrebbe
avuto pi nulla da dire a riguardo. Planck stato da lui apprezzato per la sua deduzione a
riguardo del lavoro che rimane intrinseco nel materiale utilizzato fino a un certo punto , cos
secondo lui ogni materiale deve prevedere la costruzione di un luogo e la sua trasformazione: la
continuazione dellenergia si mischia alla ricerca della felicit. Egli amava le contaminazioni e i
piccoli cambiamenti , insieme alle ripetizioni. Per questo la sua ammirazione va anche a toccare
lAlberti, nella sua ripetizione delle forme e dei linguaggi come se non esistesse contemporaneit,
poich lunico suo (di Aldo) interesse era la ricerca di una forma precisa che combatteva il tempo
fino a che non veniva distrutta.
E difficile pensare senza unossessione, impossibile creare senza una base rigida e ripetitiva
con questo Rossi trova maggiore conforto nel rito , che riesce a dare continuit , e lo applica
nellUnit Residenziale S. Rocco(1966).
autobiografia che serve a lui per descrivere i suoi progetti, anche se non sa di preciso se sia
meglio prima o dopo il fatto accaduto.
Capitolo 16 Regista
Lunica esperienza nel campo del cinema Rossi lha avuta con la Triennale di Milano nel 1973; il
film aveva il titolo del pi bel saggio di architettura (Ornamento e Delitto) ed era un collage di opere
darchitettura e pezzi di film nel tentativo di immettere il discorso dellarchitettura nella vita e nello
stesso tempo vederlo come sfondo delle vicende delluomo. La parte finale del cortometraggio
stata girata nella periferia milanese allalba.
Capitolo 18 Conclusione
Queste critiche non hanno abbattuto larchitetto, anzi hanno prodotto in lui una nuova grande
voglia creativa e un nuovo interesse per larchitettura. La sua paura pi grande era il rappresentare
il passato con il desiderio presente, ma un desiderio ormai morto, che si potesse colorare solo di
speranza. Egli non ha concluso nulla se non forzatamente. E puramente vero nelluomo un amore
incompiuto per il progetto , una voglia continua di rifare ma non per cambiare radicalmente, bens
per una strana profondit del sentimento delle cose , e dedizione ad esse.. Il compimento va oltre
larchitettura, ogni cosa la premessa di ci che vogliamo fare. C una amore vero e proprio per
linizio e la fine , il distruggersi e ricomporsi , e un rifiuto nel soffermarsi troppo nelle fasi intermedie
, dove si rischia di essere troppo prevedibili.
E cos che comunque ogni cosa deve concludersi anche solo per essere ripetuta con piccolissime
variazioni. Ancora ho visto come, scrivendo tutto questo, si crei un altro progetto che ha in s
qualcosa di imprevedibile e di imprevisto.