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LUDWIG HILBERSEIMER - MIES VAN DER ROHE

1. ARCHITETTURA

L’architettura dipende da elementi concreti (materiali, tecniche, strutture) ma


lo spirito ne determina la particolare espressione. L’essenza dell’architettura
va oltre i mezzi che la producono e gli elementi che la condizionano senza mai
entrare in contraddizione con essi. Rappresenta i valori e gli uomini di un
epoca in quanto è il risultato di un intento spirituale e della volontà costruttiva
dell’epoca. La più grande conquista del nostro tempo è la tecnologia ma solo
l’ultima generazione è riuscita a comprenderne i modi e gli impieghi e ne ha
fissato le forme architettoniche. John Ruskin vedeva solo le implicazioni
negative, cinquant’anni dopo i prodotti industriali diventano fonte di
ispirazione per gli architetti e si cominciarono a produrre oggetti di qualità sia
per il materiale che per la forma. Di conseguenza, negli anni ’20, nasce il
movimento per una nuova architettura, sviluppatosi in tutta Europa in cui
ognuno diede il proprio contributo specifico. Caddero le barriere del passato e
i problemi vennero affrontati con nuovi strumenti. Si affermarono architetti
oggi ancora molto influenti come Mies van der Rohe. Il suo lavoro si basa sulla
concezione che non esiste contraddizione tra architettura e struttura e che
devono coesistere armoniosamente. La struttura diviene architettura in quanto
strumento della sua costruzione se chi costruisce comprende il principio che
ordina ogni parte secondo il suo valore. La sua architettura, nonostante
dipenda dalla struttura è molto più che struttura. “Comporre elementi materiali
in una armonia musicale”- (Goethe). Raggiunge questo obbiettivo con
l’acciaio, ha scoperto, sviluppato e portato a perfezione la forma architettonica
di questo materiale. Il valore delle architetture di Mies sta nell’ordine
armonioso che ha saputo stabilire tra gli elementi che la compongono oltre
alla padronanza che ha di questi. La semplicità è il risultato di uno studio
continuo e di un lavoro sistematico. Attraverso questo riesce a realizzare
architetture chiare. L’architettura di Mies trae origine dalla natura dei materiali.

2. NUOVE STRUTTURE

Da sempre si discute se debbano prevalere i fattori materiali su quelli dello


spirito o viceversa. Alcuni sostengono che l’architettura si costruisca
meccanicamente e che risulti dalle funzioni. Dai materiali e dalla struttura
utilizzata. Secondo altri l’unica forza decisiva dell’architettura è una “spinta
ideale”, una “volontà di forma”. Questi fattori sono in realtà strettamente legati
tra loro e in alcuni momenti possono prevalere gli uni o gli altri, se cosi non
fosse l’architettura sarebbe ingegneria o un vuoto gioco di forme. Il problema
è assegnare ad ogni elemento il giusto ruolo e stabilire un equilibrio
considerando il necessario e il possibile. Il “vuoto gioco di forme” è la
caratteristica dei tempi di transizione, quando le nuove possibilità strutturali
appaiono in conflitto con le forme di sistemi precedenti. Esempi sono la
sostituzione della struttura architravata con la struttura ad arco e volta oppure
la sostituzione della struttura a muri portanti con quella a scheletro. Il
superamento di un concetto e di una forma tradizionali e lo sviluppo di
un’architettura in armonia con la struttura richiede tempo e immaginazione. La
campata della struttura architravata aveva grandi limitazioni dovete alla scasa
resistenza della pietra alla trazione (pietre grandi per campate piccole) invece
l’arco a volta, sfruttando la resistenza a compressione della pietra ha
permesso di coprire grandi campate con pietre piccole. Per ampliare la cella
dei templi introdussero la volta a botte. Per molti secoli i due sistemi vennero
combinati in quanto non si erano ancora comprese le possibilità
architettoniche delle nuove strutture e la tradizione riconosceva solo colonne
e trabeazione come elementi architettonici. Con la chiesa di S. Sofia a
Costantinopoli viene trovata una forma architettonica adatta alla struttura ad
arco e volta. La volta è sostenuta solo dagli elementi di sostegno necessari e
sono presenti delle finestre che rendono lo spazio ancora più luminoso a
differenza del Pantheon la cui volta è sostenuta da un massiccio muro
circolare. Nacque cosi un nuovo tipo di architettura. Oggi sta avvenendo lo
stesso fenomeno con la struttura a scheletro. I risultati architettonici che
derivano sono in netto contrasto con i concetti associati alla struttura muraria.
La struttura muraria si è imposta a lungo sul novo sistema costruttivo.
L’acciaio fu accettato come nuovo mezzo strutturale ma fu tenuto nascosto
per motivi formali e fu ignorato come elemento architettonico, le possibilità
espressive rimasero sconosciute. Con la struttura a scheletro la funzione di
sostegno è concentrata in pochi punti, in questo modo si ottiene: maggior
libertà nell’uso dello spazio e la drastica riduzione del peso dell’edificio che
permette di aumentarne l’altezza. Non c’è bisogno di muri portanti, le finestre
possono essere collocate ovunque e può essere rivestito in vetro. Il sistema
costruttivo venne impiegato subito (conquista tecnologica) ma gli architetti
trattavano le pareti di rivestimento come muri portanti subendo il fascino del
passato.

Una minoranza cercava di risolvere i nuovi problemi, come: Il Monadnock


Block di John Root a Chicago, uno dei primi grattacieli. Il rivestimento è dato
da muri portanti ma la struttura interna è in pilastri in ghisa e travi in acciaio.
Dal punto di vista architettonico però cercò di trovare un’espressione
architettonica libera da qualsiasi forma storica convenzionale. L’edificio è
ininterrotto dalla base al cornicione e gli angoli arrotondati lo fanno sembrare
rastremato. Il Reliance Building a Chicago di Daniel H. Burnham è
caratterizzato dalle grandi finestre. Le fasce dei davanzali si alternano a quelle
delle finestre interrotte solo dai pilastri della struttura. Nel Carson, Pirie e Scott
Building di Louis H. Sullivan le travi e i pilastri della struttura acquistano
identità architettonica. Alle due soluzioni possibili (accentuare orizzontalità o
verticalità) Sullivan ricorse ad una terza: assumere travi e pilastri come
elementi equivalenti, ciò ha reso neutrale la struttura tramutandola in
architettura, questo era il suo fine. La profondità delle finestra richiama le
strutture in pietra e appesantisce sia travi che pilastri. Mies van der Rohe negli
edifici residenziali ha sviluppato il problema a partire dalla natura del
materiale. Il carattere architettonico è determinato solo dall’impiego di acciaio
e vetro. Colma la distanza tra ingegneria e architettura facendo diventare gli
elementi strutturali elementi architettonici. Ha dimostrato come in architettura
acciaio e pietra siano equivalenti e come un’idea architettonica possa essere
realizzata sia con l’uno che con l’altro. La sua opera prosegue in modo fedele
l’insegnamento della scuola di Chicago, fondata da architetti che avevano
come obbiettivo un’architettura strutturale.

3. MATERIALI E STRUTTURA - l’influenza della struttura sull’architettura.

Materiali e struttura influenzano profondamente l’architettura, la loro piena


comprensione e padronanza li rendono preziosi mezzi dell’espressione
architettonica. Mies ha impiegato cemento armato, acciaio, vetro, mattoni
tenendo conto delle loro caratteristiche e potenzialità architettoniche di
ognuno. Considera il mattone come elemento ordinatore e ne ha restituito il
suo antico ruolo nella costruzione. Il progetto per una casa di campagna in
mattoni si basa sui muri portanti, questi non hanno più la funzione di chiudere
lo spazio ma sono diventati elementi liberi e separati tra loro. L’effetto
scultoreo è accentuato dalla libertà planimetrica della casa che si estende
nelle quattro direzioni indicate dai muri. Le parti che la compongono sono di
diverse altezze e si rapportano armoniosamente tra loro. Questo è il primo
esempio della concezione spaziale di Mies ed è ripetuto nella Wolf House di
Guben. Per il grattacielo in vetro presso la stazione Friedrich Strasse di
Berlino Mies prese ispirazione dalla struttura di un grattacielo in costruzione.
È un edificio completamente rivestito in vetro la cui logica strutturale si basa
sui principi adottati nelle costruzioni in cemento armato. I solai sono portati
dai pilastri centrali dai quali sporgono a mensola, non sono più necessari muri
portanti lungo il perimetro. La forma dei prismi che compongono l’edificio è
stata suggerita dalla forma del lotto. In un edificio tutto i vetro non si ha più il
gioco delle ombre tipico degli edificio pietra ma il nuovo gioco dei riflessi.
Studiando sul modello sostituì delle parti a forma di prisma con delle parti
cilindriche per rendere il gioco di riflessi ricco e vario. In contrapposizione si
ha il progetto di un palazzo per uffici in cui andava trovata la soluzione più
adatta ad un edificio in cemento armato con una struttura a scheletro con
campate rettangolari i cui piani orizzontali sporgono a mensola su tutti e
quattro i lati. Sotto le finestre un parapetto continuo contiene le armadiature
per gli uffici, le finestre sono arretrate rispetto al parapetto creando forti ombre
orizzontali che fanno risaltare i piani che sembrano sospesi in aria.La Carman
Hall un edificio per appartamenti nel campus del IIT è un esempio diverso di
struttura in cemento armato. Paragonato all’office building questo edificio e
molto più composto e leggero. Lo scheletro è composto da campate quadrate i
pilastri su perimetro diminuiscono di profondità con l’aumentare dell’altezza,
dato il minor peso e l’atrio e gli uffici sono arretrati al piano terra lasciando i
pilastri liberi. Con l’Adam Building, edificio commerciale di Berlino, viene
messa ancora più in risalto la leggerezza architettonica. È interamente in vetro
con struttura in acciaio. I piani sporgendo leggermente verso l’esterno
rendono possibile il rivestimento in vetro, le bande d’acciaio che sottolineano
piani e montanti sono a livello del vetro. Le vetrate al piano terra sono
collocate tra i pilastri arretrati consentendo al corpo principale dell’edificio di
allargarsi leggermente. L’insieme da l’effetto di una struttura priva di peso.
Costruisce anche due edifici per appartamenti a Chicago in acciaio e vetro. La
perte rientrante del piano terra (atrio e negozi) ha pilastri liberi, ciò fa sembrare
i due edifici come sospesi su trampoli. Sono edifici molto alti e hanno la
caratteristica di essere due edifici verticali in rapporto l’uno con l’altro. I
pilastri sono a vista, le finestre a filo esterno e i montanti sporgono
accentuando la verticalità dell’edificio attenuata appena dalle divisioni
orizzontali delle finestre. La casa in acciaio e vetro nella Fox River Valley,
Plano, Illinois presenta un solo piano sostenuta da otto pilastri che formano
tre campate, i piani del pavimento e del tetto sporgono a mensola i pilastri
all’esterno dell’edificio passano davanti ad una vetrata continua, lo spazio
interno è libero. In questo progetto architettura e struttura diventano una cosa
sola.

Gli edifici di Mies hanno un carattere proprio ma hanno in comune il fatto di


essere il risultato di uno stesso intento: rendere la struttura un mezzo di
costruzione dell’architettura. Esprimono le qualità proprie dei materiali e delle
strutture e testimoniano la varietà e la ricchezza di formi che Mies ha saputo
realizzare rispetto ai suoi principi. La pietra consente infinite variazioni sullo
stesso tema architettonico mentre l’acciaio impone limitazioni soprattuto se
utilizzato nelle forme in cui è prodotto, Mies ha dimostrato come anche con
queste limitazioni sia possibile una completa libertà di espressione. Conferma
sono la sua cura dei particolari e nella combinazione dei materiali. I muri di
tamponamento possono essere di materiali diversi ma il rapporto con i pilastri
è di fondamentale importanza, infatti da questo dipende l’immagine di
pesantezza o leggerezza degli edifici. Il rivestimento esterno può essere
collocato in qualsiasi punto con problemi tecnici e architettonici propri. In tutti
gli edifici Mies ha raggiunto un ordine architettonico insuperato.

4. LA PROPORZIONE

L’architettura di Mies van der Rohe è caratterizzata da chiarezza di struttura,


perfezione dell’opera e di una bellezza propria. Per raggiungere la chiarezza
strutturale è necessaria una sua conoscenza profonda e la capacità di
sviluppare l’ordine caratteristico. Anche se la scelta di struttura è libera poi si
ha libertà solo all’interno delle sue regole. Scoprire e tener conto delle regole
della struttura è condizione necessaria di un’opera architettonica. L’architetto
non può più dipendere dagli artigiani. Il mezzo espressivo della sua creatività
la cura dei dettagli la cui qualità dipende dalla tecnica e dalla forma
architettonica. Il fatto unificante è l’edificio il cui carattere si riflette in ogni
dettaglio. La chiarezza della struttura e la perfezione dell’opera hanno valore
estetico de si crede che l’architettura sia arte e la bellezza la finalità primaria.
La bellezza può essere espressa solo attraverso un’opera d’arte. Esiste come
ideale ma si manifesta solo attraverso l’opera d’arte e solo attraverso essa
prossimo capirne la natura. I mezzi dell’architettura per la realizzazione della
bellezza sono la nozione di spazio e quella di proporzione. Nel 19° secolo si
prendevano a modello gli edifici dell’antichità soprattuto greci. La ricerca
aveva come scopo quello di scoprire le proporzioni che li rendevano belli
poiché erroneamente si credeva che ricreando quei rapporti si sarebbe
ricreata la stessa bellezza. Per conoscere il vero significato di proporzioni e di
bellezza è necessario un atto creativo. Alberti nel rinascimento ha formulato i
nuovi principi principi dell’architettura che sono validi ancora adesso in
quanto universali. Affermo che la bellezza è data da tre fattori: il numero, la
forma, il rapporto tra le diverse parti. Il problema architettonico è trovare il
rapporto tra le parti e il tutto, il tutto deve avere il carattere delle parti, se no
non esiste unità e bellezza d’insieme. Esaminando l’architettura dorica si può
cominciare a capire le proporzioni. I templi dorici hanno forme diverse per le
diverse proporzioni tra le parti. I diversi elementi architettonici hanno stabilito
il tipo del tempio dorico, sacro e immutato, ma il costruttore era libero di
cambiare le proporzioni, particolari e finiture. La creatività dei greci deriva dal
perfezionamento dei tipi già noti. La caratteristica principale del tempio reco è
il sistema proporzionale che stabilisce l’armonia tra la pianta bidimensionale e
l’immagine nello spazio tridimensionale. Varietà di proporzioni, varietà di
templi. La variazione dei rapporti tra le parti si riflette in ogni particolare. La
parte influenza l’insieme e viceversa. Le proporzioni possono definire caratteri
formali molto diversi. Il tempio di Nettuno e il Partenone sono il risultato di due
concezioni architettoniche diverse. L’architettura di Mies è importante per la
sua chiarezza di struttura, è maestro di tecnica e la perfezione del suo lavoro
si vede nei dettagli. È poi maestro delle proporzioni, ciò che costruisce diventa
arte e appartiene al regno della bellezza. Questo si nota di più negli edifici ad
un solo piano in cui il tracciato planimetrico rimanda all’immagine
tridimensionale.

5. IL CONCETTO DI SPAZIO

L’architettura si colloca nello spazio e al tempo stesso lo racchiude in se. Da


questo nasce il problema del controllo dello spazio interno ed esterno. Lo
spazio interno può interagire con quello esterno e viceversa oppure possono
fluire in uno spazio unico. Con la casa di campagna in mattoni Mies diede
testimonianza della sua idea di spazio: il fluire insieme di spazio interno ed
esterno. I muri bassi he escono dall’edificio portano l’esterno all’interno e la
casa si rivolge all’esterno con le grandi aperture. La pianta ha carattere
diagrammatico. Ciò che fece Piet Mondrian in pittura fece Mies in architettura
(con gli specifici strumenti). Nonostante entrambi tendano all’astrazione c’è
una grande differenza nelle due opere: i quadri sono opere d’arte autonome
mentre le piante sono una notazione sul concetto di spazio, rappresentano
una parte, una sezione di un’opera tridimensionale che non può essere
paragonata ad un dipinto bidimensionale.

L’architettura è tridimensionale e si distingue dalla cultura piche contiene


anche lo spazio non solo esiste in esso. La costruzione dello spazio interno e
la sua relazione con l’esterno è una delle questioni risolte brillantemente da
Mies. Con il padiglione tedesco della mostra internazionale di Barcellona Mies
crea un manifesto del suo concetto di spazio. In un edificio senza vincoli
funzionali con una struttura a scheletro di tre campate rettangolari uguali, la
copertura sui due lati corti era a sbalzo. Erano collocati in modo insolito dei
piani verticali che si differenziavano per materiali, dimensioni e proporzioni,
dividevano lo spazio ma lo unificavano. La bellezza dell’edificio non deriva
solo dall’uso di marmi pregiati ma dal susseguirsi di luoghi diversi
comunicanti l’uno con l’altro. Lo spazio, non chiuso, fluiva da una parte
all’altra collegando luoghi diversi tra loro con lo spazio esterno. Il risultato fu
un capolavoro architettonico e un’opera d’arte.

6. ARCHITETTURA, SCULTURA E PITTURA

Negli anni ’20 ci fu il divorzio tra architettura e arti figurative, entrambe si


svilupparono in modo indipendente. Sorse una protesta per la quale si
considerava l’uso improprio delle arti figurative nel passato la causa del
crescente caos in architettura. All’esposizione del Werkbund si costruirono
abitazioni in cui non erano previsti ne quadri ne sculture e i pittori
manifestarono ugualmente esempio il quadro “quadrato bianco su sfondo
bianco” di Casimir Malevich. In passato architettura e scultura avevano
collaborato strettamente: nelle chiese la scultura aveva funzione religiosa. Lo
sviluppo di una nuova struttura può avere influenza sul rapporto con le arti
figurative (architettura gotica e pitture murali). Il divorzio ha avuto
conseguenze positive come l’approfondimento della conoscenza degli
elementi dell’architettura nella forma più pura che ha preparato la strada ad un
nuovo riconoscimento delle arti figurative. La “parete vuota” è stato un passo
inevitabile, è stata scoperta la parete come elemento architettonico. È stata
compresa la natura dei materiali e si sono create le condizioni per un impiego
migliore della scultura e della pittura. La nuova relazione tra questi elementi si
deve basare su un rapporto di eguaglianza reciproco conta il loro intrinseco
valore artistico. Mies facendo in modo che gli elementi dell’architettura
manifestino la loro identità nel rapporto con l’insieme riesce a trovare un
nuovo e significativo impiego per le arti figurative. Egli considera architettura
pittura e scultura con la stessa importanza. Posizionando la scultura
all’interno del bacino d’acqua del padiglione Barcellona da importanza alla
scultura ma esalta anche il significato del luogo. Per l’esposizione di Guernica
di Picasso Mies dispone il quadro come se fosse una parete divisoria libera
intorno (nel progetto: un museo per una piccola città). Il dipinto è isolato e trae
vantaggio da ciò ma è unito all’edificio in quanto elemento costituente.

7. MATERIALI E COLORI

Kandinsky si rese conto che eliminando tutti i particolari e riducendo al


minimo indispensabile i suoi dipinti sarebbero risultati più efficaci. Ciò
successe anche agli architetti degli anni ’20 che si resero conto del numero
degli elementi insignificanti e ricercarono quelli fondamentali per esprimere le
loro idee con semplicità e chiarezza. Ogni tempo ha i propri caratteri
riconoscibili. Conseguenza della tendenza alla semplicità fu che gli edifici
dovessero avere una superficie liscia di intonaco bianco e gli altri materiali
rimasero quindi nascosti dietro. Il bianco doveva creare unità nella diversità,
idea medievale per cui lo stesso materiale uniformata diversi stili adottati nel
tempo. Nel quartiere dell’Esposizione del Werkbund tutti gli edifici sarebbero
stati intonacati e colorati di bianco. L’unico edificio non bianco fu quello di
Bruno Taut per la convinzione che colori vivaci fossero più appropriati. Oggi
invece pensiamo a tenui contrasti tra i materiali che possono essere appena
evidenti. Mies ha raramente usato l’intonaco pretendo materiali naturali
pregiati e non, dava risalto al carattere dei diversi materiali usando materia e
colori come elementi di architettura. L’uso di materiali pregiati non è garanzia
di buona architettura anzi il materiale assume significato e valore
architettonico solo in base all’impiego che se ne fa. Mies lavora sempre con
grande cura per i dettagli. Il suo scopo principale è raggiungere un risultato
architettonico in ogni tema, anche all’Minerals and Metals Research Building
all’IIT nonostante l’uso di materiali prefabbricati e la funzione dell’edificio
abbai determinato la distribuzione l’armonia è stata raggiunta in modo
perfetto.

8. UN NUOVO LINGUAGGIO ARCHITETTONICO

Il più grande risultato raggiunto da Mies è quello di aver creato l’architettura


dell’acciaio e di aver costruito un vocabolario del nuovo linguaggio
architettonico, ha sviluppato questa architettura direttamente dalla natura del
materiale. Ha saputo raggiungere la massima chiarezza strutturale e ha trovato
una perfetta

armonia tra i materiali e i suoi fini. Ha sviluppato i suoi principi strutturali e


architettonici senza mai proporsi di inventare nuove forme. La struttura a
scheletro propone una scelta limitata di tipologie: strutture basate su campate
rettangolari o quadrate oppure strutture libere da elementi interni di sostegno
le cui coperture sono costituite da grandi travi sostenute da pilastri esterni.
Ciò consente una grande varietà di combinazioni ma presentano peculiari
problemi architettonici, bisogna rispettare le limitazioni del tipo di struttura
scelto. L’aspetto semplice è dato dalla chiarezza con cui sono stati risolti i
suoi problemi e che ogni parte è al suo posto, svolge la sua funzione ed è in
armonia con il tutto. L’edificio della Library and Administration dell’IIT è una
delle opere più perfette. Il progetto non realizzato è studiato nei minimi
dettagli. Pianta rettangolare a tre campate rettangolari con corte e deposito
libri al centro. Ha un solo piano con diversi ammezzati. Interno ed esterno
sono identici per struttura materiali e forma. Le campate condizionano la
pianta e i lati lunghi sono esposti a nord e sud. Pianta e prospetti riflettono la
struttura dell’edificio che è contemporaneamente struttura e architettura
(come nelle cattedrali). L’architettura di Mies si basa sugli elementi strutturali
ogni elemento è importante per se e per il suo rapporto con il tutto. Gli
elementi sono uniti tra loro senza che nulla di superfluo venga aggiunto. Con
la struttura a scheletro vengono eliminati i muri portanti e quelli di
tamponamento possono essere posti tra, dietro o davanti i pilastri. Se si
trovano davanti i pilastri (Chemistry Building) si ottengono delle facciate tutte
uguali come negli edifici rinascimentali. Invece nel Library and Administration
Building I muri si trovano tra i pilastri a nord e sud e davanti sui restanti lati, le
due testate si distinguono cosi da quelle laterali come nel Minerals and Metals
Research Building. Questa distinzione ha motivi anche strutturali e non solo
architettonici, con campate quadrate valgono dappertutto le stesse condizioni
mentre con le campate rettangolari le travi portanti hanno un’altezza maggiore
che se mantenute a vista distinguono le testate dai prospetti laterali. Anche se
complessi funzionalmente gli edifici moderni hanno un aspetto più semplice.
Nell’Administration Building le vetrate sono più alte nei lati ad ovest ed est a
causa della minor altezza delle travi, le vetrate poggiano su un muro di mattoni
tranne che sugli ingressi dove arrivano fino a terra. A sud dove c’è l’ingresso
la vetrate corrisponde all’intera campata e occupa tutta l’altezza. Ai lati ci sono
due muri di mattoni delle stesse dimensioni. In questo modo il fronte di
ingresso si differenzia dagli altri e diventa il più importante come l’edificio per
le dimensioni maggiori e le proporzioni si distingue dal resto del campus.
Prima della rivoluzione industriale gli “Architetti Dilettanti” progettarono edifici
realizzati da artigiani che possedevano le conoscenze necessarie. Tali
realizzazioni furono possibili grazie al linguaggio architettonico comune. Con
la rivoluzione industriale si è distrutta questa tradizione senza porre
un’alternativa adeguata ai nuovi mezzi di produzione. L’architetto divenne un
individuo isolato mentre l’architettura deve andare oltre l’espressione
individuale e tendere alla definizione di valori generali. L’industria in contrasto
con la tendenza individualistica ha prodotto nuovi elementi per l’edilizia con
cui costruire interi edifici che necessitano però di perfezionamenti attuati
tramite la creazione di un nuovo linguaggio architettonico basato sulle nuove
conquiste tecnologiche. Questa tradizione potrebbe rimediare alla mancanza
di un ordine stabilito e di principi di riferimento validi per tutti. La creazione di
un linguaggio architettonico è uno dei compiti principali dell’architettura
contemporanea. Mies ha formulato un nuovo vocabolario che favorirà la
nascita di un nuovo linguaggio, da qui il particolare valore della sua opera. La
speranza del nuovo linguaggio è fondata sul fatto che le sue opere si basano
sulla nuova tecnologia, sul suo uso appropriato e chiaro e sulla grande
capacità costruttiva.

9. CASE UNIFAMILIARI E CASE D’APPARTAMENTI

La crisi degli alloggi degli anni 20 fu un problema edilizio senza precedenti per
tutti i paesi aggravato dall’aumento dei costi. Provarono a ridurre al minimo la
dimensione degli alloggi ma questa soluzione fu fallimentare in quanto i costi
di una casa non diminuiscono proporzionalmente alle dimensioni poiché sono
alti i costi relativi dati dagli elementi fissi. Una diversa soluzione fu la
prefabbricazione e la produzione in serie, Mies sostenne la prefabbricazione
perché era convinto che i nuovi mezzi di produzione dovevano essere utilizzati
anche nell’edilizia. Però questa idea era generalmente contrastata poiché si
credeva che avrebbero portato ad un’uniformità formale. Mies sosteneva che
l’industria avrebbe dovuto produrre solo gli elementi costruttivi e non l’intero
edificio. Queste case avrebbero potuto rispondere ad ogni esigenza, evitare la
monotonia e consentire il libero sviluppo della ricerca formale. I problemi
funzionali screditarono la nuova architettura, Mies non si è mai interessato
degli aspetti funzionali degli edifici era interessato all’architettura. Il suo fine
era la costruzione della casa dal punto di vista dell’architettura.

Casa Tugendhat a Brno in Cecoslovacchia - su un pendio si sviluppa su livelli


diversi. L’ingresso è al secondo piano dove si trovano camere da letto e
terrazza, le scale scendono fino al pianterreno dove si ha la zona giorno, il
luogo principale. Rappresenta lo sviluppo della casa di campagna in mattoni.
La struttura è in pilastri di acciaio cromato e lo spazio è diviso da due pareti
libere, gli unici elementi di divisione, una in ebano di colore scuro che delimita
con una curva la zona pranzo mentre l’altra in onice oro fulvo divide il

soggiorno. Gli spazi di grandezze diverse confluiscono l’uno nell’altro


costituendo uno spazio unitario. Una parete di vetro continua separa e unisce
il soggiorno dal giardino esterno. L’edificio per la mostra dell’edilizia a Berlino
- costruito all’interno di un capannone è simile alla casa di campagna in
mattoni per i muri liberi che escono all’esterno con la variante di alcune stanze
che si aprono su una corte chiusa. Il rapporto con la corte da la sensazione
che le stanze si estendano oltre i confini. Mies ha progettato diverse case con
corte in cui si crea un rapporto singolare tra interno ed esterno. Progettò poi
case a pianta quadrata sviluppate attorno ad un nucleo centrale in cui sono
collocati i servizi e si aprono su tutti e quattro i lati. La casa Hubbe a
Magdeburgo - progettata per essere costruita su un isola del fiume Elba in
rapporto al paesaggio circostante. Soggiorno e camera da letto si affacciano
su una corte interna, dall’altro lato il giardino si affaccia sul giardino e sul
paesaggio fluviale. La casa Resor - primo lavoro americano di Mies mai
realizzato. La pianta rettangolare si appoggia come un ponte sulle due sponde
del piccolo fiume su due basi di pietra. Il soggiorno è al centro e una grande
finestra da sul paesaggio montuoso. Le estremità della casa contengono i
bagni e l’ingresso con la cucina. La struttura in acciaio è rivestita da tavole di
cipresso. La casa sul fiume Fox - prima casa Americana costruita. Ha una
pianta rettangolare con pilastri all’esterno saldati alle due solette. I pilastri
hanno la funzione di tenere la casa sollevata dal terreno. Lo spazio interno è
libero con l’unica parte fissa costituita dal blocco servizi. I quattro lati della
casa sono vetrati ed è costruita con acciaio e vetro, i dettagli sono curatissimi.
La casa d’appartamenti della Weissenhof Siedlung a Stoccarda - mostra
quanto possa essere flessibile la pianta di un’alloggio se la struttura è a
scheletro. solitamente le dimensioni di una stanza sono determinate dalla sua
funzione e la posizione è stabilita in rapporto alle altre stanze, con la struttura
a scheletro si mantengono fissi gli elementi come le scale, cucina, bagno e le
finestre e si suddivide il restante spazio in base alle esigenze dei futuri
abitanti. La suddivisione può essere fatta con pareti fisse o mobili e permette
una grande varietà di soluzioni in uno stesso spazio. Gli alloggi sono di due
tipi: sono larghi due o tre campate. A Chicago continua la sua ricerca sul tema
dell’abitazione e approfondisce lo studio dei materiali. Era attratto dagli edifici
in acciaio e vetro e ne da una definizione avanzata con gli edifici per
appartamenti del Lake Shore Drive. Con gli edifici per appartamenti al campus
dell’IIT in cemento armato mostra come l’uso del materiale influisca
sull’immagine architettonica di un edificio. L’approfondimento del sistema
costruttivo e la ricerca di una chiara identità architettonica è il tema di due
gruppi di edifici per appartamenti in c.a. Uno è quello dei 900 Esplanade
Apartments accanto agli edifici in acciaio e vetro di Lake Shore Drive e quelli
del Comminwealth Promenade Apartments più a nord. Gli elementi strutturali
sono stati rivestiti in alluminio e i montanti dei serramenti sono dello stesso
materiale. L’alluminio essendo leggero ed economico è il materiale perfetto per
il rivestimento, protegge la superficie in c.a. e può essere prodotto in qualsiasi
forma. Il progetto Gratiot a Detroit mostra cosa è possibile realizzare
costruendo edifici alti e bassi insieme su grandi aree poco costose. Un’area
vasta e una tipologia edilizia mista permette di disporre edifici alti a distanza
considerevole l’uno dall’altro. In questo modo ogni appartamento gode di una
vista ampia e libera e può essere immerso in un parco, luogo natrale di svago
per gli abitanti

10. EDIFICI COMMERCIALI

L’evoluzione degli edifici commerciali è stata lenta per le limitazioni dovute alla
divisione degli isolati in piccoli lotti. I nuovi edifici alti rubavano luce ed aria a
quelli vicini e i lotti liberi erano sempre meno utilizzabili. Solo le grandi
imprese poterono costruire su metà o su un intero isolato ma con
l’imposizione dello stesso metodo di costruzione. Alla fine degli anni ’20 Mies
fu invitato al concorso per la ricostruzione dell’area intorno alla Alexander
Platz di Berlino e a studiare una soluzione per migliorare la viabilità. Partendo
da quella piazza molte strade si optò per uno svincolo ad anello e mentre tutti
gli altri partecipanti proposero edifici curvi che definivano una piazza rotonda
Mies progettò edifici indipendentemente dalla strada e li trattò come elementi
autonomi secondo il loro carattere e il carattere del luogo in cui erano
costruiti, tutti liberi su tutti i lati e ben esposti a luce e area. Un edificio più
altro dava unità architettonica a tutto il sistema. Tutti gli edifici commerciali
hanno la caratteristica comune di essere liberi intorno sia che siano piccoli o
molto grandi. Per la Reichsbank la sua funzione pubblica e commerciale
imponeva un’immagine dell’edificio rappresentativa. Questo è stato risolto con
un alto e grande atrio raggiunto da due rampe di scale che partono
dall’ingresso a livello strada. l’altezza dell’atrio permette la costruzione di una
grande finestra (tre volte più grande delle altre) che da un carattere molto
monumentale creando un Fort contrasto. Il Seagram Building è un grattacielo
alto 38 piani è arretrato rispetto alla strada lasciando posto a uno spazio
aperto che diventerà una piazza.

11. L’ILLINOIS INSTITUTE OF TECHNOLOGY DI CHICAGO

Nel ’38 Mies fu nominato direttore del Dipartimento di Architettura dell’IIT e


ottenne l’incarico della progettazione del nuovo campus. La zona scelta
corrispondeva a quella del vecchio campus. Per mantenere l’unità scelse un
modulo quadrato di 6mx6m di 3.5mdi altezza, unità spaziale divisibile per due
e combinabile per ambienti più ampi. Questo modulo regola sia gli edifici che
gli spazi esterni, la funzione di questa maglia è quella di garantire un ordine
generale oltre a garantire una regola di distribuzione. Influenza la forma degli
edifici e gli spazi tra di essi, crea un ritmo e da senso di libertà e di unità.
L’area del campus è attraversata da due strade principali, in un primo progetto
una veniva elimina (quella nord-sud) per permettere il raggruppamento di
edifici intorno ad una vasta area centrale ma a causa di permessi non concessi
nel progetto definitivo si ha una piazza centrale più piccola e diversi spazi
aperti intorno ai quali si raggruppano gli edifici. Ne risulta un sistema di spazi
aperti e chiusi e una continuità fra questi e gli edifici. Nel primo progetto poi
gli edifici sono più articolati e alcune loro parti invadono gli spazi liberi mentre
in quello definitivo gli edifici sono a blocco, senza articolazioni e tutto è in
confini rettangolari. La semplificazione tipologica è una delle caratteristiche
del lavoro di Mies negli USA dove gli elementi sono tutti ricondotti ad una
forma geometrica semplice. Alcuni edifici non rispettano il modulo: il
Commons Building, il Library and Amministration Building che presenta
campate rettangolari che diventano il carattere della sua architettura. e il
Building foto Architecture, Planning and Design che differisce per il modulo e
per il concetto architettonico per cui è costruito. È in acciaio e vetro senza
elementi portanti interni, al piano interrato ci sono i laboratori, sale di lettura,
magazzini, lavanderia il piano principale è una grande sala libera da pilastri, la
copertura è sorretta da travi in acciaio a 19m di distanza e con una luce di
38m, in questa sala ci sono le aule di progettazione, biblioteca, spazio per
esposizioni; questo spazio può essere suddiviso con divisori mobili. L’aspetto
è insolito ma consono al campus e ne riassume i caratteri architettonici.

12. EDIFICI PUBBLICI

Il padiglione Barcellona è un esempio brillante di come Mies sappia affrontare


il tema dell’edificio pubblico. Progettò un museo per una piccola città il quale
doveva svolgere più funzioni: centro culturale, luogo di incontro per
manifestazioni artistiche, conferenze, concerti, sede della vita culturale della
città. Costruito su un basamento ha elementi strutturali semplici: pilastri,
piano di basamento e copertura, muri perimetrali e pareti di separazione
mobili. Il piano di copertura si estende per tre campate oltre a una testata
dell’edificio delimitando uno spazio aperto che confina con una corte esterna
chiusa da un muro su tre lati, spazio che può servire per le esposizioni
all’aperto. Pareti esterne in vetro, date le grandi dimensioni la corte da luce
alle zone interne. La forma a conchiglia del soffitto dell’auditorium è data da
esigenze acustiche. Le pareti sono quasi tutte mobili in quanto la flessibilità è
la prima esigenza. Il teatro di Mannheim si allontana dall’idea tradizionale di
teatro, infatti gli elementi funzionali, palcoscenico e platea, si trovano in una
grande sala in acciaio e vetro senza pilastri interni nella quale si dispongono
liberamente. Ci sono due teatri da 1300 e 500 posti. L’edificio è alto due piani,
nel primo ci sono gli ingressi e i servizi mentre il secondo è l’aula che contiene
i teatri veri e propri ecc.. i diversi spazi nell’aula non sono visibili all’esterno.
La divisione dei due piani è accentuata dall’arretramento del basamento che
da anche una particolare leggerezza alla costruzione e dai diversi materiali
impiegati. Il carattere architettonico dell’edificio è affidato alla grande aula. Il
progetto per la Convention Hall di Chicago avrebbe dovuto contenere 50.000
persone e doveva essere in un luogo facilmente raggiungibile. Fu progettato
come un centro culturale per diversi usi, ai lati edifici più bassi contenenti
ristoranti ed altri servizi creano una grande piazza. Doveva coprire 40.000mq
senza ostacoli strutturali, per cui viene deciso un grande quadrato che doveva
presentare caratteri di uniformità per cui viene scelta come copertura una
piana che costituita l’elemento unificante dell’edificio. La struttura è basata su
un modulo di 9m che conferisce unità e armonia al sistema architettonico. I
pilastri lungo il perimetro esterno sostengono il grande tetto. Sono presenti
controventature orizzontali e verticali. Gli angoli della sala sporgono a sbalzo
di due moduli su entrambi i lati. La soluzione finale prevede un modulo
quadrato per cui la disposizione degli elementi strutturali è armoniosa e le
proporzioni più convincenti. La struttura è visibile sia all’interno che
all’esterno della sala, per il rivestimento viene scelto un materiale metallico in
accordo con la struttura in acciaio. La vetrata continua contenente gli ingressi
arretra rispetto ai plinti, l’arretramento rende l’edificio più leggero accentuata
dalla trasparenza del vetro. L’architetto ha il compito di esprimere il significato
dell’edificio che sta progettando con l’architettura. Deve affrontare il problema
della monumentalità, localizzazione e rapporto con il contesto ma sopratutto la
questione delle proporzioni. In questo caso le proporzioni sono in

armonia con la struttura basata sul modulo quadrato riconoscibile ovunque


nell’edificio. La coerenza razionale che unisce interno ed esterno risulta dai
rapporti matematici e da un ordine oggettivo. Mies ha dimostrato che
l’architettura può essere costruita anche con elementi prefabbricati. La
Convention Hall è la prova di questo. È un’importante realizzazione dell’era
tecnologica, è un’architettura oggettiva libera dagli equivoci
dell’individualismo, l’architettura parte dal necessario. Mies andò oltre, le sue
opere hanno un valore che rappresenta al meglio la nostra epoca.

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