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Parallelamente si definiscono anche alcuni caratteri tipici dell’edilizia, quale conseguenza della politica
urbanistica basata esclusivamente sulle leggi del profitto. Se gli edifici di rappresentanza sono ubicati in città
ed usano gli stili europei, l’edilizia residenziale si sviluppa fuori delle città ed è realizzata con prevalente
struttura in legno su un massimo di due piani.
Nel centro città (il cosiddetto Loop), invece, l’edilizia commerciale dà inizio alla storia di un nuovo “tipo” : il
grattacielo.
Funzione, struttura e stile
La storia del grattacielo è la storia dell’evoluzione di alcuni fattori tecnico -
economici :
- l’alto prezzo delle aree fabbricabili del centro città che porterà a privilegiare,
a Chicago come a New York, l’altezza dell’edificio rispetto alla sua
estensione orizzontale;
Le innovazioni strutturali
Dal punto di vista strutturale i grattacieli erano realizzati o in muratura
portante, con gli inevitabili grossi spessori delle pareti in pietra o mattoni, o
in struttura metallica, con l‘uso della ghisa e poi del ferro, in particolare per
la realizzazione dei pilastri, che consentivano maggiori aperture vetrate e
campate più ampie.
Sotto questo profilo gli indirizzi stilistici possibili erano sostanzialmente
due.
Il primo era orientato a mettere in luce, con grande chiarezza e sincerità,
la struttura portante intelaiata che diventava, quindi, l’elemento
caratterizzante la forma dell’edificio.
Il secondo era quello di nascondere la struttura metallica sotto una
muratura portante in pietra, dando quindi l’impressione di un edificio in
muratura tradizionale e lasciando al rivestimento esterno il compito di
esprimere il “carattere” dell’edificio.
H. R. Richardson
Austin Hall, Harward University
Cambridge, Mass.– 1881-1883
Il Razionalismo Strutturale
Lo stile funzionalista tende a limitare progressivamente ogni riferimento agli stili del passato ed agli aspetti
ornamentali, mettendo in evidenza la struttura dell’edificio quale elemento caratterizzante la sua forma.
Questa scelta determinerà il progressivo affrancamento dal Classicismo e dall’Eclettismo, importati negli
U.S.A. dall’Europa nel XVIII e XIX secolo, e diventerà, in anticipo sugli sviluppi contemporanei europei, uno
punto di riferimento delle ricerche moderne nel campo dell’architettura.
Ma l’indirizzo “funzionale”
ormai era stato dato e da
ora si svilupperà nella
ricerca di una “forma” che lo
rappresenti degnamente.
Per l’architetto americano si pone ora un problema : essendo il grattacielo una tipologia di edificio non esistente in
Europa, e volendo la cultura americana affrancarsi da quella Europea, quale stile dovrà avere questo nuovo tipo
di edificio?
Fiera Mondiale di Chicago - 1893
Nel 1890 viene approvato il piano generale della famosa Fiera Mondiale Colombiana o Fiera Mondiale di Chicago
del 1893, disegnato da Daniel Burnham e Fredrick Law Olmsted, colui che aveva dato le basi scientifiche alla
disciplina dl Plannig. La fiera diventerà un avvenimento storico in quanto, celebrandone i fasti, chiuderà un’epoca
dello sviluppo capitalistico statunitense.
Burnham e Olmsted interpreteranno i nuovi bisogni e miti, sconosciuti all’America della Frontiera. L’area su
cui deve sorgere la Fiera comprende il Jackson Park (cui Olmsted aveva dato una prima sistemazione) e
una ampia estensione di terreni prospicienti il lago Michigan.
Il Piano Generale, però, vede l’imposizione di altezze uniformi, di assi di simmetria, fuochi prospettici
privilegiati e l’adozione del linguaggio Beaux Arts che ha permesso la realizzazione dei bianchi padiglioni
di stucco e di legno della Corte d’Onore (che daranno il soprannome di “White City” a tutto il complesso).
Questi elementi prefigurano una struttura unitaria, un “fantasma di razionalità”, in diretta polemica con la
“foresta” di grattacieli che ha rappresentato la Chicago dei rimi anni ottanta.
Mentre la Fiera apre suoi battenti impressionando un pubblico stupito, viene teorizzata la “definitiva
scomparsa della frontiera”. Abbandonando ogni complesso di inferiorità verso l’Europa, rimuovendo
l’angoscia derivante dalle modeste radici della propria storia e assumendole nel monumentale Kitsch della
Fiera, la cultura americana fornisce al popolo una occasione di auto identificazione.
Per la realizzazione dei maggior edifici sono chiamati famosi architetti da New York (RIchard M. Hunt; Mc
Kim, Mead and White; George B.), da Boston (Peabody e Stearns) e da Kansas City (Van Brunt e Howe).
Da Chicago il più rappresentativo è Sullivan con il suo Transportation Buiding.
Se Richardson rappresenta il
momento “culturale”
dell’evoluzione stilistica del
grattacielo, W. L. B. Jenney
rappresenta l’aspetto “tecnico”.
Eclettismo
Razionalismo Strutturale
Louis Sullivan e Dankmar Adler
(1856-1924) (1844-1900)
Sullivan, dal punto di vista teorico, rappresenta la punta più avanzata nella ricerca
stilistica dei Chicago Architects, e rimane la figura più rappresentativa sia per le
opere realizzate, sia per il fondamento teorico sul quale si è basata la sua pratica
professionale.
Nasce a Boston nel 1856, nel 1869 si trasferisce a Chicago e nel 1872 si iscrive al
M.I.T. (dove sette anni prima era nata la prima scuola di architettura americana). Al
M.I.T. andava di moda il Gotico Vittoriano, affermatosi in Inghilterra per opera di W.
Butterfly e G. Street e propugnato da Ruskin. Ma il Direttore dell’istituto invita ad
insegnare anche Eugene Letang, diplomato alla Ecole des Beaux Arts di Parigi, con
il quale sullivan affronterà lo studio degli ordini classici.
Nel 1872 va a New York dove conosce le opere di Furness, che poi lo assume nel suo studio. Ma nel 1873 a
causa della crisi lo licenzia. Tornato a Chicago, subito dopo il terribile incendio, Sullivan lavora con Le Baron
Jenney. Nel 1874 parte per Parigi dove supera l’esame di ammissione all’Ecole des Beaux Arts, ma poco
dopo parte per Roma e Firenze. L’esperienza alla Ecole des Beaux Arts rimarrà, però, fondamentale
soprattutto per l’equilibrio della composizione.
Nel 1875 rientra a Chicago. In questi anni, in città, si avvertono sintomi del rinnovamento, anche per merito
della nascita, l’anno successivo, della rivista “the Western Architect and Builder” che riporta le architetture di
Viollet Le Duc proponendo l’idea di un’architettura che potesse nascere dallo sviluppo della struttura in
acciaio, esprimendo chiaramente il proprio sistema costruttivo e senza influenze archeologiche. Da ora gli
architetti di Chicago iniziano a parlare di “realismo strutturale” e “costruzione razionale”.
A 19 anni diventa amico dell’architetto Edelmann a su suo interessamento avrà un incarico di disegnare la
decorazione per la Sinai Synagogue, fatta da Edelmann.
Lo steso Edelmann nel 1979 presenterà a Sullivan l’ingegnere Dankmar Adler sotto li quale Sullivan inizierà
a lavorare per diventare socio nel 1881.
I primi lavori realizzati sono eclettici, come l’edificio Borden (1879-
80), i Magazzini Rothschild (1880-81) o il Revell Building (1881-83).
e denunciano ancora una
esigenza di originalità e
pittoricismo
La teoria organica nasce nel XVIII secolo ed è portata in America nel 1840 da un articoli di Horatio
Greenhough e dagli scritti di Emerson.
Nella su Autobiografia Sullivan esprime ammirazione per la teoria dell’evoluzione e considera la
società come un organismo che da entità semplice diventa complessa e organizzata. Sullivan ritiene
che un edificio debba esprimere, oltre all’ambiente fisico, anche l’ambiente sciale dal quale si sviluppa.
Pianta
edificio
Wainwright Building, St. Louis 1890-91
Qualitativamente molto
elevato sotto il profilo tecnico
distributivo, strutturalmente
usa una il sistema d travi e
pilastri metallici, come quello
dei grattacieli.
La modernità dell’edificio sta
nella superficie continua
delle facciate dove pilastri e
travi sono quasi sullo stesso
piano e consentono il
massimo delle superfici
vetrate possibili.
I due piani del basamento
sono incorniciati da una
struttura in ghisa famosa per
le intricate volute decorative.
La soluzione d’angolo,
questa specie di torre
aggettante, è una delle
migliori che siano state
progettate fino ad allora.
Magazzini
Carson, Pirie , Scott & Co.
Chicago - 1892
I suoi spigoli rientranti si incastrano
perfettamente alle pareti, mentre il
verticalismo delle pareti bilancia
l’orizzontalità predominante del
prospetto.
Louis Sullivan
Auditorium, Chicago – 1886-89 Troescher Building
Chicago - 1884
Wainwright Building, St. Louis Guaranty Building; Buffalo Magazzini Carson, Pirie , Scott
1890-91 1894-95 & Co. – 1894-1895
New York
1900 - 1929
Il periodo compreso tra la fine della prima guerra mondiale e il 1929 (Crollo della Borsa di Wall Street) fu
caratterizzato da un boom economico che diede un fortissimo sviluppo all’edilizia degli Stati Uniti. Tale
fenomeno si manifestò con una crescita veloce dei grattacieli, nella rapida espansione della rete delle
autostrade e nella creazione di disordinate masse suburbane. Fu uno sforzo di espansione lassez-fair.
In questo periodo il paese attraversa una fase conservatrice e tende ad aggrapparsi alla mitologia
rassicurante che ogni sforzo rivoluzionario era già stato fatto un secolo prima.
L’ingegneria è solo un mezzo per supportare stili ormai consacrati, appiccicati sopra.
Alcuni critici, tra cui il Mumford, attribuiscono all’importanza simbolica dell’Esposizione Mondiale
Colombiana del 1893, dove la gigantesca White City ispirata al Classicismo Beaux Arts avrebbe dato il via
alla moda del revivalismo, il crollo dei nuovi ideali della Scuola di Chicago. Questa affermazione, però, non
è del tutto vera perché la lezione della Chicago School continuò almeno nell’opera di Wright e della Pririe
School.
Questo classicismo “pronto all’uso” aveva fortuna perché era consono alle esigenze di eleganza e
rappresentatività della committenza privata ed inoltre rendeva disponibili i simboli della tradizione imperiale
alle istituzioni, in un’epoca in cui gli Stati Uniti si stanno rendendo conto del loro ruolo di potenza mondiale.
Durante il boom economico si formano grandi società di capitali che richiedono sedi adeguate nei centri
città : edifici alti, dove simbolicamente rappresentare la propria presenza e forza economica. E il valore
simbolico era dato non dal razionalismo strutturale o dall’organicismo di Sullivan, ma da un eclettismo che
meglio si adattava alle esigenze rappresentative dei committenti, senza troppe complicazioni culturali e
sforzi innovativi. La riconoscibilità, all’interno di forme ormai sedimentate, era garantita.
Tra il 1900 e il 1920 Manhattan si trasforma in un
coacervo di illusioni dove templi Maya si affiancano a
guglie gotiche e templi classici. Tra i pochi esempi
notevoli di questo periodo va citato il famoso Flatiron
Building di Daniel Burnham, costruito a New York nel
1909, a pianta triangolare, che pur nel classicismo
ostentato nelle articolazioni esterne si ergeva libero, come
un oggetto a se stante, nella purezza geometrica della
forma triangolare.
Due anime si confrontano sul tema del grattacielo nel concorso per il Chicago Tribune : quella
americana e quella europea, il nuovo mondo con il suo eclettismo storicista e il vecchio mondo con il
suo razionalismo.
Il concorso ha una rilevanza culturale enorme e diventerà uno dei più importanti momenti di verifica
nella storia dell’architettura moderna perché in esso si confrontano, per la prima volta, le tradizioni
architettoniche europee con quelle americane. Partecipano trecento progetti provenienti da tutto il
mondo.
Molti progetti americani si rifanno alla storia con colonne, lesene, frontoni, ornamenti e cupole,
scontrandosi con l’incompatibilità di base del grattacielo con gli ordini classici.
Progetto redatto sul modello W. Drummond Progetto redatto sui modelli E. Saarinen
del campanile di Giotto rinascimentali Finlandia
I Razionalisti europei
I progetti europei, invece, sono sobri, privi di humour, e mostrano le
ultime tendenze delle avanguardie radicali, in particolare tedesche e
olandesi. Queste opere dimostrano un particolare entusiasmo per le
tecnologie dell’acciaio come nel caso di Hilberseimer, Bijovet e
Duiker o Gropius.
In generale i progetti propongono volumi spogli, articolati unicamente
dalla struttura a scacchiera del telaio, che esprimono una rigida
visione razionalista, una austera oggettività.
W. Gropius
L. Hilberseimer M. Taut Bijovet e Duiker
Caso particolare è quello di Adolf Loos che affronta il tema storico
Adolf Loos della colonna nel modo più ambiguo e impressionante.
Nello spazio americano delle “forme senza tempo”, in equilibrio
precario tra il Kitch e l’ironia, propone la sua icona rimarcando così la
disperata solitudine dell’oggetto estraniato, dell’alienazione formale,
della disillusione metropolitana a cui Loos fa esplicito riferimento.
Dal punto di vista formale l’operazione di Loos risolve in modo “logico”
e ironico l’incompatibilità delle dimensioni trasformando l’intero fusto
del grattacielo in una colonna dorica.
Walter Gropius
Gropius ricorre, come gli altri “Razionalisti”, ad
un linguaggio basato su telaio rettangolare. Le
principali sezioni del progetto erano articolate
da piccole variazioni del ritmo e della distanza
tra le campate. L’impressione era quella di una
tesa correlazione di parti asimmetriche,
congeniale per una vista di tre quarti, che era
quella da cui l’edificio poteva essere visto più
facilmente. All’interno la pianta era aperta,
libera e ben illuminata da tutti i lati. Il progetto
mostra una sensibilità per la precedente
Chicago School (ne utilizza la tipica finestra
tripartita) ma è anche concepito come
un’astrazione meccanicistica, sulla scia delle
ricerche coeve al Bauhaus.
Raymond Hood
Hood e Howells sono i vincitori del concorso
per il Chicago Tribune. Il loro progetto in stile
neogotico, pur se legato agli stilemi
dell’eclettismo, risolve molti dei problemi
fondamentali del sito e della tipologia
dell’edificio.
L’edificio era una variazione su uno schema
tripartito che, con la sua accentuata
verticalità,rispondeva al teorema di Sullivan per
l’edificio alto per uffici.
Mentre il telaio del progetto di Hood era
nascosto sotto un rivestimento di pietra, il
senso di una spinta verticale era reso con
efficacia dai pilastri gotici delle facciate. In
questo modo Hood risolveva le difficoltà
modulari e di scala degli ordini classi in quanto
i pilastro “gotico” poteva essere allungato quasi
indefinitamente. Probabilmente, però, la scelta
di Hood di usare lo stile gotico poteva avere
anche implicazioni morali se leggiamo l’edificio
come richiamo ad una cattedrale che si ergeva
sui più bassi affari. Con quest’opera Hood
interpreta brillantemente lo spirito nostalgico e
leggermente romantico dell’america degli anni
venti.
Eliel Saarinen
Progetto per il Lake Front
di Chicago - 1923
Eliel Saarinen
Questa intuizione è palese nel progetto per la
sistemazione del Lake Front of Chicago, del 1923,
dove l’architetto cerca di risolvere i problemi derivati
dallo sviluppo del Loop con un radicale
razionalizzazione dei sistemi del traffico : i grattacieli
distanziati e i parcheggi sotterranei previsti sono
concepiti in funzione della pedonalizzazione e di una
rifunzionalizzazione del Loop, rispetto al quale il
nuovo complesso direzionale si qualifica come
“eccezione”.
In sostanza si tratta di un piano di settore che
riallacciandosi alla ricerca iniziata con il grattacielo
per il Chicago Tribune, affronta una scala urbana di
progettazione insolita, quella del “town design”, quale
strumento per razionalizzare, con una nuova
morfologia, la struttura “ingovernabile” delle
concentrazioni terziarie. Tale metodo si risolve in una
dichiarazione ideologica, che si fonda su una utopica
“negazione” dei meccanismi economici della città
speculativa americana.
Eliel Saarinen
Progetto per il Lake Front di Chicago - 1923
Helmle, Orbett, Harrison, Sugarman & Berger
Master Building, New York – 1928-29
American Radiator
Con l’American Radiator
Hood segue la linea del
progetto vincitore del
concorso per il Chicago
Tribune, ma con un
rinnovamento del linguaggio
che diventa più astratto e
richiama l’aspetto dei
radiatori prodotti da questa
azienda. Ha i rivestimento in
mattoni neri, i fiori cruciformi
dorati e le eleganti
proporzioni, riuscendo in tal
modo a cristallizzare una
fantasia americana propria
dell’età della macchina.
Raimond Hood
American Radiator,
New York - 1924
Daily News Building
McGraw-Hill Building
Raymond Hood e Andrè Fouilhoux
La “linea” iniziata con il Daily News
McGraw-Hill Building, New York - 1928-30 R. Hood e J. M. Howells
Building viene continuata da Hood
anche nel McGraw-Hill Building. Daily News Building
NewYork – 1929-30
In questo edificio, come già nel precedente, si nota una maggiore colloquialità
con le avanguardie europee. La semplicità strutturale è emblematica. La dissimulazione della struttura sotto
ampie finestre a nastro lascia presagire l’imminente scomparsa delle superfici murarie a favore di una
cortina vetraria avvolgente. Questi due edifici sono ancora elementi isolati nelle zone di espansione del
panorama urbano americano. Con il successivo Rockefeller Center il grattacielo diventerà parte di un
sistema integrato a scala urbana.
William van Allen
Chrysler Building, New York – 1928-30
Rockfeller Center
New York – 1931-40
Il Rockfeller center è importante
perché segna concretamente una
evoluzione innovativa nel modello
dell’edilizia del terziario, all’interno di
un progetto di integrazione sociale –
produttiva dominato dalla
totalizzante presenza del business.
L’idea iniziale nasce nel 1926 su
iniziativa della Metropolitan Opera
Company per un centro a carattere
culturale e commerciale da
realizzare sulla 57° strada.
Il progetto consiste (cosa rara per
l’urbanistica americana!) nella
realizzazione di una “piazza civica”
posta di fronte al complesso
dell’Opera. Sostenuta
finanziariamente dal magnate
Rockfeller, questi erediterà tutto
quando la Metropolitan Company si
ritirerà dall’impresa per la crisi
economica. Dopo un complesso iter progettuale nel 1930
l’idea generale è pronta. Il complesso viene inaugurato nel
1939 e comprende : uffici, studi radiofonici, musei, un
ospedale, shopping centers e attrezzature commerciali
minori, due teatri, ristoranti.
Proprio per quella sua qualità di microcosmo organizzato il
Rockfeller Center sembra porre le premesse di un metodo
di intervento generalizzabile all’interno dei caotici
downtowns delle città americane.