Bleach è nato dal desiderio di Tite Kubo di disegnare shinigami in kimono, che ha gettato
le basi per il design degli shinigami all'interno della serie e alla creazione di Rukia Kuchiki,
il primo personaggio creato[8][9]. La storia iniziale è stata presentata al Weekly Shōnen
Jump poco dopo la cancellazione del manga precedente di Kubo Zombie
Powder. Inizialmente, l'autore non pensava di ottenere un successo tale da superare i
cinque anni di serializzazione[9]. Le prime idee per la storia non includevano la struttura
gerarchica della Soul Society, ma avevano già previsto dei personaggi ed elementi che
non vennero introdotti nella storia fino alla saga degli Arrancar[8]. La serie si doveva
intitolare inizialmente "Black" a causa del colore degli abiti degli shinigami. Kubo provò poi
con il nome "White", ma si affezionò al titolo Bleach per la sua associazione con il colore
bianco e perché non era troppo banale[10].
Il processo creativo del manga ruota attorno al character design dei personaggi. Quando
deve scrivere delle nuove linee narrative o se in difficoltà nel generare nuovo materiale,
Kubo comincia a ideare nuovi personaggi, fino a dieci per volta, e a rileggere i volumi
precedenti[8][11]. Kubo ha affermato di divertirsi a creare personaggi con aspetto che non
rispecchia la loro vera natura - un elemento che si ritrova in molti protagonisti di Bleach -
dal momento che è "attratto da persone con questa apparente contraddizione" e ha il
"desiderio di disegnare i personaggi così" quando lavora[12]. L'autore considera ogni
personaggio unico e si sforza di sviluppare ognuno di loro con il proseguire della serie[10].
La terminologia utilizzata nel manga ha una varietà di ispirazioni, con ogni razza di
personaggi a cui è attribuito un diverso e specifico tema linguistico. Molti dei nomi delle
zanpakuto e dei kido usati dagli shinigami prendono ispirazione dalla letteratura
giapponese antica. Gli Hollow e gli Arrancar sono associati a termini spagnoli, perché la
lingua gli sembrava "seducente e suadente". Il fullbring dei Fullbringer è invece ispirato al
vocabolario inglese. Infine sia i Quincy sia i Bount utilizzano dei termini ispirati alla lingua
tedesca[12].
Nel realizzare le scene di combattimento, Kubo ha rivelato di immaginarsi gli scontri con
sfondo vuoto e poi cerca di trovare la migliore inquadratura per disegnarlo[8]. Inoltre cerca
di rendere le ferite molto realistiche per cercare di veicolare ai lettori il dolore dei
personaggi[11]. Kubo ha menzionato che a volte si annoia a illustrare le tavole, e per
renderle più divertenti aggiunge delle battute. Quando gli è stato chiesto di chiarire i
rapporti romantici tra alcuni personaggi, Kubo ha risposto che non vuole far diventare la
serie una storia d'amore, dato che pensa che ci siano aspetti della loro personalità, più
interessanti[8]. Nell'edizione numero 10 del 2012 di Weekly Shōnen Jump è stato
annunciato che Bleach è entrato nell'ultimo arco narrativo, che porterà a conclusione la
storia[13]. Sul numero 31 del 2016 di Weekly Shōnen Jump fu reso noto che la conclusione
della serie manga era oramai imminente[14] e con l'uscita del volume 73 fu annunciato che
l'ultimo volume tankobon sarebbe stato il 74.[15]
Come regista per la serie TV anime è stato scelto Noriyuki Abe, mentre la sceneggiatura è
stata fatta da Masashi Sogo. L'animazione e il character design sono stati curati da
Masashi Kudo, con l'assistenza di Satoshi Taniguchia e un gruppo di animatori tra cui
Hiroki Abe, Makoto Ito, Masami Tanaka, Natsuko Suzuki, Rie Hirakawa e Yuki Nakashima.
Durante la produzione e trasmissione dei primi 167 episodi il rapporto adottato era 4:3; per
le puntate dalla 168 alla 366, invece, si adottò il formato 16:9 wide screen. Kubo ha
ammesso che il suo stile si è modificato nel corso della pubblicazione del manga e si è
affinato e ha raggiunto il suo tratto definitivo solo dopo la presa visione dell'anime. Come
esempio dell'influenza del lavoro di Masashi Kudo (il character designer dell'anime) sul
suo stile, Kubo ha citato il fatto che non disegna più i capelli che crescono dietro alle
orecchie dei personaggi[16].
Riferimenti culturali[modifica | modifica wikitesto]
Kubo ha citato come fonti d'ispirazione per Bleach altre serie manga, musica, lingue
straniere, architettura e film. Egli attribuisce il suo interesse nel disegnare il soprannaturale
e i mostri a GeGeGe no Kitarō di Shigeru Mizuki e l'attenzione alle armi e alle scene di
combattimento di Bleach a I Cavalieri dello zodiaco di Masami Kurumada, che Kubo
apprezzava da bambino[8]. Le scene d'azione e la narrazione si ispirano al cinema, anche
se Kubo non ha rivelato nessun film in particolare come ispirazione[17]. Kubo ha anche
dichiarato che desidera rendere Bleach un'esperienza che si può vivere solo leggendo il
manga e ha escluso la possibilità di creare un adattamento live action della serie[9].
Kubo, grande appassionato di musica (specialmente rock) e cinema, non manca di
inserire riferimenti a personaggi che interessano il mondo della musica o del cinema. Lo
stesso titolo, può essere considerato come un riferimento all'omonimo album dei Nirvana,
insieme con tanti altri titoli di capitoli che rievocano brani celebri, come ad esempio Back in
Black, presente nel volume 8. Vengono inoltre citati anche Mike Ness, leader dei Social
Distortion, Chad Smith, Paul Bostaph e i Coldplay. Nel capitolo 446, viene usato un
Fullbring chiamato Invaders Must Die, il cui nome è anche il titolo di una canzone dei The
Prodigy.
Bleach è stato serializzato in Giappone dal 7 agosto 2001 al 22 agosto 2016 sulla
rivista Weekly Shōnen Jump della casa editrice Shūeisha. I singoli capitoli sono stati poi
raccolti in 74 volumi formato tankōbon, ognuno dei quali contiene un poema dedicato al
personaggio di copertina. Il primo albo è stato pubblicato il 5 gennaio 2004[18], mentre
l'ultimo il 4 novembre 2016.[19] I titoli dei capitoli dell'opera sono scritti per la maggior parte
in inglese, con simboli katakana sopra alle parole per indicare la lettura in giapponese.
Inoltre alcuni capitoli, che trattano eventi precedenti alla trama principale, sono stati
pubblicati con un numero negativo. A partire dal 19 ottobre 2012, la Shūeisha ha
ripubblicato i primi 43 volumi dell'opera in un'edizione formato ebook interamente a
colori[20]. In occasione del ventesimo anniversario della serie, un nuovo capitolo speciale
da 73 pagine realizzato da Kubo è stato pubblicato il 10 agosto 2021 su Weekly Shōnen
Jump[21].
In Italia il manga è pubblicato dalla Panini Comics sotto l'etichetta Planet Manga. Il primo
volume è stato messo in commercio l'11 maggio 2006[22] e i successivi sono stati pubblicati
a cadenza mensile, diventata bimestrale dal numero 31. Una ristampa intitolata Bleach
Manga Gold è stata pubblicata sempre da Panini Comics a partire dal 23 aprile 2009[23], in
un'edizione disponibile anche con sovraccoperta[24].
L'opera è pubblicata anche in Francia, da giugno 2003 da Glénat[25], in Brasile, da gennaio
2004 da Panini Comics, negli Stati Uniti, da giugno 2004 da Viz Media[26], nel Regno Unito,
da ottobre 2004 da Manga Entertainment, in Germania, da aprile 2006 da Tokyopop[27],
in Spagna, da giugno 2006 da Editores de Tebeos, in Canada da Viz Media,
in Australia da Madman Entertainment, a Singapore da Chuang Yi e in Messico da Grupo
Editorial Vid.
Anime[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Episodi di Bleach.
Una serie televisiva anime di Bleach è stata prodotta dalla Pierrot e diretta da Noriyuki
Abe. Essa è andata in onda in Giappone dal 5 ottobre 2004 sull'emittente televisiva TV
Tokyo[28] e si è conclusa il 27 marzo 2012[29], per un totale di 366 episodi divisi in sedici
stagioni[30]. Tite Kubo ha prestato il suo aiuto, curando in parte il design dei personaggi
della serie animata[31]. La serie TV presenta molti episodi originali rispetto al manga, e si
conclude con il 366º episodio senza un vero e proprio finale, poiché di fatto non traspone
la fine del manga, all'epoca ancora in fase di pubblicazione. Oltre alle puntate riempitive vi
sono altre differenze fra le due opere, che si possono riassumere nella diminuzione della
violenza, l'allungamento di alcuni combattimenti e l'eliminazione di aneddoti su personaggi
minori.
Nel febbraio 2021 viene resa nota l'acquisizione dei diritti per un'edizione in italiano da
parte di Dynit, che viene resa disponibile sulla piattaforma streaming Prime Video[32] dal 26
aprile 2021 al 25 luglio 2022[33][34] e pubblicata per l'home video dal 3 novembre dello
stesso anno.[35]
In occasione del ventesimo anniversario dell'opera è stata annunciata la produzione di un
seguito per la serie animata, che andrà a coprire i volumi del manga non ancora
adattati[36][37]. L'uscita è prevista per il 10 ottobre 2022[2]. Il 3 ottobre Viz Media ha
annunciato che la serie sarebbe stata trasmessa in esclusiva su Hulu negli Stati Uniti
e Disney+ a livello internazionale[38].