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Chapter I:
Chapter II:
Chapter III:
Inghilterra 1836-1924
Nella seconda metà dell‘800 si venne a definire il gothic revival, in quanto ogni oggetto non era
solo tale, ma aveva un’anima. Gli architetti si porranno la domanda <<quale forma dovranno avere
i nuovi musei e le nuove stazioni?>> trovando la loro risposta nell’arte gotica. Le due figure
predominanti di questo periodo saranno:
- Thomas Carlye, ateo che aderì al movimento cartista
- Pugin, sostenitore dei principi spirituali del medioevo. Intendeva lo spazio come “unità”,
ogni dettaglio è parte di un unico spazio, lo spettatore deve potersi immergere in ciò che
osserva, e sosteneva che l’ornamento doveva far parte dell’architettura interpretandolo
come arricchimento dell’edificio.
Entrambi influenzarono John Ruskin, che non dichiarerà mai le sue idee sociali e politiche fino
alla pubblicazione del suo libro “The Stone of Venice”, con il quale dichiarava la sua
disapprovazione per la divisione del lavoro avvenuta dopo la rivoluzione industriale, sostenendo
che questa divisione non faceva altro che far regredire l’uomo ai livelli di una macchina.
Influenzerà molti artisti e darà via al movimento dei P reraffaelliti, formato da pittori e architetti alla
ricerca di un nuovo stile con cui poter esprimere emozioni profonde, la loro idea era quella di una
forma artistica dalla natura, vista come una fonte d’ispirazione in quanto è alla base di tutto.
Da questo movimento nasce la relazione tra William Morris e Eduar Jones, entrambi influenzati sia
da Ruskin che da Pugin.
Morris arredò la “Red House” chiamata così perchè era costituita da mattoni rossi all’esterno.
Questa casa si basava sul modello del cottage inglese in cui tutti gli spazi inutili vengono eliminati
per dare spazio solo a quelli funzionali. Con quest’opera stabilisce i 4 principi su cui baserà tutti i
suoi lavori:
- onestà strutturale
- integrazione tra l’ambiente interno e esterno della casa
(riuscendoci attraverso una progettazione funzionale e uso di materiali locali)
- uso limitato delle decorazioni, anche per l’interno
- il camino assume importanza in quanto focolare della famiglia
Il cavallo da battaglia di Morris sarà la realizzazione delle carte da parati in stile persiano e
medievale. Nel corso degli anni spostò i suoi interessi dall’arte alla politica, soprattutto leggendo le
opere di Karl Marx.
Morris fu il fondatore del movimento “Arts & Crafts”. Questo movimento nasce in Inghilterra nel
XIX secol, il suo scopo era quello di promuovere l’avvicinamento tra arte e industria in modo da
realizzare prodotti industriali di elevata qualità.
Arts & Crafts ha come idea quello del ritorno ai valori di un tempo come la realizzazione di oggetti
a mano. Ma la critica del tempo lo definirà come “produttrice di poche cose e per pochi” inquanto
molto costosa, sottolineando anche l’arretratezza rispetto a ciò che poteva fornire l’industria.
(Il concetto di “città giardino” fu legato al movimento arts & crafts, una delle primi progetti di città giardino fu il quartiere
di Londra noto come Bedford Park dell’architetto Shaw. Un altro che trae ispirazione è l’arch Howard che aveva pensato
ad un piano urbanistico nel quale la città dovesse essere cinta da giardini.)
Una figura molto importante in Francia fu quella di Viollet le Duc che sosteneva che <<la verità di
un edificio non sta nel suo stile ma nella varietà dei suoi materiali>>.
Per Le Duc esistono due forme di verità:
1) rispetto al programma;
2) rispetto ai metodi costruttivi, cioè usare i materiali in base alle loro qualità e proprietà; ed inoltre
per egli il restauro di un edificio non vuol dire conservarlo ma è quello di ripristinarlo in uno stato di
completezza che non può mai aver raggiunto.
Chapter VI:
Chapter V:
finestratura è mista, in parte scorrevole e in parte a battenti; ed il tetto è tipico della casa
delle prateria poco inclinato e molto aggettante.
L’orizzontalità è messa in evidenza anche al primo piano, che ha un’altezza inferiore a
quella del pian terreno, e per mezzo della fascia marcapiano e del basamento, che ancora
l’edificio al terreno, rievoca il concetto di stabilità. Questo perché la casa è vista come un
rifugio, dove è possibile allontanarsi dalla frenetica vita lavorativa della città.
Un’altro elemento fondamentale è la centralità del caminetto, derivata dall’arch. Giapp, vista
all’Expo a Chicago del 1893, dove il padiglione giapponese era una ricostruzione del
tempio Ho-o-den, e la traduzione del tokonama (fulcro giapponese della contemplazione e
cerimoniale domestica), nel caminetto occidentale; predilige l’uso di schermi divisori
ansicchè di pareti, le superfici lisce e prive di deco.
- Martin House (NY, 1904) → è la prima che si fonda su una pianta modulata, tipo tartan
scozzese. La casa si sviluppa orizzontalmente e penetra nella natura. Qui non riprende il
tema della centralità del camino.
- Robbie House (Chicago, 1908) → La facciata è dotata di maggior rigore, modulare e
simmetrica. Il tetto e il balcone più alto sembrano quasi fluttuare, influenzato molto dallo
stile giapponese dei tetti; il cordolo ha una doppia funzione: simbolica (da continuità allo
spazio) e pratica ( per collocare le lampade e gli impianti di areazione).
- Larking Building (Buffalo, 1904 - demolito 1950) → E’ una delle prime strutture per uffici
con aria condizionata. L’edificio è privo di affacci (inizialmente notiamo nel suo stile
architettonico l’utilizzo di molte finestre per avere un contatto più diretto con la natura, qui
siamo agli antipodi per non avere distrazioni) la zona lavoro era posizionata al centro, il
tutto sviluppato per 4 piani. La luce penetrava dal grande lucernario sul soffitto. Per questi
uffici, Wright progettò gli arredi.
- Ennis House (Los Angeles,1923) → L’edificio si ispira ad antichi templi Maya. La
decorazione a rilievo dei suoi blocchi di rivestimento e la volumetria tettonica sono le sue
caratteristiche principali, facendo della Ennis House un esempio dello stile architettonico
Revival Maya.
La costruzione segue il modulo dettato dai blocchi in calcestruzzo, cubici con lato di 40 cm
circa, sia all'esterno che all'interno, decorati con motivi geometrici regolari, sia pieni ma
anche solo come rivestimento, alcuni anche forati secondo il disegno in rilievo.
(II PARTE)
- Casa Kaufmann → nota come casa sulla cascata. Qui si assiste ad una vera e propria
fusione tra l’architettura e la natura, si fonde con il paesaggio in quanto la casa è radicata
su una roccia a sbalzo con una cascata che vi passa sotto. Anche in questo caso la
struttura si sviluppa intorno al camino. Tutti i balconi e le finestre sono a nastro continue. I
suoni della natura sono vivi nella casa, percepibili in ogni angolo. L’interno sembra quello di
una caverna, il pavimento è in pietra con tappeti e tende (vuole unire la cultura moderna a
quella originale americana e indiana.
- Johnson wa administration building → struttura a fungo in calcestruzzo costellato da
colonne a forma di fungo che partono da piattaforme ampia fino ad assottigliarsi fino alla
base. Tra un disco e l’altro vi sono degli spazio vuoti da cui penetra la luce artificiale
(solitamente queste dovevano essere poste sulle pareti laterali, ma in questo caso penetra
dall’alto per dare un’atmosfera più aerodinamica, quasi fantascientifica.
- Guggenheim Museum (NY, 1940) → In questo progetto cambia il rapporto tra forma e
funzione che non è più di tipo consequenziale, come lo intendeva il movimento moderno, e
diventa dialettico cioè nella forma vi è inclusa anche la funzione. Rappresenta una zigurat
capovolta. All’interno si sviluppano 6 piani a spirale creando un movimento ascensionale.
La struttura è pensata per essere visitata dall’alto verso il basso. Il movimento continuo a
spirare viene interrotto ad ogni piano in corrispondenza dell’ascensore. La luce proviene
dall’alto attraverso un lucernario.
Chapter VI:
Gaudì: Oltre che dall’influenza degli scritti di Viollet Le Duc e Ruskin, le sue realizzazioni
saranno spinte da due bisogni contrastanti: da un lato quello di far rinascere l’architettura
locale,dall’altro quello di creare forme espressive nuove.
In questo periodo Madrid afferma la sua supremazia sulla catalonya vietandole l’uso della sua
lingua; la chiesa appoggiò la rivendicazione catalana sulla propria indipendenza.
Gaudì inizia a lavorare per la borghesia.
- Casa Vicens → evoca nelle forme un piccolo castello esaudendo così la volontà del
committente, un importante produttore di ceramiche, di avere un proprio feudo urbano
come simbolo del proprio status sociale. Nella Casa Vicens Gaud us per la prima volta la
tradizionale volta catalana (Roussillon) in cui si ottengono forme ad arco sostenendo su
mensole strati sovrapposti di piastrelle.
- Sagrada familia→ pianta a croce latina; qui compare la volta catalana che verrà
considerata una delle chiavi del suo stile architettonico. Essa presenta 18 guglie tra cui 12
rappresentano gli apostoli. Presenta 3 grandi facciate: FACCIATA DELLA NATIVITA’ (stile
BELRLAGE: Architetto Olandese. Studia a Zurigo e fu uno dei primi architetti a vedere nella
decorazione un elemento da cancellare, e vedeva nella forza della struttura e nel para-vento
murario l’essenza della struttura stessa.
Ebbe modo di dare espressione delle sue idee e teorie urbane nel 1901 quando ridisegna la
disposizione della città di Amsterdam sud (con spazi chiusi e strade + ampie fiancheggiate da
alberi, e moderno sistema di massa come il tram elettrico) dove piano urbano e piano
architettonico si combinano.
Chapter VIII:
Mackintosh e la Scuola di Glasgow
Mackintosh, sua moglie Margaret MacDonald, la sorella e Hebert MacNair cominciarono ad
acquistare fama nel 1896 quando esposero le loro opere alla London Arts & Crafts exhibition
society. Questo successo fu ulteriormente incrementato nel 1896 con il progetti di Mackintosh per
la nuova scuola d’arte di Glasgow.
I 4 si erano dedicati alla progettazione di arredamenti fino al 1894, sviluppando uno stile che ricava
le sue forme lineari dalle opere di William Blake con antichi motivi cimrici di origine celtica.
Ma la sua architettura trae anche altre origini:
- Gothic revival → in quanto la sua formazione era avvenuta sotto questo clima, molto
evidenti nelle sue opere religiose.
- Nelle sue opere laiche, egli riuscì a moderare l’impulso al revival mediante un approccio
più diretto, derivato dalla tradizione baronale scozzese
L’uso di questo stile è inserito nella realizzazione della:
- Scuola di Glasgow (Glasgow 1896) → Sostenne che il ferro e il vero non sostituiranno mai
degnamente la pietra a causa del difetto della mancanza di massa. Infatti la scuola fu
costruita con granito grigio locale su tre lati e la muratura rivestita di intonaco rustico.
Tuttavia il ferro e il vetro erano presenti nelle vaste finestre degli studi che occupano tutta la
lunghezza della facciata principale.
In oltre la struttura era dotata di un ingegnoso sistema di controllo ambientale come il
riscaldamento e ventilazione forzata.
Seguendo la tradizione del Gothic Revival, il corpo principale della scuola come un ampio
involucro in cui il volume degli studi si addensava su 4 piani. Venne completata da elementi
sussidiari (la biblioteca e il museo, posti al lati, nel centro e sul retro) tutta eseguita in legno
scuro, che ricorda lo stile giapponese.
Il risultato fu una pianta e E. Le facciate a est e a ovest furono lasciate parzialmente cieche
per esprimere la profondità della spazio.
Deve essere considerata come un’opera di transizione tra il periodo dell’Art Noveau di
Mack e quella più moderna che caratterizza la sua ultima fase.
Chapter X:
La Primavera sacra (Wagner - Olbrich - Hoffmann)
Nel 1897 nasce il movimento chiamato “secessione viennese”; che differisce dall’art noveau per il
rapporto che instaura con la decorazione in quanto per questo movimento l’ornamento non è il
centro del loro interesse (diversamente dagli artisti dall’art noveau).
WAGENER: Ottenne successo e riconoscimenti sin da subito e partecipa al DECOR in
occasione delle nozze d’argento dell’imperatore (I incarico). Sarà professore di architettura all’
accademia delle belle arti di Vienna.
A Wagner associamo il progetto per gli uffici della:
- “cassa del risparmio postale” → si tratta di un edificio austero ed imponente. La
struttura del palazzo somiglia ad una scatola metallica rivestita di lastre di marmo lucido
tenute insieme da rivetti (chiodi per lamiere). La sala degli sportelli è rivestita in ceramica
illuminata dall’alto e poggiante su un pavimento costellato da dischi (lenti) di vetro che
consentono alla luce di raggiungere il seminterrato.
Egli fu coinvolto nella scia-antiaccademica che portarono avanti il suo assistente Olbrich insieme
a Hoffmann.
OLBRICH: Lui insieme ad Hoffmann, prese parte ad un movimento artistico anti-accademico e
nel 1897 fondò la Seccessione Viennese. I due furono ispirati dalla scuola di Glasgow. Nel 1898
Olbrich costruì la sede della seccessione: lo costruì secondo uno schizzo di Klimt, che sarebbe
stato il principale animatore della ribellione. Da Klimt venivano i muri inclinati, l’assialità e
specialmente il motivo delle foglie d’alloro color oro, reso da Olbrich sotto forma di cupola di
metallo traforata.
HOFFMANN: Nel 1899 iniziò ad insegnare nella scuola d’arte applicata. Insieme a Monser ad
altri secessionisti si interessò alla produzione artigianale di oggetti d’arte decorativa.
Nel 1903 fondò insieme a Moser, un’associazione artistica destinata alla progettazione, alla
produzione e alla commercializzazione di oggetti domestici di alta qualità, successivamente, dopo
aver raggiunto un certo grado di successo, la chiuderà. Nel 1905 inizia a lavorare al suo
capolavoro:
- Palazzo Stoclet (Bruxelles) → Il palazzo è essenzialmente a-tettonico: il sottile
rivestimento in marmo bianco con giunture metalliche, possiede tutta l’eleganza artigianale
dei prodotti della società fondata con Moser. Infatti Hoffmann utilizza materiali molto
pregiati, come il Marmo di Norvegia che riveste tutta la facciata; le finestre sono spoglie,
senza decorazioni e la scala nella sala da pranzo è decorata da mosaici di Klimt.
Chapter XI:
ADOLF LOOS
Fu l’opposto alla seccessione viennese. Durante il suo viaggio in USA, fu influenzato dalla scuola
di Chicago e dai trattati teorici di Sullivan, in particolare “Ornamento in Architettura”. Una volta
ritornato a Vienna iniziò la sua carriera progettando interni e scrivendo articoli per una rivista
liberale. Nel 1908 pubblica “Ornamento e delitto” in cui metteva in discussione gli artisti della
seccessione, in particolare contro Olbrich. Critica l’ornamento dicendo che: implica dispendio di
lavoro e di materiale, intendendola come una schiavitù artigianale.
Loos preferisce vestiti sobri e mobili anonimi. La maggior parte della sua carriera si limita alla
trasformazione degli interni (negozi, bar, locali).
- Casa Steiner (Vienna) → fu l’inizio di una serie di case nelle quali sviluppò la sua
concezione di “piano di volumi” che è un complesso sistema di organizzazione interna che
porta alla realizzazione di case a molti livelli, infatti la casa è strutturata su 4 livelli.
Chapter XII:
Chapter XIII:
August Perret
Proviene da una famiglia benestante, possidente di una piccola impresa di costruzioni presso la
quale comincerà a lavorare nel 1897.
Di questi anni significativo è il progetto per un edificio di appartamenti in avenue wagram, in quanto
è qui che partirà poi tutta la sua carriera. Esprimerà con tale progetto il suo consapevole ritorno
alla tradizione classica. L’edificio presenta un profilo in pietra decorato con motivi di vite;
rievocando il linguaggio floreale dell’arte noveau.
- Casa in rue Franklin → uno dei “monumenti”, dei capisaldi dell’architettura moderna
costruite esclusivamente con l’impiego del cemento armato. L’edificio non presenta una
Le avanguardie storiche
Dall’inizio del 900 fino al periodo a cavallo tra le due guerre, il concetto estetico cambia, questa
rivoluzione verrà portata avanti da una serie di correnti artistiche dette “Avanguardie”.
Si tratta di vere e proprie associazioni culturali che raccolgono (artisti,musicisti, letterati) e alla base
delle quali vi è un testo detto manifesto.
Il motto preso in riferimento dalle Avanguardie è quello proposto da Nietzsche ovvero: distruggere
per costruire.
Il compito che l’arte assume con le avanguardie è quello di diventare mezzo di produzione di un
pensiero nuovo, che consenta di agire sulla società.
L’idea di estetica cambia: l’artista diventa colui che esprime un pensiero nuovo interpretando la
realtà, non considerando più i canoni della bellezza estetica.
Non si può parlare di architettura moderna senza parlare del cubismo; nato a Parigi, uno dei suoi
obiettivi principali era quello di capire il significato della realtà e filtrarla attraverso il proprio io. Si
supera quindi la superficialità dell’impressione raggiungendo una solidità costruttiva delle forme.
Si inizia a studiare la scultura africana, in quanto andava alla ricerca di elementi base dai quali
poter ripartire.
Uno dei maggiori esponenti del cubismo fu Picasso, il cui quadro “Des demoiselles d'avignon”
viene considerato il manifesto del cubismo.
Die Brucke: ponte tra passato e futuro, tra interiorità dell’artista e del mondo esterno.
L’elemento fondamentale di questo movimento è l’esperienza emozionale: la realtà viene
rappresentata secondo l’emozione che l’incontro con essa suscita nell’artista.
Futurismo: nasce con la pubblicazione del manifesto di Marinetti sulla rivista le Figarò (1909).
I futuristi consideravano la guerra un elemento positivo per ripulire il mondo; erano favorevoli al
militarismo; erano contro le accademie di qualsiasi genere e combattevano il moralismo.
Esso è considerato come uno dei movimenti che esprime il dinamismo del mondo moderno e uno
dei loro obiettivi principali era quello di risvegliare la sensibilità portando tutti i 5 sensi dell’uomo.
- Boccioni→ futurista sosteneva che bisognava liberarsi dalle tradizioni figurative del
passato per interessarsi al mondo contemporaneo, dinamico e in continua evoluzione.
- Antonio Sant'Elia → Nel 1911 segu del corsi di architettura all’Accademia di Brera e nello
stesso anno fece alcuni piccoli progetti di villini o piccole abitazioni. Nel 1912 a Milano
partecipó al concorso per la Stazione Centrale e collaborò con gli amici Ugo Nebbia e
Mario Chiattone a formare il gruppo Nuove Tendenze.
Alla prima esposizione del gruppo, nel 1914, Sant’Elia espose i suoi disegni per La
futuristica Città Nuova. Sant’Elia scrisse anche la prefazione di questa mostra, il
Messagglo, sotto l’influenza dei futuristi. l Messaggio specifica la forma rigorosa che
l'architettura avrebbe dovuto adottare nel futuro. Non si tratta di trovare nuove sagome, ma
di creare di sana pianta la "casa nuova". Per i progetti per la “Città Nuova” si rifà al
progetto di città ideale di Leonardo: centrali elettriche e hangar (ruolo fondamentale),
stazioni ferroviarie. Considera la casa come una “gigantesca macchina” ed usa materiali
nuovi: surrogati del legno, pietra, mattone → permettono di ottenere dinamicità e ed
elasticità.
Chapter XIV:
Deutsche Werkbund
Dopo l’unificazione della Germania del 1890, sotto la guida di Bismarck, l’industria tedesca aveva
come obiettivi lo sviluppo e l’espansione.
Questa spinta all’industrializzazione e verso un nazionalismo panta-germanico portò alla nascita
nel 1907 nascita della Deutscher Werkbund, un’associazione tedesca.
Dal 1900 la Germania assume un ruolo di primo piano nella cultura architettonica europea. In
questi anni vengono formate imprese fondate sulla stretta collaborazione tra: capitale, industria,
intervento dello stato finanziario.
Lo sviluppo del Werkbund è da collegarsi alla carriera di Beherens che nel 1907 ebbe l’incarico di
architetto della fabbrica di turbine AEG per la quale egli elaborò uno stile del costruire, che
andava dalla grafica alla industial design.
- AEG → Si tratta di un capannone affiancato da 2 strutture con copertura piana; alcuni
dettagli ricordano un tempio greco come ad esempio i pilastri rastremati verso il basso;
l’edificio è dotato di grande armonia e sobrietà; importante è la facciata principale costituita
da vetrata e timpano.
La forma diventa decorazione: la vetrata era stata pensata per consentire una maggiore
illuminazione e creare condizioni di lavoro migliori per gli operai.
Chapter XV:
Bauhaus
Tra i possibili successori di H.Van De Velde , dopo aver dovuto dare le dimissioni come direttore
della scuola d’arte, importante sarà WALTER GROPIUS; egli riteneva che l’ insegnamento ad
artisti ed progettisti, dovesse necessariamente basarsi su dei Laboratori in modo da facilitare
all’allievo ad approcciarsi con quello che sarà il futuro.
Nel 1919 venne pubblicato il programma del Bauhaus, in linea con le esperienze di Morris e del
Deutsche Werkbund.
La Bauhaus propone una “sintesi” di arte, artigianato e industria, e quello di realizzare prodotti
funzionali e allo stesso tempo di elevato valore estetico per la società di massa. Spingeva ad una
collaborazione sempre più forte tra artigiani e artisti al fine di raggiungere una nuova attività
edilizia.
I primi anni furono dominati dalla figura dell’architetto svizzero ITTEN. Questo, proponeva un
metodo di insegnamento che stimolava la creatività con la composizione di collage di materiali
diversi. Il fine del suo corso era rendere consapevole l’allievo delle proprie capacità dandogli la
possibilità di liberare completamente la propria creatività.
Secondo Itten: benessere fisico + benessere spirituale sono indispensabili per sviluppare
ulteriormente la creatività.
La frattura tra Itten e Gropius si accentuò ancora di più quando furono ospitate nel Bauhaus due
personalità ugualmente forti:
- Van Doesburg → promotore di un’estetica razionale e anti-individualista, e
- W.Kandisky → lezioni improntate su un approccio emotivo con l’arte.
Le idee del DE STIJL promosse (anche se fuori dai corsi) da Van Doesburg interessarono in modo
particolare tanto gli allievi quanto gli insegnanti.
Tra il 1921 e 1923 vengono realizzati due progetti per l’esposizione del Bahaus:
- Casa Sommerfeld → casa tradizionale in tronchi di legno
- Casa Sperimentale → organizzata attorno ad un atrio illuminato dall’alto e circondato
lungo i suoi lati da camere da letto e spazi di servizio .
Verso la fine degli anni ‘20 tre importanti eventi caratterizzano la vita del Bauhaus:
- Spostamento da Weimar a Dessau
- Realizzazione della Scuola a Dessau
- Affermazione dell’approccio Bauhaus → da cui si deduce la forma dal metodo produttivo,
materiali e funzioni.
Nel 1928 Gropius si dimette, e venne sostituito da Meyer, che insistette su un rigoroso metodo
progettuale, non era più finalizzato all’estetica ma alla preoccupazione del punto di vista sociale.
Organizzò poi l’accademia in 4 sezioni principali: Architettura, Pubblicità, Produzione tessuti,
Produzione in legno e metallo.
Chapter XVI:
De Stiji
Il movimento olandese De Stiji, durato 14 anni, era concentrato attorno a 3 figure:
- Mondrian
- VanDosburg
- l’architetto Rietveld
Il primo manifesto di questo movimento (circa 8 punti) furono pubblicati dalla rivista “De Stijl”, il
punto principale su cui si batteva il movimento una ricerca di equilibrio tra universale ed
individuale.
Nel 1914 era nato il concetto di "Neoplasticismo" dal quale derivò la restrizione della gamma di
colori ai soli colori primari giallo, rosso e blu.
Le prime fasi di De Stijl furono caratterizzate da un'attività architettonica relativamente scarsa,
infatti non esisteva un gran che di architettura neoplastica prima del 1920. Essa fece la sua prima
comparsa nell'opera di Rietveld (prima fase).
- Rietveld → Egli iniziò nel 1917 con un semplice pezzo di arredamento, la Sedia rosso/blu.
Tra il 1918 e il 1920 Rietveld continuó a produrre pezzi di arredo: credenze, carrozzine per
bambini.
Importante nella seconda fase del movimento fu l’incontro di van Doesburg con l'architetto russo
Lissitzky, dai quale l'opera di van Doesburg ne uscì trasformata.
Dopo il 1921 sotto I'influenza di Ussitzky, van Doesburg inizió a progettare una serie di costruzioni
architettoniche ipotetiche, ognuna delle quali comprendeva un gruppo asimmetríco di elementi
bidimenisionale sospesi nello spazio attorno a un centro espresso sospesi nello spazio attorno ad
un centro.
Intanto Rietveld collaborò alla realizzazione della Casa Schroder (1924) → Edificio a 2 piani
costruito alla fine di una schiera di case a due piani con spazio interno del tutto dinamico: piano
terra, scala centrale attorno alla quale ruotano cucina più tre camere da letto, piano superiore
grande soggiorno e bagno.
Progettò sedili, sedie con superfici curve considerate ottimali non soltanto perché erano comode
ma anche molto più resistenti.
La terza ed ultima fase del movimento durò dal 1925 al 1931 e fu annunciata da una drammatica
frattura tra Modrian e van Doesburg, poichè introdusse nei suoi quadri la diagonale.
Dopo il 1925 Rietveld ebbe pochi contatti con van Doesburg.
Cafè l’Aubette → (ultima opera di Von Doesburg) caratterizzato da 2 grandi locali pubblici ognuno
dei quali era affidato alla direzione di due artisti mentre l’interno complesso era gestito da Van
Doesburg.
L’Espressionismo
L'Espressionismo non è stato movimento ben definito, espresso maggiormente in Germania.
In architettura si parla di Espressionismo dal 1910 al 1925 ed è da considerare come l’opposto alla
tendenza razionalista che stava prendo piede.
L'espressionismo utilizza forme diverse da quelle del razionalismo (ex. forme geometriche
prismatiche); utilizzando un linguaggio più libero, forme complesse, sinuose e frastagliate.
L'espressionismo passa da un atteggiamento più emotivo, guarda al dramma della vita dell'uomo
contemporaneo, alla qualità della vita dei lavoratori, e alla disumanizzazione dell'uomo, Gli
appartenenti a questo movimento sostengono che l'arte e il popolo dovessero formare un'unica
entità. L'arte non deve più essere un lusso per pochi, ma deve essere sperimentata dalle grandi
masse. Nell'utilizzo dei materiali c'è un atteggiamento favorevole nei confronti del vetro. Gli
espressionisti guardano soprattutto alla trasparenza assoluta facendo riferimento agli scritti di Paul
Scheerbat.
Chapter XVII:
Le Corbusier (I PARTE)
Parlare di Le Corbusier vuol dire parlare della storia dell’architettura, sarà uno dei maggiori
esponenti dell’900 e simbolo del Modernismo. L’architettura di Le Corbusier sarà un’architettura
molto ambigua in quanto in molte delle sue opere non potranno essere percepite in modo esatto
dall’esterno.
Charles-Édouard Jeanneret-Gris, che successivamente prenderà lo pseudonimo di Le Corbusier,
nasce nel 1887 in Svizzera in La Chaux de Fonds.
Lavorerà come orologiaio, ed è durante questi anni che disegnerà il primo orologio in cui riprende
le forme dell’art nouveau e le forme geometriche di Hoffman. Quindi possiamo dividerlo in due
fasce: quella superiore appare molto monumentale e quella inferiore lineare, e questi saranno
degli aspetti che riprende nelle sue architetture.
Frequentò la scuola di arti applicate, in cui insegna Charies L’Eplattenier, che diventò il suo punto
di riferimento e che, capirà le potenzialità del suo studente gli farà intraprendere la strada da
costruttore.
Le prime ville le costruisce nella sua città natale, e sono prevalentemente ville per alta borghesia
ed unifamiliari.
Durante questa prima fase non sono ancora presenti i tratti che caratterizzeranno il suo stile, ma al
contrario, queste architetture saranno influenzate dalla tradizione del luogo, tipicamente alpine
come ad esempio la villa Fallet, realizzata con l’uso dei mattoni locali.
Avendo da un'irrefrenabile urgenza creativa, decise di compiere un viaggio per completare la sua
formazione; in l’Italia visita le architetture principalmente rinascimentali e medievali, studiando il
gioco di luci e ombre riportandole nel suo taccuino con degli schizzi. Un’importante fonte di
ispirazione sarà la Certosa Ema a Firenze, soprattutto per la distribuzione spaziale e funzionale
delle singole parti. In Turchia trasse ispirazione dalla moschee e dalle architetture rigorose ed
essenziali, caratterizzate da geometrie semplici (triangolo, quadrato, cerchio) sostenendo che ogni
architettura potesse essere ricondotta a forme geometriche semplici.
Raggiunge l’apice emozionale una volta visitata l’acropoli di Atene e il Partenone, considerata
un’architettura limpida, rigorosa sviluppata sul’orizzontalità, ed anche in questo caso ne studierà la
composizione e il gioco tra luce e ombre.
L’edificio emblematico che segnò il suo cambiamento è la
- Villa “Alla Turca” chiamata in questo modo perché prende spunto dalle case turche, come
ad esempio il mattone come rivestimento esterno, tipico delle case turche. Cambia anche la
divisione interna della casa, se precedentemente erano più compatte e ogni ambiente era
specializzato in una funzione, in questa villa abbiamo l’open space, abbiamo una pianta
libera, quindi più fluida sia orizzontale che verticale, ed introduce la doppia altezza sulla
cucina con cui ci si arriva attraverso l’uso di scale; molto importante diventa anche la
penetrazione della luce naturale all’interno della casa attraverso superfici trasparenti, che
successivamente diventerà una delle sue caratteristiche.
Durante il 1914, durante la prima guerra mondiale, vi fu l’esigenza di costruire edifici in modo più
veloce ed economici, così elaborò un modello concettuale di casa chiamato “La Maison
Dom-ino”, questa non era una casa da costruire ma bensì un modello concettuale al quale si
dovesse attenere la casa, quindi propose una struttura standard della casa.
Portando avanti questa concezione, nel 1922 realizzerà:
- La Maison Citrohen → ed erano abitazioni da costruire in serie. All’interno di questi alloggi
troviamo: pilotis, pianta libera, facciata libera, finestre a nastro, il tetto giardino; queste
elementi, successivamente, diventeranno i cinque punti dell’architettura moderna da lui
teorizzati. Anche in questo caso mette in contrasto elementi lineari ad elementi circolari.
I suoi 5 punti trovano la loro massime espressione nella Villa Savoye.
- Villa Savoye → è suddivisa in due piani, di cui il secondo è svuotato all’interno. Al piano
terra troviamo esternamente i pilotis, e la fabbrica assume una forma parabolica il cui
interno è suddiviso in: garage, stanze per il personale di servizio e cucina con una scala
elicoidale e rampa che porta al piano superiore. Nel secondo piano troviamo le camere da
letto, abbiamo viste multiple, diversi diaframmi e uso del colore pastello, che sarà una sua
caratteristica. Finestre a nastro e puntiformi, che si tradurranno i quadri per catturare il
paesaggio.
Ma Le Corbusier non porrà solo le basi dell’architettura moderna, ma arriva a formulare i principi
base per un’urbanistica moderna.
Proporrà nel 1922 al Salon d’Automne, la sua città ideale:
- Une ville contemporaine una città per 3 milioni di abitanti (1930) il piano per Algeri che
non fu mai approvato.
La città per 3 milioni di abitanti era una proposta estranea a qualsiasi realtà territoriale
esistente ma il suo scopo era quello di proporre uno schema con il quale mostrare un
diverso modo di progettare la città.
Gli edifici erano disposti su maglia ortogonale. Nel nucleo centrale si incrociano gli assi
principali con grattacieli cruciformi, nella zona intermedia case di sei piani, agli estremi
troviamo da un lato le industrie e dall’altro il parco, suddividendo in questo modi la città in
base alle funzioni (zoning).
All’interno di queste abitazioni c’era già il germe dell’ unité d’habitation con terrazzi giardino, servizi
comuni, magazzino alimentare cooperativo, ascensori...
Ciò che in questa città ideale Le Corbusier voleva tenere erano i monumenti, tipica idea
ottocentesca.
Nello stesso periodo le sue strutture se prima le rivestiva con l’intonaco, lasciando il cemento a
vista nel “beton brut”, un esempio può essere la casa studentato di Parigi in cui ha lasciato a
vista le linee frastagliate dei casseri.
Nel 1947-48, a seguito della devastazione causato dalla guerra, progetta
- l’Unité d'Habitation a Marsiglia, concepita come città verticale. Esternamente la facciata è
caratterizzata da giochi i colori e il cemento a vista e i pilotis diventano dei setti, delle pareti
divisorie.
Per questa realizzazione si ispirerà alla distribuzione degli spazi della Certosa di Ema a
Firenze.
Ogni alloggio doveva essere una scatola abitativa a forma di L a doppia altezza. Questi
appartamenti avevano un doppio affaccio ed erano caratterizzati dalla luminosità che
penetrava dalle finestre poste sia al piano superiore che inferiore. A metà dell’edificio
dispone i servizi per il benessere della persona mentre sul tetto, praticabile, troviamo altri
servizi come il cinema, un asilo e una piscina.
Uno dei più celebri esempi di costruzione secondo i canoni dell’architettura brutalista è la cappella:
- Notre-Dame du Haut a Rochamp in Francia nel 1954. Questa cappella è stata realizzata
su un terreno non vergine, in cui precedentemente era presente una cappella che a causa
della guerra fu distrutta. I mattoni rimasti successivamente furono utilizzati per erigere la
Pyramide de la Paix ed alcune per la costruzione della stessa chiesa.
La struttura portante è in acciaio che permette l’apertura di finestre strombate,
successivamente verrà riempita da mattoni rivestiti con intonaco rugoso tutto coperto da un
tetto a vela che, rispetto al resto, risalta sia per la sua sporgenza che per il suo colore più
scuro.
Questa è una tra le più ambigue di Le Corbusier in quanto sia la pianta che la struttura non
possono essere percepite dall’esterno.
La struttura segue la pendenza del suolo e lo spazio esterno è concepito per le funzioni
religiose. L’interno della chiesa è suddivisa in piccole cappelle che ricevono la luce dalle
torri campanili circolari, mentre la zona absidale viene illuminato sia dalle aperture
strombate - che creano diversi effetti cromatici - e sia dalle fenditure laterali della copertura
(II PARTE)
In questi anni L.C ha modo di conoscere il C.I.A.M (congresso internazionale architettura
moderna), che nasce dal bisogno di promuovere un’architettura e un’urbanistica funzionali. Essa
rappresentava l’istituzione, non legata ad alcuna accademia, in cui la maggior parte dei grandi
architetti moderni si sono riuniti progressivamente a partire dal 1928.
Questo gruppo si formò nel giugno del 1928 presso il castello Sarraz di Madame Helene De
Mandrot, la quale metterà a disposizione la sua residenza come sede per i progettisti del CIAM.
Nei congressi, ogni rappresentante dei gruppi nel CIAM, portavano i progetti fatti da architetti del
loro paese, relativi al tema che era stato scelto per il congresso, e questi venivano esposti in una
mostra.
Nel 1933 i CIAM presentano la carta di atene, testo fondatore dall’architettura e urbanistica
moderne nella quale era scritti quali erano i mezzi necessari per migliorare le condizioni di vita
nella città moderna, permettendo lo svolgimento delle 4 funzioni umane: abitare, spostarsi,
lavorare, divertirsi.
Nel dopoguerra il CIAM si ampliò raggiungendo anche zone come il Giappone. L’ultimo congresso
si tenne a Ottelò in Olanda, dove i partecipanti decisero di porre fine all’associazione. Dallo
scioglimento del CIAM nasce un altro gruppo, il TEAM TEN, così chiamato perché l’ultimo
congresso fu il 10.
Così la famiglia chiama direttamente M. per un ulteriore disegno, ma viene rifiutato anche
questo. A questo punto M. lascia lo studio di B.
Molto importante fu l’eliminazione di una legge che a Berlino vietava la costruzione di edifici
superiori ai 20 m. Succ fu indetto un concorso per la costruzione di una torre al quale si presenterà
anche Mies. Egli progettò:
- la Torre di vetro sulla Friedrichstrasse → pensata per raggiungere gli 80 m di altezza;
essa venne realizzata in acciaio, abbandona del tutto la pietra dello stile di Schinkel.
L’elemento dominante è il vetro che si presenta come una complessa superficie riflettente.
Come la piazza in cui viene inserita, anche la torre ha forma triangolare.
- Casa Lange → progettata per il signor Lange, nella quale usa grandi finestre, ed usa
esclusivamente il mattone e dell’intonaco bianco.
- VILLA TUGENDHAT → progettata per una coppia di sposi che vi abiterà pochi anni in
quanto durante la guerra verrà abbandonata. Sarà poi successivamente usata come asilo.
Essa è posta su una collina e guarda verso la città. La struttura è in acciaio portante, vi
sono pilastri a doppia T smussata, e viene utilizzato il marmo.
Più tardi lavorerà sul tema della casa patio, raggiungendo proprio in questo periodo il punto più
alto della sua carriera, soprattutto con la sua partenza per gli stati uniti.
(II PARTE)
Nella seconda parte della sua carriera getterà le basi per quella parte dell’architettura moderna
conosciuta come International Style (insieme a Gropius).
Mies, come Le Corbusier, torna alla dimensione monumentale dell’architettura, monumentalità che
negli anni 30 era diventata espressione dei regimi totalitari.
Questa trasformazione di Mies e il suo avvicinarsi alla monumentalità dell’architettura, ebbe inizia
con la costruzione dell:
- Reichsbank (1933) → questo progetto non rappresenta soltanto un ritorno alla
monumentalità Schinkeliana ma fu piuttosto un richiamo all’importanza della struttura.
- Illinoise Istitute of tecnology a Chicago (1939) → dopo esserne diventato il direttore ne
progetta la sede. La pianta di esso si articola attorno ad un unico asse. Ogni edificio è alto
4 piani e tutti sono rivestiti in mattoncini, dando l’idea della carta millimetrata. La parete
diventa una finestra continua ed ogni edificio è caratterizzato dall’accoppiamento di
vetro-acciaio e mattoni. Questo nuovo progetto per il campus dell’università verrà collocato
nell’area più povera di Chicago, la zona sud.
Mies dimostrerà che usando per un complesso edilizio uno stile, un ritmo uniforme e gli
stessi materiali si può comunque raggiungere una varietà di diverse soluzioni estetiche; egli
infatti nei numeri edifici usa dettagli costruttivi diversi pur mantenendo l’unitarietà
dell’insieme.
Il primo edificio di questo istituto è il Crown Hall → per il quale non ha usato mattoni. La
struttura si presenta infatti completamente in acciaio e rivestita in vetro. Lungo oltre 60
metri ed alto 5, viene adibita a facoltà di architettura. Le vetrate risultano arretrate rispetto
alla serie di Montanti ad I che si susseguono lungo il perimetro.
- Casa farnsworth, Illinois (1950) → l’abitazione è costituita da un unico volume inserito tra
tetto e pavimento sopraelevato di circa 2 metri dal terreno; dall’esterno si vedono una serie
di pilastri posti a quasi circa 7 m di distanza dal blocco abitativo.
Il pavimento ed il tetto risultano essere due lastre in calcestruzzo, sostenuti da una struttura
portante in acciaio.
Mies affronta il tema della casa isolata nel verde: la casa infatti è del tutto trasparente per
l’idea di far vivere l’uomo in una scatola trasparente, ma comunque sono state inserite delle
tende. Podio, giardini, terrazza e pavimento sono tutti rivestiti in travertino (roccia calcarea)
che comincia dall’esterno e si prolunga poi verso l’interno.
- Neue National galery, Berlino (1962) → struttura interamente metallico, si presenza con
una doppia funzione:
- sede permanente per le collezioni d’arte
- luogo per esposizioni temporanee
Questa duplice esigenza viene risolta sviluppando il tutto su due piani:
- superiore tutto in vetro per le esposizioni temporanee
- inferiore chiudo con un affaccio in vetro sul giardino per le collezioni d’arte
L’opera è definibile come un tempio moderno nella città. La classica colonna è sostituita dal
pilastro ed il soffitto, come nella tradizionale copertura a cassettoni in legno, la sostituisce con
l’acciaio.
Chapter XIX:
Alvaro Aalto
Funzionalismo → si propone come obiettivo quello di rispondere coerentemente alle esigenze
pratiche della costruzione, dunque trarre la forma di un edificio in base alla sua funzione. Esso
nasce nel momento di reazione all’ultima fase del barocco europeo, nell’elaborazione teorica del
neoclassicismo.
La tradizione nordica fu influenzata dal: gothic revival e dal classicismo romantico di Schinkel.
In Finlandia cercò uno stile nazionale che si diversificasse dal classicismo romantico e che
trovasse un modo per impiegare le grandi quantità di granito che il territorio offrirà.
Iniziarono a trovare espressione con il lavoro di alcuni architetti, di cui di cui ricordiamo tre
importanti opere, ed è:
ERIK ASPLUND
- Municipio di Gotebord (1916) → Sarà incaricato di disegnare un a mpliamento in stile
neoclassico del municipio. Farà ben 4 progetti prima di giungere alla soluzione definitiva, a
cui arriverà dopo aver indetto un concorso tra i suoi assistenti che si divisero in due gruppi:
uno sarà per un progetto neogotico, l’altro per un progetto modernista.
E’ interamente in acciaio, così come la scala, questa struttura riprende una capanna
primitiva che Asplund aveva per caso visto in un parco. Il lucernaio invece è realizzato con
travi e cemento armato.
- Cappella di Woodland, al cimitero di Stoccolma (1918) → Qui viene ancora più
esasperata l’idea del parco-cimitero. In queste zone, come in America, i cimiteri si
sviluppano infatti come dei veri e propri parchi verdi.
All’ingresso vi è una grande croce affiancata da una nicchia, rivestita con pietra a scasso
(molto grezza) la cui struttura sembra quasi anticipare la montagna che vi è dietro, e da una
cappella che si sviluppa come una sola cella con al centro del soffitto un grosso taglio.
- Biblioteca pubblica di Stoccolma (1920) → la biblioteca è posta ad angolo, al concorso
fu chiesto di risolvere l’angolo con l’inserimento di altri spazi commerciali. La struttura si
presenta come una scatola quadrata al cui interno vi è il cuore della biblioteca. Un unico
ingresso porta attraverso alla sala da lettura principale e alle sale per i bambini.
Da lontano è possibile notare la forma a cilindro, ed è proprio nelle pareti di questo cilindro
che vi sono tutti gli scaffali con i libri.
Alvar Aalto
Nasce in filandia. Dopo il liceo, segue corsi di arte figurativa e nel 1921 si laurea in architettura al
Politecnico di Helsinki.
Parte dalle esperienze di Asplund (quindi neoclassiche) e dopo se ne distaccherà abbracciando
anch’egli le avanguardie. Questo passaggio sarà segnato dal progetto per:
- Il sanatorio di Paimio (1928). Esso è immerso in un enorme spazio verde e combatte la
sua altezza con quella degli alberi. Tutte le stanze affacciano su un ballatoio che è separato
da quello della camera accanto attraverso pareti in vetro. Il tetto è curvo che diventa un
importante elemento architettonico. Con questa opera viene fissato lo stile predominante
della prima fase della sua carriera, uno stile sostanzialmente funzionalista.
- Biblioteca Viipuri: quest’opera presenta una pianta scatolare, ossia due rettangoli
affiancati tra di loro. Architettura è sezionata su due piani e , come per Asplund, la libreria è
a parete. La sala da lettura è molto grande e per essa Aalto disegna anche sgabelli, sedie
ed altri elementi di arredo. Il soffitto è realizzato attraverso un sistema di curve ed è
indirizzato a far sviluppare l suono delle parole in modo da permettere a tutti di sentire allo
stesso modo.
In queste due opere, Aalto si preoccupa di creare spazi in cui suoni, luce e colore non siano di
fastidio per chi si trova all’interno
Aalto verrà a conoscenza, in questi anni, dei coniugi Gullichson e progetterà su richiesta della
signora Mairea una serie di elementi di arredo destinati ad essere riprodotti su larga scala. Nasce a
tal proposito la società di mobili “Artek” nel 1935 per la quale produrrà sgabelli, sedie, tavoli,
sfruttando la tipologia del legno piegato.
- Padiglione Finlandese a Parigi (1937): quest’opera segna il suo allontanamento dal
costruttivismo. La sala principale e la struttura a scheletro dell’intero perimetro sono
rivestite da assicelle di legno. L’edificio è diviso in due blocchi dove lo spazio tra questi due
blocchi è adibito allo svolgimento di attività umane: per la prima volta emerge la struttura
del “Site planning”.
Negli anni seguenti progetterà una serie di abitazioni, tra cui:
- Villa Muuratsalo: casa che costruisce per se stesso. All’esterno usa il mattone sbrecciato
che dipinge di bianco, il quale da l’idea di un’architettura no naturale. All’interno usa invece
un mattone naturale, e qui gioca con i mattoni che posizionerà in maniere sempre diverse.
Usa poi la colonna a doppia T come in casa Tughendat (M. V. R) e una pianta irregolare a
forma di L.
- Villa Mairea (1938): la famiglia della Sig. Mairea era la 3 generazione di un’importantissima
famiglia di produttori di legno. In questa abitazione, dall’ingresso si arriva alla parete
curvata e da qui al soggiorno che è separato dalla sala da pranzo. Il camino, intonacato e di
forma scultorea, è il centro della casa (come con Wright). All’esterno vi è un giardino che
presenta un casotto per la sauna: esso è un elemento rappresentativo della cultura locale,
la cui struttura rivestita in legno e coperta da un tappeto di erba rispetta i canoni
dell’architettura spontanea finlandese. Inoltre all’esterno vi è una piscina dal contorno
perimetrale irregolare, e su questo lato, la casa appare chiusa, in modo da garantire la
privacy, infatti realizza solo 2 finestre che ritagliano un pezzo del esterno.
Forte è il contrasto tra i diversi rivestimenti della casa: legno per gli ambienti pubblici, intonaco
bianco per le aree private. Inoltre vi è una copertura irregolare che ricorda la disposizione confusa
dei pini nelle foreste.
- Padiglione finlandese a New York (1939): lavoro che farà la fortuna di Alvar Aalto in
quanto lo battezzerà come architetto internazionale ed è considerato uno dei manifesti
dell’architettura organica. 4 piani, con inclinazioni differenti, con gigantografie e fitte lamelle
di legno, rendendola una struttura avvolgente. Questa struttura ha la stessa forma deli suoi
vasi (lago)
- Municipio Saynatslo (1949): qui come anche per la biblioteca e Villa mairea, ritroviamo
una struttura che si sviluppa in 2 blocchi raggruppati attorno ad un atrio. Però mentre per la
Villa Mairea vi era una pianta a forma di L, la biblioteca prensenta una pianta che si
sviluppa come un unico blocco.
- Dormitorio per Cambridg (USA), Massachisex, la struttura appare differente in facciata,
da una parte è molto più lineare e dura (stile medioevale), dall’altra risulta più morbida
grazie alle sue forme curve e avvolgenti. Tutto è stato pensato nei minimi dettagli, da una
parte colloco i servizi e le aree comuni, dall’altra i dormitori degli studenti, tutto pensato
secondo il criterio ergonomico.
Razionalismo italiano
Per razionalismo italiano si intende quella corrente architettonica sviluppatasi in Italia intorno agli
anni ’20 e 30 seguendo i principi del funzionalismo.
Questo movimento voleva trovare una soluzione alla questione (nata con l’industrializzazione e
l’urbanizzazione) sul rapporto tra individuo e società moderna.
Per i razionalisti l’opera deve essere funzionale, avere cioè un rapporto razionale con le tecniche
della produzione industriale e con le esigenze della società moderna (per questo motivo il
razionalismo è strettamente connesso al funzionalismo).
Nel 1926 nasce a Milano il ”GRUPPO 7”: associazione di giovani architetti (tutti provenienti dal
politecnico di Milano), tra i quali ricordiamo POLLINI- FIGINI- CASTAGNOLA- TERRAGNI ecc ecc
Essi erano spinti dalla comune volontà di introdurre in Italia un’architettura moderna basata sullo
studio delle funzioni e su un uso corretto delle tipologie edilizie.
Tale gruppo si costituì ufficialmente nel 1930 con il nome di MIAR (movimento italiano per
l’architettura moderna); esso iniziò a farsi conoscere pubblicando una serie di articoli sulla rivista
“Rassegna Italiana”.
Sul GRUPPO 7 grande influenza sarà esercitata dal testo di Le Corbusier “Verso l’Architettura”.
Con l’Esposizione Italiana di Architettura Razionale, tenutasi a Roma nel 1928, il gruppo avrà
modo di presentare i suoi primi lavori. Con questa esposizione parve chiaro che l’estetica
razionalista mal si adattava al regime autoritario italiano, dunque nel 1931 il gruppo si scioglie e
una parte sfocia nel RAMI.
La TRIENNALE si pone come obiettivo, sin dalla sua nascita, lo stimolo dell’interazione tra
industria, mondo produttivo e arti applicate. In quest’ottica la triennale ha riassunto un ruolo di
amplificatore mediatico per l’innovativo ambiente italiano, permettendo anche il confronto tra le
varie correnti che man mano andavano sviluppandosi.
MILANO
Ogni genere di novità o piccolo avvenimento, accade prima a Milano e poi raggiunge il resto
d’Italia; tutto questo accade perché la borghesia milanese era “giovane” e desiderosa di essere
rappresentata in maniera del tutto nuova e dunque moderna.
1902: 1° Esposizione italiana (avvenuta a Milano)
CORRIERE DELLA SERA: uno dei primi mezzi di propagazione giornalistica che nasce a Milano
ed è portatore della modernità.
FUTURISMO
Porta le avanguardie parigine a Milano.
Avrà diretta conseguenza sull’architettura, ma soprattutto influenzerà e lo sviluppo della GRAFICA
PUBBLICITARIA (parola che si fa spazio e diventa reclame).
Nasce dunque una nuova figura lavorativa: il grafico.
In un contesto complicato come quello in cui versava l’Italia verso al fine degli anni ’30, dovuto a
momenti di crisi tanto in campo architettonico, che soprattutto politico: A. Olivetti nel 1932 passò
alla direzione della famosa fabbrica del padre produttrice di macchine da scrivere.
Da subito si dimostrò interessato al grande contributo che, secondo lui, l’architettura avrebbe
potuto dare alla produzione industriale ed incaricò FIGINI e POLLINI di progettare una lunga serie
di edifici per l’Olivetti ad Ivrea.
- FIGINI membro del GRUPPO 7 e successivamente del MIAR, aprtecipò all’impegno per la
diffusione dell’architettura moderna in Italia ed ha contribuito allo sviluppo del movimento
Razionalizta. Tanto Figini che Pollini progettano opere semplici nella forma, funzionali ed
econimiche risultano dunque di dichiarata fede razionalista. Insieme progettano l’industria
Olivetti ad Ivrea; una villa-studio per la 5° triennale di Milano.
La prima guerra modniale fu un esperienza storica e sociale decisiva che probabilmente, secondo
alcuni storici, segnerà la vera unità d’Italia, in quanto per la prima volta persone molto diverse tra
loro si trovano a collaborare, a combattere insieme per una patria comune.
Parte a Milano, con Pietro Portaluppi (progetta la S.T.I.P.E.L. società telefonica italiana), un
importante passo verso la modernità per l’Italia. A lui si devono le prime centrali elettriche italiane;
sposa infatti al figlia di ETTORE CONTI: proprietario dell’energia elettrica in Italia (durante il
fascismo infatti, dalla sua società nscerà l’ENEL). Egli porterà realmente l’Italia alla modernità.
Farà costruire le sue centrali su montagne ed è per questo che avrà bisogno dell’aiuto di architetti
moderni in grado di creare strutture nuove, mai viste, in grado di rispondere alle esigenze dettate
dalla funzione che doveva avere la centrale e dalla zona in cui essa doveva sorgere (perciò
chiama Portaluppi). Nei progetti di quest’ultimo vi è un forte contrasto tra:
Interni: dove sono presenti macchinari che, con il progredire della tecnologia, cambiano di
continuo;
Esterno (della centrale): richiama stili specifici come il gotico, rinascimentale o giapponese;
Gli italiani ritenevano eccessive le opere di Le Corbusier o Gropius pensando che per un
personaggio come quello italiano, l’architettura moderna era troppo legata all’idea della macchina.
Città infernale (disegno di Portaluppi): città nuova, tentacolare, che copre quella già esistente porta
più in basso idea della città che sale.
Il fascismo appoggia nei primi anni l’archittura moderna.
L’esponente più rappresentativo di questo gruppo è GIOVANNI MUZIO, considerato una delle
figure di punta del panorama architettonico milanese. La sua architettura, come del resto quella di
tutti i novecentisti, si avvicina alla metafisica di De Chirico producendo strutture monumentali e
severe a cui oggi si riconosce un importante valore urbano. In quegli anni fu una delle figure più
importanti dell’architettura italiana, anche se oggetto di numerose critiche. Oltre a numerosi efidici
residenziali, Muzio progetta 7 edifici pubblici tra i quali si ricordano:
- UNIVERSITA’ CATTOLICA
- TRIENNALE di Milano
In polemica tanto con in neo-gotico quanto con il Liberty, proporrà in questa direzione un progetto,
da lui consoderata come opera-manifesto, che suscitò scandalo:
- CA’ BRUTTA (1919/22), opera che segnò l’inizio della sua carriera, il cui nome era
espressione dello scandalo provato dai milanesi nel vederla in quanto, costruita in una zona
residenziale, contrastava con quella che era sempre stata l’idea di un’abitazione tipo
milanese, la quale comprende ora un numero più limitato di appartamenti.
L’edificio è suddiviso in fasce orizzontali di toni diversi, caratterizzato all’esterno da una
serie di richiami all’architettura classica (es. arco di trionfo che unisce i due corpi della
struttura; nicchie; colonne; balaustre ecc ecc) distribuiti in modo da evidenziare all’esterno
la distribuzione interna degli spazi ad ogni motivo decoratico della facciata corrisponde uno
specifico spazio interno.
Negli anni ’30 l’Italia, e di conseguenza l’architettura italiana, fu del tutto legata al regime fascista.
FASCISMO
E’ uno dei primi regimi dittattoriali che utilizza l’architettura come mezzo di comunicazione e
rappresentazione; strumento di propaganda mescolato a nuovi mezzi di comunicazione. In questo
senso Mussolini può essere considerato un importante modernzzatore.
Nell’Italia che va dal 1922 (anno della marcia su Roma) al 1931 (anno in cui si scioglie il MIAR e si
forma il RAMI) si assiste ad un forte conflitto tra tradizione e modernità.
Spesso inquesti anni molti progetti dell’architettura non erano apprezzati e per poter essere
costruiti, veniva richiesta l’approvazione a Mussolini.
Mussolini (guardando come esempio la Roma dell’imperatore Augusto) in previsione dell’
Esposizione Universale mai tenutasi a causa dello scoppio della seconda guerra modiale,
richiederà ad alcuni dei maggiori architetti di quel tempo il porgetto per E42, successivamente
ribattezzato E.U.R. (esposizione universale di roma)
Il complesso fu pianificato per celebrare i 20 anni della Marcia su Roma e la conseguente ascesa
al potere del Fascismo. Questo nuovo quartiere fu progettato per essere il punto più importante
dell’espansione sud-ovest prevista per la città avrebbe dovuto costituire il cuore di Roma.
Il progetto viene presentato nel 1938 sotto la direzione di M. Piacentini.
La struttura prevede un impianto vario con strade disposte ortogonalmente lungo le quali vi erano
edifici maestosi, imponenti e squadrati, per lo più costruiti con marmo bianco, a ricordare i templi
della Roma imperiale.
La costruzione del quartiere fu terminata in occasione delle Olimpiadi del 1960 tenutasi a Roma
con l’aggiunta di altre strutture come il PALAZZO DELLO SPORT.
I nazisti volevano soddisfare il desiderio popolare di un’architettura che esprimesse una sicurezza
psicologica e che potesse supplire ad un mondo in cui già la guerra aveva minato la società.
Albert Speer: mandato da Hitler in Italia per “studiare” l’operato di Mussolini in ambito
architettonico. Egli era l’arch personale di Hitler e fu iscritto al partito nazista già dal 1931 circa e
circa 10 anni più tardi divenne Ministro degli armamenti.
Negli anni in cui lavorò per Hitler si dedicò alla progettazione di vari edifici monumentali per il
Regime sostenendo, a tal proposito, la teoria del “valore delle rovine”: con essa si prevedeva la
costruzione di nuove strutture che avrebbero lasciato grande spazio alle rovine come
testimonianza (per le generazioni future) della grandezza del TERZO REICH (proprio come le
rovine dell’Impero Romano).
Viene arrestato dagli alleati nel 1945 e processato a Norimberga per poi essere condannato a 20
anni di carcere. Qui scriverà le sue memorie in cui parlerà di come sia stato affascinato dal potere
in quegli anni e proprio per questo era arrivto a comportarsi in quel modo.
- 1932 FORO MUSSOLINI: progetto affidato a L. Moretti. Si tratta di un vasto complesso
sportivo il cui ingresso apre su un ampio viale interamente rivestito di mosaici bianchi e
neri; Sorge su questo viale un enorme obelisco in marmo; tutt’intorno sono poste delle
statue, dono di artisti di varie provincie italiane e dunque tutte diverse.
- 1932 VIA DELL’IMPERO, Lunga 900m, fu costruita in occasione della decennale dalla
marcia su Roma su decisione di Mussolini il quale voleva che Palazzo Venezia e il
Colosseo fossero collegati. Inizialmente la sua idea venne rifiutata in quanto, per
realizzarla, dovevano essere distrutte numerose testimonianze medioevali (es. palazzi e
giardini storici, chiese rinascimentali ecc…). Muss. Dunque fece fare delle ricerche per
verificare l’effettiva presenza di questi resti e secondo queste non vi era alcun resto
(ovviamente fu tutto falsificato) partirono i lavori.
GIUSEPPE PAGANO: arch e partigiano italiano, fu un convinto attivista del partito fascista.
Dal 1931 dirigerà a Milano la rivista ‘Casabella’ e collabora in questi anni a diversi progetti tra cui
quello della Bocconi a Milano.
Si arruola volontario alla sec. guerra mondiale e verrà arrestato nel 1943; muore nei campi di
concentramento.
GIO’ PONTI: dopo essersi laureato in architettura al politecnico di Milano, partecipa alla prima
guerra mondiale. Si può considerare l’ideatore del design che ha poi insegnato all’università,
descritto come teorico e divulgato attraverso DOMUS, rivista di architetti da lui fondata nel 1928.
Ha apprezzato il moderno amando la decorazione; ha guardato al passato ed intuito il futuro ed ha
saputo spaziare tra i più svariati campi del suo ambiente: dalle architetture alle scenografie de “La
Scala”, dagli elementi di arredo alle ceramiche a tessuti.
Negli anni ’20 la sua attività si intensifica particolarmente: diventa prof di ruolo presso la facoltà di
Architettura del Politecnico di Milano e vince numerosi premi sia internazionali che nazionali.
Ponti assieme all’architetto P. Luigi Nervi progetta il
- GRATTACIELO PIRELLI : Opera di rilevante importanza dove ha sede il consiglio
regionale della Lombardia. Alta 127 m, conta 31 piani più due sotterranei; costruito
totalmente in calcestruzzo, la facciata è contornata da una serie di colonne rastremate
verso l’alto. Inizialmente il palazzo era stato pensato per ospitare gli uffici dell’omonima
azienda di pneumatici, ma gli stabilimenti di questa che vi si iniziarono ad inserire furono
distrutti dai bombardamenti. La struttura passò allora nelle mani alla regione.
GIUSEPPE TERRAGNI: Appartenente al GRUPPO 7, è considerato uno dei firmatari del
razionalismo italiano. Successivamente diventerà uno dei maggiori esponenti del gruppo MIAR.
- Casa del Fascio a Como o Casa del Littorio (Como): L’edificio ha la forma di un grande
parallelepipedo e la sua superficie è costellata da una serie di spazi vuoti e spazi pieni i
quali contribuiscono a creare un essenziale, ma allo stesso tempo, efficace gioco di
chiaroscuri e trasparenze. I quattro lati sono differenti tra di loro, la principale ha una doppia
facciata. Inizialmente nell’idea di progetto, era prevista una torre che, successivamente,
non fu costruita (tutte le case del fascio hanno una torre - tranne questa). Vennero usati
materiali quali: vetro, metallo e altre diverse leghe; per l’interno marmo e intonaco.
- Casa torinello (Milano), Costruita da Terragni e Lingeri a Milano e rappresenta una delle
architetture più interessanti del razionalismo italiano. La costruzione si compone di due
corpi di fabbrica (uno in fregio alla via, uno sul fondo del lotto) che delimitano un piccolo
cortile interno; i due corpi sono collegati fra loro da un ballatoio che conduce al corpo scale.
La struttura portante è in calcestruzzo armato, con pilastri che sostengono tre campate.
Asilo Sant’Elia: Fu ucciso durante la I Guerra mondiale, Terragni realizzerà un monumento ai
caduti in suo ricordo a Como.
Mentre i paesi europei trasformano l’industria bellica in un’industria che mirava alla ricostruzione
della città (INDUSTRIALIZZAZIONE EDILIZIA), l’Italia fece una scelta diversa pensando che la
ricostruzione dovesse avvenire per mano di piccole imprese, e non con le industrie, dunque
costruire case piccole legate anche alla vita contadina; identificare dunque nella casa contadina,
anonima, il modello tipo di abitazione.
“… per ogni tedesco ucciso durante la guerra, saranno stati uccisi 10 itaiani…” legge tedesca
attuata durante il conflitto; una sera furono assassinati 11 tedeschi e poco dopo vennero presi 112
italiani dal carcere, portati fuori dalla città e fucilati. In memoria di questi innocenti venne eretto
dopo la guerra il MONUMENTO DELLE FOSSE ARDEATINE (1944), ad opera di Fiorentino,
Perugino e Calcaprina. E’ considerata la prima opera moderna del dopoguerra e in essa lo spazio
è rappresentato con l’uso di un unico materiale.
- BBPR: acronimo di un gruppo di architetti nato nel 1932 che sta per: Banfi – Belgiojoso –
Peressuti – Rogers. Tutti laureati al Politecnico di Milano, iniziano a lavorare seguendo i
temi del razionalismo italiano; si distinguono per la progettazione di diversi piani urbanistici.
Saranno partecipi allo “scontro” tra razionalisti e tradizionalisti, sostenendo la libertà di
espressione e le forme dell’arch moderna nel fascismo; questo fino all’applicazione delle
leggi razziali con le quali passarono al sostegno della Resistenza.
NEOREALISMO
Con il termine neorealismo viene indicata una corrente architettonica ramo del razionalismo
italiano. Esso può essere considerato come una prima reazione a Movimento Moderno in
architettura.
Qui l’architettura comincia ad abbandonare il neoclassicismo semplificato ed il monumentalismo
del ventennio fascista, e trae spunto dallo sviluppo neorealista che si è già avuto nel cinema.
Il neorealismo fu dunque visto come una forma di reazione al fascismo (che voleva rappresentare
sempre tutto come perfetto personaggi colti, belli che parlavano un italiano perfetto).
Il paesaggio post-bellico in Italia è tragico: buona parte del sistema ferroviario è inagibile, gravi
sono i danni alle città del nord e alla capitale e anche il patrimonio artistico non è risparmiato. Con
il ritorno di Bruno Zevi dall’esilio nasce a Roma l“APAO (Associazione Per L“architettura
Organica), che si propone di lottare contro l“accademismo e il monumentalismo; nello stesso
periodo nasce a Milano il MSA (Movimento Per gli Studi di Architettura) propenso a una ripresa del
razionalismo in senso dogmatico e sociale.
La ricerca neorealista è incentrata su una nuova razionalità del costruire che si propone di trovare
la condizioni, l’ambiente e il modo di abitare che si riallacci all’equilibrio della vita di borgo.
Il movimento architettonico si può restringere a poche significative opere tra le quali si ricorda il
QUARTIERE TRIBURTINO a Roma.
L’INA-CASA
Legge dello stato che lanciava un piano d’intervento per la realizzazione di edilizia pubblica.
Considerato il più grande laboratorio di ricostruzione del 2° dopoguerra: quasi 2/3 delle abitazioni
costruite in quegli anni seguivano questo prototipo.
Vi fu un vero e proprio ritorno al mattone o al tufo; è ripresa anche la tradizione inglese della
città-giardino.
Case con uno spazio proprio per coltivare e tenere del bestiame. Lungo le strade furono
posizionate delle panchine e degli spazi che permettessero di rendere possibile la vita pubblica.
Gli Anni ’50 fu il momento più alto dell’arch del 2° novecento. Idea di un’architettura che afferma la
propria importanza, grandezza, sfruttando la sua diversità.
Nel 1953 alla rivista “Casa Bella” viene inserito da Rogers il termine CONTINUITA’, dunque
legame tra il passato e le architetture classiche, antiche con quelle moderne.
La massima espressione tridimensionale di questo concetto la ritroviamo anche con la
- TORRE VELASCA (1956): sempre progetto di BBPR, alta 99m. Il tetto appare quasi come
una villetta posizionata al di sopra della torre; i pilastri esterni sono in cemento armato; al
centro vi sono delle risalite di scale e ascensori; i primi 18 piani sono adibiti ad uffici e
negozi, mentre i successivi 8 piani sono destinati ad appartamenti: questi spazi sono più
ampi rispetto a quelli destinati ai negozi, dunque contribuiscono a conferire all’edificio al
sua forma a fungo.
Luis kahn
Grande maestro della cultura americana, è considerato l’architetto che fonda un modo americano
di concepire l’architettura moderna.
Formatosi al Beaux Arts a Philadelphia, diversamente da Mies che era ossessionato dalla struttura
di un’architettura, kahn tendeva al contrario a nasconderla, ponendo l’accento su quelli che
apparentemente potevano sembrare elementi secondari (pareti, soffitte, pavimenti). Da subito
progetta architetture molto interessanti in cui combina il cemento armato a vista con materiali
tipicamente americani come il legno a vista (ovvero il legno non trattato).
Kahn configurò il primo superamento delle teorie del movimento moderno; infatti il principio
fondamentale di questo movimento (ovvero forma che segue la funzione) viene ribaltato in quanto
Kahn sostiene che è la funzione che prende corpo nella Forma.
Le opere di Kahn si concentrano tutte tra il 1950 e la sua morte (1974) e sono costruite soprattutto
in India e negli USA. Kahn prevalentemente costruisce edifici pubblici.
La prima espressione di rilievo è:
- Yale University Art Gallery, viene incaricato infatti di fare questo ampliamento che trova
delle soluzioni originali come la scelta di utilizzare per le solette una struttura a moduli
tetraedrici in cemento armato. Esternamente per la Yale art Gallery si chiude con una
parete in mattoni priva di apertura, come fosse a protezione dei preziosi oggetti contenuti,
mente, in contrasto, il prospetto verso la corte interna è completamente vetrato.
- Nel Salk Institute (La Jolla, California, 1959-65) il sito su cui costruire, in affaccio
sull“oceano pacifico, ispira l“architetto a disegnare un progetto di estrema armonio tra spazi
aperti ed edifici che costeggiano le piazze orientate verso il mare. Il complesso Ł in
cemento armato a vista con inserti in legno, e nella piazza centrale uno stretto canale porta
un esile corso d“acqua a tuffarsi in una vasca ad un livello inferiore.
Il progetto prevede, per i laboratori, due lunghi corpi edilizi disposti simmetricamente
attorno ad una corte interna; e sono stati realizzati completamente identici ed articolati allo
stesso modo in una serie di corpi minori: uffici, zone di servizio, scale e sale studio.
- Parlamento di Dacca (Bangladesh, 1962-dopo la sua morte), è la sua opera più
impegnativa. Kahn identifica nella sala dell“assemblea il fulcro dell“edificio, mettendola al
centro del progetto, mentre il resto degli edifici si dispone a corolla di questo nucleo. Solo
un volume è traslato rispetto a tutto il sistema, perché è rivolto verso la mecca, il resto è in
asse. L’interno edificio è costellato di forme geometriche come il cerchio e il triangolo
(figura di eccellenza), rimando al numero 8.
- Kimbell Art Museum (Forth Worth, Texas, 1962-71) nasce come museo privato, di cui ci
sono state 3 ampliazioni, di cui una di Tadao e una di Piano.
1) Tadao: realizza delle gallerie con colta in cemento e travertino come tamponamento
(travertino è tipico italiano). Durante il lavoro, fece svuotare la parte superiore della
volta per inserirci un elemento aperto da cui far filtrare la luce.
Aldo Rossi
Formatosi al Politecnico di Milano, collabora con «Casabella‹ e lavora allo studio di Gardella. Nel
1966 pubblica L“architettura della città in cui proclama l“importanza delle esperienze passate per la
realizzazione delle città del futuro. La città di Rossi, da leggere in chiave citt-architettura, è anche
da rapportare con la storia, intesa come senso della memoria collettiva custode dei fatti urbani.
Su quest“idea si basa il concetto di Rossi di «permanenza della forma‹ che sta alla base di una
riclassificazione tipologica delle forme invariabili nel tempo.
Esempio è il blocco residenziale
- Quartiere Gallaratese (Milano, 1967-74) ispirato alle tradizionali case di ringhiera
lombarde, in cui Rossi manifesta l“utilizzo di forme invariabili, con la ripetizione del volume
principale, il cui portico è scandito da setti portanti e da colonne.
- L“ampliamento del Cimitero di San Cataldo (Modena, 1973-80) fornisce a Rossi invece
l“occasione di delineare una serie di forme geometriche e di segni puri con un“architettura
essenziale ed elementare;
- il Teatro del Mondo a Venezia (1979), in cui si ispira agli antichi teatrini su barche
barocchi, ma ripensati riprendendo gli architetti visionari francesi; aggrega volumi semplici e
aggiunge un nostalgico richiamo al mondo dell“infanzia da cogliere nella semplicità delle
linee e dei colori.
- Casa Aurora (Torino, 1982-84), sede del gruppo finanziario tessile, riconoscibile nel taglio
della planimetria dell“isolato, nella scelta dei materiali (laterizio a vista e pietra grigia).
Mario Botta
Mario Botta nasce nel 1943 a Mendrisio e laurea allo IUAV di Venezia, dove ha modo di conoscere
Scarpa e Le Corbusier.
Nella sua Prima casa a Stabio (1965) si vede l“omaggio che vuole fare a Le Corbusier per le
scelte distributive e formali, l“uso del cemento armato a vista che genera una pelle simile a quella
del Convento de La Tourette. I
Secondo la critica le opere di Botta di questi anni sono riconducibili al Neorazionalismo ticinese a
cui si aggiunge la sensibilit per il contesto e la tradizione dei luoghi in cui si inseriscono gli edifici.
La sperimentazione dei materiali è una costante di Botta.
Nei progetti successivi per Botta impiega un controllo maggiore delle geometria e va verso una
monumentalità che Botta stesso dichiara necessaria per l“architettura e che fa da sfondo ai progetti
per la
- Banca di Friburgo ( 1977-82) in cui il blocco cilindrico sembra proiettarsi fuori dalle due ali
laterali
- La banca del Gottardo (Lugano, 1982-85) in cui 4 blocchi prospettano sul viale in
un“alternanza di pieni e vuoti che rompe il senso di massa.
Negli anni “80 Botta realizza anche il
- Museo di Arte Moderna di San Francisco (1989-95): con questo progetto esalta la
capacitÔ di usufruire dell“illuminazione naturale e le dimensioni e la forma sono capaci di
trasmettere l“importanza del museo nella città. Nella scelta del grande corpo cilindrico
centrale che immette la luce negli ambienti interni si pu cogliere anche un omaggio a
Wright.