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“Spazio, tempo e architettura” di Giedion Sigfried, che studia il fenomeno del cambiamento nei periodi di
transizione storici, considera di primaria importanza l’architettura del ferro, materiale già usato in epoca
pre-industriale con il fine di consolidare le strutture, come l’armatura in ferro del frontone di Sainte
Genevieve (1761) per consolidare e sostenere la struttura in pietra a vista.
Non esiste una teoria dell’architettura in ferro.
Rivoluzione industriale (1770 - Inghilterra) :
L’incidenza della rivoluzione industriale sulla struttura sociale (prima inglese e poi europea e americana) si
lascia rintracciare a livelli molteplici:
- della trasformazione dei modi di produzione e dell’organizzazione del
lavoro, concentrato nelle fabbriche, a partire dall’introduzione di
macchinari sempre più ingombranti e costosi, anziché capillarmente diffuso
nel territorio
- della trasformazione delle città in grandi contenitori di attività produttive
e di consumo
- relativo all’introduzione e all’uso di nuove tecnologie e materiali che
derivano immediatamente dalle produzione industriale (ferrovie, ponti..)
- della propagazione a un più ampio contesto architettonico di modalità,
tecniche e materiali legati all’industria.
Ciò pone idealmente a contatto 2 edifici londinesi differenti come il British Museum (1824-46) di Robert
Smirk – colonne neoclassiche, meccanicamente allineate in un’interminabile sequenza di elementi identici,
mascherano strutture in ghisa al proprio interno – e il Crystal Palace di Joseph Paxton (1801-65). E’ in
quest’ultimo edificio che i diversi livelli d’interazione dell’industrializzazione con la società si manifestano
nella loro interezza e pluristratificazione : Il Crystal Palace, prodotto della civiltà delle macchine, riassume in
sé e incarna in modo emblematico le esplosive tensioni che scuotono l’architettura dell’800.
Alla Great Exhibition del 1851 di Londra ne seguono altre, tra le più significative si ricorda quelle a Parigi del
1867 (in cui il modello del Crystal Palace viene ripreso ma modificato in una forma circolare), del 1878 e poi
quella del 1889 legata alla Galerie des Machines di Ferdinand Dutert e alla Tour di Gustave Eiffel.
Great Exhibition 1889, Parigi
Tra il “Trocadero” e Campo Marte, che termina con la “Galleria delle Macchine”, si realizza un’area
inquadrata e con al centro un’opera effimera: la “Tour Eiffel”.
Nelle architetture di fine ‘800, il metallo non viene usato più solo in chiave strutturale, che vengono ridotte
all’osso, ma anche in chiave spaziale.
Gli architetti si confrontano così sull’uso del metallo:
ECLETTISMO – insieme di stili combinati in un edificio; somma nell’utilizzo di stili architettonici differenti
-necessità di non allinearsi al Neoclassicismo e necessità di avere uno stile in un periodo
particolare come l’800 dove ci sono nuove tecnologie e diverse correnti di pensiero.
-John Ruskin sviluppa, nel suo corso di storia dell’arte, la sua teoria dell’architettura in 2 libri : “le pietre di
Venezia(1853)” e “le sette lampade dell’architettura”(1849)
-da “Le pietre dell’architettura”, dal capitolo “La natura del Gotico”, teorizza il concetto di gotico su :
1) selvaticatezza 2) mutevolezza 3) naturalismo 4) amore per il grottesco 5) rigidezza 6) ridondanza
Questi concetti si possono usare per descrivere il “costruttore/artigiano” ma per tale figura Ruskin fa
corrispondere a tali concetti altri.
-Fu proprio Ruskin a contagiare William Morris con questa idea, mentre quest'ultimo segue le lezioni di
Ruskin ad Oxford nel 1851. Qui entrerà in contatto con Jones Bourne, il quale presenterà a Morris Dante
Gabriel Rossetti, che diventerà esponente dei “Preraffaelliti” (così chiamati per il comune recupero
romantico di un passato ideale; riconoscono la caduta della pittura con a morte di Raffaello). Morris segue
così prima la lezione di Ruskin, poi si fa contagiare dai Preraffaelliti ed in seguito ne fa una sintesi.
-William Morris, allievo di Ruskin, viaggia con Jones Bourne e visita la Francia dove “scopre” le cattedrali
gotiche e poi apre un atelier di pittura ove alla necessità di arredare lo studio gli si presenta per la prima
volta la povertà qualitativa della produzione degli oggetti fabbricati in serie dalle industrie inglesi, da cui
l’esigenza di disegnarne di migliori e realizzarne in modo artigianale. → si dedica all’Interior Design
-la cultura architettonica goticista e la cultura pittorica preraffaellita (ispirata al naturalismo medievale)
influenzano molto Morris, ma ingenera in lui la decisione di abbandonare entrambe per indirizzarsi verso
una loro sintesi.
-La strada indicata da Morris viene percorsa da giovani architetti e designers a partire dagli anni 80.
-Norman Shaw riprende e sviluppa i temi presenti nella Red House di Webb e Morris, giungendo a fonderli
nello stile detto “Old English”, caratterizzato dall’insistita asimmetria planimetrica e da un’apparente
spontaneità nella disposizione degli elementi.
Norman Shaw è uno dei primi teorici della “città-giardino” come soluzione urbana alla nuova tipologia
architettonica
-stabilisce tipi edilizi nuovi che nascono dalle piante palladiane apportando importanti modifiche ove ogni
ambiente viene definito a seconda delle esigenze
-nuova teoria di progettazione → -Principio di flessibilità
-Stilizzazione
Michael Thonet riprende il concetto di flessibilità e sottopone il legno a curvatura per seggiole e mobili.
-brevetta un sistema per la curvatura del legno con il vapore, spingendo ad un nuovo linguaggio decorativo
→ siamo vicini a quando gli architetti cominciano a ad usare l’arco a “linea a colpo di frusta” negli edifici
dando vita all’Art Noveau
Casa della Bella Musica e degli amatori d’arte – Charles Mackintosh, Scozia 1901
-applica il linguaggio nuovo in riferimento al Giappone : “giapponismo”
L’Architettura giapponese fornisce arte semplice e stilizzata che influirà e sarà usata anche nell’epoca
successiva moderna ed artisti come Gropius.
3) ART NOVEAU
Il primo fenomeno stilistico nel ‘900 è l’Art Noveau Franco-Belga → il termine Art Noveau è coniato dagli
artisti franco-belga per descrivere il nuovo fenomeno artistico
-“Rappresentatività” e “funzionalità”, che nell’800 sono sempre stati in conflitto, iniziano a trovare nell’art
Noveau un punto d’incontro: quel “nuovo” che si manifesta con l’alternanza di stili e il dominio della
tecnica diviene espressione sintetica
-Nata per dare volto alla nuova classe sociale della borghesia, l’arte nuova per la prima volta si distacca da
ogni precedente modello e diventa un fenomeno di livello europeo.
-Quest’ arte nuove nasce dalla volontà di risolvere il problema della mancanza di un vero e proprio stile
dell’800. Un’arte che si distingue dall’eclettismo perché è definibile stile, ovvero si può descrivere con
caratteristiche formali e morfologiche anziché attraverso solo le arti visive ed effimere.
-L’elemento distintivo di questa nuova arte è il “colpo di frusta” che non è solo una qualità visiva (come
eclettismo) ma diventa una qualità formale-morfologica che da forma all’edificio.
-Con l’Art Noveau nasce il concetto di “opera d’arte totale” → Henry Van De Velde opera così : “artista
totale”, colui che deve occuparsi e progettare ogni aspetto della società (vestiti, design, musica, architettura)
Questo concetto nasce già nell’800 con il musicista Wagner il quale crea un nuovo stile e lo spinge oltre il
limite della sua disciplina andando a contagiare anche l’architettura (si progetta il suo teatro)
-Ma quest’arte totale si porta dietro delle contraddizioni infatti controllare ogni fase del progetto secondo
un’unica logica porta a dei problemi : i principi opposti di razionalità e sensibilità finiscono nel tradursi in
forme sinuose, colpi di frusta ed una ossessività per i dettagli.
Casa Van De Velde, Uccle: saldatura tra architettura e arti pratiche, ne disegna, oltre che al progetto, arredi
e ornamenti, eccetto che gli impianti sanitari e di riscaldamento perché voleva che rispecchiassero il
principio di razionalità con cui erano creati.
Hector Guimard
Castel Beranger
-in comune con Casa Tassel c’è la forma di decorazione organica nelle
colonne e nello stucco del soffitto
-decorazione zoomorfa delle colonne
-uso della linea curva nell’entrata di ghisa
-non c’è funzione ma si centralizza sul nesso morfologico
-la struttura formale basata su questi principi è coinvolta a tutte le scale
Possibili, da 1:1 a 1:200
Subway station – Parigi – 1898 - 1900
-anche Guimard applica una struttura formale derivata dalla natura (piante e
animali) in cui la forma non è vincolata al materiale come per Van de Velde
- Si esprime con un naturalismo floreale e zoomorfo, mescolanza tra natura e
artificio
Apartment building - Parigi-1912
-riprende l’ossatura di un essere vivente che utilizza all’estradosso nella facciata
sotto le finestre
-nuovo rapporto pieni vuoti
SECESSIONE VIENNESE
La guerra combattuta dai giovani artisti e architetti contro lo storicismo e l’accademismo si traduce a
Vienna con la Secessione capitanata da Klimt.
→ Non mettere più in atto i principi accademici
-fondata da Otto Wagner e i suoi allievi Hoffman e Olbrich
Landerbank (1882-84)
-interni di stampo neoclassico, spazio simmetrico, utilizzo di colonne, capitelli archi.
METROPOLITANA
-Wagner viene nominato consigliere superiore dell’edilizia (Oberbaurat) nel 1894 e riceve l’incarico di
progettare la metropolitana di Vienna, nella quale deve produrre, assieme al suo studio composto tra i tanti
da J. Olbrich, J. Hoffmann, ..) un enorme qualntità di progetti per infrastrutture come ponti, ferrovie,
stazioni e viadotti.
-Per Wagner la metropolitana non è concepibile come una serie di “pezzi unici”, edifici-monumenti in senso
tradizionale, ma nemmeno riducibile all’esecuzione di un compito puramente tecnico. Essa va interpretata
in senso moderno come una complessa “rete di segni”, regolati da precise gerarchie a cui corrispondono
diverse tipologie, forme, cromie.
-deve essere priva di un senso nostalgico per le sue configurazioni precedenti.
-le stazioni sono improntate a una ripetizione serializzata nell’insieme e nei dettagli.
-stazione-tipo sotterranea: presenta un padiglione a pianta quadrata, con ingresso coperto da una pensilina
con struttura in ferro, biglietteria (assenza di sala d’aspetto per rimarcare la modernità della stazione: molti
passeggeri ma poca attesa) e rampe di scale.
-stazione tipo sopraelevata: massiccio corpo di fabbrica orizzontale, attraversato per lungo dai binari al
piano superiore, a volte al pianterreno facciata scandita da ordini architettonici.
-design coordinato a scala urbana: riguarda anche i colori, struttura in ferro, lampioni a globo, balaustre
-Il ferro non è soltanto usato in veste pratica ma assume un simbolismo: la nuova funzionalità definisce un
nuovo stile. La metropolitana, secondo Wagner è forma della velocità.
FERMATA KARLSPATZ (1898-99)
-Si nota qui la volontà di Wagner di posse i due identici padiglioni – strutturati su un’esile gabbia metallica
rivestita di marmo – in stretta relazione con la vicina Karlsekirche di Von Erlach caratterizzata dal raddoppio
barocco delle colonne celebrative all’ingresso. La copertura è un riferimento al tardobarocco e alla
copertura dei vagoni. Le decorazioni dorate simboleggiano una nobiltà nella struttura stessa.
-Fermata della metropolitana di Vienna (1898-99): diversamente da Parigi assomiglia ad un piccolo
padiglione, cerca di combinare la tecnica con l’arte. Struttura composta in ghisa e tamponata con marmo
(riferimento al classico, differisce da palazzo Stoclet perché li non è esplicitata la struttura). Tenta di
formulare un linguaggio architettonico per infrastrutture affinché non gli sia esclusa ‘l’aura artistica’
(decorazioni zoomorfe..). Il primo ordine abbiamo lastre di marmo bianco, mentre nel secondo marmo
dipinto
[Il tema del rivestimento è un tema molto discusso nell’800, trattato dal saggio sullo stile di Gottfried
Sempre 36]
-la classe a cui maggiormente sta a cuore il possibile salvataggio dell’arte è la borghesia colta e l’alta
borghesia industriale
-Wagner concepisce questo degrado dell’arte e tenta il salvataggio, visibile nell’ultima fase della sua
carriera
-Wagner diventa maestro che sa farsi allievo dei suoi allievi : -si aggiorna anche se è nella sua ultima parte
di carriera → la villa non è un semplice cubo ma presenta elementi per ingentilire
DECORO
Interni con materiali di alta qualità, accoglienti, apparente contraddizione con l’esterno
Loos definisce l’architetto come ‘un muratore che sa il latino’
-in tutti gli edifici c’è una componente di decoro che si risolve artigianalmente.
1901 Loos disegna mobili che seguono i propri principi di decoro dato solo dal materiale.
MODERNISMO CATALANO
A Barcellona il piano di espansione urbanistica disegnato da Cerda diviene la matrice da cui originerà ogni
futura evoluzione della città: nuova forma urbis (scacchiera) e una forma mentis barcellonese (spinta
internazionale alla modernizzazione). . Nasce la volontà forte di affermare uno stile puramente catalano
Negli ultimi due decenni dell’800 l’ideologia stilistica catalana si definisce e si attiene a concezioni locali.
Emergono figure come Guell, Gaudì, e Piug Y Cadafalch figura dall’ecclettismo ipertrofico (concertazione di
particolari), si fanno scelte stilistiche più locali (gotico, Mudeuar stile moresco).
‘l’originalità consiste nel tendere alle origini’, è la coscienza del necessario radicamento nel passato, Gaudì
mostra subito capacità di attingere dal passato senza ripetere gli errori, mette in luce una esuberanza che
va oltre le codificazioni linguistiche. Reperisce la lezione sul gotico di Le Duc, e lo interpreta come uno stile
e un sistema costruttivo da perfezionare
CHICAGO
Negli USA la concentrazione finanziaria si sta spostando dalla costa est a quella ovest, e questo transito
passa in nodi al centro del paese (Midwest), come in Illinois e nella sua capitale Chicago
1871 a Chicago scoppia un incendio che distrugge edifici al centro della città (anche con scheletro in ghisa),
la ricostruzione diviene un’occasione per ripensare i principi architettonici americani che fin ora erano
rimasti strettamente legati a quelli europei. A causa dell’elevazione economica di Chicago, il prezzo dei lotti
si sta elevando moltissimo e si vedono effetti di speculazione, con ciò nasce il grattacielo per speculare il
più possibile un lotto piccolo (struttura metallica, con rivestimento ignifugo, ripetuta su più livelli), altra
spinta ai grattacieli fu la necessità simbolica dello spirito commerciale americano.
-In questa ottica nasce la scuola di Chicago con la volontà di realizzare edifici qualitativi.
-Alan Colqueun definisce i problemi, contraddizioni e domande che si riscontrano nella scuola di Chicago:
classicismo o organicità tecnologica, individualismo o collettività, architettura americana o regionale..
-tra le contraddizioni della scuola la più evidente è quella tecnologica, nascono edifici con struttura
metallica (standardizzazione e razionalizzazione) ma con la volontà di rimanere all’interno del linguaggio del
400 fiorentino.
Wright afferma che ha ricevuto i doni ‘frodeliani’ poiché durante l’infanzia lo hanno lasciato giocare
liberamente alle costruzioni.
Caratteristiche: design puro da influenze (europee)
Spiega il suo nuovo linguaggio (architettura della prateria) in un articolo ‘casa in una città prateria’
alludendo a Oak parck (quartiere elegante nel verde). Chicago è circondata da verde ma non da prateria, la
prateria di Wright è immaginaria. La linea orizzontale della casa regola la piattezza della prateria
È uno stile molto costoso
Nel caso della WHITE HOUSE, infatti, la costruzione planimetrica rivela l’impegno di proporzioni armoniche.
Nel progetto per il CIRCOLO NAUTICO YAHARA a Madison, in Wisconsin /1902), la longitudinalità della
pianta e della copertura a sbalzo viene assunta a simbolo della libertà dell’uomo. Non si tratta comunque di
motivi isolati, fini a se stessi: al centro delle costruzioni vi è l’identificazione di un universo domestico alla
cui perfetta definizione tutto concorre. In questo senso il motivo dell’orizzontalità giunge alla pienezza del
suo significato architettonico soltanto in relazione ai contrappunti verticali che vi si accompagnano. Questa
dialettica, che nel plastico gioco di volumi e di piani in mattoni della MARTIN HOUSE trova una sua prima
chiara ed essenziale espressione, nella ROBIE HOUSE, costruita alla periferia di Chicago (1908-10), ha il suo
momento forse più alto : il marcato sviluppo longitudinale, già messo in risalto dai forti sbalzi delle falde del
tetto e dalla continuità dei muri perimetrali entro cui è custodita la casa, è ancor più rafforzato, dallo
svettare dalla zona centrale della casa del monumentale camino, cuore della casa – l’intento di Wright è di
portare l’interno all’esterno e l’esterno all’interno. In questo senso i setti murari interni presentano spesso
lo stesso trattamenti di quelli esterni, così come i volumi esterni denunciano con esattezza l’articolazione
interna. Essenziale risulta il controllo operato sulle fonti luminose, artificiali e naturali, che sono spesso
moltiplicate e dislocate a diverse altezze.
Rispetto alle prime case, dominata dalla preziosità dei materiali e dalla perizia artigianale (soprattutto i
rivestimenti in legno e le vetrate piombate colorate), la Prairie Houses successive sono più semplici e
lineari, frutto di un sagace utilizzo delle lavorazioni meccanizzate, teorizzato da Wright nella conferenza del
1901 The Art and Craft of the Machine. Da questo punto di vista gioca un ruolo importante l’influenza
dell’architettura e del gusto giapponesi, certificata dal viaggio in Oriente (1905) e dagli oggetti e soluzioni a
essi riconducibili che egli fa nelle proprie case - l’estetica che si afferma, che crea una nuova “Prairie “
School, è strettamente legata al tema residenziale. Al di fuori di ciò Wright sembra attingere con minore
inventiva alle lezioni di Sullivan, i cui nodi lasciati irrisolti nei rapporti tra office building e dinamica urbana
cerca di confrontarsi il LARKING COMPANY ADMINISTRATIN BUILDING a Buffalo (1902-06). La concezione
dell’edificio si basa su un grande svuotamento centrale, un pozzo a base rettangolare profondo 5 piani
illuminano dall’alto da un vasto lucernario. Intorno a questa “light court” circondata da una gabbia di
pilastri a tutt’altezza e dalle fasce orizzontali delle balconate in laterizio, si sviluppa il resto dell’edificio, che
all’esterno presenta regolari griglie di finestre sui lati lunghi e tozzi prismi rettangolari anch’essi in laterizio
ai 4 angoli, capaci di conferire all’insieme la sembianza di una fortezza, ancor più chiusa della realtà.
L’assenza di una facciata nel senso tradizionale del termine evoca l’architettura egizia. Il senso di riflessione
comunicato dall’aspetto dell’edificio costituisce la risposta alla questione del valore estetico dell’edilizia
commerciale urbana, con la conseguente rinuncia a qualsiasi genere di affermazione individuale-
ornamentale. La scelta dell’open space centrale indica la volontà di “rifugiarsi” dal mondo esterno, sia come
specchio di una concezione più trasparente ed ugualitaria del lavoro, con l’abbandono della tradizionale
chiusura e separazione degli uffici. – può valere come soluzione ottimale per uno dei primi edifici ad aria
condizionata, con finestre ermeticamente sigillate. Ciò non toglie però che il Larking Building incarni l’ideale
Il linguaggio è privo da influenze occidentali ma si trova in un qualche legame tra il Giappone e l’estremo
oriente
Berlage farà da ponte tra tempi, modi e spazi diversi : sarà l’elemento propulsore della Scuola di
Amsterdam e del movimento De Stijl. Decisiva per la sua formazione risulta l’isegnamento impartitogli dagli
allievi diretti di Semper al Politecnico di Zurigo : costruzione come risultante di tecniche e materiali, di
motivi funzionali e simbolici. Ma ha altrettanta importanza la lezione di Viollet Le Duc : razionalità
strutturale derivante da un’interpretazione dell’edificio come organismo.
Nei 3 progetti di Berlage (palazzo della pace, Beethovenhause, pantheon per l’umanità) si hanno delle
caratteristiche comuni: marcata centralità degli impianti simboleggiando un ubi consistam con un valore
sociale, volontà di ritrovare una collettività armai persa.
LA SCUOLA DI AMSTERDAM
La grande richiesta di alloggi prodottasi in Olanda tra fine Ottocento e primi del Novecento e la
conseguente adozione di piani di espansione delle principali città determinano una stagione costruttiva di
eccezionale rilievo: in essa sono coinvolti gli architetti della generazione più giovane i quali lavorano
accanto a Berlage e ai maggiori professionisti dell’epoca (Cuypers)
Grazie all’intervento dei ‘giovani’ si deve la realizzazione del primo edificio moderno olandese.
La scuola di Amsterdam con i suoi esponenti, Klerk, Kramer, sente il bisogno di allontanarsi da Berlage.
Riuniti intorno all’associazione Architectura et amicitia e alla rivista Wendingen Krmer, De Klerk, Staal, ecc
di cimentano nella realizzazione di complessi residenziali a di abitazioni provate che si distinguono per forza
e vitalità espressiva.
Si vedono sorgere solidi e sinuosi muri di mattoni ed esuberanti tetti di paglia a spioventi testimoniando il
recupero del vernacolo fiammingo e l’influenza della tradizione costruttiva indonesiana.
I risultati concreti della scuola si lasciano misurare nei grandi complessi residenziali popolari. Il contributo
fornito va dunque rapportato alle difficili condizioni nelle quali la vicenda dell’edilizia di massa si sta
sviluppando (dopoguerra) e alla luce della scarsa qualità degli alloggi realizzati precedentemente.
BHERENS (1868-1940)
La Germania che si stava affermando nel mondo come potenza industriale non poteva essere rispecchiata
dal Jugendstil quindi cerca una espressione più pratica e legata all’industria e con un tardo medievalismo
(Alferd Messel)
Bherens è uno delle maggiori figure del Werkbund.
Nel periodo della Germania Guglielmina dove in governo tedesco aveva la volontà di dare qualità agli
oggetti prodotti industriali: Werkbund (laboratorio tedesco) poiché i riflessi architettonici dello Jugendstil
non oltrepassano la soglia dell’esercizio calligrafico.
Non ha una formazione da architetto o progettista ma da belle arti (anni 1880) durante il periodo di
maggiore espansione del Jugendstil (art noveau in Germania) dove si diffonde nell’arte applicata cercando
un’atmosfera irreale e fantastica. Nell’ambito della secessione di Monaco (1892) Bherens intraprende la
sua carriera di pittore e si concentra sul tema della linea ritorna. L’occasione di Bherens per misurarsi con
l’art Noveau gli è offerta dalla Colonia degli artisti di Darmstadt dove realizza interventi grafici e
scenografici ma anche la propria casa.
Da qui Bherens creerà una sintesi formata dalla fusione di volumi totalmente privati di peso e di linearismi
grafici. Compiuta classicità senza cadere nel neoclassico. Il riferimento ideale è il romano fiorentino (San
Miniato al Monte, il Battistero di Firenze, la Badia fiesolana) e anche lui trova un simbolo geometrico: il
quadrato nel cerchio.
A cavallo tra il XX e il XXI sec l’industria tedesca vive una profonda contraddizione: da un alto il sempre e
maggiore competitività e dall’altro la scarsa qualità estetica dei prodotti, riflesso di una mentalità rivolta
alla razionalizzazione e alla soluzione degli aspetti tecnico-meccanici dei prodotti. Già Morris aveva
dedicato attenzione a questa tematica.
Dal tentativo di riequilibrare gli scompensi nasce il Werkbund nel 1907
1907 Bherens è incaricato della consulenza artistica dell’industria AEG, curare l’intera gamma della
produzione della società, la progettazione di fabbriche e degli edifici per allestimenti provvisori.
Vuole applicare una moderna monumentalità architettonica.
Il comune fondamento dei suoi interventi è l amimesi e la ripetizione sul quale si basa la costrizione del
tempio antico. Bellezza senza tempo e volontà di potenza teutonica.
Creazione dell’immagine coordinata (logo, prodotti, edifici.. molteplicità di elementi progettati da un’unica
persona)
Progetta il logo dell’AEG con un esagono basato sulla semplicità geometrica (evoca la laboriosità dell’ape) –
arte applicata-
1907 nello studio di Bherens lavorano insieme Gropius, Le Corbusier e Mies Van de Rhoe
WERKBUND
1880-1890 ideologia tedesca che trova applicazione pratica nel Werkbund
Nel Werkbund si ha un contributo dell’arts and crafts inglese, riformare l’artigianato inglobando la
produzione industriale senza perdere la qualità.
Innovazione: 12 società e 12 architetti, si costringe la collaborazione tra architetti e industrie
Salvare la produzione di massa conferendo qualità artistica all’industria
È una spinta per l’identità: per quest si distingue dall’arts and crafts che invece non ha interesse di creare
uno stile nuovo
HERMAN MUTHESU
Monografia della casa inglese, sostiene la tipizzazione.
Il governo tedesco vuole acquisire dall’arts and crafts inglese.
WERKBUND
Herman Muthesius addetto culturale all’ambasciata tedesca in Inghilterra costituisce il punto di partenza di
un dibattito che porterà alla fondazione nel 1907 del Deutscher Werkbund. Il centro focale è la casa come
luogo di concentrazione di oggetti: dagli oggetti cui la casa stessa è composta agli oggetti d’uso che in essa
sono contenuti. A tali oggetti la cultura dell’Arts and Craft inglesi aveva dedicato una particolare attenzione
progettuale, una semplificazione e di razionalizzazione e a un aggiornamento del gusto del moderno.
Questo modo di fare inglese per i tedeschi deve essere come modello per una produzione industriale per
portare qualità in un sistema quantitativo.
Al Werkbund aderiscono industriali, politici, funzionari pubblici, artisti e architetti, discutendo del problema
del passaggio tra un lavoro artigianale e uno industriale; il coinvolgimento degli architetti devia in discorso
in un ambito più vasto del mero gusto.
Volontà di rifondare la cultura dell’abitare sulla base di uno stile tedesco.
Prima grande esposizione del Werkbund a Colonia, 1914 dove Mutesius detta le linee del dibattito
sostenendo la necessità di adattare il lavoro progettuale alla produzione industriale concentrando in forme
tipizzate, standardizzate. A questo pensiero si contrappone Van De Velde derivante dallo stile dello
Jugendstil opponendosi all’uniformane stilistica.
Il dibattito si accende anche nelle opere esposte: Van De Velte realizza un teatro (rappresenta il volto del
tempo) mentre Gropius una Fabbrica modello (manifesto), i due esempi trovano profonde differenze
qualitative e concrete. Ma queste opere sono nate da circostanze casuali, poiché all’epoca il dibattito
tendeva a estraniare l’architettura dal Werkbund, fino al 1927 dove a Stoccarda si erige il Weissenhof
(quartiere dimostrativo) con presidente Poelzing.
Si propone il superamento della logica industriale e commerciale a favore dell’introduzione dei una
struttura artigianale su modello medievale (Bauhaus), riferimento puramente spirituale per risvegliare
l’amore per il lavoro, il sogno del recupero dell’unità dell’attività artistica compiendosi nell’architettura.
Le differenze dell’arte e dell’artigianato si devono eliminare progressivamente con l’educazione artistica su
base artigianale (apprendistato di tipo medievale).
Intenzione di incrociare il Werkbund con le avanguardie moderne.
Il tentativo di Poelzing fallisce nel 1921 portando alla direzione Riemerchmid con un sostegno al design
industriale con un appoggio da Gropius, il ruolo dell’artigianato viene sostituito alla tecnica. Il Werkbund
appoggia l’architettura della ‘nuova oggettività: sintesi di procedimento costruttivi industrializzati e di
standardizzazione.
A Stoccarda nel 1927 sorge un quartiere residenziale permanente composto da una ventina di edifici,
incaricato della direzione è Mies Van de Rhoe, vengono utilizzati volumi cubici, tetti piani, elementi lineari e
colore bianco. Diversi architetti sono invitati a partecipare (Gropius, Le Corbusier, Bherens, Taut, Hans…)
Nel catalogo è esplicitato: razionalizzazione e tipizzazione sono soltanto una parte del problema, non
devono mai essere il fine, il problema della nuova abitazione è un aspetto della grande battaglia per nuove
forme di vita.
Esperimento ripetuto a Breslau (1929), e a Vienna (1932)
A Vienne si manifesta una crisi, la banalità del repertorio stilistico, e fallisce anche l’obiettivo di abbattere i
costi della produzione.
L’incorporazione del Werkbund negli apparati statali nazional-socialisti (1934) costituisce la fine di un
processo.
In Francia accanto al fiorire dell’art Noveau si sviluppa un filone più sostanziale e strutturale
dell’architettura dovuto ad un dibattito teorico e da una consolidata prassi con il sistema trilitico e gotico
intesi in senso strutturale.
Dibattito che già nel XIX sec Labrouste, Le Duc e altri avevano intrapreso.
Si arriva al confronto dell’applicazione dei principi costruttivi classici con i nuovi materiali (C.A.)
Ha una formazione accademica, a causa di impegni professionali (la sua famiglia ha un’impresa edile) non si
riuscirà mai a laureare. È la prima impresa che utilizza il calcestruzzo armato e ne determina l’approccio
progettuale.
Perret, nonostante la mancata laurea, ha una buona preparazione architettonica: l’architetto è un poeta
che si esprime nella costruzione’
Uomo d’impresa e conoscitore del cantiere, esperto anche in prospettive e in progettazione accademica.
CASA IN RUE FRANKLIN, PARIGI (1903)
Primo edificio in calcestruzzo amato, è una casa per affitti, Perret qui effettua un controllo totale sul
progetto.
Edificio che si sviluppa in altezza per 7 piani, il prospetto principale forma una corte in facciata delimitata
lateralmente da corpi finestrati simili alle bow windows.
Grazie all’utilizzo del c.a. è stato possibile aumentare le finestre e assottigliare i muri. Il retro è
completamente vetrato e si capisce la struttura, questo avviene parzialmente anche in facciata dove
abbiamo anche, in prossimità di tamponamenti, un rivestimento ceramico floreale che rende omaggio
all’Art Noveau.
La pianta si presenta con un linguaggio accademico (simmetria, ogni stanza è individuale). La destinazione
d’uso delle stanze è propria della borghesia parigina (Haussman), si ha una separazione tra l’area della
servitù e della rappresentanza. Possibilità di accedere a stanze attraverso corridoi che permettono la
privacy.
Si ha una piccola loggia (balcone) che vuole dare dignità alla pianta a C, rispecchia l’alzato.
Con questo edificio Perret stila una teoria sugli edifici in calcestruzzo armato, e nel suo linguaggio sceglie di
separare nettamente gli elementi portati da quelli portanti (gerarchizzazione)
Lo stile che ancora domina è l’Art Noveau: qui si rivede nel rivestimento dei tamponamenti (decorazioni
floreali)
La padronanza del sistema lo porta a codificare un linguaggio ufficiale per i pochi elementi che impiega: le
colonne sono quasi sempre scanalate, prive di base, con capitelli a palmetta e rastremate verso il basso; i
pannelli di tamponamento sono traforati con motivi geometrici quadrati; le scale sono fluenti e curvilinee; i
colori sono quelli propri del cemento lasciato a vista.
CITTA’ INDUSTRIALE
Lione, proposta di una città industriale
Il progetto viene concepito da Garnier a Roma e completato nel 1917, enorme lavoro per scendere fin nel
dettaglio della progettazione.
Si ha una novità perché le idee simili che già circolavano, esempio la città giardino di Howard, non erano
proposte da architetti e quindi non si riusciva a dare una formalità all’idea di città
Garnier non si limita all’idea ma scende nella pianificazione formale della città, esprime un linguaggio
dell’industria non apocalittico ma come una necessità da formalizzare.
La qualità di questa opera sta nel accostare una pianificazione pur mantenendo un linguaggio accademico.
La città ideale è vicino ad un fiume, con una diga per l’energia elettrica e con una zona industriale (la vera
città industriale.
La città nuova non ha una pianificazione formale, si distribuisce lungo un asse
Negli edifici abbiamo un linguaggio estremamente semplificato (simile a Loos,palazzo Stoclet, Le Corbusier)
Per la progettazione dell’edificio per funzioni comuni, usato per le riunioni e assemblee pubbliche, usa un
linguaggio silenzioso che faccia emergere l’istituzione. Linguaggio proprio solo di questo edificio
Riprende la tradizione illuminista
La stazione ha una forma più complessa, con una torre civica, assume un linguaggio proprio del c. a.
-Garnier incentra il suo stile architettonico nell’applicazione civile (nella sua città natale Lione) del cemento
armato, impiegato in modo corretto, misurato e scarsamente indulgente a “trovate” formali o a soluzioni
che ne accentuino retoricamente l’inclinazione moderna.
-Volumi chiari e squadrati, coperti da tetti piani ma spesso delimitati da cornicioni.
-i sostegni puntiformi si presentano raramente liberi e la nella maggior parte immersi in pareti continue,
frammentate da finestrature abbastanza ampie ma dall’andamento verticale, e contrassegnate da
decorazioni geometriche a intaglio.
-alla rinuncia ad atteggiamenti avanguardistici fa riscontro una concezione dell’architettura socialmente
avanzata, che trova appoggio dal sindaco di Lione.
-è l’articolazione del loro insieme a risultare notevole: una vera e propria idea di città, a cui Garnier riesce a
dare attuazione mescolando ipotesi realistiche e obiettivi ideali.
-Garnier, terminata la formazione accademica alla Ecolè des Beaux Arts, vince il Prix de Rome, cioè il
soggiorno a Villa Medici dove i migliori artisti e architetti francesi sono tradizionalmente invitati per
perfezionare la propria preparazione a diretto contatto con i monumenti della capitale mondiale della
classicità. Garnier vi rimane per 6 anni dal 1899 e mostra di non volersi assoggettare alla tendenza consueta
di occuparsi di architettura antica, disegnando uno schizzo con impianto disordinato intitolato “città
industriale”, andando contro le istituzioni accademiche, che però gli permisero l’elaborazione del progetto
creando una ricostruzione ipotetica della città di Tusculum. La “Cité Industrielle” la propone come lavoro
supplementare: si tratta dello schema di massima di una città “d’invenzione”, caratterizzata da una rigida
separazione delle funzioni (zona amministrativa, abitativa, ospedaliera, industriale), impostate su diverse
griglie ortogonali variamente orientate a seconda delle differenti pendenze del terreno. Garnier scrive: “La
ragione determinante per l’istituzione di una città siffatta può essere la prossimità di materie prime o l’esistenza di
energia naturale suscettibile d’impiego per usi industriali, ovvero la comodità dei mezzi di trasporto. Qui, è la forza del
torrente che costituisce il primo spunto: vi sono anche delle miniere nella regione, ma possiamo immaginarcele più
distanti. Il letto del torrente è sbarrato: un impianto idroelettrico distribuisce l’energia, la luce, il riscaldamento alle
fabbriche e a tutta la città. Lo stabilimento principale è collocato in pianura, nel punto d’incontro fra il torrente e il
fiume. Una via ferroviaria di grande comunicazione passa fra la fabbrica e la città, quest’ultima in posizione elevata su
di un altopiano. Ancora più in alto, si collocano ben distanti l’uno dall’altro gli impianti sanitari; essi sono, come la città
stessa, al riparo dei venti freddi, esposti a mezzogiorno, disposti su terrazze digradanti verso il fiume. Ognuno di questi
elementi principali (fabbrica, città, cliniche) è isolato in modo da renderne possibile l’espansione in caso di necessità ”.
Garnier dà per già acquisiti alcuni progressi di ordine sociale che saranno lontani dal divenire patrimonio
comune delle città fondate su una concezione capitalista della produzione industriale: accanto
all’emblematica assenza di carceri, chiese, tribunali, caserme, vi è l’esplicita eliminazione delle recinzioni e
quindi il libero attraversamenti dei terreni, destinati a giardino pubblico, che è maggiore alle aree edificate.
-l’intonazione della Cité Industrielle è socialista, imperniata sui temi della pacificazione e della fratellanza.
-il centro assembleare è costituito da un grande spazio centrale di forma ottagonale, contenente una sala
capace di accogliere 3000 persone, fiancheggiato da tre sale minori e da una torre, inserito a sua volta
entro una più vasta piattaforma a rombi allungata in cemento armato appoggiata sui porticati.
-l’estetica di Garnier è quella del cemento a vista, abbellito unicamente da standardizzate ornamentazioni
geometriche o, in qualche caso, da lineari graffiti che ricordano le impronte delle casseforme.
-La fedeltà ad una modernità non ancora presente che si percepisce è rintracciabile anche nella “Stazione
ferroviaria”, un basso corpo di fabbrica che s’interra per raccordarsi ai binari sotterranei: l’orizzontale
facciata è definita da una semplice intelaiatura ortogonale tamponata da vaste superfici vetrate. E’ invece
con le aeree pensiline, perpendicolari alla facciata e sorrette da pilastri filiformi, che la Stazione della Cité
Industrielle si proietta in avanti, nell’esatta direzione che le stazioni ferroviarie assumeranno.
-Alla Stazione ferroviaria si contrappone la netta verticalità della “torre dell’orologio”, che tuttavia più che
risuonare moderna, dimostra il perdurare dell’impressione esercitata su Garnier della Tour Eiffel.
-Le tipologie abitative variano dalla casa bifamiliare isolata a un solo piano ad abitazioni in comune disposte
in cortina di un’altezza massima di tre piani. Non mancano le case più ampie che mescolano residenza ed
uffici. Il combinatorio di soluzioni possibili rimanda al gioco combinatorio di Ledoux, non fosse per la
ripetizione estrema delle forme proposte di Garnier.
-Anche se in un primo tempo rifiuta la ripresa del passato, nella sua Cité riaffiorano le memorie dei suoi
viaggi giovanili in Italia, Grecia, Egitto e Turchia, attraverso i quali riprende il classicismo, e anche l’ideologia
della cultura parigina in cui si mescolano nostalgia dell’antico e volontà di progresso.
Come Perret anche Garnier ambirebbe a dar vita ad uno stile nazionale, nuova espressione di un
accademismo fondato sul “béton armé”. Ma fuori da Lione non riesce a lasciare tracce importanti, al di là
del Municipio per Boulogne-Billancourt (1930-34).
) FUTURISMO
“Avanguardia storica” – movimento che si presuppone di rinnovare radicalmente il pensiero moderno e che
pubblica in dei manifesti le idee centrali
Avanguardie storiche: Futurismo (1° avanguardia storica), Espressinismo, Cubismo, De Stijl …
Nasce in Italia con la pubblicazione del “Manifesto del Futurismo” nel 1909 nel periodico francese “Le
Figarò” del poeta Filippo Tommaso Marinetti con tema centrale “Antipassatismo” (=rottura definitiva con il
passato), esaltando e proponendo:
-rottura col passato dal carattere energico ed aggressivo
-una nuova categoria estetica che sostituisca il sentimento nostalgico dell’arte passata
-l’eroismo bellico che porta alla rigenerazione sociale
Nasce c27ome movimento artistico-culturale, che parla di un nuovo uomo, non solo come movimento
artistico, e si propone di creare da zero, dalle ceneri, “l’uomo nuovo”, inteso come la totalità degli aspetti
della vita dell’uomo.
Il Futurismo si sviluppa in 2 fasi: se il 1° Futurismo fu caratterizzata da un'ideologia guerrafondaia e fanatica
(in pieno contrasto con altre avanguardie) ma spesso anche anarchica, il 2° Futurismo (dal ‘1916 – morte di
Boccioni) ebbe un effettivo legame con il regime fascista, nel senso che abbracciò gli stilemi della
comunicazione governativa dell'epoca e si valse di speciali favori.
Per comprendere l’architettura futurista si deve comprendere l’arte futurista:
UNIQUE FORMS OF CONTINUITY IN SPACE – UMBERTO BOCCIONI (1913)
-Boccioni fa parte della prima parte del Futurismo ed è testimone della conformazione del
cubismo → anche se è una scultura, si delineano tendenze astraenti che rimandano al
cubismo
-ciò che differenzia questa opera da un dipinto cubista, oltre al fatto di essere scultura, non
tanto il concetto di astrazione ma per il concetto a cui finalizza l’opera, che esprime
totalmente i temi futuristi: guerra, automobile, movimento e velocità → si cerca di
incorporare il tempo nell’opera, come i cubisti
-l’assenza delle braccia è senso di astrazione
-vuole superare la distinzione tra forma e spazio, che era presente nelle opere antiche, come il David o nelle
opere gotiche, con statue inserite in nicchie → i futuristi vogliono far compenetrare spazio e tempo
-si vuol rappresentare il tempo – non è un tema unicamente futurista ma di gran parte delle avang. Storiche
A differenza del cubismo, il futurismo non si delinea come stile o tecnica pittorica quindi gli artisti futuristi
non cercano di creare una tecnica nuova, ma vogliono creare una nuova realtà/civiltà – nuova cultura visiva
-Antonio Sant’Elia è identificato come l’ideatore dell’architettura futurista, anche se muore nella 1° guerra
mondiale, sostenendo l’eroismo bellico, e anche se il manifesto “L’Architettura futurista. Manifesto”, che
pubblica nel 1914 nella rivista fiorentina “Lacerba”, è in realtà opera di modifica da parte di Marinetti al
testo originario che Sant’Elia avrebbe pubblicato come catalogo espositivo del gruppo artistico “Nuove
Tendenze” a Milano. Marinetti opera in tal modo poiché vuole far entrare l’architettura nel movimento
futurista poiché legata al concetto di “città moderna”, come luogo in cui si svolge la dinamica realtà a cui
aspirano e decantano nelle loro opere i futuristi.
-Antonio Sant’Elia viene ricordato soprattutto per i suoi disegni della “Città Nuova”, che propongono un
nuovo modello di architettura che esalta la funzionalità alla bellezza e attraverso i quali definisce l’idea di
Città Moderna: “dobbiamo inventare rifabbricare la città futurista simile ad un immenso cantiere agile,
mobile, dinamico e la casa futurista simile ad una macchina gigantesca. Le scale, diventate inutili, devono
essere sostituite da ascensori di ferro e vetro lungo le facciate. La strada sprofonderà nel terreno in vari
piani”.
-Per Sant’Elia, dopo il ‘700 non è esistita nessuna architettura, ma per Architettura Moderna si è inteso un
“balordo miscuglio dei più vari elementi di stile”, usato a mascherare lo scheletro della casa moderna, ove
la nuova bellezza del cemento e del ferro viene profanata con la sovrapposizione di carnevalesche
incrostazioni decorative, che non hanno giustificazione costruttiva o di gusto e hanno origine dalle antichità
e dalle idiozie del neoclassicismo. Il problema dell’architettura futurista sta nel creare di sana pianta la casa
futurista, di costruirla con ogni risorsa della scienza e della tecnica, appagando ogni esigenza del nostro
costume e spirito, calpestando quanto è grottesco, pesante e antitetico con noi determinando nuove
forme, linee, nuova armonia di profili e volumi, un’architettura che dipenda solo dalle condizioni della vita
moderna. Quest’architettura non può essere soggetta a nessuna legge di continuità storica ma deve essere
nuova come nuovo è lo stato d’animo.
-Abbiamo perduto il senso di monumentale, del pesante, dello statico, ed abbiamo arricchito la nostra
sensibilità del GUSTO DEL LEGGERO, DEL PRATICO, DELL’EFFIMERO E DEL VELOCE. Non siamo più gli uomini
delle cattedrali, dei palazzi, degli arengari, ma dei grandi alberghi, delle stazioni ferroviarie, delle strade
immense, dei porti colossali, dei mercati coperti, delle gallerie luminose.
-BISOGNA ABOLIRE IL DECORATIVO – tutto deve essere rivoluzionato (a colpi di genio), utilizzando tetti,
sotterranei e diminuendo l’importanza delle facciate, incentrando il problema del buon gusto
nell’aggruppamento di masse e nella vasta disposizione delle piante.
-Mentre Berens sembra utilizzare diversi stili a seconda della tipologia di destinazione d’uso dell’opera, la
priorità di Sant’Elia è di formulare un linguaggio univoco per la Nazione, non individuando e configurando
destinazione d’uso al suo progetto teorico → linguaggio dell’architettura moderna
-Il problema della “città nuova” non è la distribuzione e lo spazio
-non c’è preoccupazione in Sant’Elia della “tipologia” – nel disegno per un “edificio per appartamenti” non
c’è molta distinzione dal disegno per la “centrale elettrica”
-Sant’Elia è il primo architetto del ‘900 che si stacca dal concetto di “tipologia”
-influenza di Otto Wagner nei futuristi, come le infrastrutture della metropoli come oggetto di studio
-Virgilio Marchi, architetto della 2° fase del futurismo, sostiene, come F.T. Marinetti e Sant’Elia, l’istanza
della creazione di un nuovo linguaggio
-Anche Marchi cerca di formulare un linguaggio che si stacca dalla ricerca tipologica
CENTRALE TERMICA ED EDIFICIO APPARATI DELLA STAZIONE SANTA MARIA
NOVELLA (1931) – ANGIOLO MAZZONI
-Angiolo Mazzoni, appartenente alla 2° fase del futurismo, realizza opere
per le stazioni
-Mazzoni riesce a realizzare le sue opere perché asseconda l’obiettivo
fascista di esaltare la funzionalità del regime come le stazioni e le poste
DE STIJL
Ad Amsterdam contemporaneamente alla scuola di Amsterdam si stava sviluppando un movimento di vari
artisti intorno alla rivista De Stijl la quale perseguiva le avanguardie. La scomposizione geometrica dei
volumi espressa in architettura nel De Stijl passa attraverso la corrente pittorica di Mondrian
MONDIRAN
Artista astratto, arte priva di figure, non ha più l’obiettivo di rappresentare la realtà. La 1° opera astratta è
di Kandinskij ‘1° acquarello astratto’ 1909
Passa da un naturalismo venato di influenze postimpressioniste e Art Noveau a un cubismo astratto
attraverso una sintesi e stilizzazione degli elementi del mondo oggettivo
Kandinskij arriva all’astratto improvvisamente, diversamente Mondiran segue un percorso progressivo,
influenzato dal cubismo, che si legge bene nelle sue opere ‘alberi’
L’utilizzo della linea retta interrotta gli consente di passare dalla figura naturalista ad una astratta, teorizza
con degli scritti (pubblicati in De Stijl) e spiega a cosa si riferisce: il nuovo oggetto dell’arte (neoplasticismo)
è la realtà in generale legata alla sua totalità, il neoplasticismo deve confluire nella vita come la vita deve
confluire nel neoplasticismo.
Questo legame con la musica è usato molto anche da Kandinskij per spiegare le proprie opere, gli elementi
presi singolarmente non hanno significato, ma presi nel complesso hanno una loro struttura logia.
Kandinskij collabora con il compositore Schenberg che fonda la musica atonale o dodecafonica.
VAN DOESBURG
Entra in contatto con svariati intellettuali, architetti e artisti rendendolo punto di riferimento per le
avanguardie europee.
Pittore autodidatta, critico d’arte e artista culturale nel 1916 conosce Mondria e Oud, che nello stesso anno
insieme ad altri artisti fonderanno ‘De Stijl.
Le teorie scritte in vari testi da Mondrian inizino a trovare realizzazione fuori dalla pittura proprio grazie a
Van Doesburg: la parola arte non ha più significato, ora si esige la costruzione di ciò che ci circonda secondo
leggi creative derivanti da un principio immutabile leggi che non sono mai state studiate scientificamente.’
L’artista definisce i limiti di un operare rigoroso, anti-individuale e libero da emozioni, saldando insieme
pittura scultura e architettura.
Nel periodo tra il 1917-20 è attivo in varie opere che non hanno ancora trovato la completa unione delle 3
arti ma ci tendono (collaborazione con Oud per lo studio del colore per edifici)
Solo dopo il 1923 con l’esperienza del Bauhaus e la rottura con Oud si avvicina all’architettura.
Nella mostra del DE STIJL a Parigi da lui organizzata, insieme a Van Eesteren lavorano a progetti che aspirino
al ruolo di manifesti:
- Casa per Rosenberg: complesso residenziale su due livelli distribuito su pianta irregolare allungata e
frantumata in volumi scatolari a grappolo bucati asimmetricamente in orizzontale e verticale
- Maison particuliere: erosione del cubo, volumi sporgenti e rientranti in un gioco di incastri
apparentemente irregolare sono trattati cromaticamente
- Maison d’artiste: (come il 2° progetto)
L’effetto di scomposizione supera perfino quello wrightiano generando una dinamica spaziale che dissolve
la tradizionale finitezza dell’architettura classica, imprimendo all’architettura neoplastica un moto
turbinante tendente all’infinito, si perde la staticità dell’equilibrio a favore di una connessione tra spazio
tempo.
I punti fondamentali dell’architettura neoplaastica sono dunque ritrovati in: elementarità, economicità,
funzionalità, superamento della divisione interno-esterno, spazio-tempo, anticubicità, antidecoro.
Conseguenza di questa fase architettonica è espressione pittorica nel 1923 dell’opera ‘contro-costruzione’
OUD (1890-1963)
Capacità di affrontare l’architettura come fatto costruttivo e spaziale
Da un forte contributo allo stile De Stijl ma anche allo steso movimento moderno, fornisce alla rivista
disegni prospettivi con la cubica purezza dei volumi che Oud immagina in cemento armato sostenuti da una
serie di pilatri liberi a sezione quadrata e il rapporto con la facciata (novità)
Gropius si trova all’interno di due fronti: Werkbund (cerca di raccordare produzione intellettuale e
industriale), e come membro delle formazioni artistico berlinesi (influenzare le questioni artistiche).
Il sostegno, inaspettato di Gropius, alla causa di Van de Velte del Werkbund, lo posizionano come candidato
principale alla successione nella direzione della Scuola d’arti applicate di Waimar.
Decisione presa nel 1919 indicando così la trasformazione da una scuola d’arte in un complesso di
laboratori-officine a sostegno dell’opera d’arte totale.
Il programma del Bauhaus utilizza le parole: ‘il Bauhaus si propone di raccogliere in un’unità ogni forma di
creazione artistica, di riunificare in una nuova architettura tutte le discipline pratico-artistiche: scultura,
pittura, arti applicate e artigianato’
I richiami alle antiche corporazioni medievali, e il nome stesso Bauhaus derivato da Bauhutte (loggia di
muratori) esplicano la natura effettiva dell’istituzione varata da Gropius.
Il programma è accompagnato da una xilografia di Feininger intitolata Kathedrale: espressione di una
congiunzione astrale, della sintesi delle arti e della perfetta saldatura di passato e futuro, come nella
cattedrale medievale le arti e i mestieri insegnati nel Bauhaus dovrebbero trovare nell’opera architettonica
il loro centro, la loro unità. Rappresentata come una cattedrale del futuro. Binomio arte-artigianato.
In realtà nel programma di formazione è assente la materia ‘architettura’ poiché secondo Gropius questa
doveva compiersi ed emergere dalla sintesi delle diverse discipline pratiche di laboratorio.
La personalità di Gropius, la sua forza nell’idea, sogno o utopia pedagogica è in grado di esercitare uno
straordinario potere attrattivo su insegnati e studenti.
L’arte sorge indipendentemente da ogni metodo, non può essere insegnato, mentre l’artigianato sì.
Gropius chiede di rinunciare all’esposizione di opere singole e operare in piccole logge, leghe e
confraternite da cui verrà fuori l’idea di una grande opera artistica totale.
Decisiva per la svolta geometrica del Bauhaus è Nagy e l’influenza de Van Doesburg e il neoplasticismo del
De Stijl.
Itten, maestro, è un eccellente interprete dell’idea di Gropius, il suo corso preliminare ha lo scopo di
conferire interezza alla persona, ambisce a restituire integralità nell’architetto.
Il nucleo attorno a cui ruota il Bauhaus è la casa vista come luogo di incontro e d’intreccio di funzioni,
bisogni, desideri che si realizzano strettamente alla vita dell’uomo.
Si vuole sperimentare l’approccio integrale all’universo domestico.
Progetto architettonico HAUS SOMMERFELD è di Gropius e Meyer e con l’aiuto degli studenti per le arti
applicate.
I laboratori del Bauhaus iniziano così a produrre oggetti ed elementi decorativi che fanno trasparire
l’impronta delle avanguardie artistiche.
L’esposizione dei prodotti nel 1923 segna una svolta, si inizia a usare il binomio arte-tecnica.
Il primo edifico realmente realizzato dal Bauhaus, da Gropius e allievi, con elementi prefabbricati è Haus an
Horn, ma il risultato è mediocre.
All’estetica non oggettiva del primo periodo si accompagna la forte oggettività che accompagna tutti i
settori. Se i primi oggetti appaiono ancora rigidi progressivamente si acquista una linearità, lucentezza che
mette in vista la funzionalità e l’idea di moderno si compie- stile della funzionalità- riduzione dell’oggetto al
suo scheletro. (in particolare le sedie diventano esempio di economia, essenzialità percettiva).
L’utopia di Gropius trova così il suo luogo tangibile: valore d’uso e il valore estetico degli oggetti.
Il modificato clima politico a Weimar determina la chiusura del Bauhaus che trova collocazione a Dessau e
diviene occasione per la sua riconfigurazione e per la progettazione e costruzione di una sede (1925-26)
appositamente pensata per accogliere gli spazi.
Gropius in collaborazione con Fieger, Neufert concepisce una concezione architettonica che poggia sull’idea
di unità. Le numerose funzioni sono distribuite in un edificio articolato in diversi corpi ben identificabili e
differenziati dal punto di vista dell’organizzazione spaziale e del trattamento delle facciate, ma al tempo
stesso ricorda un organismo unico disposto secondo lo schema a girandola.
La facciata interamente vetrata dell’ala dei laboratori possiede l’acuminata nettezza e la regolarità di un
cristallo piano, il corpo amministrativo disposto a ponte sulla strada ha l’ineluttabile chiarezza di un
diagramma, la palazzina di sei piani riservata agli studi-alloggi studenteschi diventa il paradigma di una
moderna routine.
Gli interni sono frutto di una comunità operosa di maestri, apprendisti e lavoratori della scuola.
L’insediamento è completo con le abitazioni dei maestri e del direttore, blocchi cubici bucati solo da
finestre tradizionali.
Il Bauhaus con la qualità degli interni e le opere d’arte che ne adornano le pareti, la quantità di soluzioni
adottate al fine di ottimizzare ogni spazio e ogni azione quotidiana è un modello di uno stile di vita
moderno: funzionamento fluido e razionale della vita quotidiana. La standardizzazione degli eventi della
vita pratica non significa però una nuova schiavizzazione e meccanizzazione dell’individuo, ma una
liberazione da zavorre non necessarie.
Tra il 1926-28 si ha la razionalizzazione di più di 300 case a schiera unifamiliari presso Dessau, Gropius cerca
di affrontare il problema della casa economica serializzata, concepita come macchina da abitare.
Si ha un fallimento nel trasportare quella razionalizzazione e standardizzazione propria delle abitazioni del
Bauhaus in un ambito economico-popolare.
Ruolo fondamentale de Bauhaus è svolto dal teatro, sotto direzione di Schelmmer l’officina teatrale e il
teatro sperimentale del Bauhaus diventano il cuore della scuola, il teatro è il punto d’incontro tra le diverse
arti pratiche e artigianali.
Dal punto di vista costruttivo si ha la ristrutturazione del teatro di Jena (1921-22) ma che non va oltre
l’adeguamento dell’edificio esistente semplificando secondo una geometria cubista gli esterni e in stile De
Stijl gli interni.
Il TOTALTHEATER di Berlino è un progetto non realizzato dove si vede un profondo ripensamento della
tradizionale suddivisione del teatro in platea, palchi e gallerie, e di una critica alla separazione tra spettatori
e spazio della rappresentazione.
Una volta parabolica sorretta da una struttura reticolare ricalca una pianta a ovale la cui platea è occupata
in parte da un sistema di piattaforme concentriche mobili. Lo stesso teatro così diviene una complessa
macchina.
In coincidenza con la costruzione egli uffici di collocamento di Dessau (1927-29) la scuola subisce dei
rinnovamenti: nel 1927 Gropius chiama l’architetto svizzero Meyer e dirigere la nuova sezione di
architettura, nel 1928 Gropius lascia la direzione proponendo come successore Meyer.
L’introduzione ufficiale della sezione di architettura porta anche alla chiamata di Hilberseimer, e Wittwer.
Per Meyer l’architettura ha una valenza sociale, fondamentale è il suo rapporto con la realtà.
Nonostante lo sfruttamento commerciale degli oggetti brevettati la nuova direzione della scuola (quasi
politica) dà vita a tensioni interne, quando nel 1930 Meyer viene licenziato e Mies Van De Rhoe assume la
direzione.
Con Mies la centralità è assunta dalla progettazione architettonica, vengono inseriti corsi di impianti, di
tecnica di illuminazione, di teoria della resistenza dei materiali, di statica, oltreché i corsi di costruzione e di
architettura generale.
Nel 1932 la scuola viene chiusa a causa della difficile situazione politica tedesca. La riapertura viene nel
1933 a Berlino come istituto privato in una fabbrica affittata da Mies.
Ma l’ideologia del Bauhaus non muore, lo steso Gropius la tiene in vita attraverso un’intensa pubblicistica
che contribuisce a vitalizzarne e spesso anche a migliorarne l’immagine.
La missione di Gropius non si conclude con il Bauhaus, trasferisce le sue competenze in un campo operativo
più vasto.
Oggetto dell’impegno di Gropius è stato la diffusione del verbo dell’architettura moderna.
Spazio, luce e verde diventano i nuovi precetti di un’idea di igiene totale da applicare all’ambiente
urbanizzato, idea che Gropius sviluppa all’interno dei CIAM
RUSSIA-COSTRUTTIVISMO
Anni 10-30 del 900, a cavallo della rivoluzione d’ottobre che trasforma il governo zarista in un governo
bolscevico.
In questo periodo ricco di rivoluzioni e novità si ha l’origine di progetti a metà strada tra arte e ingegneria,
nella direzione della rottura del linguaggio canonico delle avanguardie europee.
In particolare spicca la figura di Kasmir Malevitch, esponente del futurismo russo, spinge verso il
suprematismo pittorico rinunciando alla forma a favore di una disarticolazione delle unità costruttive.
C’è il tentativo di un azzeramento sociale (collegabile ai quadri astratti di Kasmir Malevitch con
l’azzeramento della figura)
Suprematismo: movimento pittorico di Kasmir Malevitch, supremazia del colore, uso del non colore (nero)
come il colore assoluto, è un colore che si associa ad una qualsiasi rappresentazione.
Fermezza nell’affermare che la pittura non deve rappresentare la figura, ma deve essere soggettiva ma che
al tempo stesso non è meno reale di quella figurativa.
La rivoluzione russa è il motore di questa novità artistica, la generazione di artisti sente il bisogno di una
nuova società, un nuovo mondo e si mette al servizio di questa nuova era, contemplando e studiando la
linea obliqua e il movimento rotatorio in contrapposizione con il classicismo.
Nel 1920 si ha la fondazione di una scuola, Vitebsk, che ha dei forti legami con la Bauhaus
IL’JA CASNIK-EL LISSIZTKY, TRIBUNA DI LENIN 1920
Alunno della Vitebsk. Le scelte progettuali non sono in visione di ottimizzazione, la forza del progetto sta
nell’utilizzo espressivo della linea inclinata, quasi a protendersi verso il popolo durante un discorso
pubblico.
L’architettura classica è impostata sulla linea ortogonale (orizzontale e verticale) l’utilizzo di quella obliqua
mostra una forte volontà a staccarsi dal passato.
La scuola russa può essere paragonata alla Bauhaus e insieme sono gli unici 2 esempi di scuole che si
basano sull’arte astratta,
con intten si insegna ‘punto-linea-superficie’ e in Russia si insegna ‘spazio) dove si favorisce la sensibilità
per la geometria pura come fondamento delle forme attraverso una serie di opere
MELLINKHOFF realizza anche club operai e qui sperimenta la magnetica attrazione dei suoi edifici verso la
classe lavoratrice. Nel verso della sperimentazione adotta soluzioni formali radicalmente diverse, vede il
tema del club operaio come vero condensatore sociale.
Negli anni 20 la Le Corbusier vuole risolvere la casa degli operai, e questi mobili sono indirizzati verso il
rinnovamento dell’estetica del mobile e risolvere il problema dell’abitazione
L’unione di elementi diversi, con linguaggi tratti dal repertorio di Le Corbusier sembra apparire con
un’opera d’arte astratta: Ozon II 1962
Durante la guerra Tout scrive dei libri, dove espone soprattutto disegni e fotografie:
- Architettura delle alpi (1919): ispirato direttamente da Scheerbart dalla trasformazione della terra,
si vedono edifici in vetro emergere dalle montagne con forma cristallina
- Die Stadtkrone (1919): modello di città armoniosa con al centro un grande edificio che riprende le
sembianze e la simbologia della cattedrale medievale
- Die Auflosung der Stade (1920): dissolversi di grandi concentrazioni urbane in piccoli centri rurali
Da punto di vista socile il vetro, e la nuova civiltà utopica, è pacifica, una risposta alla guerra appena finita e
un sogno per una società più giusta e quilibrata.
FINSTERLIN
Oggetto delle indagini è l’universo scientifico e fantastico delle creature organiche: molluschi conchiglie
spugne, cristalli, ma non oltrepasserà mai il livello grafico. Assoluta assenza di rapporto con la realtà e con
la loro costruibilità.
TETRO (1921)
Teatro fantasioso, ai limiti del possibile. Indaga il ruolo della forma
Per Mendelson la forma è una qualità sintetica che nasce ed emerge dall’immediatezza del gesto, dello
schizzo veloce. Gli espressionisti usano in disegno e hanno la caratteristica di rappresentare con schizzi
veloci opere già quasi definitive.
Questi 3 edifici vogliono affrontare i problemi sollevati dal punto di vista costruttivo, non estetico o
formale, mostrando come lo scopo cambia il linguaggio
- Casa Tugendhat, Brno 1929-30: casa posta su un terreno scosceso, si accede al piano superiore
direttamente dalla strada: zona giorno al pian terreno completamente vetrata, zona notte al 1°
piano. Il garage è a livello della zona notte. La zona giorno è uno spazio quasi libero unico vincolo
un setto in onice e una parete di legno semicircolare che abbandona definitivamente la tipologia di
stanza. Qualità di materiali e tecnologia rendono questa abitazione di straordinaria qualità, il
massimo artificio architettonico si sposa con la massima semplicità integrando il tutto con la natura
circostante.
- Casa a corte 1934: curvature dei setti interni in funzione della posizione del garage, integra
elementi della tradizione europea con quello non europei. Usa ebano, onice, acciaio cromato,
marmo: tutti materiali nobili e costosi per dare qualità allo spazio con il materiale
Il meno è il più: eliminando gli elementi superflui si arriva alla qualità estetica (verità)
PEMPEINA HOUSE
Combina la ricerca ideologica astratta (Le Corbusier) con l’ideologia classica italiana propria della casa
romana. Casa rossa con corte
1930 rimodellazione della pianta palladiana: piccola casa di montagna, mostra che la pianta classica
palladiana può essere funzionale e utilizzabile anche in epoca moderna
TERRAGNI (1904-43)
Gruppi di architetti come ‘Gruppo VII’ convincono Mussolini che l’architettura migliore è quella moderna
Completa adesione al fascismo da parte di Terragni, vede un movimento rivoluzionario, adesione mistica
Laureato al politecnico di Milano fonda il Gruppo VII: legame esplicito al passato ma anche alla modernità
di Le Corbusier
NOVOCOMUM (1927-29)
Realizzato nella zona di espansione di Como, fuori dalle mura romane, fa proprio il linguaggio della nave
(transatlantico-Le Corbusier). Andamento della copertura piana, finestre orizzontali, ininterrotti parapetti
metallici, svuotamento delle estremità del corpo di fabbrica dove sono inseriti due cilindri di vetro
Appartamenti con aspetti stilistici distaccati dal tessuto ottocentesco riferito alle avanguardie (L.C.) e al
costruttivismo russo specialmente al club Zuev di Mosca, ma in realtà sembra che si ispiri a una tradizione
costruttiva di Como (angoli arrotondati) e la depuri e la esprimi con la più aggiornata maniera
architettonica europea.
Balaustra in tubolare, balconi continui, trattamento dell’angolo particolare
Trattamento formale dell’angolo, non fa una ricerca tipologica ma gli interessa la forma pura, indipendente
da vincoli.
MONUMENTO AI CADUTI DI COMO (1931-33)
Semplificazione del linguaggio, uso di forme geometriche e astratte
Capacità di realizzare e costruire, controlla la completezza dell’opera
Si ritrova qui ‘lo spirito di Sant’Elia’
Progetto affidato prima a Sant’Elia ma poi al fratello Attilio Terragni e quindi realizzato anche dallo stesso
architetto.
Figura torreggiante rinforzata alla base con pesanti contrafforti con un solido piedistallo attraversato da
uno scalone. Monumento che non ha altro scopo di forma che di ricordare, ma Terragni riconosce
l’impronta futurista di Sant’Elia
GROPIUS
Traferito in Inghilterra nel 1934 per sfuggire alle persecuzioni naziste e poi ad Harvard nel 1937 di cui
diviene direttore, si iniziano ad intravedere limiti nella sua capacità di progettista.
Sembrerebbe dilagare in lui una leggerezza, un costruire opportinistico e senza pretese, ma si distingue
nella sua capacità organizzativa e didattica che occupa in quegli anni come direttore di Harvard.
Negli anni americani si affianca di Breuer e ripropone, in materiali locali, quel linguaggio proprio del
modernismo europeo. In questi anni si circonda sempre di un attento e corposo team di progettazione ma
con risultati deludenti
Quasi manierista.
Tra i destini occorsi ai 4 protagonisti, quello di Wright può apparire il meno problematico e il più lineare:
chiuso nello “splendido isolamento” che si era creato e in una condizione di emarginazione culturale
rispetto alla realtà dello sviluppo dell’architettura e delle città americane. Ma pure con capolavori alle
spalle, sembra non aver più molto da dire e chiede all’architettura, invece, libero ormai da qualsiasi vincolo
e fortificato dal clima di celebrazione, si getta in nuove fasi della sua infaticabile ricerca.
-“un edificio dovrebbe apparire come se sorgesse spontaneamente dal terreno dove è situato”
Simbolismo
STAZIONE DI SERVIZIO – SPRING CREEN, WINSCONSIN – 1943
-la pianta evoca l’automobile – simbolismo sottile e non universalmente comprensibile
-il simbolismo per Wright ha valore
Wright concepisce le stesse soluzioni (solo a scala diversa) indifferentemente per case private e per
complessi di edifici (a volte anche pubblici) più articolati: il tema della copertura a forma di disco o di ellisse
si ripresenta con insistenza rendendo il suo utilizzo scopertamente simbolico. Non è un simbolo attinente
alla destinazione d’uso, quanto piuttosto direttamente legato all’idea di architettura e del mondo, inteso
come futuribile ma possibile di un’effettiva dinamica dell’ultimo Wright.
Antiurbanesimo
-suggerisce migliorie
CASA DI MORRIS
-non realizzata
-relazione con i contesto e simbolismo
LES CORBUSIER
“L’attitudine rivoluzionaria” rivendicata da Le Corbusier lo porta alla capacità d’innovarsi, di non insterilirsi
in soluzioni già collaudate. Segno evidente della sua riluttanza a ripetersi, come all’adeguarsi. Individuato
come padre del Movimento Moderno, Le Corbusier sembra voler accuratamente evitare di vedersi ridotto
al ruolo di “eroe fondatore” e rimanere imprigionato in un tempo legato al passato.
Il cemento armato intonacato di bianco viene sostituito con pietre lasciate a vista, mentre i solai lisci e
rettilinei cedono il posto a volte a botte ribassate.
Dopo aver studiato, all’inizio degli anni ’40, soluzioni economiche per edifici standard da realizzarsi con
materiali naturali, dettati dall’emergenza bellica, negli anni seguenti Le Corbusier fa propri i linguaggi locali,
legati soprattutto alla “cultura mediterranea”.
MODULORUM
-sistema di misure in rapporto aureo tra loro che garantiscono bellezza e soluzione economica
-conferito dalla scala dell'edificio a quella del mobile
CHANDIGARH 1951 – 65
-Le Corbusier ottiene l’incarico di consigliere architetto governativo per la realizzazione, fino alla sua morte
-intervento ex novo alla scala urbanistica, ove il piano urbanistico non ha ambizioni totalizzanti.
-predispone una rete capace di tollerare usi e abusi determinati dal sistema di vita locale
-la definizione formale riguarda piú che l'edilizia, gli spazi aperti che hanno la stessa funzione delle strade
per la viabilità
-Le Corbusier si concentra sul settore del “CAMPIDOGLIO” (cuore amministrativo) di Chandigarh :
LUIS KAHN
nato nel 1901 in Estonia ed emigrato negli USA nel 1905, studia alla scuola di architettura dell’ University
della Pensylvania sotto influenze classiciste (Paul Cret)
fa un fondamentale viaggio in Europa dove deriva una ricerca di architetture che rispondano alle esigenze
della committenza, ma che poi successivamente questo lato si fonda con un aspetto più filosofico.
Ha rapporti con Richard Buckminster (ingegnere eccentrico) figura ideale per le megastrutture
Nel suo studia lavora con Anna Tyng ai lavori più tecnologici
Arriva all’architettura costruita solo a 50 anni, prima è un docente e un teorico
Inizialmente si interessa molto alla modernità della tecnologia in architettura
Distinzione tra spazi serviti e spazi serventi: Khan vuole una distinzione tra questi due spazi, ma non una
gerarchia, spesso nei suoi progetti gli spazi serventi sono più importanti di quelli serviti.
INDIA
UNIVERSITA’ AHMEDABAD (1962)
Riferimento storico alle rovine romane, contiene le aule, gli uffici, i dormitori degli studenti e le residenze
dei docenti. Edifici costruiti in mattoni pieni, come fabbriche antiche, nei cui muri massicci sono inserite
travi affioranti in cemento. Nei volumi primari, cilindrici o cubici, Kahn mette in opera un elementare ma
arguto gioco di archi inclinati, rovesciati o ampliati. L’effetto di rovina è accentuato dall’arretramento delle
finestre rispetto al filo delle facciate, in modo tale da rendere le geometriche aperture praticate nei muri
delle orbite vuote e scure. Il gesto possente con cui sono tracciate pare un’opera di un’entità impersonale,
prodotto del tempo o della natura
La luce e l’acqua sono materiali fondamentali per le opere di Kahn, usa la medesima occultezza con cui
s’impiegherebbe con una sostanza preziosa.
Il suo lavoro sembra più astratto che pratico, la luce traccia il diagramma del tempo presente, mentre
l’acqua esprime le pulsioni profonde, l’acqua rende virtuali le forme, le derealizza, instillando in essa la
potenzialità dell’assenza della forma.
La posizione dell’Msa è di fiducioso appoggio al moderno ma nel contempo di critica nei confronti dei suoi
dogmatismi, come la ‘tradizione in architettura’ ma anche la razionalità non come stile ma come approccio
progettuale, chiarezza e di intelligibilità.
Nei lavori di Ridolfi TORRE DEI RISTORNTI (1928), CASA-TORRE ROMA, RIDOLFI (1949), MOTEL AGIP (1968)
Il percorso è di estrema chiarezza: lasciata progressivamente alla spalle l’ortodossia modernista le forme
delle sue architetture si complicano, le linee si spezzano, i materiali s’ispessiscono, le pareti si tolgono, i
balconi e le falde dei tetti si aguzzano, i dettagli decorativi proliferano. Il punto di arrivo è la CASA LINA ALLE
MARMORE (1964)
Mostra a Londra ‘parallelo tra arte e vita’: 1° volta pop art (1953) insieme di fotografie in bianco e nero
senza un filo logico apparente per polemizzare sulal troppa rigidezza del moderno.
Etica (comportamento) vs estetica
Figure più importante: Alison e Peter Smithson, Van Eych e De Carlo
La trasformazione sociale che si vede in architettura si vede anche con l’arte pop in campo artistico.
MANIFESTO MOSTRA LONDRA ‘ARTE E VITA’
Uomo a raggi X
Estetica caotica e confusa
EDOARDO PAOLOZZI (1953)
Collage, insieme di simboli dell’edonismo della società del dopoguerra, società del consumismo
HAMILTON (1956)
Usa il collage: fotografie decontestualizzate formate a coesistere, hanno l’effetto di un messaggio diretto.
CIAM
Produzione della carta d’Atene: derivazione e forma dal pensiero urbanistico dei moderni
Nel 1958 la nuova generazione di architetti moderni fa una critica alla vecchia generazione soprattutto sulla
carta d’Atene
Le scale di progettazione dall’architettura cambiano: da essere città, edifici, prodotti diventano scale di
socializzazione: case, strade, quartiere e città
Il cluster diviene materia di dibattito all’interno del Team Ten, gruppo formato nel 1953 in vista del 10°
CIAM (Smithson, Van Eyck, Bakema, Candilid, Woods, De Carlo)
VILLAGE PROJECT
Attenzione spaziale alla viabilità locale
Cerca di migliorare il moderno proponendo sia spazi residenziale e con una distribuzione tele da aumentare
la luminosità
Cerca di riutilizzare e ricercare elementi della tradizione del passato per evitare che diventi una lingua
morta
Espressioni ironiche
Ci sono pareti interamente vetrate e interamente ceche
L’ironia è utile per il collage di vari elementi
Nelle opere per le università inglesi Stirling assembla complesse macchine edilizie per destinazioni
universitarie che giustappongono senza confonderli soluzioni e materiali provenienti da culture e tempi
diversi. Accostamento di murature a vista (tradizione anglosassone) con ampie vetrate (Crystal Palace): un
incontro inatteso, inaccettabile tanto per il conservatorismo accademico britannico quatto per la più
integralista tradizione moderna.
Jean Baudrillard disvela la “crisi del funzionalismo”, che consiste nel rivelare qualcosa che attiene allo
statuto del funzionalismo: per ogni forma e per ogni oggetto esiste un significato oggettivo determinabile:
la sua funzione. La pretesa di isolare il funzionale dal superfluo, dal decorativo, dall’inutile, il tentativo di
distinguere l’oggettivo dal non oggettivo mostra l’assoluta arbitrarietà del postulato funzionalista.
L’analisi della crisi del funzionalismo da parte di Baudrilllard consente però anche d’intravedere il suo
superamento: l’oggetto rivela di avere molto meno a che fare con il valore d’uso che non con il valore di
scambio – senza valore di scambio non vi è valore d’uso: al di fuori del loro valore sociale gli oggetti non
valgono niente, non rispondono ad alcun bisogno reale. Così viene a cadere anche il mito della distinzione
tra bisogni necessari e secondari. Per Baudrillad tutti i bisogni sono traducibili come funzione o forza
produttiva richiesta dal sistema di sopravvivenza. Ogni bisogno (consumo) diventa quindi nella società
capitalista sia obbligo che azione libera rendendo l’oggetto del bisogno il desiderio del soggetto.
Mentre il bisogno vuole essere subito soddisfatto, il desiderio ha un percorso complicato e non per forza
raggiungibile – il bisogno ha a che fare solo con la realtà, mentre il desiderio sta anche nell’ambito
dell’immaginazione. Percui pensare l’oggetto come un desiderio porta all’apogeo della mrce, ridotta a puro
segno (puro valore di scambio), del tutto spogliata di qualsiasi utilità.
La critica al funzionalismo, condotta dalla cultura architettonica a partire dalla fine degli anni 50, non ha
come presuppostola teoria della trasformazione del semplice prodotto in oggetto/segno di desiderio
espressa da Baudrillard, ma questa è una delle sue possibili spiegazioni a posteriori. Inoltre, la critica
architettonica al funzionalismo non ha carattere strutturale, non si configura come una vera e propria
critica all’economia politica della funzione.
Alle radici di tali fenomeni si collocano due esperienze artistiche degli anni 50:
-L’Internationale Situationniste – legata a Parigi si forma nel 1957 dalle ceneri dell’Internazionale Lettrista,
rifiuta la dimensione oggettuale dell’arte, è composta da scrittori e artisti come Guy Debord, Asger Jorn e
Constant Nieuwenhuys. Nella rivista ominima: “l’architettura è il mezzo più semplice per articolare il tempo
e lo spazio, per modellare la realtà, per far sognare.” Si traduce in azioni denominate derive:
attraversamenti casuali dello spazio urbano finalizzati unicamente a rileggerlo in modo imprevisto,
mettendone in luce aspetti alternativi, dimenticati o nascosti.
Con la “Guide psychogeographique de Paris” (1957) e con “The Nacked City” (1957), due mappe
metropolitane “impossibili”, in cui placche urbane galleggianti nel vuoto sono connesse tra loro mediante
indicatori della dinamica della deriva, Debord fissa l’immagine di tale topografia basata su una soggettività
condivisa. Critica al sistema capitalistico: la dimensione del gioco prende il posto della produttività del
lavoro. L’urbanismo unitario, costruzione integrale di un ambiente in legame dinamico con esperienze di
comportamento, prende il posto della consueta pianificazione della città, bollata come pura ideologia.
Nel maggio del ’68 francese l’Internationale Situationniste trova il suo compimento ma anche la sua fine.
In parallelo alla New Babylon di Constant altri architetti sviluppano le medesime idee, pur senza
riprenderne il programma di trasformazione sociale. La sopraelevazione della città su giganteschi piloni,
proposta da Yona Friedman (1923) nei progetti di “Ville spatiale” applicati a Parigi (1960) e molte altri città,
è una risposta alle necessità della crescita urbana e demografica. Alla regolarità della griglia infrastrutturale,
Friedman contrappone la spontaneità con cui sono disposte le cellule destinate alle varie funzioni al suo
interno.
La liberazione del suolo determina integrazione tra città e campagna e possibilità di mobilità.
L’ipotesi di modificazione della realtà attraverso l’esperienza, avanzata dai situazionisti, è ricondotta a una
non meno ardua utopia tecnologica.
Su un versante del tutto diverso si situa l’attività dell’Independent Group. Tra i suoi membri, il critico d’arte
Halloway, l’artista Richerd Hamilton, lo scultore Eduardo Paolozzi, lo storico e critico Reyner Banham, gli
architetti Alison e Peter Smithson, … che si distinguono per la presa di distanza da una visione artistica
modernista, incarnata in Inghilterra (inizio anni ’50) dal critico Read, sostenitore in Art in Industry di
un’estetizzazione della tecnologia. Proprio in reazione al “tradizionalismo moderno” di Read, i componenti
dell’I. G. propongono mostre su temi scientifici e filosofici non accademici, legati ad una lettura dinamica
della realtà. Ciò che emerge da questi incontri è un’attitudine avanguardistica: il recupero e l’assemblaggio
di materiali difformi tratti dal repertorio scientifico e tecnologico con l’unica finalità di creare una cultura
antiartistica e antiestetica. Nella definizione di Bahnam tutto ciò è sintetizzabilecon “new brutalism” ma
anche come “imageability”, capacità di tradure in immagine.
Allestita col nome “This is Tomorrow” la più grande mostra dell’Independence Group nel 1956 alla
Whitechapel Art Gallery di Londra da Colin Wilson, si tratta di 12 mostre autonome, organizzate da 12
gruppi in “competizione” tra loro, con l’intento comune di mettere in luce concetti di “sviluppo” e
“situazione”. L’ambito a cui si rivolge è l’esplorazione di un futuro che batte ormai alle porte, condotta con
uno sguardo disincantato e paradossale. L’idea che si fa largo è un misto di attrazione per la tecnologia,
fascinazione per la fantascienza e ironica considerazione per il consumabile, lo spontaneo, l’obsoleto …
-scompare qualsiasi distinzione gerarchica tra cultura alta e bassa
Chi raccoglie queste sollecitazioni specifiche è un gruppo di giovani inglesi riuniti sotto la denominazione di
“Archigram”, titolo del magazine cui danno vita nel maggio del 1961: l’incontro di architettura e del suffisso
“gramma” pone l’accento sull’urgenza comunicativa. In essi è evidente l’influenza della cultura beat e dei
modi e linguaggi dell’angry generation anglosassone, con dichiarazione d’intenti: deve sorgere una nuova
generazione architettonica – con forme e spazi che sembrino rigettare i precetti del Moderno: “noi
abbiamo scelto di andare al di là dell’immagine del Bauhaus in rovina che è un insulto al funzionalismo”.
Archigram risulta molto distante dall’International Style e dei suoi procedimenti standardizzati, ma cinvece
convergono in modo disordinato risonanze futuriste, espressioniste, fulleriane, pop art …
Molti di questi temi compaiono nella mostra “Living City”, organizzata da Archigram nel 1963: suddivisa in 7
percorsi, l’esposizione presenta icone popolari, oggetti quotidiani, immagini commerciali, che riportano alla
mente i precedenti dell’Indipendent Group. Il tentativo di Archigram consiste nel riprodurre un’esperienza
urbna dalla quale è significativamente esclusa l’architettura.
Così molti progetti non soltanto sono concepiti a una scala superiore e sono privi di localizzazione, ma son il
prodotto di un’esaltazione tecnologica che, più che in un piano controllo tecnico delle complesse
componenti che formano la “macchina” urbana, tende a risolversi in una serie di immagini suggestive.
Architettura come evento, dunque, variabile, instabile e inattesa come i desideri e gli umori dei suoi
occupanti – un’architettura deperibile, da consumare e da “gettare” dopo l’uso. Ciò ch’è importante è
l’allacciarsi e il connettersi di tutte le parti tra loro, nella concezione che anticipa l’idea di network
elettronico.
Alcuni protagonisti dell’architettura attuale affondano le proprie radici nelle esperienze compiute
nell’ambito di un’attività più utopica che non costruttiva.
Nel progetto di Città Verticale (1964) di St. Florian riecheggiano in modo inequivocabile le torri a capsule di
Plug-in City.
Nel 1960 Hollein inaugura una serie di fotomontaggi cui darà il titolo di Transformations, in cui surreali
oggetti scultorei vengono fatti galleggiare al di sopra di diverse città. L’operazione di straniamento è in
diretta polemica con il funzionalismo, infatti Hollein si esprime: la forma di un’opera architettonica non
deve mostrare il proprio modo d’uso. Un’opera architettonica è sé stessa, senza scopo. Nel caso di Hollein
l’evocazione della tecnologia è compiuta soltanto al fine di liberarsene. Affermando che tutto è
architettura, Hollein sancisce l’affrancamento dell’esperienza spaziale dalle forme del costruire;
l’architettura diviene uno stato artificiale da cogliere attraverso la percezione sensoriale.
Una posizione di estremo radicalismo trova invece un terreno fertile nella stagione dei gruppi radicals
italiani. Il luogo in cui si manifesta in Italia per la prima volta è la mostra “Superarchitettura” (1966),
organizzata da Adolfo Natalini a Pistoia che crea prima il gruppo Archizoom e poi Superstudio.
La superarchitettura è l’architettura della superproduzione, del superconsumo … I linguaggi della pubblicità,
della mercificazione sono riutilizzati in modo caricaturale, per farne la critica. All’ironica utopia tecnologica
di Archigram si sostituisce così una più graffiante denuncia delle contraddizioni del sistema su cui poggi ail
progetto moderno. Vi è un’ostentata rinuncia a rendere effettuati le “alternative” proposte, l’aspetto
distruttivo domina su quello costruttivo.
Negli anni seguenti Superstudio e Archizoom giungono a focalizzare una strategia di intensificazione e
accelerazione dei processi in atto. Entrambi inseriscono in diversi contesti edifici vetrati sviluppati a perdita
d’occhio, regolari, imperscrutabili e indifferenti alle città o ambienti naturali che attraversano. L’intento è
quello di fare una critica dell’ideologia del Movimento Moderno.
Superstudio prende le mosse per un paradossale tentativo di rifondazione dell’architettura. Con gli
“istogrammi di architettura” (1969), basati su una fitta griglia quadrata, omogenea e isotropia, ogni
problema formale si dà per risolto o superato: la costruttività è recuperata sacrificando ogni differenza
qualitativa. Il mito dell’architettura come creazione spaziale è dissolto.
Archizoom aspira a liberarsi dell’architettura. In No-Stop City (1970) lo spazio continuo, ripetitivo, modulare
genera una città senza architettura. All’inespressività degli esterni, autistici fino all’alienazione,
corrispondono apazi interni a bassa definizione funzionale, che fanno proprio il modello dei moderni
supermercati, separati dall’ambiente circostante, dotati d’illuminazione artificiale e di aria condizionata.
Entrambi ipotizzano una realtà sociale e fisica continua e indifferenziata. La fabbrica e il Supermarket
diventano di fatto i veri modelli campione della Città Futura: strutture urbane ottimali, potenzialmente
infinite dove le funzioni si dispongono spontaneamente su di un piano libero, reso omogeneo di
microclimatizzazione e informazione ottimale.
Nel 1972 si scioglie l’Internazionale Situazionista, 2 anni dopo Archizoom, 9 anni dopo Superstudio.
MODERNITA’ E LUOGO
Riconsiderazione dei rapporti tradizionale tra uomo, architettura e cosmo la teoria del genius loci elaborata
da Christian Norberg-Schulz cerca di tracciare una via alternativa al corso dell’architettura del secondo
dopoguerra.
I temi dell’identità, della presenza, del radicamento, del contatto con il suolo sono ripresi in esame e
tradotti nell’anelito di un ritorno all’essenza, Norberg-Schulz cerca di esorcizzare la perita di valori che essa
indebitamente porta con sé, cercando la riscoperta del luogo.
La critica si Schulz si rivolge alla perdita di radicamento dell’architettura dal luogo, dalla cultura in cui sorge.
L’architettura di Aalto svolge un ruolo fondamentale, è dimostrazione tangibile della sostanziale inerenza
della costruzione al luogo ma che non si limita a occupare il luogo ma a rivelarlo, il luogo non preesiste alla
costruitone, ma è questa che lo genera.
SPAGNA E PORTOGALLO
Ricerca di un’essenza costruttiva fra tradizione moderna e tradizione popolare.
Nel dopoguerra ciò che accomuna questi paesi sono l’arretratezza dal punto di vista industriale e la
tendenza al localismo e all’emarginazione dal punto di vista culturale.
In Spagna di vive segnati da due fattori: l’isolamento del paese a causa del franchismo e la dualità della
Castiglia (Madrid) con a Catalogna (Barcellona)
Tavora ha dei legami con l’Italia, spesso si rifà alle architetture e agli architetti dell’Italia del nord
Un ruolo importante lo svolge l’organizzazione dello spazio che non è libera: si mescola con molteplici
fattori che sono chiamati circostanze.
L’ideologia di Tavora ha dato vita alla scuola di Porto ad un pensiero che risolva e superi il moderno e il
totalitarismo. Da qui infatti vediamo l’esordio di Siza.
PISCINA DELLE MAREE, PALMEIRA, SIZA (61)
Le rocce sono incorporate con le due grandi piscine.
Sfrutta in parte la configurazione delle rocce per creare degli invasi per le piscine e realizza dei percorsi che
le collega alla strada, è un’architettura di lunghe linee e lunghe muratura in dialogo con le rocce.
Siza cerca l’unione di tradizione e modernità ma andando a semplificare quella configurazione complessa
verso un’astrazione dell’edificio.
ALDO ROSSI
Rogers è un docente del Politecnico di Milano e tra i suoi molti allievi un gruppo ristretto insieme al
maestro fonda la rivista ‘Casabella continuità’: Aldo Rossi, Canella, Aulenti, Baffa, Grassi, Tintori, Bonfanti e
Gregotti
Oltre all’attenzione per la storia c’era la responsabilizzazione dell’architetto come intellettuale, ragionare su
ogni azione da egli compiuta, infatti Grassi, Rossi e Canella si impegnano anche dal punto di vista teorico.
Il punto di partenza è l’idea di ragione che affonda le radici nella linea che collega illuminismo e
razionalismo
Rossi rifiuta il funzionalismo di boullèe ma accoglie l’architettura di Le Corbusier e il suo voler commuovere
I progetti degli anni 60 sono legati alla sua teoria espressa nell’architettura della città (66), è una teoria
della progettazione, secondo Rossi manca proprio l’architettura della città
Rossi intende la città come una struttura spaziale regolata da leggi ed elementi forniti dall’architettura
Veder nei rapporti urbani tra i diversi edifici una fondamento del significato dell’architettura.
Uso di forme geometriche elementari, con assemblaggio di forme semplici con esplicite citazioni a Boulee e
Schinkel, un processo che ambisce a farsi compiutamente monumento
ARDUINO CANTAFORA
L’analogia come rinuncia alla progettazione, reazione alle idee di Rossi in modo radicale, si dedica solo al
disegno
Disegno di ambienti urbani, disegni tecnici, riguardanti alla città analoga
Riguarda una progettazione razionale: come unica possibilità di avere una società e una città razionale
FIVE ARCHITETCTS, NY
Framppton nel 1963 al Moma fa una mostra intitolata ‘ Five architetcs NY’, vengono mostrate le opere di 5
architetti: Graves, Gwathmey, Meier, Hejduk, Eiseman che sono accomunati da una rivisitazione di Le
Corbusier.
Nell’America degli anni 60 l’architettura si divideva tra i grossi studi professionali che seguivano
esclusivamente lo stile della funzione e tra la classe degli architetti più colti ma che cadevano un un novo
eclettismo (post moderno) si affermano questi 5 architetti.
Ripresa dei temi modernisti svuotati però del loro contenuto ideologico.
La ripresa di Le Corbusier va intesa come una scelta professionale, una soluzione da offrire ad una
committenza dai gusti evoluti e raffinati.
GRAVES
Gioco di intricate volumetrie i cui pilotis sono rivisitati ed esteticizzati.
HANSELMAN HOUSE (68)
Chiaro riferimento a Le Corbusier con variazioni che non minano la razionalità dell’opera (passerella)
L’edificio si mostra quasi come un esploso (supera L.C.) decomposizione dell’opera, manierismo
dell’architettura moderna
Riutilizzo delle figure ma le svuota di contenuti ideologici (non si vuole imporre il linguaggio del c.a. ecc)
rimane la forma pura
Tutto è rischiamo a Le Corbusier, dagli schizzi, agli arredi alla rappresentazione grafica.
ROCKFELLER HOUSE (69)
Ai limiti del plagio
SNYDERMAN HOUSE (72)
Ancora una più forte decomposizione, uso del colore come De Stijl
La geometrizzazione ipertrofica
Importanza data alla passerella
GWATHMEY
Utilizzo corretto e gradevole del vocabolario geometrico moderno
STUDIO DI ABITAZIONE (65)
Riferimento al Le Corbusier del calcestruzzo a vista, ripresa del convento de la Turrette, uso della figura
geometria riferito alla fase purista.
WHIG HALL, PRINCESTON UNIVERSITY (70)
Espansione di un edificio neoclassico, mantiene le colonne ma all’interno ci sono forme che ricordano il
purismo di Le Corbusier.
MEIER
Padronanza della forma con un maggiore rigore e inscalfibile coerenza, stile che partendo da Le Corbusier
sembra voglia assurgere a nuovo classicismo.
Volumetrie pure, dominate dalla sapiente dialitica tra finestrature vetrate e murature bianche
contrassegnate dalla grligatura nel corso del tempo mutano superficie e disposizione, ma sembrano
appartenere sempre allo stesso edificio. Predilezione per il bianco
SMITH HOUSE (65)
Si concentra sulla fase purista, pianta libera estremamente semplice
SALTZAR HOUSE (67)
Semplificazione, erosone del quadrato, la distribuzione è paradossale
DOUGLAS HOUSE (71)
Sul lago Michigan
ATENEO A NEW ARRONY (75)
Dialettica tra il linguaggio purista ed elementi curvilinei
MUSEO ARA PACIS (96)
Assenza di linguaggio per non ‘disturbare’ la storia e il monumento
MEJUDK
Importanza del concetto di autonomia dell’architettura ovvero la capacità di astrazione dei ceppi di norma
Il lavoro dall’architetto, secondo Mejudk consiste nel mantenere quanto più alto il livello di astrazione di
un’attività che per sua natura tende verso il mondo reale. I suoi progetti sembrano tendere verso una
teoricità anzi che una costruibilità
ONE HALF HOUSE (66)
Come la geometria elementare si adatta all’architettura e alla distribuzione
HOUSE 10 (68)
Fonte di ispirazione nel neoplasticismo
Pare da volumi semplici, cerchio, rombo, quadrato, dimezzato di un quarto, consegue effetti altamente
perversi dall’operazione di scomposizione a cui sottopone lo spazio.
Un percorso lunghissimo collega e divide le stanze della casa
WALL HOUSE (71)
Distribuzione e ambienti serviti divisi da uno schermo
I rapporti che si instituisce con il muro e i volumi curvati è quello che può esistere tra individui diversi e no
tra le semplici parti di uno stesso edificio
EISENMAN
Riprende i concetti irrazionali di Loos, dei russi e del De Stejl
Separazione della forma dalla dimensione dell’esperienza dell’uomo, rilegge sotto un’analisi formale
l’architettura moderna. Si ‘innamora’ dell’architettura di Terragni prendendola come proprio riferimento
per l’architettura prendendo in esame la Casa del Fascio e la casa Giuliani-Frigerio
Riconosce a Terragni l’autonomia del linguaggio compositivo e vi si misura con usa serie di giochi di segni
tautologici.
Il ciclo delle Houses I-X costruite dal 67 al 76 è un furtto di un ‘arte combinatoria di elementi semplici che
arriva a grande complessità. È un’architettura che ha una sua logica interna, che parla un linguaggio
autoreferenziale.
HOUSE I (67)
Riferimento al moderno degli anni 20
L’uso della geometria è influenzato da L.C. ma anche autoreferenziale (senza giustificazione o nessi
costitutivi o razionali)
Uso della geometria come Terragni: Astratto
Manipolazione della scatola rispettando però delle proporzioni
Uso di elementi semplici complicati nell’assemblaggio
HOUSE III (69)
Struttura composta da due volumi incastrati e ruotati, con un infinito intersecarsi di linee, piani e volumi che
rende, a prima vista, impossibili qualsiasi uso.
HOUSE VI
Ricerca dello spazio fornito dall’intersecarsi dell’intreccio di 2 piani
La scala è ribaltata sul soffitto
Cerca di arrivare all’auto-progettazione della casa
Lo schema di ‘contro-costruzione è della Maison Particouliere di Van Doesburg
I 5 realizzano progetti che sono più rivolti alla critica che all’utenza.
HOUSE X
Si arriva alla negazione del dialogo delle varie parti: decomposizione
HOUSE 11 (78) Palo Alto
Sbancamento del terreno
Si interessa al terreno con materiali da manipolare
Una critica mossa a queste serie di case è la perdita del collegamento tra significato e significante
Sono alla base di una teoria non ideologica, il sistema semantico (linguaggio) è congelato al fine di porre in
primo piano il sistema sintattico (disposizione elementi architettonici) con tutto il suto peso di valore
autonomo.
GIAPPONE
Il Giappone ha in L.C. un riferimento ma pur non essendoci mai stato
Nel XIII sec il Giappone viene completamente isolato per 200 anni dall’esterno, quindi si crea una cultura
chiusa e intima
A metà dell’ottocento una volontà di una condizione di vita più moderna spinge verso una parziale ma
inevitabile apertura al moderno, ma mantenere usanze, tradizioni e materiali tradizionali diventa complicato
se abbinati ai comfort del moderno.
Ma questa apertura del Giappone ha influenzato fortemente l’occidente (Art Noveau, Wright, Mies, Gropius
ecc)
Le caratteristiche della tradizione giapponese assimilati dal moderno sono: la asimmetria, la semplicità
lineare della struttura intelaiata, privazione di decoro, sottigliezza travi e pilastri, alleggerimento di pareti,
pannelli scorrevoli, coperture aggettanti, continuità interno esterno, strutture a padiglione collegate da
passaggi coperti, modularità e standardizzazione.
Diversi giovani architetti giapponesi si stanno formando in Europa sotto i grandi maestri del moderno, ma nel
30 l’avvento del fascismo giapponese impone un limite e l’architettura dei tetti
Ma grazie a Taut e al suo viaggio fa riscoprire, in chiave strutturale, la villa Katsura e quindi un’occasione per
un recupero della tradizione, e diverrà un punto di partenza per il moderno in Giappone.
VILLA KATSURA (XVII SEC)
Tetto a falde (simile alla scuola di Amsterdam), pareti in carta di riso, è la casa estiva dell’imperatore, assenza
di arredi, assoluta elementarità. È il corrispettivo di Versailles per il Giappone
Interamente prefabbricata e modellata.
Tange a partire da Katsura vista come l’equilibrio perfetto in architettura, riprende Le Corbusier
Realizza una serie di opere con dei suoi allievi riferendosi al lavoro di Le Crobusier in maniera precisa che
sembra sposarsi perfettamente con la villa.
CENTRO PER LA PACE, HIROSHIMA, KENZO TANGE (47)
Rivisitazione di L. C. edificio che possiede i 5 punti ma non utilizzati solo in maniera razionale (ad esempio il
passo dei pilastri non è dettato dalla struttura)
Ottiene l’incarico a seguito di un concorso, deve realizzare un museo, un memoriale, che dispone l’ungo un
asse che sfocia in una piazza.
Al moderno e lecorbusiano centro della pace si contrappone la forma stondata del museo che rievoca la casa
primitiva giapponese,
PREFFETTURA KYAWA (55)
Struttura originale (travi a sbalzo), dettagli che riprendono la cultura del legno in c.a.
Il c.a. è usato come se fosse una pietra naturale (acqua, ponte) forte legame con la natura: una tradizione
intima giapponese (shintae)
MUNICIPIO DI TOKIO (57)
Unione di tradizione e moderno (dopo la 2° G.M. l’opinione pubblica si divideva, da una parte chi accetta il
moderno, e dall’atra chi rifiuta rigidamente il moderno occidentale)
Monumentalità per la sala conciliare riferita a Unitè d’abitation di Marsiglia, mentre l’interno più rustico
sembra riprendere la cappella di ronchamp
Mostra la tradizione costruttiva del legno con il c.a., come fa Le Duc
Successivamente sembra che l’architettura di tange diventi più espressiva, va verso forme più plastiche,
materiche e volumetriche: CATTEDRALE SANTA MARIA, TOKIO (61), PALAZZO DELLO SPORT, TOKIO (61)
Espressionismo, Inizia l’architettura delle megastrutture, PALAZZO DELLO SPORT, TAKAMATSU (62)
Conferisce il linguaggio della megastruttura costruita- cantiere di una nave in c.a.
C’è sempre presente la tradizione locale, il rapporto con la natura
Soprattutto in prossimità delle olimpiadi di Tokio le sue architetture subiscono incarnamenti e torsioni che
producono un violento contrasto con la robustezza delle membrature e sei cornicioni.
Rispetto agli edifici degli anni 50 quelle successive rinunciano a riferimenti espliciti alla tradizione senza
eliminarli del tutto, bensì’ facendoli rifluire in modo meno vistoso in un linguaggio più popolare ma
altrettanto profondamente radicato nella cultura nipponica (flessuose figure femminili della tradizione
giapponese) le coperture delle architetture di Tange sono solcate da sottili striature che riprendono i tessuti
del kimono, i cavi d’acciaio e le strutture in c.a., rammentano i fermagli che annotano i capelli delle geishe
GRUPPO METABOLISM
La metafora con la cellula e con la natura crea un movimento di architetti giapponesi radicali che vedono
l’espansione futura in città che seguono proprio la metafora cellulare (metabolismo)
OCEAN CITY (62)
Riferimento alla Baia di Tokio, semplificazione delle strutture in cilindri che riprendono il mare e le sue
biologie
Chiaro riferimento a L.C. e a unitè d’abitation di Marsiglia (cellule abitative)
I blocchi civili che si diramano dall’autostrada principale sono a forma di diga, monumentali
Ma questa utopia è una risposta obbligata agli occhi di Tange per una società che è sempre più dipendente
dalla tecnologia e dall’artificio.
BIBLIOTECA ISOSAKI
Importanza della griglia nella cultura giapponese (conferisce norma e misura, razionalità)
MUSEO ARTE MODERNA GUNNA, CENTRO CIVICO: riferimento al classicismo
Si arriva fino al postmoderno: rappresentazione della piazza del campidoglio di Roma
TADAO ANDO
Distrazione tra il funzionalismo integrale e apertura a una dimensione cerimoniale
Il tema della casa gira sul volume in c.a. quasi interamente chiuso, case che però somigliano più a rifugi
atomici
CASA AZUMA, OSAKA (75)
Edificio ceco che prende luce solo da una corte interna
La sua architettura è di luce, la usa come un materiale
Supporta l’uso della luce un concetto giapponese: lo spazio che possiede un’anima
Pareti in c.a. liscio, pavimento in pietra
CHIESA DELLA LUCE, IBAKAKUI (87)
Uso della luce in forma simbolica e spirituale
COMPLESSO RESIDENZIALE A ROKKO, KOBE (78)
Griglia come principio formale e regolatore.
NARRAZIONE POSTMODERNA
Nel 1980, per la 1° mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia intitolata “La presenza del
passato”, diretta da Paolo Portoghesi, è inaugurata la “Strada Novissima”: 20 architetti (Gehry, Hollein,
Stern, Venturi …) sono invitati a disegnare la facciata di un ipotetico edificio posto lungo una ipotetica via
all’interno delle Corderie dell’Arsenale, dovendo rimanere in rapporto con il fare gioco, scenografia e
effimero. L’idea su cosa si concentrasse l’architettura che si stava inaugurando (postmodern) era sull’
“effetto di superficie” della facciata, ma invece con la “Strada Novissima” ricerca la soluzione alla sterilità
urbana attraverso l’immaginario, dimostrandosi fallimentare nella traduzione del significato della città,
spesso a causa del suo carattere dovuto soprattutto alla facciata.
Il postmoderno si configura come una reazione al moderno, del quale rappresenta la rivoluzione tanto dei
presupposti quanto degli esiti. Il moderno infatti si definisce sulla base della centralità della ragione
presupponendo un pensiero dialettico e per questo può essere inteso come “critica del moderno”, che non
riesce a superare i propri limiti. Il Postmoderno si presuppone perciò come difensore delle diversità,
frammentarietà, ambiguità, pluristratificazione, dispersione, contraddizioni, relativismo (ogni valore è
posizionale e provvisorio) e lontano da ammirazione ideologica che non sia mossa da una strategica
praticità. Modernità e Postmodernismo si presentano come 2 categorie opposte, non temporalmente ma
come modi di interpretare il mondo, anche se si può rintracciare anticipazioni postmoderne nel moderno e
resistenze moderne nel postmoderno. A tal proposito Lyotard parla di “condizione postmoderna” e non
periodo, dove il problema sta nella legittimazione del sapere, a causa della decomposizione della lingua
comune in cui la modernità si era illusa di poter tradurre la pluralità delle sue espressioni.
Robert Venturi, con il libro “Complexity and Contradiction in Architecture” (1966), ritrova nell’architettura
storica e in alcuni esempi di architettura moderna e nei contesti urbani spontanei ricchezza derivante
dall’eterogeneità e dalla discordanza di direzioni, ritmi… dimostrandone l’attinenza con la complessità e la
contradditorietà: “amo gli elementi ibridi rispetto ai puri.. quelli contorti, incoerenti e il disordine
sull’ovvio” – getta le basi per il superamento dei concetti centrali del moderno in architettura (purezza,
semplicità e funzionalità). Imparare da Las Vegas significa accettare di collocare l’architettura sul piano su
cui si realizzano i linguaggi massmediatici contemporanei, ricercando la sua legittimazione attraverso il
consenso più ampio dipendendo dal gradimento del potenziali fruitori. Ciò comporta l’adozione degli
elementi che ne favoriscono la diffusione:
l’ironia
I richiami alla tradizione per Venturi sono esplicite affermazioni di superamento del moderno, i cui elementi
raccontano di una nostalgia del tempo storico perduto, che viene mediata da un beffardo disincato. Così la
storia diviene nient’altro che una tra le tante “icone del consumo” di un’epoca che con leggi regolative
impone un costante consumo di icone. E’ un’icona consumata, logora dall’uso ma rinvigorita dal
trattamento fumettistico. Per Venturi le volute ioniche valgono quanto le orecchie di Topolino: star che
firmano il businnes d’immagini – pop trademark di una pop architecture.
Sarebbe errore giudicare le manifestazioni postmoderne come fenomeni ai confini della realtà, ma è
nell’ottica della produzione di immaginario che l’architettura post-modern va valutata. È essa a dare forma
alla trasformazione dell’entertainment americano in industria.
Tra gli elementi che connotano l’architettura post-modern, un posto privilegiato è riservato al disegno: il
disegno diviene occasione per proporre atmosfere che esprimono la soggettività dell’autore, ove
l’architettura viene ridotta a immagine, il cui divenire è fine a se stessa, come libera e personale diviene la
ricerca sui colori, le ornamentazioni, le forme e i differenti punti di vista su un unico oggetto, se non dettati
solo da ragioni di composizione. L’architettura postmoderna è preoccupata più sul “colpire” che al servire.
-prive connessioni apparenti tra rivestimento esterno e interno
Philip Johnson afferma che “l’unica cosa assoluta di oggi è il mutamento, non ci sono regole e certezze in
nessuna arte ma c’è solo la sensazione di libertà, di possibilità illimitate da esplorare, di un passato
illimitato di grandi architetture della storia da godere.” Conlui l’incoerenza è una qualità positiva
Jhonson rappresenta il massimo rappresentante del Post-modern
I fratelli Rob e Leon Krier, cresciuti negli studi di Stirling e altri, si distinguono per l’attenzione con cui
mimetizzano il nuovo entro contesti esistenti e per l’innovazione della continuità con la tradizione
tipologica. C’è poca indulgenza nei confronti dell’insignificante dettaglio postmodernista e molta attenzione
per l’impiego dei materiali locali e tecniche artigianali. Entrambi si rivolgono al rapporto tra architettura e
città, in cui il passato diventa un valore dove trovare rifugio e certezze. Per entrambi il disegno ha
importanza rilevante tendendo a suscitare una fascinazione estetica, più di dettare norme universali.
L’adattabilità che caratterizza gli esiti delle operazioni danno vita a una tendenza denominabile
“architettura debole”, cioè solo disegnata ed estranea alla problematica costruttiva: Franco Purini e altri
declinano in senso surreale ed astratto tale debolezza.
Hans Hollein opera con senso dello humor tra le cui opere neoavanguardistiche si ha il Negozio Retti (1964)
e la Gioielleria Schullin I (1972) a Vienna: sono 2 allestimenti in cui gioca con allusioni spiazzanti:
ipertecnologiche (Negozio Retti) e geologiche e archeologiche (Gioielleria).
Ricardo Bofill è fondatore nel 1963 del gruppo di progettazione Taller de Arquitectura e difensore delle
tradizioni costruttive locali e del carattere del luogo. Cerca di restituire ai quartieri di nuova edificazione un
decoro che ai ceti cui sono destinazioni
Piano dopo le prime esperienze compiute su diversi sistemi strutturali realizzati con materiali diversi, la
significativa partecipazione alla progettazione di alcuni stabilimenti Olivetti e la realizzazione della sede
B&B Italia a Como, egli intraprende un’interessantissima attività progettuale caratterizzata da
un’attenzione spasmodica per il dettaglio costruttivo, il clima, il luogo, la luce, e l’importanza
dell’artigianato.
Afferma un legame tra l’architetto e il liutaio nella costruzione di opere nel campo musicale: Auditorium del
Lingotto, centro per la cultura in nuova Caledonia e l’auditorium a Roma.
Il legno modellato e ricurva riverbera acusticamente i ritmi delle diverse culture.
Tra Renzo Piano e Foster c’è più di una somiglianza, tra questa l’affidamento delle loro struttura ad il
migliore studio di ingegneria al mondo: Ove Arup & Partner
Altro contatto nel linguaggio dei ‘capannoni’ per le grandi strutture come gli aeroporti di Osaka, Hong Kong
e Londra
Le architetture del non luogo interessano Foster da 40 anni a questa parte, è il continuo e la pura
esaltazione della tecnologia anche oltre la stagione dell’High tech
Un primo edifico importante dopo il team 4 è la SEDE CENTRALE DELLA WILLIS FABER dotato di una
fornitura tecnologia ricca, che sembra riscoprire la dialettica riflesso-trasparenza di Mies Van Der Rohe: di
giorno le vetrate specchiate riflettono gli edifici circostanti, ma di notte rivelano tutto l’interno.
NARRAZIONE POSTMODERNA
Nel 1980, per la 1° mostra Internazionale di Architettura alla Biennale di Venezia intitolata “La presenza del
passato”, diretta da Paolo Portoghesi, è inaugurata la “Strada Novissima”: 20 architetti (Gehry, Hollein,
Stern, Venturi …) sono invitati a disegnare la facciata di un ipotetico edificio posto lungo una ipotetica via
all’interno delle Corderie dell’Arsenale, dovendo rimanere in rapporto con il fare gioco, scenografia e
effimero. L’idea su cosa si concentrasse l’architettura che si stava inaugurando (postmodern) era sull’
“effetto di superficie” della facciata, ma invece con la “Strada Novissima” ricerca la soluzione alla sterilità
urbana attraverso l’immaginario, dimostrandosi fallimentare nella traduzione del significato della città,
spesso a causa del suo carattere dovuto soprattutto alla facciata.
Il postmoderno si configura come una reazione al moderno, del quale rappresenta la rivoluzione tanto dei
presupposti quanto degli esiti. Il moderno infatti si definisce sulla base della centralità della ragione
presupponendo un pensiero dialettico e per questo può essere inteso come “critica del moderno”, che non
riesce a superare i propri limiti. Il Postmoderno si presuppone perciò come difensore delle diversità,
frammentarietà, ambiguità, pluristratificazione, dispersione, contraddizioni, relativismo (ogni valore è
posizionale e provvisorio) e lontano da ammirazione ideologica che non sia mossa da una strategica
praticità. Modernità e Postmodernismo si presentano come 2 categorie opposte, non temporalmente ma
come modi di interpretare il mondo, anche se si può rintracciare anticipazioni postmoderne nel moderno e
resistenze moderne nel postmoderno. A tal proposito Lyotard parla di “condizione postmoderna” e non
periodo, dove il problema sta nella legittimazione del sapere, a causa della decomposizione della lingua
comune in cui la modernità si era illusa di poter tradurre la pluralità delle sue espressioni.
Robert Venturi, con il libro “Complexity and Contradiction in Architecture” (1966), ritrova nell’architettura
storica e in alcuni esempi di architettura moderna e nei contesti urbani spontanei ricchezza derivante
dall’eterogeneità e dalla discordanza di direzioni, ritmi… dimostrandone l’attinenza con la complessità e la
contradditorietà: “amo gli elementi ibridi rispetto ai puri.. quelli contorti, incoerenti e il disordine
sull’ovvio” – getta le basi per il superamento dei concetti centrali del moderno in architettura (purezza,
semplicità e funzionalità). Imparare da Las Vegas significa accettare di collocare l’architettura sul piano su
cui si realizzano i linguaggi massmediatici contemporanei, ricercando la sua legittimazione attraverso il
consenso più ampio dipendendo dal gradimento del potenziali fruitori. Ciò comporta l’adozione degli
elementi che ne favoriscono la diffusione:
l’ironia
I richiami alla tradizione per Venturi sono esplicite affermazioni di superamento del moderno, i cui elementi
raccontano di una nostalgia del tempo storico perduto, che viene mediata da un beffardo disincato. Così la
storia diviene nient’altro che una tra le tante “icone del consumo” di un’epoca che con leggi regolative
impone un costante consumo di icone. E’ un’icona consumata, logora dall’uso ma rinvigorita dal
trattamento fumettistico. Per Venturi le volute ioniche valgono quanto le orecchie di Topolino: star che
firmano il businnes d’immagini – pop trademark di una pop architecture.
Sarebbe errore giudicare le manifestazioni postmoderne come fenomeni ai confini della realtà, ma è
nell’ottica della produzione di immaginario che l’architettura post-modern va valutata. È essa a dare forma
alla trasformazione dell’entertainment americano in industria.
Tra gli elementi che connotano l’architettura post-modern, un posto privilegiato è riservato al disegno: il
disegno diviene occasione per proporre atmosfere che esprimono la soggettività dell’autore, ove
l’architettura viene ridotta a immagine, il cui divenire è fine a se stessa, come libera e personale diviene la
ricerca sui colori, le ornamentazioni, le forme e i differenti punti di vista su un unico oggetto, se non dettati
solo da ragioni di composizione. L’architettura postmoderna è preoccupata più sul “colpire” che al servire.
-prive connessioni apparenti tra rivestimento esterno e interno
Philip Johnson afferma che “l’unica cosa assoluta di oggi è il mutamento, non ci sono regole e certezze in
nessuna arte ma c’è solo la sensazione di libertà, di possibilità illimitate da esplorare, di un passato
illimitato di grandi architetture della storia da godere.” Conlui l’incoerenza è una qualità positiva
Jhonson rappresenta il massimo rappresentante del Post-modern
I fratelli Rob e Leon Krier, cresciuti negli studi di Stirling e altri, si distinguono per l’attenzione con cui
mimetizzano il nuovo entro contesti esistenti e per l’innovazione della continuità con la tradizione
tipologica. C’è poca indulgenza nei confronti dell’insignificante dettaglio postmodernista e molta attenzione
per l’impiego dei materiali locali e tecniche artigianali. Entrambi si rivolgono al rapporto tra architettura e
città, in cui il passato diventa un valore dove trovare rifugio e certezze. Per entrambi il disegno ha
importanza rilevante tendendo a suscitare una fascinazione estetica, più di dettare norme universali.
L’adattabilità che caratterizza gli esiti delle operazioni danno vita a una tendenza denominabile
“architettura debole”, cioè solo disegnata ed estranea alla problematica costruttiva: Franco Purini e altri
declinano in senso surreale ed astratto tale debolezza.
Hans Hollein opera con senso dello humor tra le cui opere neoavanguardistiche si ha il Negozio Retti (1964)
e la Gioielleria Schullin I (1972) a Vienna: sono 2 allestimenti in cui gioca con allusioni spiazzanti:
ipertecnologiche (Negozio Retti) e geologiche e archeologiche (Gioielleria).
Ricardo Bofill è fondatore nel 1963 del gruppo di progettazione Taller de Arquitectura e difensore delle
tradizioni costruttive locali e del carattere del luogo. Cerca di restituire ai quartieri di nuova edificazione un
decoro che ai ceti cui sono destinazioni
DECOSTRUTTIVISMO
Biraghi Cap. 18
Decostruzionismo (filosofico) – cogliere il senso del reale attraverso una sua decostruzione in frammenti
Quikley coglie il rapporto tra decostruzionismo filosofico e architettura
Città dell’industria
-è uno dei punti rossi sulla pianta della proposta al parco
-padiglione che rimanda alle industrie
-uno della geometria costruttivista e uso di travi in modo astratto, senza funzione utilitaristica
-uso dei colori in modo astratto
-composizione che coniuga parco e industria rivoluzionando l’idea di parco
Studio national des arts contemporains “Le Fresnoy” – Toucoing (Francia) – 1991
-Edificio industriale riutilizzato come centro di ritrovo artistico adattando una copertura ed ampliando
-scala che tocca l’edificio ma si distacca in modo astratto riprendendo il costruttivismo russo
Museo dell’acropoli di Atene – 2001
-linguaggio minimale
-tantativo di distaccarsi dall’ideologia decostruttivista
Coop Himmelblau
Studio legale a Vienna – 1983
-Ampliamento alieno al linguaggio preesistente cercando quasi di minare al sistema dell’edificio esistente
-l’ampliamento ha valore solo dove viene in contatto con l’edificio esistente: cerca di decostruire la
regolarità del preesistente
Peter Eisenmann
Wexner center for the visual arts – campus dell’università di Columbus, Ohio – 1986
-manipolazione geometrica al livello linguistico
-frammentazione di figure architettoniche
-frammentazione dell’immagine attraversi la manipolazione di figure geometriche
-uso della sezione e della rottura a vista – uso di figure storiche in rapporto con il Postmodern
-senso incompiuto o provvisorio dell’asse che tiene assieme i campus
-le forme sono comprensibili solo in prospettiva
Biocentrum dell’Università di
-giustapposizione di famiglie di edifici ragguruppati per colore
-giustificazione astratta come accade a livello linguistico in cui la declinazione delle parole è dettata solo da
una concezione astratta e formale
DANIEL LIBESKIND
Museo ebraico a Berlino – 1989
-linguaggio completamente nuovo usando elementi già conosciuti: linea spezzata
-luce che entra dal soffitto e da tagli nelle pareti: linee spezzate
-impatto estremamente emotivo
Micromegas – 1978
ZAHA HADID
Hopera House di Cardiff –
-modellismo senza uso di programmi informatici
TOM MAYNE
Diamond ranch high school a Pomona
OLSON
Ontario college of art and design – Toronto – 2000
-interesse per il costruttivismo russo
-rivestimento a scacchi con supporti sfalsati di colori che rimandano all’astrattismo
-presenta elementi che la legano agli obiettivi delle avanguardie
FRENK GEHRY
Casa Dankinger a Hollywood – 1964
REM KOOLHAAS
Biraghi cap.20
In Usa negli anni 70-80 nasce il minimalismo come un forte critica alla commercializzazione e alla ‘sbornia
consumista della società’ dopo il postmodern. Si basa sulla semplificazione formale degli elementi e del
mistero dell’omesso
HERZOG DE MEURON
-galleria Goetz Monaco (89): uno strato di c.a. compreso tra due di vetro opaco, minimalismo, il vetro
opaco indica la volontà di omettere.
-the modern, londra (05): riqualifica di una vecchia stazione in museo, non hanno aggiunto ma bensì
sottratto elemento, pulizia formale
ZUMTHOR: concretezza del fatto costruttivo e impiego preciso di materiali, proprio con il materiale e la sua
lavorazione riesce a richiamare la tradizione locale.
Importanze dell’uso della luce, in maniera indiretta, la ‘magia del reale’ per trasformare sostanze materiali
in sostanze emotive (TERME DI VALS, PADIGLIONE HANNOVER)
CAPPELLA BURDEL KLAUS: prisma il c.a. compatto all’esterno isolato nella campagna ma all’interno
irregolare e misterioso: utilizzo di tronchi d’albero per la colatura poi bruciati in seguito.
COMPUTER
Architettura prodotta dal computer, ha bisogno di questo mezzo per essere realizzata.
Il disegno è un’analogia, l’architettura digitale baipassa questa analogia, si pone in una prospettiva più
simile alla pittura del naturalismo
Il computer ci consente di saltare la parte di composizione, si parte dal tutt’uno senza il bisogno di studiare
separatamente le parti. Nell’architettura analogica la buona pianta è il primo gesto della composizione, poi
sezione ecc
L’architettura digitale nasce tridimensionale, la prima conseguenza è che il pieno e il vuoto sono continui,
forma e spazio sono un unico organismo.
La struttura può essere continua, non più necessariamente trilitica.
Gli edifici progettati al computer nella fase di cantiere si può concepire maggiormente la complessità
inarrivabile senza questo mezzo
Sostituzione del linguaggio dal disegno al computer: alla pianta il modello, alla triliticità una struttura
continua, alla semantica la sintattica, alla proporzione una forma unica
MODELLO
I primi a ragionare non secondo piante e sezioni sono stati Loos e poi Mies
Gery ragiona in volumi e modellazioni prima dei prospetti e piante
TOYO ITO – METROPOLITAN OPERA HOUSE IN TAICHUNG (TAIWAN) – 2005
Radica il suo pensiero nell’architettura digitale
Costruisce l’edificio come un continuum di vani/stanze come se si trattasse di una membrana continuando
la tradizione giapponese della metafora biologica
La superficie strutturale sostituisce il trilite
Le cellule strutturali vengono inserite l’una sull’altra deformandole
Il superamento della tradizione trilitic va di pari passo con l’abbandono del piano cartesiano per la
progettazione, le strutture omrani non più trilitiche devono essere autoportanti.
ELIZABETH DILLER – RICARDO SCOFIDIO – EYEBEAM SCHOOL AND MUSEUM IN NYC – 2001
Segno fondamentale: solaio portante che senza soluzione di continuità arriva al soffitto creando gli
ambienti
FRANK LLOYD WRIGHT – JOHSON WAX ADMINISTRATION BUILDING RACINE – USA 1936
Superamento del trilite
Ispirazione all’anatomia umana
Tentativo di superare il rapporto muro solaio e orizzontalità e verticalità
Hortà
-ossessione per la linea a colpo di frusta e del dettaglio
-la decorazione prescinde dal materiale (opposto a Le Duc)
Casa Tassel: 1894 Bruxelles
- Si inserisce in un tessuto medievale
- Lotto stretto e lungo, per la luce fa bow window e lucernaio
- Scala (decorazione: capitello, pavimento, affresco, ringhiera)
Casa del popolo: 1892, Bruxelles
- Sede del partito socialista
- Uso della ghisa in facciata (balconi) e all’interno (travi arcuate e pilastri inclinati-Le Duc)
- Vuole dare un linguaggio alla ghisa (La Brouste)
Van De Valde
-idea di opera d’arte totale (Wagner)
- meno rigido di Hortà: volontà di forma (cura non solo estetica ma anche utile)
-principio di legittimazione
-edificio come organismo
Casa Uccle
-artista totale: ha progettato tutto tranne gli impianti (devono rispecchiare la loro impronta industriale)
Scuola Waimar 1907
-nasce il Werkbund
-unire l’industria e l’arte
-edificio che ricorda si auna fabbrica che uno studio di un artista
Guimard
Castel Beranger:
- Decorazione fitomorfa nelle colonne
- Decorazione nel soffitto e nel cancello (la decorazione prescinde il materiale, casa Tassel)
Ingressi metropolitana: 1899-1900 Parigi
- Riprendono le forme zoomorfe e fitomorfe
Otto Wagner
Professore inizialmente strettamente accademico, insegnate di Hoffman e Olbrich
Villa Wagner I: 1888
- Qui si legge tutto il classicismo archeologico austriaco
- Si vedono i primi elementi di novità (balaustra curva in ferro)
- L’interno è ricco di decorazioni
Ponte sullo Zeide: 1898 Vienna
- Unirne della tecnica (traliccio metallico) con la classicità (termini romani, corone d’alloro, leoni)
- Vuole conferire a questo ponte il significato di porta di accesso monumentale alla città.
Fermate della metropolitana: 1989, Vienna
- Si vede la modernità dio Wagner (architettura unità alle infrastrutture)
- Ingresso simile a piccolo padiglione
- Struttura a vista in ghisa
- Tamponatura in lastre di marmo
- La copertura ricorda i vagoni del treno e le decorazioni si riferiscono al tardobarocco
Majolica e Casa dei Medagliuoni: 1898, Vienna
- Due semplici blocchi residenziali per la speculazione edilizia
- La facciata è articolata da una fitta decorazione fitomorfa e floreale che tatua la superficie
- Sarà aspramente criticata da Loos
Stile Utile: a differenza dal Wagner accademico si vede la modernità, lo stile se non ha una precisa funzione
non potrà mai essere bello. Vuole rendere la monumentalità dei palazzi storici con dei caratteri moderni. Fa
riferimento ai palazzi romani pubblici, in massi di pietra e pesanti cornicioni, per esprime in caratteri
moderni questi elementi si riveste la faccia in lastre di pietra e il cornicione è sostituito da elementi
metallici.
Cassa di risparmio delle poste: 1903-12
- Edificio che rappresenta lo stile utile di Wagner (rivettatura)
- Utilizzo di vari materiali (anche dell’industria) tenuti insieme (sala interna)
- Utilizzo dell’alluminio
Villa Wagner II: 19012-13
- La decorazione quasi del tutto eliminata
- Edificio cubico
- Profondamente diverso dalla prima villa
MODERNISMO CATALANO
- Barcellona si sta modernizzando (piano Cerda)
- Nasce la volontà di affermare uno stile locale, catalano
- Maggiore esponente Gaudi: riprende stile del gotico, moresco (differente dall’eclettismo perché
sono stili locali e riprende l’ideologia)
Casa Batlò: 1904-07, Barcellona
- Chiari riferimenti fitomorfi, zoomorfi e alle ossa
- Edificio plastico (forme non giustificate dalla razionalità)
- Usato il ferro in maniera formale
- Utilizzo per gli interni dell’artigianato locale.
- Rompe la mon0otonia del piano di Cerda
Sagrada famiglia: 1878-1926
- Rievoca la cattedrale medievale gotica
- Estremamente carica di oggetti spastici e scultorei
- Uso sapiente di archi in funzione della teoria delle catenarie
- Riprende le teorie di Le Duc per la statica della navata centrale
Park Guell: 1900-04
- Finanziato da Guell, mecenate che permetterà, grazie a grandi fondi, le opere di Gaudì
- Opera plastica rivestita in ceramica (di riuso)
- Utilizzo del cemento armato
Casa milà: 1905-10
- Forme plastiche
- La facciata è in conci di pietra
- L’interno è composta da travi e pilastri in metallo, e uso del c.a.
- Rompe la mon0otonia del piano di Cerda
- Ripresa delle belle arti, giustificazione solo formale della decorazione
- Stile catalano
ADOLF LOOS
- Vive sia l’epoca del classicismo che quella dell’Art Noveau
- Anticipa di mezza generazione il modernismo
- Influenzato dal viaggio che compie in America
- Accusa l’occidente di aver perso le proprie origini
- Ornamento e delitto: spiega la sua teoria
- Rumplane: nuovo modo di concepire la casa
- Solo il materiale da decoro
- L’architetto è un muratore che sa il latino
- Solo in templi e tombe l’architettura e l’arte si uniscono
- Contro a Morris e al volere di unire le arti
Karma house: Lago di Ginevra, 1904-05
- Ingresso dorico (stile unicomprensibile/elemento monumentale)
- Razionalità nel concepire la facciata, liscia e bianca
- Tetto piano
- Muratura
- La decorazione è completamente eliminata, solo il materiale da decoro (atrio ovale)
- Ricchezza degli interni ma con linee semplici, affidata solo al materiale
Looshouse: 1909-11, Vienna
- Edificio con doppia funziona (commerciale/residenziale)
- Aspramente criticato per il suo svotamento dai decori, paragonato ad un tombino
- Parte inferiore, commerciale, ingresso monumentale dorico in marmo
- Parte superiore in intonaco bianco, svuotamento della facciata
- Costretto alle fioriere
- L’interno è ricco di materiali pregiati, decoro dato dal materiale, linee semplici
Cafè museum: 1899, Vienna
- Prima opera di Loos a Vienna
- Interno ricco ma il decoro è solo derivato dal materiale
- Svuotamento dal superfluo (pareti bianche)
Americani Bar: 1908, Vienna
- Piccolo lotto 4x6
- Con un gioco di specchi crea prospettive
- Ricco di materiali che danno forme e colore all’interno (materiale-decoro)
- Nessuna novità, la sua caratteristica è come è stato realizzato (oggetto artigianale moderno)
Case costruite da Loos:
- Facciate svuotate e bianche
- Semplicità dei volumi e degli spazi
- Decoro affidato al materiale
- Rumplane: non esiste più la scala e i piani, la casa è come se fosse in un solo piano,
Progetto per il Chicago tribune: 1922, Chicago
- Grattacielo a forma di colonna
- Critica all’Europa che ha perso le sue origini classiche
- Rivestimento in marmo nero
CHICAGO
- L’economia americana passa dalla costa est a quella ovest portando ricchezza in città come Chicago
- 1871 incendio distrugge il centro di Chicago
- Nasce la scuola di Chicago per risolvere il problema degli edifici (volontà sia di rifarsi al 400
fiorentino, ma di avere una indennità nazionale)
- I prezzi dei lotti liberati salgono alle stelle, cosi nasce il grattacielo (speculazione)
The Rookery: 1885-86, Root
- Enorme blocco di 16 piani
- Riprende lo stile del palazzo fiorentino
- In muratura e ferro
- Ha una grande hall vetrata (Le Duc)
- A causa del contesto, delle dimensioni e delle funzioni (commercio) il tentativo di riprendere il
palazzo fiorentino fallisse perdendo le proporzioni.
Fire Store: 1891-92, Jenney
- Riprende il Rookery
- Importanza costruttiva
- Commerciale
- Tentativo fallito di riferimento al palazzo fiorentino.
Mashal field Store: 1885-87, Richardson
- 8 piani
- Riprende il the rookery
- Tentativo di tripartizione (palazzo fiorentino) fallito
- In muratura portante
Auditorium building: 1887-89, Sulliv an
- Edificio plurale (commercio, uffici, teatro, hotel)
- Si distacca dai precedenti esempi
- Somiglia a un enorme palazzo all’italiana
- Si vede una prima ripetizione modulare che si sostituisce a quella tripartizione propria fiorentina
- Si cerca uno stile nazionale con le decorazioni
Wainwright building: 1890-92, Sullivan
- Inizia a presentarsi la ripetizione e la modularità
- La decorazione si distacca dall’Europa (stile nazionale)
- Cerca di dare identità ad ogni edificio con la decorazione
Tacoma building: 1887-89, Richardson
- Primo edificio che non ha una vera conclusione
- Solo ripetizione ed estrusione verso l’alto
- Utilizzo del bow windws e dell’ascensore
- Nuovo rapporta tra pieni e vuoti
Sullivan:
- vede nei grattacieli la decadenza della città americana (strade buie, edifici tutti uguali)
- vuole dare dignità e identità ad ogni edificio con la decorazione
- passa il testimone per questa ‘battaglia’ all’allievo: Wright
WRIGHT
- inizialmente è allievo di Sullivan, ma a causa di divergenze successivamente se ne distacca
- inizia a lavorare per la classe agiata costruendo residenze nell’Oak Park (quartiere ricco e verde di
Chicago)
- Design puro, assenza di influenze storiche europee
Wnslown House: 1893
- 1° edificio costruito in autonomo
- L’apparente regolarità e simmetria della facciata non si rispecchia nella pianta
- Ricerca del comfort
- Linee di gronda molto sporgenti
1° casa Wright: 1889, Oak Park
- In questo edificio si inizia a vedere la rottura della scatola (la classica pianta palladiana simmetrica
sparisce)
- L’edificio è una composizione di volumi incastrati, ricerca del comfort muove i volumi (arts & crafts)
Casa della prateria:
- Definisce il proprio stile nello stile della prateria: la prateria è da intendere come apertura verso
l’orizzonte, caratterizzata da forte orizzontalità e coperture basse, piante cruciformi e le divisioni
interne ridotte al minimo, sparisce la simmetria in pianta. Rottura della scatola
2° casa-ufficio di Wright: 1895, Oak Park
- In questa casa si vedono elementi che quasi si distaccano dalla pianta per avere una propria
individualità, per tenere tutto insieme crea dei cannocchiali visivi da cui è possibile vedere tutta la
casa.
- Prevalenza dell’orizzontalità della gronda
Robie house: 1909
- Pianta centrifugata
- Incastri dei vari volumi, all’interno realizza una sorta di open space, riduce al minimo le separazioni
- Gli ingressi alle stanze sono negli angoli (novità)
- Fortissima orizzontalità di tutto il complesso
- All’orizzontalità si oppone in camino centrale con le scale
- Casa intesa come organismo in crescita (lo sbalzo è vita, l’appoggio è morte)
- Portare l’esterno all’interno e l’intero all’esterno
Larking building: 1902-06 Buffalo
- Lavora in termini di qualità ambientale e spaziale
- Illuminazione zenitale
- L’edificio non ha una vera facciata, è una composizione di volumi, quasi come un tempio egizio
- Grande svuotamento centrale
- La corte centrale è la volontà di separarsi dalla realtà
- Con l’assenza di facciata cerca di non inquinare l’edificio con degli individualismi
Wright per il suo design puro cerca di separarsi dalle influenze classiche o europee. Trova invece
inspirazione nel Giappone, semplificazione geometrica delle linee e nell’America nativa e centrale
Midway Garden: 1914
- Spazio all’aperto per concerti giardino, recintato
- Utilizza pannelli prefabbricati
- Tema della macchina: è solo uno strumento per l’architetto, non deve fornire un linguaggio
Imperial Hotel: 1913, Tokio
- Recinto con all’interno soprattutto giardino e specchi d’acqua
- Uso di pannelli prefabbricati
- Decorazioni che riprendono l’America centrale
BERLAGE
- Decisiva la formazione a Zurigo presso gli allievi di Semper (costruzione come tecnica e materiale,
funzionale e simbolica)
- Influenza Le Duc (razionalità strutturale – edificio organismo)
Borsa di Amsterdam: 1989-1903
- Supera l’eclettismo storico (rispetto della tradizione e interpretazione moderna-semplificazione)
- Per l’interno usa uno stile neoromanico, che man mano che sale si semplifica
- Al lungo edificio orizzontale svetta a destra della facciata una torre civica
- Semplificazione della facciata: una griglia di finestre regolari al centro
- Per pilatri si rifà a Le Duc, e i vari materiali usati dal costolone fino alla capriata metallica sono
uniformati con il colore (romanico+gotico)
- Impianto basilicale
- Cerca di dare dignità all’edificio civile
Sede della lega dei lavoratori di diamanti: 1897-1900 Amsterdam
- muratura portante con nuovo rapporto tra pieni e vuoti
- Riprende la facciata della borsa (finestre)
- Semplificazione geometrica delle decorazioni
- Utilizzo evocativo della torre
- Cerca una quiete propria dell’architettura del passato e la unisce con il moderno e con le sue
funzioni
Hollande House: 1914-19, Londra
- Si nota il viaggio di Berlage negli USA (Wainwrigth building, larking builkding) ripetizione
- Abbandono della serialità della muratura
- Scheletro in ferro con pareti mobili per l’interno
- Aspetto di classicismo raffinato ma moderno
Casino di caccia di Sant’Umberto: 1914-20 Otterlo
- Immerso nella natura incontaminata
- La pianta ricorda la testa di un cervo con corona (leggenda Sant’Umberto)
- Alla orizzontalità delle stanze, viste come semplici volumi incastrati in modo complesso, edificio
come un organismo (prende esempio da Wright) si contrappone la verticalità di una torre che
richiama il castello medievale
- Berlage con questa opera inizia ad essere preso a riferimento per la scuola di Amsterdam
Museo municipale: 1918-35, L’Aia
- Utilizzo di semplici volumi geometrici incastrati in maniera complessa (legame con il De Stijl)
- Usa il c.a. rivestito in mattoni a vista
Ampliamento di Amsterdam: 1900-05
- Realizza area residenziale a verde (bassa densità, combattere la speculazione e urbanesimo)
- Finalità sociale dell’architettura
- Blockbouw: grandi blocchi edilizi a corte
- La città è vista come un’espressione unitaria
LA SCUOLA DI AMSTERDAM
- La richiesta di alloggi e l’attuazione di piani di urbanizzazione determina una stagione costruttiva
intensa
- Intervento di giovani architetti: De Klerk, Kramer.. determina l’introduzione del moderno in Olanda
- forza e vitalità espressiva
- volumi sinuosi in mattoni e tetti in paglia (tradizione fiamminga)
- sono interventi isolati in un più vasto piano di Berlage
- come Gaudì spezza la regolarità di Cerda, qui si spezza la regolarità di Berlage
Staal Meerwijk: 1916-18
- 1° edificio della scuola di Amsterdam
- Linguaggio tradizionale (tetto in paglia) con linguaggio moderno (comignolo)
- Visione simbolica ed espressiva dei volumi
Mercato dei fiori: 1920, De Klerk
- Edificio plastico
- Copertura molto espressiva e sinuosa regola la simbologia dell’intero edificio
Spandammerburt: 1913-21, De Klerk
- Isolato abitativo inserito nel piano di espansione di Amsterdam
- Formula un linguaggio dignitoso per l’architettura abitativa
- 1913-14 costruzione primo blocco: case a basso costo, lungo fronte edilizio, severe facciate in
laterizio, elementi plastici, attenzione ai dettagli
- 1914-18 secondo blocco: messa in mostra dei corpi scala semicilindrici, modulazioni plastiche
(ondulazioni, rigonfiamenti), queste forme cercano di dare un tono di lusso moderato (appropriata
inappropriatezza)
- 1917-21: lotto triangolare allungato, uso del mattone, unione di edifici residenziali con pubblici, uso
di bow window (testa semicircolare con balcone), plasticità dei volumi per dare dignità, compare
anche una torre ceca (per dare dignità civile, senza funzione), utilizzo del mattone in maniera un po'
impropria (espressione), cemento armato rivestito in mattoni, utilizzo del klinker
Dageraad: 1918-23, De Klerk-Kramer
- Risolve l’angolo con l’uso di elementi cilindrici in laterizio
- Ispirato alla scultura
- Senza precisa funzione statica
- Volontà di conferire dignità alla casa della classe media
- Linguaggio espressionista fin nel dettaglio (finestra)
BEHRENS
- Periodo della Germania Guglielmina (Jugendstil)
- Studia da pittore non da progettista
- Si avvicina all’architettura durante la mostra della colonia degli artisti a Darmstadt
- La Germania voleva staccarsi dallo Jugendstil e affermare il Werkbund
- Behrens diventa uno dei maggiori esponenti
Casa di Behrens: 1900-01, Darmstadt
- Unisce l’abilità di architetto a quella di pittore
- Ricalca elementi inglesi dell’Arts and Crafts come l’intonaco bianco, ma li associa a elementi più
pittorici (fasce verdi che disegnano espressivamente la facciata)
- Edificio di passaggio tra lo Jugendstil e qualcosa di nuovo
Dietro la maschera dello Jugendstil nasconde un attento studio ai tracciati geometrici in significato
spirituale, vuole l’armonia attraverso la geometria
Padiglione per l’esposizione: 1904, Germania
- Utilizzo e ripresa del linguaggio classico (romanico fiorentino)
- Uso di forme geometriche di base
Crematorio di Hagen: 1905-08
- Riprende il romanico fiorentino e San Miniato (iscrizione quadrato nel cerchio)
- Decorazioni che tatuano l’edificio
- La facciata liscia si contrappone alla matericità del corpo retrostante
- Materializzazione del tema della morte, la geometria evoca il mondo della morte
L’industria tedesca nel passaggio di secolo deve risolvere il problema della qualità nella produzione, per
questo nasce il Werkbund nel 1907
1909 Behrens è incaricato di consulenza artistica per l’industria AEG (dalle fabbriche fino agli oggetti
prodotti)
- Progetta il logo della fabbrica (immagine coordinata: elementi diversi progettati da un'unica
persona)
Padiglione esibizione AEG: 1907
- Linguaggio geometrico si ispirazione classica (carolingia)
- Esprimere sacralità con la forma
Fabbrica di turbine AEG: 1909, Berlino
- Il logo e l’edificio devono avere lo stesso stile
- Richiami al tempio classico (deve essere una sede suprema del lavoro: monumentalità)
- Le facciate laterali sono scandite da pilatri in acciaio tamponati in vetro: rapporto con
l’intercolunnio dei templi antichi, la trave della copertura ricorda i triglifi)
- Il prospetto principale è chiuso da due massicci elementi angolari (solidità dei pilatri) e da una
testata che ricorda un timpano
La modernità di Behrens sta nel riuscire a tenere insieme sia architettura che produzione industriale
(immagine coordinata), nello stare di pari passo alla velocità del nuovo secolo e di tutti i suoi stili ‘veloci’ e
di rispecchiare la velocità negli edifici. Unione tra classicismo e industrializzazione. Architettura+industria
Ambasciata tedesca di San Pietroburgo: 1911-13
- Linguaggio storico-monumentale (quasi neoclassico)
- Protomoderno
Prodotto AEG
- Oggetti da fruire esteticamente oltre che funzionalmente
- Figure geometriche regolari, forme riconoscibili
- Individuare il modello, il tipo
WERKBUND
- Ideologia tedesca di portare qualità nell’industria
- Riprende gli aspetti dell’Arts and Crafts inglese (artigianato +industria)
- 1907: 12 società collaborano con 12 architetti
- La differenza con l’arts and crafts: il Werkbund vuole essere uno stile
- Divisione: gestal(forma e percezione, l’artista con la forma conferisce qualità-Behrens),
tipizzazione (qualità è data con lo standard)
- Muthesius: incaricato di studiare le case inglesi, sostiene la tipizzazione
Esposizione Werkbund: 1914, Colonia
- Van de Velde realizza un teatro con pannelli prefabbricati in un linguaggio puramente formale
(gestal) il lavoro industriale di deve adattare all’arte
- Gropiu realizza la fabbrica tipo sostenendo la tipizzazione, linguaggio basato sul ferro e vetro senza
valore linguistico ma solo pratico. Il lavoro progettuale si deve adattare all’industrializzazione
AUGIST PERRET
- In Francia accanto all’Art Noveau si sviluppa un filone più sostanziale e strutturale riprendendo in
considerazione sistemi trilitici e gotici, tema già affrontato da La Brouste e Le Duc (ogni decorazione
è sintono di un ragionamento strutturale)
- Si confronta questo pensiero con i nuovi materiali (c.a.)
- Perret non si laure mai per gli impegni lavorativi (impresa di famiglia)
- È la prima impresa che usa il c.a.
Casa in rue Frankin: 1903, Parigi
- Primo edificio in c.a., è una casa per affitti
- In facciata presenza degli aggetti laterali a mo’ di bow window a formare una corte
- Piccola loggia (balcone) in facciata
- Grazie al c.a. assottigliamento muri e ingrandimento di finestre
- Cerca di lasciare la struttura leggibile in facciata lasciando liscio il materiale, mentre per i
tamponamenti usa un rivestimento ceramico floreale simile all’Art Noveau
- La pianta mostra lo stile classico hausmaniano della borghesia parigina (simmetria e separazione
spazi pubblici con quelli della servitù)
- Attua una gerarchizzazione degli elementi portati e portanti (stile del c.a.)
Garage Ponthieu: 1906-07, Parigi
- Principio per valutare la qualità di un edificio è la buona ossatura (struttura), la qualità
architettonica sta nel tamponamento
- Prevalenza della costruzione sullo stile
- Facciata Quarata scandita da pilatri e travi, tamponamento in vetro con rosone geometrico
Teatro degli Champs Elysees: 1911-13, Parigi
- Appalto vinto da Van De Velde ma la non realizzabilità dell’edificio fa Perret progettista
- Primo edificio pubblico in c.a.
- Linguaggio c.a.: ossatura del teatro in travi e pilatri, dove questi sono in vista usa le proporzioni,
dove sono nascosti semplice maglia quadrata
- Facciata monumentale quasi neoclassica, rivestita in marmo
- Le decorazioni possono essere applicate solo dopo una ben impostata struttura
Maison cassandre: 1924-24, Versailles
- Risposta di Perret a Le Corbusier per le abitazioni
- Il moderno sta nella mancanza di decoro e nell’intonaco bianco
- Gerarchia degli elementi mostrata con le soglie delle finestre
- Con questo edificio mostra il limite della semplificazione che si può attuare (attacco a Le Corbusier)
Linguaggio ufficiale per i suoi elementi: colonne scanalate, senza base rastremate verso il basso; i
tamponamenti sono traforati con motivi geometrici, scale fluenti e curve, i colori del cemento a vista.
Museo dei lavori pubblici 1934-36, Parigi
- Centralità della colonna: colonna tipo in c.a. forma dettata dalla tecnologia
- Semplificazione del capitello
- Intercolunnio tamponato con elementi tipici islamici
- Interno monumentale dato dal materiale e dalla scala
- Con particolari casseformi e pigmenti si usa il semplice c.a. a vista per dare decoro alle pareti
Municipio di Le Havre: 1948-58
- Ricostruzione della città dopo II G M
- Mentalità classica con la prefabbricazione
- Per il municipio associa le misure dettate dalle esigenze con quelle della proporzione classica.
Piano di ricostruzione della città di Le Havre
- Grisaglia stradale ortogonale dove si inseriscono blocchi residenziali in c.a. che seguono ilo modulo
6,24 m
- Contrapporre al disordine urbano una regola infranta solo da municipio e chiesa
- Con ripetizione, modulo, pattern vuole conferire monumentalità e modernità alla città
chiesa di San Giuseppe: 1951-56
- Pianta centrale
- Maggiore importanza al campanile
- Utilizzo di pattern più civili che religiosi
Chiesa Notre Dame Du Raincy:
- Nudità scheletrica
- 3 navate con volte a botte ribassate in c.a.
- Riferimento al gotico (saint Chappelles)
- Semplifica gli elementi delle chiese (navate, volte a botte)
- Trasparenza delle tamponature con dei pattern africani prefabbricati
- La torre campanaria segna l’ingresso
TONY GARNIER
- Formazione accademica (premio Prix de Rome)
- Non interessato all’antichità, pensa alla città industriale
- Nell’elitè della professione: lavori pubblici
- Utilizzo del c.a. cercando soluzioni formali
Stadio di Gerland: 1914-26, Lione
- Linguaggio proprio del c.a.
- Coniuga monumentalità 8ispirazione circo massimo, 4 archi di ingresso a fornici) e modernità (c.a
intonacato, decorazioni umili)
Mercato del bestiame e macelli: 1906-28, Lione
- Edificio puro funzionalismo
- Vuole unire dignità civile, linguaggio accademico e modernità
- Copertura: finestrature e terrazzamenti che rispecchiamo in facciata monumentalità
Città industriale: 1917
- Progetto concepito a Roma 1917
- Enorme lavoro, arriva fin nel dettaglio della progettazione
- Novità rispetto alle altre proposte: c’è qualità formale e architettonica
- Esprime un linguaggio dell’industria non apocalittico ma come una necessità da formalizzare
- La città si distribuisce lungo un asse
- Il linguaggio degli edifici è semplificato
- Per edifico per le assemblee usa un linguaggio silenzioso per monumentalizzare l’istituzione
- Riprende tradizione illuminista
- Stazione con terre civica, assume linguaggio del c.a.
Quartiere residenziale Des Etats-Unism: 1922-23, Lione
- Quartiere residenziale, l’esempio più vicino alla sua città ideale
Come Perret anche Garnier ambirebbe a dar vita ad uno stile nazionale, nuova espressione di un
accademismo fondato sul “béton armé”. Ma fuori da Lione non riesce a lasciare tracce importanti, al di là
del Municipio per Boulogne-Billancourt (1930-34).
FUTURISMO
Prima avanguardia storica, nasce il Italia nel 1909 con la pubblicazione del Manifesto nel quotidiano Le
Figaro per opera di Filippo Tommaso Marinetti con il tema centrale dell’antipassatismo (rottura con il
passato), carattere energico ed aggressivo, una nuova categoria estetica, l’eroismo bellico che porta alla
rigenerazione sociale
Due fasi del futurismo:
1) Guerrafondaio e interventista
2) 1916 (morte di Boccioni) legami col fascismo (stazioni, poste)
Il movimento e il tentativo di rappresentare il tempo è chiaro nelle opere: NUDO CHE SCENDE LE SCALE,
DUCAMPS (1912), DINAMISMO DI UN CANE AL GUINZAGLIO, BALLA (1912), VELOCITA’ DI UN’AUTOMOBILE
(1913)
La sostanziale differenza dal cubismo sta nel fatto che il futurismo non vuole imporsi come nuovo stile
artistico, ma vuole una rifondazione della società e dell’uomo
In architettura il più importante soggetto è Antonio Sant’Elia il quale scrisse anche il manifesto
dell’architettura futurista dove introduceva ‘la città nuova’ per una nuova società.
Della ‘città nuova’ pubblica molti disegni dove si vede l’esaltazione della funzione rispetto alla bellezza per
una società moderna.
Il problema del futurismo è la costruzione di architetture che siano soggette solo alla tecnica e alla scienza,
senza abbellimenti inutili propri dell’ottocento.
Il futurismo afferma che l’uomo ormai non è più legato alla monumentalità massiva, alla decorazione e alla
statica ma alla velocità, alla dinamicità, alla leggerezza, e con ciò bisogna fondare la nuova architettura.
Si vuole realizzare un linguaggio unico per tutta la nazione, non un linguaggio che cambi in funzione al
progetto, il nuovo linguaggio sta nella tecnica, nella diagonalità delle linee, nei materiali solamente
moderni, un riferimento si può trovare in Wagner e per il suo interesse per le stazioni.
In Olanda parallelamente alla scuola di Amsterdam si sviluppava un movimento di vari artisti i quali si
identificavano nella rivista ‘De Stijl’ e nell’arte astratta e nella scomposizione geometrica di Mondrian.
Mondrian anche attraverso il cubismo ha una maturazione stilistica verso l’astrattismo (Kandinskij
improvvisa) dove non si ha più l’interesse a rappresentare la realtà.
COMPOSIZIONE 31 (1922)
L’uso di sola geometria, colori neutri o primari e l’uso del segmento e non della linea retta è sintomo ed
espressione di negare l’arte che raffigura la realtà.
Utilizzo di una logica compositiva pari a quella musicale (legame con Schenberg)
VAN DOESBURG
Uno dei principali attori che trasporta l’arte di Mondrian in architettura, non bisogna più seguire leggi
scientifiche ma leggi artistico-naturali per la costruzione, vuole un’unione tra architettura, scultura e pittura
Nel 1923 insieme a Van Esteren fa una mostra a Parigi dove presenta edifici con la volontà di essere
manifesti (Casa per Rosenberg, Maison particoulere, Maison d’artiste)
La composizione supera quella di Wright imprimendo all’architettura una tendenza allo spazio-tempo fino
al superamento della tradizione.
L’architettura neoplastica è descritta da elementi semplici, economici, funzionali, continuità tra interno ed
esterno, tema dello spazio-tempo, antidecoro.
BAUHAUS (1919)
Nel 1919 succede a Van De Velte e fonda la Bauhaus, un istituto pedagogico formati da officine e laboratori
dove, tramite un insegnamento artigianale si ricerca l’unione tra le arti. Esplicito riferimento all’artigianato
medievale. Il manifesto è affidato ad una grafica dove si vede una cattedrale medievale on tre punte le
quali sono le arti che si devono fondere in una sola opera.
La didattica parte con un corso preliminare di 6 mesi e una volta superato si accede ai laboratori, che si
dividono per materiale, che durano 3 anni.
Nel 1925 l’istituto si sposta a Dessau ed è l’occasione per realizzare la scuola secondo i principi insegnati:
edificio con una distribuzione di spazi ben definiti per funzione e dalla facciata ma anche unificati in un solo
organismo
RUSSIA-COSTRUTTIVISMO
Tra gli anni 10 e 30 del 900 in Russia è periodo di grandi rivoluzioni, e ciò si legge anche nelle arti e
nell’architettura. Figura di spicco è Malevitch che tende al superare le forme a favore di un annullamento
totale, che si può leggere nella volontà di una società priva di cassi sociali: comunismo.
La sua pittura rifiuta fortemente la forma, non deve esprimere questa ma la soggettività
CLUB OPERAIO
Edificio basato su un linguaggio ingegneristico: ferro, c.a., larghe vetrate. L’elemento soggettivo è definito
nell’angolo dove un elemento cilindrico di vetro ricorda una colonna sulla quale si innesta un pieno
parallelepipedo, un controsenso che genera stupore, straniamento narrativo
LE CORBUSIER
Nasce nella svizzera periferica, studia in una scuola di decoratori di orologi e già nelle opere giovanili si vede
l’interesse sia per la figurazione sia per la geometria. Successivamente si avvicina all’architettura e va da
Bherens, ma non soddisfatto si rivolge a Perret, dal quale impara l’ossatura e la statica degli edifici. Nel
1911 fa un viaggio nelle città antiche dove mostra un interesse particolare all’antichità, è affascinato
dell’eternità: alle forme geometriche e alla loro connessione.
Nel 17 si trasferisce a Parigi e con Ozenfant fonda la rivista ‘Espirit Noveau’ dove si diffonde la loro
vicinanza al purismo e al movimento moderno.
Sostenitore non del funzionalismo ma del tipo, esempio nei mobili che disegna, non da addossare l muro
ma da essere posti al centro di una stanza
Linea di mobilio LC: produzione di sedie e poltrone in acciaio tubolare associato alla pelle, non ancora
tollerata dalla società.
ESPRESSIONISMO
Periodo artistico che vede la supremazia dell’emozione e l’arte come veicolo per trasmetterla.
Scheerbart scrive un libro sulla civiltà del vetro, mistificazione di questo materiale visto come salvatore
della società
Tauto scrive dei libri dove ipotizza la società fondata sul vetro come ‘l’architettura delle alpi’ dove ipotizza
edifici che nascono tra le alpi come gemme.
GIO’ PONTI
Sarà in prima persona chiamato a definire il gusto del 900, in Germania si afferma la casa esatta mentre lui
ricerca la casa adatta, composta dal comfort e adatta alla natura dei nostri pensieri.
Realizza una serie di case proprio alla ricerca di quella all’italiana, con linguaggi classici ma semplificati,
realizzando un moderno che guardi al passato. (CASA DI VANCANZA, CASA ALL’ITALIANA, DOMUS ALBA,
POMPEIAN HOUSE)
TERRAGNI
Fonda il gruppo VII, sarà fortemente legato al fascismo. Guarda al passato ma in visione moderna
MONUMNETO AI CADUTI, ERBA (1926)
Percorso in salita che termina con una esedra con serliane
NOVOCOMUM (1927)
Realizzato nella zona di espansione di Como, si ispira a Le Corbusier e al transatlantico (parapetti continui,
balaustre arrotondate, finestre) a anche ai club russi, ma c’è anche attenzione alla tradizione di Como,
soprattutto per come tratta l’angolo: arrotondato
MONUMENTO AI CADUTI DI COMO (1931)
Inizialmente affidato a Sant’Elia, e si vede chiaramente dal linguaggio, ma poi affidato a Terragni:
costruzione astratta, composizione di forma geometriche, non ha altro compito che quello di ricordare.
ALVAR AALTO
La luce e l’acqua sono due materiali a tutti gli effetti per Kahn, li usa per impreziosire l’edificio.
Rendono l’edifico più astratto che pratico. La luce scandisce il tempo e l’acqua rappresenta le pulsioni
profonde dell’uomo.
Le due vie principali sono date dal razionalismo organicista di Albini e Gardella e dal realismo di Quaroni e
le due città principali sono Milano (linea aristocratica) e Roma (linguaggio popolare)
MONUMNETO AI CADUTI, BBPR MILANO (46)
Nudo cubo che segue la sezione aurea con all’interno un’urna, l’estrema geometrizzazione è la volontà di
affermare la ragione sull’irrazionalità della guerra.
QUARTIERE MANGIAGALLI, ALBINI-GARDELLA MILANO (50)
Quartiere popolare composto dalla ripetizione di palazzine ma per evitare la monotonia si sfalsano e
ruotano, sono presenti elementi riferiti alla tradizione come il muro il laterizio
CASA BORSALINO, GARDELLA (48)
Il tetto è molto sporgente ma quasi piano, un compromesso tra tradizione moderno, le persiane (elemento
tradizionale) sono usate in maniera moderna
UFFICI INA PARMA (50)
Struttura moderna con rivestimento tradizionale, in dialogo con il battistero romanico
PIANO A.R. MILANO, BBPR-ALBINI-GARDELLA (45)
Si prende in considerazione la ricostruzione di Milano incentrandosi sulla viabilità
QUARTIERE TIBURTINO ROMA, QUARONI (49)
Pieno di motivazioni e segni strapaesani, balconi in ferro battuto, coperture tradizionali, finestre, sequenza
scale esterne e ballatoi
VILAGGIO LA MARTELLA, MATERIA
Gli abitanti dei sassi di Matera vengono spostati in un quartiere a diversi chilometri e Quaroni lo realizza nel
modo più populista possibile per avere il consenso dei cittadini, estrema relazione con la tradizione.
RIDOLFI
Nel lavoro di Ridolfi si capisce il lasciarsi alle spalle il modernismo ortodosso in favore di forme più
complesse, legate alla tradizione barocca. TORRE DEI RISTORANTI (28), CASA TORRE (49) MOTEL AGIP (68)
CASA ALLE MARMORE (64)
ALLESTIMENTO MUSEO DI PALAZZO BIANCO A GENOVA, ALBINI (49)
Intervento quasi invisibile, deve notarsi solo l’opera mostrata.
MUSEO SAL LORENZO, ALBINI, GENOVA (52)
Realizzazione simile a tolos
SCARPA
Esegue un lavoro di particolare qualità artigianale, andando a dettagliare fin nel particolare ogni edificio. A
Venezia riesce a controllare la materia più viva: l’acqua.
RESTAURO MUSEO CASTELVECCHIO, VERONA (46)
L’allestimento dialoga con le opere, il contrario di Albini
TOMBA BRION A SAN VIITO (69)
Itinerario che congiunge la vita con la morte. I sarcofaghi sono sotto un arco che evoca le sepolture dei
primi cristiani.
CHIESA DELL’AUTOSTRADA, MICHELUCCI (64)
Linguaggio basato sul simbolismo della tenda, come se fosse una tappa da fare nel percorso autostradale
TORRE VELASCA BBPR (45)
La torre inizialmente era in acciaio e più razionalista, poi è stato scelto il c.a. rivestito in pietra e uno
sfalsamento delle finestre per evitare la monotonia. Evoca una torre medievale, tutte le scelte sono legate
alla tradizione.
BPTTEDA D’ERASMO, TORINO GABETTI-ISOLA (53)
Rispetto ne confronti della storia, le finestre si chiudono davanti alla Mole Antonelliana. Viene accusata di
Neo Liberty a causa dei bow windows spigoluti
CASA ALLE ZATTERE, GARDELLA (53)
Inizialmente era moderna, ma si libera della rigorosità in virtù delle scelte più tradizionali per avere un
legame genuino con il tessuto storico.
NEW BRUTALISM
Il termine è coniato da Banham e si riferisce a quell’arte che non vuole esprime un’estetica, ma questa è
solo derivata da mostrate, spontaneamente, l’aspetto dell’oggetto nella sua realtà, senza finzioni o
modifiche.
MOSTRA A LONDRA ‘PARALLELO TRA ARTE E VITA’ (53)
Antenata della Pop art. Mostra di fotografie e opere in modo quasi caotico, senza filo logico. Si cerca un
piano dell’etica (comportamento) contro l’estetica.
Figure: Alison e Peter Smithson, Van Eych, De Carlo
L’ART BRUT, DOBOUFFET (47)
Cerca di fare arte spontanea, si riferisca all’arte dei bambini e degli psicotici.
SCUOLA HUNSTANTON, SMITHSON, UK (49)
Apparentemente modernista ma qui si supera, il materiale è usato in maniera franca, non rifinito, molte
soluzioni lasciate a vista, sembra un cantiere, si vuole mostrate l’aspetto etico dell’architettura non quello
estetico
POP ART
Il cambiamento della società è esplicitato anche in campo artistico dalla pop art, si mostra con dei collage
(messaggio diretto) tutti i simboli della nuova società troppo estetica e poco etica (paolozzi, hamilton)
PROGETTO PER ABITAZIONI, SMITHSON, LONDRA (52)
Stesso ragionamento dell’art and Craft ma trasferito al moderno, rende più confortevole la stecca rigida del
moderno con uno schema a grappolo. Riferimento a Unitè d’abitation per l’integrazione di spazi pubblici
privati, superamento della città giardino, vuole una nuova morfologia non un nuovo linguaggio. Ogni due
piani di abitazioni abbiamo una ‘strada’ con spazi aperti e luoghi pubblici. Interesse paesaggistico.
CIAM
Uova generazione di architetti critica quella vecchia e la carta di Atene, si sposta l’attenzione sulle case-
strade-quartieri e città
Nuovo punti di interesse il cluster.
SCHEMA DI CITTA’ A CLUSTER, SMITHSON (53)
Sovrapposizione della maglia viaria veicolare con una a grappolo pedonale per la socializzazione dei vari
livelli.
PROGETTO PER QUARTIERE A BERLINO, SMITHSON (58)
Realizzazione di un livello pedonale separato da quello veicolare, una piattaforma sopraelevata.
PROGETTO QUARTIERE TOLOSA, CANDILIS (61)
Non c’è zonizzazione ma gli spazi si mescolano, si contrappone al caos cittadino una regolarità esagonale
dei cluster. Fallisce dal punto di vista sociale, diventa un ghetto per algerini.
RICOSTRUZIONE AREA FRANCOFORTE, CANDILIS (63)
Edificio internamente pedonale, rifiuto ella città giardino in fave a una tutta artificiale.
UNIVERSITA’ DI BERLINO, CANDILIS (63)
Grande piastra distaccata da suole in acciaio corten
VAN EYCK, SCHEMA LOST IDENTITY, CIAM 10
Usa i bambini come esempio di perdita di identità delle città. Si interessa agli spazi per questi
CASA DEI BAMBINI, AMSTERDAM (55)
Edificio con uno sviluppo modulare ma organico. Uso di forme geometriche semplici, riverbero del cerchio.
Edificio tanto labirintico quanto chiaro, attento allo spazio per i giochi e alla forma per la relazione dei
bambini
URBINO, DE CARLO (58)
Interesse per la ricerca di un legame tra i nuovi spazi relazioni a quelli esistenti. Teatro di sperimentazione
sono le sedi di Magistero, Economia, Giurisprudenza: riuso di edificio storico con l’inserimento di spazi
nuovi, il tutto collegato labirinticamente.
Esempio riuscito di questo intervento sono la facoltà di magistero con la grande cavea vetrata che
prospetta la valle, un gesto formale quanto di relazionare lo spazio interno con quello esterno.
Le parti moderne si inseriscono con parti tradizionali
VILLAGGIO MATTEOTTI, TERNI
Sforzo di dare organicità al c.a., viene usato un metodo progettuale partecipativo per dare un carattere che
di spontaneità (casbah), il tentativo è riuscito. L’intrico di scale e passerelle risolve il problema della strada,
e il verde gioca un ruolo fondamentale.
STIRLING
Argan e Norbert-Schulz nel 79 fanno una mostra ‘Roma interrotta’ dove invitano 12 architetti a completare
la carta di Nolli: Stirling, in modo ironico e distaccato, inserisce nella pianta di Roma una serie di sui progetti
Il senso dell’architettura di Stirling sta nel criticare l’architettura moderna come troppo rigida e ripetitiva.
La sua espressione sta nel riprendere aspetti del moderno ma collegandoli a vari spezzoni di linguaggi in un
collage ironico e utopico.
HAM COMMON FLAT, UK (1955)
Struttura in c.a. ma rivestita con uno spesso involucro di mattoni per illusione di muratura portante
(differenza dal moderno)
FACOLTA’ INGEGNERIA LAICESTER (59)
Vari riferimenti: corpi aggettanti (club ruskanof), scala (fabbrica di Gropius), balaustre (architettura banale
del moderno), copertura (edifici industriali), torri delle scale (Kahn) un insieme di linguaggi che però non si
confondono, sono chiari e leggibili, ironici.
Una gru è fissata per il lavaggio dei vetri, un riferimento al non finito e al futurismo.
Architettura che nega la facciata, interesse per l’aspetto sociale più che formale.
FALCOLTA’ DI STORIA, CAMBRIDGE (64)
Combina il vetro del Cristal Palce e il mattone della tradizione vittoriana
Strutture violente in procinto di esplodere. Architettura intesa come disposizione di sazi, non come forma.
DORMITORI QUEEN’S COLALGE, OXFORD (66)
Uso del vetro e del mattone, netta distinzione tra spazi serventi e serviti. Riferimento al modero: stecca, ma
modificato. La stecca si spezza sia in pianta che in alzato
CENTRO DI ADDESTRAMENTO OVILETTI (69)
Uso del linguaggio della tradizione in modo ironico, tetto a falda ma realizzato con elementi prefabbricati.
Uso ironico del colore.
SISTEMAZIONE DEL CENTRO DERBY (70)
Per la prima volta si confronta con un centro storico, propone una specie di passage francese che crea una
galleria vetrata vede al centro posiziona la facciata dell’Assembly hall, edifico storico
GALLERIA NAZIONALE STOCCARDA (77)
Sopraelevato da un basamento si mostra nel suo insieme di rampe, balconi, terrazze, volumi di varie forme
geometriche, parti vetrate e curvate liberamente. Uno scheletrico baldacchino d’ingresso, corrimano rosa e
blu, contrappunto materico e cromatico alla superficie della pietra. Spiccata connotazione urbana con un
misto di ironia.
-L’Internationale Situationniste – legata a Parigi si forma nel 1957 dalle ceneri dell’Internazionale Lettrista,
rifiuta la dimensione oggettuale dell’arte, è composta da scrittori e artisti come Guy Debord, Asger Jorn e
Constant Nieuwenhuys. Nella rivista ominima: “l’architettura è il mezzo più semplice per articolare il tempo
e lo spazio, per modellare la realtà, per far sognare.” Si traduce in azioni denominate “derive”:
attraversamenti casuali dello spazio urbano finalizzati a leggerlo in modo imprevisto, mettendone in luce
aspetti alternativi, dimenticati o nascosti. Come nelle mappe metropolitane:
- “Guide psychogeographique de Paris” (1957)
-“The Nacked City” (1957)
si ha la critica al sistema capitalistico: la dimensione del gioco prende il posto della produttività del lavoro.
L’urbanismo unitario, costruzione integrale di un ambiente in legame dinamico con esperienze di
comportamento, prende il posto della consueta pianificazione della città, bollata come pura ideologia.
Nel maggio del ’68 francese l’Internationale Situationniste trova il suo compimento ma anche la sua fine.
In parallelo alla New Babylon di Constant altri architetti sviluppano le medesime idee, pur senza
riprenderne il programma di trasformazione sociale.
L’ipotesi di modificazione della realtà attraverso l’esperienza, avanzata dai situazionisti, è ricondotta a una
non meno ardua utopia tecnologica.
Su un versante del tutto diverso si situa l’attività dell’Independent Group. Tra i suoi membri, lo storico e
critico Reyner Banham, gli architetti Alison e Peter Smithson, … che si distinguono per la presa di distanza
da una visione artistica modernista di un’estetizzazione della tecnologia: “tradizionalismo moderno”.
I componenti dell’I. G. propongono mostre su temi scientifici e filosofici non accademici sulla lettura
dinamica della realtà. Ciò che emerge è un’attitudine avanguardistica: il recupero e l’assemblaggio di
materiali difformi tratti dal repertorio scientifico e tecnologico con l’unica finalità di creare una cultura
antiartistica e antiestetica. Nella definizione di Bahnam tutto ciò è sintetizzabile con “new brutalism” ma
anche come “imageability”, capacità di tradure in immagine.
Allestita col nome “This is Tomorrow” la più grande mostra dell’Independence Group nel 1956 alla
Whitechapel Art Gallery di Londra da Colin Wilson, si tratta di 12 mostre autonome, organizzate da 12
gruppi in “competizione” tra loro, con l’intento comune di mettere in luce concetti di “sviluppo” e
“situazione”. L’ambito a cui si rivolge è l’esplorazione di un futuro che batte ormai alle porte, condotta con
uno sguardo disincantato e paradossale. L’idea che si fa largo è un misto di attrazione per la tecnologia,
fascinazione per la fantascienza e ironica considerazione per il consumabile, lo spontaneo, l’obsoleto …
-scompare qualsiasi distinzione gerarchica tra cultura alta e bassa
Alcuni protagonisti dell’architettura attuale affondano le proprie radici nelle esperienze compiute
nell’ambito di un’attività più utopica che non costruttiva.
Nel 1960 Hollein inaugura una serie di fotomontaggi cui darà il titolo di Transformations, in cui surreali
oggetti scultorei vengono fatti galleggiare al di sopra di diverse città. L’operazione di straniamento è in
diretta polemica con il funzionalismo, infatti Hollein si esprime: la forma di un’opera architettonica non
deve mostrare il proprio modo d’uso. Un’opera architettonica è sé stessa, senza scopo.
Affermando che tutto è architettura, Hollein sancisce la liberazione dell’esperienza spaziale dalle forme del
costruire; l’architettura diviene uno stato artificiale da cogliere attraverso la percezione sensoriale.
GRUPPI RADICALS ITALIANI
Una posizione di estremo radicalismo trova invece un terreno fertile nella stagione dei “gruppi radicals
italiani”. Il luogo in cui si manifesta in Italia per la prima volta è la mostra “Superarchitettura” (1966),
organizzata da Adolfo Natalini a Pistoia che crea prima il gruppo Archizoom e poi Superstudio.
La superarchitettura è l’architettura della superproduzione, del superconsumo … I linguaggi della pubblicità,
della mercificazione sono riutilizzati in modo caricaturale, per farne la critica. All’ironica utopia tecnologica
di Archigram si sostituisce così una più graffiante denuncia delle contraddizioni del sistema su cui poggia il
progetto moderno. Vi è una chiara rinuncia delle “alternative” proposte, l’aspetto distruttivo domina su
quello costruttivo.
Negli anni seguenti Superstudio e Archizoom giungono a focalizzare una strategia di intensificazione e
accelerazione dei processi in atto. Entrambi inseriscono in diversi contesti edifici vetrati sviluppati a perdita
d’occhio, regolari, imperscrutabili e indifferenti alle città o ambienti naturali che attraversano. L’intento è
quello di fare una critica dell’ideologia del Movimento Moderno.
Superstudio prende le mosse per un paradossale tentativo di rifondazione dell’architettura. Con gli
“ISTOGRAMMI DI ARCHITETTURA” (1969), basati su una fitta griglia quadrata e omogenea, ogni problema
formale si dà per risolto o superato: la costruttività è recuperata sacrificando ogni differenza qualitativa. Il
mito dell’architettura come creazione spaziale è dissolto.
Archizoom aspira a liberarsi dell’architettura. In No-Stop City (1970) lo spazio continuo, ripetitivo, modulare
genera una città senza architettura. All’inespressività degli esterni corrispondono spazi interni a bassa
definizione funzionale, che fanno proprio il modello dei moderni supermercati, separati dall’ambiente
circostante, dotati d’illuminazione artificiale e di aria condizionata.
Entrambi ipotizzano una realtà sociale e fisica continua e indifferenziata. La fabbrica e il Supermarket
diventano di fatto i veri modelli campione della Città Futura: strutture urbane ottimali, potenzialmente
infinite dove le funzioni si dispongono spontaneamente su di un piano libero, reso omogeneo di
microclimatizzazione e informazione ottimale.
Nel 1972 si scioglie l’Internazionale Situazionista, 2 anni dopo Archizoom, 9 anni dopo Superstudio.
MODERNITA’ E LUOGO
Norberg-schulz con la sua teoria del Genius Loci cerca, nel secondo dopoguerra, di tracciare una via
alternativa per l’architettura riconsiderando i rapporti tradizionali tra uomo, architettura e cosmo.
Tramite identità, presenza, radicamento cerca una riscoperta del luogo; fondamentale è l’architettura di
Aalto che non si limita a occupare il luogo ma a rivelarlo o addirittura a generarlo.
CENTRO CIVICO SAYNALSAL (48)
Uso della tradizione del mattone e della tradizione mediterranea, realizza un’atmosfera domestica in luoghi
istituzionali, crea il luogo. Realizzata nel luogo a lui più idoneo: il bosco
Contiene municipio. Biblioteca e altre funzioni
CASA SPERIMENTALE (52)
Sperimenta più di 50 tipi di murature, evoca il non finito e l’autocostruzione spontanea, ben radicata al
luogo, è parte del paesaggio.
ISTITUTO NAZIONALE PER LA PREVIDENZA SOCIALE HELSINKY (48)
Difficoltà ad approcciarsi con il suolo urbano, importanza nei lucernari (luce naturale + artificiale)
POLITECNICO DI HELSINKI (49)
Interesse per lo stile mediterraneo, soprattutto per l’anfiteatro, le finestre a nastro esterne in realtà sono
collegate a dei coni per la luce diffusa dall’alto per la sala interna.
Nel confronto con lo spazio urbano si vede le introversioni delle architetture di Aalto, a realizzare un luogo
dentro un luogo (come Wright)
CHIESA DELLE TRE CROCI IMATRA (55)
Potenza del luogo, volontà di unire un’organicità ala modernità dell’architettura: in pianta e in sezione si
vedono delle curve che si incastrano complicatamente.
CIMITERO DI MALMO, LEWERENTZ (18-69)
Studia il tutto come un complesso unito da fruire con un percorso sul quale si trovano delle tappe
(crematorio, cappelle, chiosco dei fiori), una metafora alla vita.
All’ingresso uno spazio cerimoniale circolare, ai lati dei campi di grano per spargere le ceneri, alle estremità
del percorso delle cappelle. Qualità paesaggistica, vuole unire architettura e paesaggio.
Il progetto del crematorio aveva ispirazione illuminista ma finisce per essere razionalista.
Il chiosco dei fiori dimostra la poca importanza del dettaglio nei confronti del linguaggio generale,
impostato come un’autocostruzione spontanea.
OPERA HOUSE, UTZON SIDNEY (57-73)
Vince un concorso da 38enne, forme mai viste nella cultura occidentale, fortemente innovativo. Opera
estremamente complicata nella costruzione (20 anni). Si compone di una forte dualità: il basamento
pesante, geometrico in c.a. contrapposto alla copertura leggera e volatile in ceramica. Un possibile
riferimento all’architettura cinese del 13 sec: l’architettura deve essere pesante e volatile.
Questa architettura crea il luogo.
SPAGNA E PORTOGALLO
Nel dopoguerra di ricerca un’essenza costruttiva tra tradizione moderna e cultura tradizionale, sono paese
arretrati industrialmente e chiusi in sé stessi per i regimi totalitari. L’Italia sarà come modello (per la
Spagna) nelle costruzioni moderne.
LA BARCELONETA (51)
Riferimento alla casa Borsalino di Gardella: pareti spezzate e movimentate. Anche qui utilizzo di elementi
tradizionali come la persiana.
SANTUARIO DI ARANTZAZU, DE OIZA (50)
Storicismo, riferimento a palazzo dei diamanti, ricordo della tradizione tellurica di Gaudì
TORRES BLANCAS, OIZA (61)
Riferimento a Ridolfi in chiave futurista, volontà di rottura con l’isolamento spagnolo
PALAZZO DEL GOVERNO, TERRAGONA (54)
Rapporto con il luogo non stringente, riferimenti alla casa del fascio e ai telai di Mies. Con rapporti di pieni e
vuoti vuole raffinare l’edificio.
MUSEO DI ARTE ROMANA DI MERIDA (80)
Riformulazione del linguaggio romano, quasi postmoderno. Sembra a tutti gli effetti un’architettura antica
tranne per qualche dettaglio.
MUNICIPIO DI MURCIA, MONEA (91)
Uso della geometria per riferirsi al passato (colonne, trabeazione) ma non all’architettura barocca. Contiene
delle irregolarità come nella torre Velasca.
Disparità qualitativa e stilistica in: LURSALL A SAN SEBASTIAN, MUSEO DE PRADO, PALAZZO DEI CONGRSSI
SALAMANCA
Il portogallo si trova chiuso in sé stesso dal totalitarismo, le informazioni delle architetture internazionali
arrivano parzialmente, architetti come Tavora cercano un legame tra moderno e luogo.
MUSO DELLE GROTTE ALTAMIRA (95-2000)
Intonaco bianco astraente come in De Stijl
MERCATO DE VILA DE FERM (54)
Traduce in c.a i dettagli costruttivi del legno e del Giappone.
PADIGLIONE DEL TENNIS
Unisce tradizione loca (pietra) con quella giapponese (legno), e un accenno di De Stijl (pannello bianco)
Straordinario collegante tra le varie tradizioni.
CONVENTO SANTA MARINA DA COSTA, GUIMARAES (75)
Dopo l’apertura culturale del Portogallo Tavora cambia: adotta uno schema più rigido riferito agli architetti
del nord Italia, cerca di non confondere i vari riferimenti, come se l’edificio avesse uno sviluppo temporale.
POLITECNICO DI VIANA (89)
Influenzato dall’allievo Siza nei volumi astratti dell’interno
SIZA
PISCINA DELLE MAREE, PALMEIRA (61)
Piscine realizzate sfruttando le rocce e semplici setti in c.a che sembrano emergere dalle rocce.
Semplificazione e luogo sono i punti di riferimento.
RISTORANTE BOA NOVA, PALMEIRA, SIZA-TAVORA (63)
Edificio poggiato sulla scogliera, sembra nascere dalla roccia che non viene modificata, dettagli costruttivi
della tradizione giapponese. Siza mostra straordinaria capacità nel disporre lo spazio interno
QUARTIERE MALAGUEIRA (77)
Si riferisce al moderno degli anni 20 (Loos), case con prospetto continua sulle strade che nascondono corti
interne per spazi sciali. L’elemento monumentale per dare qualità al quartiere è un acquedotto in
riferimento a quello romano.
BANCA BORGES (78)
Edificio curvo (ma non per seguire il lotto), la curva genera l’interno edificio, si ripete dietro e all’interno
creando astrazione. Capacità nel disporre spazi interni.
COMPLESSO RESIDENZIAE TRISTESSE, BERLINO (80)
Grande complesso residenziale d’angolo, risolve con stondatura e occhio (riferimento alla Berlino di
Schinkel)
BLOCCHI ABITAZIONI E NEGOZI, OLANDA (84)
Capacità di unire il linguaggio moderno con il mattone, la forma e la disposizione sono dettati dagli spazi
interni, è lo spazio che definisce la forma. Riferimento al rumplane di Loos
PADIGLIONE CARLOS RAMOS, PORTO (85)
Volume bianco razionalista con corte (tradizione) trapezoidale. L’irregolarità dell’esterno è ripetuta
all’interno.
FACOLTA’ DI ARCHITETTURA, PORTO (86)
Composta da 4 torri e un edificio allungato, riferimento a Loos e al moderno (finestre) le 4 torri presentano
variazioni a seconda della loro funzione. La biblioteca è riferita ad Aalto per l’illuminazione.
TORRE PIEZOMETRICA, UNIVERSITA’ AVERIO (88)
Deve realizzare n simbolo per l’uni, sceglie di riutilizzare la cisterna dell’acqua, è innegabile come domina il
territorio circostante, grande successo tra gli architetti italiani.
BIBLIOTECA UNI AVEIRO (89)
Uso della muratura in modo inusuale: la struttura è in c.a ma il rivestimento è in muratura portante, solo
l’ingresso è composto da una soletta in c.a che esce dalla muratura.
CENTRO GALLERIA D’ARTE SANTIAGO DE COMPOSTELA (88)
Muratura portante staccata da terra con degli architravi in acciaio, studia nel dettaglio ogni spazio e ogni
interno.
ALDO ROSSI
Rogers è un docente del politecnico di Mlano e insieme ad alcuni allievi (Rossi, Grassi, Canella, Aulenti,
Baffa, Tintori, Bonfanti, Gregotti) fonda ‘casabella continuità’ dove si esprime la volontà di sensibilizzare
l’architetto anche come intellettuale.
Rossi si dedicherà molto alla fase teorica per poi passare a quella costruita.
Rossi è ispirato dall’illuminismo ma rifiutando il funzionalismo, i suoi progetti degli anni 60 sono legati al
libro ‘architettura della città’ dove critica proprio la mancanza di una vera architettura per la città. Vede la
città come un insieme di leggi date dall’architettura.
UNITA’ RESIDENZIALI, MONZA, ROSSI-GRASSI (66)
Imporre il rigore geometrico nel caos della città. Mette a fuoco gli elementi che legano architettura e città:
la tipologia (corte) che forma blocchi edilizi, dare individualità per qualificare la periferia. Inoltre qualche
elemento è disallineato per simulare una preesistenza.
ARCHITETTURA DELAL CITTA’
L’urbano è un fatto che si struttura concretamente, per capirlo bisogna comprende la forma non la
funzione.
FIVE ARCHITETCTS, NY
In America negli anni 60 tra i grossi studi professionali e l’ecclettismo di altri si distinguono 5 architetti che
riprendono i temi di Le Corbusioer e del moderno ma svuotandoli dai contenuti ideologici; le loro opere
sono esposte al Moma di NY nel 1963 (Graves, Gwathmey, Meier, Hekduk, Eisman)
GRAVES
Nelle sue opere (HANSELMAN HOUSE 68, ROCKFELLE HOUSE 69, SNYDERMAN HOUSE 72) si vede un
esplicito riferimento a Le Corbuier della fase purista ma svuotando i contenuti ideologici, e ripresa ti temi
come il De Stijl per la geometria e il colori. Forte decomposizione e complicazione della geometria.
GWATHMEY
Nelle sue opere (STUDIO DI ABITAZIONE 65, WIG HALL 70) si vede una ripresa del linguaggio di Le Corbusier
dopo la guerra, uso del c.a. a vista ma in forme che richiamano la fase purista.
MEIER
Coerenza e rigore inscalfibile, sembra vogli arrivare ad un nuovo classicismo ma partendo da Le Corbusier.
Volumi puri, dialettica tra finestre vetrate e pareti bianche, il tutto scandito e misurato da una griglia che
sempre atemporale e fuori dallo spazio (SMITH HOUSE 65, SALTZAR HOUSE 67, DOUGALS HOUSE 71,
ATENEO A NEW ARRONY 75, MUSEO ARA PACIS 96)
MEJDK
Si applica molto nel campo teorico, cerca un’astrazione assoluta di concetti che sono internamente reali
(ONE HALF HOUSE 66, HOUSE 10 ispirata dal neoplasticismo tema del collegamento di volumi puri, WALL
HOUSE 71 tema della separazione degli spazi conferita ad un monumentale muro)
EISENMAN
Si riferisce al moderno degli anni 20 e alla componente astratta (Loos, De Stijl, i Russi), si interessa alla parte
formale. Si rifà alle architetture di Terragni (casa del fascio). Effettua una manipolazione della scatola fino
all’estremo, linguaggio autoreferenziale. La sua architettura si esprime nel ciclo di case che realizza (House
I-House X) riferite più alla critica cha ad una vera committenza. In questi edifici si ha una manipolazione,
scomposizione, complicazione dell’edificio e della sua struttura fino all’estremo.
GIAPPONE
Il Giappone si è trovato nel XIII sec per 200 anni chiuso rispetto al mondo esterno, e questo ha permesso
una maturazione di tradizioni intime e isolate, verso la metà dell’800 una parziale apertura ha riscontrato
grande successo in occidente influenzando vari movimenti.
La riscoperta da parte di tout della villa Katsura, sotto anche il punto di vista strutturale, fa si che il
Giappone esca da un’architettura totalitaria e parta dalle tradizioni della villa per aprire un nuovo
movimento moderno. La villa è vista come equilibrio perfetto in architettura
CENTRO PER LA PAE, HIROSHIMA, TANGE (47)
Riprende i 5 punti di L.C. ma usati in maniera differente, e associa il moderno del centro con la tradizione
nel museo.
MUNUCUPIO TOKIO (57)
Riferimento a L.C.: l’esterno ricorda Unitè d’abitation ma l’interno sembra riferita a Ronchamp
Ripresa del tradizionale con il moderno.
Tange definisce anche un’architettura più espressiva e megastrutturale: CATTEDRALE SANTA MARIA (61),
PALAZZO DELLO SPORT (61), PALAZZO DELLO SPORT (62), inaugura il linguaggio della megastruttura,
conferisce un linguaggio nel palazzo dello sport proprio di una nave in costruzione ma legato sempre a
piccoli elementi riferiti alla tradizione.
Le architetture di Tange contengono sempre un forte legame con la natura, spesso conferito dall’acqua e
da rocce artificiali in c.a.
Anche nelle megastrutture la tradizione è suscitata dalle curve riferita alle tradizionali geishe o dalle
rigature dei kimoni.
SEDE DELLA SHIZUKA (67)
Edificio che sembra staccarsi dal luogo con il suo linguaggio tecnologico, ma proprio in questo vuole
mostrare come il Giappone in pochi anni abbia raggiunto livelli ingegneristici e lavati e conferirgli
un’identità in questo.
CAPSULE TOWER (71)
Formata da abitazioni più simili a cellule, chiaro riferimento alla biologia: sostituzioni di queste come le
foglie di un albero.
PROGETTO PER ABITAZIONI A BOSTON (60)
Invitato a insegnare per un semestre al MIT con gli studenti realizza un progetto dove si ospitano 25000
perone nella baia di Boton: il progetto prevede una stecca curva con sezione ad ‘A’ la quale mescola spazi
pubblici e privati
L’idea della sezione ad A è usata per il progetto dell’espansione di Tokio nella baia ramificando a grappolo
le abitazioni (ancorate in queste megastruttura ad A) partendo dalla viabilità che attraversa la baia.
GRUPPO METABOLISM
La metafora naturale in Giappone è molto forte da ispirare gli architetti radicali: la metafora della cellula si
applica a livello urbanistico fino a definire le città del futuro (OCEAN CITY 62)
TADAO ANDO
Aggiunge una componente cerimoniale nelle sue architetture
Il tema della casa è affrontato come un blocco in c.a. chiuso, che prende luce da poche aperture, trattato
quasi come un bunker atomico, usa la luce come un materiale, da anima allo spazio (CASA AZUMA 75)
Questa chiusura scatolare si perde nelle opere pubbliche ma rimane la misura che viene scandita da una
griglia (COMPLESSO RESIDENZIALE ROKKO 78)
IL POSTMODERNO
1980 1° biennale Venezia dove si affronta il tema della strada novissima: 20 architetti invitati da Portoghesi
per progettare facciata degli edifici lungo la strada. L’architettura si stava indirizzando verso l’effimero,
l’apparente (postmoderno) e qui si vuole mostrare l’inefficacia di questo metodo.
Il postmoderno si presenta come una critica al moderno (razionale e misurato) come il movimento che
abbraccia la diversità, la pluristratificzione, la dispersione, la contraddizione.
Venturi è un sostenitore del postmoderno
GUILD HOUSE A PHLADELPHIA 60
Segni storicizzando derivati da legame con Kahn. Presenza di ironia (elemento per diffondere gli oggetto-
postmoderno) relazione con la storia ironica (rapporto con main street, l’arco, colonne d’ingresso)
ROMA INTERROTTA
Ricerca di confusione tra ironia e serietà, rapporto con Las Vegas e la Roma barocca e antica, unisce l’antico
con i segni del consumismo.
La storia è trattata come una mera icona del consumo.
INFLUENZATO DA LAS VEGAS
Edificio Duck (forma simbolica corrispondente alla destinazione), pratica del capannone decorato (applicare
simboli ad un edificio convenzionale)
PIAZZA ITALIA, NEW ORLEANS (75) MOORE
Realizza come un grande palcoscenico, banalizza e commercializza la forma dell’Italia usata come raggio
generatrice di un arco, ripresa di elementi antichi ma realizzando tutto secondo un ordine postmoderno.
TEAM DISNEY, CALIFORNIA (85) GRAVES
7 nani in ordine gigante sostengono un classico frontone, inaccettabile se considerato nella formalità
storica, accettabile secondo una visione ironica del postmoderno.
CARATTERISTICEH: il postmoderno si fonda più sul disegno che sul costruito, si rivolge alla critica in maniera
ironica anzi che ad un effettivo fruitore.
Oggi non ci sono certezze, l’unica è il mutamento (Johnson)
AT & T NY (78) JHONSON
Opera più rappresentativa del postmoderno, rende identità al grattacielo, pezzo di arredamento dello
skyline
HIGH TECH
A Parigi nasce, nel lotto ormai vuoto dei Les Halles il centre Pompidou di Piano e Rogers. Questa nome
macchina-edificio che ospita musei, biblioteche, centri civici, vuole essere, come Les Halles per l’800, un
edificio che parla il linguaggio della nuova tecnologia. L’interno edificio è avvolto in un intricarsi di tubi,
plexiglass, travi, e qui vive la sua ambiguità: l’esterno vuole essere tecnologico e dichiarare che è finite il
tempo dei monumenti eterni, ma l’interno con il museo cerca di mantenere il passato.
Questo edificio è inserito all’interno dell’High Tech, un movimento che cerca di essere garanzia di qualità
dove si risalta l’ingegneria e l’uso di apparecchiature elettroniche senza l’esaltazione dei materiali.
CENTRO DI DISTRIBUZIONE RENAULT, FOSTER (79)
Soluzione caratterizzata da una tensostruttura che avvolge come una ragnatela l’interno edificio, linguaggio
formato da elementi prefabbricati, gerarchia del colore e flessibilità distributiva.
RIFERIMENTO DELL’HIGH TECH
I riferimenti dell’High Tech si possono trovare nella MAISON DU PEUDPLE (35) e CASE STUFY HOUSE: questi
edificio sono caratterizzati da un linguaggio rude, pannessi prefabbricati autoreferenziali, scheletrici ferri in
acciaio, montaggio standardizzato (simile al moderno ma svuotato dell’idealismo, più pratico)
L’edificio è come una macchina al pari di un mezzo di trasporto o di un moderno elettrodomestico.
In questo verso si muovono:
-Anna Tyng (con Kahn nella torre civica di Philadelphia)
-Stirling (a Leicaster, Cambridge)
-Albini (nella rinascente di Roma)
RENZO PIANO
Per un breve periodo allievo di Albini, inizialmente studia le strutture portanti in diversi materiali poi si
concentra nel clima, luogo, luce e nell’importanza dell’artigianato
LA MENIL COLLECTION (81)
L’elemento caratterizzante sono dei deflettori di luce che omogenizzano la lice natirale all’interno del
museo, elemento in ferrocemento che rendono naturale e leggera la presenza della tecnologia. La
tecnologia deve essere al servizio di tutti i fruitori a tutti i livelli
Questi studi tecnologici di Piano ha eliminato una coerenza stilistica e ha svotato gli edifici da ideologie,
quindi eliminando il difetto delle architetture tecnologiche: il culto della tecnologia.
ARCHITETTO POLIEDRICO:
-ambito musicale: afferma il legame tra architetto e il liutaio, uso del legno come una cassa di risonanza
(AUDITORIUM LINGOTTO, CENDRO IN NUOVA CALEDONIA, AUDITORIUM ROMA)
-ambito ecclesiastico: linguaggio proprio di un grande guscio che accoglie e protegge i visitatori (CHIESA
PADRE PIO 2004)
-AUORORA PALCE, SYDNEI 2000: edificio in vetro rivestito da una doppia parete che come una pelle
protegge ma traspira l’aria e regolarizza il clima interno
-MAISON HERMANES, TOKIO (2001): ricorda una tradizionale lanterna giapponese unita al simbolo della
vetrina
-AUDITORIUM PAUL KELL (99), YOKOHAMA TERMINAL (2002): perfetta coincidenza tra forma e struttura
-THE NY TIMES (2007): recupero del tema della struttura reticolare ma non enfatizzata, abbandona a
monotonia del grattacielo per rivisitare la tradizione.
FOSTER-PIANO
Forte legame tra i due, si affidano al migliore studio di ingegneria al mondo (Ove Arup &Partner), e
riprendono entrambi il tema del capannone negli aeroporti.
ARCHITETTURE DEL NON LUOGO
Foster sembra voler perseguire questa tendenza anche una volta superata la stagione dell’High tech: SEDE
CENTRALE DELLA WILLIS FABER sembra recuperare le trasparenze e i giochi di riflessi del vetro di MIES.
DECOSTRUTTIVISMO
Si scompone un oggetto per una corretta comprensione della realtà
PROGETTO PARK DE LA VILLETTE, PARIGI (82) TSCHUMI
Il comune decide di realizzare una zona industriale ma con un grande parco
Si attua una decostruzione della percezione e del soggetto, si riprende il testo di Itten ‘punto linea e
superficie’: i punti sono edifici industriali, le linee sono edifici a stecca e le superfici aree verdi o
pavimentate.
Uso della geometria astratta, travi e colori in modo costruttivo e astratto.
STUDIO NATIONAL DES ARTS (1991)
Riutilizzo di un edificio industriale come luogo artistico ampliando la struttura
MUSEO ACROPOLI ATENE (01)
Linguaggio minimale
COOP HIMMELBLAU
-studio legale a vienna (83): ampliamento ‘alieno’ al linguaggio preesistente, decostruisce le preesistenze
-torre residenziale Lione (01): non è più trattata come un unico pezzo ma somma di frammenti, il risultato
finale sembra essere solo una fase di costruzione.
EISENMANN
-centre per the visual arts (86): manipolazione geometrica, frammentazione, figure storiche usate in
maniera postmoderna
-parc de la villette (82): elementi punti e linee ispirati al costruttivismo, progettazione per sovrapposizione
-koizumi sangyo, tokio (80) frammentazione dell’intero corpo che prende il carattere unitario
-monumento all’olocausto Berlino (98): cubi sfalsati che rievocano la memoria
LIBESKIND
-museo ebraico, Berlino (89): linea spezzata ma linguaggio nuovo, luce che penetra dal soffitto e dai tagli,
impatto emotivo
ZAHA HADID
-hopera house di Cardiff: modellismo senza programmi informatici
-phaeno scienze center, Wolsfburg: struttura in evidenza, segue insegnamento dei radicali italiani.
-maxxi Roma (99): concept: elementi lineari curvi che si ripetono, smaterializzazione della figura,
semplificazione in costruzione
FRANK GHERY
-casa-studio Ron Devis, Malibu (68): uso di materiali locali e soluzioni economiche, le travi del tetto ad un
certo punto ‘impazziscono’
-norton simon gallery (74): tende verso la pop art, lo schizzo è fondamentale
-casa Ghery Santa Monica (77): materiali poveri riferiti alla periferia americana come la rete, legno, vetro
-fishdance resturant, kobe (86): interesse alla pelle e alla forma del pesce come archetipo
-walt dismey concert, Los Angeles (87): usa le lamelle in titanio che rimandano al pesce
-Guggenheim museum, Bilbao (91): paradossale rapporto con la città, realizza anche lo spazio interno per
realizzare questo rapporto
-uffici a Praga (92): due corpi estranei al linguaggio della città, movimento che rimanda al pesce
In Usa negli anni 70-80 nasce il minimalismo come un forte critica alla commercializzazione e alla ‘sbornia
consumista della società’ dopo il postmodern. Si basa sulla semplificazione formale degli elementi e del
mistero dell’omesso
HERZOG DE MEURON
-galleria Goetz Monaco (89): uno strato di c.a. compreso tra due di vetro opaco, minimalismo, il vetro
opaco indica la volontà di omettere.
-the modern, londra (05): riqualifica di una vecchia stazione in museo, non hanno aggiunto ma bensì
sottratto elemento, pulizia formale
ZUMTHOR: concretezza del fatto costruttivo e impiego preciso di materiali, proprio con il materiale e la sua
lavorazione riesce a richiamare la tradizione locale.
Importanze dell’uso della luce, in maniera indiretta, la ‘magia del reale’ per trasformare sostanze materiali
in sostanze emotive (TERME DI VALS, PADIGLIONE HANNOVER)
CAPPELLA BURDEL KLAUS: prisma il c.a. compatto all’esterno isolato nella campagna ma all’interno
irregolare e misterioso: utilizzo di tronchi d’albero per la colatura poi bruciati in seguito.
Capacità progettuale pragmatica, come un alchimista Zumthor non crea ma trasforma.
KHOOLAS
EXODUS OF THE VOLUNTARY PROSONERS OF ARCHITECTURE (72)
Critica l’architettura: la vede come una violenza dello spazio e chi vi entra è in progioniero volontario, pone
il problema della legittimazione delle scelte dell’architettura
THE CITY OF THE CAPTIVE GLOBE (72)
Il globo è imprigionato in un lotto di una città composta da tutte le architetture del 900: questo secolo non
è riuscito a risolvere il problema dell’architettura
DELIRIUS NY
Critica l’ipertrofismo dei grattacieli
DACE THEATER, L’AIA (84)
Non esiste più una scala dell’edificio ma solo una taglia, usa elementi formali ricorrenti
KUNSTHAL ROTTERDAM (87)
Teoria della sezione, la costruzione è ribaltata e i supporti sono inclinati
BIBLIOTECHE UNI JUSSIEU, PARIGI (93)
Concept: un foglio di carta ripiegato che si riferisce alla continuità dei solai
VILLA LEMOINE, FRANCIA (94)
Casa per giornalista disabile, particolarità che una parte del solaio (studio) si muove tipo elevatore. Lo
spazio si adegua all’uomo.
CASA DA MUSICA, PORTO (99)
‘Volume generico’ isolato dentro una piazza risulta incomprensibile e misterioso
SIALLTLE PUBBLIC LIBRERY (04)
Importanza allo shopping, mescola spazi pubblici culturali con spazi commerciale, tendenza seduttiva dello
spazio. Importanza della scala mobile e aria condizionata (prerogative per spazi commerciali)
COMPUTER
L’analogia che il disegno ha con l’architettura viene baipassata dal computer, si pone in una prospettiva più
realistica come la pittura naturalista.
Diversamente dal disegno (pianta, sezione ecc) il computer permette di avere un controllo totale del
progetto fin dall’inizio, il pieno e il vuoto sono continui, un unico organismo. Struttura continua, non più
trilitica.
MODELLO: Loos e Mies sono stati i primi a lavorare partendo dal modello, poi ripreso da Gehry
METROPOLITAN OPERA HOUSE (TAIWAN) (05): architettura che si basa sulla continuità dei vani (stanze)
come una membrana (metafora biologica), la superficie strutturale sostituisce il trilite.
EYBEAM SCHOOL AND MUSEUM NY (01): segno fondamentale: solai portante che arriva fino al soffitto
creando gli ambienti
Un riferimento all’abbondono del trilite si ha in Frank Lloyd Wright nel 1936