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Architettura in ferro e vetro

IN FRANCIA ED INGHILTERRA- FINE ‘700 PRIMI ‘800

I PASSAGE

Gli edifici detti ‘’moderni ‘’ sono caratterizzati dalla leggerezza, dalla trasparenza e
vengono contrapposti agli edifici della ‘’ tradizione ‘’, ovvero agli edifici costruiti con
strutture pesanti, pietra e mattone.
Si passa da una struttura lineare come la muratura che presuppone fondazioni lineari o
a platea a delle strutture portanti puntiformi, quindi a pilastro che hanno invece un tipo
di struttura portante generalmente puntiforme con tamponamenti leggeri fino ad
arrivare a quelli trasparenti, come per esempio il vetro.
Le prime comparse di questi tipi di strutture si hanno a Parigi e si originano a seguito di
una serie di trasformazioni introdotte a livello urbanistico ed urbano dal progredire
degli effetti della rivoluzione industriale.
Effetti come il progressivo inurbamento,un importante aumento demografico e una
grande concentrazione della popolazione nei centri urbani ; la popolazione da agraria
passa prima a manifatturiera e poi ad industriale.
Grazie a tutti questi fattori aumenta in maniera consistente la domanda dei beni di
consumo, da alimentari a tessili per esempio.
La domanda e la concentrazione crescono per tutti, per tutte le classi sociali
contemporaneamente.
Quindi in questi anni ( fine ‘700 ed inizi ‘800 ) iniziano a mancare i beni primari e i
conseguenza i commercianti devono ampliare i propri spazi di vendita per soddisfare la
domanda crescente e aumentare la qualità dei prodotti.
Risulta necessario migliorare la qualità anche degli spazi di vendita; prima delle riforme
haussmanniane le fogne correvano a cielo aperto ai lati delle strade quindi fare una
passeggiata commerciale non era né piacevole né comune.
Non esistevano i luoghi idonei allo svolgimento di quello che tutt’oggi è un rito sociale.
Questi luoghi vengono creati grazie a dei piccoli imprenditori che decidono di
espandersi all’interno del lotto gotico.
Il lotto gotico è costituito da un edificio che affaccia sul fronte principale e un retro che
affaccia o su una corte o su un giardino.
questo permette di avere una città dal fronte edilizio compatto che ha al suo interno
degli spazi cavi come cortili o a volte piccoli giardini.
Alcuni commercianti decidono quindi di unire i propri retri creando delle prime gallerie
commerciali in quanto questi spazi venivano coperti da delle strutture leggere
realizzate inizialmente in legno e poi, poco dopo, in ghisa e in ferro.
Le coperture erano perlopiù in ferro e vetro.
Prendono il nome di Passage, veri e propri passaggi all’interno dell’edificato urbano.
(Oggi sono musealizzati e conservano ancora molte delle attività commerciali
dell’epoca.)
I Passage venivano costruiti tutti in linea l’uno con l’altro e quindi era molto facile
entrare in un, attraversando solo una strada e poter entrare di conseguenza in quello
dopo.
Diventa così molto piacevole
passeggiare in spazi coperti protetti
dagli agenti atmosferici e più salubri
(per le strade fogne aperte).
Questi nuovi spazi con negozi e
boutique e diventano luoghi
privilegiati per la borghesia.
Il comprare diventa un rito sociale,
un’esibizione del proprio status, come
anche farsi vedere in galleria, apparire;
quindi i Passage diventano un luogo di
aggregazione, socializzazione ed
esibizione.
Benjamin ( teorico e filosofo sociale )
dedica due volumi a questi passage, ‘’ I
Passages di Parigi’,’ in cui analizza le caratteristiche sociali che si sviluppano all’interno
di questi affermando che la maggior parte di loro ( a Parigi ) sorge nei 15 anni dopo il
1822 e che la prima condizione del loro sorgere è l’alta congiuntura del mercato tessile.
Cominciano ad apparire i ‘’Magazzini di novità ‘’, i primi stabilimenti che tengono grossi
depositi di merci, essi sono i precursori dei grandi magazzini.
Descrive i Passage come ‘’recente invenzione del lusso industriale‘’ , ‘’corridoi ricoperti
di vetro dalle pareti rivestite in marmo ‘’, quindi lussuosi, ‘’ che attraversano interi
caseggiati i cui proprietari si sono uniti per queste speculazioni, sui due lati ci sono
negozi, ricevono luci dall’alto, sicché un passaggio del genere è una città, anzi, un
mondo in miniatura.’’

Tra i primi a sorgere vi sono i ‘’Passage des panoramas’’.


Questi nascono grazie all’imprenditoria privata di un ricco americano che a Parigi cerca
di vendere dei brevetti bellici.
Dovrà di rimanere a lungo in Europa ed in questo
periodo stanziale e di attese deve cercare di
mantenersi o almeno di non andare in perdita.
Decide quindi di costruire un palazzo dei
divertimenti, per lo svago.
Utilizza quindi una struttura che aggrega diverse
corti interne di un caseggiato e al di sopra di queste
costruisce due grandi rotonde che sono dei panottici,
ovvero ospitano su tutte le pareti dei dipinti
rappresentanti delle vedute di città molto famose.
E’ presente anche un teatro che va a completare
questo complesso dei divertimenti.
Quindi una galleria commerciale con associati dei panottici .
Aggregazione di diversi elementi di divertimento per creare un complesso unitario.

Secondo Benjamin i Passage per la città equivalgono a quello che per l’individuo sono gli
organi interni, le vene, digeriscono il passaggio delle merci e lo trasformano in energia
per il compratore.

[ Curiosità : dal 1840 andò di moda per qualche tempo portare a spasso nei Passage delle
tartarughe al guinzaglio, simbolo di una ‘’ rivolta ‘’ verso un’ascesa troppo veloce al
progresso , contro un tempo che diventa frenetico che causa negli artisti una reazione
di resistenza che tende invece a rallentare questi processi. (rallentare quindi tartaruga).
I Passage permettevano questo rallentare, indugiare, passeggiare.]

Nel giro di pochi anni i passage calano molto il loro successo, perché a partire dal 1840
cominciano a diffondersi i grandi magazzini.
Edifici che nascono con la volontà di essere delle gallerie commerciali ed hanno quindi
una disposizione funzionale migliore rispetto ai passage che sono invece degli spazi di
risulta.
Inoltre hanno un attacco a terra molto più ampio, una superficie molto più alta , su più
piani permette quindi di realizzare un’offerta maggiore con più scelta e con costi minori
per la grande varietà.
I passage decadono, diventano luoghi di malaffare, fino a quando a partire dagli anni
60/70 dell’800 tornano in una scala differente, la scala del monumento,come la
costruzione della galleria milanese dedicata a Vittorio Emanuele 2’.
Monumento che rappresenta la capacità commerciale, l’unico modo di sopravvivere per
il Passage è fare un salto di scala, diventare competitivo verso i grandi magazzini.
E’ ancora un Passage in quanto permette di unire due piazze, allo stesso tempo però
assimila la scala del grande magazzino diventando anche un monumento.
IL CRYSTAL PALACE

Il primo grande edificio costruito in ferro e


vetro.
Un grandissimo edificio commerciale
costruito per ospitare la prima esposizione
universale di londra del 1851 ( le precedenti
erano state nazionali e non globali ).
In questa esposizione per la prima volta si
presentano realtà nazionali diverse.
Nel 1850 il principe Albert bandì un
concorso per costruire questo grande
edificio che doveva raggiungere una scala superiore di quello che si era costruito fino ad
allora.
(l’edificio ha una superficie superiore ad otto campi da calcio).
Il concorso viene vinto a pari merito da due progettisti, vengono quindi proposti due
progetti.
- Da un parte Hector Horeau che propone di
costruire una sorta di grande cattedrale con
5 navate, con struttura metallica, ed un
frontone tamponato, più classicheggiante,
con decorazioni che richiamano
l’architettura classica.
E’ presente anche un transetto che rimanda
ulteriormente al tipo della grande cattedrale.
( siamo vicini al tipo della grande cattedrale
metropolitana che aveva proposto Boullèe,
grande scala, ordine gigante degli interni.)
Horeau ebbe una carriera profondamente visionaria , produce tanti progetti mai
realizzati, risultano infondati, viene accusato di follia per i suoi progetti
all’avanguardia come quello di un tunnel ferroviario sotto la manica, per l’epoca
una pazzia.

- Dall’altra Richard Turner che si era dedicato alle


costruzioni metalliche da tempo, aveva costruito una
serra di grandi dimensioni con materiali trasparenti:
ferro e vetro.

Probabilmente al principe non piacque che alla fine al


vincere il concorso furono un francese (Horeau) ed un
irlandese (Turner), due nazioni con cui l’inghilterra non era in buoni rapporti, e decise
quindi di non realizzare nulla dei due progetto vincitori.
Riunisce quindi un comitato esecutivo che dovrà produrre il progetto da realizzarsi per
il Crystal Palace.
Questo progetto risulterà una fusione dei due
progetti precedenti con delle migliorie.
Viene dimostrata la non realizzabilità di questi,
entrambi infatti non rispettavano i requisiti di
concorso che presupponevano una costruzione in
tempi molto brevi, a basso costo e che fosse
smantellabile al termine dell’esposizione e
riutilizzabile.
Il progetto del comitato prevede un edificio dal corpo
allungato che è caratterizzato da una scansione ritmica e modulare della struttura.
E’ poi presente un elemento trasversale che diventa caratterizzante del progetto e che
lo salva dalla monotonia, una grande rotonda centrale, fulcro del progetto.

Interviene a questo punto Paxton che schizza il primo abbozzo del Crystal Palace da cui
poi scaturirà il progetto, immediatamente di successo.
Il progetto è costituito da una struttura puntiforme e leggera che è pensata in metallo
fin da subito.
Paxton era un giardiniere specializzato nella costruzione di serre, ne aveva realizzata
una dedicata alla Regina Vittoria a cui era stata intitolata una pianta scoperta da poco,
una grande ninfea con una grande foglia ramata a raggiera, di particolare stabilità
strutturale.
Paxton aveva costruito per la Vittoria Regia una serra con uno stagno per le ninfee.
Lo studio di queste piante è importante per comprendere le strutture a raggiera che
impiegherà nel crystal palace, e per dimostrare come strutture con nervature così
leggere avessero una così grande capacità strutturale.

Il modulo base del suo progetto per il Crystal Palace è un quadrato con il lato di circa
7,3m, con grande valenza strutturale.
La parte principale dell’edificio prevedeva 77 unità in lunghezza e 17 in larghezza per una
lunghezza di 564m.
L’edificio, dall’inizio del cantiere, viene costruito in soli 5 mesi, è un cantiere
rivoluzionario, che cambia il pensiero stesso della costruzione, il modo di vedere e
percepire i cantieri.
Lo fa attraverso uno studio accurato dei metodi di costruzione.
Per non intaccare il preesistente fa un rilievo della giacitura degli alberi in quanto nel
lotto sono presenti 3 olmi secolari.
Questi impongono la costruzione di riseghe al’interno del volume che si scava per
accogliere questi alberi evitandone l’abbattimento.
In questo modo poteva anche restituire il parco ai londinesi così come lo aveva trovato
prima di insediarsi.
Questo è un atteggiamento progettuale molto raro in quegl’anni.
Per l’olmo che si trova al centro invece costruisce un grande transetto, spazio già
presente nei progetti precedenti come fulcro del progetto, lui lo rivisita e lo volta a
botte così da poter raggiungere grandi altezze e poter ospitare l’albero.
La presenza del transetto identifica l’edificio creando un momento di tensione, un
momento pulsante nella sua planimetria.

Sin dalle prime vedute che lo rappresentavano ( es. cartoline ) si potè notare la sua
caratteristica modulare,( moduli da 7,6m ) moduli che formano delle arcatelle che vanno
a identificare il ritmo della facciata.
La facciata più piccola (quella principale) diventa una sorta di sezione a vista, mostra il
funzionamento strutturale dei piani fin dall’esterno.
Tentativo di mostrare il funzionamento tecnologico senza nasconderlo dietro una
facciata.
Vediamo la facciata del transetto coperta da una volta a botte e la sua chiusura
caratterizzata da una struttura a raggiera ( come la Vittoria Regia ) .

Ci troviamo ancora una volta di fronte ad un architetto che non è un architetto, che non
si forma con studi accademici classici ma che utilizza la sua estraneità al settore per
arricchirlo con linguaggi nuovi e materiali nuovi.

Il successo di Paxton in questo progetto è dovuto a 4 fattori:


1) Chiarezza e semplicità del progetto.
Questo si basa su una maglia lineare facilmente comprensibile da tutti (
costruttori,il comitato direttivo e addirittura dal principe che è il committente )
2) Tempi di costruzione molto brevi.
Questo è dovuto all’utilizzo di pezzi prefabbricati per la costruzione, assemblati a
secco in cantiere, riducendo di molto il tempo necessario.
Questo è uno dei primi tentativi di meccanizzare e industrializzare il cantiere.
Industrializzazione e meccanizzazione del cantiere diventeranno i grandi temi del 900.
costruire rapidamente, in maniera leggera, costruire oggetti smontabili, flessibili,
trasformabili nel tempo. ( ancora oggi temi della contemporaneità).
3) Maggior resistenza al fuoco dell’edificio rispetto ad altri progetti.
4) Prezzi più contenuti data la prefabbricazione dei pezzi.

Paxton non si limita a costruire la macchina dell’edificio, ma costruisce anche le


macchine per costruire l’edificio.
Ad esempio inventa una pompa idraulica che mette sotto stress le travi a compressione
e trazione per testarle, e vedere il loro comportamento.
Vengono costruite macchine che attraverso sistemi di carrucole defatichitino lo sforzo (
e lo velocizzino), per portare i pezzi in altezza, prime gru.
Inoltre per il Crystal Palace viene brevettato un nuovo sistema di costruzione dei vetri, il
metodo del cilindro.
Il vetro viene posto nel forno e viene soffiato fino a realizzare dei lunghi cilindri; la
tecnica veniva già utilizzata ma qua, invece che sovrapporre due lastre, e creare di
conseguenza delle imperfezioni nella giuntura, si scopre che i cilindri potevano essere
srotolati.
Aprendoli la superficie del vetro è più sottile e garantisce lo stesso la resistenza
meccanica ma è meno spesso e quindi più trasparente.
(Nei vetri precedenti, più antichi sembra di vedere attraverso l’acqua, perchè il cilindro
veniva soffiato e poi le due parti si schiacciavano una contro l’altra,così facendo vi
rimanevano in mezzo tutte le imperfezioni date dall’aria e dal fatto che le due lastre non
combaciavano mai perfettamente.)

Questo effetto di trasparenza è quindi radicalmente nuovo o almeno mai usati in questa
scala, quindi sono nuove anche le impressioni che il visitatore ha all’interno di questa
architettura.
Si comincia ad affrontare il tema dell’architettura trasparente, della luce che invade
completamente lo spazio.
La luce però può avere anche degli aspetti negativi, soprattutto quando la radiazione è
diretta e ci troviamo all’interno di un grande edificio vetrato.
La stagione dell’esposizione è quella estiva e quindi i problemi sono principalmente
quelli del surriscaldamento e dell’insolazione.
Insolazione che soprattutto nelle ore più calde, con una copertura piana, avrebbe
colpito in maniera diretta il visitatore.
Decide quindi di porre le lastre di copertura inclinate, a due falde.
La superficie di queste lastre è di circa 124x25cm e venivano disposte, utilizzando la
lunghezza della lastra stessa, in modo da formare dei ‘’denti di sega ‘’.
Questo permetteva diversi vantaggi:
● In caso di pioggia permetteva di scolare meglio le acque piovane.
● Nei momenti più caldi della giornata, quando la radiazione solare è incidente,
questa viene deviata dal vetro (vetro con grandi componenti plumbee,quindi
leggermente azzurrino),l’inclinazione permette quindi di spezzarla e di deviarla
in modo di non farla arrivare diretta e di non farla concentrare in dei punti
precisi, la disperde.

Questo sistema permette di far entrare la radiazione in maniera verticale solo al mattino
e alla sera, quando quindi bisogna scaldare l’ambiente, e in maniera deviata nelle ore
calde, è una sorta di controllo passivo dell’isolazione.

(Vi erano anche delle immagini del cantiere che venivano veicolate, cantiere che era
diventato uno degli oggetti più chiacchierati in Europa. Vedi slide.)

Questo sistema poi prevede dei sistemi di sfogo della condensa ( molte persone possono
creare condensa ), canali di sfogo integrati con la struttura portante.
Quindi le strutture portanti, che corrono come travi di bordo a reggere la copertura,
hanno dei gocciolatoi all’interno che raccolgono la condensa e la fanno scendere nelle
grondaie in modo da non far colare la condensa di copertura lungo le pareti laterali.
Tutto questo viene risolto da un unico pezzo, la genialità di Paxton sta nel pensare dei
pezzi che abbiano diverse funzioni: le travi che collegano i pilastri di questa struttura
hanno sia una funzione strutturale, che la funzione di raccogliere la condensa, che di
accogliere delle piccole rotaie su cui sono agganciati dei carrelli aerei su cui si spostano
gli operai per fissare le lastre stesse.
Questo trovare una soluzione a problemi diversi in un unico pezzo porta un grande
giovamento all’economia del cantiere, economia, ancora una volta, assolutamente
all’avanguardia.

La struttura è per il 90% costituita da materiali metallici, ma in copertura si trova una


buona parte di strutture lignee; questo perchè il legno sopporta molto meglio le
sollecitazioni termiche, ha un’inerzia termica molto maggiore rispetto al metallo.
Con il metallo e il clima di londra, soprattutto nei mesi estivi, ci sarebbe stata una grossa
dilatazione diurna e un restringimento notturno, l’edificio sarebbe quindi stato
sottoposto a uno stress da ‘’via vai’’ strutturale.
Il legno in copertura serviva ad attutire l’andamento del metallo.
Il problema del legno invece si verifica quando piove, si gonfia, quindi aumenta di
volume, e si restringe e diminuisce invece quando si secca, il ferro invece non reagisce
alla pioggia e all’umidità, i due materiali quindi si completano e integrati smorzano le
criticità dell’altro.

La grande struttura ad arco che va a costituire il transetto viene assemblata per setti
alla base dell’edificio e poi viene portata in copertura e viene montata.
Però la struttura nella parte basamentale è più larga rispetto alle pareti laterali e quindi
Paxton si inventa un sistema per farle salire in trasversale e poi per farle ruotare in
altezza per poterle collocare al di sopra delle strutture portanti.

Le profilature delle travi vengono fatte da macchine all’interno delle quali il travetto
passa, le forme dei travetti sono abbastanza limitate, c’è un catalogo limitato di forme.
Presenti anche trapani rudimentali per forare strutture metalliche che portano i vetri,
macchine costruite ad hoc per risolvere dei problemi.

Le reazioni a questo progetto, almeno da parte degli artisti e teorici più conservatori
inglesi, sono inizialmente negative.
Ruskin e Plugin non furono da meno; Plugin lo definì ‘’ un mostro di vetro ‘’.

Ruskin e Plugin sono i due grandi esponenti della corrente neogotica, neomedievalista
in inghilterra ed ovviamente questo tipo di architettura per loro risulta essere
scandalosa nel suo essere eccessivamente rarefatta e tecnologica, priva di decorazioni,
da ingegneri.
In realtà non avevano colto che questa cattedrale della modernità rispecchiava
esattamente quelli che erano gli ideali dell’architettura gotica, no le forme ma gli ideali;
si cerca di piegare i materiali alla volontà di trasparenza.

Plugin cresce a londra nonostante le origini francesi del padre, in una famiglia molto
rigorosa sul piano religioso, è un bambino genio, a 9 anni progetta la sua prima chiesa,
prima dei 20 vince il concorso per progettare gli interni del castello della famiglia reale
(Windsor).
Un ragazzo prodigio che molto presto si affascina all’architettura gotica e comincia a
produrre un modello che si basa sul confronto tra le architetture, in questo caso tra i
nobili edifici del medioevo e gli edifici corrispondenti di oggi.
Plugin scrive anche dei testi per contraffortare questo modello, modello con il quale
vuole dimostrare che gli architetti passati fossero meglio e per negare il rigore filologico
dell’architettura moderna.
Si inserisce quindi ancora nell’idea della ‘’querelle des anciens et des modernes’’.
Critico della grande scatola del Crystal Palace ma fautore di una buona parte degli
arredi interni.
La corte medievale all’interno dell’edificio sembra voler negare il contesto in cui si
inserisce.
All’interno di questa corte si realizza una mostra di elementi decorativi e arredi
contemporanei ma realizzati in stile neogotico e medievale.
Si può dire che il Crystal Palace fosse quasi completamente pervaso da una lottizzazione
storicista, epoche e stili diversi affiancati.
Al termine dell’esposizione l’edificio viene smontato e ricostruito altrove, come
prevedeva il contratto.
Paxton aveva addirittura proposto di ricostruirlo in verticale, sostanzialmente un
prototipo di grattacielo.
Verrà ricostruito a Sydenham, in orizzontale, ampliato del 50% e diventa un grande
parco dei divertimenti unitamente ad un parco didattico ed educativo.
Questa presenza delle grandi corti storicheggianti fa si che questo percorso educativo
diventasse come un libro di storia visitabile, una scenografia in stile, una fantasia in stile,
no una copia filologicamente fedele.
Es: presenti la Lambra e la corte egizia.
La Lambra ci fa conoscere il personaggio di Jones ( che lavora all’interno del Crystal
Palace).
Oltre che come architetto, lui si forma tramite i suoi viaggi, il Grand Tour per lui diventa
una vera occasione identitaria più che formativa; Grand Tour che intraprende con un
suo amico, i due dopo aver girato il Mediterraneo raggiungono la Lambra, dedicandosi
quasi completamente al ridisegno degli apparati decorativi di quest’ultima.
Comincia a focalizzare la sua attenzione sul ridisegno della decorazione
dell’architettura.
Quando arriva alla Lambra trova terreno fertile per i suoi studi data la bellezza dei suoi
apparati decorativi.
Durante quel lungo soggiorno il suo compagno muore di colera e da quel momento
Jones sente la responsabilità di veicolare il lavoro che avevano fatto insieme, lavoro al
quale dedicherà tutta la sua carriera ( dedicherà più di 10 anni solo al ridisegno e alla
pubblicazione della Lambra).
Per stampare queste immagini si inventa delle tecniche nuove di cromolitografia a
colori, tecniche molto costose di stampa protosterigrafica in quadricromia.
In quegli anni la stampa era monocroma, le stampe a colori venivano inserite solo nei
libri più costosi, i suoi testi invece sono interamente a colori, testi molto ricchi, molto
costosi che diventano all’epoca un vero segno del lusso, non soltanto nobiliare ma anche
intellettuale.
Ci interessa Jones perchè lui, dopo questa campagna di studio e pubblicazione, ritorna a
Londra con uno status intellettuale molto importante che gli permette poi di diventare
anche progettista, ma tornare con questo bagaglio di studi sulla decorazione e sull’uso
del colore lo fa diventare il consulente ideale per un edificio come il Crystal Palace.
Il primo problema è dato dalla natura stessa dell’edificio, la trasparenza, l’edificio è cosè
immateriale che i visitatori possano temere della sua stabilità.
E’ quindi necessario ricorrere ad un apparato decorativo che tamponi l’eccessiva
trasparenza di questa struttura e nel particolare gli elementi strutturali o le balaustre
che vengono ricoperte da grandi drappi porpora per renderle visibili fisicamente, per far
si che i piani superiori venissero visitati in quanto considerati stabili, e non evitati per
eccessiva rarefazione.
Allo stesso modo quando si visita una struttura
Allo stesso modo la luce del sole, colpendoli, fa smaterializzare gli elementi portanti
facendoli sembrare più sottili di quello che in realtà siano.
Inoltre il fatto che internamente queste strutture fossero costruite tutto con un unico
materiale, in metallo, faceva si che le modanature di questo materiale non fossero
visibili quindi l’edificio sembrava composto solo da linee, veniva a mancare la
tridimensionalità, mancanza data anche dalla grande dimensione dell’edificio e quindi
dalla grande distanza da queste strutture.
Era quindi necessario far percepire l’essenza tridimensionale di questa struttura e si
procede nel farlo tramite il colore.
All’epoca non era ancora stata studiata la scienza ottica, iniziano nei primi dell’800 ma si
veicolano nella seconda metà, e quindi non era ancora a disposizione un supporto
scientifico che li portasse ad impiegare nella maniera più giusta i colori, ad oggi ad
esempio sappiamo che i colori hanno un effetto psicodinamico molto forte, i colori
freddi vengono percepiti come più lontani mentre quelli caldi come più vicini.

All’epoca tutto questo non era ancora stato dimostrato su un piano fisico ma Jones ci
arriva in maniera empirica, inoltre non era ancora stata comprovata la distinzione tra
colori primari (giallo, rosso e blu) e colori secondari.
Non a caso Jones sceglie di utilizzare i colori fondamentali all’interno del Crystal Palace.
Nei disegni solitamente queste strutture non appaiono colorate perché il dosaggio
cromatico sempre equilibrato non genera una presenza cromatica dominante e quindi,
grazie alla luce bianca che entra nell’edificio, è come se si annullassero venendo
comunque percepiti dall’occhio.
Quindi i colori intervengono a segnare i volumi: le parti sottoposte a trazione sono in
rosso, quelle sottoposte a compressione sono in blu; questo sistema è anche strutturale,
le sfaccettature delle colonne sono dipinte in giallo . rosso e blu in modo tale che si
evidenzi la loro tridimesionalità, le modanature quando sono concave sono in blu e in
giallo quando sono convesse, in questo modo la modanatura viene accentuata.
Questo sistema permette quindi di rendere leggibili queste strutture.
Questi colori non influenzano inoltre la percezione delle colorazioni molto accese degli
oggetti contenuti nell’edificio, sull’atmosfera cromatica degli interni.
Quindi il progetto di Jones punta a far sembrare l’edificio più alto, più lungo e più solido,
quindi utilizzare i colori per veicolare queste impressioni, colorare ogni singola parte in
modo che il suo chiaro-scuro venga accentuato e la sua forma sia disegnata nella
maniera più chiara possibile.
Oltretutto tra le diverse facce colorate, quando le campiture colorate si incontrano
vengono separate da una sottile linea bianca per evitare che i colori si impastino
visivamente, quindi c’è anche una grande capacità di gestire quella che poi sarà la
pratica ottica che oggi è una scienza ma che al tempo era solo un procedimento
empirico.
Inoltre questi colori vengono bilanciati in modo che nessuno prevalga e che si
armonizzino.
Le ricerche di Jones confluiscono in un testo fondamentale che lui pubblica, ‘’ La
grammatica dell’ornamento’’, che rimane per molto tempo il testo di riferimento per
tutta quella che sarà poi nella seconda metà dell’800 fino ai primi del 900, la grande
epoca dello storicismo.
Mentre Piranesi lavorava di invenzione, le tavole di Jones sono fatte attraverso rilievi di
quelli che sono realmente gli apparati decorativi che lui ha potuto vedere, apparati
decorativi poi completati con la fantasia, ci sono delle tavole che sono in parte nutrite
da oggetti o pattern che sono pattern rilevati storicamente e degli altri che sono della
sua fantasia.
Quindi anche questo libro è un classico progetto storicista, in cui alla realtà
archeologica si sovrappone la fantasia, la finzione contemporanea.
Ad esempio guardiamo la tavola dei capitelli nell’antico egitto ( vedi slide ), di cui viene
ipotizzata la cromia, in quanto non era ancora stata completamente rilevata, e
l’influenza che queste tavole hanno avuto su tanta progettazione, ad esempio le colonne
di Schinkel per il Palazzo di Orianda ripresentano uno stile neo-egizio, cromatico, che in
un certo senso ci fa comprendere come questo tipo di atteggiamento fosse una sorta di
clima del periodo, costruire utilizzando dei linguaggi storicisti.
Le tavole sono dei capolavori dal punto di vista della decorazione dei pattern, dei
capolavori decorativi, si nota come siano anche molto moderne queste commistioni di
pattern.
Questa diffusione endemica degli stili porta alcuni architetti a chiedersi già dagli inizi
dell’800 in quale stile dovessero costruire.
Interrogativo che nasce in quanto lo stile più contemporaneo, quello del Crystal Palace,
viene poi negato, coperto con delle tappezzerie rosse, con dei colori, tamponato in tutti
i modi possibili, con schermature neogotiche che lo nascondono ai visitatori, nel
momento in cui gli stili storici sembrano volerlo ricacciare al di fuori dello spazio della
memoria.

Il Crystal Palace viene quindi poi smontati e ricostruito a sud di Londra, il padiglione
diventa con questo grande giardino d’inverno un pò in contrapposizione con il grande
parco all’esterno, e diventa un pò lo spazio analogo di quelli che erano stati i Passage
francesi, ovvero è il luogo di rappresentanza dell’alta borghesia londinese in quel
periodo.
Nel ‘36 il Crystal Palace viene ridotto in cenere da un grande incendio, scaturito
probabilmente da un contatto elettrico.
Dopo l’incendio rimane solo l’acquedotto, la torre dell’acqua che era stata costruita
soltanto in questa seconda ricostruzione a Sydenham, non presente nella prima a
Londra.
Le immagini del Crystal Palace in fiamme rendono giustizia a questa leggereza
strutturale, l’illuminazione dall’interno attraverso il fumo e le fiamme ce lo fa apparire
come uno scheletro che ci mostra l’energia strutturale di questo edificio che avrà poi
anche una ripercussione molto profonda nell’immaginario collettivo.
Un romanzo di Baricco parla del Crystal Palace in quanto ci presenta trai suoi
personaggi Victor Horeau, un Horeau di fantasia con un mondo di mondi emozionali
suggestivi costruiti attorno al personaggio storico.
Qui riportato un passaggio di Horeau che nel libro descrive il suo Crysal Palace
immaginando questo spazio << [...] scivolava il silenzio sul disegno del Crystal Palace,
sembrava una serra immane con dentro solo tre olmi giganteschi, sembrava un’assurdità
bella e buona ma bisognava immaginarla con migliaia di persone dentro e un immenso
organo a canne nel fondo e fontane, tapis roulant di legno, e gli oggetti portati da tutte
le parti del mondo, pezzi di nave, invenzioni strambe, statue egizie, locomotive,
sommergibili, stoffe di tutti i colori.
Bisognava immaginare i rumori, le voci, i suoni, l’odore. i mille odori e soprattutto la
luce, la luce che ci sarebbe stata lì dentro come da nessun’altra parte nel mondo
intero.>>
Questo passo ci fa comprendere come l’atmosfera interna del Crystal Palace sia stata
radicalmente innovatrice e abbia proiettato il progetto verso la modernità , la
contemporaneità inventando una luce nuova; una luce che poi viene ereditata dai grandi
costruttori della modernità.
Spesso questa comparazione tra la ‘’crown hall’’ di chicago di Mies Van Der Rohe e il
Crystal Palace si trova nei libri di architettura ed è legata proprio a questa modularità
dell’edificio alla presenza appunto di una struttura che è leggibile in facciata, quindi
queste grandi travi portanti ad arco che sono perpendicolari al piano della facciata
fanno diventare questo prospetto ancora una volta una sezione.
O ancora una citazione letterale un pò più post modern, di Richards Rogers, che
inserisce all’interno dei suoi fortunatissimi Lloyd’s proprio un brano del Crystal Palace e
del suo transetto.
Questa è una sorta di memoria che affiora nella città di Londra, una memoria storica
che cerca di ricostruire il palinsesto della città e lo fa proprio all’interno dei Lloyd’s che
sono una grande struttura economica della capitale inglese tanto quanto il Crystal
Palace era stato un grande motore economico, del commercio, dell’industria, promotore
del livello d’avanguardia che aveva raggiunto Londra.
Il Crystal Palace come testimone del lungo corso dell’economia londinese all’interno di
quella che si stava costituendo come la city.
(L’edificio di Rogers è come un tributo al Crystal Palace.)

Torniamo ora a PARIGI per vedere che cosa succede più o meno negli stessi anni, anche
se parte un po’ prima nella capitale francese.
Siamo nel 1851 quando al potere abbiamo Napoleone 3’ e il suo fedele scudiero, il barone
Haussmann.
Haussmann ha iniziato il grande piano di ricostruzione della capitale francese nelle
forme di una capitale moderna, e uno dei primi obiettivi è costruire un sistema viario
che poi diventasse la nervatura di tutta la nuova città capitale.
Quindi quelle strade che hanno al di sotto gli acquedotti, le fogne, che hanno a fianco i
viali alberati, che hanno una grande ampiezza e che portano ad una velocizzazione
anche dei movimenti all’interno della città che diventano molto più rapidi rispetto ai
movimenti che si potevano fare nelle strette strade medievali in cui era impossibile
anche passare con due carri contemporaneamente.
Quindi i sistemi del mercato all’interno della capitale francese erano sistemi resi lenti
anche da questo tessuto viario.
Anche con i Passage si era cercato di ovviare a questo problema di costruire un’offerta
di beni congrua alla domanda che è sempre in aumento a causa dell’inurbamento e
l’aumento demografico.
I Passage però non sono sufficienti, sono troppo piccoli per rispondere a questa
domanda, quindi si passa per quanto riguarda i beni non commestibili ai grandi
magazzini ma per quanto concerne i beni commestibili, con un ciclo rapido di
smaltimento, si risolve il problema costruendo un grande mercato centrale, in una sede
in cui storicamente erano già presenti i mercati fin dai tempi subito successivi alla
Lutetia romana, che era sviluppata solo sulla riva sinistra della Senna mentre qui ci
troviamo sulla riva destra.
E’ storicamente presente uno dei mercati più importanti di parigi in questa sede, ci
troviamo nella zona di Chatelet Le Halle,il cuore geometrico di Parigi, in cui oggi si
vanno ad incontrare la maggior parte delle linee dei trasporti e in cui il barone
Haussmann fa confluire buona parte dei suoi viali, quindi i boulevard spesso si
incrociano a Chatelet o a Les Halles.
A Les Halles quindi si decide di costruire le grandi Hall, quindi queste grandi sale di
mercato.
Si tratta di costruire quindi una grande struttura per il mercato dei beni di prima
necessità , e il progetto venne affidato a Baltard, che è di formazione classica ma che,
nonostante la sua carriera abbastanza accademica, ha mostrato di avere abbastanza
dimestichezza anche con tecniche più nuove.
Già a partire dal 1849, quindi addirittura prima dell’insediamento di Haussmann, Baltard
era diventato architetto della città di Parigi, e Haussmann non gli toglie questa carica
ma anzi riconoscendo il suo valore lo ingloba all’interno del suo staff produttivo.
Viene quindi incaricato di alcune ristrutturazioni, demolizioni e nuove costruzioni
legate alla costruzione della nuova città Haussmaniana, fino a quando non viene
incaricato della realizzazione de Les Halles a partire all’incirca dal 1852.
La costruzione è molto lunga, avviene per parti ed inizialmente viene prevista la
realizzazione di 14 padiglioni, poi ne verranno realizzati soltanto 10.
Riconosciamo già questo edificio, si tratta dell’edificio per il mercato del grano che poi
era diventata a borsa di commercio e il mercato non si trovava qui a caso ma perchè di
fianco vi era quello degli altri beni alimentari.
Era fondamentale utilizzare questo polo in quanto i poli di mercato generano gli assi
viari che servivano per raggiungere facilmente e velocemente la zona di mercato e
lasciarla altrettanto velocemente una volta acquistati i beni.
Quindi di fianco alla borsa di commercio vengono costruiti i padiglioni di Les Halles,.
A differenza del Crystal Palace però non si decide di costruire un unico grande volume
ma dei padiglioni separati che vengono poi raccordati da una crociera più bassa di
strada pedonale.
Ci sono quindi 4 edifici con in mezzo le crociere di raccordo, la stessa cosa avviene
quando gli edifici sono 6 con la differenza che vengono raccordati da una doppia
crociera.
Questo avviene perché è necessario avere una separazione tra le varie vivande ( es.
carne e pesce) per evitare che si contaminino a vicenda.
Sono gli studi medico scientifici di quei tempi a suggerire nuove norme igieniche di
aereazione e conservazione che poi ritroviamo in questi edifici, si comincia a capire
come progettare meglio la struttura del mercato.
Idea strutturalista, dividere le funzioni, dividere gli oggetti, dividere appunto la
conservazione di questi beni.
Era stato proposto anche un altro progetto, molto più accademico, una grande aula, un
edificio centrale molto più magniloquente ma poi il progetto impiegato sarà quello di
Baltard.
Progetto con questa struttura a padiglioni, padiglioni che hanno una forma digradante,
più alti al centro e che scendono a gradoni verso l’esterno, hanno tre livelli di altezze
che permettono di andare a pescare la luce dall’alto in quanto le strutture laterali sono
tutte vetrate.
E’ molto interessante anche vedere un passaggio del ‘’ Ventre di Parigi ‘’ di Zola scritto
proprio nell’anno in cui viene finalmente completata la costruzione dei 10 padiglioni (
quasi 20 anni, costruzione abbastanza lunga ), in cui Zola cita direttamente Victor Hugo:
<<Guardate quello scorcio di chiesa sotto questa gettata di ghisa, questa ucciderà quella
e i tempi non sono lontani, è l’arte moderna che si è sviluppata accanto all’antica eppure
è soltanto un timido anticipo del ventesimo secolo.>>
Questa nuova struttura in ghisa, leggera ucciderà quella in pietra.

I padiglioni vengono realizzati con le crociere che li fondono uno all’altro, realizzati
quindi due grandi blocchi con un passaggio centrale.
Lo spazio interstiziale tra le crociere serve sia a creare delle correnti d’aria che ne
permettono un ricambio continuo sia a permettere una circolazione coperta all’interno
di questo complesso.
Si permette quindi , ancora una volta, di sfruttare quel meccanismo dei Passage per cui
si riesce a fare acquisti all’asciutto e a non compromettere le merci con le piogge.

La leggerezza degli elementi in ghisa è data anche dalla traforatura degli elementi stessi
come se fossero gotici.
queste decorazioni però non sono fini a se stesse ma costruiscono una controventatura
e la triangolazione di questa struttura che permettono al giunto di non muoversi.
In questo modo il giunto viene incatenato strutturalmente e lavora bene.

Nel rapporto tra superfici chiuse e vetrate vediamo una grande dominante trasparente
di questi padiglioni.
I pavimenti sono tutti in pendenza con degli scoli che vanno direttamente nel nuovo
sistema fognario.
Una macchina studiata nei minimi dettagli.
Come anche l’illuminazione inizialmente a gas e poi elettrica.
Una macchina perfettamente funzionante che non viene però poi salvata, uno dei grandi
peccati degli anni 70 è la distruzione dei Les Halles di Parigi.
Solo due padiglioni vengono smontati, uno viene ricostruito e musealizzato nella
periferia di parigi, e l’altro viene venduto al Giappone, rimanendo poi là.

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