Sei sulla pagina 1di 3

David Chipperfield Rockbund Art Museum, Shanghai

Trascrizione Audio

Una tappa in Cina è irrinunciabile in un percorso formativo dedicato all'architettura


contemporanea. Quindi, da bravi figli della Modernità, in meno di una giornata e
accettando il trasferimento a prezzi modici su una di quelle scatolette di sardine che
affollano i cieli, entriamo nella Stazione di Milano-Bovisa-Politecnico ed usciamo a Nanjing
Road East, una fermata della linea 2 della Metropolitana di Shanghai. Da qui, con due passi
a piedi, arriviamo al lungofiume chiamato Bund. Di fronte, al di là del fiume Huangpu, c’è
la nuova urbanizzazione di Pudong, con gli 88 piani della bellissima Jin Mao Tower,
disegnata dagli americani di Skidmore Owings & Merrill, i 101 piani del World Financial
Centre di Kohn Pedersen Fox, e i 128 piani della Shanghai Tower di prossima apertura.
Passegiando sul Bund, troviamo numerose testimonianze della “stagione d’oro” di
Shanghai, cioè il periodo compreso tra gli anni Venti e l’occupazione giapponese iniziata
alla vigilia della seconda guerra mondiale. È un momento di frenetico sviluppo per la città.
Il suo porto diventa il punto d’approdo più orientale degli affari, legali e illegali, del
mondo occidentale Così, sulle rive dello Huangpu, tributario del fiume Yangtze (il “fiume
lungo” 6000 km), cresce una città dissoluta. Da città “sopra (shàng) il mare (hai)”,
Shanghai diventa Oriental Paris, e altri più o meno dicibili appellativi, rifugio di
avventurieri di tutto il mondo. Una bella testimonianza sulla Shanghai di quell'epoca è
L'impero del sole, il libro di James Ballard, lo scrittore inglese che qui nacque e visse fino
alla fine della Seconda guerra mondiale. Tra gli architetti più prolifici di quel periodo c'è
un altro europeo, fuggito da Shanghai all’arrivo dei comunisti. Il suo nome è László Hudec.
Nato in Slovacchia alla fine dell'Ottocento sotto l’impero austroungarico e laureato in
architettura a Budapest, Hudec giunge a Shanghai in modo avventuroso dopo la Prima
guerra mondiale, apre uno studio in proprio e fino al 1947 realizza nella città cinese una
quarantina di edifici di notevole interesse. Ma in quegli anni non c’è solo Hudec a costruire
il volto modernista della Perla d'Oriente. Molti edifici della Shanghai coloniale sono firmati
da Palmer & Turner, una società inglese ancor oggi molto attiva nel sud est asiatico e nei
paesi arabi. La storia di questa firm risale alla fine dell'Ottocento, quando un piccolo
studio tecnico di Hong Kong decide di ampliare i suoi interventi in tutta la Cina, sotto la
guida di due nuovi e giovani soci: gli ingegneri Clement Palmer e Arthur Turner. A

1
Introduzione alla Storia dell'Architettura Contemporanea - ARCHCONT101
Shanghai, dai primi del Novecento fino agli anni Trenta, la Palmer & Turner lavora molto,
anche grazie a committenti d’eccezione: Victor Sassoon, baronetto del Regno Unito e
timoniere indiscusso dello sviluppo economico del delta del fiume Yangtze. È di sua
proprietà la Sassoon House: l'edificio inaugurato nel 1929 sul Bund e progettato da Palmer
& Turner. Tra le numerose altre opere realizzate dallo studio, c'è la sede della Royal
Asiatic Society, che nel 2010 l'architetto inglese David Chipperfield ha trasformato nel
Rockbund Art Museum. Il bell'edificio degli anni Trenta, con il ruvido carattere
dell'architettura del mattone, si deve alla matita di George Leopold “Tug” Wilson, senior
partner di Palmer & Turner. L’edificio è inserito in un isolato noto alle cronache della
Shanghai coloniale. Siamo a Waitanyuan, la zona settentrionale del Bund, tra Yuan Ming
Yuan road e Hu Qiu road, di fronte al grande giardino del consolato britannico, laddove il
fiume Huangpu riceve le acque del Suzhou. Dopo decenni di abbandono, nel 2005 l’area è
stata oggetto di un vasto programma di rinascita urbana, finanziato dal gruppo Rockefeller
di New York e da un investitore cinese, per la realizzazione di un museo d’arte
contemporanea, hotel, uffici e abitazioni di lusso. Allo studio di Chipperfield è stata
affidata quasi tutta l’operazione, denominata Rockbund Project, oggi in corso di
completamento, rinnovando così, un secolo dopo il contributo dell’architettura inglese
alla costruzione di Shanghai. L’ingresso al Rockbund Art Museum è sulla facciata principale
del Royal Asian Society Building, restaurata con un accurato intervento filologico, mentre
sul retro del palazzo, con una delicata operazione di ridisegno geometrico, Chipperfield
aggiunge un sottile fronte architettonico contemporaneo, rivestito con il tipico “intonaco
di Shanghai" Un ampio spazio, con la biglietteria e la libreria, introducono alla visita. Il
percorso è ovviamente servito dall’ascensore, ma prendiamo le scale, perché qui
l’architetto inglese avvia un confronto con l'edificio antico teso a interpretarne l’originale
atmosfera, attraverso l’uso del bianco-nero con il quale è sottolineato, quasi come un
segno grafico, il contrasto tra le superfici murarie, il corrimano, l’alzata e la pedata dei
gradini in pietra, oltre al dettaglio delle maniglie delle finestre. Le sale espositive, invece,
sono tutte completamente dipinte di bianco. Pertanto, la fitta struttura originale in
cemento armato, forma un ambiente adatto alla disposizione delle opere. Giunti al terzo
livello, l’interno ci sorprende con una decisa variazione di scala, aprendosi verso l’alto e
permettendo così l’esposizione di opere di grandi dimensioni, visibili anche da un
ballatoio. Mentre all’ultimo piano, occupato dal bar, ritorna il motivo geometrico con il
quale l’architetto ha disegnato la facciata, qui sottolineato dall’affaccio interno chiuso
da spesse vetrate. Dopo la fila dei tavolini usciamo su una terrazza affacciata verso il

2
Introduzione alla Storia dell'Architettura Contemporanea - ARCHCONT101
fiume. Lo skyline di Pudong si intravede in lontananza e sotto abbiamo una panoramica
del grande isolato urbano coinvolto nel progetto del Rockbund. Un’area che comprende
anche il restauro di altre due belle opere di Hudec degli anni Trenta: gli edifici della China
Baptist Publication Society e della Christian Literature Society. Sono affacciati sulla Yuan
Ming Yuan road, che ora è diventata un'isola pedonale, con negozi di lusso di marche
occidentali, caffè parigini e ristoranti italiani. Ma è così che in questo luogo “l’altra
Shanghai”, brandello d’Europa in Oriente, racconta le memorie del proprio passato. E tra
queste architetture riportate agli antichi fasti, possiamo forse comprendere meglio i
problemi del ruolo della storia nella Cina contemporanea. Perché, come giustamente
ammoniva il Presidente Mao: “la critica va fatta a tempo; bisogna disfarsi del brutto vizio
di criticare dopo”.

3
Introduzione alla Storia dell'Architettura Contemporanea - ARCHCONT101

Potrebbero piacerti anche