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Attilio Pizzigoni

LEONARDO
&
LE STRUTTURE RECIPROCHE
LE STRUTTURE SPAZIALI alla possibilità di riutilizzare grandi o piccole
strutture, di copertura e di utilizzo temporaneo,
RECIPROCHE per riadattarle ad altri usi anche in forme e
dimensioni diverse, e quindi senza spreco od
ATTILIO PIZZIGONI, Università di Bergamo utilizzo di altro materiale.
La caratteristica di queste strutture è infatti
quella di potersi ricomporre in nodi e con
SUMMARY geometrie diverse, ed essere poi smontate e
riutilizzate su punti di appoggio diversamente
Spatial Reciprocal Frames are three posizionati, anche con geometrie e quote di
dimensional grid mainly used as a roof structure, imposta degli appoggi variabili e non
and consisting in a building system of mutually complanari. Lo stesso elemento può essere
supporting beams. There are short beams - each utilizzato a comporre nodi strutturali a tre,
others holding up and between connected with quattro, cinque o più aste , con l’equilibrio
simply contact bonds – by witch is possible statico del sistema che resta indifferente
several different buildings to form. Like that it’s rispetto alla variazione delle quote altimetriche
possible to dismantle these frameworks, and then dei punti di appoggio. Tale flessibilità
in various form to reassemble. Geometrical and geometrica e strutturale le rende oggetto di
functional flexibility are the peculiarity of S.R.F. particolare interesse anche con riferimento alla
about ecological building standards and certificazione LEED (Leadership in Energy and
environmental respect. Their uneven modular Environmental Design) nei cui protocolli viene
points of support and their building reversibility attribuito un valore di eco-sostenibilità maggiore
make them suitable also in extreme cases as, for quando è possibile riutilizzare le strutture al
example, to cover an archaeological field with a termine della loro vita funzionale per rimontarle
temporary deck. Here is synthesized the in forme e composizioni diverse e per usi
geometric research and setting-up a physical and diversi da quelli del primo impiego.
an Elements Finished Model for to test the La struttura si presta particolarmente alla
structural potentiality of the system. Finally is here copertura di grandi luci e può essere realizzata
expounded on the design production for con i materiali più diversi, dall’acciaio al legno
competition of Shanghai’s 2010 Italian Pavilion lamellare, ma anche il calcestruzzo armato può
witch get to evidence practical and profitable use essere utilmente impiegato. La sua flessibilità la
of S.R.F. in contemporary architectural context. rende interessante anche quando vi siano da
ricercare soluzioni eccezionali come può
essere, ad esempio, quella per la protezione
temporanea e reversibile di un campo di scavi
archeologico dove può assumere rilevanza
determinante la smontabilità del sistema ,
assieme alla possibilità di scegliere i punti di
appoggio con totale flessibilità geometrica, sia
in pianta che altimetricamente, in modo che la
struttura non interferisca con le preesistenze
storiche dei ritrovamenti.
1. INTRODUZIONE I casi di cui si rende qui documentazione
sono essenzialmente studi e prototipi di
Le strutture spaziali reciproche sono laboratorio messi a punto nel corso di una
strutture tridimensionali realizzate con travi che
ricerca condotta alla Facoltà di Ingegneria
si sostengono vicendevolmente mediante dell’Università di Bergamo dal 2006 ad oggi, i
vincoli di semplice appoggio. Il principio
cui risultati hanno permesso di elaborare un
costruttivo è antico e il loro uso viene già citato
progetto esemplare presentato al concorso per
da trattatisti medievali come Villard de il Padiglione Italiano all’esposizione
Honnecourt e riportato negli scritti di architetti
Internazionale di Shangai del 2010.
rinascimentali come Sebastiano Serlio e nello
stesso Codice Atlantico di Leonardo da Vinci.
Il loro utilizzo attuale appare di particolare
interesse per la progettazione di edifici
temporanei e comunque smontabili e
recuperabili (demountable buildings) con
specifici risvolti sulla ecosostenibilita del Figura 1. Studio di un elemento standardizzato
sistema, proprio per le potenzialità connesse per nodi strutturali a 3,4,6 elementi.

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2. I RIFERIMENTI STORICI tecniche e scientifiche ancora vive nella tradizione
orale dei maestri e degli ingegneri medioevali,
Le strutture di copertura realizzate con travi assieme a tecnologie antiche delle quali
“corte” sono conosciute come una delle tecnologie comunque rimaneva viva l’applicazione. E’ noto a
più antiche e il loro utilizzo si perde nella più tale proposito come l’innovazione messa a punto
lontana tradizione costruttiva dell’umanità. da Brunelleschi per la realizzazione della Cupola
Fondato sull’esperienza e sull’uso dei materiali di Santa Maria del Fiore sia costituita dal modo in
naturali come il legno e pertanto con elementi cui i corsi di mattoni della volta venivano messi in
portanti di lunghezza necessariamente limitata, opera facendo sì che essi si sostenesero
questo metodo vive tuttora nella cultura materiale vicendevolmente, evitando così la necessità di
di alcune popolazioni primitive come nelle dimore impalcature e centine. Questo procedimento
mobili delle tribù lapponi e del nord America. brunelleschiano, detto “a spinapesce”, realizza
Ma la storia registra la presenza di simili una serie di orditure a spirale nella posa dei
procedure costruttive anche nella produzione mattoni le quali scaricano il peso della volta sulle
architettonica classica. A Nisa, in Mesopotamia spirali inferiori in un sistema spaziale assai simile
nell’attuale Afganistan, gli archeologi russi ne al sistema delle “strutture reciproche”. Senza
hanno riscontrato l’uso fin dal secondo millennio volerci addentrare nella questione strutturale della
a.C., per la copertura della “Sala Quadrata” cupola fiorentina, è comunque opportuno
secondo uno schema di “travi corte” riportato dal sottolineare come la logica costruttiva delle
Pizzetti. Un’interessante testimonianza appare nei strutture spaziali reciproche sia assai più ampia e
templi di pietra scavati nella roccia a Bany Jahn diffusa di quanto non lascerebbe intendere
che riproducono all’intradosso della volta la l’utilizzo sperimentale delle applicazioni
struttura tipica delle coperture dei templi in legno contemporanee finalizzate perlopiù a funzioni
realizzati appunto con sistemi di travi corte che si espositive o a dimore eccezionali e temporanee
auto-sostengono vicendevolmente. come quelle del 1978 dell’olandese Bijnen
Se ne trova notizia anche nella descrizione brevettate col nome “Nomadome”, o il sistema
che Giulio Cesare fa del ponte da lui realizzato sul SIGMA di Gat del 1992. Destinate ad usi analoghi
Reno sempre mediante l’uso di travi corte, e del ci appaiono le proposte del brevetto americano di
quale è stata ipotizzata una ricostruzione da Crooks del 1980 per costruzioni con elementi
Massimo Scolari in una recente mostra a Vicenza. triangolari “senza forma” (“a-shaped”), quelle
Villard de Honnecourt ingegnere medioevale e retrattili di Baverel e Saidani, o ancora le dimore in
costruttore di cattedrali, descrive il metodo nel suo legno di Graham Brown realizzate in Scozia
“Taccuino” (1225-1250), presentandolo come il nell’ultimo decennio.
modo di “costruire una casa o una torre quando le
travi in legno sono troppo corte”.
Nel medesimo periodo storico l’uso di questa
tecnica costruttiva viene applicato nella
realizzazione dei templi dei monaci buddisti
Chogen (1121-1206), e nel cosiddetto “Ponte
dell’arcobaleno”, a Shandong in Cina, dove, nei
dipinti che più volte lo hanno rappresentato come
una delle più importanti opere realizzate durante Figura 2 (sin). Sebastiano Serlio, dal Libro Primo
la dinastia Song (960-1280), si nota chiaramente dei Cinque Libri dell’Architettura.
che le travi correnti seguono la geometria di Figura 3 (dex). Leonardo da Vinci, Ponte a Travi
sostegni reciproci. Corte, dal Codice Atlantico. (fgl. 286 r-a , part.)
Si deve comunque a Leonardo da Vinci la
proposta progettuale più interessante descritta nel L’’uso tradizionale delle strutture reciproche ci
foglio 899 del Codice Atlantico (ex fgl..328) come appare infatti, nella storia della tecnologia, assai
un graticcio “che fa la volta per il tutto” (oggi più consolidato di quanto non si possa ritenere
diremmo “geodetico”) (vedi Fig 4) per un dalle “sperimentazioni” contemporanee; basti
padiglione provvisorio. In numerosi altri fogli pensare che il loro uso, oltre ai numerosi esempi
Leonardo riprende progetti di ponti e coperture riportati da Leonardo, compare come una vera e
realizzate con travi autosostenute di cui propria “soluzione da manuale” nel trattato del
rappresenta con esattezza le dimensioni Serlio (1475-1554) là dove si rende necessario
geometriche e i particolari costruttivi. Certamente realizzare solai e coperture con luci superiori a
Leonardo in quei disegni riporta conoscenze quella delle travi disponibili. Anche se bisogna

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riconoscere che lo studio e la conoscenza di Pur vincolati tra loro da semplici appoggi gli
queste strutture, a partire dal tardo Cinquecento, elementi di una struttura reciproca così concepita
rimane in secondo piano rispetto alla più semplice realizzano di fatto una sorta di incastro attraverso
tecnologia delle capriate lignee (cosiddette il quale si attua la continuità strutturale dell’intero
“palladiane” e che per molti aspetti sono la più traliccio spaziale, il cui comportamento può quindi
diretta evoluzione delle travi corte) per non dire essere assunto e analizzato come quello di un
poi del successivo sviluppo dei solai a volta in graticcio plasticamente coerente e unitario.
mattoni. Se tuttavia oggi l’utilizzo delle strutture
reciproche sembrerebbe trovare un nuovo impulso
è certo per le potenzialità connesse ai caratteri di
flessibilità e soprattutto di reversibilità (quindi di
temporaneità e di smontabilità e riutilizzo) che le
caratterizzano, per non dire della loro suggestiva
plasticità formale ed evidenza architettonica.

3. DEFINIZIONE DI STRUTTURA
SPAZIALE RECIPROCA

Possiamo definire “reciproca” una struttura


composta da diversi elementi (che qui chiamiamo
anche “travi corte” o “aste”) che interagiscono Figura 4. Leonardo Da Vinci, foglio 899 (ex328)
strutturalmente tra loro attraverso vincoli di del Codice Atlantico. Progetto di una copertura
semplice appoggio, per realizzare in tal modo provvisoria di 45 braccia di lato e realizzata con
strutture complesse (travi, coperture o solai) di 84 travi (“cantili”) di legno .
luce assai maggiore rispetto ai singoli elementi
che le compongono. I menzionati riferimenti
storici, così lontani nel tempo, poco si prestano a 3. OTTIMIZZAZIONE GEOMETRICA
essere trasportati immediatamente nell’ambiente DELLA TRAVE CORTA
tecnologico attuale dove nuovi materiali come i
compositi, i legni lamellari e l’acciaio lasciano La ricerca è partita dalla costruzione e messa
intravvedere per queste strutture un uso e a punto geometrica della forma delle travi per
un’evoluzione diversa da quella della tradizione ottimizzarne la sezione trasversale resistente in
antica. Ne’ il Teatro di Marionette realizzato a dipendenza degli sforzi a cui la struttura veniva
Seiwa in Giappone da Kazuhiro Ishii, costruito in sottoposta. L’ipotesi di utilizzare un materiale
legno, e neppure la copertura delle sale di Louis diverso da quello tradizionalmente usato per
Kahn per il Centro comunitario di Mill Creeck a queste strutture, costituito dal legno massello, ha
Filadelphia (quattro travi cave in calcestruzzo preso avvio dalla necessità di una trave a sezione
armato auto-sostenute) costituiscono un verticalmente allungata per meglio rispondere alle
riferimento sufficiente da cui partire per proporre sollecitazioni e dalla ricerca di una forma che
oggi una tecnologia costruttiva capace di meglio rispondesse ai vincoli bilateri cui viene
valorizzare le caratteristiche di de-montabilità, di sottoposto ogni singolo elemento. La scelta è
reversibilità e di flessibilità geometrica delle travi stata quella di utilizzare per il modello e il prototipo
reciproche. Sono comunque gli studi di Leonardo di studio calcestruzzi ad alta resistenza
quelli da cui siamo partiti e da cui ci vengono le fibrorinforzati, ma, in alternativa, interessanti
suggestioni più utili. vantaggi si sarebbero ottenuti anche utilizzando
Se, nel piano, teoricamente anche due sole altri compositi, legni lamellari stratificati, o profili in
travi possono esercitare azioni reciproche di acciaio. La standardizzazione dell’elemento trave
mutuo auto-sostentamento, nello spazio il nodo si motiva quindi proprio per garantire la
elementare di tale struttura richiede tre o più aste reversibilità e la flessibilità formale e il riutilizzo del
che si connettono tra loro secondo griglie e sistema costruttivo. La forma della sezione
schemi compositivi anche molto diversi per longitudinale è tale che lo spazio di
caratteristiche sia formali che strutturali. Così un sovrapposizione verticale delle travi dia forma a
nodo di tre elementi “reciproci” realizza di fatto una figura geodetica: a una calotta sferica la cui
una struttura isostatica, in grado di trasferire gli “freccia” di colmo risulti tanto più alta quanto più
sforzi da una trave all’altra fino a scaricare tali ampia è la dimensione in pianta della struttura.
sollecitazioni sugli appoggi esterni.

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portata del sistema condotte sia utilizzando le
equazioni tradizionali della statica, che attraverso
analisi elaborata con ABAQUS ad elementi finiti
sulla singola trave e sui nodi elementari a tre e a
quattro aste. La sostanziale omogeneità dei
risultati in termini di carico ultimo ottenuti alle varie
modellazioni e la concordanza con i risultati delle
prove sperimentali a rottura hanno di fatto
mostrato la buona approssimazione della
Figura 5. Nodo a tre elementi. generalizzazione del comportamento statico di tali
strutture e la possibilità di studiare in condizioni
La forma a doppia S di tale elemento deriva ultime anche strutture più complesse realizzate
quindi proprio dalla necessità di ridurre la con questo tipo di trave.
sovrapposizione tra le travi senza ridurne la
sezione resistente evitando così l’incastro tipico
delle travi serliane che indebolisce la struttura e
superando anche la necessità di quella eccessiva
inclinazione delle travi così come esse vengono
generalmente utilizzate negli esempi
contemporanei (K.Ishii, G. Brown, ecc.)
Il modello fisico è stato realizzato usando un
calcestruzzo ad alta resistenza fibrorinforzato, con
dimensioni e pesi adeguati (25kilogrammi) per
poter essere movimentato con facilità nelle prove
e nei modelli di laboratorio.

Figura 8. Prova a rottura di un nodo a tre elementi


nel Laboratorio della Facoltà di Ingegneria di
Bergamo.
Figura 6. Modello dell’elemento base.

Figura 9.Modello teorico (FEM) di un nodo a tre


elementi.
Figura 7. Comportamento del modello sottoposto
a carico di rottura.
5. VERIFICHE DI RIMONTAGGIO
DEL PROTOTIPO
4. IL MODELLO TEORICO E IL
MODELLO FISICO. E’ stata prodotta, in via sperimentale, una
piccola serie di travi in calcestruzzo ad alta
La verifica statica del sistema costruttivo delle resistenza fibrorinforzato di forma identica a quella
“travi spaziali reciproche”, è stata condotta sul studiate analiticamente, con le quali è stato
modello teorico attraverso analisi numerica, montato un prototipo di copertura. L’utilizzo di tali
confrontandone poi i risultati con le prove a rottura elementi ha dimostrato la facilità di montaggio e di
effettuate nei laboratori dell’Università di smontaggio degli stessi nelle diverse possibili
Bergamo. Tale raffronto è stato condotto sia sul griglie strutturali alternative, con nodi a tre o a
singolo elemento della trave corta (o asta), che sul quattro aste, e con differenti geometrie
nodo minimo a tre aste. I risultati delle prove compositive ortogonali, triangolari od esagonali.
hanno confermato le valutazioni analitiche sulla

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Gli stessi elementi sono stati poi riutilizzati e Il “prototipo” è stato lasciato in opera come
montati secondo lo schema strutturale di una saggio di edificio sperimentale a disposizione per
cupola “fuelleriana” costituita cioè sulla geometria ulteriori verifiche strutturali.
di un pentagono contornato da esagoni. Le foto 10, 11, e 12 riportano alcuni dei
possibili “esercizi di montaggio” condotti con i
prototipi realizzati, montati e smontati
successivamente secondo schemi e geometrie
diverse, nella consapevolezza che il gioco
compositivo offerto da tali elementi può risultare
senza limiti, affidato soltanto alle circostanze dei
punti di appoggio e della geometria del contesto.

6. REDAZIONE DI UN PROGETTO
ESEMPLARE

Per verificare sul campo la reale applicazione


della tecnologia studiata è stato elaborato un
progetto presentato al concorso indetto nel 2008
Figura 10.Modello fisico con gli elementi montati
dal Ministero degli Esteri per la realizzazione del
in schemi esagonali con nodi a tre aste. Padiglione Italiano all’Esposizione Internazionale
di Shanghai del 2010. Il progetto dimostra la reale
potenzialità di una simile tecnologia proprio nel
rispondere a un bando che, per ragioni di
sostenibilità ambientale, richiedeva come dato
fondamentale la smontabilità della struttura al
termine del suo uso temporaneo, e la possibilità di
poterla riutilizzare in altre forme e per altre
funzioni. L’idea progettuale proposta ha
volutamente fatto riferimento al disegno di
Leonardo del Codice Atlantico (fig 4) e da lui
stesso descritto come “incatenatura di travi in
legno per la costruzione di un edificio provvisorio”.

Figura 11. Gli stessi elementi smontati e rimontati


su schema ortogonale con nodi a quattro aste.

Figura 13. Il modello leonardesco (cfr. fig.4)


ricostruito da studenti dell’Università di Bergamo.

La citazione del foglio leonardesco assunta a


matrice concettuale del progetto, pur nella
evidente trasposizione alla tecnologia più
sofisticata odierna, sottolinea anche lo stretto
rapporto di continuità che queste strutture
esprimono tra la tradizione architettonica e
Figura 12. Montaggio di una struttura provvisoria costruttiva cinese e la storia dell’ingegneria e
composta da venticinque “travi corte” reciproche dell’architettura occidentale moderna, e
connesse tra loro secondo la geodetica soprattutto con quella italiana del Rinascimento e
delle meravigliose invenzioni costruttive di
“fuelleriana” (un pentagono con cinque esagoni).
Brunelleschi e di Leonardo. L’occasione
concorsuale, divenuta caso di studio ed esercizio

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di applicazione della ricerca, ha permesso di Nei principi su cui si fondano gli equilibri delle
redigere il progetto di una copertura a pianta strutture reciproche, sembrano infatti incontrarsi le
quadrata di 60 metri lineari per lato, in grado cioè discipline più diverse, dalla geometria alla
di accogliere al suo interno uno spazio libero dove biologia, in una suggestione di forme da cui
ordinare le esigenze espositive richieste. La sua discende la stessa valenza innovativa del sistema
de-montabilità cioè il fatto di poter essere e la sua carica immaginifica.
smontata al termine del’Esposizione per essere Se spetta agli strutturisti riportare l’immaginazione
riutilizzata in forme e dimensioni differenti, è stata costruttiva nel cuore della didattica e della
possibile perché tutta la struttura viene messa in progettazione, gli architetti e i designer
opera con giunti a secco e in semplice appoggio, troveranno una ulteriore riprova di quanto la
cioè senza bulloni, senza saldature, senza resine bellezza dell’architettura sia legata alla statica, ai
o altro, ma sfruttando soltanto il principio della materiali e alla vita interna dell’architettura stessa,
reciprocità strutturale degli elementi. Proprio per mentre troppo spesso le innovazioni formali in
questo la struttura, al termine del suo utilizzo architettura sono soltanto cattiva letteratura.
espositivo, potrebbe essere ricomposta anche in
altre forme, con diversi appoggi, e con differenti
dimensioni. Le singole travi una volta smontate
possono essere ricomposte anche con geometrie
diverse dallo schema ortogonale iniziale:
realizzando così nodi triangolari, pentagonali o
forme libere anche più complesse
La proposta in progetto con l’utilizzo di nodi
ortogonali a quattro aste, è quindi dimostrativa di
una soluzione “possibile” e deriva essenzialmente
dalla volontà di evidenziare il riferimento allo
schema leonardesco, ma le stesse travi corte
possono dare forma ad altri edifici dagli utilizzi e Figura 14. Esploso assonometrico della struttura
nei contesti più diversi. Per enfatizzare l’immagine di copertura realizzata con una griglia di travi
figurale dell’intreccio strutturale delle travi spaziali reciproche con nodi ortogonali a quattro
reciproche, il manto di copertura impermeabile in aste.
lastre di poliuretano è stato previsto all’interno
della struttura (fig 14), in modo da lasciare in
evidenza l’intreccio strutturale delle travi stesse e,
nello stesso tempo, per utilizzarle come elementi
di ombreggiamento di climatizzazione, e per
mitigare l’insolazione all’interno.
Innovazione tecnologica, ricerca architettonica e
di ingegneria strutturale, proposta di sostenibilità
ambientale, sono tre aspetti che trovano quindi
una felice sintesi in questo progetto: una sintesi
che si fonda sul carattere stesso delle “strutture
reciproche”, che sembrano trarre ispirazione
proprio dai principi organici e naturali. Vorremmo
infatti definire il senso delle strutture reciproche in
una sorta di “architettura della natura”, in quanto Figura 15. Tavola strutturale del progetto di
le loro forme sembrano generarsi da un processo concorso del Padiglione Italiano all’Expo di
di autoriproduzione e di crescita spontanea per Shanghai 2011.
elementi similari e continui. Questo profondo
legame con la natura è ciò che avvicina le
“strutture reciproche” a quelle che hanno indagato
i più innovativi ingegneri strutturisti del secolo
scorso:da R. Buckminster Fuller a E. Torroja, da
P.L. Nervi a S. Musmeci. La peculiarità di tali
strutture sarebbe davvero difficile da comprendere
se non riconoscessimo in esse il legame di
ispirazione che passa attraverso lo studio attento
e circostanziato della struttura della materia e Figura 16. A. Pizzigoni, Progetto di concorso per
della osservazione dei processi di crescita e di Padiglione Italiano all’Expo di Shanghai 2011.
organizzazione delle cellule nel mondo organico.

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7. CONCLUSIONI

Si può concludere che i risultati degli studi da


me condotti e coordinati alla Facoltà di Ingegneria
dell’Università di Bergamo, non solo hanno
evidenziato le potenzialità che può offrire questo
ambito della ricerca architettonica e strutturale e
della produzione edilizia in gran parte ancora da
indagare e da mettere a punto tecnologicamente,
ma hanno fatto emergere la grande carica di
suggestione formale e compositiva che tale
sistema costruttivo può offrire. I nodi e gli intrecci
degli elementi strutturali collegati tra loro con
semplici giunti “a secco” enfatizzano infatti Figura 18. Cecil Balmond, Modello di Struttura
l’immagine evocativa e senza tempo di queste reciproca presentato all’esposizione personale al
strutture, tanto che noi davvero vogliamo Museo Louisiana, Copenhagen, lug-ag. 2007.
condividere le considerazioni della studiosa
inglese Olga Popovic Larsen la quale, a
conclusione della sua recente pubblicazione
dedicata alle strutture reciproche, si chiede se non
sia allora il caso – parlando di “Reciprocal
Frames” - di non usare più per esse il termine di
“strutture”, ma di sostituirlo tout court con quello
certamente più appropriato di “architetture”. Ề così
che la sfida lanciataci da Leonardo e dagli antichi
può e deve essere oggi raccolta dagli architetti e
dagli ingegneri contemporanei, ed è proprio in tal
senso che possiamo leggere alcune delle
proposte più interessanti dell’architettura
contemporanea , da Shigeru Bahn a Cecil
Balmond, da Calatrava fino alla recente proposta
di Frank O. Ghery per il padiglione Serpentine a
Londra, in quanto esse, per così dire, traggono
tutte ispirazione e fondano la loro forza di
immagine sulla grande suggestione plastica che
contiene in sé questa concezione strutturale.
Infine, data la relativa “novità” dell’argomento
si è pensato di fare il punto sulla bibliografia in
argomento, anche per rendere testimonianza a
coloro che spesso nella sostanziale disattenzione Figura 19. Santiago Calatrava, Il grattacielo
della comunità scientifica portano avanti gli studi Tourning Torso; in primo piano la ricostruzione di
di queste strutture. un’autoctona costruzione scandinava fondata sul
principio statico delle “strutture spaziali
reciproche” , Malmö - Sweden, 2005.

Ringraziamenti: Un particolare ringraziamento va al Prof.


Paolo Riva dell’Università di Bergamo, Direttore del
Laboratorio della Facoltà di Ingegneria, dove sono state
effettuate le prove citate.
Un doveroso riconoscimento al Gruppo Italcementi di Bergamo
Figura 17. Frank O. Ghery, Padiglione della che ha sostenuto e promosso la ricercai.
Serpentine Gallery, London, Hide Park, 2008. Referenze fotografiche: tutte le fotografie sono dell’autore.

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Relazione finale di assegno di studio.
Anno Acc 2007.2008, Coordinatore prof.
A. Pizzigoni, Università di Bergamo,
Facoltà di Ingegneria. Contatti con l’autore:
[80] STACCHETTI M., Le strutture reciproche
di Leonardo da Vinci, Tesi di Laurea in Attilio Pizzigoni: attilio.pizzigoni@unibg.it

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