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Tecniche costruttive dell'architettura gotica

Strutture

Gli elementi costitutivi dell'architettura sono la campata con volta a crociera con arco a sesto
acuto. La costruzione di grandi edifici attraverso l'utilizzo di campate con volta a crociera era una
tecnica già diffusa nell'architettura romanica. In questo caso però le crociere erano solitamente a
tutto sesto, e ciò comportava la limitazione planimetrica di impiegare esclusivamente campate a
base quadrata. Inoltre la crociera a tutto sesto comporta una rilevante spinta orizzontale, e
conseguentemente la necessità di rinforzare i muri perimetrali per contrastare questo genere di
spinte. Con l'uso sistematico dell'arco acuto nella realizzazione delle volte a crociera si risolvono
due tipi di problemi: la proiezione orizzontale della volta non è più solo quadrata ma può essere
rettangolare, o al limite poligonale (come nel caso del deambulatorio di Saint Denis), e la spinta
verticale dell'arco prevale su quella orizzontale, permettendo quindi una struttura più efficiente
dal punto di vista statico. In questo modo è possibile realizzare edifici più alti e più ampi, a schema
strutturale puntiforme, cioè con il carico verticale concentrato sui pilastri, a loro volta rinforzati
all'esterno da archi rampanti e contrafforti, necessari per contrastare la spinta orizzontale
(introducendo, con il loro peso concentrato, una componente verticale che "verticalizza" la
risultante delle forze, moderando la tendenza al ribaltamento), elementi strutturali che
assumeranno anche una connotazione estetica, dando all'esterno dell'edificio l'aspetto complesso
di selva di pinnacoli. Fra un pilastro e l'altro è possibile a questo punto aprire grandi finestre,
poiché la muratura non è altro che un tamponamento che non assolve a nessuna funzione statica.
In questo modo l'edificio può diventare luminosissimo all'interno, e l'arte della vetrata diventerà la
forma più importante di espressione pittorica.
Schema strutturale dell'edificio gotico
Origine e sviluppo

Diversamente da quanto avvenne per l'architettura romanica, definita policentrica e senza una
regione europea che ad essa si possa definire come più rappresentativa, è invece quasi possibile
identificare una località e un "padre" dell'architettura gotica. La ricostruzione del coro dell'abbazia
di Saint-Denis, vicino a Parigi, iniziata nel 1137 è terminata nell'anno 1144 per opera
dell'abate Suger, è infatti generalmente considerata come la data di inizio di questo stile, che da lì
a poco si diffonderà prima nelle diocesi dell'Île-de-France e poi nel resto della Francia,
in Inghilterra, nell'Impero e nel resto d'Europa, incontrando resistenze significative solo in Italia.
Uno stile consapevolmente diverso da quello precedente, caratterizzato dall'uso intensivo di
tecniche costruttive già usate (come l'arco a sesto acuto e la volta a crociera), ma in un sistema
coerente e logico e con nuovi obiettivi estetici e simbolici.

Gli inizi: Saint Denis e il ruolo della luce

Nel 1140 l'abate Sugerio (Suger) decide di ricostruire il coro e la facciata di Saint-Denis,
l'abbazia benedettina che conservava le reliquie del patrono di Parigi San Dionigi. Questo santo era
stato il primo vescovo delle Gallie, e il ricordo della sua figura si fuse ben presto con quella del
monaco siriano Dionigi l'Areopagita, chiamato così perché era stato a sua volta identificato
col Dionigi del I secolo che si sarebbe convertito al cristianesimo dopo aver sentito Paolo di
Tarso predicare nell'areopago di Atene. Il Dionigi monaco siriano aveva scritto un trattato sulla
luce e sulle gerarchie angeliche, De coelesti hierarchia, ispirato al neoplatonismo, nel quale la luce
era considerata una sorta di emanazione divina e, in generale, la realtà sensibile intesa come
simbolo delle splendenti realtà soprannaturali. L'abbazia, di fondazione altomedievale, divenne un
luogo simbolico della monarchia francese in quanto sacrario dei re Capetingi che qui venivano
sepolti. L'abate Sugerio, lettore dei testi dello Pseudo-Dionigi, volle ricostruire la sua venerabile
abbazia ispirandosi alle teorie del filosofo, progettando un nuovo coro con una serie di cappelle
radiali a forma trapezoidale direttamente collegate ad un deambulatorio che permetteva ai fedeli
di muoversi liberamente anche dietro il recinto del coro. Le cappelle radiali erano coperte da volte
a crociera e sulle pareti si aprivano ampie finestre che davano una grande luminosità allo spazio
interno. Le vetrate colorate alle aperture rendevano l'atmosfera interna quasi soprannaturale,
riuscendo a dare una forma sensibile alle teorie dello Pseudo Dionigi.
Innovazioni tecniche

La novità più originale dell'architettura gotica è la scomparsa delle spesse masse murarie tipiche
del romanico: il peso della struttura non veniva più assorbito dalle pareti, ma veniva distribuito su
pilastri all'interno e nel perimetro, coadiuvati da strutture secondarie come archi rampanti e
contrafforti. Lo svuotamento della parete dai carichi permise la realizzazione di pareti di luce,
coperte da magnifiche vetrate, alle quali corrispondeva fuori un complesso reticolo di elementi
portanti. A partire dai soli pilastri a fascio si dipana un sistema di contrafforti ben più ampio e
diversificato di quello romanico: gli archi rampanti, i pinnacoli, i piloni esterni, gli archi di scarico
sono tutti elementi strutturali, che contengono e indirizzano al suolo le spinte laterali della
copertura, con conseguente alleggerimento delle murature di riempimento, che presentano un
numero maggiore di aperture. Ma la straordinaria capacità degli architetti gotici non si esaurisce
nella nuova struttura statica messa a punto: gli edifici, svuotati dal limite delle pareti in muratura,
poterono svilupparsi in uno slancio verticale, arrivando a toccare altezze ai limiti delle possibilità
della statica. La cattedrale più alta costruita è quella di Beauvais le cui volte raggiungono
un'altezza di ben 48,5 metri (la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi ne misura 33). Questa
caratteristica non fu una novità assoluta e si sviluppò probabilmente da chiese con verticalità
preminente già nell'epoca romanica, in Normandia e in Inghilterra (che all'epoca formavano
un'unità politica comune). Strumenti essenziali per questo sviluppo "aereo" furono:
• l'uso massiccio dell'arco a sesto acuto (di origine mediorientale, prima
nell'architettura sasanide, poi in quella bizantina, armena e araba) in uso già in epoca
romanica, per esempio in Borgogna e nell'Italia meridionale, (in Sicilia: ad ogiva, nel Duomo di
Cefalù 1131) , che permette di scaricare il peso sui piedritti generando minori spinte laterali
rispetto ad un arco a tutto sesto. Oltre alle minori spinte laterali, rispetto all'arco classico a
tutto sesto quello acuto presenta una decisiva serie di vantaggi che gli architetti gotici hanno
saputo sfruttare con grande senso pratico ed estetico e che gli derivano dal suo particolare
schema geometrico. Esso, infatti, è costituito dall’intersezione di due archi di cerchio aventi lo
stesso raggio, cosicché con la medesima curvatura è possibile realizzare archi con differenti
ampiezze e altezze, come mostrato chiaramente da Villard de Honnecourt nel suo taccuino.
Questa unificazione delle curvature permette un’elevata standardizzazione dei conci in pietra
e delle armature provvisorie, semplificando, economizzando e velocizzando in tutte le sue fasi
il procedimento di costruzione, aspetti tanto più vantaggiosi se si tiene conto che tali strutture
sono solitamente realizzate a grandi altezze, con tutte le difficoltà di cantiere che ciò
comporta. La normalizzazione delle curvature degli archi consente inoltre di livellare a
piacimento le basi e le chiavi di archi e volte aventi ampiezze diverse, rendendo possibile
coprire ambienti dalle piante più svariate e dunque una stupefacente varietà tipologica. La
particolare forma dell’arco acuto, infine, approssima abbastanza bene, dal punto di vista della
pratica realizzazione, quella dell’ellisse, consentendo così di realizzare in maniera più agevole e
precisa gli archi di intersezione fra volte incidenti, penetrazioni di finestre, ecc., così come
anche le sagomature e i conci delle vele di riempimento. Tutto ciò si rivela decisivo
nell'adozione della volta a crociera ogivale a pianta rettangolare (la cosiddetta “barlongue”) in
alternativa a quella quadrata, che sancisce la definitiva differenza tecnica ed estetica tra la
struttura romanica e quella gotica, consentendo a quest’ultima, insieme alle altre soluzioni
esterne quali l’arco rampante, il contrafforte e il pinnacolo, la caratteristica riduzione della
presenza muraria e l’elevazione delle altezze, a vantaggio delle penetrazioni luminose
(finestre, rosoni, ecc.).
• la volta a crociera ogivale, che può creare anche campate rettangolari o poligonali invece di
quadrate e con l'uso di nervature e costoloni.
• gli archi rampanti innestati su contrafforti esterni, che ingabbiano la costruzione disponendosi
dinamicamente attorno a navate ed absidi.
• I pinnacoli (o guglie) collocati in posizioni strategiche sui contrafforti, elementi di cui, oltre
all'indubbia valenza estetica, s’è riconosciuta una preziosa valenza strutturale in quanto
riescono a ridurre le tensioni destate localmente dalle spinte del vento e delle volte, e a
verticalizzare significativamente la direzione di queste ultime a vantaggio di statica.

In Inghilterra si ebbe in seguito un ulteriore sviluppo della volta a crociera con la volta a sei spicchi
e poi a raggiera o a ventaglio: tutte soluzioni che permettevano una migliore distribuzione del
peso a favore di una maggiore altezza. Ciò che rende affascinante l'architettura gotica è la stretta
corrispondenza fra idee estetiche e innovazioni tecnologiche. L'obiettivo di rendere gli interni degli
edifici sacri luminosi e ampi è raggiunto grazie all'utilizzo, sempre più perfezionato e
rivoluzionario, dei principi costruttivi della volta a crociera e dell'arco acuto. L'integrazione di
queste due tecniche permetterà la costruzione di flessibili campate rettangolari (non più soggette
alla limitazione dell'impiego della forma quadrata come in età romanica) e la costituzione di
organismi architettonici puntiformi, senza cioè che il muro abbia più funzioni portanti, svolte
unicamente dai pilastri, riservando ai muri esterni una mera funzione di tamponamento. L'assenza
di carico da parte della volta sui muri perimetrali, assorbito dai pilastri e dai contrafforti esterni,
permetterà la sostituzione della pietra del muro col vetro delle finestre, che raggiungeranno
dimensioni mai viste prima. Tutto il sistema di spinte e controspinte generato dalle volte a crociera
e dai contrafforti, realizzati con pinnacoli e archi rampanti spostati all'esterno, costituirà un altro
capitolo dell'estetica gotica, strettamente legata ad un pragmatismo strutturale che affascinerà gli
ingegneri del ferro e dei nuovi materiali del XIX secolo.

Tardo gotico

Nel Trecento e Quattrocento il gotico si sviluppa in direzioni nuove rispetto alle forme dei due
secoli precedenti. L'edificio dei secoli XII e XIII era caratterizzato da una navata centrale di
notevole altezza e dalle due navate laterali molto più basse. Ciò comportava che la luce fosse
concentrata soprattutto in alto, a livello del cleristorio. Dal punto di vista della percezione dello
spazio interno, questo era caratterizzato dalla forte assialità della navata centrale. Questi due
elementi rendono lo spazio "ascetico" e "spirituale". Gli edifici più rappresentativi della prima fase
sono soprattutto le cattedrali. Nel Trecento e soprattutto nel Quattrocento la spinta a costruire
grandi cattedrali si esaurisce, e le fabbriche più importanti sono soprattutto le chiese di ricche
parrocchie cittadine, le chiese degli ordini mendicanti nelle periferie delle città e anche le abbazie
di alcuni ordini tradizionali. Nella disposizione interna si diffonde il modello della chiesa a sala, cioè
con le navate laterali di uguale altezza rispetto a quella centrale. Ciò fa sì che la luce non provenga
più dall'alto, ma dalle pareti laterali, illuminando in modo omogeneo tutto l'ambiente. Anche la
forte direzionalità tradizionale viene modificata, venendosi a perdere quella precedente in favore
di una spazialità policentrica. Questa nuova visione dello spazio è stata anche messa in relazione
con la religiosità più terrena e mondana del XV secolo. La geografia di questa nuova sensibilità
presenta una mappa diversa da quella del gotico classico. Le regioni più innovative saranno
la Germania, la Boemia, la Polonia, l'Inghilterra e la zona alpina. La penisola iberica vedrà dal
Quattrocento al Cinquecento la costruzione di alcune grandi cattedrali, ispirate ai modelli francesi
e tedeschi dei secoli precedenti. Anche la decorazione subisce una evoluzione. Nell'Europa
centrale e in Inghilterra la volta e i costoloni diventano un motivo ornamentale, a volte
raggiungendo effetti di straordinaria complicazione e astrattezza, come nella chiesa di Sant'Anna
ad Annaberg in Sassonia.

Interpretazioni

Proporzioni dell'architettura gotica: il concetto di ordine

L'estetica medievale, che trova nell'architettura gotica una delle sue maggiori realizzazioni, ha
nella matematica e nella geometria la sua fondazione. Lo storico dell'arte Otto von Simson, nel suo
testo La cattedrale gotica. Il concetto medievale di ordine sostiene che le proporzioni dell'edificio
sacro non sono casuali e non sono nemmeno determinate dalla ricerca di effetti spettacolari, ma
derivano da una visione dell'arte come scienza, cioè come speculazione teorica, nella ricerca dei
rapporti geometrici che stanno alla base del cosmo e che sono ritenuti di origine divina. Si tratta
degli stessi rapporti che governano il mondo della musica, le cui regole armoniche non sono fatti
meramente naturali, ma riflessi delle armonie celesti. I primi edifici gotici sono costruiti in base a
rapporti numerici analoghi agli intervalli perfetti dell'armonia musicale,
cioè ottava, quinta e quarta e unisono, come nel rapporto fra le dimensioni della campata o
del transetto rispetto alla navata. In questo modo l'edificio sacro viene ad avere gli stessi rapporti
armonici che ha il creato e la musica, poiché è Dio, il grande architetto dell'universo, ad avere
stabilito in principio queste divine proporzioni, decifrabili dal libro della natura e anche dal libro
della rivelazione. Lo stesso tempio di Salomone, stando alla descrizione che ne fa la Scrittura, ha
delle proporzioni numeriche perfette. Agostino d'Ippona, nel trattato De Musica, enuncia questa
estetica come riflesso delle perfezioni divine che hanno nella musica (e nella armonia musicale) la
sua espressione più compiuta. L'architettura, la più astratta delle arti e basata, come l'armonia
musicale, sulla consonanza delle varie parti e costruita come sviluppo e fioritura di figure
geometriche perfette, è la forma d'arte maggiore che permette un contatto diretto con Dio,
perché condivide le stesse regole che ha seguito il creatore quando diede forma all'universo. In un
certo senso si può affermare che in occidente l'architettura ha lo stesso ruolo di tramite che in
oriente hanno le icone, ma mentre l'immagine si ferma al sensibile e all'apparente,
nell'architettura si va oltre, potendo cogliere l'essenza divina attraverso l'intelletto, poiché Dio ha
creato ogni cosa come numero, peso e misura, come riportato nel libro della Sapienza di
Salomone. Questo spiega anche l'avversione per le immagini sensibili in Sant'Agostino e anche nei
teologi medievali, in particolare in Bernardo da Chiaravalle, il quale proibì ogni forma di arte
figurativa nelle chiese del suo ordine cistercense promuovendo, per gli edifici di questo ordine
monastico, una architettura pura e silenziosa, dove le pietre - finemente squadrate e lavorate - e
le stereometrie degli spazi geometricamente perfetti erano più eloquenti riguardo ai misteri divini
delle ridicole difformità o delle grossolane raffigurazioni che adornavano le chiese romaniche.

Architettura gotica e scolastica

In un famoso saggio lo storico dell'arte Erwin Panofsky sostiene che gli architetti della prima fase
del gotico fossero stati fortemente influenzati dai metodi e dalla struttura logica della filosofia
scolastica, al punto da averne adottato l'abito mentale. Ciò si rispecchierebbe nell'organizzazione
delle partiture architettoniche degli edifici gotici, che manifestano apertamente la loro funzione
strutturale in modo rigoroso, analogo alla rigorosa struttura logica e razionale delle summe e dei
testi di filosofi scolastici dell'epoca.

Origine del nome

Il malinteso che faceva derivare il termine gotico dalla popolazione dei Goti, antenati dei tedeschi,
fece nascere la convinzione che si trattasse di uno stile tipico della Germania, quando in realtà
esso era sorto in Francia. Dopo che il termine era stato usato a partire dal Rinascimento in senso
spregiativo, il gotico cominciò a essere rivalutato in età romantica. In particolare fu Goethe a
contribuire ad una rivisitazione del giudizio negativo che ne era stato dato fino allora.
«Sotto la rubrica gotico come alla voce di un vocabolario avevo accumulato tutti gli equivoci
sinonimi che mi erano passati per la testa, da indeterminato, disordinato, innaturale... e così
inorridivo nell'andare a vedere un mostro deforme ed insipido. Ma quali sensazioni inaspettate e
improvvise provai quando mi trovai di fronte ad esso! Il mio animo provò una fortissima
impressione, che io, essendo essa composta di mille unità in armonia, potevo sì gustare e godere,
ma in nessun modo esprimere e spiegare, poiché essa proveniva da mille dettagli che si
armonizzavano.»

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