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LARCHITETTURA RINASCIMENTALE

Larchitettura del Rinascimento ha inizio e sviluppo in Toscana. Firenze ne il


centro principale, da cui il nuovo stile passa alle altre regioni dItalia. A Firenze,
in un breve arco di anni, un architetto - Brunelleschi - uno scultore -Donatello ed un pittore - Masaccio - attuano una rivoluzionaria trasformazione della
concezione e delle funzioni dellattivit creativa In campo artistico.
Il Rinascimento ripresa degli ideali e delle forme classiche, dopo la frattura
medioevale, in una ideale continuit culturale col mondo antico. Larchitettura
del Rinascimento si rivolge allarchitettura greca e, soprattutto, a quella
romana, di cui trasforma, in un primo tempo, limponenza e la monumentalit
in opere spazialmente ridotte, ma dotate di armonici rapporti e di perfette
proporzioni. La distribuzione delle masse il risultato di un pi razionale
impiego della geometria, e il classicismo vi assume forme di linearit, di
semplicit, di eleganza.
Papi, imperatori, principi, famiglie facoltose, diedero tutti grande impulso
allarte, come per esempio la Corte pontificia a Roma, i Medici a Firenze, gli
Estensi a Ferrara, i Visconti e gli Sforza a Milano, ecc. Nel Quattrocento
scompaiono le maestranze e le corporazioni medievali delle arti e dei mestieri:
si accentua lindividualismo, si afferma il senso della personalit, emerge il
valore dei singoli, i quali danno il nome alle opere, che sono creazione del loro
ingegno e risultato della loro abilit tecnica.
La riscoperta dei classici permise anche il recupero dei risultati tecnici raggiunti
dagli antichi nella rappresentazione della realt naturale. Il classicismo perci
fu anche la chiave che apr la porta a un pi moderno naturalismo, a una
corretta rappresentazione del corpo umano e dei suoi movimenti. (Leonardo da
Vinci, che avvier anche gli studi sullanatomia del corpo umano)
Il concetto chiave di "imitazione del naturale" basato sulla tradizione classica
contrapposta a quella bizantina, anche da intendersi come organizzazione
matematico -geometrica dei dati visivi. Larte, infatti, in generale, non pi
soltanto attivit "meccanica", cio manualit artigianale, ma anche attivit
"liberalis", cio intellettuale.
Gli infiniti e diversi aspetti del reale si classificano e ordinano in un sistema
razionale, si manifestano in una forma unitaria e universale: lo spazio. La forma
o rappresentazione secondo ragione dello spazio la prospettiva: questa d il
vero spazio. La prospettiva costruisce razionalmente la rappresentazione della
realt naturale.
Lapplicazione delle leggi proporzionali ad una porzione di spazio resa
possibile a livello progettuale solo da uno strumento di rappresentazione
capace di rendere costanti i rapporti dimensionali e posizionali di pi oggetti.
Tale strumento la prospettiva, metodo di rappresentazione su di un piano di
uno spazio tridimensionale, secondo le regole della geometria proiettiva. La
prima codificazione di queste regole che si conosca appare in due tavolette,
oggi perdute, di Filippo Brunelleschi: la prima raffigura in prospettiva centrale, il

battistero e la piazza tra esso ed il Duomo di Firenze; la seconda, in prospettiva


obliqua con una visione di scorcio del Palazzo e della piazza della Signoria.
La concezione architettonica del Quattrocento insieme naturalistica o
spaziale e antropomorfica; e la stessa architettura si pone come fattore di
equilibrio o di mediazione proporzionale tra luomo e la natura, tra la scala
umana e la scala naturale o cosmica. La prospettiva la rappresentazione di
uno spazio pensato come dimensione della relazione e quindi dellazione
delluomo.
Il primo Rinascimento, con il continuo riferimento antropomorfico, aveva finito
per creare un vero e proprio culto della proporzione architettonica << a scala
umana>>: proporzioni cio , le cui unit di misura fossero detratte dalle
misure del corpo umano, di conseguenza, edifici cui le parti avessero
dimensioni confrontabili con laltezza media dellindividuo. La crisi
dimensionale dellelemento base-architettonico del mondo umanistico si ha con
lordine classico, ovvero la nascita del cosiddetto ordine Gigante che deriva
dai disegni bramanteschi e diffusione con la Chiesa di Roccaverano, cui
probabile ispirazione si avr per S. Pietro, la chiesa di Loreto e di S. Marcello a
Roma.
FILIPPO BRUNELLESCHI
Fu uno dei massimi esponenti dellArchitettura Rinascimentale Fiorentina.
La sua un'"arte liberale", fondata sulla matematica, la geometria, la
conoscenza storica; a lui si deve l'invenzione della prospettiva a punto unico di
fuga, o "prospettiva lineare centrica.
La sua architettura si caratterizz per la realizzazione di opere monumentali di
ritmata chiarezza, costruite partendo da una misura di base (modulo)
corrispondenti a numeri interi, espressi in braccia fiorentine, da cui ricava
multipli e sottomultipli per proporzionare un intero edificio. Riprese gli ordini
architettonici classici e l'uso dell'arco a tutto sesto, indispensabili per la
razionalizzazione geometrico-matematica delle piante e degli alzati. Un tratto
distintivo della sua opera anche la purezza di forme, ottenuta con un ricorso
essenziale e rigoroso agli elementi decorativi. Tipico in questo senso fu l'uso
della grigia pietra serena per le membrature architettoniche, che risaltava
sull'intonaco chiaro delle pareti.
Opere Principali:
Cupola di Santa Maria del Fiore
Spedale degli Innocenti
Sacrestia Vecchia di San Lorenzo
Cappella dei Pazzi
Santa Maria degli Angeli
Cupola di Santa Maria del Fiore (1420/1436)

Il Duomo era stato realizzato a partire dal 1296 su progetto di Arnolfo di


Cambio ma la costruzione si era interrotta all'altezza del tamburo ottagonale
(struttura architettonica sulla quale si imposta la cupola) perch notevoli
difficolt tecniche ed economiche, l'impossibilit di disporre di robuste centine
e travi di legno in grado di sostenerne l'enorme peso della volta durante la fase
realizzativa, impedirono per lungo tempo avevano di edificare la grande cupola.
Nel 1418 si band un concorso per raccogliere idee e proposte costruttive; vede
vincitori Brunelleschi e Ghiberti, in collaborazione.
Brunelleschi ebbe la meglio sugli altri architetti perch cap sin dall'inizio che
era impossibile costruire la cupola utilizzando le classiche armature interne in
legno, chiamate centine.
Egli ricorre ad un tipo di doppia calotta da lui ideata,
costituita da 8 costoloni maggiori e da 2 costoloni
intermedi ad ogni spicchio , per un totale di 16, interni
alle 2 calotte. Lossatura completata da tratti di archi
orizzontali di collegamento e irrigidimento.
Le murature delle calotte sono eseguite in conci di
pietra, per la parte inferiore, e di mattoni, per quella
superiore, posti in opera secondo il sistema di incastro
detto a spina di pesce che permette di rendere ogni
anello di pietra o mattoni autoportante.
Questa terminata da una lanterna (1446) , cui
costoloni della cupola vengono raccordati al corpo ottagonale della torretta
mediante una sorta di archi rampanti sormontati da volute.
Lo Spedale degli Innocenti
La prima opera pienamente
rinascimentale comunque lo Spedale
degli Innocenti di Firenze, progettato
dallo stesso Brunelleschi e cominciato nel
1419, dopo il 27 i lavori vennero portati
avanti da altri, che modificarono il
progetto iniziale.
La loggia costituita da una serie di campate a matrice cubica, coperte con
volte a vela.
Il loro ritmo frontale scandito da colonne con capitelli corinzi, il cui interasse
pari allaltezza, sormontate da archi a tutto sesto poggianti sulle colonne in
pietra serena, sopra di essi poi disposta una trabeazione completa, ovvero
una semplice cornice sagomata, di derivazione ancora medievale. Questa
scansione definirebbe gi il sistema lessicale poi costantemente adottato dal
Brunelleschi.

Sagrestia Vecchia di San Lorenzo (1419)


Nel 1419 viene definito il progetto di ricostruzione di S.
Lorenzo, chiesa parrocchiale dei Medici, affidato a
Brunelleschi. L'ambiente maggiore a pianta
quadrata, con una scarsella pure a base quadrata sul
lato sud, col lato di base ampio 1/3 di quello del vano
principale, a fianco della quale si trovano due piccoli
ambienti di servizio accessibili da due portali simmetrici che danno
sul vano principale, i due portali sono un'aggiunta
successiva, dell'epoca delle decorazioni di Donatello.
Limpianto prospettico costituito da un modulo
cubico, coperto da una cupola a ombrello, cio divisa in spicchi costolonati, per
la precisione dodici, alla base di ciascuno dei quali si trova un oculo che,
insieme alla lanterna, garantisce l'illuminazione interna.
I vani laterali invece sono voltati a botte: si tratta di una delle pi antiche
applicazioni di questo tipo di copertura nell'architettura rinascimentale. La
parete frontale, tripartita dallordine, da
accesso ad un vano anchesso cubico e cupolato : <<la Scarsella>>.
Lordine architettonico corinzio e le modanature, in pietra serena scura,
risaltano sul fondo murario di intonaco bianco, conferendo allo scheletro anche
una valenza allusiva di una struttura portante non vera.
Le difficolt incontrate per la realizzazione di questa, hanno fatto s che
rimanesse strutturalmente legato al linguaggio del gotico fiorentino, a quello di
Santa Maria Novella.
Cappella dei Pazzi (1430)
Intorno al 1429 viene decisa lerezione di un nuovo capitolo nel
chiostro del convento attiguo a S. Croce. Il progetto , pi noto
come Cappella dei Pazzi, venne affidato a Brunelleschi e redatto
tra il 1430 e il 33.
Tutte le misure planimetriche e altimetriche formano un sistema
unitario in modo da avere un cubo immaginario sormontato da
una semisfera. A questo schema vanno aggiunte le due ali
laterali (coperte da volta a botte cassettonata e con rosoni), un
quinto ciascuno rispetto al lato del cubo centrale, e la scarsella
dell'altare (con cupoletta), larga un altro quinto, pari all'arco di
ingresso. La principale differenza con la pianta della sagrestia
Vecchia quindi la base rettangolare, sebbene egregiamente
mascherata. Limpianto prospettico evidenziato dallinserzione di colonne in
asse, tuttavia il dato di maggior spicco il trattamento a nicchie, anche
allesterno ed anche in facciata, della superficie muraria, che configura la

nuova linea di ricerca della maniera matura sottolineata anche dalla


copertura a botte del corpo centrale della croce (nave maggiore e transetto).
Santa Maria degli Angeli (la Rotonda del Brunelleschi) (1434/36
incompiuta)
La rotonda di Santa Maria degli Angeli
l'unico edificio a pianta centrale
progettato da Brunelleschi senza
doversi misurare con strutture continue.
Dell'assetto originario resta, tra le varie
testimonianze, un disegno abbastanza
fedele di Giuliano da Sangallo.
La pianta ottagonale e su ciascun lato
si apre una cappella, circondata attorno
all'aula centrale da arcate e lesene in pietra serena. L'altare doveva trovarsi
probabilmente al centro, coperto da una cupola. Ciascuna cappella, di forma
quadrata con due nicchie ai lati che la facevano sembrare ellittica, aveva una
parete piana verso l'esterno, mentre negli spazi dei pilastri erano tagliate
nicchie esterne forse destinate ad essere decorate da statue. Le nicchie interne
dovevano essere in comunicazione l'una con l'altra, in modo da generare un
andamento circolare dello spazio.
Il genere della rotonda, inaugurato da Brunelleschi, ebbe particolare fortuna
dalla fine del XV secolo fino alla met del XVI, ispirando numerosi architetti e
ponendosi come momento iniziale della riflessione rinascimentale sulla pianta
centrale.
LEON BATTISTA ALBERTI
Leon Battista Alberti nacque a Genova nel 1404, fu una delle figure artistiche
pi poliedriche del Rinascimento. Un suo costante interesse era la ricerca delle
regole, teoriche o pratiche, in grado di guidare il lavoro degli artisti. Nelle sue
opere menzion alcuni canoni, ad esempio: nel De statua espose le proporzioni
del corpo umano, nel De pictura forn la prima definizione della prospettiva
scientifica e infine nel De re aedificatoria (opera terminata nel 1450) descrisse
tutta la casistica relativa all'architettura moderna, sottolineando l'importanza
del progetto e le diverse tipologie di edifici a seconda della loro funzione. Come
Vitruvio, egli scrive sui principi fondamentali dellarchitettura,
reinterpretandone le categorie sottolineando quanto il prestigio della forma
visibile sia necessario e faccia parte perci delle nuove ideologie civili.
Come architetto Alberti viene considerato, accanto a Brunelleschi, il fondatore
dell'architettura rinascimentale. La differenza essenziale tra i due si colloca
soprattutto sul piano geometrico: dove Brunelleschi ideava sempre spazi
tridimensionali, Alberti organizzava geometricamente le superfici
bidimensionali.

Firenze
Palazzo Rucellai (1447)
Nel 1447 gli venne commissionata la costruzione del
palazzo della famiglia Rucellai, esso si qualifica come
estensione del modulo classico oltre il nodo eccezionale
delledificio pubblico.
Gli elementi emergenti sono: il ritmo della facciata,
scandito dai moduli leggermente pi ampi su cui si aprono
gli ingressi, la sovrapposizione non canonica degli ordini,
che trae spunto dal Colosseo, ed infine la trattazione della
fascia basamentale con lalto zoccolo antiquario e di quella
terminale con trabeazione con fregio a mensole come nel
Colosseo.
Facciata Santa Maria Novella (1460)
lasciata incompiuta dal 1365 al primo ordine di
arcatelle, caratterizzate dall'alternarsi di fasce di
marmo bianco e di marmo verde, secondo la
secolare tradizione fiorentina. I lavori iniziarono
intorno al 1460. Si presentava il problema di
integrare, in un disegno generale e classicheggiante,
i nuovi interventi con gli elementi esistenti di epoca
precedente.Alberti inser al centro della facciata
inferiore un portale di proporzioni classiche, inquadrato da semicolonne, in cui
inser incrostazioni in marmo rosso per rompere la dicromia. Per terminare la
fascia inferiore pose una serie di archetti a tutto sesto a conclusione delle
lesene. il livello superiore, scandito da un secondo ordine di lesene che non
hanno corrispondenza in quella inferiore, sorregge un timpano triangolare,
mentre ai lati, due doppie volute.
La composizione con incrostazioni a tarsia marmorea ispirate al romanico
fiorentino, necessaria in questo caso per armonizzare le nuove parti al gi
costruito, rimase una costante nelle opere fiorentine dell'Alberti.
Mantova
S. Sebastiano (1460)
Il primo intervento mantovano riguard la chiesa di San Sebastiano, cappella
privata dei Gonzaga, iniziata nel 1460. L'edificio fece da fondamento per le
riflessioni rinascimentali sugli edifici a croce greca: infatti diviso in due piani,
uno dei quali interrato, con tre bracci absidati attorno ad un corpo cubico con
volta a crociera; il braccio anteriore preceduto da un portico, oggi con cinque
aperture. La parte superiore della facciata, spartita da lesene di ordine gigante,
originale del progetto Albertiano e ricorda un'elaborazione del tempio
classico, con architrave spezzata, timpano e un arco siriaco, a testimonianza
dell'estrema libert con cui l'architetto disponeva gli elementi a testimonianza

di un atteggiamento pi scenografico. Forse


l'ispirazione fu un'opera tardo-antica, come l'arco di
Orange.
S. Andrea (1470)

La chiesa a croce latina,


iniziata nel 1472, a navata
unica coperta a botte con
lacunari, con cappelle
laterali a base rettangolare,
inquadrate negli
ingressi da un arco a tutto
sesto, inquadrato da un
lesene architravate. Il tema
ripreso dall'arco
trionfale classico ad un solo
fornice come l'arco di
Traiano ad Ancona.
Per caratterizzare
l'importante posizione urbana,
venne data particolare
importanza alla facciata, dove
ritorna il tema dell'arco:
l'alta apertura centrale
affiancata da setti murari, con archetti sovrapposti tra lesene corinzie sopra i
due portali laterali. Il tutto, coronato da un timpano triangolare a cui si
sovrappone, per non lasciare scoperta l'altezza della volta, un nuovo arco.
Questa soluzione, che enfatizza la solennit dell'arco di trionfo e il suo moto
ascensionale, permetteva anche l'illuminazione della navata. Sotto l'arco venne
a formarsi uno spesso atrio, diventato il punto di filtraggio tra interno ed
esterno.

IL PALAZZO DUCALE DI URBINO


Tra il 1447 e il 1455 il duca Federico da Montefeltro, fa realizzare nella capitale
del suo stato, Urbino ,il nuovo palazzo di citt sulle preesistenze di quello
presente in precedenza. Si tratta di un unico complesso che nel suo insieme
diviene un brano di citt.

Il palazzo ha un impianto aperto e si inserisce


nellinsediamento sia dal punto di vista
planimetrico che orografico. Rispetto al vecchio
palazzo ,che presentava la facciata ad est, quello
del duca di Montefeltro si dispone con la facciata
ad ovest, cio verso Roma, realizzato con criteri
di aderenza al sito scosceso e alle esigenze del
paesaggio. Il grande edificio ingloba due lotti del
tessuto originario romano e medioevale ed il
percorso mediano diventa lasse monumentale
che traversa il cortile donore.
Fra le innumerevoli maestranze che furono
impiegate per la costruzione, spiccano i nomi di
tre architetti: il fiorentino Maso di Bartolomeo, il dalmata Luciano Laurana, il
senese Francesco di Giorgio Martini.
(1464) A Luciano Laurana si devono la facciata con i suggestivi torricini, lo
studiolo, e numerosi ambienti del piano nobile. Fulcro del nuovo assetto fu il
vasto cortile porticato, che raccordava gli edifici precedenti. Il cortile ha forme
armoniose e classiche, con un portico con archi a tutto sesto, oculi e colonne
corinzie al pian terreno, mentre il piano nobile scandito da lesene e finestre
architravate Da questo nucleo il palazzo venne poi dilatato verso la citt e in
direzione opposta. La facciata verso la citt ebbe una forma "a libro aperto" (a
"L") su piazzale Duca Federico, che venne appositamente sistemato da
Francesco di Giorgio Martini (1472) e in seguito chiuso sul lato nord dalla
fiancata del duomo. Il palazzo diventava cos il fulcro del tessuto urbano senza
operare strappi e sottomettendo, con la sua presenza, anche la vicina autorit
religiosa.
Termin la facciata a "L" su piazza Rinascimento, cur gli spazi privati
(decorazioni di finestre, camini, architravi, capitelli), gli impianti idrici, le logge,
la Terrazza del Gallo, il Bagno del Duca, il giardino pensile e forse il secondo
piano del cortile, oltre al raccordo con le strutture sottostanti fuori le mura. Ai
piedi del dirupo si trovava infatti un ampio spiazzo, detto "Mercatale" poich
sede di mercato, dove Francesco di Giorgio cre la rampa elicoidale, che
permetteva a carri e cavalli di raggiungere il palazzo e la "Data" (o "Orto
dell'Abbondanza"), nonch le grandi scuderie e stalle poste a met altezza, nel
seminterrato.

La citt nei trattati

Il rinascimento anche lepoca dei trattati sulle citt, dove i trattatisti ,in
genere architetti, filosofi o ingegneri militari ,elaborano nuove teorie sulla citt
e sul modo di progettarla.
-Leon Battista Alberti ,nel 1450 produce un trattato dedicato agli architetti e
progettisti di citt.
Nel suo trattato, Alberti ,sottolinea limportanza dei rettifili viari in termini di
areazione ed illuminazione ma anche le qualit estetiche che la citt deve
avere tenendo conto degli spazi dedicati allo svago come le piazze per il
passeggio o i giardini. Sostiene anche lutilit degli orti urbani inseriti nella
trama viaria.
-Francesco di Giorgio Martini, nella seconda met del 400 elabora alcuni
trattati di architettura civile e militare dove distingue nettamente la citt
allinterno delle mura, caratterizzata dalla bellezza degli ornamenti ,e le mura
stesse come elemento autonomo che influiscono maggiormente nella forma
urbis. Considera inadatto un circuito murario circolare, mente ritiene pi
congeniale una cortina muraria romboide. Lautore teorizza anche la
disposizione delle varie attivit allinterno del tessuto urbano, suggerendo
lubicazione delle attivit non nobili come fabbri e falegnami, non pi nelle vie
principali ma nelle loro prossimit, mentre la piazza principale deve essere
ornata di onorevoli esercizi.
-Leonardo da Vinci, durante il suo soggiorno in Francia nel 1516 presso la corte
di Francesco I, in un suo trattato, aveva ipotizzato una differenziazione dei
percorsi e delle piazze, progettando una piazza sopraelevata per il potere
istituzionale ed una pi bassa di quota per le attivit di mercato.
-Tommaso Moro, nel 1516 produce un trattato dove accentra la sua attenzione
sullaspetto sociale e politico della citt. Il testo tratta dellorganizzazione
teorica e utopica di un isola in cui abolita la propriet privata .Anche lui
sottolinea limportanza della forma quadrangolare delle mura e suggerisce
lubicazione dei macelli ed ospedali fuori dal circuito murario.
Pienza
Tra il 1459 ed il 1464,Enea Silvio Piccolomini con il nome di Papa Pio II, passer
alla storia per un intervento urbano straordinario nella sua citt natale, che da
Corsignano (Toscana) cambier il nome appunto in Pienza. Il progetto consiste
nella realizzazione di un nuovo centro civico altamente intriso di valori
simbolici. Su unantica strada dallandamento curvilineo vengono realizzati un
Duomo, il palazzo Piccolomini, ed il nuovo arcivescovado. Si crea una piazza di
forma trapezoidale, peculiarit della cultura rinascimentale, questa forma a
trapezio deriva dal teatro: poich la scena trapezoidale e la scenografia va
esaltata nei fronti. La chiesa ha un impianto gotico-germanico (allenkierke) 3
navate tutte della stessa altezza, con facciata rinascimentale con travertino
proveniente direttamente da Roma.

Questo uno dei primi progetti di apertura verso il paesaggio, accentuato dal
particolare Palazzo Piccolomini: edifici a C con corte interna, la facciata,
rivolta verso la valle, completamente loggiata e la particolarit sta al piano
terra che ospita una terrazza belvedere.

Roma
Nella seconda met del 400 la citt di Roma subisce determinati assetti
urbanistici,per volont di papa Niccol V prima, e papa Sisto IV poi. Niccol V si
occupa di fortificare gli argini del Tevere e di creare tre nuove vie parallele
rettilinee in direzione dei tre principali accessi alla cittadella vaticana ,e del
restauro delle mura. Sisto IV invece, in occasione del giubileo del 1475
concentrer la sua attenzione sulla rete viaria continuando in parte il progetto
delle tre strade di Borgo del suo predecessore Niccol.
anche i successivi papi come Alessandro VI e Giulio II si concentrano su
importanti aperture viarie come la via alessandrina e via Giulia. Sar con Leone
X che si avr lurbanizzazione delle tre strade convergenti piazza del popolo
facendo diventare lo schema a tridente un modello urbanistico largamente
imitato e diffuso.
Infine une dei pi importanti e conosciuti interventi urbani nella Roma
Rinascimentale la risistemazione di piazza del Campidoglio per opera di
Michelangelo,c he si occup di creare un nuovo accesso a palazzo senatorio
rivolgendolo verso il vaticano e con una doppia scalinata,l a realizzazione di
palazzo nuovo in maniera speculare al gi esistente palazzo dei conservatori
venendo cos a creare una piazza trapezoidale con la statua di Marco Aurelio al
centro e la sistemazione a scalinata della salita della cordonata.
GIULIANO DA SANGALLO
Tra i migliori continuatori di Brunelleschi ed Alberti nella seconda met del XV
secolo, fu architetto prediletto di Lorenzo il Magnifico, pioniere nello studio
delle antichit classiche, progettista di opere assunte come modello nelle linee
di ricerca dell'architettura rinascimentale, innovatore nell'ingegneria militare.
Fra le opere pi importanti ricordiamo: Santa Maria delle Carceri e Villa
Medicea.
Santa Maria delle Carceri- Prato (1484/1492)
Lorenzo de' Medici impose quello redatto su sue indicazioni dal suo architetto
preferito Giuliano da Sangallo, che realizz una chiesa, ispirata alla Cappella
Pazzi di Filippo Brunelleschi. Pianta croce greca, sormontata da una cupola
strutturata da costoloni che individuano lunette traforate da oculi. C un
enorme contrasto fra la ricchezza decorativa interna, ed una semplicit esterna
che divide la facciata in 3 parti, p.t. paraste doriche, p.s. paraste pi corte

ioniche e termina con timpani triangolari.


Individuati secondo la tradizione del romanico
toscano, da riquadrature di marmo scuro.
La chiesa di Prato si pone come una delle pi
compiute formule di ricerca intorno alla pianta
quadrata, tema discusso ampiamente nel
Rinascimento.

Villa Medicea- Poggio a Caiano


Prototipo della villa rinascimentale italiana;
commissionata da Lorenzo nel 1480, la villa
incarna il prestigio economico, politico e sociale
del proprietario.
Il nitido volume squadrato della costruzione, a due
piani con la pianta a forma di H inscritta in un
quadrato, si innalza su un ampio porticato che lo
circonda su ogni lato. Fondamentale per
l'originalit della soluzione il riferimento all'architettura classica, evidente
nell'elegante fronte di tempio ionico posto al centro della facciata. L'allusione al
tempio ulteriormente rafforzata dalla presenza nell'architrave di un fregio in
terracotta invetriata che illustra, mediante una serie di simboli e allegorie tratti
dalla mitologia antica, il tema dell'ineluttabile scorrere del tempo e il ritorno
all'et delloro, con allusione esplicita alla pace e al benessere arrecati a
Firenze dal governo di Lorenzo il Magnifico. Per questi elementi la villa Poggio a
Caiano rappresenta unassoluta novit nella storia di questa tipologia
architettonica, costituendo un diretto precedente della villa-tempio palladiana.

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