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IL PRIMO RINASCIMENTO

CHE COS’E’ IL RINASCIMENTO ?

Il Rinascimento è una grande stagione artistica nata all’inizio del XV secolo e durata per duecento
anni. L’origine del termine risale all'ottocento e si riferisce alla rinascita della cultura greco-latina del
secoli XV e XVI. La prima esposizione sistematica del concetto di “Rinascimento” è avvenuta,
tuttavia, molto prima dell’ottocento nel trattato più importante di Giorgio Vasari: era un classicista del
rinascimento che dopo il medioevo considerava la ripresa dell’arte classica come una rinascita vera e
propria dell’arte dato che la considerava come l’unica autentica.

Il giudizio di Vasari fu ampiamente condiviso nei secoli successivi ma ad oggi è un concetto superato:
sono state riconosciute forme di cultura classicista precedenti al Rinascimento come le tendenze
naturalistiche nel gotico francese del Duecento o nell’arte di Giotto. E’ vero, tuttavia, che ige un
enorme differenza fra il Rinascimento e le “rinascenze” medievali appena accennate: gli artisti del
Rinascimento proposero, per la prima volta, una vera e propria rielaborazione del modello classico,
oggetto di discussioni, studi e importanti trattati. Di tale modello si riconobbe la grandezza e lo
riproposero adattandolo alle necessità della loro epoca.

Gli studiosi concordarono nel fissare la data di “inizio” del Rinascimento nel 1401, anno del concorso
per la seconda porta del Battistero di Firenze. Meno accordo c’è sulla data finale: alcuni la collocano
nel 1595, anno in cui Caravaggio si trasferì a Roma, altri nel 1564, anno in cui morì Michelangelo.
Un convenzione di studio divide il Rinascimento in due parti: il primo Rinascimento occupa il
quattrocento, mentre il secondo Rinascimento occupa il cinquecento ed è conosciuto anche come
Rinascimento maturo.

CLASSICISMO, PROSPETTIVA E PROPORZIONI

La componente connotativa del Rinascimento fu la riscoperta dell’antico. La stagione rinascimentale


fu segnata dalla corrente dell’Umanesimo, movimento fondato sulla riscoperta della letteratura
classica.

Gli intellettuali umanisti, ricollegandosi al mondo antico, elaborarono una nuova visione dell’uomo
che caratterizzò ogni aspetto del Rinascimento: in particolare Marsilio Ficino e Agnolo Poliziano
esaltarono la figura dell’uomo come punto d’incontro tra il cielo e la terra. Gli artisti rinascimentali si
appropriarono del linguaggio classico riconoscendone la grandezza: pittori, scultori e architetti,
tuttavia, non intesero mai “copiare” l’arte greco-latina, ma adattare il suo linguaggio alle esigenze
espressive della loro epoca.

LA PROSPETTIVA

Lo studio dell’arte classica portò gli artisti ad un nuovo interesse per lo studio della prospettiva e delle
proporzioni: la prospettiva è un metodo scientifico, quindi una serie di regole geometriche e
matematiche, per rappresentare oggetti tridimensionali su un piano bidimensionale. Fino alla fine del
XIV secolo era stata utilizzata una prospettiva intuitiva, fu Brunelleschi a mettere a punto delle vere e
proprie regole matematiche per una prospettiva corretta. Il suo sistema rispondeva non solo
all’esigenza di rappresentare la profondità ma anche le corrette proporzioni degli edifici. Non sono
arrivate fino a noi delle fonti che testimoniano gli studi teorici ma esistono due tavolette, realizzate dal
maestro, che rappresentano da una fissa angolazione una Veduta della Signoria a Firenze e una Veduta
del Battistero, in cui furono usate le regole teorizzate.
Il metodo di Brunelleschi fu presto appreso dai suoi amici: Donatello e Masaccio lo utilizzarono da
subito e Alberti lo descrisse nel suo trattato “De Pictura”. Le applicazioni della prospettiva di
Brunelleschi mostrarono chiaramente la forza intellettuale di questo sistema di rappresentazione.

Nel “De Pictura” Alberti spiegò che la prospettiva centrale è l’immagine ottenuta intersecando con un
piano la “piramide visiva”. Il piano si trova tra l’osservatore e l’oggetto. Nel disegno, l’effetto di
profondità è ottenuto con il decrescere delle figure verso un “punto di fuga”. La prospettiva di oggetti
visti in posizione angolare necessita di due punti di fuga distinti.

LE PROPORZIONI

Alberti e Piero della Francesca, con alcuni matematici, affrontarono anche la questione delle
proporzioni: durante l’età classica queste rispettavano già una serie di proporzioni matematiche, ne è
un esempio la sezione aurea.

Gran parte delle proporzioni utilizzate dagli antichi erano state dimenticate. Era, quindi, compito degli
artisti rinascimentali riscoprirle. Pittori e scultori del Rinascimento cercarono un risultato estetico
cercando di correggere le vere proporzioni umane secondo le regole dell’uomo vitruviano (a gambe e
braccia aperte inscrivibile in una circonferenza e un in quadrato). Magistrale è la rappresentazione
grafica dell’uomo vitruviano che diede Leonardo da Vinci che collocò, inoltre, l’ombelico in modo da
formare una sezione aurea.

Alberti propose la suddivisione del corpo umano in 6 piedi. Con questo sistema differenziato, Alberti
mirò a fornire uno standard valido universalmente. Piero della Francesca studiò minuziosamente il
volto e vari tipi di cranio. Il pittore Durer adottò il canone della testa come ⅛ dell’altezza. Più tardi
Durer rinunciò al mito di una bellezza unica concludendo che nessuno può fornire un giudizio su quali
siano le corrette proporzioni umane. Così nei suoi libri fornì una lunga serie di figure femminili e
maschili servendosi del metodo dei 6 piedi di Alberti.

Nel campo dell’architettura la faccenda era altrettanto complessa: ci vollero diverse generazioni di
architetti per riscoprire le corrette proporzioni degli ordini architettonici greco-romani. Tuttavia,
alcuni artisti pensarono che le proporzioni architettoniche fossero legate a quelle del corpo umano,
come Francesco di Giorgio Martini, che progettò le piante delle chiese come se fossero circoscritte a
figure umane. I diversi studi riguardanti le proporzioni del periodo rinascimentale condizionarono
l’architettura fino al XIX.

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