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L' IMMAGINARIO BAROCCO

Il XVII secolo si apre con un profondo cambiamento del gusto e dello stile. Si tratta di una
rivoluzione che verrà a piena maturazione nel corso del Seicento. "Barocco" è il termine che
designa il fenomeno culturale che attraversa l'intero secolo e che si afferma in una dimensione
europea con diverse sfumature nei diversi paesi. Ancora controversa è l'etimologia della parola
"barocco", alcuni fanno discendere il termine dal francese baroque, altri ipotizzano che il termine
sia una derivazione dal latino medievale che lo usava per indicare un ragionamento sillogistico
della filosofia scolastica. In entrambi i casi si insiste sull'idea chiave dell'artificio e dell'irregolarità,
idea utilizzata in senso negativo e polemico a partire dal Settecento. Solo all'inizio del ventesimo
secolo il termine si liberò del suo significato negativo. Si aprì una nuova stagione critica che
consentì di studiare tutte le manifestazioni artistiche del 600, individuandone i tratti di azione
rispetto alla tradizione. Ciononostante nell'uso attuale permane ancora una certa oscillazione tra le
diverse accezioni del termine che può essere usato:
- per indicare semplicemente il fenomeno culturale
- indicare una forma dell'immaginario caratterizzata da elementi bizzarri e artificiosi.
Il Barocco è connotato per il fatto eccessivo e per una manifestazione tutta esteriore, funzionale a
suscitare la sorpresa e la meraviglia dell'osservatore. Eppure l'immaginario barocco rivela
implicazioni ben più profonde e rivoluzionarie e se Infatti comporta una diversa percezione del
tempo e dello spazio e una conseguente trasformazione delle immagini della realtà e della
posizione dell'uomo in un Cosmo sconfinato. Per questi aspetti la nuova sensibilità si collega con
le importanti scoperte scientifiche e astronomiche che caratterizzeranno il secolo XVII mamma
hanno che la scienza fa progressi più incerto si fa l'atteggiamento dell'uomo. Nel corso del
Cinquecento le grandi scoperte geografiche avevano allargato i confini del mondo; il 600 va oltre
producendo una nuova iconografia dell'universo scaturita dalle osservazioni astronomiche. La
rivoluzione scientifica trova conferme alla tesi eliocentrica già avanzata Nel 500 dall' astronomo
polacco Copernico: al centro del sistema non c'è la terra ma il sole con intorno gli altri pianeti. Le
orbite rivelano che la loro è traiettoria. Nel passaggio dal cerchio al elisse si produce un
progressivo allontanamento dal centro Punto nello stesso momento il cannocchiale consente agli
astronomi di avvicinare all'occhio umano il lontano è lontanissimo. L'universo si mostra non più
concluso ma in espansione.di fronte a tali novità diventa legittima l'inquietudine della mente umana
che si avverte smarrita Mentre mutano ai suoi occhi i tradizionali punti di riferimento. Tale
inquietudine espressa dal filosofo Giordano Bruno punto anche il corpo umano e le sue parti sono
fatti oggetto di una nuova Attenzione che condurrà a importanti scoperte nell'ambito dell'anatomia
e della fila filo solo fisiologia. William Harvey scopre la circolazione del sangue. Harvey giungere
alle sue conclusioni basandosi sugli studi anatomici e sulla fisiologia aristotelica Mari lì a poco
medici e Biologi potranno avvalersi di nuovi dispositivi tecnici di notevole precisione come un
microscopio. Tutte queste scoperte
non fanno che confermare la varietà infinita e l'instabilità del reale. Se fino ad allora il pensiero
religioso e filosofico di derivazione platonica e aristotelica si erano trovati d'accordo nel parlare di
forma sostanziale stabile immutabile béla che il principio motore delle cose è il movimento. A
questa viva percezione di un movimento e di un dinamismo si accompagna la consapevolezza
della fugacità del tempo. L'uomo barocco a fortissimo il sentimento di questa transitorietà
dell'essere e la rappresenta attraverso gli oggetti. Dietro questa percezione tragica c'è ancora una
volta il progresso tecnico e scientifico, se l'orologio meccanico e invenzione precedente l'arte
dell'orologeria conosce in questo periodo notevoli sviluppi. Se da un lato l'uomo barocco è
ossessionato dal tempo dall'altro cerca di dominarlo. Nell'immaginario barocco sono compresenti
una visione inquieta della vita e lo sforzo di dare un ordine razionale ai frammenti sfuggenti di cui Il
cosmo si compone punto è il secolo in cui si dà Massimo spazio all'immaginazione e devi quello
della rivoluzione scientifica e della nascita del metodo sperimentale. Osservando il Cosmo e la
natura il Barocco scopre nel mondo il fluire di un'energia inesauribile conferita da Dio e dotata di
una creatività infinita. Questa visione alimenta la concezione della natura creatrice caotica e
mutevole punto di fronte a un mondo naturale dominato dal principio della metamorfosi prevale un
approccio nuovo i legami tra le cose non discendono più da un ordine gerarchico stabilito dal
creatore ma andranno cercati E persino ricreati attraverso le doti dei sensi e dell'ingegno umano.
La natura diventa un immenso teatro di cui l'uomo è un tempo spettatore e attore l'essere umano
ha lasciato libero il centro della scena che viene occupato dalla natura, Anzi da uno spettacolo
naturale infinitamente vario è basso punto nella rappresentazione di questo spettacolo domina
l'illusione ottica che trova espressione anche nell'architettura. Nel barocco tutto si fa teatro, il culto
per la rappresentazione e la pensione non si limita al solo palcoscenico teatrale ma la scena si
estende e si dilata sino a comprendere l'intera realtà. In una società che impone regole e codici ridi
e raffinati l'individuo è chiamato a indossare una maschera e a interpretare il proprio ruolo
prendendo parte alla rappresentazione. Sotto il velo dell'esibizione e della rappresentazione
esteriore la cultura seicentesca nasconde la tendenza opposta verso un profondo misticismo è un
ripiegamento negli spazi dell'interiorità. Se il mondo si rivela essere costituito da una varietà
inesauribile di fenomeni diventa più complesso per venire a una visione unitaria. Le reazioni a
questa verità si sviluppano in due diverse direzioni diverse che possono arrivare a dialogare tra
loro punto da un lato ci sono gli scienziati che porranno la questione in chiave epistemologica
attraverso il metodo sperimentale, dall'altro ci sono gli artisti che cercheranno sintesi attraverso la
retorica servendosi dell'intuizione e dell'immaginazione cogliendo i legami tra realtà oggetti e
fenomeni Grazie allo strumento della metafora Ardita. Lo scopo è quello di suscitare la meraviglia
dell'osservatore e la meraviglia si candida a diventare un veicolo conoscitivo. Il passo
fondamentale compiuto dall'arte del Barocco consiste nella formazione irreversibile del valore
autonomo dell'immagine come prodotto della mente. La nuova visione del cosmo e della natura
pervade pervade l'immaginario che è attraversato da l'idea del movimento.
Questi principi influenzano la percezione della realtà e gli stessi canoni estetici. L'estetica del
barocco si caratterizza per il superamento dei canoni del classicismo rinascimentale: a limitazione
si contrappone la creazione del nuovo punto il bello non si riconosce più nei valori dell'Armonia e
dell'equilibrio è nella perfetta proporzione delle forme e delle linee ma nei nuovi criteri del regolare.
Questi principi esprimono la concezione della vita come processo e divenire continuo. Il gusto per
Le nature morte per il tema delle Rovine Domina Nella pittura seicentesca. In un certo senso la
categoria del tempo entra a far parte della Dimensione artistica ed estetica e influenza l'idea del
bello punto in questo momento anche il mostruoso trova una sua legittimazione artistica.

LA LETTERATURA E LE FORME : RETORICA E LIRICA BAROCCA

Le nuove visioni del mondo, la nuova realtà sociale, l'apposizione inedita che va che assume il
poeta rendono acuto il contrasto tra il tempo presente quello passato, che si risolve nella
rivendicazione della della novità della letteratura moderna e della sua diversità. Le nuove poetiche
sorte nel barocco hanno come denominatore comune il ripudio del classicismo e del principio di
imitazione tipici della cultura rinascimentale. Alla stazione della regola e dei principi si oppone la
valorizzazione dell'ingegno del singolo e della sua capacità creativa si afferma quindi l'idea che
l'originalità dei moderni li renda superiori agli antichi e che nuovo sia preferibile al classico. La
natura non può essere quindi oggetto di imitazione ma l'artista Barocco si pone lo scopo di
ricrearla. Il principio rinascimentale della convivenza dell'utile e del dilettevole e definitivamente
superato in favore di una poetica di stampo nettamente edonistico non sono l'utilità morale né il
fine pedagogico a guidare gli scrittori ma l'intento di procurare piacere nel pubblico attraverso il
nuovo e il meraviglioso. Giovan Battista Marino incarna questa capacità di suscitare la meraviglia
dello spettatore. Lo strumento attraverso cui si realizza questa nuova concezione dell'arte è la
metafora, frutto di una brillante intuizione dell'ingegno. Questo concetto nasce dall'accostamento di
immagini in congruenti tra i quali la mente del poeta stabilisce segreti collegamenti.
L'effetto di meraviglia suscitato nell'osservatore è una conseguenza immediata di questa pratica.
Le manifestazioni esteriori non sono che la superficie visibile di una segreta piega del dell'essere
posto di fronte a una natura in continuo movimento l'uomo Barocco si confronta con una realtà
molteplici e spesso caotica, che gli impone di collegare gli elementi isolati del reale attraverso
un'operazione celebre e intellettuale. Creare connessioni e stabilire le relazioni tra i frammenti
dispersi di un universo sono un modo per dare dall'esterno un significato all'esistente. Il valore
della metafora o va oltre la sua qualità e formativa è stata solo una funzione conoscitiva diventa
quindi uno strumento di conoscenza del reale. Il lettore spettatore viene coinvolto in una continua
sfida interpretativa e chiamata a collaborare nella creazione del significato e alla scoperta delle
1000 forme con cui la realtà si offre i suoi occhi punto la crisi dei sistemi tradizionali alla ricerca del
possibile significato rivelano un senso tragico del vivere attraversato dall'illusorietà e dalle in
sicurezza della vita. Tra le opere più rappresentative della precettistica barocca c'è il cannocchiale
aristotelico di Emanuele Tesauro. Egli tenta di coniugare le novità barocche con alcuni elementi
ritenuti ancora validi della retorica classica, opponendo alla forza dirompente del Barocco una
nuova tensione all'ordine. Il passato non viene rifiutato ma riassorbito. Il titolo è costruito in una
sorta di ossimoro culturale che tiene insieme il cannocchiale, strumento moderno, e il richiamo di
Aristotele, la cui retorica è considerata da Tesauro "limpidissimo cannocchiale per esaminare tutte
le perfezioni e le imperfezioni dell'eloquenza". L'immagine del cannocchiale dimostra una
convergenza tra scienza seicentesca e poesia barocca.
Tra i generi letterari che troviamo in epoca barocca c'è la lirica e l'epica, entrambe saranno al
centro di un profondo rinnovamento che riguarda tanto le forme quanto i temi, come dimostra il
poeta Giovan Battista Marino. Parte del suo successo si basa sulla rivendicazione della novità e
sulla contestazione dei modelli tradizionali. Si manterrà l'influenza della lirica di Tasso e del
modello pastorale rappresentato da Tasso nell'Aminta e da Pastor fido di Battista Guarini. Il
rinnovamento del codice lirico si definisce sia sul piano retorico, sia su quello organizzativo grazie
all'utilizzo della metafora e del concettismo. Il concettismo è un aspetto tipico dell'età barocca e
consiste nell'abuso delle figure retoriche. Attraverso l'utilizzo di questo elemento il linguaggio
poetico si impreziosisce ma diventa più difficile da comprendere. Nelle scelte metriche si
privilegiano il sonetto, l'ode e il madrigale. Sul piano tematico domina il gusto per l'eccentrico, il
bizzarro e lo stravagante. Anche quando si rivisitano i topoi tradizionali come il tema della bellezza
femminile che viene rinnovato da di spazio alla lode di singoli particolari anatomici, scelti secondo
modalità inconsuete o ancora rovesciati fino a elogiare il brutto, il deforme e il difettoso. Dalle
donne lo sguardo poetico si sposta sugli oggetti comuni o sul modo femminile. Si assiste a
un'inedita estensione del canone del "poetabile"ma un canone tematico così vasto, riflette una
mentalità incapace di sintesi e intenta a inventariare ogni minuzia in una sorta di catalogo
dell'universo, come museo ideale, in una camera delle meraviglie dove gli oggetti
decontestualizzati diventano emblemi, allegorie di temi come l'effimero, la vanità e il senso di
morte. Per questa via si fa strada una lirica che si apre alla meditazione morale e religiosa
dell'esistenza umana. Su un altro versante la rivoluzione scientifica mette a disposizione dei poeti
una gamma di macchine sorprendenti. L'attenzione è concentrata sul particolare, non c'è più una
organicità ma una frammentarietà, tutto questo perché la realtà è considerata frammentaria,
molteplice e caotica. Ogni lirica è da considerarsi separata dalle altre nonostante facciano parte di
una stessa raccolta.
GIOVAN BATTISTA MARINO

Giovan Battista Marino nasce a Napoli nel 1560 e, avviato dal padre agli studi legali, gli abbandona
per dedicarsi all'attività letteraria. Nel 1600 fugge a Roma, dove si ferma fino al 1605, al servizio
del cardinale Pietro Aldobrandini e pubblica le prime Rime. Nel 1608 è a Torino, alla corte del duca
Carlo Emanuele I. L'anno seguente viene coinvolto in una contesa, con il poeta Gaspare Murtola,
segretario del duca, dalla quale nascono i sonetti della Murtoleide cui il rivale risponde con una
Marineide. Nel 1610 Marino diventa il poeta ufficiale di Carlo Emanuele I; ma nel 1612, accusato di
aver composto dei versi offensivi nei confronti del duca, viene imprigionato per alcuni mesi.
Tornato a corte, nel 1614 pubblica le sue liriche sotto il titolo La Lira e le Dicerie Sacre. Ormai
famoso viene chiamato alla corte francese da Maria de' Medici e si trasferisce a Parigi. Qui si
dedica alla stesura di alcune sue opere come l'Adone che verrà pubblicato nel 1623, con una
dedica a Luigi XIII re di Francia. In questo stesso anno ritorna a Napoli dove morirà nel 1625.
Mario pubblica le sue Rime in 3 edizioni diverse : nel 1606 in due volumi, nel 1608 in un volume
unico e nel 1614 nella versione completa con il titolo La Lira. La raccolta mette insieme canti
d'amore e di guerra e mostra il debito mariniano nei confronti di Tasso e Guarini. Il tema amoroso
è trattato in chiave antipetrarchista, prediligendo una rappresentazione erotica e sensuale. In
chiaro contrasto con il mondo poetico di Petrarca, lo sguardo di Marino è tutto esterno di modo che
il tema amoroso è totalmente proiettato nella dimensione esteriore. Tipicamente concetti sta è la
varietà tematica della lirica di Marino che si apre al al macabro alla poetica della meraviglia e
all'insù Ale punto egli afferma che la capacità principale richiesta il poeta è quella di stupire per
suscitare la sorpresa e la meraviglia dello spettatore. In quest'ottica la sola regola che il poeta è
chiamato a seguire è quella di saper rompere le regole. La spregiudicatezza di Marino si
materializza in quella che egli stesso definisce la lettura fatta col rampino: i testi degli autori classici
e moderni costituiscono per lui un serbatoio immenso da cui attingere a piene mani. Il rapporto di
Marino con i modelli non si fonda sull'ossequio ai classici in nome del principio umanistico
dell'imitazione ma si ispira a un atteggiamento che si potrebbe definire metaletterario. La
letteratura nasce da altra letteratura, in questo modo il poeta riesce a dare nuova forma alle cose
vecchie e a vestire di vecchia maniera le cose nuove.

L'ADONE

Nella produzione letteraria del Seicento mantiene uno spazio rappresentativo anche il poema. La
sopravvivenza di questo genere è legata alla dimensione ancora elitaria e aristocratica della
creazione letteraria, che continua a trovare nelle corti uno degli ambienti di sviluppo principali. Ma
anche il Poema è investito da una profonda trasformazione: cambiano infatti lo statuto del genere,
le sue caratteristiche formali e anche la sua finalità. Il poema secentesco dilata enormemente il
suo spazio, moltiplica i centri d'interesse e si apre a digressioni continue e capricciose. Venuto
meno l'impegno etico e il coinvolgimento attivo degli scrittori nel grande progetto politico-religioso
della Controriforma, il poema abbandona i caratteri eroici ed epici per venire incontro ai nuovi gusti
di un pubblico che non ama regole e norme, ma è incline alla meraviglia, all'eccentrico e al
bizzarro. Anche sul versante dell'epica Marino ingaggia una vera e propria sfida nei confronti dei
modelli della tradizione, in primo luogo con l'epica tassiana. Egli progetta un poema eroico dal
titolo Gerusalemme distrutta il cui piano rispecchia l'intento di emulazione della Gerusalemme
conquistata di Tasso, mentre il titolo, , ne dichiara il rovesciamento tematico. L'Adone fu pubblicato
a Parigi nel 1623 con una dedica al re di Francia Luigi XIII. Per il sensualismo e l'edonismo che lo
attraversano il poema fini all'Indice nel 1624. La struttura è organizzata in 20 canti con un totale di
5033 ottave, che fanno dell'Adone il poema più lungo della letteratura italiana. La vicenda ha come
prima fonte d'ispirazione le Metamorfosi di Ovidio.

TRAMA

Per vendicarsi di un torto ricevuto dalla madre Venere, Cupido fa approdare il bellissimo Adone a
Cipro. Il giovane si addormenta in un boschetto, dove lo sorprende Venere: i due si innamorano.
Rientrato nel palazzo, Adone è intrattenuto prima da Cupido, poi da Mercurio, Quindi il giovane si
addormenta di nuovo e al risveglio si ritrova con Venere nel giardino del Piacere. La coppia passa
in rassegna l'intero giardino e è congiunta in matrimonio da Mercurio. Dopo una visita all'isola della
Poesia, la coppia intraprende un viaggio celeste. Nel frattempo Marte, amante di Venere, scopre di
essere stato tradito e decide di vendicarsi. Per salvare Adone dalla sua ira, Venere lo fa fuggire. Il
giovane incappa in una serie di disavventure, ma alla fine fa ritorno a Cipro, dove può godere
liberamente con Venere del suo amore. Quando però la dea lascia l'isola per partecipare a una
festa, Marte coglie l'occasione per vendicarsi del tradimento subito e, insieme a Diana, aizza
contro Adone un feroce cinghiale. La morte di Adone, cui Venere assiste addolorata, è seguita dai
suoi funerali. La struttura dell'Adone riflette la nuova sensibilità barocca, protesa al multiforme e al
policentrico. L'opera non segue un andamento consequenziale, ma presenta digressioni e episodi
secondari, mostrando una palese eccentricità rispetto alla tradizione. L'Adone non riflette alcuna
volontà di organizzazione logica e di compattezza formale, e si presenta come montaggio di infinite
storie autonome. Come il sistema planetario intuito da Keplero, disegna una spazialità ellittica, che
non gira più intorno a un unico centro ma si muove intorno a più centri. La componente idillica, ha
qui il definitivo sopravvento su quella epica, del tutto svuotata di ogni possibile senso residuo. Se
nella Gerusalemme liberata primeggiava l'intreccio tra storia e religione, nell’Adone domina il
connubio tra mitologia ed edonismo. La dimensione privata e affettiva dei personaggi, diventa con
Marino protagonista indiscussa: Adone è un poema di pace e non di guerra. Essendo incentrato
sulla vicenda dell'amore di Venere per Adone, l'azione stessa risulta inesistente. Con apparente
contraddizione, è Marino stesso a indicare il poema epico, come modello di riferimento del suo
Adone. I tratti formali e retorici si richiamano in effetti al genere epico. La struttura del poema
epico viene stravolta, privata della dimensione etica e condotta in più casi alla trasformazione
parodica dei suoi elementi tipici. Marino porta a compimento il tema dell'eroe effeminato. Adone
subisce una trasformazione che ne depotenzia la natura eroica e virile, dal modello tassiano, non a
caso, Marino trae i momenti lirici, erotici o patetici, non quelli epici, i quali, sopravvivono
esclusivamente nei modi della metafora: il conflitto tra Mori e Cristiani, ad esempio, è
rappresentato nell'opposizione di bianco e nero di una partita di scacchi. La vicenda del poema
non è priva di possibili implicazioni di natura allegorica: la sua morte, ha tutti i caratteri di un
sacrificio che, ricorda la passione e la morte di Cristo, che si immola per amore dell'umanità.

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