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ARCHITETTURA IN VETRO

L'architettura in vetro ha radici che affondano nei primi anni del Novecento, quando Émile
Fourcault, un innovatore belga, introdusse nel 1913 lastre di vetro lucide prodotte meccanicamente.
Il suo metodo, consistente nell'immergere un blocco di materiale refrattario nel vetro fuso e tirarlo
verso l'alto attraverso una fessura, segnò un passo avanti, nonostante presentasse un leggero
movimento ondulatorio lungo la direzione di tiratura.

Successivamente, miglioramenti nei processi di produzione del vetro hanno contribuito a ridurre i
costi e aumentare la velocità di produzione. La metà del XIX secolo ha visto l'introduzione delle
prime lastre di vetro praticabili in telai di metallo, utilizzate per illuminare piani seminterrati. Nel
1907, Friedrich Keppler presentò il concetto di "vetrocemento armato", consentendo la creazione di
grandi strutture trasparenti con scanalature laterali nelle mattonelle aderenti a travi di cemento
armato.

Durante la rivoluzione industriale, l'utilizzo del ferro nella costruzione ha portato a una significativa
evoluzione nell'architettura esterna. Lo scheletro di ferro, un'innovativa struttura portante, ha
rivoluzionato il modo in cui le pareti esterne degli edifici sono concepite. Invece di svolgere solo
una funzione portante, le pareti sono diventate principalmente mantelli di vetro, contribuendo a
una dissoluzione progressiva del concetto tradizionale di pareti strutturali.

In Inghilterra, durante la rivoluzione industriale, le filande distrutte dagli incendi nel XVIII secolo
hanno portato alla sostituzione delle strutture a scheletro di legno con strutture in ghisa, aprendo
la strada a pareti esterne con tamponamenti di vetro. Negli Stati Uniti, l'ingegnere James Bogardus
ha introdotto il ferro in edilizia nel XIX secolo, permettendo la realizzazione di maestose finestre
anche nei piani a livello del terreno.

Il Palazzo di Cristallo a Londra, costruito per l'esposizione mondiale del 1851, rappresenta un punto
culminante dell'architettura prefabbricata e della composizione per elementi. Progettato da Joseph
Paxton, l'edificio con struttura in ferro e vetro ha segnato un'innovazione strutturale ed economica,
introducendo un'atmosfera leggera e liberatoria attraverso il suo manto di vetro. Questo ha
contribuito non solo all'evoluzione strutturale, ma ha anche generato spazi completamente nuovi,
sfumando i confini tra interno ed esterno nel contesto dell'architettura del XIX secolo.

L'incremento demografico, le migrazioni dalle campagne alle città e la costante riduzione dei
terreni edificabili urbani nei centri come New York e Chicago hanno portato a un aumento
dell'altezza degli edifici. I grandi incendi di Chicago nel 1871 e nel 1874, che distrussero molti
edifici di legno, evidenziarono le debolezze delle strutture di ferro non protette. Questo evento fu
seguito da un boom edilizio senza limiti.

Gli architetti della "Scuola di Chicago" come Burnham, Holabird & Roche, Jenney, Root e Sullivan,
svilupparono la prima generazione di grattacieli. La concezione della "parete esterna" variava
notevolmente da architetto ad architetto, spaziando da pareti in muratura con facciate forate, pareti
esterne autoportanti fino al puro tamponamento della griglia portante di acciaio.

L'incremento dell'altezza degli edifici è stato influenzato dalla tecnologia edilizia esistente, dalle
invenzioni come l'ascensore elettrico di sicurezza (Otis 1852) e dallo scheletro di acciaio
antincendio. Le fabbriche iniziarono a presentare facciate dissolte, principalmente di vetro, a causa
dell'effetto positivo della luce naturale, dell'aria e del sole sulla produttività industriale. La fabbrica
Margarethe Steiff GmbH (1903) e le Officine Fagus (1911-25) di Walter Gropius rappresentano
esempi iniziali di facciate sospese in vetro, con quest'ultima che introduce il concetto di "Curtain
Wall" (parete appesa) come sottile guscio trasparente senza funzione portante. Questa evoluzione
rivoluzionaria segnò un passo significativo nella progettazione architettonica del periodo.

L'enorme sviluppo delle strutture in vetro negli ultimi decenni è stato guidato dalla tendenza verso
la smaterializzazione e la trasparenza, caratteristiche fondamentali dell'architettura moderna. Il
vetro ha assunto un ruolo sempre più importante nella trasmissione dei carichi strutturali, e
l'avanzamento delle tecniche di incollaggio ha consentito di aumentare la percentuale di vetro
utilizzata nelle facciate.

L'architettura moderna del XX secolo segnò un cambio radicale con l'introduzione di nuovi
concetti da parte di Frank Lloyd Wright, come l'integrazione con il paesaggio e la fusione
tra spazio interno ed esterno. Mies van der Rohe continuò questa ricerca, eliminando la
separazione tra pareti esterne e interne.

Il progresso nelle facciate continue di vetro è stato guidato da innovazioni come il vetro
temperato e stratificato. La facciata continua strutturale, introdotta negli anni '60, ha
trasformato il silicone in un elemento portante fondamentale, consentendo superfici piatte
e trasparenti.

Il vetro sodico-calcico utilizzato oggi è prodotto attraverso processi come la fusione e il


processo float, rendendolo resistente agli acidi ma suscettibile a danni da oggetti appuntiti
o materiali alcalini. La sua evoluzione continua con l'adozione di tecnologie come la
facciata appesa, che sfrutta il principio di appendere grandi lastre di vetro per eliminare il
rischio di flessione, rappresenta una tappa significativa nell'architettura contemporanea.

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