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“A cheese sandwich, then. Gorgonzola, have you? Yes Sir”. In quale locale è stato ordinato
questo panino al Gorgonzola, unito ad un bel bicchiere di Borgogna e olive italiane? Per
aiutarvi vi sveleremo il luogo e il giorno esatto dell’avvenimento: Dublino, 16 luglio 1904.
Così non sarà necessario essere uno di quei fanatici adoratori di James Joyce, quelli che
ogni anno vengono qui a festeggiare il Bloomsday, per riconoscere il pub di Davy Byrne,
ovvero, il “moral pub” dove Leopold Bloom, l’Ulisse del ventesimo secolo, si ferma per
consumare “uno spuntino leggero”. Lo storico pub si trova ancor oggi in una piccola
traversa di Grafton street, il cuore della capitale irlandese, la strada dove lo spirito della
città esprime al meglio il difficile intreccio tra un presente sempre più cosmopolita e quel
legame con le tradizioni che marca fortemente il carattere irlandese. Nel 1978, mentre a
Dublino esordiva Bono Vox, appena maggiorenne, al n. 97 di Grafton Street cinque giovani
laureati in architettura aprivano un’attività in proprio, intitolata non a caso al nome della
strada. Dopo il periodo degli esordi, solo due ragazze continuano l’impresa: sono Yvonne
Farrell e Shelley McNamara. Oggi, lo studio Grafton Architects è una delle realtà più
interessanti della nuova architettura irlandese e ha il merito di aver indirizzato in modo
originale il dialogo tra l’architettura contemporanea e il tessuto storico della città
europea. Un dialogo che le Grafton hanno sperimentato a partire dagli anni Novanta a
Dublino e dintorni, con opere caratterizzate da raffinati accostamenti materici, rigorose
impaginazioni dei prospetti e studiate relazioni con l’intorno urbano. Come dimostra
anche il nuovo edificio costruito per l'Università Bocconi a Milano. Per cogliere le radici di
questo lavoro è necessario rendere più espliciti i riferimenti di Yvonne Farrell e Shelley
McNamara. Le due attivissime “dubliners” sono da sempre affascinate dalla lezione di Le
Corbusier, ma sono state anche molto influenzate dai modernisti inglesi che hanno
insegnato e lavorato in Irlanda tra gli anni Sessanta e Settanta. Tuttavia, nell’esperienza
più recente delle Grafton emerge con maggior chiarezza il debito verso la grande
tradizione celtica delle costruzioni in pietra, testimoniata dai numerosi resti di chiese e
cimiteri, castelli e torri militari, oggi dispersi nell’incantevole paesaggio della “verde
Irlanda”. Ma esaminiamo da vicino uno dei loro più recenti e interessanti progetti: siamo
nei pressi di St. Stephen Green, uno dei grandi parchi di Dublino e il nuovo edificio, a sei
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piani, ospita la sede dell’Office of Public Works, un attivissimo organismo tecnico
pubblico. Un rivestimento in lastre di pietra grigio chiaro, proveniente dalla costa di
Galway, caratterizza questa architettura ed è marcato sul fronte urbano da tre
leggerissimi arretramenti che, come sottili modanature, proseguono visivamente i livelli
degli edifici attigui. Una cancellata in bronzo, lavorata a motivi geometrici, protegge
l’ampia apertura dell’ingresso, memoria delle case georgiane, e si aggancia alla testata
dello spesso muro in pietra kilkenny, color grigio scuro, che separa il lato lungo della nuova
costruzione dall’ antico cimitero seicentesco degli Ugonotti sul quale si affaccia. Per
rispettare l’intimità e il valore storico del piccolo cimitero, l'ampio prospetto dell’edificio
accoglie in una stretta fascia il risvolto della testata. E poi propone una serie di aperture
rettangolari a tutt’altezza, sfalsate secondo un ritmo unitario, e chiuse per circa un terzo
da serramenti metallici che alternano la posizione a filo di facciata a un deciso
arretramento, in misurato modo da far leggere chiaramente la profonditàdi 45 cm del
rivestimento in pietra. Lo spazio interno è suddiviso dalla scala collocata sul fronte urbano
e da una spina centrale in cui sono inseriti sei “camini” per la distribuzione dell’aria che
emergono dalla copertura, interpretando così la memoria dei tetti di Dublino. Il progetto
realizzato dallo studio Grafton Architects per l’Office of Public Works, è completato dal
restauro di un lungo edificio a due piani - denominato The Billets - collocato a fianco al
complesso degli uffici del governo irlandese, con il quale è collegato da un nuovo tunnel
sotterraneo. Il risultato finale è una opera di architettura contemporanea che, con grande
eleganza, grazie a una semplice geometria incisa nella pietra, rinnova la tradizione
costruttiva della città.
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