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SLIDE 1

L’architettura organica si sviluppa a inizio Novecento, in contemporanea con l’art


nouveau.
È un movimento che come l’art nouveau si contrappone alla tendenza razionalista,
che prevedeva la creazione di condomini e abitazioni che ottimizzassero gli spazi in
risposta all’urbanizzazione, e che metteva al centro il rapporto uomo-abitazione.
Lo fa però in modo differente rispetto all’art nouveau, che cambia le regole dell’estetica
degli edifici, mentre il design organico cambia il tipo di rapporto tra uomo e
abitazione aggiungendo un terzo elemento, la natura.
Nell’architettura organica vivente si crea un focus sull’impatto che l’uomo e la sua
abitazione hanno sulla natura e sull’impatto che ha la natura su di essi. Per questo tipo di
architettura il rapporto tra uomo e natura deve essere equilibrato.

I principi dell’architettura organica


L’architettura organica si basa su sei principi fondamentali, elencati da Frank Lloyd Wright in un
articolo pubblicato su Architectural Record.
• Il primo principio è quello della semplicità: gli elementi superflui vanno eliminati. Nelle
architetture questo si è rispecchiato nella creazione di edifici a pianta aperta, che negano il
concetto di stanza come luogo chiuso eliminando le pareti divisorie all’interno.
• Il secondo è quello della molteplicità di stili: ogni edificio deve avere caratteristiche diverse,
esattamente come sono diverse tra loro le persone che andranno a abitarli.
• Il terzo principio riguarda il rapporto di armonia tra l’edificio e l’ambiente circostante. La
costruzione deve sembrare generata dal terreno su cui si poggia, sia all’esterno che all’interno.
Una caratteristica del design organico è la presenza di elementi naturali del luogo all’interno
dell’abitazione, come nel caso della Casa sulla Cascata di Wright, nel cui soggiorno è presente
uno sperone roccioso.
• Il quarto si basa sull’armonia dei colori. Sia per l’interno che per l’esterno sono da scegliere
colori che richiamano l’ambiente circostante, o almeno che siano in armonia con esso.
• Il quinto prevede la valorizzazione dei materiali nella loro essenza naturale. È necessario
anche evitare l’utilizzo di diversi prodotti, usando preferibilmente un unico materiale.
• Infine il sesto principio è più spirituale e si lega all’integrità dell’architettura, che deve
somigliare all’essere umano nelle sue virtù per durare nel tempo e non assoggettarsi alle mode del
momento.
IL PROGETTO

Secondo uno schema ricorrente, per la riuscita del progetto fu determinante l’incontro tra un
committente colto e facoltoso e un architetto in grado di interpretarne al meglio le richieste. In
questo caso Wright ricevette l’incarico da Edgar J. Kaufmann, proprietario di uno dei principali
grandi magazzini di Pittsburgh dell’epoca. Nel 1935 Kaufmann gli commissionò la realizzazione
della casa del weekend per la propria famiglia.
Wright pensò di inserire la casa parallelamente al torrente nel punto più stretto fra le due rive
proprio nel luogo in cui il ruscello scende in esso dal declivio sovrastante la cascata.
Così la casa non si sarebbe solo affacciata sulle cascate, ma sarebbe stata costruita proprio sopra di
esse. In risposta alle loro perplessità sostenne “non basta semplicemente guardare le
cascate, bisogno viverci assieme.” Ed infatti, egli inglobò nella costruzione un grande masso
tondeggiante e lo usò come pietra di base della nuova costruzione.
Chiave infatti è l'utilizzo nella costruzione della casa materiali molto simili al paesaggio circostante,
che ovviamente, contribuivano a dare continuità e armonia fra interno e esterno secondo la logica
dell'architettura organica.

IL PROGETTO SLIDE 2
Wright concepirà la costruzione come una serie di vassoi orizzontali, terrazze con pareti strutturali
che si affacciavano a sbalzo sulla cascata.
Nel corso dell’esecuzione Wright si convinse ad arrotondare i profili dei piani orizzontali delle
terrazze in cemento armato, in modo da esaltare la qualità del getto del calcestruzzo. Usò i parapetti
ai bordi del solaio di cemento come travi portanti, e terrazze parevano sospese nel vuoto. La pietra
dei partiti murari verticali, interni ed esterni fu cavata a poche centinaia di metri dal luogo prescelto
per la costruzione. Fissò la gran massa del camino, fulcro dell’intera composizione, direttamente su
un grosso e piatto macigno la cui faccia superiore divenne la pietra del focolare del grande
soggiorno, aperto verso la cascata.

STRUTTURA - COSTRUZIONE
I piani orizzontali delle terrazze ed il volume verticale della scala vetrata esaltano
il disordine proprio della natura del luogo: l’edificio costruito traduce in artificio la forza
selvaggia delle rocce, del corso del torrente, delle cascate. E tuttavia la traduce senza alcuna
concessione mimetica; la composizione si risolve nel gioco fra l’equilibrio dei solidi massi rocciosi
e dei taglienti volumi stereometrici che mentre sembrano ancorarsi alle rocce, si librano nello spazio
esaltando le loro forme.
Frank Lloyd Wright realizzò la casa sulla cascata in pianta libera e con la stessa pavimentazione
sia all’interno che all’esterno, per enfatizzare l’unione tra la casa e l’ambiente circostante.
Realizzando di fatto quanto in architettura non era stato ancora tentato.
La struttura è realizzata in cemento, arenaria (la pietra locale) vetro e acciaio. Presenta dei piani
a terrazza sovrapposti e a sbalzo. Le terrazze sono in calcestruzzo a vista, dello stesso colore della
pietra locale, con serramenti in rosso. La parte anteriore della casa è aggettata sulla cascata, mentre
quella posteriore è salda sulla roccia.

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