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Analisi Reyner Banham, Ambiente e Tecnica nell’Architettura Moderna, 1995

- AUTORE:

Peter Reyner Banham (Norwich, 2 marzo 1922 – Londra, 19 marzo 1988) è stato un critico d'arte e teorico
dell'architettura britannico. Meglio conosciuto per il suo libro Theory and Design in the First Machine Age,
1960 e per Los Angeles: The Architecture of Four Ecologies, 1971, nel quale classificava l'architettura di Los
Angeles in quattro diversi modelli ecologici: Surfurbia, Foothills, The Plains of Id e Autopia.

Visse quasi sempre a Londra, ma si trasferì negli Stati Uniti nel 1976. Studiò con Anthony Blunt, Siegfried
Giedion e Nikolaus Pevsner. Pevsner lo stimolò a studiare la storia dell'architettura moderna, ma nel suo
Theory and Design in the First Machine Age, 1960, Banham andò anche oltre le teorie di Pevsner,
analizzando una serie di edifici modernisti e dimostrando che il loro funzionalismo era ancora sottoposto a
limitazioni e restrizioni.

Nel 1962 scrisse una guida all'architettura moderna più tardi intitolata Age of Masters, a Personal View of
Modern Architecture. Fu amico di Peter e Alison Smithson e di James Stirling, apprezzando il loro stile che
definiva New Brutalism e che documentò in un saggio omonimo del 1955.

Nel suo The Architecture of Well-Tempered Environment, 1969, seguiva le teorie di Giedion, considerando le
tecnologie abitative (impianti elettrici, riscaldamento, condizionamento d'aria) come anche più importanti
delle strutture formali degli edifici.

Il pensiero ecologista e, successivamente, lo shock petrolifero del 1973, influenzarono profondamente le


teorie di Banham negli anni successivi. Si trasferì negli USA e studiò a Los Angeles, per la BBC girò un
documentario sulla città intitolato Reyner Banham Loves Los Angeles. Considerò il postmoderno come un
modello sconfortante e ruppe con l'utopia della tecnica. Nel suo American Deserts, 1982 e A Concrete
Atlantis, 1986, approfondisce il tema dello spazio aperto e dà anticipazioni sulla sua idea di futuro. Come
professore, Banham insegnò all'università di Londra, alla State University di New York (SUNY) a Buffalo e
all'Università della California a Santa Cruz. Ricoprì anche la cattedra Sheldon H. Solow presso l'Istituto di
Belle Arti della New York University a New York.

- CASA EDITRICE:

La casa editrice è stata fondata a Bari il 10 maggio 1901 in società coi fratelli da Giovanni Laterza (1873-
1943).

La sua storia è legata alla figura di Benedetto Croce, massimo esponente del pensiero filosofico idealista in
Italia e uno dei baluardi dell'antifascismo, che fu per quarant'anni il consulente della casa editrice,
avvalendosi della collaborazione di giovani studiosi e allievi tra cui Luigi Russo, Guido De Ruggiero e
Giovanni Gentile, che di lì a pochi anni diverranno personaggi di primo piano nella cultura italiana. Croce
pubblicò con Laterza quasi tutte le sue opere e la sua rivista (La Critica), e impostò fin dall'inizio la linea
editoriale della casa. Nel secondo dopoguerra, la gestione della casa editrice passa nelle mani di Vito
Laterza (1926-2001), che costruisce progressivamente attorno alla casa editrice una rete di autori e di
interessi più ampia. Negli anni sessanta la Laterza cresce ancora, trasformandosi in società per azioni e
aprendo una sede a Roma, dove approda da Bari Donato Barbone, direttore editoriale fino al 1968, che
lascerà la carica a Enrico Mistretta, direttore editoriale fino al 1992. A Roma, così, si sposta una parte delle
attività, soprattutto quelle di ideazione e più editoriali, come il rapporto con i consulenti e la ricerca delle
opere da importare dai vari Paesi occidentali. Nel 1964 nasce la collana Universale Laterza, che si propone
come collana economica di qualità, offrendo a un prezzo accessibile sia testi classici sia saggistica legata,
oltre ai campi tradizionali della storia politica e della filosofia, alle nuove correnti di critica letteraria e di
storiografia e alle scienze sociali. Nel decennio successivo l'Universale Laterza è la collana di maggior
successo della casa editrice, con una tiratura spesso superiore alle diecimila copie per titolo.
Nel 1984 all'Universale Laterza si affianca la Biblioteca Universale Laterza, dedicata soprattutto alle opere di
storia e ai classici della filosofia. Negli stessi anni si andava rafforzando anche la presenza nel settore
scolastico e universitario. Con la morte di Vito Laterza, nel 2001, la gestione della casa editrice è passata a
Giuseppe Laterza, che segue da Roma l'editoria universitaria e la saggistica, e a suo cugino Alessandro
Laterza, che segue da Bari soprattutto l'editoria scolastica.

Dal 2006 inoltre la casa editrice fa parte del comitato promotore del Festival dell'economia di Trento e dal
2008 del Festival del diritto di Piacenza. Nel settembre 2014 pubblica la prima collana dedicata ai bambini
dai 6 ai 12 anni. Nel maggio 2015 introduce Lea - Libri e altro, piattaforma per leggere in streaming una
selezione dei libri del suo catalogo.

- INDICE:

L’indice del libro è posto alla fine e consiste in un elenco dove sono indicati i 12 capitoli che suddividono il
saggio architettoncio, preceduti da un’introduzione e seguiti da un indice analitico in cui sono annotati gli
autori delle immagini iconografiche presenti nel testo. I titoli affidati ai capitoli suggeriscono un approccio
scientifico e funzionale dell’architettura.

- INTRODUZIONE:

L’introduzione inizia con un inquadramento generale della rivoluzione industriale, che ha modificato
radicalmente le tecniche costruttive proponendo nuovi materiali, più resistenti e più aderenti ai
comportamenti statici individuati dalla teoria delle costruzioni. Bisogna però ricordare che l’utilizzo di
energia ha determinato in maniera fondamentale la fase progettuale e quella costruttiva dell’edificio.
L’introduzione della tecnologia e la nascita di diverse branchie più specializzate dell’architettura delle
costruzioni ha ampliato notevolmente il repertorio stilistico e tecnico, permettendo anche un
miglioramento delle condizioni di vita nell’edificio. Questo ha portato ad avere una cieca fiducia nei
confronti della tecnologia, che ha risolto numerosi problemi ma allo stesso tempo, con la scoperta
dell’energia elettrica, dei combustibili fossili e del petrolio, si è iniziato ad abusarne. Inoltre si sono spesso
sottovalutate le forme di alienazione derivate da questo atteggiamento dato che la produzione tecnologia
ha poche volte tenuto conto delle esigenze umane, legandosi invece a interessi commerciali. Fu quindi di
vitale importanza pensare di intervenire con il supporto energetico. Questa rinnovata tecnologia dovrà
però portare benefici all’ambiente abitato e di conseguenza una architettura nuova: i materiali, le tecniche
e gli impianti devono operare in parallelo in questo processo. I numerosi studi riguardanti gli impianti
tecnici, a partire dagli anni Venti e Trenta, hanno permesso di costruire diagrammi, misurazioni e dati che
rendono possibile il miglioramento delle condizioni ambientali interne ed esterne dell’edificio. Banham
nell’introduzione esamina lo sviluppo di impianti termici, del meccanismo di spinta dell’acqua,
dell’introduzione del sistema di condizionamento, degli studi sull’acustica e sull’illuminazione.

Arrivò poi alla conclusione che se da una parte questo progresso scientifico ha migliorato lo spazio indoor
nei nostri edifici rendendolo più confortevole e più agevole dall’altro ha portato allo sconvolgimento
dell’ambiente esterno che ci circonda arrivando a modificarlo completamente. Inoltre l’introduzione di tutti
questi impianti, essendo contenuti nella maggior parte nello spessore delle pareti, hanno reso più
complesso l‘atto del progettare obbligando numerosi architetti a trovare un equilibrio tra parte tecnica di
servizio ambientale e parte compositiva ed estetica. La tecnologia ha indubbiamente portato numerosi
benefici agli spazi interni degli edifici, ma purtroppo allo stesso tempo, ha portato con sé numerosi
svantaggi che vanno ben oltre il più complesso atto di progettazione fino ad arrivare alla quasi dipendenza
nell’usufruire della tecnologia stessa.
- BIBLIOGRAFIA:

Banham non si rifà a molti libri di testo, ma utilizza prettamente saggi e articoli che trattano temi
tecnologici ed estetici. La bibliografia è inserita con una nota in fondo alla pagina, nella quale l’autore
inserisce un pensiero o una citazione.

- ICONOGRAFIA:

L’iconografia consiste soprattutto in disegni tecnici di planimetrie, sezioni, particolari costruttivi e fotografie
in bianco e nero, che rappresentano elementi strutturali significanti. Dall’iconografia si può dedurre quanto
Banham avesse un prospettiva dell’architettura indirizzata verso l’aspetto tecnologico.

FONTI

- https://www.architectural-review.com/essays/reputations/reyner-banham-1922-1988?tkn=1
- https://www.treccani.it/enciclopedia/reyner-banham/
- https://arthistorians.info/banhamr
- https://it.wikipedia.org/wiki/Editori_Laterza

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