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LE VARIAZIONI DELL’IDENTITA’

IL TIPO IN ARCHITETTURA
INTRODUZIONE
Nel corso degli ultimi vent'anni, si è sviluppata una nuova corrente architettonica che ha posto il concetto di "tipo" come elemento
chiave nella sua costruzione teorica. Tuttavia, le ragioni che giustificano il tipo come fondamento epistemologico dell'architettura non
sono ancora del tutto chiare. Nel XX secolo, con l'esplosione del pensiero umano, soprattutto in campo architettonico, la ricerca di un
"trattato" capace di unificare la conoscenza dispersa è diventata un compito complesso.

L'opera di Carlos M. A. nasce dalla convinzione che il concetto di tipo possa essere fondamentale per ricomporre la disciplina
architettonica, permettendo di condensare l'esperienza storica senza schematizzarla e di codificare le conoscenze senza negarne lo
sviluppo.

Nella prospettiva tipologica dell'architettura, la forma gioca un ruolo cruciale, portando con sé un significato intrinseco.
- Il concetto di tipo, inteso come similitudine strutturale tra diverse opere, affronta la forma in modo generale, andando oltre
epoche e stili grazie al pensiero moderno.
- L'analisi tipologica si differenzia dalla classificazione, focalizzandosi sui tratti comuni anziché sui particolari.

Il tipo architettonico è definito dalla presenza di un'invariante formale che si manifesta in diverse opere, rappresentando un livello
profondo della struttura della forma.
L'autore propone il tipo come procedimento conoscitivo e metodo operativo fondamentale nel processo progettuale, mirando a
costruire un'epistemologia oggettiva dell'architettura, in contrasto con il soggettivismo prevalente.

L'opera sfida il pregiudizio che vede il tipo come limitante per la libertà dell'artista, evidenziando la coerenza storica dell'architettura.
La storia dimostra la compatibilità tra libertà creativa e concetto di tipo, evidenziando la continuità dell'ispirazione al passato tra i grandi
architetti e sottolineando come soluzioni simili siano adottate in contesti analoghi.

1. IDEA DI TIPO COME FONDAMENTO EPISTEMOLOGICO DELL’ARCHITETTURA

Ambito non specializzato → L'autore introduce il concetto di "tipo" nell'ambito del linguaggio non specializzato, equiparandolo a una
forma generale o a un insieme di proprietà comuni a diversi individui o oggetti. Questo concetto, simile a "classe" o "genere", si
applica anche al campo architettonico, dove si cerca di identificare caratteristiche comuni tra opere diverse per creare classi di edifici.

Il tipo architettonico è un enunciato che descrive una struttura formale.


- è di natura concettuale, riunisce una famiglia di oggetti che posseggono le stesse condizioni esistenziali senza identificarsi
con nessuna di queste nello specifico
- comporta una descrizione, attraverso la quale è possibile riconoscere gli oggetti che lo costituiscono
- si riferisce alla struttura formale: ad esso non competono gli aspetti fisionomici, parliamo di tipo quando cogliamo similitudini
strutturali al di là delle loro differenze a livello più superficiale.

Victor Hugo e la sua concezione di "Notre-Dame de Paris" → afferma come le grandi opere architettoniche siano il risultato dell'opera dei
secoli e come l'arte si trasformi nel corso del tempo.
Hugo descrive la sovrapposizione di stili architettonici diversi in uno stesso monumento come una manifestazione dell'identità profonda
delle forme, sottolineando l'importanza del "tipo" come elemento costante.

Stile → lega l'architettura a una fase specifica della storia e alla cultura materiale
Tipo → esprime la permanenza degli aspetti essenziali dell'architettura, evidenziando la costante invariabilità di certe strutture formali.

TIPO E STORICITA’
Contrariamente a una visione che potrebbe associare il tipo architettonico a circostanze storiche specifiche, il tipo possiede una
dimensione cronologica che non lo vincola a un periodo preciso.

La casa gotico-mercantile, ad esempio, si manifesta nell'epoca gotica con l'interazione significativa tra la casa e la strada, ma questo
principio persiste anche nelle moderne interpretazioni dell'abitazione.
Allo stesso modo, il palazzo urbano rinascimentale va oltre le residenze aristocratiche del Quattrocento, influenzando anche esempi
moderni come l'ampliamento del municipio di Goteborg o la Casa del Fascio.

Esempi come il tempio greco periptero e il teatro romano: tipi architettonici che, pur sembrando chiusi e completi, esprimono principi
logici e ordinativi che rappresentano un'idea generale e permanente di architettura.
Questa prospettiva permette di confrontare edifici di epoche diverse, stili e caratteristiche fisiognomiche alla ricerca di similitudini.

Giorgio Grassi contribuisce alla discussione affermando che l'analisi del tipo permette di confrontare edifici di epoche distanti al di là
delle ragioni umane, economiche e politiche cui sono spesso associate. L'idea di tipo, pertanto, consente di cercare una conoscenza
dell'architettura che trascende la cronologia, consentendo la scoperta di caratteristiche comuni in edifici di epoche diverse.

La storia e la tipologia sono presentate come aspetti complementari:


- la storia mostra i processi in trasformazione
- l'analisi tipologica si concentra su ciò che permane nel tempo durante queste trasformazioni.

Tipo basilicale → un esempio di struttura architettonica con navate longitudinali basate su simmetria e gerarchia.
Cattedrali gotiche → sviluppi del tipo basilicale, incorporando nuove caratteristiche senza eliminare quelle della struttura di base.
LA DIMENSIONE CONOSCITIVA DELL’ARCHITETTURA
Concezione dell'arte e della scienza, l'idealismo spesso isola l'arte come mera manifestazione del sentimento o della coscienza
dell'artista, una condizione individuale e soggettiva.

- l'arte è vista come estranea alla ragione


- la scienza come accumulazione di esperienze estranee all'immaginazione.

Karl Popper, tuttavia, sfida questo pregiudizio con la sua teoria del faro riflettore, contrapponendola alla teoria del cubo recipiente.
Popper sostiene che la mente non accumula passivamente esperienze, ma ogni percezione è un'azione selettiva guidata da un'ipotesi
che conferisce significato alle osservazioni.
Inoltre, Popper evidenzia l'importanza dell'immaginazione critica nella ricerca scientifica, dove il ricercatore formula congetture
sottoposte a discussioni critiche ed esperimenti per eliminare errori.

Egli abbandona il metodo induttivo a favore del metodo per prova ed eliminazione degli errori, che coinvolge la formulazione di
congetture sottoposte a confutazioni sperimentali. Questo approccio integra il pensiero creativo nel lavoro scientifico, portando alla luce
aspetti della realtà precedentemente invisibili.
Anche l'artista parte da un'interpretazione della realtà, collocando gli elementi della sua analisi sotto un riflettore che manifesta il
prodotto dell'azione della mente umana sulla realtà.

Nel contesto architettonico, un'esperienza basata su fatti specifici può portare a una conoscenza generale. Si sottolinea l'importanza
degli "universali" in architettura, rappresentati dai sostantivi, che permettono la costruzione di un sapere generale applicabile a diversi
fatti particolari.
Tre grandi categorie di concetti universali riferiti all'architettura sono identificate:
1. gli elementi dell'edificio o parti dell’edificio: (muro, colonna, tetto, finestra…) intesi come elementi materiali che implicano un
procedimento costruttivo mediante il quale si costruisce l’edificio
2. le relazioni formali tra essi: (successione, separazione, alternanza, chiusura…) concetti che appartengono alla disciplina
della morfologia
3. i tipi architettonici: (pianta centrale, spazio basilicale, chiostro, edificio in linea…) concetti che alludono a una struttura
organizzativa della forma. (la più complessa perché risulta essere la relazione tra le due categorie precedenti)

Tipo architettonico → principio ordinatore in base al quale una serie di elementi, regolati da precise relazioni, acquisiscono una determinata
struttura.

Lo schema non equivale al tipo:


- schema: è una rappresentazione grafica derivante dall'empirico (da Kant)
- tipo: è un principio ordinatore che va oltre la sua rappresentazione grafica. Identificare erroneamente lo schema con il tipo
porterebbe alla fossilizzazione del tipo in un'immagine e all'impoverimento dei suoi contenuti.
i 3 mondi di popper e l’architettura

2. PERMANENZA E TRASFORMAZIONE DEI TIPI

CLASSIFICAZIONE E TIPOLOGIA
Differenze tra classificazione e analisi tipologica = sebbene entrambi siano metodi di organizzazione, si differenziano per obiettivi e
strategie.

La classificazione mira a stabilire le differenze tra fenomeni per formare comparti contenenti diverse specie o classi.
Questo metodo, principalmente utilizzato nelle scienze naturali durante l'Illuminismo, cerca di ordinare l'universo in classi, ordini e
generi.
Anche in architettura si sono sviluppate classificazioni di edifici durante la Rivoluzione Industriale, riflettendo il parallelismo con le
scienze naturali. L'immagine della classificazione delle specie naturali è rappresentata da un albero, dove l'evoluzione biologica porta
le specie a separarsi senza più incrociarsi.

Dall'altro lato, l'analisi tipologica si impegna nella ricerca di similitudini o legami tra le cose, cercando radici etimologiche comuni che
sottendano a fenomeni diversi.
Contrariamente alla classificazione, l'architettura non segue un'evoluzione naturale e sfugge a una catalogazione fissa.
Nella cultura, l'evoluzione è rappresentata come un albero con rami che si fondono, creando una forma labirintica a causa della
combinazione di fattori e stimoli culturali provenienti da tutto il mondo.
In questo contesto, si sottolinea la distinzione tra classificazione e tipologia. L'evoluzione culturale è descritta come una filogenesi
culturale associata alla tipologia.

Il metodo tipologico fa riferimento all'esistenza di processi generativi che espandono progressivamente il campo di analisi attraverso
l'accostamento di poli contrari.
Viene menzionato l'atteggiamento del movimento moderno, in cui il "tipo" è considerato un elemento fondamentale e un motore del
progetto architettonico.

INCROCI TIPOLOGICI
Analisi tipologica nell'architettura → i tipi non sono compartimenti stagni ma si intrecciano favorendo la proliferazione degli oggetti. L'ibridazione,
l'incrocio e la sovrapposizione sono procedimenti tipici del pensiero creativo.

Due principi basilari nell'organizzazione dello spazio fisico: la direzionalità e la centralità, che vengono esemplificati attraverso due
paradigmi opposti:
- il Pantheon rappresentante lo spazio centrale
- la basilica di San Giovanni in Laterano rappresentante lo spazio direzionale.
Queste opposizioni sono spesso interattive, con tensioni direzionali in spazi centrali e viceversa.
Tempio → originariamente concepito con una forma di casa-spazio direzionale.
Tuttavia, con l'evoluzione, il tempio diventa una rappresentazione del sacro con una natura duplice
che si deposita negli archetipi dello spazio centrale e direzionale. dio, il centro

Un esempio chiave è Santa Sofia a Costantinopoli, in cui si fondono in modo complesso spazio
direzionale e centralizzato.
Santa Sofia rappresenta un incrocio tipologico, consolidando e sviluppando questo tipo di
architettura a Istanbul.
La cultura ottomana successivamente ispirerà le moschee utilizzando Santa Sofia come modello.

LA FORMA E LA SUA UTILITA’


Il paragrafo affronta il rapporto tra forma e utilità nell'architettura. L'architettura non dovrebbe essere limitata alla mera soddisfazione
della funzione, ma dovrebbe integrare nella sua forma il maggior numero possibile di usi.
La forma architettonica, secondo Hegel, va oltre la funzione, inglobandola e superandola, acquisendo una propria autonomia.

Tipo → implica che l'architettura obbedisce a leggi proprie basate sulla costruzione formale.
L'autore critica il funzionalismo ingenuo che considera le funzioni come la sola costituzione dell'architettura, sottolineando che la forma
può conservare la sua stabilità nonostante i cambiamenti nell'uso.
Questa persistenza è alla base del concetto di tipo, che stabilisce strutture formali durature.

Nel corso della storia si sono formati legami tra forme e usi, ma queste corrispondenze non sono fisse e immutabili, bensì si producono
storicamente.
Un esempio è dato dalla forma basilicale, inizialmente destinata ad attività pubbliche come il mercato o il tribunale, che
successivamente rappresenterà il luogo di culto cristiano.

L'architetto, lavorando con la forma, colma la discontinuità tra architettura e utilità.


La forma non è considerata come l'opposto del contenuto, ma come ciò che determina la materia.
L'autore sottolinea che il sapere dell'architettura si riferisce più al senso delle forme che all'utilità degli oggetti. La forma, intesa come
l'opposto della materia, permette all'oggetto di radicarsi sia nella sfera sensibile che in quella intelligibile.

Rituale → punto di unione tra forma e attività. L'architettura è vista come un procedimento che struttura l'attività umana, indagando le similitudini
strutturali tra il comportamento umano e le forme del mondo materiale. Ogni rito, secondo l'autore, è associato a una forma, e l'architettura è il mezzo
attraverso il quale l'attività umana acquisisce una forma stabile.

TIPO E LUOGO
Relazione tra tipo architettonico e luogo = il tipo, inteso come forma che si replica in diverse situazioni, coesiste con la creatività
artistica.
La ripetizione, fondamentale per i tipi, non implica mancanza di originalità, poiché il tipo si colloca sul piano del generale,
comprendendo elementi specifici ma non identificandosi in nessuno di essi.

La peculiarità dell'architettura risiede nell'influenza del luogo, un aspetto che la distingue da oggetti artigianali o industriali. Anche
quando l'architettura segue regole fisse, come nel caso dei monasteri certosini, la sua individualità è fortemente influenzata dal luogo
in cui è costruita.

Aldo Rossi, nel suo lavoro "L'architettura delle città", esplora la dualità tra tipo e luogo. Egli studia edifici, cercando di comprendere le
vicissitudini storiche e le caratteristiche specifiche di ciascuno, evidenziando che l'individualità di un'architettura dipende dal luogo in
cui è situata e dalle esperienze ad esso legate.

La relazione tra tipo e luogo è esemplificata con lo studio di due città romane in Algeria, Timgad e Djemila, condotto da Giorgio Grassi.
Nonostante apparenti differenze dovute al contesto geografico, entrambe le città seguono principi tipologici romani, adattandosi alle
condizioni specifiche del luogo.
Pur condividendo una disposizione logica degli elementi e principi di strutturazione formale, le due città si rivelano completamente
diverse, dimostrando come il tipo ideale possa adattarsi alle peculiarità di luoghi specifici.

3. TIPO E STRUTTURA

CRITICA ALL’APPROCCIO SEMIOTICO


Il paragrafo critica l'approccio semiotico (Scienza
generale dei segni, della loro produzione, trasmissione e
interpretazione, o dei modi in cui si comunica e si significa qualcosa, o si produce un oggetto
comunque simbolico.) nell'analisi architettonica, evidenziando che, sebbene vi siano analogie tra l'analisi tipologica e l'analisi
strutturale o strutturalismo, la semiotica spesso ha poco a che fare con l'architettura.
- L'analisi strutturale mira a determinare la struttura comune a sistemi diversi
- il tipo architettonico implica un processo di astrazione per identificare la radice comune di oggetti diversi.

Il testo contesta l'applicazione della semiotica all'architettura, sottolineando che la semiotica è una scienza generale dei sistemi di
comunicazione, ma l'architettura non rientra nelle condizioni della comunicazione. Mentre la linguistica, campo originario dello
strutturalismo, si applica ai segni per trasmettere una comunicazione, l'architettura non ha le stesse caratteristiche.

Affinché si possa parlare di comunicazione, devono esistere l'intenzione di comunicare qualcosa e un codice comune tra l'emittente e il
ricevente. Poiché queste condizioni non si verificano nell'architettura, l'analisi basata sull'idea di comunicazione risulta poco utile per gli
architetti.
La priorità dell'artista nell'architettura è la composizione di un'opera perfetta, mentre il significato è considerato un problema secondario
e al di fuori delle sue decisioni, poiché riguarda gli eventi dell'opera dopo che questa non è più sotto il suo controllo diretto.
IL CONCETTO DI TRASFORMAZIONE IN ARCHITETTURA
Il concetto di trasformazione in architettura sottolinea la struttura come una totalità coesa, non riducibile alla somma delle sue parti.
L'analisi strutturale si concentra sulle relazioni tra gli elementi anziché sugli elementi singoli, favorendo l'importanza della posizione di
ciascun elemento nella struttura complessiva.
Le idee tipologiche eliminano barriere categoriche per evidenziare corrispondenze tra oggetti precedentemente considerati diversi.

La trasformazione è un principio costruttivo fondamentale, concependo la struttura come un sistema dinamico in evoluzione senza
oltrepassare le sue frontiere. Ogni architettura può essere vista come il risultato di trasformazioni operate su altre architetture, evitando
l'invenzione di forme completamente nuove ad ogni occasione.

Tre esempi di trasformazioni architettoniche includono:


1. la Moschea del Venerdì in Iran, che, nel corso dei secoli, ha arricchito e strutturato la sua sequenza spaziale senza violare la
legge strutturale iniziale.
2. Il Convento di Cristo a Tomar, costruito su un oratorio templare circolare, si è esteso attraverso l'aggiunta di una navata
rettangolare e chiostri successivi, evidenziando la concatenazione delle componenti.
3. La Cattedrale di Siracusa, costruita attorno all'antico tempio di Atena, mostra una compenetrazione tra il tempio e la basilica,
con trasformazioni come la muratura tra gli intercolunni e forature modulari che rivelano la loro identità profonda attraverso un
meccanismo di inversione.

Ogni proposta architettonica è il risultato di trasformazioni su fondamenti preesistenti, dimostrando la continua evoluzione e
adattamento nella disciplina architettonica.

IL TIPO COME STRUTTURA FONDAMENTALE


Il concetto di struttura elementare in architettura, derivato dall'antropologia di Levi-Strauss, rappresenta il livello irriducibile di ogni
analisi strutturale, fornendo il materiale di costruzione per sistemi più complessi. Questo concetto si applica ai tipi architettonici,
considerati strutture elementari che costituiscono il livello finale dell'analisi strutturale.

Tre processi fondamentali caratterizzano le trasformazioni architettoniche:


1. variazione: implica il dispiegamento di una struttura elementare attraverso variazioni che la replicano e la modificano.
Esempi come il Palazzo della Regione di Trieste di Giorgio Grassi e la Casa dello Studente di Chieti di Antonio Monestiroli
dimostrano la variazione tipologica, condividendo una radice tipologica comune basata sulla struttura a pettine, ma
articolandosi in modo diverso per rispondere alle esigenze specifiche.
2. concatenazione: mostra apertamente la frammentazione delle componenti architettoniche, come illustrato dalla Villa Adriana
a Tivoli o dai conventi medievali.
3. sovrapposizione: la sovrapposizione tipologica si verifica quando le architetture integrano aspetti diversi senza perdere
l'unità strutturale, come evidenziato dalla Casa del Fascio di Como di Giuseppe Terragni.

Questi approcci tipologici rappresentano diverse modalità attraverso le quali le trasformazioni architettoniche si manifestano,
evidenziando l'importanza della struttura elementare come base fondamentale per l'architettura complessiva.

GLI ELEMENTI E IL TUTTO


La cultura moderna ha introdotto un cambiamento significativo nella comprensione dei problemi tipologici in architettura, passando da
una concezione statica del tipo come identificazione tipo-modello a una concezione dinamica in cui il tipo è considerato una
struttura con un principio costruttivo e processi sviluppati. La teoria di Durand è fondamentale in questa evoluzione.

La teoria di Durand si focalizza sulla composizione come strumento di progettazione, sottolineando la necessità di combinare elementi
costitutivi per formare parti edificative e successivamente combinare queste parti nell'edificio complessivo. Tuttavia, diverse opinioni
interpretano la teoria di Durand in modi contrastanti:
- Linazaroso la considera una classificazione tipologica
- Rafael Moneo la collega all'abbandono del sapere tradizionale concentrandosi sulla nozione di tipo come modello
- Carlos Marti Aris riconosce che Durand introduce la composizione come nuovo strumento ma critica il suo dominio eccessivo,
sottolineando che la struttura generale è essenziale per l'architettura.

La nozione di tipo si sviluppa chiaramente alla fine del XVIII secolo, con Quatremere Quincy che distingue nettamente tra tipo e
modello.
Il tipo, secondo Quincy, è un oggetto che permette concezioni diverse, mentre il modello è un oggetto da replicare fedelmente.
La nozione di struttura risolve la dicotomia tra globalismo e atomismo, considerando le relazioni tra gli elementi come determinanti
nella formalizzazione dell'intero.

4 LA NOZIONE DI TIPO NELL’ARCHITETTURA MODERNA

MONOLITICO VS SCOMPONIBILE
Nell'architettura moderna, il concetto di tipo ha subito una trasformazione epistemologica significativa rispetto all'architettura
tradizionale.
Nella tradizione, gli elementi costituenti un edificio (struttura portante, schema distributivo, organizzazione spaziale, sistema di
accesso e circolazione, relazioni con l'esterno) si sovrappongono e coincidono in modo preciso, creando un carattere monolitico, come
evidenziato nei tipi tradizionali come la masia catalana (casa rurale isolata).
Contrariamente, nell'architettura moderna, tutti questi sottoinsiemi possono isolarsi, astrarsi e essere concepiti autonomamente,
risultando in una dimensione analitica e scomponibile.
Le Corbusier, con i suoi cinque punti dell'architettura moderna, ha contrastato il "Pan Paralyse" dell'architettura tradizionale,
abbracciando un approccio scomponibile. L'architettura moderna può essere analizzata e progettata considerando separatamente gli
elementi che la costituiscono, coordinandoli successivamente.

La trasformazione epistemologica è legata all'emergere del pensiero analitico e astratto nel XVIII secolo, il quale ha permesso la
dissezione dell'oggetto nei suoi elementi.
L'architettura tradizionale era monolitica, mentre l'architettura moderna permette la scomposizione e l'astrazione delle componenti,
segnando una nuova prospettiva nella cultura architettonica.

Per illustrare questo cambiamento, si confrontano due ville:


1. la Villa Foscari di Palladio
2. la Villa Stein di Le Corbusier: Entrambe hanno la stessa struttura formale, ma mentre nella villa di Palladio il tipo determina
rigidamente tutte le componenti in un ordine statico, nella villa di Le Corbusier, il tipo funge da dispositivo che libera strategie
diverse, consentendo un equilibrio dinamico attraverso l'uso di dispositivi spaziali innovativi come zig-zag e asimmetrie.

MIES IN CHIAVE TIPOLOGICA


Mies van der Rohe, nell'affermare l'oggettività dell'architettura come un'arte che nasce dallo spirito del tempo, si concentra sulla
stabilizzazione dei parametri del progetto eliminando la soggettività. La sua pratica è fortemente legata all'idea di tipo, identificandosi
con le opere del passato che ammira per la loro dimensione sovrapersonale, espressione dello spirito di un'epoca.

Durante il periodo europeo, Mies esplora il tipo della casa a corte, evidenziato dal padiglione di Barcellona e sviluppato ulteriormente
nella casa a tre corti.
Nella sua fase americana, Mies crea tre tipi architettonici distinti:
1. edifici alti con struttura a scheletro come Lake Shore Drive Apartments
2. edifici bassi con struttura a scheletro privilegiando il rapporto interno-esterno
3. edifici con strutture senza appoggi interni, concepiti come sale continue.

Il pensiero tipologico di Mies si basa sull'identificazione della forma architettonica con il sistema costruttivo, dove la struttura portante
si fonde con la forma.
Egli suggerisce che l'equilibrio sia un punto di partenza per nuove sperimentazioni e avventure. Ad esempio, l'edificio basso con
struttura a scheletro diventa il seme per lo sviluppo di due tipi autonomi successivi:
1. l'edificio alto con struttura a scheletro
2. le sale continue.

Mies applica la sua logica tipologica alla Nuova National Gallerie di Berlino, un perfezionamento dei progetti precedenti ispirati al
tempio classico periptero. Quest'opera rappresenta una sintesi depurata delle sue idee, con una struttura portante esposta all'esterno e
un riempimento collegato internamente.
La presenza di portici continua e l'eliminazione degli elementi portanti agli angoli dimostrano il suo costante sforzo per la perfezione
tipologica.

IL TIPO E LA SUA TRASGRESSIONE


L'architettura moderna, come dimostrato dai maestri, concepisce il progetto come una trasformazione di un materiale preesistente,
basato sull'identità dell'architettura.
La serie tipologica, illustrata da Antonio Cortes attraverso quattro edifici, evidenzia il processo di trasformazione di una struttura
formale di base.
1. Neue Staatsgalerie a Stoccarda (James Stirling e Michael Wilford): Presenta una struttura a forma di U che racchiude uno
spazio con un volume cilindrico.
La trasgressione si manifesta nella rottura con la tipologia di pianta centrale, introducendo una nuova concezione.
2. Altes Museum di Berlino (Schinkel): Questo edificio trasgredisce il riferimento tipologico della pianta centrale, diventando il
punto di partenza per gli altri edifici della serie. La biblioteca di Stoccolma è una depurazione della sua struttura formale.
3. Biblioteca municipale di Stoccolma (Asplund): Questa biblioteca rappresenta un tentativo di ridurre all'essenza la struttura
formale dell'edificio 1, con una rotonda presentata come volume autonomo. La centralizzazione è più dominante,
evidenziando una trasgressione significativa rispetto al modello iniziale.
4. Palazzo del parlamento di Chandigarh (Le Corbusier): Riappare il portico frontale d'ingresso dell'edificio 1, ma come un
elemento aggiunto, liberando la figura circolare. Le Corbusier risolve il tema della coesistenza di due sale nel nucleo
dell'edificio, trasgredendo alcuni principi della struttura formale precedente.

Nell'analisi emerge che ogni progresso nella serie tipologica rappresenta uno sviluppo e una trasgressione simultanea della struttura
formale precedente.
La trasgressione, intesa come "progettare è trasgredire un determinato tipo con decisioni logiche," non mette in crisi l'identità
tipologica, ma piuttosto la conserva.
La serie dimostra che il tipo si evolve attraverso trasformazioni che, sebbene trasgressive, mantengono la riconoscibilità e l'identità
originaria.

UNA RISPOSTA ALL'ALTERNATIVA TRA STORICISMO E SPERIMENTALISMO


Il pensiero tipologico offre una relazione attiva con l'architettura del passato, superando atteggiamenti sbagliati come l'ignorare o e
deripetere meccanicamente il materiale storico. La corretta via consiste nell'eseguire un processo radicale di astrazione, individuando i
caratteri generali e permanenti del materiale storico. Questo approccio rende il materiale storico interattivo e la storia diventa una
potenzialità, con il progetto che ne attualizza in modo specifico.

La nozione di tipo coniuga il pensiero logico e analogico, permettendo di stabilire corrispondenze tra fenomeni diversi.
Il tipo, astratto e logico, agisce come un principio che filtra l'architettura e astrae il sistema di relazioni che ne costituisce l'ossatura.
Nell'azione costruttiva del tipo, ogni opera si riferisce alle altre, fondando così la nozione di tipo.
Il Movimento Moderno non rappresenta una rottura brusca col passato, ma piuttosto una continuità con affinità evidenti con i grandi
esempi storici. Le Corbusier, Mies, e Aalto adottano una prospettiva tipologica nel loro sguardo verso il passato, facendo emergere
analogie attraverso il confronto con realtà più ampie come la pittura, l'analisi dei materiali, e le forme naturali.

L'alternativa tra storicismo ed sperimentalismo può essere superata studiando il Movimento Moderno senza nasconderne le analogie
con la tradizione.
Il tipo non è un principio statico, ma dinamico e in continua trasformazione. L'architettura va intesa come il risultato dell'interazione
delle strutture tipologiche, che permette di superare l'opposizione tra storia e sperimentazione.

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