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26/02/2021

LEZIONE 1:

RADICI DELL’ARCHITETTURA CONTEMPORANEA


Le radici della contemporaneità si fondono nel periodo dei lumi, storicamente collocato tra fine Settecento
e inizio Ottocento. I punti di avvio sono molteplici: l’arco storico della contemporaneità in termini
architettonici comprende il periodo delle rivoluzioni, dal punto di vista della riflessione storiografica legata
alla cultura architettonica questo aspetto è meno preponderante rispetto ad altre discipline. Gli studiosi che
si concentrano sul periodo Ottocentesco si concentrano sugli sviluppi stilistici dell’architettura, altri
mettono in luce i fenomeni e i processi sociali che fanno irruzione nella scena storica del XIX secolo e stanno
alla base di eventi storici quali le rivoluzioni. Il Settecento è un momento fondamentale nella cultura
architettonica, la ricchezza della produzione scientifica si sviluppa in modo intenso in questo periodo,
vengono pubblicati diversi testi quali “Palladio e il palladianesimo” di Rudolf Wittkower, studioso di
architettura che si occupa di Palladio. Maturano diversi studi che si occupano di altri temi altrettanto
importanti, ad esempio Antone Picon affronta degli studi sullo sviluppo della cultura progettuale, i primi
interessi si focalizzano su temi della vicenda architettonica Settecentesca, scrive il libro “architetti e
ingegneri nell’età dei lumi”, analizzando le forme e le pratiche legate alla cultura progettuale nel XIX secolo.

L’inizio dell’architettura contemporanea si pone nel punto di rottura tra età moderna e contemporanea,
che avviene in piena età barocca e non nell’età dei lumi. L’età barocca ha epicentro a Roma nel Seicento,
capitale dominata all’epoca dall’architettura di Bernini e Borromini. Il quadro generale è legato alle grandi
dinamiche e ai grandi personaggi che occupano la scena, quali Papa Alessandro VII, Re Luigi XIV e Versailles.
I luoghi che fungono da scenografia a tale rottura sono non tanto l’Italia, bensì la Francia dell’Assolutismo.
Quando sale al potere Re Sole inizia un programma di ampio respiro di interventi e riforme mirate a
rafforzare il paese e dare corpo allo Stato Assoluto voluto dal sovrano. Le ragioni dell’accentramento di
potere gettano le condizioni di trasformazione delle condizioni di pensiero, questo porta alla necessità di
rivoluzione e di modernizzazione, che influenzano anche il campo architettonico. Il Seicento è luogo di
modernizzazione e accadimenti significativi per i processi che affermano il senso della contemporaneità
anche in Inghilterra, paese soggetto a trasformazioni traumatiche e rivoluzionarie che anticipano il corso
degli eventi che caratterizzano il Settecento europeo e, in particolare, le Rivoluzioni Francesi. Dove in
Francia nasce uno Stato Assoluto, in Inghilterra viene delineata una monarchia costituzionale con poteri del
re limitati, forma di governo moderna. I protagonisti delle decisioni politiche sono la nascente borghesia e i
proprietari terrieri. Questo porta l’Inghilterra a un primato nell’economia e nell’egemonia dei mari. La
Francia del Seicento emerge come grande potenza e si impone come modello per le altre realità europee
interessate da analoghi fenomeni, finalizzati pertanto a rafforzare le coesioni delle potenze statali. Si pone
anche come protagonista dei dibattiti culturali dell’epoca, la volontà riformatrice dell’economia e della
cultura passa attraverso l’istituzione delle accademie, che diventano elemento istituzionalizzato che mira a
canonizzare norme di comportamento finalizzate a costruire un apparato culturale coeso, in forte
opposizione alla frammentarietà che sta alla base della cultura dell’epoca, punta a favorire, coltivare e
organizzare il dibattito su diverse discipline. Le prime accademie precedenti all’ascesa di Coubert, ministro
di Luigi XIV, cercano di perseguire tali obiettivi. Nel 1863 si forma l’Accademia di istruzione delle Belle
Lettere, nel 1866 si forma un’Accademia delle Scienze e si istituzionalizzerà l’accademia francese a Roma
come meta di studio per gli intellettuali. Viene successivamente creata un’Accademia di Musica e infine una
di Architettura. Prendono corpo alcune iniziative e decisioni che conosceranno degli sviluppi fondamentali
in campo architettonico. I dibattiti che hanno luogo su piano teorico dell’architettura conoscono un risvolto
empirico, sono immersi nella cultura barocca ma hanno delle implicazioni che aprono il corso di pensiero
degli sviluppi futuri. Il tema fondamentale delle discussioni verte sul primato degli antichi e dei moderni:
l’età barocca è compresa nell’idea che l’antichità sia portatrice delle massime espressioni dell’arte e
dell’intelletto, ma alla corte di Luigi XIV tale pensiero viene contrastato, si sostiene che la contemporaneità
abbai raggiunto un livello di magnificenza mai conosciuto prima. La Francia manifesta una tenenza alla
semplificazione e razionalizzazione delle forme molto significativa, che andrà a svilupparsi nei decenni. Un
nodo critico riguarda l’architettura, che accoglie diverse prospettive di pensiero. L’Accademia fondata agli
albori del Seicento è controllata da personalità che guardano in modo ortodosso alla tradizione
rinascimentale e vitruviana, si riconosce l’intangibilità di una serie di principi frutto di studi rinascimentali
che si riversano nei trattati che circolano a partire dal Cinquecento. Viene celebrata la grandezza e la
superiorità degli antichi, tutti gli architetti rinascimentali si ispirano ai riferimenti solidi dell’epoca classica. I
sistemi proporzionali lungamente studiati e sperimentati attraverso la diretta esperienza delle rovine
dell’antichità e confrontati con gli scritti di Vitruvio vengono ritenuti assoluti e universali. Il compito
istituzionale dell’Accademia di Architettura si fonda nella discussione di diversi temi trattati da architetti,
ma anche da altre figure, come Claude Perrault, studioso che si occupa di architettura a livello
dilettantistico, progetta in quanto conoscente di un’ampia cultura architettonica. Egli è medico e si occupa
di anatomia comparata, fa parte di una famiglia di intellettuali che partecipano al dibattito culturale, si
dedica con passione all’architettura ed elabora una visione originale e contrapposta a quella propugnata
dall’Accademia, traduce il trattato di Vitruvio in francese, opera tanto importante da rimanere riferimento
anche nei giorni d’oggi, manifesta la consapevolezza del fatto che la simmetria proposta da Vitruvio è
fortemente diversa da quella proposta nell’Europa rinascimentale, non ha pura natura geometrica e
risponde a relazioni tra le parti fondate su principi di altra natura. Egli lavora sulle regole proporzionali del
trattato vitruviano. La convinzione dominante dell’Accademia è che le proporzioni dettate in epoca classica
siano divine e di carattere assoluto, gli architetti sono legittimati dal punto di vista religiosi a riprendere i
canoni classici, la sacralità delle proporzioni architettoniche deriva dalla matrice del corpo umano e sono
analoghe ai meccanismi della musica: essa risponde a un ordine matematico e gli intervalli tra le note sono
analoghi alle differenze di proporzioni dell’architettura. Perrault, appoggiandosi alle sue convinzioni
scientifiche secondo cui ciascun corpo umano ha proporzioni diverse e i caratteri della percezione visiva
sono lontani da quelli di percezione dei suoni, rifiuta la rigida applicazione di proporzioni, esse non
rispondono a un ordine assoluto. Nasce una discussione, le idee di Perrault si incuneano nella cultura
barocca e scardinano tale sistema di convinzioni. Tale evento è il primo tema fondamentale che porta a
individuare nella Francia del Seicento l’avvio della contemporaneità. Inizialmente la portata di tali idee è
limitata, ma prenderanno piede col passare del tempo, apre il corso a una serie di prospettive e variazioni
che sono destinate a incrinare il quadro incentrato sulla visione classica dominante nel Seicento. Il Palazzo
di Carignano incarna il pieno sviluppo della cultura barocca, con gli ordini immaginati e sviluppati da
Guarino Guarini, si lega ancora all’idea convenzionale di un carattere assoluto delle proporzioni. Questo
viene messo in discussione attraverso il commento del trattato vitruviano, considerato uno dei commenti
fondamentali ancora nel Novecento. Il testo “L’ordine dei cinque generi di colonne” mette a punto un
pensiero critico che costituisce un passo rivoluzionario oggetto di discussioni. La visione teorica espressa da
Perrault non nega che vi sia una parte della cultura architettonica appartenente a un carattere assoluto, ma
esso non incorpora il tema delle proporzioni. La critica cambia l’idea del bello riferita all’architettura, nega
che alcuni aspetti considerati assoluti possano continuare ad essere tali. Distingue due tipi di bellezza: una
assoluta, cui ascrive la perfezione costruttiva e strutturale dell’architettura, concerne all’aspetto materiale,
si riferisce alle gerarchie assolute degli ordini ed è parallela al tema della Firmitas; una arbitraria o
convenzionale che riguarda le proporzioni. Il trattato di Leon Battista Alberti per la prima volta elenca i
cinque ordini architettonici, è diverso da quello vitruviano, vengono considerati anche tuscanico e
composito. Le proporzioni degli ordini architettonici sono un fatto convenzionale, le altezze e i rapporti
tradizionalmente attribuite ai diversi ordini vengono studiate da Perrault in chiave moderna, non hanno
carattere assoluto, bensì convenzionale, che permette di percepire un risultato armonico che l’occhio
apprezza nei rapporti generali e permette di essere calcolato in maniera più semplice. I cinque ordini
architettonici vengono comparati a quelli vitruviani, rappresentano i valori simbolici in cui si riflettono le
gerarchie sociali. Perrault non mette in discussione il valore assoluto della gerarchia dei cinque ordini e i
rapporti tra le proporzioni, ma studia delle proporzioni moderne con carattere convenzionale che
permettono di ottenere un risultato altrettanto armonico eseguendo i calcoli in maniera più semplice.
L’obiettivo è quello di ottenere un proporzionamento efficiente che renda l’ordine bello, facile da calcolare
e che risulti essere riproducibile. Il dibattito su questo aspetto pone le basi per gli sviluppi razionalistici dei
secoli successivi. L’espediente proposto da Perrault consiste nel considerare un particolare modulo non
basato sul calcolo della sezione della colonna, ma permette un convenzionale agevolamento facilmente
trasmissibile. La finalizzazione è quella di formulare un’idea di architettura le cui caratteristiche siano
facilmente trasmissibili. Prende via una linea razionale già presente nell’architettura francese del Seicento,
che caratterizza tutto lo sviluppo dell’architettura Settecentesca, a partire dalla facciata est del Louvre.
Viene bandito un concorso, la prima proposta è del Bernini, simile alla facciata del Palazzo Carignano del
Guarini, ha stampo Barocco. Un edificio che inaugura il periodo moderno del linguaggio classico
(Neoclassicismo) e che presenta una rottura radicale con il passato è il colonnato del Louvre, presenta una
tripartizione in facciata, vengono rappresentati i temi enunciati da Perrault. Nella facciata si esemplificano i
caratteri della visione innovativa di questa corrente, c’è una rottura netta che mettono in evidenza le
diversità architettoniche dell’epoca. L’attenzione si incentra sull’uso degli ordini, manifesta la magnificenza
e la rigorosa razionalità dell’edificio. Il carattere binato dell’ordine parte dal Rinascimento, il rango è
espresso dal carattere corinzio che rappresenta il vertice della gerarchia sociale. Gli ordini non hanno
carattere decorativo ma hanno valore portante. Nella costruzione generale e nel senso del valore portante
degli elementi è racchiusa l’appartenenza dell’architettura a una dimensione del bello che riguarda i valori
assoluti, mentre le proporzioni sono traduzioni di meccanismi ricondotti ad aspetti convenzionali.

Il XVIII secolo è dominato da rivoluzioni che aprono il varco alla dimensione contemporanea della vita e
delle forme di pensiero. L’accelerazione degli eventi attraversa tutto l’arco della contemporaneità e nel
Settecento vede le sue manifestazioni già evidenti su tutti i livelli, dalla vita individuale alle trasformazioni
che avvengono a grande scala. Il quadro introduttivo al secolo sottolinea alcune tematiche di fondo che
inquadrano la complessità del momento, letto da più punti di vista. L’architettura, per essere compresa, va
necessariamente letta tenendo conto dell’intersezione dei grandi fatti che caratterizzano questo secolo
rivoluzionario. Tutti gli elementi che condizionano il fatto architettonico nella storia, quindi il contesto
spaziale entro cui si colloca l’opera e le condizioni materiali, professionali e teoriche che la producono, sono
legati alla forte trasformazione che determina il Settecento. Le coordinate di fondo che si pongono alla base
di questo periodo sono molteplici: innanzitutto mutano gli scenari generali entro cui si manifestano gli
eventi di questo periodo storico, il mondo è già interessato da traffici e mondializzazione che portano
avanti la conoscenza dei diversi territori del globo, proseguono le esplorazioni e si intensificano gli scambi e
le lotte per l’economia già parzialmente globale. I nuovi filoni di ricerca alimentano la visione scientifica già
presenta negli sviluppi seicenteschi, certi fenomeni che legavano ancora il Seicento alle credenze e alle
irrazionalità tendono ad essere definitivamente sostituiti da un approccio scientifico, alimentando lo
sguardo razionale sulle cose. Il patrimonio comune scientifico della realtà in ambito europeo crea una base
di pensiero unificata, una comunità che si forma sulla base della razionalità e della curiosità, investendo
ambiti sempre più ampi della società. Essa è alimentata da forme di comunicazione vicine alle forme di
comunicazione contemporanea. Si assiste a un’irradiazione delle forme di comunicazione e dello scambio,
questo riguarda anche l’ambito architettonico e artistico. L’architettura si apre a una lettura dell’eredità
classica testimoniato da Perrault, il Neoclassicismo si diffonde con tempi di trasmissione e di adattamento
dei modelli differenti in base ai contesti di sviluppo. Il dettato classicistico del Louvre si diffonde
rapidamente in Francia, anche San Pietroburgo è interessata a una serie di interventi sulle corti improntati
sull’Assolutismo. In questo momento convivono diverse linee di sviluppo, quelle di novità sono tracciate da
alcuni esempi di architettura costruita o in alcuni trattati che iniziano a circolare nella società, come quelli
francesi di Perrault, tradotti in diversi paesi europei. La diffusione di tali idee avviene in un quadro culturale
che ammette un rapporto di continuità con la visione irradiata dall’età Barocca, che si sviluppa in forme
particolari all’interno di corridoi progettuali specifici legati alla committenza o alla destinazione d’uso. La
tarda cultura barocca è presente soprattutto in ambito religioso, dove la cultura si sviluppa in forme
originali e interessanti, ad esempio nell’Europa centrale sono presenti degli edifici che vedono una
contaminazione barocca e neoclassicista. Alcuni temi che caratterizzano i fenomeni settecenteschi vengono
definiti come cantieri della modernizzazione, si sviluppano grazie alla nascita di un nuovo tipo di
personalità, profondamente legato ai valori dell’illuminismo e di curiosità scientifica, di convinzione della
forma dell’intelletto. La cultura inizia a guardare al futuro come un periodo nel quale è possibile prevedere
le cose. Un importante segno di queste nuove linee di pensiero è evidente nella convinzione che le
epidemie e le crisi possano essere studiate e circoscritte a determinate cause, cercando di contrastarle ad
esempio chiudendo un territorio e isolandolo, atteggiamento più razionale ed efficace. Il Settecento è il
secolo in cui in campo edilizio, in seguito a terremoti e catastrofi devastanti, si riorganizza l’assetto urbano
e si perfezionano tecniche di costruzioni antisismiche messe a punto dopo aver studiato questi fenomeni.
L’Inghilterra esce dalle rivoluzioni rafforzata nell’ordine sociale, improntato secondo un assetto sociale
improntato alla gestione dello sviluppo demografico ed economico. Le direttrici che costituiscono questo
sviluppo vedono come primo punto fondamentale la scoperta di nuovi territori e cerca di scoprire e leggere
il proprio passato legato alla morfologia del suolo e dei luoghi, ma soprattutto legato all’antichità classica,
fonte imprescindibile per agire sul presente. La scoperta della storia è parte di un processo proteso alla
novità. La sensibilità culturale che cambia in base alla società comprende strati più vasti di uomini di
cultura, ha un modo di interpretare i fenomeni particolare e lo manifesta nell’arte e nell’architettura.
Nell’ambito delle Accademie francesi questa mutata sensibilità è evidente nella discussione sul bello,
portatore di valori di equilibrio e di proporzione. Accanto a tale riferimento del bello dal punto di vista
artistico e architettonico compaiono altre categorie, che non tardano a manifestare la propria importanza
sul piano della creatività, in particolare emerge la categoria del sublime, tradizione filosofica che si
manifesta e viene teorizzata soprattutto in Inghilterra a partire da metà Settecento. Il bello è equilibrio e
proporzionalità definita, il sublime colpisce ed è fonte di interesse e creazione, produce effetti di
inquietudine, ha un orizzonte di valori diverso che viene recepito in ambito architettonico. Il Settecento è
un secolo in cui vi è ancora fiducia nell’alchimia, ma il modo di osservare la materia cambia grazie alla
conoscenza in forte sviluppo in ambito scientifico. Questo sapere si accompagna al perfezionamento delle
Accademie e si pone alla base di filoni di pensiero diversi. Accanto al bello e al sublime emerge il tema del
gusto, inteso come la manifestazione di un consenso che lega il progettista al cliente e si adatta alle
circostanze, non risponde a criteri assoluti ma è frutto delle trasformazioni sociali in corso. L’Accademia di
architettura in Francia organizza diverse sedute di discussione riguardo al gusto, elemento importante per
l’operato degli architetti, giungendo alla conclusione che il gusto è “un certo non so che”, tenendo quindi
conto delle molteplici visioni a riguardo. Le conoscenze empiriche alla base del saper costruire legano la
tradizione costruttiva dei cantieri alle idee astratte delle concezioni sviluppate in questo periodo, emerge la
possibilità di poter calcolare le strutture in maniera più approfondita, la figura dell’architetto e
dell’ingegnere si distinguono notevolmente. La figura di Leonardo e di Michelangelo come architetti che si
occupano di aspetto strutturale e formale viene a mancare e si separa in due fazioni differenti. Le
trasformazioni territoriali che interessano la grande scala e la città in mutamento vede una trasformazione
delle forme legata alla cultura architettonica. Il cantiere dell’antichità può essere visualizzato attraverso una
serie di immagini di Piranesi, architetto e incisore veneziano la cui fortuna inizia da trasferimento a Roma
dove svolge un’attività da progettista, limitata però a pochi lavori. La sua importanza è data dal fatto di
essere un punto di riferimento nello studio dell’antichità e della sua rappresentazione. Il Gran Tour è un
fenomeno che si sviluppa per cogliere delle dinamiche fondamentali del Settecento, anticipa delle
manifestazioni che si sviluppano nei secoli e acquistano grande importanza. Si torna a studiare l’antico, si
osservano elementi dell’antichità di Roma, oggetto di studio legato alla nuova sensibilità che avanza
nell’epoca, si ripercorrono luoghi consolidati di cui il più importante è il viaggio di formazione compiuto
dalle Elite aristocratiche, in territorio italiano hanno grande importanza i siti di Ercolano e Pompei, ritrovati
nel secolo stesso. Altri luoghi sono le rovine del nord Africa e del medio-oriente, come le rovine di Palmira.
Le pubblicazioni del tempo portano a un nuovo punto di vista dell’antico, fanno di alcune testimonianze un
modello fondamentale per indirizzare la ricerca architettonica. Il Gran Tour e le scoperte archeologiche
portano ad ampliare la ricchezza del repertorio del mondo antico, la scoperta del mondo greco e della sua
architettura inizia ad essere studiata riportando in auge il gusto per i caratteri arcaici, soprattutto quelli
della Magna Grecia. La nuova cultura in cui i modelli si trasmettono vede l’architetto come attore dei viaggi,
strumento fondamentale per la conoscenza dell’antico. I francesi istituzionalizzano i percorsi come il Gran
Tour per permettere agli allievi di studiare dalle migliori fonti. L’Inghilterra, sulla scia della rivoluzione, vede
lo stato con un ruolo più limitato rispetto alla monarchia. Spesso l’architetto è visto come imprenditore,
hanno fortuna personale sufficiente per intraprendere questi viaggi e qualificarsi nel mercato delle idee e
dei modelli che assume contorni sempre più estesi. I protagonisti finanziati dallo stato per intraprendere il
Gran Tour (in Francia i finanziamenti derivano dall’Accademia di Architettura, in Inghilterra si creano invece
delle società specifiche) hanno la possibilità di acquisire il bagaglio culturale utile a diventare dei
professionisti di fama. Vengono studiati i dettagli costruttivi, gli ordini e gli elementi infrastrutturali. Tra i
beneficiari del Gran Tour si ricorda Quarenghi, architetto italiano di fama, chiamato alla corte di Caterina II
di Russia, diviene protagonista dell’architettura russa. Il rovinismo diviene corrente fondamentale, viene
introdotta una sensibilità legata al sublime e ha tante origini, una di queste è la riscoperta della rovina e
dell’antico. L’idea del sublime nasce con la prima industrializzazione, il paesaggio idilliaco in cui si colloca è
quello della natura incontaminata dalle fabbriche. Questo concetto viene alimentato da una produzione
artistica con influenza fondamentale in campo architettonico, in particolare del gusto che si sviluppa. Tra le
massime esemplificazioni dell’idea del sublime si colloca un ciclo di incisioni del Piranesi legate alle carceri,
che raffigurano interni minacciosi e cupi che sollecitano determinate emozioni. Fussli è un pittore
romantico che dipinge “L’incubo”, quadro che muove un angolo di coscienza evocando sensazioni di
angoscia. L’arricchimento dei repertori espressivi è un aspetto fondamentale del Settecento architettonico,
avanza sulla base di una nuova visione teorica, ma si amplia anche il repertorio del gusto, e quindi dei
possibili clienti. Si varia particolarmente il tema artistico su una base teorica molto ampia. Lo sviluppo della
teoria nel corso del Settecento si fonda sugli studi di Perrault, in particolare in Francia si sviluppano trattati
estremamente interessanti, come l’Essai sur Architetture di Laugier, architetto dilettante che raccoglie una
serie di istanze sviluppate da Perrault e tratta temi di architettura e non solo. Per quanto riguarda
l’architettura, l’esigenza è quella di instaurare uno stile che si spogli di ogni eccesso decorativo, viene
metaforicamente rappresentata da una vignetta che raffigura un tempo primitivo per evocare i principi
della Firmitas e dell’Utilitas. Il trattato influenza particolarmente l’architettura francese del XVIII secolo, a
partire dalla cattedrale di San Genevieve a Parigi, che nasce come massimo tempio dedicato alla santa
protettrice della città. È un’opera la cui magnificenza si accompagna alla chiesa della Madalaine, i valori
della razionalità e l’apertura a nuovi riferimenti come l’architettura gotica, lungamente disprezzati
precedentemente e recuperata per le straordinarie tecniche costruttive e ambientali, quali la luce con
annessi valori costruttivi. L’opera diventa rappresentativa e riassume diversi temi che si sviluppano in
questo periodo. L’opera presenta ampie bucature per lasciar passare la luce, ma presenta dei problemi
strutturali che portano all’occlusione di alcune finestre. Il calcolo strutturale che permette di verificare la
solidità dell’impresa vede come protagonisti ingegneri, figure professionali che delineano il nuovo dibattito
teorico in nome della specializzazione dei saperi caratteristica del periodo. Il campo specifico di azione
dell’architetto si colloca in un orizzonte che vede emergere delle figure competitive con cui contendere il
mercato dell’edilizia. In Francia compare la figura dell’ingegnere, strettamente legata alle imprese
infrastrutturali che nascono per rafforzare la potenza francese. Il territorio del Seicento è debolmente
infrastrutturato, nel Settecento perfezionano gli strumenti di misurazione scientifica che forniscono delle
basi fondamentali per la progettazione e portano a una possente iniziativa di riformare e realizzare
infrastrutture nel territorio stesso. A partire dalla metà del Settecento il corso degli architetti e degli
ingegneri si separa, si pongono dei problemi di legittimazione, l’architetto è costretto a definire il proprio
campo d’azione, deve collaborare con i capomastri e ingegneri che coprono territori del progetto
precedentemente appartenenti agli architetti. La teoria si adatta a tali trasformazioni. Il tema di
dissociazione di profili competitivi porta a un ulteriore specializzazione dei settori e delinea un nuovo
campo di sviluppo del dibattito architettonico.

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