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12/03/2021

LEZIONE 4:

ARCHITETTURA E CITTÀ DELL’OTTOCENTO


L’Ottocento è un secolo ricco di implicazioni decisive per comprendere gli sviluppi che portano agli esiti
della cultura progettuale e architettonica del Novecento. Molti aspetti dei temi innovativi che si delineano
nel XX secolo, soprattutto nella prima parte, sono difficili da cogliere senza considerare il quadro degli
avvenimenti ottocenteschi. Il passaggio tra Settecento e Ottocento risulta essere piuttosto sfumato, molti
temi del progetto a scala architettonica a fine Settecento costituiscono un’anticipazione di ciò che verrà, è
difficile delineare delle precise linee di cesura. Tra i due secoli intervengono dei mutamenti nei grandi
scenari geo-politici, dal punto di vista del pensiero e delle relazioni che investono la società nel suo
complesso si verificano delle rotture che non permettono di individuare uno stacco netto, ma esso fa
riferimento soprattutto alla Rivoluzione francese. Quest’ultima costituisce un orizzonte di crisi e
trasformazione imprescindibile a tutti i livelli storici, compreso quello del progetto. Negli anni Novanta
dell’Ottocento la Rivoluzione francese passa alla fase più travolgente, periodo del terrore, cambia
radicalmente il punto di vista della scena entro cui operano gli architetti. La cultura architettonica è
preparata a queste vicende, si parla di architettura rivoluzionaria con riferimento al tema del carattere e
architetti come Ledoux e Boullee, definiti architetti rivoluzionari per l’approccio innovativo che rivelano
nelle loro opere. Maturano il pensiero e i loro punti di vista, in realtà, in un periodo precedente la
Rivoluzione. In Francia quest’ideologia viene maturata nell’ambito dell’Ancien Regime, tutt’altro che
stabile, porta con sé le premesse della rivoluzione. La Francia ha un primato dal punto di vista intellettuale,
soprattutto per la teoria. Gli sviluppi significativi del Settecento abbandonano la centralità della visione
teorica classica che gravita attorno ai temi degli ordini, e dislocano l’attenzione su temi che evidenziano il
ruolo dell’architettura nel quadro delle trasformazioni in corso. L’attenzione viene spostata al tema
dell’abbellimento: il modo di concepire l’edificio in relazione a chi lo abita e chi lo osserva per renderlo
concepibile nelle sue parti in relazione all’uso che ne viene fatto mostra una gerarchia delle funzioni ed è
esteso al piano delle città. Il tema dell’abbellimento ha inizio con il Rinascimento, passa per le Place Foialles
e conosce un passaggio che incorpora dei dati d’igiene, punto di vista della città totalmente rinnovato.
Prepara il terreno alle grandi svolte che si annunciano. la Rivoluzione Francese interrompe lo slancio
edificatorio che caratterizza il Settecento, ma accelera sul piano delle idee. Nel corso della Rivoluzione i
progetti vengono proiettati in una dimensione ideale che sanziona un punto decisivo di passaggio. Gli anni
Novanta precedono la stabilizzazione e la rivoluzione del periodo napoleonico, non si costruisce ma si
immagina. La città è oggetto di proposte di piano che disegnano tracciati sulla scorta di una pianta che
ricompone, allarga e razionalizza il fitto tessuto viario di Parigi, beneficiando della confisca del ricco
patrimonio della Chiesa, che passa sotto il controllo pubblico rendendo disponibili porzioni di territorio
urbano a nuove portate a grande scala. Le nuove possibilità concesse all’azione pubblica grazie
all’espropriazione dei beni della chiesa preparano una Parigi più integrata, scorrevole e moderna. Questo
passo è decisivo tra la pianta di Patte dove si mettono assieme i progetti di concorso per la piazza dedicata a
Luigi XV e le grandi trasformazioni ottocentesche che cambiano la natura della città, offrendo un modello di
modernizzazione ineguagliato, proiettano città e architetture in una dimensione totalmente diversa da
quelle precedente. Un altro aspetto di questa architettura virtuale della Rivoluzione è l’introduzione di feste
rivoluzionarie, tipiche dell’età contemporanea e legate all’eredità del passato, fatte per l’impossibilità di
trasformare la città. Parigi e le altre città che seguono il destino della Rivoluzione Francese in espansione
sono interessate da questi fenomeni, viene sublimata da feste, celebrazioni e cortei che definiscono
particolari percorsi nella città, negando l’uso dominante della città e dell’Assolutismo per costruire nuove
centralità basate su azioni effimere, ma che tengono conto di installazioni effimere, percorsi e addobbi che
danno forma a riti provvisori che danno vita a un nuovo volto della città. Questo momento rivoluzionario
risulta essere un ulteriore elemento di rottura. Le soglie del nuovo secolo si aprono sulle prospettive di
questa eredità che, riassumendo, si basa sulla teoria, esprime l’architettura colpendo i sensi della
popolazione e si rendono riconoscibili, l’immaginario dell’edificio pubblico è un tema moderno in quanto
nasce una cultura che identifica le funzioni di una città che si modernizza per operare. Questa rottura
evidenzia il livello di massima espansione della Francia a partire dalla guerra di sopravvivenza della
Rivoluzione Francese contro le potenze coalizzate. Con l’ascesa al potere di Napoleone prende avvio
un’espansione che porta la Francia a controllare una parte significativa dell’Europa. L’Italia è in parte
annessa a questo impero, il Piemonte passa alla Francia, altrove si creano delle realtà che partecipano al
controllo diretto dello stato e agli sviluppi della Rivoluzione. Questo dal punto di vista progettuale è
fondamentale, in quanto porta alla diffusione di nuove idee, valori e leggi, si affermano nuove concezioni
spaziali e architettoniche che sono specchio degli sviluppi della cultura francese durante la Rivoluzione. In
virtù di questi fatti si creano nuove condizioni di circolazione del sapere. A questa situazione si aggiunge
un’ulteriore svolta rivoluzionaria, nell’arco di breve tempo la sconfitta napoleonica ristabilisce delle realtà
monarchiche, riportando apparentemente la città indietro nel tempo. Certi lasciti propri del periodo
napoleonico entrano nella linfa dello sviluppo sociale e la restaurazione comporta una svolta netta rispetto
ai valori precedenti. Seguono una serie di eventi rivoluzionari che scandiscono tutto l’Ottocento, influendo
sugli stessi sviluppi della cultura architettonica e scandendo fasi e conseguenze dirette. Questo secolo,
nonostante appaia dal punto di vista architettonico legato al passato, è un secolo rivoluzionario.
L’architettura è legata alla storia ma cerca di interpretare questi processi innovativi. Il secolo attraversa
diverse fasi e rotture importanti sul piano storico, dall’ascesa napoleonica, al crollo fino alla Restaurazione,
seguono i moti in reazione ai fermenti sociali che si manifestano. Nella seconda parte del secolo ascendono
forze legate alle trasformazioni politiche, come il movimento operaio che risulta essere il preludio degli
eventi del Novecento. La continuità passa al filtro di queste rotture che cambiano radicalmente scenario.
Esistono due polarità che caratterizzano il secolo: la prima è la razionalità della cultura francese che pone le
basi nei dibattiti cui partecipa Perrot, si esprime nel pensiero progettuale e ne costituisce una matrice; la
seconda è la linea del pittoresco, che scaturisce nel contesto inglese e passa al resto dell’Europa,
delineando un approccio contrario rispetto alla linea della razionalità legata agli ordini, alla simmetria e alla
classicità. Il pittoresco allude alla natura e all’organizzazione dello spazio ponendo l’accento sull’irregolarità,
ben manifestata nei grandi parchi aristocratici, alimentando i filoni che escono dall’ambito privato
diventando tema fondamentale nella progettazione della città attraverso i parchi urbani. Il tema
dell’irregolarità non riguarda solo la natura, ma ha altre applicazioni, quali la sensibilità e l’atteggiamento
progettuale dell’architettura e della città. L’architettura continua ad essere profondamente legata al
linguaggio classico, gli sviluppi del classicismo travalicano il secolo e si proiettano anche dell’Ottocento,
divenendo ossatura fondamentale della ricerca architettonica. Si tratta di una continuità che porta molti
esempi e, da questo punto di vista, non accadono cose totalmente nuove. L’irrompere di una nuova
sensibilità legata a nuove opportunità di intervento a scala urbana rendono evidenti le profonde
trasformazioni che si verificano, questo nonostante l’uso delle colonne e il dominante uso dei modelli
classici. Il Settecento oltre al riferimento classico nella teoria porta alla nascita di altre pulsioni,
esemplificate dalle costruzioni realizzate all’interno dei parchi urbani per scandirne i percorsi. Oltre ad
arrecare la memoria delle rovine dell’antichità guardano alla cultura gotica, oggetto di attenzioni durante il
Settecento, ma non conosce lo stesso approfondimento del periodo classico, un esempio è Sant Genevieve,
cattedrale che riporta delle caratteristiche della cultura gotica. Diverso è il caso dell’Inghilterra, dove la
tradizione gotica rimane forte e i trattati guardano a questo periodo. La cultura gotica diviene importante e
afferma la propria presenza creando una polarità diversa della cultura classica, arricchendo il repertorio
della cultura architettonica portando al fenomeno complessivo dell’Eclettismo che incorpora queste
matrici. Il Romanticismo è un altro grande tema che, con profonde radici nel pensiero Settecentesco,
caratterizza gli sviluppi artistici e architettonici dell’Ottocento. Vengono realizzati dei dipinti inondati da
luce che evidenzia una serie di architetture fuse in un unico punto e raccontano vari momenti della storia
dalla cultura greca, da cui parte la linea che porta al classicismo Ottocentesco. Il quadro porta in primo
piano la figura dell’architetto, comodamente sistemato in cima a un rudere di colonna a simboleggiare la
centralità del tema classico per gli architetti, riguarda i principali centri di formazione della cultura
architettonica, come la Scuola delle Belle Arti francese. in ombra si trova un altro riferimento importante,
ovvero quello del gotico. Questo quadro rappresenta li accadimenti tra fine Settecento e primi anni del
nuovo secolo, che caratterizzano in modo decisivo il pensiero degli architetti: una moltiplicazione di
riferimenti. Essa è frutto di una serie di eventi già presenti nel Settecento, come le campagne archeologiche
che portano allo studio delle rovine ellenistiche e romane, da Palmira al tempio di Diocleziano che
aggiungono attraverso uno studio attento nuova linfa al repertorio degli architetti, facendo comprendere
l’ampiezza di declinazioni architettoniche della cultura classica. Si fanno scoperte in periodo napoleonico, la
passione per l’antico alimenta nuove declinazioni del gusto. La linea gotica, che, soprattutto in Inghilterra,
conosce una trionfale spinta legata a tante ragioni (il gotico interessa da molti punti di vista, riflessi sul
piano teorico) è espressione di un periodo storico idealizzato nell’Ottocento e si pone in stretta relazione
con i fenomeni che sconvolgono l’assetto sociale, politico ed economico europeo. Esso è espressione
strutturale e originale che risponde a interessi tecnico-costruttivi, è espressione di valori religiosi, di identità
nazionale che culmina con la formazione di nuove nazioni come quella italiana. Questo è espressione di
identità profondamente legata alla ricerca di quelle premesse architettoniche utili a parlare di tali esigenze.
Questo quadro si pone alla base degli sviluppi ottocenteschi, ci sono molte linee di continuità e altrettante
di rottura. Questo orizzonte può essere letto su tanti livelli, un aspetto fondamentale mostrato in una carta
ottocentesca è la nascita e produzione delle linee ferroviarie a inizio del secolo in Inghilterra (fenomeno che
interessa altri paesi all’avanguardia), particolarmente importanti perché indicano che tipo di
industrializzazione investe il territorio, portano come conseguenze la decisiva trasformazione delle relazioni
spaziali e la radicale trasformazione della percezione del tempo. La ferrovia cambia in modo sconvolgente
la percezione spazio-temporale, il punto di vista delle cose, cambia il paesaggio con degli effetti
sconvolgenti tanto quanto la nascita delle prime industrie alle quali si lega la stessa idea del sublime nel
Settecento. Le pitture accompagnano l’idea del sublime, come le opere di Friedrich, o quelle di Schinkel,
architetto prussiano operante a inizio Ottocento. Attraverso tali opere si comprende quanto questi valori
siano profondamente legati a un nuovo tipo di atteggiamento intellettuale e progettuale che investe la
cultura architettonica. Il nuovo secolo può essere cronologicamente ripartito, per la cultura progettuale e
l’architettura, in due fasi precise che, a grandi linee, coincidono con la metà dell’Ottocento: si tratta delle
trasformazioni urbane che assorbono l’architettura e si legano a un processo di riorganizzazione delle cose,
la linea di demarcazione coincide progettualmente con due episodi di trasformazione urbanistica del
periodo, quella di Parigi in particolare, città dove prendono avvio delle operazioni di straordinaria portata
che creano l’immagine della Parigi attuale e contemporanea, chiudendo un ciclo legato alle forme e alla
dimensione della città storica, e quella di Vienna. Il 1850 viene considerato una precisa linea di
demarcazione, in quando irrompono questi fenomeni innovativi con chiara leggibilità in campo
architettonico, si esprimono in forme specifiche rispetto a ciò che accade nella seconda metà del secolo. Il
termine Eclettismo caratterizza in modo significativo il composito scenario della cultura architettonica dei
primi anni dell’Ottocento, momento in cui interviene su piano della cultura architettonica una nuova
frattura che segna l’avvio dell’ultima stagione della contemporaneità, può essere distinto in una serie di
momenti a indicare le sue manifestazioni nelle prime decadi del secolo ed espressioni diverse nella second
parte.

La teoria offre ancora un utile riscontro dell’avvenimento dei fatti, evidenziando gli elementi di continuità e
di rottura. Il primo esempio è il manuale di Durand, ovvero “Precis des Lecons d’Architecture”, appunti stesi
da Durand stesso, allievo di Boullee e importante per il ruolo didattico della formazione degli architetti.
Elabora un metodo che ha influenza nella formazione della cultura progettuale degli architetti e non solo.
Questo testo è innovativo e porta una metodologia nata da una cultura che esprime le idee di progetto di
Boullee, è autore di uno scritto che teorizza come ambito specifico dell’azione dell’architetto quello
dell’arte. Il testo si intitola “Saggio sull’arte”. L’idea dell’architettura è totalmente emancipata e priva delle
ambizioni del pensiero classico. Un primo riscontro su piano teorico ha espressione nel testo di Durand, ma
anche in quello di Rondelet, protagonista della riorganizzazione dell’insegnamento progettuale in Francia
che porta a individuare percorsi specifici per la cultura degli ingegneri. Gli eventi della Rivoluzione Francese
porta a scompaginare le accademie e a istituire nuove forme di insegnamento che, con la caduta di
Napoleone e la Restaurazione, si cristallizzano nelle scuole come la École Polytechnique e la École des
Beaux-Arts. A queste forme si accompagnano nuove forme di insegnamento, il sapere costruttivo è ambito
di specializzazione legato alla cultura degli ingegneri. I Precis des Lecons nascono come metodo particolare
per individuare forme specifiche di progettazione architettonica. Questa lezione, che tende a definire regole
di progettazione che delineano un metodo universale di composizione sganciato da qualsiasi tema
costruttivo, nasce a servizio della formazione degli ingegneri. Si tratta di un testo metodologico per
facilitare il metodo di apprendimento degli ingegneri, viene tradotto e diviene uno dei testi più osservati e
seguiti dagli stesi architetti per la sua validità. Questo metodo si fonda su principi di assoluta razionalità,
congruenti con lo spirito degli ingegneri, è fondamentale il tema dell’economia e il principio della
simmetria, ma non come portatrice di valori simbolici come nel Settecento, bensì come dato di razionalità
legato ai principi di economia per arrivare a una progettazione normalizzata. Il metodo è riassunto in una
tavola chiamata Metodo da seguire nella composizione di un qualsiasi tipo di progetto. Nei trattai
tradizionali come quello palladiano o quelli di Blondel vengono definite modalità specifiche di progettazione
per specifici edifici. Qui si parla di un metodo universale, riflesso di una società al servizio della
trasformazione del metodo progettuale che matura in epoca rivoluzionaria. Si diffondono idee di progetti
che esportano una certa idea di architettura, tipica del periodo napoleonico in Francia e in altre aree di
influenza. Si definiscono alcune linee che individuano gli aspetti fondamentali della composizione, in pianta
come carattere distributivo, fino alla delineazione degli altri aspetti del progetto. Il tema del museo è affine
a questa metodologia, in quanto il progetto passa dall’impostazione all’identificazione di elementi tipologici
basilari, fino alla soluzione di prospetti variamente interpretati. Partendo da una particolare visione
modulare l’architetto può comporre diversi tipi di edificio. il pensiero di Durand è profondamente ancorato
a un’idea classica, appartiene a un indirizzo razionalista, ma il metodo allude alla possibilità di manipolare
l’architettura in vario modo arrivando a diverse forme espressive, preparando il terreno a esiti Eclettici. Il
pensiero teorico crea le basi per un approccio al progetto destinato a influenzare l’atteggiamento degli
architetti, creando le premesse di un metodo standardizzato la cui replicabilità è facilmente leggibile sul
piano della pianta. Si creano le premesse per un diverso modo di articolare la forma e la facciata
dell’edificio, accogliendo tutti gli stimoli e i riferimenti stilistici nelle mani degli architetti. Questi circolano
attraverso stampe e testi, ma anche attraverso la diretta esperienza, infatti il tema del Gran Tour viene
sempre più perfezionato, per i francesi continua ad essere una tappa istituzionalizzata e sorretta dallo stato,
per i migliori allievi la meta di Roma è la più ambita e privilegiata, si perfeziona il lavoro di scavo e analisi. È
evidente come cambia la sensibilità con cui si guarda al passato. Il Gran Tour è importante anche per le
iniziative che altri architetti intraprendono per motivi individuali e supportati dalle proprie risorse. Lo studio
del mondo antico conosce grandi sviluppi e porta alla nascita dell’archeologia e di nuove conoscenze che
transitano dall’antico al contemporaneo. Intervengono aspetti di novità anche in questo campo: per alcuni
architetti la meta obbligata di Roma inizia a passare in secondo piano, il viaggio in Italia non si compie e,
attraverso testimonianze dirette, colpiscono le testimonianze della cultura gotica come il Duomo di Milano,
lo stesso Schinkel compie viaggi anomali, come quello dello studio dell’edilizia industriale in Inghilterra,
architettura legata alla produzione che guarda a prospettive diverse da quelle condivise da coloro che
studiano l’antichità classica e romana. Un architetto tedesco partecipe di questo nuovo clima scrive un
trattato chiamato “In quali stili dobbiamo costruire?”, testo che non avrebbe avuto ragion d’essere nel
Settecento, ma che nel nuovo secolo diviene parte di un repertorio fondamentale che esplora la ricchezza
dei materiali a disposizione e delle curiosità. I diversi stili sono ricondotti a particolari ragioni storiche e
costruttive, ciascuna di esse ha senso nel momento in cui l’architetto affronta un determinato tema. Tali
temi sono sempre presenti nel contesto cittadino. Durand nell’ambito nelle sue opere realizza una tavola
che elenca i possibili temi che potrebbero essere oggetto del lavoro dell’architetto, si tratta di un elenco
estremamente ampio e ciascun tema può essere affrontato sulla base del metodo presentato. Egli parla
delle tombe, degli ingressi delle ville, degli archi di trionfo, in generali temi dell’antichità che acquistano
significato in epoca napoleonica. I monumenti, i templi, i palazzi, i palazzi di giustizia, le biblioteche sono
edifici coinvolti in una visione che immagina una moltiplicazione dei temi, a ciascuno di essi il progettista
deve rispondere in modo conforme ed efficiente possedendo un metodo efficace come quello di Durand. Si
sviluppa anche il tema del carattere, soprattutto in ragione delle prospettive del significato della
progettazione. Questo tema pone accanto all’elenco delle funzioni e l’articolazione tipologica il problema
della caratterizzazione di ciascun tema. Il nodo della scelta appropriata dello stile che, riferito al passato,
deve cogliere il significato attuale del riferimento e la corrispondenza di una determinata scelta stilistica a
precisi metodi costruttivi diviene un tema centrale per l’architetto. L’Ottocento porta sulla scena nuovi
materiali, è un secolo rivoluzionario e questo ricade direttamente sul sapere dell’architetto: la centralità del
linguaggio classico ha chiaro riferimento nella continuità delle tecniche costruttive, non si mette in
discussione l’uso di determinati riferimenti in quanto ad essi corrispondono tecniche costruttive per
ottenere specifiche soluzioni. Nell’Ottocento questo aspetto si emancipa, le tecniche costruttive evolvono,
la ricchezza dei valori espressivi porta a uno sviluppo della vicenda progettuale ottocentesca che vive tra la
tesa dialettica tra architetto e ingegnere, rappresentata dallo sviluppo delle istituzioni formative che
conosce il suo massimo grado di evidenza in Francia. Quando si stabilizzano le due principali scuole di
formazione, ovvero la École Polytechnique e la École des Beaux-Arts, si separano le competenze e si crea la
necessità di una collaborazione che non può mancare nel momento in cui si interviene su grandi organismi
costruttivi. I metodi di insegnamento e i messaggi che vengono inoltrati sono importanti per capire
strettamente la vicenda francese. Una parte fondamentale della sua storia si sviluppa a partire da una
polemica verso l’insegnamento della Beaux-Arts, così come le diramazioni dell’École Polytechnique sono il
fulcro della cultura progettuale decisivo nella cultura francese. sono importanti queste istituzioni per la
Francia e non solo. La Francia continua a detenere il primato dell’architettura e della teoria, ma non è più
esclusivo, bensì condiviso dall’emergere di altri filoni che portano alla luce indirizzi caratterizzati dalle
culture nazionali. È molto importante l’apporto inglese e tedesco, ma la perduranza della cultura francese
alimentata dalla trasformazione urbana di Parigi determina 8n’influenza internazionale: all’apprendistato
parigino fanno riferimento molti specialisti, si va a studiare nella città nelle due scuole. Questo significa
un’importante risonanza della scuola a livello internazionale. Le trasformazioni teoriche aprono lo sguardo
all’Eclettismo, avvia un ciclo di imprese urbane che caratterizza la prima parte dell’Ottocento, inoltrandosi
nel secolo. L’esperienza parigina e francese è fondamentale per le trasformazioni urbane, riprende
l’economia, l’edilizia e si affermano nuove ambizioni con l’impero napoleonico. Parigi viene ripensata con
ambizioni senza eguali nel passato. Molti progetti rimangono sulla carta, come il complesso monumentale
che Napoleone intendeva realizzare sulle sponde della Senna, altri progetti invece cambiano il volto della
città. Alcuni di questo portano il segno di una nuova epoca e di una nuova idea spaziale, come l’intervento
realizzato a inizio Ottocento da una coppia di architetti, ovvero Percier e Fontaine, protagonisti della cultura
degli interni e di operazioni urbane. La scala immaginata nei disegni di Boullee diviene tea attuale a partire
dalla prima parte dell’Ottocento. Entrano in gioco i diversi dispositivi della cultura di progetto per
interpretare le nuove forme della città. Questo tema lega molti interventi, dall’esempio parigino si arriva
alla capitale russa, quindi San Pietroburgo, che conosce un notevole sviluppo contrassegnato da episodi
monumentali di grande risalto. Gli edifici definiscono uno sviluppo per parti, tipico del momento storico di
trasformazione. Gli edifici sono caratterizzati da un linguaggio neoclassico, come l’Ammiragliato. La piazza
del Palazzo D’inverno ha spazialità improntate da chiare regole di simmetria, che definiscono i principali
ambiti monumentali della città. L’architettura di inizio Ottocento guarda alla cultura classica, definisce
monumenti dalla diversa collocazione ambientale, come il Tempio della Gran Madre di Dio a Torino, edificio
rappresentativo del Neoclassicismo europeo, si pone agli albori della Restaurazione e può essere
interpretato nei suoi evidenti caratteri classici e modelli. Per essere compreso esso va collocato all’interno
di una scena complessiva articolata, ossia quella della trasformazione degli spazi della città fatta di
infrastrutture come ponti, che esprimono la cultura degli ingegneri, in questo caso specifico si tratta della
cultura francese. La chiesa fronteggia anche una grande piazza oltre al ponte, esempio di nuova architettura
e urbanistica di inizio secolo: l’invaso si apre verso le colline, che costituiscono un elemento di interazione
in un quadro paesaggistico complesso rispetto a quello settecentesco. Questo elemento è qualificante e
innovativo per lo sviluppo dell’architettura, senza di esso i monumenti non possono essere compresi.
L’Eclettismo, nonostante le forme contenute, in questo momento è chiaro nei suoi riferimenti. La pluralità
di riferimenti che si accompagna a un’interpretazione degli elementi decorativi e delle proporzioni tra le
parti rende esplicito questo nuovo clima, dove i riferimenti sono vari e spaziano dal tempio greco e la
classicità a riferimenti che appartengono a una cultura più tarda, come quella medievale e rinascimentale.
Tutti i repertori sono posti sullo stesso piano e utilizzati non casualmente, ma per dare significato alle opere
che vengono realizzate. Questo atteggiamento eclettico si diffonde presso la cultura architettonica europea
delle prime decadi dell’Ottocento e presenta alcune straordinarie esemplificazioni attraverso l’opera di
architetti che risultano essere un punto di riferimento in questo momento storico.

Tra le figure che anagraficamente si pongono a cavallo tra i due secoli, ma la cui opera si rivolta verso il
nuovo secolo si ricorda quella di John Soane, che sviluppa un discorso di grande libertà espressiva che lo
pone alla testa di queste nuove correnti e della nuova atmosfera culturale che caratterizza l’architettura agli
inizi dell’Ottocento. Uno dei più importanti momenti nei diversi interventi che effettua sulla Banca di
Inghilterra mette in luce l’interesse per la spazialità e le tecniche costruttive degli organismi architettonici
dell’età romana, ma anche il tema del sublime. L’architettura persegue un’idea di continuità con le forme
della classicità, ma le reinterpreta secondo forme moderne. Nelle sue opere si coglie la riduzione della
decorazione classica attraverso delle rudimentali scanalature che sottolineano gli elementi dell’architettura.
L’opera di Soane è molto ricca, egli ha grande fortuna e si esprime attraverso forme dove il Classicismo è
messo in opera secondo forme libere che hanno riscontro in altre architetture dell’Ottocento. La casa un cui
abita diventa un museo fatto delle collezioni che accumula durante la vita grazie ai successi professionali,
rappresentazione dell’esuberanza eclettica alla quale egli attinge. La Banca d’Inghilterra assume una tale
importanza da divenire riferimento prolungato nel tempo, fino a stimolare opere architettoniche recenti
altrettanto significative. Essa è ispirazione per l’opera di un grande architetto russo che progetta una delle
stazioni più belle della metropolitana di Mosca, stabilendo un filo di immediato riferimento con l’opera di
Soane.

L’atteggiamento eclettico è evidenziato da altri protagonisti come l’architetto tedesco Leo Von Klenze, la cui
opera si svolge principalmente a Monaco, sviluppando le trasformazioni urbane della città e dotandola di
edifici monumentali che arricchiscono i repertori funzionali in una fase in cui la trasformazione non è legata
a un piano, bensì a una sequenza di progetti urbani che definiscono una serie di relazioni costruendo la
nuova immagine urbana. L’architetto non abbraccia definitivamente un indirizzo ma, a seconda del tema,
mobilita un certo tipo di riferimenti, assemblati e combinati come nel caso dei propilei della città di Mosca.
Nella prima fase dell’Eclettismo i repertori sono ampi e selezionati in base ai significati che si vogliono
veicolare attraverso le scelte progettuali, i riferimenti sono ancora chiaramente riconoscibili e non si cerca
una fusione di stili generativa di una nuova architettura.

Schinkel è un grande architetto che opera in Germania, la sua influenza si estende oltre l’Ottocento, è uno
dei più grandi progettisti del secolo. I suoi riferimenti si ritrovano in importanti opere del Novecento, a
Schinkel guarda ancora Mies Van de Rohe. Egli si muove su piano artistico e architettonico, ha grande
talento nella grafica e nel progetto, ma anche della pittura. Si forma con un architetto tedesco che operava
nello spirito della cultura francese della fine del Settecento. La sua vita passa attraverso una serie di fasi che
riassumono una storia in mutamento e che riflette il suo atteggiamento stilistico e progettuale. lascia
materiali teorici che conoscono diverse stesure, dove si evidenzia il succedersi della predilezione per diversi
riferimenti degli stili storici, fino alla fase finale dove matura un’idea di architettura moderna i cui caratteri
sono definiti dagli aspetti costruttivi. Si forma in un clima Neoclassico che pervade l’Europa a fine
Settecento, passa a una reazione Neogotica a inizio Ottocento, corrispondente al periodo di reazione
all’occupazione francese e alla necessità di affermare un’ideale nazionale, momento gotico che ha riscontro
in una serie di progetti e in quadri dalla matrice romantica, attività pittorica che costituisce la ragione
principale del suo sostentamento, è artista che realizza quadri e panoramiche che costituiscono una grande
attrazione dell’Ottocento. Ricopre i massimi incarichi in Prussia diventando capo architetto delle opere
pubbliche e, come tale, tra gli anni Venti e Trenta, sopraintende a molte opere realizzate nello stato
prussiano, realizza opere importanti che ancora oggi definiscono il volto di Berlino. In tali opere si manifesta
a pieno l’attitudine eclettica di Schinkel, coerente con il quadro del primo Eclettismo, come ad esempio la
Neue Wache, costruzione che ospita la guardia reale che, così come nel caso dei propilei di Von Klenze,
lavora sul duplice riferimento della memoria del tempio greco e altri possibili rimandi all’architettura egizia.
Il tempio greco riprende la classicità e la cultura di Atene, evoca una singolarità tra l’epoca d’oro della
classicità e il primato di Atene nel mondo greco e il primato cui ambisce la Prussia. L’opera realizzata è
modello per diverse varianti, mettendo in evidenza il metodo frequente nell’Ottocento, selezionando
repertori congruenti e pervenendo all’esito definitivo. Il Teatro dell’Opera di Berlino, chiamato anche
Schauspielhaus si riferisce nelle parti monumentali al tema neogreco, nella semplificazione delle forme che
caratterizzano il corpo dell’edificio perviene a un’essenzialità che sta trascendendo il livello della citazione
ai repertori della storia, guardando a un’idea di architettura moderna. La sua opera più importante negli
anni Venti berlinesi costituisce ancora oggi un riferimento nell’ambito centrale della capitale tedesca,
riconfigura la città nella prima fase del suo sviluppo e realizza opere tra cui la Scuola di architettura, che
rappresenta l’ultimo stadio dello sviluppo della sua opera, legato all’emancipazione da riferimenti
storicistici e dal quadro eclettico dominante che nell’Ottocento conosce importanti deroghe e anticipazioni
verso gli sviluppi ulteriori dell’architettura. Il ponte che congiunge le due parti di città porta all’Altes
Museum, opera che definisce una complessa situazione urbana sulla quale insistono edifici importanti che
costituiscono il riferimento delle soluzioni progettuali previste da Schinkel. La parte centrale della città è
talmente importante da essere focalizzata sulla presenza del palazzo reale e dei giardini che fronteggiano il
palazzo stesso, distrutto nel Novecento dopo la guerra. L’Altes Museum completa la definizione della città,
così come il Duomo di Berlino, ispirato dalla cultura barocca e costruito a inizio Settecento. Il significato
delle opere schinkeliane nell’arricchire l’immagine della Berlino dell’Ottocento (Schinkel è anche urbanista,
non elabora un vero e proprio piano ma ridisegna la città attraverso opere che ne definiscono le gerarchie).
L’Altes Museum permette di sottolineare una serie di chiavi e temi fondamentali per il secolo, permette di
verificare come circola una determinata teoria, come ragiona l’architetto e come sia centrale e attuale il
tema del carattere dal punto di vista della progettazione e come venga messo in opera. L’opera presenta i
temi propri del primo Eclettismo, malgrado le apparenze l’edificio è decisamente eclettico e nel suo
complesso, l’opera di Schinkel in generale è profondamente eclettica. La straordinaria capacità grafica delle
rappresentazioni e del disegno architettonico di Schinkel hanno grande seguito anche negli architetti del
Novecento, la rappresentazione dell’Altes Museum è in visione prospettica e mostra il pittoresco nella
scena popolata sullo sfondo, l’inquadratura dell’edificio è propria di un’idea di paesaggio urbano cui
l’edificio contribuisce, l’aspetto paesaggistico entra nella concezione dell’opera, l’edificio vive in un
contesto che si anima. L’esattezza della rappresentazione mette a fuoco tutte le caratteristiche, il tiburio
incorpora la pianta, le differenze tra prospetto principale (caratterizzato da una sequenza di colonne
ioniche scanalate) e i fronti laterali sono eviudenti: questi ultime hannp volto più moderno con le finestre e
le bucature, il prospetto principale è più neoclassico. All’interno si trova una rotonda ispirata al Pantheon.
La decisione di distribuzione funzionale deve rendere il senso dell’organizzazione di un museo che
costituisce uno dei temi più importanti all’inizio del secolo, è luogo di cultura del pubblico, di trasmissione
dei valori, da privato diviene uno dei temi dell’architettura pubblica e richiede una caratterizzazione
appropriata. Durand propone una versione con un corpo quadrangolare dove si circola e si espone,
completato da due braccia e una croce che culmina con uno spazio interno centrale, ispirato alla rotonda
palladiana. Questo è chiaramente il modello al quale si ispira Schinkel, dimostrazione della circolazione
delle idee, quelle di Durand alimentano il pensiero degli architetti. Da tale modello parte l’elaborazione del
progetto, che riprende le relazioni che l’edificio intrattiene con il contesto, guarda diritto, quasi in asse, con
il palazzo reale, dialoga con una chiesa, definisce l’ambito spaziale in modo importante, chiudendolo e
completandolo. Da questi dati prende forma il progetto e giustificano le diverse parti. Il tema del carattere è
evidenziato, il prospetto celebra l’importanza dell’edificio nel suo essere luogo di cultura, si erige sul podio
scandito da uno scalone, si accede al porticato che presenta una nuova permeabilità tra interno ed esterno,
permette un dialogo dall’interno, da cui si vede il palazzo reale. Si accede poi alle parti espositive attraverso
il doppio e simmetrico scalone monumentale e infine si accede alla rotonda dove sono esposte delle
sculture. Partendo da Durand si articola la soluzione. I temi decorativi vengono evidenziati e caratterizzano
il fronte principale, le sculture che completano l’insieme definiscono l’edificio in quanto architettura e
opera d’arte. In sezione è evidente la soluzione interna della rotonda, la copertura viene mascherata
perché il riferimento alla cupola è preso dal Pantheon, elemento fondamentale dello schema di museo di
Durand. Essa viene mascherata dal tiburio per definire appropriatamente il carattere dell’edificio in
relazione al contesto. Esiste già una cupola, la parte della città su cui si erige il museo è già padroneggiata
da quella del Duomo. Questo atteggiamento stabilisce una gerarchizzazione tra edificio museale e religioso.
Il carattere interviene per definire progettualmente l’edificio. Un altro elemento saliente nel definire il volto
dell’edificio e tutta la porzione urbana è dato dal fronte porticato. Il riferimento alla storia e il carattere
entrano in gioco in maniera significativa. Il modello al quale attinge Schinkel per realizzare il prospetto
principale che fronteggia il palazzo reale è la stoah, in quanto luogo di cultura ripreso per introdurre e
invocare il momento dello sviluppo dell’architettura greca. Esso si riferisce all’ordine ionico, che si sviluppa
in età ellenistica, parla di un momento storico preciso e gli conferisce significato, nel frattempo si stabilisce
una relazione gerarchia on gli edifici circostanti, soprattutto con il Palazzo Reale, infatti l’ordine ionico è un
ordine intermedio. La definizione dello spazio della Polis greca e la definizione del suo luogo pubblico,
ovvero l’agorà, avviene con spazi porticati che ospitano diverse attività. L’architettura si anima di colore,
questo aspetto apre a un altro discorso che evidenzia il momento storico: la classicità non è più
rappresentata totalmente bianca, ma scopre il colore, che sempre più introduce l’elemento cromatico
come fatto di arricchimento decorativo ma pieno di implicazioni. L’opera racconta di tutti questi livelli,
racconta della fase dell’Eclettismo attraverso l’assimilazione di diversi elementi tratti da diversi periodi della
storia e del ruolo che ha l’architettura in un contesto urbano in piena trasformazione, che è quello di
disegno del contesto stesso. Il suo capolavoro conclusivo è il Bauakademie, edificio demolito e di cui si
pensa ancor oggi la ricostruzione. Esiste una maschera che anticipa la sua ricostruzione. I viaggi che compie
Schinkel in età avanzata accompagnano le opere che caratterizzano l’ultimo ciclo della sua produzione
guardano a territori del tutto nuovi, lo portano a contatto con forme costruttive proprie dell’architettura
industriale, si emancipano dai riferimenti canonici e ricorrenti agli stili storici per immaginare
un’architettura moderna, le cui forme nascono dalle qualità espressive dei materiali impiegati e dalle
ragioni costruttive degli elementi. L’edificio definisce il carattere dell’architettura tedesca che influenza la
cultura in Germania e non solo, viene realizzato negli anni Quaranta prima dei moti che coinvolgono molti
progettisti. Alcuni di loro, dopo i moti mancati, cercano fortuna in America, realtà in piena affermazione
come grande nazione, la città americana viene trasformata e il modello è del tutto nuovo, caratterizzato da
un tipo edilizio innovativo, ovvero il grattacielo. Una delle premesse di questa cultura risiede negli sviluppi
della cultura tedesca degli anni Quaranta: sono molte le forze della cultura progettuale tedesca che
contribuiscono a formare l’architettura americana.

La classicità è il modello principale della cultura ottocentesca e dell’Eclettismo. Tra gli esempi più
interessanti vi è il British Museum o l’Oxford Ashmolean Museum di Cockerell. In questo momento la teoria
sta conoscendo nuovi e importanti sviluppi, a metà secolo si delinea un quadro molto ampio. La teoria
architettonica si sviluppa in molte direzioni e riflette diversi temi culturali dominanti in molti paesi. Nella
prima metà dell’Ottocento è importante l’apporto della cultura inglese, soprattutto con la figura di Ruskin,
si riscopre l’architettura gotica. Il degrado della città inglese contemporanea viene messo in confronto con
l’assetto ideale della città medievale da diversi architetti, per sottolineare l’importanza della cultura gotica e
dei suoi valori cattolici. Questo aspetto diviene polemica per il mondo contemporaneo per esaltare il gotico
non solo da Ruskin, ma anche da Viollet le Duc, entrambi danno una particolare lettura al gotico e al suo
riferimento come tema che alimenta il discorso sulla cultura progettuale contemporanea. Gli apporti della
teoria dell’Ottocento di questi architetti e di altre figure come Semper sono fondamentali per fare il punto
sulla riflessione dei contemporanei e, in alcuni casi particolari come quello di Le Duc, sono essenziali per
capire gli sviluppi ulteriori dell’architettura. Personalità particolarmente inserite nella cultura eclettica
attraverso i loro testi offrono delle anticipazioni fondamentali che stanno alla base della crisi dell’Eclettismo
e dei nuovi percorsi che l’architettura intraprende alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento.

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