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Riassunto
Manfredo Tafuri, Strategie di sviluppo urbano nell'Italia del Rinascimento, p. 323-364.
L'autore esamina alcuni esempi di sviluppo urbano programmato, fra il '400 e la fine del '500, in Firenze, Roma e Venezia,
paragonabili a iniziative prese nella Milano sforzesca e a Genova. Viene messo in luce uno stile mediceo : le iniziative di
Lorenzo il Magnifico e quelle del figlio, Leone X, investono Firenze e Roma con analoghe finalit politiche. Tuttavia, l'alto profilo
formale della Roma leonina rimane isolato rispetto alla mediocritas che caratterizza gli interventi in Firenze e in Venezia, non a
caso capitali di repubbliche. Il caso veneziano preso in esame a partire dal '300, con l'interramento della punta di S. Antonio
di Castello; segue l'analisi delle espansioni ottenute con i nuovi terreni di S. Maria Mazor e delle Fondamenta Nuove, nel secolo
XVI. Tali interventi - viene dimostrato - sono strettamente integrati sia al sistema istituzionale veneziano che all'immagine ideale
della citt costruita dal patriziato sin dal 1297: la differenza rispetto alla Signoria dissimulata del Magnifico a Firenze e al
potere accentrato che condiziona la Roma pontificia si cala pertanto nel vivo della realt urbana lagunare.
Tafuri Manfredo. Strategie di sviluppo urbano nell'Italia del Rinascimento. In: D'une ville l'autre. Structures matrielles et
organisation de l'espace dans les villes europennes (XIIIe-XVIe sicle). Actes du colloque de Rome (1er-4 dcembre 1986).
Rome : cole Franaise de Rome, 1989. pp. 323-364. (Publications de l'cole franaise de Rome, 122)
http://www.persee.fr/web/ouvrages/home/prescript/article/efr_0000-0000_1989_act_122_1_4601
MANFREDO TAFURI
La Firenze laurenziana
2 L. Landucci, Diario fiorentino, a cura di I. del Badia, Firenze, 1883, p. 59. Cfr. inoltre
R. Goldthwaite, The Florentine palace as domestic architecture, in American Historical
Review, 77, 1972, n. 4, p. 977-1012; Id., The Building of Renaissance Florence : An Econo
mic and Social History, Baltimora, 1980, trad. it. Bologna, 1984; Id., The Renaissance Eco
nomy : The Preconditions for Luxury Consumption, in Aa.Vv., Aspetti della vita economica
medievale, Firenze, 1985, p. 659-675; Id., The Medici Bank and the World of Florentine
Capitalism, in Past and Present, 114, 1987, p. 3-31. Sulla storia del Banco Mediceo, cfr.
R. De Roover, The Rise and Decline of the Medici Bank, 1397-1494, Cambridge (Mass.),
1963, trad. it. Firenze, 1970 (su cui cfr. Goldthwaite, The Medici Bank, cit., p. 4-5 nota 1 e
passim). Sulla provvisione del 1489 e il boom edilizio che ne consegue cfr. anche
V. Franchetti Pardo, Culture brunelleschienne et construction dans la Florence du XVe sie
de, in Aa.Vv., Filippo Brunelleschi 1377-1446, Parigi, s.d., p. 50-55, e C. Romby, Norme e
consuetudini per costruire nella Firenze del Quattrocento, in Aa.Vv., La citt del Brunelles
chi, Firenze, 1979, p. 93-99.
3 N. Machiavelli, Istorie fiorentine, 1. Vili, cap. XXXVI.
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Un interesse privato che coincide con il bene dei ceti medi, dun
que : questo il bello disegnio attribuito al Magnifico, che di tale coor-
4 G. Cambi, Istorie, in F. Ildefonso di S. Luigi, Delizie degli eruditi toscani, voi. XXI,
p. 61, cit. in Elam, Lorenzo de Medici, cit., p. 59 nota 10.
5 Ibidem. Viae quoque novae - scrive il Valori - quam plurimae in extremis urbis
partibus eodem tempore factae sunt, in quibus una ampia et commodissima eius expen-
sis, quae Laurea etiam nunc appelatur, constructa fuit. . Valori, Laurentii Medicei
Vita, a cura di L. Mehus, Firenze, 1749, p. 63-64. Cfr. anche le testimonianze di F. Baldo-
vinetti e di un manoscritto dell'Archivio di Stato di Firenze (ms. 117, f. 54 v), citati in
Elam, Lorenzo de Medici, cit., p. 59 nota 11.
SVILUPPO URBANO NELL'ITALIA DEL RINASCIMENTO 327
Fig. 1 - Le aree acquistate da Lorenzo il Magnifico a Firenze, fra il 1477 e il 1492, secon
do la ricostruzione di C. Elam (Disegno di Demus Dalpozzo). 1 : chiesa dell'Annunziata ;
2 : portico degli Innocenti ; 3 : rotonda degli Angeli ; 4 : oratorio del Cestello.
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6 Su Palazzo Gondi, sui programmi della committenza e sulle vicende del sito, cfr. il
volume di A. Tnnesmann, Der palazzo Gondi in Florenz, Worms, 1983. Sul Palazzo Strozz
i, cfr. R. Goldthwaite, The Building of Strozzi Palace : The Construction Industry in
Renaissance Florence, in Studies in Medieval and Renaissance History, X, 1973, e F. W.
Kent, Pi superba de quella de Lorenzo. Courtly and Family Interest in the Building of
Filippo Strozzi's Palace, in Renaissance Quarterly, XXX, 1977, p. 311-323. Cfr. anche l'ott
imosaggio di C. Elam, Piazza Strozzi- Two Drawings of Baccio d'Agnolo and the Problems
of a Private Renaissance Square, in / Tatti Studies. Essays in the Renaissance, I, 1985,
p. 105-135. La Elam dimostra che i disegni Uffizi 132A e 156 , con piante ed elevati di
piazza Strozzi, sono di Baccio d'Agnolo, datando il primo al 1533. L'autrice ricostruisce
inoltre il progetto per la piazza del 1533, confrontando tale significativa platea privata
con il progetto di piazza Medici, attribuito a Brunelleschi dal manoscritto derivato da
Antonio Billi, e con le piazze Rucellai e Pitti. L'autrice delinea infine una suggestiva sto
ria di piazza Strozzi, e dei conflitti provocati dalla sua privatizzazione, fino all'et con
temporanea. Il confronto fra l'operazione laurenziana, indirizzata ostentamente al bene
pubblico, e l'autocelebrazione strozzesca, altamente significativa all'interno della nostra
analisi.
7 Caroline Elam offre un'interpretazione leggermente diversa da quella qui data, per
spiegare la scelta ubicazionale compiuta dal Magnifico. Essa nota, giustamente, che la
chiesa dell'Annunziata fortemente connotata in senso mediceo e che il chiostro ionico
progettato da Giuliano da Sangallo per la chiesa del Cestello (il cui modello risulta finito
nel 1491) era stato pagato da Jacopo Salviati, genero di Lorenzo. Inoltre, l'oratorio a
pianta centrale - forse anch'esso di Giuliano da Sangallo - sito accanto al Cestello e
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distrutto nell'800, chiudeva il cannocchiale prospettico di via Laura. Cfr. Elam, Lorenzo
de Medici, cit., p. 48-49. Gli argomenti dell'autrice sono indubbiamente validi, anche per
le considerazioni che seguono, ma possono essere letti come complementari alle osserva
zioni da noi esposte nel testo.
8 Elam, op. cit., p. 49.
9 Cfr. il documento dell'Archivio di Stato di Firenze, Notarile, G. 425, f. 239 r.-245 r.,
cit. in Elam, op. cit., p. 62 nota 46. Testimoni all'atto sono Giuliano da Maiano e Francio-
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Fig. 2 - Baceio d'Agnolo, Pianta ed elevati di piazza Strozzi a Firenze,
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non riprende le linee ideate nel 1477-80, e viene invece varato il piano
relativo a via Laura? In altre parole : non si pu negare la suggestione
della ricostruzione di un progetto complessivo cos come tracciato dalla
Elam; ma viene da dubitare circa la liceit di sovrapporre fra loro pro
getti concepiti in tempi diversi, di cui uno soltanto posto in esecuzione.
Per ora, il dubbio rimane soltanto tale : ma per pi versi il piano di
espansione sembra concepito in alternativa a quello di ristrutturazione.
F. W. Kent ha infatti dimostrato che parte dei possedimenti di Giovanni
Rucellai a Poggio a Caiano vengono ceduti a Lorenzo de Medici a parti
re dal 16 giugno 1474, con perfezionamento finale del giugno 147910.
Lorenzo risiede per brevi periodi, nel 1476 e nel 1477, nei nuovi posse
dimenti da lui strappati ai Rucellai, e nell'estate 1477 vi costruisce una
cascina11. Inoltre, il 4 il 5 giugno 1474, Bernardo di Giovanni Rucellai
scrive a Lorenzo una lettera relativa a ringhiere e ballatoi insieme con
qu giardini in su le loggie, per le quali egli invia un disegno12 : un
documento che Kent valuta come indizio circa il ruolo di arbiter
dell'eleganza artistica, che il Magnifico inizierebbe a rivestire alla
data13.
Sulle conoscenze architettoniche e sul gusto albertiano del Mag
nifico gli studi si sono moltipllcati, permettendo di leggere influenze
laurenziane su alcuni progetti di Giuliano da Sangallo14. La modestia
17 Sui progetti di Giuliano e di Antonio da Sangallo per palazzo Medici a piazza Navon
a,cfr. G. Giovannoni, Disegni sangalleschi per palazzo Medici in Roma, in Architettura e
arti decorative, IV, 1925, p. 193-200; G. Marchini, Giuliano da Sangallo, Firenze, 1942,
p. 63-64 e 99; E. Bentivoglio, // progetto per palazzo Medici in piazza Navona di Giuliano
da Sangallo, in L'architettura cronache e storia, XVIII, 1972, n. 3, p. 196-204; C. L From-
mel, Der rmische Palastbau der Hochrenaissance, Tbingen, 1973, I, p. 17 e ss.; G. Mia-
RELLi, // palazzo Medici a piazza Navona : un'utopia urbana di Giuliano da Sangallo, in
Aa.Vv., Firenze e la Toscana dei Medici nell'Europa del '500, IH. Relazioni artistiche. Il
linguaggio architettonico europeo, Firenze, 1983, p. 977-993. Sul ruolo urbano dei progetti
sangalleschi per palazzo Medici, e in particolare di quelli di Antonio il Giovane (U 12 59 A
r. e v.), cfr. L. Spezzaferro, Piace Farnese : urbanisme et politique, In Aa.Vv., Le Palais
Farnese, Roma, 1981, 1/1, p. 85-123; M. Tafuri, Roma instaurata. Strategie urbane e poli
tiche pontificie nella Roma del primo '500, in C. L. Frommel, S. Ray, M. Tafuri, Raffaello
architetto, Milano, 1984, p. 85 e ss.; C. L. Frommel, L'urbanistica della Roma rinascimental
e, in Aa.Vv., Le citt capitali, a cura di C. De Seta, Roma-Bari 1985, p. 95-110; Id., Raffael
und Antonio da Sangallo der Jngere, in Aa.Vv., Raffaello a Roma. Il convegno del 1983,
Roma,, 1986, p. 273 e fig. 19.
18 In Chostantinopoli - scrive Sangallo nell'U 900 A - una piaza lunga quanto /
navona, dove sono Colonne intorno a due a due / chme apare in disegno, grosse quanto
quelle di santo / pietro, (. . .) ed anno sopra li architravi e chornicie / e fatto uno piano
cholli parapetti da ogni banda / in mezo elio [o]belischo, e questa piaza inanzi al palatio
dello imperatore / e sta in una chosta come sta a roma / S. pier a montorio, quale piaza
/ e palatio vede tutto Costantinopoli / chme san pietro a montorio vede roma .
19 Cfr. A. Frazer, The Iconography of the Emperor's Maxentius Buildings in Via Appia,
in The Art Bulletin, XL VIII, 1966, p. 385 e ss.; S. Settis, Continuit, distanza, conoscenza.
Tre usi dell'antico, in Aa.Vv., Memoria dell'antico nell'arte italiana, HI. Dalla tradizione
all'archeologia, Torino, 1986, p. 429-430.
SVILUPPO URBANO NELL'ITALIA DEL RINASCIMENTO 335
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22 Cfr. Erasmo da Rotterdam, Institutio principis christiani (1516), trad. it. Napoli,
1977, con introduzione di M. Isnardi Parente. Cfr. al proposito Tafuri, Roma instaurat
a, cit., p. 76.
23 Nell'U 1259 Ar., le scritte che compaiono nei fregi delle porte schizzate sulla sini
stra sono state riferite dal sottoscritto e da Frommel a progetti per la cappella dei SS. Co-
sma e Damiano in Castel Sant'Angelo (cfr. le opere cit. nella nota 17). Non pu essere
tuttavia escluso che quelle porte siano state pensate per la cappella voluta da Leone X
nello Studium urbis.
SVILUPPO URBANO NELL'ITALIA DEL RINASCIMENTO 339
24 Sulle strategie urbane di Leone X, cfr. R. Fregna e S. Polito, Fonti di archivio per
una storia edilizia di Roma. Primi dati sull'urbanizzazione del Tridente, in Controspazio,
IV, 1972, n. 7, p. 2-18; F. Bilancia e S. Polito, Via Ripetta, ibidem, V, 1973, n. 5, p. 18-47;
Frommel, Der rmische Palastbau, cit., I, p. 17 e ss., G. Ciucci, Piazza del Popolo, Roma,
1974, p. 17 e ss. ; G. Spagnesi, // centro storico di Roma. Il Rione Campo Marzio, Roma,
1979; Tafuri, Roma instaurata*, cit.; Frommel, L'urbanistica, cit.; H. Gnther, Die Stras-
senplanung unter den Medici-Ppsten in Rom (1513-1534), in Jahrbuch des Zentralinstituts
fr Kunstgeschichte, I, 1985, p. 237-293.
Fig. 7-11 palazzo mediceo su piazza Navona e piazza delle Dogana secondo il progetto
di Antonio da Sangallo il Giovane (U 1259 Ar. e v.), nella situazione urbana intorno al
1515. (Disegno di Demus Dalpozzo). 1, palazzo Medici secondo la ricostruzione di From-
mel; 2, palazzo Medici-Lante ; 3, Sapienza; 4, sito poi occupato dalla chiesa di S. Luigi dei
Francesi; 5, piazza Navona; 6 e 7?, 8, palazzo delle due torri; 9, palazzo Baldassini; 10,
Sant'Agostino.
SVILUPPO URBANO NELL'ITALIA DEL RINASCIMENTO 341
25 Cfr. E. Bentivoglio, Brevi note per la storia, la topografia, l'architettura di Roma nel
XVI secolo, con aggiunto il Testamento dell'Elefante Annone, Roma, 1986, p. 6 e ss.
26 Ibidem, p. 9.
27 Cfr. Tafuri, Roma instaurata, cit., p. 82.
28 Archivio di Stato di Roma (ASR), Catasto delli canoni perpetui della Venerabile
Compagnia et Archiospedale di San Giacomo degli Incurabili di Roma, 1661, p. 1 bis. Cfr.
la trascrizione del documento in R. Fregna e S. Polito, Analisi tipologica, in P. Portoghes
i, Roma del Rinascimento, Milano, 1971, II, p. 589 (VII).
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29 Cfr. la nota 24. A conferma ulteriore dell'ipotesi, vedi il foglio U915A, di Antonio da
Sangallo il Giovane, in cui sono anche rilievi degli Horti Aciliorum. Cfr. Gnther, Die
Strassenplannung, cit., p. 277 nota 110.
30 Sulle vicende dell'Ospedale di San Giacomo in Augusta, cfr. M. Heinz, Das Hospital
S. Giacomo in Augusta in Rom : Peruzzi und Antonio da Sangallo i.G. zum Hospitalbau der
Hochrenaissance, in Storia dell'arte, 1981, . 41, p. 31-48. Meno persuasivo l'articolo di
S. Benvenuto e D. Di Cioccio, L'urbanizzazione del Campo Marzio. Considerazioni sui dise
gni di progetto dell'ospedale di S. Giacomo degli Incurabili, in Aa.Vv., Antonio da Sangallo
il Giovane. La vita e l'opera, a cura di G. Spagnesi, Roma, 1986, p. 145-153.
SVILUPPO URBANO NELL'ITALIA DEL RINASCIMENTO 343
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dicto angulo apponi et murari arma sanctissimi nostri pape . . .36. Altri
documenti testimoniano circa la forma assunta dalla piazza prevista da
Raffaello e da Antonio da Sangallo il Giovane : non rimane che rimand
are,sull'argomento, alla ricostruzione di Gnther37.
appena il caso di notare che una ricca messe di materiale archi
vistico e di studi smentisce l'ipotesi di un tridente leonino desunto dai
trivii medievali di Bologna e Firenze, dagli schemi ideali di citt
radiocentriche 38.
Fatto sta, che il bivium introduce nelle espansioni nelle ristruttu
razioniurbane del primo '500 romano bifocalit dotate di ricchezze
visive congrue alle raffinatezze favorite dagli ambienti papali e curiali.
Nello stesso tempo, va notato un fenomeno, che ha anch'esso un prelu
dio nelle strategie urbane di Sisto IV, come stato recentemente dimos
trato da un'eccellente analisi archivistica relativa al rione Parione nel
tardo '400 39. Il progetto politico che persegue la riduzione a corte del
Senato cardinalizio ha riflessi nel comportamento dei ceti borghesi e
dei curiam sequentes. Si faccia caso ad alcuni personaggi che inserisco
no nella Roma instauranda i propri palazzetti, ricorrendo ai pi pre
stigiosi architetti della citt medicea. Con il precedente del viterbese
Adriano de Caprinis, protonotario apostolico, si tratta di medici papali,
come Jacopo da Brescia e del siciliano Fernando Baiami, di un avvocat
o concistoriale, come Melchiorre Baldassini, di un datario pontificio
come Baldassarre Turini da Pescia, di artisti come Raffaello, Giuliano
da Sangallo e Antonio il Giovane, tanto per citare i casi pi appariscenti
. Un nuovo e raffinato gusto dell'abitare, dentro scenari rievocanti
atmosfere antichizzanti paraclassiche, si estende ai ceti intermedi,
denotando la riuscita del disegno denunciato a suo tempo da Marcanton
io Altieri come manovra tesa all'atterramento politico ed economico
del popolo romano40.
36 ASR, Notai Cap., Stefanus de Ammanis, voi. 65, e. 237 r. Cfr. Frommel, Der rmische
Palastbau, cit., I, p. 20 nota 40.
37 Gnther, Die Strassenplanung, cit., p. 250, fig. 7.
38 Cfr. E. Guidoni, Antonio da Sangallo il Giovane e l'urbanistica del '500, in Aa.Vv.,
Antonio da Sangallo, cit., p. 217-230.
39 Cfr. G. CuRCio, // rione Parione durante il pontificato sistino : analisi di un'area cam
pione. I processi di trasformazione edilizia, in Aa.Vv., Un pontificato ed una citt. Sisto IV
(1471-1484), Roma, 1986, p. 706-732, volume prezioso per il rinnovamento degli studi sul
XV secolo e sul papato sistino.
40 M. Altieri, Li Nuptiali, a cura di E. Narducci, Roma, 1873, p. 17. Cfr. anche, sul
SVILUPPO URBANO NELL'ITALIA DEL RINASCIMENTO 347
tema, M. Miglio, Roma dopo Avignone. La rinascita politica dell'antico, in Aa.Vv., Memoria
dell'antico nell'arte italiana, I. L'uso dei classici, a cura di S. Settis, Torino, 1984, p. 98 e
ss.
41 Cfr. Elam, Lorenzo de Medici, cit., che contesta le ipotesi contenute nel saggio di
G. Miarelli, // disegno per il complesso mediceo di via Laura in Firenze, in Palladio, XXII,
1972, n. 1/4, p. 127-162, che aveva proposto una datazione del foglio U282A al 1490-1492
circa. (Cfr. anche la recensione di G. Marchini, in Antichit viva, XII, 1973, n. 6, p. 66-68).
Una datazione per via stilistica dei disegni di progetto di Giuliano da Sangallo pericolo
sa : come stato dimostrato per i progetti per la facciata di San Lorenzo a Firenze, Giu
liano non sembra avere scrupoli nel riadattare per nuove occasioni vecchi disegni elabor
atiper temi diversi. Nel caso del progetto per il palazzo mediceo a via Laura possibile
che Giuliano abbia chiesto al fratello di rielaborare uno dei progetti (perduti) presentati a
Ludovico il Moro e a Francesco I. Sul progetto di Leonardo, per un palazzo Medici a
Firenze (Cod. Atl., f. 315r-b), cfr. C. Predetti, Leonardo architetto, Milano, 19812, p. 251.
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42 Cfr. J. Shearman, The Fiorentine Entrata of Leo X, 1515, in Journal of the War
burg and Courtauld Institutes, XXXVIII, 1975, p. 136-154.
43 Sul tema cfr. C. W. Westfall, In this Most Perfect Paradise. Alberti, Nicholas V and
the Invention of Conscious Urban Planning in Rome, 1447-1455, The Penn. Univ. Press,
1974, (e la recensione di E. . Macdougall, in The Art Bulletin, LXI, 1979, n. 2, p. 311-
312). Una revisione critica della ipotesi di Westfall stata compiuta in M. Taf uri, Cives
esse non licere. La Roma di Nicolo V e Leon Battista Alberti : elementi per una revisione
storiografica, introduzione all'ed. it. del volume dello stesso Westfall {L'invenzione della
citt, Roma, 1984, p. 13-39). Cfr. la recensione di L. Onofri, in Roma del Rinascimento, I,
1985, p. 103-106. Cesare De Seta ha tentato di criticare l'impostazione del nostro saggio
mediante un incongruo riferimento al Libro Vili del De re aedificatoria. Cfr. C. De Seta,
Come in uno specchio. La citt rinascimentale nel De re aedificatoria e nelle tarsie, in
Aa.Vv., Imago urbis. Dalla citt reale alla citt ideale, Milano, 1986, p. 35 nota 39.
44 Per un'analisi delle politiche urbane dei due papi Medici, cfr. Gnther, Die Stras-
senplanung, cit. Cfr., per altre nutazioni, M. Tafuri, // Sacco di Roma : fratture e continuit
, in Roma del Rinascimento, I, 1985, p. 23-35.
SVILUPPO URBANO NELL'ITALIA DEL RINASCIMENTO 349
Sia nel periodo del tentativo egemonico in Italia, sia nella fase di
ripiegamento seguita al 1530, la santit deW'urbs marciana radicata
nell'immaginario patrizio e popolare. Nessuna instaurano pensabile l
dove l'utopia considerata gi realizzata; soltanto frammenti di reno-
vatio sono pensabili all'interno del suo contesto, e limitatamente ai luo
ghi in cui appare opportuno un rito di rifondazione47.
La costanza delle magistrature preposte al controllo urbano, quasi
tutte di formazione medievale, un sintomo di tale culto della conti
nuit. L'attivit dei Provveditor di Comun, delle magistrature del Pio-
vego e del Sai, dei Provveditori de supra e de citra, pi tardi dei Savi ed
Esecutori alle Acque, forma una rete dalle cui maglie filtrano le volont
di un patriziato tutt'altro che immune da interni conflitti, ma intento a
salvaguardare il mito della concordia su cui si fonda l'esemplarit dello
Stato armonico. Nulla di pi lontano dalla conflittuale Firenze, e, ancor
pi, dalla Roma che di continuo sconvolge il proprio assetto. I muta
menti di senso, che i nuovi ampliamenti e le ristrutturazioni di Giul
ioII, Leone X, Giulio III e Gregorio XIII inducono nel corpo della citt
eterna, sono impensabili a Venezia : qui, operazioni simili sarebbero
state considerate sacrileghe. Lo dimostra l'isolamento delle idee espres
se in un trattato - rimasto peraltro inedito - come il De bene instituta re
publica di Domenico Morosini48; ma lo dimostra anche il fallimento di
una nuova magistratura istituita nel 1535, espressione dei tentativi di
modernizzazione del doge Andrea Gritti, intento a promuovere una
radicale renovatio49.
Sarebbe ingenuo e semplicistico valutare il culto veneziano della
continuit come conservatorismo ad oltranza. La memoria dell'origi
ne, cui si richiamano i pontefici romani del '400 e del '500, si fonda su
un mandato interpretato come absolutus, specie dopo la Laetentur coeli
conseguenza posta nello impossibile , in F. Sansovino, Delle cose notabili che sono a
Venezia, Venezia, 1561, e. lv. M. Luisa Doglio ha notato che si tratta di una citazione del
leggendario detto di Mariano Sozzini al papa. Cfr. M. L. Doglio, La letteratura ufficiale e
l'oratoria politica, in Storia della cultura veneta. Il Seicento, 4/1, Vicenza, 1983, p. 166.
47 Cfr. Tafuri, Venezia, cit., cap. II.
48 D. Morosini, Be bene instituta re publica, a cura di Claudio Finzi, Milano, 1969, su
cui cfr. G. Cozzi, Domenico Morosini e il De bene instituta re publica, in Studi veneziani,
XII, 1970, p. 405-458, e C. Vivanti, Pace e libert in un'opera di Domenico Morosini, in
Rivista storica italiana, LXXXIV, 1972, n. 3, p. 617-624.
49 Cfr. i saggi raccolti nel volume di Aa.Vv., Renovatio urbis. Venezia nell'et di
Andrea Gritti (1523-1538), Roma, 1984.
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53 ASV, S. Antonio di Castello, t. LXVI, e. 5r. Su tali vicende, cfr. A. Foscari e M. Tafu-
ri, Sebastiano da Lugano, i Grimant e Jacopo Sansovino. Artisti e committenti in Sant'An
tonio di Castello, in Arte veneta, XXXVI, 1982, p. 100 e ss.
54 Corner, Ecclesiae Venetae, cit., XII, Venezia, 1749, p. 404.
55 Ibidem, p. 404-405 e p. 402.
56 Sulla vicenda dell'ospedale di Ges Cristo, cfr. B. Pullan, Rich and Poor in Renais
sanceVenice, Oxford, 1971, p. 212-215 (ora in trad, it., La politica sociale della Repubblica
di Venezia 1500-1620, Roma, 1982, I, p. 226-230). Cfr. anche I. Cervelli, Machiavelli e la
crisi dello Stato veneziano, Napoli, 1974, p. 137-139.
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66 Sul quartiere dei Nicolotti, sulla sua storia e sulla sua particolare struttura istit
uzionale, cfr. l'eccellente volume di R. Zago, / Nicolotti. Storia di una comunit di pescatori
a Venezia nell'et moderna, Abano Terme, 1982.
67 Cfr. P. Pavanini, Abitazioni popolari e borghesi nella Venezia cinquecentesca, in Stu
diveneziani, n.s. V, 1981, p. 63-126; G. Gianighian e P. Pavanini, / terreni nuovi di Santa
Maria Mazor, in Aa.Vv., Dietro i palazzi. Tre secoli di architettura minore a Venezia 1492-
1805, Venezia, 1984, p. 45 e ss. Il primo acquirente della prima isola di Santa Maria
Mazor Alvise Pisani quondam Giovanni, che rivende i terreni alla Procuratia de supra.
Sull'edilizia assistenziale a Venezia cfr. anche B. Pullan, Abitazioni al servizio dei poveri
nella Repubblica di Venezia, in Dietro i palazzi, cit., p. 39-44.
68 Cfr. Tafuri, Venezia e il Rinascimento, cit., p. 1 1 e ss., e passim.
358 MANFREDO TAFURI
73 ASV, Laguna, 28, 29, 30, 34, 35. Per la parte del 1590, cfr. ASV, Savi ed esecutori
alle Acque, reg. 347, e. 4v.-5r. Su precedenti deliberazioni del 1546, del 1569, del 1587, cfr.
C. Tentori, Della legislazione veneziana sulla preservazione della laguna. Dissertazione sto
rico- filosofico-critica, Venezia, 1792, p. 142-144. Per gli ulteriori documenti sulle Fonda
menta Nuove, cfr. ASV, Savi ed esecutori alle Acque, f. 122, 3 marzo 1592; reg. 347, e. 23r.
e 30v. Cfr. inoltre E. Concina, Structure urbaine et fonction des btiments du XVIe au XIXe
sicle. Une recherche Venise, Unesco-Save Venice Inc., Venezia, 1982.
74 Cfr., sul Sabbadino e sul piano del 1557, la bibliografia contenuta in Tafuri, Venez
ia,cit., p. 214-215 nota 3. Cfr. inoltre M. Tafuri, Humanism, Technical Knowledge and
Rhetoric. The Debate in Renaissance Venice (Walter Gropius Lecture), Harvard Universit
y, 1986.
75 Cfr. S. Romanin, Storia documentata di Venezia, vol. VII, Venezia, 19142, p. 531. Sul
lasituazione veneziana alla fine del XVI secolo, si veda anche G. Cozzi, Societ veneziana,
societ ebraica, in Aa.Vv., Gli ebrei e Venezia, secoli XIV-XVIII , Atti del Convengo interna
zionale, a cura di G. Cozzi, Milano, 1987, p. 333-374.
360 MANFREDO TAFURI
76 Biblioteca del Museo Correr, Venezia, Dona delle Rose, b. 457, n. 31. Cfr. Inoltre,
per il palazzo del Dona, E. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, IV, Venezia, 1834, p. 433,
che cita le Memorie del doge.
77 Cfr. il fondamentale volume di E. Poleggi, Strada Nuova. Una lottizzazione del '500
a Genova, 1968, e il pi recente saggio, dello stesso autore e di F. Caraceni, Genova e
Strada Nuova, in Storia dell'arte italiana. IH/5. Momenti di architettura, Torino, 1983,
p. 301-361. Le ipotesi di Poleggi - che condividiamo pienamente - sono state messe in
dubbio nei saggi di L. Puppi, G. Alessi nella problematica urbanistica nel Cinquecento, e di
H. Burns, Le idee di G. Alessi sull'architettura e sugli ordini, nel volume collettaneo Gale-
azzo Alessi e l'architettura del Cinquecento, Genova, 1985, p. 69 e 151. La storia della cre
scita urbana, degli insediamenti e delle tipologie edilizie genovesi nel Medioevo nel
volume di L. Grossi Bianchi e E. Poleggi, Una citt portuale del Medioevo. Genova nei
secoli X-XVI, Genova, 1979.
78 Cfr. Pedretti, Leonardo architetto, cit., p. 71 e ss. Cfr. anche, C. Pedretti, Newly
SVILUPPO URBANO NELL'ITALIA DEL RINASCIMENTO 363
Manfredo Tafuri