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Machiavelli dal punto di vista della politica propone due tipi di governo: quello

conquistato con la fortuna ( facile da ottenere e difficile da mantenere) e quello


conquistato sul sulla virtù (difficile da conquistare ma facile da mantenere)

Cesare Borgia: esempio per coloro che diventano principi per modo ereditario
● sale al potere sfruttando le armi altrui e grazie alle circostanze fortunate per
essere figlio del papa
● politica: rafforzare il suo potere e dare solide fondamenta al nuovo Principato
● Manuale di comportamento del principe moderno Il principe virtuoso deve
saper Controllare razionalmente il piano degli eventi E agire con prudenza per
volgerli a proprio vantaggio

Dopo la morte del padre la sua posizione politica compromessa Machiavelli disse
che non era colpa di Borgia Ma della Fortuna che molto Maligna nei tuoi confronti

il duca sbagliò nell'affidarsi totalmente alla buona sorte e non previde le circostanze
sfavorevoli che potevano causare la sua rovina, come la morte del padre e l'elezione
a nuovo pontefice di Giulio II, nemico giurato della sua famiglia, il quale fece
promesse a cesare, finendo per imprigionarlo. L'esempio del Valentino anticipa
quanto Machiavelli dirà circa il rapporto tra virtù e fortuna, poiché Cesare avrebbe
dovuto prevedere ogni eventualità riguardo alla morte del padre e premunirsi per
tempo, invece la malasorte lo colse impreparato e a causa dell'elezione di papa della
Rovere perse tutti i territori conquistati in precedenza (non costruì "argini" efficaci a
frenare l'esondazione del fiume, cui nel cap. XXV Machiavelli paragonerà l'azione
della sorte

è aiutato dalla fortuna e arriva facilmente al potere, poi però è abile a gettare solide
basi ai suoi domini e a consolidare il proprio potere, si adopera per fornirsi di
soldatesche proprie che gli siano fedeli, e stabilisce una rete di alleanze politiche
che stabilizzano il suo potere, accingendosi a nuove conquiste e non dipendendo più
dalla fortuna

Cesare Borgia viene proposto dall'autore come un modello positivo di principe e di


sovrano, benché il personaggio si sia macchiato di gravi colpe e di una serie di
atrocità che tuttavia, in quanto tali, vengono giudicate come necessarie a rafforzare
la sua posizione

DOMANDE

2. frase: ‘’le cose del mondo sieno governate da dio e dalla fortuna , che li uomini
con prudeza non possino correggerle, anzi non vi hanno rimedio alcuno’’. In questo
periodo storico l’Italia viveva un momento di forte frammentazione politica rispetto
agli altri stati, dove si erano formate le monarchie nazionali. Questo portò un periodo
di forte incertezza, guerre e invasioni da parte dei francesi e spagnoli, creando
situazioni imprevedibili. Inoltre, nella seconda metà del 500 ebbe luogo il periodo
storico della controriforma, dove la chiesa censurava qualsiasi documento ritenuto
proibito e pericoloso, tra cui i nuovi libri scientifici, la divina commedia, il decameron,
e i libri rinascimentali. Quest’ultimi dicevano che dio lascia non definita la natura
dell’uomo, che pertanto può plasmare se stesso secondo la sua libera volontà,
scegliendo la propria sorte, il contrario di ciò che pensavano i fatalisti

3. libero arbitrio: libertà di scelta, che non è soggetto al dominio o all'autorità altrui

4. La fortuna è come un fiume in piena, impetuosa, distruttiva, a cui nessuno può


opporsi, e che si manifesta specialmente dove non ci sono argini. Con questa
similitudine machiavelli vuole descrivere la situazione in italia, dicendo che solo un
territorio unificato con un unico stato centrale può permettersi di prevenire situazioni
spiacevoli dovuti all’assalto della fortuna. Il principe è un libro scritto per trasmettere
qualcosa di utile nell’attuale società, a tal proposito, macchiavelli suggerisce al
principe un atteggiamento adattabile e morbido, guidato dalle virtu,un insieme di
capacità tra cui la previsione, il saper sfruttare e cogliere l'occasione e infine
l'essere duttile.

5. L’Italia nel 16 secolo era un paese diviso, senza unità nazionale, senza un
esercito permanente, con diversi territori governati da diversi capi, alla mercè di
invasioni e scontri continui per ottenere il potere, dove le situazioni erano incerte e
instabili

6. Nel 16 secolo, un forte periodo di incertezze e controriforma, erano decaduti tutti i


valori rinascimentali, tra cui la celebre frase che è l’emblema di questo periodo ‘’
l’uomo è l’artefice del suo destino’’. Dopo il concilio di Trento, a seguito delle tesi
luterane, era stato reintrodotto il tribunale dell’inquisizione, in un periodo
oscurantista, di censura culturale e assolutista, dove non erano contemplate idee
che confutavano o mettevano in discussione i dogmi delle sacre litterae. Proprio per
questo la gente si sentiva impotente dinanzi al proprio destino, e si abbandonava al
governo di esso da parte di forze esterne come dio e la fortuna. Machiavelli mette da
parte il credo religioso e le idee fatalistiche, proprio per il suo fine di scrivere
qualcosa di nuovo rispetto ai suoi predecessori, che sia utile. Infatti lui collega la
parola fortuna al caso, il quale può essere positivo o negativo. Secondo l’autore, la
fortuna è per metà governatrice mentre per la restante parte, lo è l’uomo, e questo
abbraccia in parte il pensiero rinascimentale. Riguardante l’azione della fortuna, la
descrive come una forza che può andare in contro o contrastare la volontà dell’uomo
e si manifesta specialmente laddove l’uomo non è rispettivo, cauto, senza prevedere
e prevenire gli agguati del caso.

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