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Di famiglia borghese ebbe una formazione umanistica e orientata verso i classici latini e il senso materialistico.
Machiavelli riprende il filone dell’umanesimo civile che sollecita l’intellettuale all’impegno politico attivo:
fondatore della scienza politica moderna, i cui principi base emergono ne Il Principe.
Missioni diplomatiche. Esiliato all’Albergaccio a San Casciano dopo il ritorno dei de’ Medici. Ritornato in libertà inizia
un periodo di produzione letteraria e studi, Il Principe, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio e commedie. Dediche ai
de’ Medici gli revocano l’interdizione di ricoprire cariche pubbliche. Medici cacciati e regime repubblicano restaurato,
Machiavelli viene esonerato da ogni incarico politico, accusato di aver collaborato coi Medici.
! Rivoluzione trattato => forme del saggio: l’autore espone una sua verità individuale assumendosi consapevolmente le
responsabilità. Fondato sulle conoscenze delle leggi naturali e della storia fornite da esperienze e letture classiche.
Scandalo nella spregiudicatezza e nell’anticonformismo: autorità del proprio testo sulle proprie idee e scrittura.
Nella morale: il principe può essere giudicato in base al successo della propria azione politica fine giustifica mezzi.
Vita politica strettamente legata ai suoi scritti:
- ufficiali, legazioni e commissarie
- non ufficiali, matura il pensiero politico, fornisce informazioni e consigli, conserva ricordi e riflessioni teoriche.
Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, scritta a più riprese tra il 1513 e il 1518.
Serie di riflessioni e appunti sui primi dieci libri della storia latina scritta da Tito Livio ne Ab Urbe condita, che
costituiscono i fondamenti di una moderna teoria politica basata sul modello utopico romano.
Interrotto per scrivere Il Principe, fortemente legate, partono dalla stessa idea per diramarsi in direzioni diverse:
- Il Principe pone il problema di fondare uno stato partendo dalle virtù del principe e il conseguente saper regnare.
- I Discorsi affrontano la durata e la continuazione di uno stato già esistente.
Per Machiavelli le uniche forme di stato accettabile sono:
- il principato, monarchia “illuminata” o “limitata”, potere nelle mani del principe e dell’aristocrazia.
- la repubblica, modellata sull’esempio dell’antica Roma, con equilibrio interno, tra forze politiche e classi sociali.
Riflette su altri poteri e forme di stato con ogni conseguente degenerazione: tirannia, oligarchia o anarchia.
Riprende la teoria dell’anaciclosi (da Tito Livio e Polibio), il ciclo della vita degli stati e la ricorrenza ciclica delle forme
di governo, lo stato visto come un corpo organico e un’entità biologica. anaciclosi tesi per il suo pensiero
nascita, affermazione, sviluppo e ampliamento, decadenza e morte.
La decadenza dello Stato può essere contrastata in due modi.
- prendendo a modello gli ordini repubblicani dell’antica Roma e nel modo in cui vennero accettati e istituzionalizzati i
conflitti sociali ed equilibrati i poteri delle classi fondamentali.
- sapendo riconoscere i momenti di crisi dello Stato e sapendo ritornare alle origini.
Il Principe, in una lettera a Francesco Vettori annuncia di aver finito un opuscolo, De principatibus, e di volerlo dedicare
a Giuliano de’ Medici, figlio di Lorenzo il Magnifico (dopo la su morte dedicato a Lorenzo Piero de’ Medici).
quando l’opera si diffonde in volgare prende il nome di Principe.
Forma del trattato, in ventisei capitoli con titolo in lingua latina.
Quattro sezioni tematiche:
- I-XI: diversi tipi di principato: ereditari,misti, nuovi, civili o ecclesiastici.
Stati ereditari facilmente conservabili, il principe si manterrà al potere a meno dell’intervento di forze straordinarie. La
conquista di principati del tutto nuovi si può realizzare o con armi proprie e grazie alle virtù del principe o con armi
altrui e fortuna. Prende anche in considerazione i principati governati con la crudeltà: la condanna della crudeltà non è
giudicata dal punto di vista etico ma dal punto di vista della diminuzione del consenso conseguente.
- XII-XIV: problema delle milizie mercenarie o proprie.
Armi proprie garantiscono la sicurezza dello stato. Armi mercenarie inutili e pericolose, si è obbligati alla fortuna.
Necessità di premunirsi rispetto all’imprevedibile e al costante modificarsi della realtà corrente.
!- XV-XXIII: comportamenti e virtù che si addicono al principe per governare, comportamento ideale.
Rovescia la tradizione etica del tempo per richiamare la verità effettuale, non ideale.
Liberale o parsimonioso? Parsimonia, soddisfa tutti a lungo termine, valutazione sull’efficacia effettiva: liberale significa
sperperare e soddisfare solo pochi.
Crudeltà o pietà? La pietà può generare disordini e divenire dannosa. Bisogna avere equilibrio e usare la crudeltà per
creare timore nei sudditi nella giusta proporzione per non sfociare e incorrere nell’odio. “Pietosa crudeltà”
Machiavelli sostiene la politica come realtà centauresca e che non è possibile sempre mantenere la parola data: uomo
e bestia, volpe e leone riconoscimento della violenza e dell’inganno necessari.
Prudenza nello scegliere collaboratori e uomini di fiducia che non dovranno mai sostituirsi alla virtù del principe.
- XXIV-XXVI: decadenza italiana ricondotta a cause umane e sociali (principi italiani sperano che gli occupanti stranieri
facciano rimpiangere ai sudditi il loro governo e il consenso mancato), problema del rapporto tra fortuna e virtù,
esaminazione della situazione italiana ed esortazione finale rivolta alla casata dei Medici.
auspica all’unità nazionale italiana e alla liberazione degli stranieri.
Linguaggio: misto di espressioni popolaresche e colte risultati latineggianti più emulazione aspetto dialogico.
“Procedimento dilemmatico” o disgiuntivo: espone quello di cui parla poi argomenta con una successione di frasi
principali collegate tra loro da congiunzioni avversative o disgiuntive (aut-aut latino).
classificazione antitetica ad albero, contrapposizioni binarie, procedendo con l’eliminazione progressiva di un
elemento della coppia per proseguire con il ragionamento su un singolo elemento a sua volta diramato.
Ideologia del principe, principi del suo pensiero esposto: realismo o utopia?
- osservazione della realtà nel suo essere e nel suo divenire concetto di verità effettuale, indagare la verità umana,
collegamento logico tra realtà e l’effetto che scaturisce.
- situazione di crisi della geopolitica italiana soluzione estrema = fondazione di una nuovo stato unito seguendo le
forme moderna dei grandi stati europei e quindi superare i particolarismi dell’eredità feudale.
- trascende l’aspetto religioso => visione materialistica e naturalistica della realtà e concezione laica dello stato.
- possibilità dell’uomo di progettare e trasformare la realtà sociale. ! problema del rapporto tra politica e morale.
La “verità effettuale”: inizio della trattazione delle qualità desiderabili per il principe.
La realtà effettuale è la conoscenza della realtà empirica e delle sue leggi concrete.
La verità effettuale è la realtà concreta delle cose, oggetto della politica che deve guardare a come esse sono e non a
come si vorrebbe che fossero. “Verità”= come si deve vivre, non come si dovrebbe.
Il principe non può avere comportamenti ideali legati alla morale, deve agire guardando gli effetti concreti che produce
secondo le necessità, senza pregiudizi idealistici. Respinto il catalogo di qualità o vizi da perseguire o evitare.
A un principe buono ma politicamente sconfitto Machiavelli preferisce un principe vincente, disposto a non essere
buono ma capace di salvaguardare il potere suo e il benessere dello Stato.
Il capitolo si divide in due paragrafi: nel primo parla di metodo e principio dove rivendica l’originalità del suo pensiero,
nel secondo considera la questione applicandola al caso specifico,concreto e particolare.
Cause della decadenza italiana: critica ai principi italiani e all’intera situazione politica basata sulla verità effettuale.
Lessico chiaro e crudo, precisione nell’elencare cause e responsabilità, giudizi e valutazioni netti e chiare.
Nella prima parte lamenta l’incapacità dei principi di muoversi in maniera attiva per difendere il loro paese, una delle
cause è l’appoggiarsi sui talloni quando si trovano in periodi di pace, non facendo “nulla”.
Nella seconda parla di regnanti che non hanno saputo tenere il potere (Federico d’Aragona perde il regno schiacciato
dalla contesa di Francia e Spagna; Ludovico il moro perde il ducato di Milano per l’infedeltà dei mercenari svizzeri).
Nella terza parte troviamo il nucleo centrale cioè l’incapacità di saper agire dei principi che sperano che siano gli altri a
fare qualcosa in modo che loro possano tornare al potere. ! irrimediabile declino politico.
Conclude l’intera opera con la canzone all’Italia di Petrarca che riprende la tradizione umanistica del tempo ed
enfatizza la speranza in questa unione italiana.