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Durante la sua carriera politica, Machiavelli svolse diverse missioni diplomatiche per
conto della Repubblica di Firenze. Tuttavia, nel 1512, la famiglia dei Medici, che era
stata scacciata dal potere, riconquistò il controllo di Firenze e Machiavelli fu esiliato
e rimosso dagli incarichi pubblici. Questo periodo di esilio fornì a Machiavelli
l'opportunità di dedicarsi alla scrittura e alla riflessione politica.
La sua opera più famosa, "Il Principe" (1513), è un trattato politico che offre consigli
e strategie per l'esercizio del potere politico. Contrariamente alle teorie politiche
precedenti, Machiavelli si allontanò dall'idealismo e dalle concezioni morali,
concentrandosi invece sulla realtà della politica come una lotta per il potere. Il suo
approccio pragmatico ha portato all'espressione "machiavellismo", che indica una
visione cinica e realista del potere politico.
Oltre a "Il Principe", Machiavelli scrisse anche altre opere politiche e storiche, come
"Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio" e "La Mandragola". Queste opere
affrontano temi come la natura della politica, la corruzione, la virtù e la fortuna.
Machiavelli è considerato uno dei padri fondatori della scienza politica moderna e il
suo lavoro ha avuto un impatto duraturo sulla teoria politica e sulla comprensione del
potere. Nonostante le critiche che ha suscitato nel corso dei secoli, la sua analisi
realistica della politica ha contribuito a delineare la visione moderna della politica
come una lotta per il potere.