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FORTEZZE

alle mani un principe, che con fatica pu supplire o Maria Visconti, Giovanna e il papa, i quali allestiro-
alla pace sola o alla guerra sola. no un esercito in difesa dellAquila. Nella battaglia
decisiva del 2 giugno F. fu ferito e fatto prigioniero;
Bibliografia: G. Sasso, Machiavelli e Cesare Borgia: storia
di un giudizio, Roma 1966; I. Robertson, The Signoria of Giro- mor tre giorni dopo per le ferite riportate.
lamo Riario in Imola, Historical studies, 1971, 15 (trad. it. in Ca-
terina Sforza, una donna del Cinquecento. Storia e arte tra Medioevo  Le vicende di F., dal 1420 alla morte, sono nar-
e Rinascimento, Imola 2000, pp. 19-46); A. Vasina, Il dominio degli
Ordelaffi, e N. Graziani, Fra medioevo ed et moderna: la signoria rate sinteticamente nelle Istorie fiorentine (I xxxviii);
dei Riario e di Caterina Sforza, in Storia di Forl, 2 vol., Il medioevo, M. d spazio anche alle vicende dei figli di F.: Oddo
a cura di A. Vasina, Bologna 1990, rispettiv. pp. 155-83 e 239-61; F. (1410-1425), morto giovanissimo combattendo per i
Bausi, Machiavelli e Caterina Sforza, Archivio storico italiano,
1991, 149, pp. 887-92; M. Pellegrini, Congiure di Romagna. Lo-
fiorentini in Val di Lamone, presso Faenza (I xxxviii,
renzo de Medici e il duplice tirannicidio a Forl e a Faenza nel 1488, IV viii e xiii), e Carlo (1421-1479), che milit per
Firenze 1999; U. Dotti, Machiavelli rivoluzionario. Vita e opere, Venezia e Firenze (VII xxxii, VIII xiv). Nel Princi-
Roma 2003; F. Bausi, Machiavelli, Roma 2005. pe (xii) si mette in rilievo come i due acerrimi avver-
Lara Michelacci sari, lo Sforza e F., si fossero formati entrambi nelle
schiere di Alberico da Barbiano. NellArte della
guerra (I 59), infine, M. torna a parlare di F., severa-
Fortebracci, Andrea. Nato a Perugia il 1 lu- mente, come di un mercenario abile soprattutto ne-
glio 1368, fu noto con il nome di Braccio da Monto- gli inganni.
ne. Nel 1388, insieme con Muzio Attendolo detto lo
Sforza, entr nelle milizie di Alberico da Barbiano. Bibliografia: P.L. Falaschi, Fortebracci Andrea (detto Brac-
cio da Montone), in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto
Partecip alle lotte per la supremazia nella sua citt
della Enciclopedia Italiana, 49 vol., Roma 1997, ad vocem.
natale sino al 1404 e, dopo la vittoria papale, torn al
servizio di Alberico. A partire dal 1407 si cre un va- Frdric Ieva
sto dominio personale che comprendeva diverse zone
e citt dello Stato pontificio, in particolare in Umbria,
Romagna e Marche; nel 1416 divenne, tra laltro, si- fortezze. In una lettera a Francesco Guicciar-
gnore di Perugia. Nel 1418 entr in conflitto diretta- dini del 17 maggio 1526, M. si scusa di non avere
mente con il papa Martino V che lo scomunic. Nel scritto da diversi giorni perch [ha] il capo s pieno
corso di questa guerra, F. conquist altre citt um- di baluardi, che non vi potuto entrare altra cosa
bre, arrivando a occupare anche Roma, da cui per (Lettere, p. 426). Stava entrando allora in funzione la
dovette ritirarsi; nel febbraio 1420 fu firmata a Fi- magistratura dei Cinque procuratori delle mura: la
renze la pace, in base alla quale F. simpegnava ad provvisione era stata votata dal Consiglio dei Cento
aiutare il papa nella conquista di Bologna e questi, a il 9 maggio e, il 18 maggio, i Cinque, finalmente riu-
sua volta, simpegnava a ritirare la scomunica. Dopo niti, avrebbero nominato M. provveditore e cancel-
la campagna bolognese, alla fine del 1420 F. si pose liere della nuova istituzione. La frase scherzosa allu-
al servizio di Giovanna II dAngi, regina di Napo- de per a un interesse di lunga durata, attestato gi
li, che aveva scelto come suo erede Alfonso V re nei Ghiribizzi al Soderino del 1506, e poi nel Princi-
dAragona ( Alfonso I) in contrapposizione al can- pe x e xx, nei Discorsi II xxiv e nel libro VII dellAr-
didato del papa, Luigi III dAngi. Nel 1421 F., do- te della guerra. Ancora una volta, come per la sua ri-
po aver occupato varie citt dellAbruzzo che si era- flessione sullartiglieria o sulla cavalleria, M. non si
no schierate con Luigi, raggiunse Napoli; la regina accontenta di citare il modo di procedere de Roma-
Giovanna lo nomin gran conestabile del Regno (cio ni (Discorsi II xxiv 5), ma coltiva e mostra una reale
comandante dellesercito). Negli anni seguenti F. conoscenza della pratica militare e delle sue implica-
combatt contro le truppe al servizio del papa in va- zioni politiche.
rie zone dello Stato pontificio e dellAbruzzo in di-
verse occasioni ebbe come avversario il suo antico Fortezze e odio dei sudditi. Nei Ghiribizzi al Sode-
compagno darmi, lo Sforza e acquist sempre mag- rino, M. parte da una constatazione e da un interro-
giore influenza e potere nel Regno di Napoli (fu no- gativo: per quali ragioni accade che le diverse opera-
minato anche governatore dellAbruzzo e principe di tioni qualche volta equalmente giovano o equalmente
Capua). Nel maggio 1423 pose lassedio allAquila, nuocono. Gli esempi moderni che lo portano a farsi
che per resistette. Nellestate di quello stesso anno questa domanda anticipano la tematica delle f. pre-
avvenne la rottura tra Giovanna e Alfonso, e F., dopo sente nel Principe xx: e Vitelli in Castello e questo
una lunga esitazione, si schier con questultimo. Nel duca dUrbino nello stato suo disfeciono le forteze
1424 si form una lega tra il duca di Milano Filippo per tenere quelli stati; el conte Francesco in Milano

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et molti altri le edificorno nelli stati loro per assicu- titolo del capitolo (Le fortezze generalmente sono molto
rarsene (Lettere, p. 136). In effetti, nel Principe il pi dannose che utili) e quindi pi netta di quella del
punto di partenza identico: Alcuni hanno edificato Principe. M. comincia con il distinguere tra funzio-
fortezze; alcuni le hanno ruinate e destrutte (xx 3). ne interna e funzione esterna delle f. ed esprime
Ma M. avverte subito che non entrer nei particula- un parere che riecheggia il titolo: Debbesi adunque
ri di quegli stati dove si avesse a pigliare alcuna simi- considerare come le fortezze si fanno o per difender-
le deliberazione e che parler in quello modo largo si daglinimici o per difendersi da suggetti. Nel pri-
che la materia per s medesima sopporta ( 4). mo caso le non sono necessarie; nel secondo, danno-
Largomentazione politico-militare: la tesi se ( 6). Rispetto alla funzione interna, introduce una
enunciata una prima volta (la migliore fortezza che nuova distinzione: O tu, principe, vuoi con queste
sia, non essere odiato dal populo: 29) poi ribadi- fortezze tenere in freno il popolo della tua citt; o tu,
ta alla fine del capitolo: Considerato adunque tutte principe, o republica, vuoi frenare una citt occupa-
queste cose, io lauder chi far le fortezze e chi non ta per guerra ( 14); e si nota subito che solo un
le far; e biasimer qualunque, fidandosi delle for- principe pu volere tenere in freno il popolo della
tezze, stimer poco essere odiato da populi ( 33). sua citt, mentre laltra funzione, frenare una citt
M. stima, fedele in ci a una sua idea centrale, che ci occupata per guerra, riguarda sia un principe sia
si deve adattare alla qualit de tempi (Sono dun- una repubblica (e difatti M. parler di Pisa). Il con-
que le fortezze utili, o no, secondo e tempi: 26). siglio che M. d a quei principi che credono di po-
Edificare o no una fortezza un indizio del tipo di tersi affidare alle f. non potrebbe essere pi netto:
relazione tra principe e sudditi. Viene conferita alla Io mi voglio voltare al principe, e gli dico che tale
questione dellodio da fuggire, trattata appunto nel fortezza, per tenere in freno i suoi cittadini, non pu
cap. xix, una nuova centralit. Unaltra tesi impor- essere pi inutile ( 15); ed esprime la ragione di
tante viene espressa nel cap. xx: quel principe che questo parere con una formula efficace: lorgoglio
ha pi paura de populi che de forestieri, debbe fare della fortezza ( 20). Avere una f. incita il principe a
le fortezze; ma quello che ha pi paura de forestieri maltrattare i sudditi che concepiscono odio contro di
che de populi, debba lasciarle indietro ( 27). La lui, mentre i principi dovrebbero sapere che non le
tesi si appoggia sullesempio della contessa di Forl, fortezze ma la volont degli uomini mantengono i
Caterina Sforza (), che mediante quella [la fortez- principi in stato ( 30) e devono fuggire lodio co-
za] poss fuggire limpeto populare et aspettare il me veniva gi detto in diversi luoghi del Principe.
soccorso da Milano e recuperare lo stato, ma alla Gli esempi moderni riprendono quelli gi indicati
quale la medesima f. non serv quando Cesare Bor- nei Ghiribizzi e nel Principe xx (Guidubaldo duca
gia lassalt e che il populo, suo inimico, si coniunse dUrbino, Niccol Vitelli, Francesco Sforza) ag-
col forestiere ( 30-31). giungendone altri e particolarmente quello di Geno-
Nel gennaio 1511 M. fu mandato a Pisa dai Dieci va, dove il re di Francia fece costruire le f. di Codef
di Libert e Bala a vedere la cittadella e referire in che Ottaviano Fregoso disfece dopo avere ripreso la
che termine si truovi; la lettera inviata poco dopo a citt: il disfare la fortezza non ha offeso Ottaviano e
Giovan Battista Bartolini, commissario di Pisa, im- il farla non difese il re ( 33).
portante dal punto di vista tecnico-militare e Jean- Dopo aver dimostrato la inutilit dello edificar[e]
Jacques Marchand ha mostrato i legami di questa e lutilit del disfar[e] una f. nella propria patria, M.
missiva con alcuni passi dellArte della guerra (cfr. tratta delle republiche che fanno le fortezze non
LCSG, 7 t., pp. 63-67, e lintroduzione di Mar- nella patria, ma nelle terre che le acquistano ( 36);
chand). Si pu ipotizzare che da quellesperienza M. e prende lesempio di Firenze e di Pisa. La tesi pu-
abbia tratto lidea della possibile utilit di una f., co- ramente politica (e riprende quella del Principe v):
me freno, quando si temono gli abitanti. quando si occupa una citt vissuta libera, e che ha
alla rebellione per rifugio la libert non c nessuna
Nei Discorsi. Quando torna sulla questione delle soluzione militare, le f. non servono a niente, ed
f., in Discorsi II xxiv, M. non cambia il punto di vi- necessario, volendola tenere, osservare il modo ro-
sta politico-militare gi espresso nel Principe xx bi- mano; o farsela compagna o disfarla ( 37). La con-
sogna fondarsi non in su le fortezze, ma in su la be- clusione era gi stata enunciata allinizio, ma M. non
nivolenza degli uomini (II xxiv 16) ma, mentre esita a riprenderla, nel caso in cui il suo lettore (e
allora aveva parlato in modo largo, vuole ora que- certo pensa ai savi di Firenze, ricordati allinizio
sta materia disputarla pi tritamente ( 13) e, facen- del capitolo, i quali stimavano che Pisa e laltre si-
do distinzioni e numerosi esempi, antichi e moderni, mili citt si debbono tenere con le fortezze: 2) non
perviene a una conclusione militare, gi presente nel fosse ancora convinto: Conchiudo adunque che, per

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tenere la patria propria, la fortezza dannosa; per te- M. viene chiamato a occuparsene come cancelliere
nere le terre che si acquistono, le fortezze sono inuti- della nuova magistratura creata ad hoc. Dopo la visi-
li ( 39). ta delle mura di Firenze in compagnia di Navarra il
Rimane da trattare il secondo aspetto, la funzione 5 aprile 1526, M. stende una Relazione di quella vi-
di una f. per difendersi da nimici di fuori. Sappia- sita e va a Roma per presentare il progetto di fortifi-
mo gi che M. stima che queste f. non sono necessa- cazioni e la Minuta di provvisione per listituzione dei
rie. La tesi viene precisata: dico che le non sono Cinque procuratori delle mura. Uno dei punti crucia-
necessarie a quelli popoli e a quelli regni che hanno li linclusione o meno nel circuito delle mura di
buoni eserciti, e a quegli che non hanno buoni eser- questi monti che soprastanno al di l dArno (Rela-
citi, sono inutili ( 48). Conta solo il fatto di avere o zione, 1). M. non favorevole a tale ipotesi, prefe-
no un buono esercito, e questa tesi rinvia a quello rita invece da Clemente VII. Neppure Navarra sem-
che M. pensa delle arme proprie e del ruolo delle bra daccordo con quel progetto, o almeno ci
popolazioni armate ( armi). Non a caso il capitolo quello che M. lascia intendere nel modo in cui pre-
finisce con lidea che se, per difendersi da un nemico senta la reazione dello spagnolo durante la visita:
esterno, le f. non sono necessarie, utile invece af- Parve al capitano questa una grande impresa e che la fa-
forzare la citt [...], e tenerla munita e bene disposti i cesse molti buoni effetti: pure disse che a farla non biso-
cittadini di quella ( 54). Laffermazione sullutilit gnava avere n fretta, n necessit e che bisognava assai
di afforzare e munire una citt riprende le indica- gente a guardarla, ma che se ne trarrebbe questo bene,
zioni che, nel Principe, M. aveva tratto dalle citt del- che uno esercito tutto vi si potrebbe raddurre senza da-
re affanno allo abitato della citt (Relazione, 2).
la Magna affortificate (Principe x 7-9), confortando
gi, nello stesso capitolo, i principi a fortificare e Le lettere a Francesco Guicciardini dei mesi di
munire la terra propria ( 5-6), sul modello appun- aprile-giugno 1526 mostrano che M. ha idee precise
to della Magna. sul da farsi: persuaso che bisogna fortificare il cir-
cuito vecchio e che non si deve n far passare le mu-
Citt fortificate. Quando, nel libro VII dellArte ra da San Miniato n restringere le fortificazioni ai
della guerra, M. tratta del modo di far forte [un sito] tre quartieri leva[ndo] via il quartiere di Sancto
con la industria ( 3), ha sorpassato lopposizione Spirito: lo scrive nella lettera del 4 aprile (Il primo
tra inutilit delle f. e utilit di fortificare: Fabrizio modo lo fa debole la gran guardia che vi bisognereb-
Colonna parla nello stesso tempo delle terre e delle be, dove il popolo del Cairo sarebbe poco; il secondo
rocche. I consigli che d per edificare le difese val- modo parte debole e parte impio: Lettere, p. 425)
gono sia per le une sia per le altre, e sembra quindi e lo ripete in due delle tre lettere appartate del 2
che le rocche siano concepite come parte della forti- giugno. Nella prima, constatando che il papa tor-
ficazione delle citt. interessante rilevare che, per nato in su la oppinione de monti, mosso dalla oppi-
un punto presentato come fondamentale (credo [] nione di Giuliano del Bene, il quale nella sua lettera
che [] si debba fare il muro alto e co fossi di den- dice che nello abbracciare tutti quelli poggi pi for-
tro e non di fuora: 7), Fabrizio Colonna si fondi tezza, e meno spesa il nome di Giuliano del Bene
sullesempio dei pisani che, non avendo mura con si direbbe il frutto di un errore del copista, Giuliano
fossati interni, ebbero laccortezza di farne durante de Ricci (), il quale daltronde lo sottolinea con
gli assalti: puntini e scrive in margine beno; si tratta molto
dico che segli occorre che tu sia combattuto nella tua probabilmente di Giuliano Leno, architetto del pa-
citt, che non sia ordinata co fossi dalla parte di den- pa, spesso citato a tal proposito nella corrispondenza
tro, [] a volere che il nimico non entri per le rotture tra Luigi e Francesco Guicciardini , scrive a Guic-
del muro che lartiglieria fa [], ti necessario, men- ciardini che questa una chiacchera, una favola,
tre che lartiglieria batte, muovere uno fosso dentro al
muro che percosso. [] Questo modo di riparare fu n egli [Giuliano] sa quello che si dice (Lettere, p.
osservato da Pisani, quando voi vi andavi a campo; e 428). Nellaltra lettera, M. spiega per quale ragione
poterono farlo, perch avevano le mura gagliarde, che contrario a mettere dentro il colle di Samminiato:
davano loro tempo, e il terreno tenace e attissimo a riz- La pi nociva impresa che faccia una republica
zare argini e fare ripari ( 133-37).
farsi in corpo una cosa forte, o che sbito si possa fa-
M. avr modo di mettere in pratica la sua rifles- re forte. E aggiunge che un nemico arrivando a Fi-
sione sulle f. delle citt. Nei primi mesi del 1526, di renze si potrebbe impadronire del luogo e assogget-
fronte al rischio di una guerra con Carlo V, Clemen- tare la citt: se mai per alcuno disordine un potente
te VII avvia la ristrutturazione delle fortificazioni di venisse a Firenze, come il re di Francia nel 1494, voi
Firenze. Il capitano spagnolo Pedro Navarra, esperto diventate servi senza rimedio alcuno (Lettere, p. 430).
di ingegneria militare, incaricato di fare proposte e Si ritrova in questa notazione lidea del danno che

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FORTUNA

pu recare una f. a chi si difende, ma anche, in modo e poetica. La prepotenza della natura nel condizio-
che pu sembrare paradossale, la sua utilit per chi nare lintendimento e lavvedutezza delluomo, la sua
vorrebbe cos impadronirsi di una citt. Si direbbe capacit di adeguarsi alloccasione la scapigliata e
che torni in questa lettera la tesi enunciata nel Prin- semplice fanciulla (Di Fortuna, v. 81) , la varie-
cipe xx 27 e probabilmente legata allesperienza pisa- t dei tempi e il dominio della f. vengono esaminati
na, tesi non ripresa n nei Discorsi n nellArte del- con piglio amaro e polemico nei Ghiribizzi scritti
la guerra secondo la quale una f. pu essere utile tra il 13 e il 21 settembre 1506 e indirizzati a Giovan
per domare i popoli. Battista Soderini, nipote del gonfaloniere Piero ,
Vi dunque, da parte di M., un lungo percorso di che sono la remota premessa ai capitoli xxv del Prin-
riflessioni politico-militari e di azioni pratiche, con cipe (Quantum fortuna in rebus humanis possit et quo-
inflessioni diverse, sulla questione delle f. e delle for- modo illi sit occurrendum) e III ix dei Discorsi (Come
tificazioni. stato mostrato da John Rigby Hale conviene variare co tempi, volendo sempre avere buona
(1983) come tale riflessione sia stata allorigine di un fortuna):
dibattito svoltosi lungo il Cinquecento, e non solo in Io credo che come la natura ha fatto a luomo diverso
Italia, nel quale intervenne anche Guicciardini os- volto, cos li abbi fatto diverso ingegno e diversa fanta-
servando nelle sue Considerazioni, a proposito di Di- sia. Da questo nasce che ciascuno secondo lo ingegno e
scorsi II xxiv, che le fortezze spesso sono utili a chi fantasia sua si governa. E perch da laltro canto e tem-
le tiene, per assicurarsi dalle congiure, per fuggire le pi sono varii e li ordini delle cose sono diversi, a colui
succedono ad votum e suoi desiderii, e quello felice
rebellione e per recuperare le terre perdute, e rim-
che riscontra el modo del procedere suo con el tempo,
proverando a M. di biasimare tutti gli ordini mo- e quello, per opposito, infelice che si diversifica con
derni che non erano in uso apresso a romani. Se il le sua azioni da el tempo e da lordine delle cose. Don-
dibattito fu acceso e mai chiuso, un riconoscimento de pu molto bene essere che dua, diversamente ope-
dellimportanza dellazione pratica di M. nella forti- rando, abbino uno medesimo fine, perch ciascuno di
ficazione di Firenze venne proprio da Guicciardini loro pu conformarsi con el riscontro suo, perch e
sono tanti ordini di cose quanti sono province e stati.
in una lettera al fratello del 27 aprile 1526: Ma perch e tempi e le cose universalmente e particu-
El Machiavello partito con ordine che si faccia la pro- larmente si mutano spesso, e li uomini non mutono le
visione et gli uficiali, et si cominci a fortificare, nel mo- loro fantasie n e loro modi di procedere, accade che
do che da lui intenderete. Nostro Signore ci va di buone uno ha un tempo buona fortuna et uno tempo trista. E
gambe et per aiutare col suo la opera. Et el Machia- veramente chi fussi tanto savio, che conoscessi e tem-
vello stato quello che la promosse, in modo che siate pi e lordine delle cose et accomodassisi a quelle, areb-
debitori di tractarlo bene di questa sua venuta et le al- be sempre buona fortuna o e si guarderebbe sempre
tre cose che gli occorreranno, ch ha guadagnato molto da la trista, e verrebbe ad essere vero che l savio co-
bene lo scocto (Lettere, a cura di P. Jodogne, 10 vol., mandassi alle stelle et a fati. Ma perch di questi savi
2008, pp. 417-19). non si truova, avendo li uomini prima la vista corta e
non potendo poi comandare alla natura loro, ne segue
Bibliografia: J.R. Hale, Renaissance war studies, London che la fortuna varia e comanda a li uomini, e tiegli sot-
1983 (in partic. The early development of the bastion: an Italian to el giogo suo (Lettere, pp. 137-38).
chronology c. 1450 - c. 1534, pp. 1-29, e To fortify or not to fortify?
Machiavellis contribution to a Renaissance debate, pp. 189-209); N. Precedenti classici e reminiscenze petrarchesche
Cavini, Castelli, fortificazioni e difesa locale, in Castrum 3. Guerre, aprono il Di Fortuna: Con che rime gi mai, o
fortification et habitat dans le monde mditerranen au Moyen ge,
Madrid-Roma 1988, pp. 135-41; M. Vigan, Machiavelli e il tema con che versi, / canter io del regno di Fortuna / e
della fortezza, postfazione a L. Zanzi, Machiavelli e gli Svizzeri de suo casi prosperi et avversi, / E come iniuriosa
e altre machiavellerie filosofiche concernenti la natura, la guerra, lo et importuna, / secondo iudicata qui da noi, / sotto
Stato, la societ, letica e la civilt, Bellinzona 2009, pp. 248-68.
l suo seggio tutto el mondo aduna? (vv. 1-6). Pur
Jean-Louis Fournel, Jean-Claude Zancarini intriso di pessimismo, il poemetto in terza rima inci-
ta il gonfaloniere perpetuo a creare una milizia pro-
pria, in grado di sottrarre la politica estera di Firen-
fortuna. Nutrita di letture classiche, misurata ze agli artigli della f., la quale se mai ti promette /
nellambiente sociopolitico fiorentino dei primi anni cosa veruna, mai te la mantiene (vv. 29-30) e nel
di segretariato e verificata nellesperienza diplomati- mezzo del cammin la tabbandona (v. 114). Sulla
ca, la riflessione intorno alla potenza della f. al cen- falsariga di altri regni letterari quello di Venere
tro del pensiero politico e antropologico machiavel- nelle Stanze del Poliziano e quello di Morgana
liano. Essa trova nellabbozzo di lettera noto come nellOrlando innamorato di Matteo Maria Boiardo ,
Ghiribizzi al Soderino e nel capitolo Di Fortuna sulle mura del palazzo della F. si trova istoriato []
(1506) accomunati da vistose affinit formali e te- e dipinto lelenco dei suoi trionfi (vv. 128-29), dal
matiche la sua prima espressione, insieme polemica tempo degli Egizi a quello dei Persi, da Menfi a

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