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SCUOLA ECONOMICO-GIURIDICA

(chiamata così da Benedetto croce nella sua storia della storiografia italiana)
Nasce dal Magistero di Villari. Parallela all'erudizione, formata da giovani storici
di matrice marxista (Antonio laBriola, maestro di Benedetto Croce) insoddisfatti del
positivismo, volto a ricostruire ma incapace di interpretare rispetto al materialismo storico
marxiano. Gli storici avevano maturato degli ideali verso il sociale. Si davano nuovi
obiettivi e nuovi soggetti, attenzione ad aspetti della società come l'economia (marxiano) o
giuridico (evoluzione degli aspetti politico istituzionali). Non c'è un maestro di riferimento e
tra i componenti della corrente non si notano grandi somiglianze, tant'è che spesso non
si riconoscono tra loro.
Essa comprende le figure di Gaetano Salvemini e Gioacchino Volpe ma anche Niccolò
Rodolico, Romolo Caggese, inoltre secondo Croce anche Anzilotti e Palmarocchi

Questi autori avevano in comune l'attenzione per la società, i temi economici, scontri di
poteri, motivazioni economiche all'origine di certe scelte. A muovere questa tendenza è il
fatto di ristabilire "il nesso tra storia ed esperienza politica del presente".

Gaetano Salvemini
Allievo di Villari e Cesare Paoli (paleografo) che ha fatto una tesi sulla “dignità cavalleresca
a Firenze”, si è informato alla scuola positiva però per letture personali e la sua
adesione al socialismo è animato da spunti diversi e scriverà precocemente un libro
(magnati e popolani a Firenze dal 1280 al 1295) all'età di 27 anni. Fino alla pubblicazione
di quella che poteva essere considerata la prima costituzione con l'esclusione della nobiltà
dai luoghi pubblici. Conflitto tra fazioni (guelfi e Ghibellini, magnati e popolani) ma siccome
è un’opera marxista intende queste lotte come lotta di classe che muove il mondo.
Punto di vista molto criticato perché troppo interpretativo, sia un tempo che oggi, storia
è troppo attualizzata e ideologizzata.

Altro esponente di questa corrente:


Gioacchino Volpe
Allievo di Crivellucci, egli pubblica gli “studi sulle istituzioni comunali di Pisa”, in cui i
fantasmi della storiografia risorgimentale (germania vs italia) sono ancora esorcizzati
Nei saggi successivi delinea la storia italiana dopo il mille in cui delinea il suo pensiero:
Passa per l'economia e giuridica, è ostile verso opere estremamente economico e
sociali, dal punto di vista politico è diverso da Salvemini (socialista che rifiutò di giurare
fedeltà al regime fascista e va in esilio volontario) Volpe invece aderisce al fascismo con
una discreta libertà sulle idee. Però in alcune voci dell'enciclopedia treccani si nota il suo
ideale fascista. Diventa una figura autorevole dei letterati fascisti. Anche se rimane fedele al
regime fino alla fine, continuerà a scrivere di storia fino alla morte. Mentre gli altri storici si
basano sull'economia e sulla sociologia, a Volpe la scuola economico giuridica sta
stretta.

Tutti iniziarono con lo studio della storia medievale, poi passarono alla moderna e infine
alla contemporanea. Spesso vengono influenzati dalle idee dell'epoca e della
contemporaneità.
Salvemini passa dal parlare di Cattaneo, Mazzini e della riv. Francese, scrive un libro sul
fascismo (esempio per gli intellettuali fascistI) e la diplomazia di mussolini
Volpe scrive sul medioevo, si dedica all'italia moderna e la storia del movimento fascista,
continuerà a scrivere.

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