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4) VIRTU’: la virtù del Principe non ha nulla a che vedere con i precedenti 15
secoli di storia e morale (stoici> accettazione passiva degli eventi, epicurei> mezzo
per raggiungere la tranquillità dell’anima) ma si ricollega decisamente alla radice
antica, da vir, uomo nel senso di coraggioso, ma anche capace di eccellere, di
compiere qualcosa nella maniera migliore. Essa va perciò intesa nel senso
rinascimentale di abilità e perizia. La virtù politica sta tutta nel conquistare,
estendere e mantenere i propri possedimenti e nell’adattarsi alla circostanze
dando prova di elasticità.
Non esistono criteri morali di giudizio, solo il successo o l’insuccesso.
5) FORTUNA : stabilito che il gioco della politica è una tecnica complicata nel
quale la virtù rimane cruciale, anche la sfortuna ha un suo peso. Machiavelli
intende la fortuna nel senso classico di caso, sorte (VOX MEDIA), la quale può
essere favorevole come sfavorevole. Non ci si può tuttavia abbandonare al
fatalismo: la fortuna è una forza contro cui lottare. Machiavelli in un brano del
principe afferma come “la Fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma
ne lasci governare l’altra metà, O PRESSO, a noi. O PRESSO= QUASI,
SUPPERGIU’. Ciò significa che che la nostra quota di libero arbitrio è inferiore
al 50%, siamo insomma AZIONISTI DI MINORANZA della nostra vita e l’ultima
parola ce l’avrà sempre la fortuna.
6) I valori etici tradizionali diventano irrilevanti, nel senso che la morale non
conta agli effetti della politica. Il primato della politica diventa assoluto: ogni
considerazione religiosa o della morale tradizionale è irrilevante.
Comportarsi rettamente non è certo escluso a priori, ma per il Principe “è
necessario sapere bene usare la bestia e l’uomo”. Ciò che conta veramente è
che il Principe sappia essere feroce al punto giusto.
Capitolo 18 “La lealtà del Principe”: sarebbe bello per il Principe essere leale
e vivere con onestà e senza alcun inganno. Tuttavia i principi che hanno in
spregio le regole morali assai spesso hanno avuto più successo. Rettitudine
e disonestà devono essere dosate e diventano quindi “SITUAZIONALI”.
Il consiglio è dunque quello di non partirsi dal bene, potendo, ma sapere
entrare nel male necessitato, cioè quando le condizioni lo richiedano. Il male
tuttavia per Machiavelli resta male, il fine è quindi sempre un fine politico, mai etico,
e questo fine politico è la salvezza dello Stato (Salus rei publicae).
LUTERO
Ottobre 1517> chiesa del castello di Wittemberg: 95 tesi
Le sue opere, di per sé, non contengono insidie per i detentori del potere politico:
nel 1520 affermava che “l’autorità cristiana temporale deve esercitare libera e
indisturbata il suo ufficio”:
Lutero mostra subito grande fiducia nei confronti del potere politico: vd. rivolta
comunistica ed egualitaria dei contadini guidati da Thomas Munzer repressa nel
sangue.
La frattura con la Chiesa di Roma si consuma invece su un piano teologico:
egli si scaglia contro la possibilità per l’uomo di guadagnarsi la salvezza con le sue
opere meritorie. Per Lutero infatti è Dio con un atto unilaterale a salvarci con la
grazia, senza che ci sia bisogno di un intervento, di un atto morale da parte
nostra.
Nella teologia luterana, la suprema vocazione dell’uomo consisteva nel
prepararsi al libero dono della grazia da parte di Dio e l’esperienza religiosa
nasceva dall’intensa comunicazione personale tra l’individuo e Dio. In questa
cornice, appare chiaro come i ministeri della gerarchia ecclesiastica e l’intero
sistema sacramentale erano inutili e pericolosi perché moltiplicavano gli
intermediari tra l’uomo e Dio, inducendo a credere che esistesse qualcosa in
grado di sostituire la fede. Gli unici mediatori tra l’uomo e Dio erano Cristo e le
Scritture.
Sacramenti da 7 a 2: EUCARESTIA E BATTESIMO.
Sacerdozio non denota potere ma soltanto ufficio: è cioè un ministro di Dio che si
configura come primus inter pares all’interno di una collettività.
Libero esame (>libertà di opinione), sacerdozio universale (>autogoverno)
pongono le premesse dell’idea democratica moderna.
Dottrina dei 2 regni: potere spirituale, con il Vangelo Dio governa i cristiani, e
temporale, con la legge e la spada Dio governa i non cristiani.
CALVINO
Se in Lutero la fede è la via maestra, per Calvino noi sappiamo che Dio ha salvato
alcuni uomini per Sua maggiore gloria. Ossia, esistono i predestinati alla
salvezza e ciascun uomo non può sapere se è parte o meno della cerchia
ristretta.
1536> si trasferisce a Ginevra diventando predicatore e pastore della città.
Con il calvinismo assistiamo a una nuova esaltazione del lavoro, del suo ruolo,
a un’austera frugalità di costumi e all’eliminazione di ogni ambizione
mondana. Il quadro d’insieme era rafforzato dalla convinzione che un segno
tangibile della chiamata divina lo fornivano proprio l’impegno e i risultati che
l’eletto riusciva a mettere in atto come risposta alla vocazione assegnatagli
da Dio.
POTERE SECOLARE
- mezzo esterno che si somma alla fede e il cui fine è costruire una comunità
di credenti.
- Il potere politico ha insomma il compito di obbligare gli uomini a comportarsi
rettamente, anche se la salvezza dell’anima rimane avvolta nell’incertezza.
- Il magistrato civile è perciò interprete del bene pubblico, ha una funzione
spirituale e resistergli significa opporsi alla volontà di Dio.
Per Calvino il cittadino semplice deve occuparsi del proprio lavoro e non dei
problemi politici: né li può comprendere, né li può risolvere, il suo dovere è quello
dell’obbedienza.
BODIN
Cinquecento, secolo di sanguinosi scontri ideologici> 24/25 agosto 1576,
Parigi: notte di san Bartolomeo, circa 100 mila ugonotti (calvinisti francesi)
trucidati.
I costi umani e politici delle divisioni religiose cominciano ad essere intollerabili:
1573> il Franco-Gallia di Francois Hotmàn (monarcomaco), 1579> vindiciae contra
Tyrannos (giustificazione del tirannicidio in base alla violazione di un contratto che
vincola il principe con il popolo)
Nel corso del dibattito francese sul potere, si impone un gruppo, detto dei
Politiques, il cui capo è Michel de l’Hopital.
Politiques>
1) partono dal pieno riconoscimento dell’avvenuta rottura dell’unità cristiana e
della sua impossibile ricomposizione
2) si adoperano per innalzare l’autorità del Re al di sopra di ogni lotta di
fazione, ossia al di sopra della grande divisione tra cattolici e protestanti: il
primato della politica al di sopra dei partiti, il bene pubblico in luogo delle laceranti
divisioni che avevano contraddistinto il passato doveva iniziare con una
relativizzazione dello scontro teologico e la pacificazione nazionale, attraverso
cui lo Stato avrebbe rafforzato la propria autorità. Per questo i “politici” sostengono
Enrico IV di Borbone, il più interessato alla pacificazione nazionale.
3) obiettivo: far fuoriuscire la politica dalle lotte di religione. Adeguata allo
scopo era l’introduzione del concetto di “tolleranza”, che riduceva il credo religioso
a fattore non determinante del regno.
4) MONARCA: si staglia al di sopra del conflitto tra cattolici e ugonotti, quale
espressione istituzionale di imparzialità
5) MONARCHIA: deve diventare un potere FORTE, INATTACCABILE, DA TUTTI
RISPETTATO E RICONOSCIUTO COME IL CENTRO DECISIONALE DI ULTIMA
ISTANZA
6) NON SONO PIU’ LE SCRITTURE A LEGITTIMARE IL POTERE, MA IL POTERE
STESSO SI GIUSTIFICA DA SE’, SULLA BASE DEL DIRITTO PUBBLICO: E’
PROPRIO CON BODIN CHE EMERGE CON CHIAREZZA L’ELEMENTO
GIURIDICO, LO STATO INCOMINCIA CIOE’ AD ESSERE PENSATO COME UN
ABITO GIURIDICO DA ADATTARE ALLA POLITICA.
9) FAMIGLIA:
-SOGGETTO ATTIVO E ORIGINARIO DELLA COMUNITA’ POLITICA
(CONCEZIONE ARISTOTELICA)> tra famiglia e Stato, rapporto di continuità, di
progressione e di sviluppo.
14) Non esiste alcuna limitazione del potere sovrano: la norma obbliga i destinatari,
non chi la stabilisce. POICHE’ LE LEGGI NON DIPENDONO CHE DALLA SUA
PURA E LIBERA VOLONTA’, il sovrano è SUPRA LEGEM e, in quanto tale,
LEGIBUS SOLUTUS. (In quanto artefice della legge stessa). Non è neanche
limitato dalle consuetudini, in quanto una legge può abrogare una consuetudine>
DOTTRINA ASSOLUTISTA. Inoltre esistono tutta una serie di prerogative
inalienabili della sovranità : DIRITTO DI LEGISLAZIONE, DI DICHIARARE
GUERRA/CONCLUDERE PACE, DI NOMINARE MAGISTRATI, DI GIUDICARE
IN ULTIMA ISTANZA, ALLA FEDELTA’ E ALL’OBBEDIENZA, DI GRAZIA, DI
BATTERE MONETA, DI IMPORRE TASSE.
> TUTTAVIA, GLI ARGINI CONTRO CUI PUO’ SCONTRARSI L’ARBITRIO DEL
SOVRANO SONO IL DIRITTO DELLA FAMIGLIA, IL DIRITTO DI NATURA
(proprietà e possesso inviolabili), MA SOPRATUTTO LE LEGGI FONDAMENTALI
DEL REGNO (Es. quella della successione secondo la legge salica)
Qualora il Sovrano avesse agito al di fuori o contro la sua stessa legge avrebbe
commesso ingiustizia, ossia qualcosa di malvagio, di cui avrebbe dovuto rendere
conto a Dio.
Non esistendo un’autorità che possa sindacare il suo operato, se il Sovrano non
rispetta tali limiti, si renderà colpevole di lesa maestà divina e sarà quindi Dio a
punirlo.
BOBBIO:
1) MODELLO GIUSNATURALISTICO:
-STATO DI NATURA> NON-POLITICO, ANTI-POLITICO E PRE-POLITICO.
INDIVIDUI SINGOLI, NON ASSOCIATI
-STATO POLITICO> SORGE COME ANTITESI DELLO S. DI NATURA, STATO
ARTIFICIALE, PRODOTTO NON DELLA NATURA, MA DELLA CULTURA DEGLI
INDIVIDUI, INTERESSATI A FUORIUSCIRE DALLA CONDIZIONE NATURALE,
MEDIANTE UNO O PIU’ ATTI VOLONTARI.
2) MODELLO ARISTOTELICO:
-TRA LA FAMIGLIA E LO STATO C’è UN RAPPORTO DI CONTINUITA’, DI
SVILUPPO, DI PROGRESSIONE > VD. BODIN (“LA FAMIGLIA E’ L’ORIGINE
DELLO STATO”). L’UOMO E’ CIOE’ PASSATO ATTRAVERSO FASI INTERMEDIE
CHE FANNO DELLO STATO L’APPRODO ULTIMO DELLE SOCIETÀ’
PRECEDENTI
HOBBES(1588-1679)
1) Sentendosi minacciato dagli sviluppi politici nel suo Paese, nel 1640
si trasferì a Parigi e al suo ritornò pubblico Il Leviatano (1651).
Evento fondamentale che fa da sfondo a buona parte della vita Hobbes
e che influenzerà la sua riflessione politica: guerra civile in
Inghilterra (1642-1652), che porterà al regicidio di Carlo I, il primo
dell’età moderna.
SOLUZIONE:
-il fulcro dell’azione umana volta alla costruzione della macchina dello
Stato sta nelle tre leggi di natura fondamentali, precetti o regole
generali scoperte dalla ragione che PROIBISCONO ALL’UOMO DI
FARE CIO’ CHE DISTRUGGEREBBE LA SUA VITA. Tali leggi
impongono determinate cose:
1) cercare la pace e preservarla
2) rinunciare al proprio diritto su tutte le cose e accontentarsi di
avere tanta libertà nei confronti degli altri quanta ne hanno gli altri
nei propri confronti
3) rispettare i patti (pacta sunt servanda)
Stato:
- persona artificiale, il cui predicato è l’unità
- con esso nasce la società
- fonte dell’armonia.
- esiste solo nel sovrano, il quale agisce in nome e per conto di tutti
-prima del sorgere dello Stato non vi era altro che un’umanità
indifferenziata, costituita da individui isolati e impauriti, ossessionati
dal pensiero di morire per mano del prossimo.
LOCKE (1632-1704)
1) LEGGE DI NATURA:
-MANIFESTAZIONE DI DIO: GLI UOMINI POSSONO CONOSCERLA
SOLTANTO ATTRAVERSO QUELLA RAGIONE CONCESSA LORO
DA DIO.
-HA FORZA OBBLIGANTE
- M A N C A U N A L E G G E P O S I T I VA , F I S S A E S TA B I L I TA ,
RICONOSCIUTA COME PRINCIPIO COMUNE PER DECIDERE LE
CONTROVERSIE
- MANCA UN GIUDICE, CONOSCIUTO E IMPARZIALE, CON
L’AUTORITA’ DI DECIDERE LE CONTROVERSIE SULLA BASE DELLA
LEGGE STABILITA.
- MANCA UN POTERE CHE DIA ESECUZIONE ALLE SENTENZE.
4) PROPRIETA’, 2 DEFINIZIONI:
-PROPERTY: TERMINE RIASSUNTIVO DI TUTTI I DIRITTI NATURALI
DELL’UOMO
- ESTATE: PROPRIETA’ IN SENSO STRETTO
(2) nulla deve andare sprecato: se ci si appropria di una quantità di cose che non
si riesce a consumare interamente, si è danneggiato il diritto degli altri
all’appropriazione e all’autoconservazione.
(2) il surplus deperibile può infatti essere scambiato con oro e argento, che
non sono deperibili, dunque nulla si guasta, nulla va perduto e non si
commette ingiustizia.
(1) chi si appropria della terra con il suo lavoro, non diminuisce ma aumenta
le scorte comuni dell’umanità.
6) TIPI DI POTERE
8) DISSOLUZIONE GOVERNO:
-Per dissoluzione, Locke intende indicare una specie particolare di tirannide, cioè
una dissoluzione interna che non colpisce tutta la società, non scioglie i cittadini
dal contratto sociale, ma si limita ad annullare la fiducia posta nei governanti.
2 MODI:
HOBBES E LOCKE :
- ENTRAMBI DA UNA RIFLESSIONE SULL’INDIVIDUO COSTRUISCONO
L’EDIFICIO TEORICO PER GIUSTIFICARE LA “MACCHINA” PIU’ ADEGUATA
AI SUOI BISOGNI. TANTO DIVERSE SONO LE VISIONI DELL’INDIVIDUO
QUANTO LO SONO I DISPOSITIVI ISTITUZIONALI CHE NE DERIVANO.
2) Conobbe da giovane il regno di Luigi XIV, sviluppando una forte ostilità per
l’assolutismo
La natura non è l’unico criterio che si puo’ utilizzare per distinguere le forme di
governo:
> PRINCIPIO DEI GOVERNI: LE PASSIONI UMANE CHE LI FANNO AGIRE.
7) MONARCHIA
-UNO SOLO GOVERNA, SECONDO LEGGI FISSE E STABILITE
-NELLA NATURA DEL GOVERNO MONARCHICO RIENTRANO ANCHE I
POTERI INTERMEDI> nobiltà, parlamenti (in Francia 17, organi giudiziari
equiparabili alle nostre corti di appello/cassazione> ruolo: “deposito delle leggi",
custodia e registrazione delle leggi), clero, città con i loro privilegi. TUTTI
QUESTI POTERI INTERMEDI SI INTERPONGONO TRA GLI INDIVIDUI E IL
SOVRANO FRENANDO IL POTERE DEL RE.
8) REPUBBLICA:
- quando IL POPOLO IN CORPO HA IL POTERE SOVRANO> DEMOCRATICA
(ATENE)
- quando IL POTERE SOVRANO E’ NELLE MANI DI UNA PARTE DEL
POPOLO> ARISTOCRATICA. (VENEZIA)
MODALITA’ DI SCELTA:
-SUFFRAGIO A SORTE > (vd. GRECIA ca. 600 cariche) proprio della natura
della DEMOCRAZIA: la sorte lascia a ciascun cittadino una ragionevole
speranza di servire la Patria e quindi si accorda in modo particolare con il
principio di uguaglianza. Esistono comunque CORRETTIVI: (1) in Grecia il
sorteggio avveniva tra coloro che si offrivano come VOLONTARI, e non tra tutti i
cittadini; (2) esistevano procedure che agivano ex ante (attento esame prima di
conferire la carica) ed ex post (rendiconto)
-SUFFRAGIO A SCELTA > ARISTOCRAZIA
REPUBBLICA ARISTOCRATICA
CARDINI: PRINCIPIO DI MODERAZIONE> ALL’INTERNO DEL CORPO
A R I S T O C R AT I C O , N O N D E V O N O S U S S I S T E R E E C C E S S I V E
DISUGUAGLIANZE.
9) DISPOTISMO:
CARDINI: PAURA> LA VOLONTA’ CAPRICCIOSA E MOMENTANEA DEL
DESPOTA E’ LEGGE. E’ PROPRIO QUESTA IMPREVEDIBILITÀ A GENERARE
PAURA
ANCHE IL TIRANNO VIVE COSTANTEMENTE NELLA PAURA, IN UNA
CONTINUA PSICOLOGIA DEL COMPLOTTO
10) Favorevole alla democrazia rappresentativa: “bisogna che il popolo faccia per
mezzo dei suoi rappresentanti tutto ciò che non può compiere direttamente”
POTERE LEGISLATIVO:
-Vota bilancio, imposte, legge sull’esercito permanente> forme di controllo
sull’esecutivo
- Non ha la facoltà di accusare il titolare del potere esecutivo (la figura del Re è
inviolabile e sacra) MA PUO’ METTERE IN STATO DI ACCUSA I MINISTRI DEL
RE> ALTRA FORMA DI CONTROLLO
- E’ a sua volta controllato dal potere esecutivo, che lo può convocare/
sciogliere e interviene nel processo legislativo attraverso il potere di veto
- distribuito su 3 organi: titolare potere esecutivo (veto, l’ultima volta che era
stato utilizzato era il 1707), camera elettiva (comuni), camera ereditaria (lords>
“qualora le persone che si distinguono per nascita, ricchezza, onori
venissero confuse con il popolo, la libertà comune sarebbe la loro
schiavitù. Formano quindi un corpo che ha il diritto di arrestare le iniziative
del popolo, come il popolo ha il diritto di arrestare le loro.) Le due camere
hanno entrambe la “facoltà di statuire”: se però la discussione riguarda leggi di
materia fiscale, come la tassazione, la camera dei Lords interviene soltanto
attraverso la facoltà di impedire.
AMERICA
DELEGATI: per lo più uomini di grande esperienza nella cura degli affari pubblici,
provenienti da professioni forensi, esercito e corpo diplomatico> fra di loro
non si annoverava QUASI NESSUNO DEI RADICALI RIVOLUZIONARI.
> tutto ciò favori i COMPROMESSI: i delegati riuniti a Filadelfia erano infatti assai
più inclini al compromesso e meno dottrinari dei rivoluzionari di un decennio
prima.
6) NODI DA SCIOGLIERE:
RAPPRESENTANZA POLITICA AL CONGRESSO: PER STATI O PER % DI
POPOLAZIONE? RAPPRESENTANZA PROPORZIONALE O FISSA? VIRGINIA
VS NEW JERSEY> COMPROMESSO DEL CONNECTICUT (16 LUGLIO):
- CAMERA BASSA> RAPP. BASATA SULLA % DI POPOLAZIONE
- CAMERA ALTA (SENATO)> RAPP. UGUALE PER OGNI STATO
7) Bisogna precisare come quella che uscì dalla convenzione di Filadelfia fu una
COSTITUZIONE NEGOZIATA, frutto di un COMPROMESSO, l’unico possibile,
TRA CENTRALIZZATORI E SOSTENITORI DEI DIRITTI DEGLI STATI.
8) Sulla ratifica del testo si scatenò una lunga battaglia politica che durò circa un
anno e mezzo e fu vinta dai fautori del nuovo progetto (federalisti).
-ANTIFEDERALISTI: NON ERANO PER NULLA CONTRARI AL
“FEDERALISMO”: ESSI DIFENDEVANO I DIRITTI DEGLI STATI E, PUR NON
AVENDO PRODOTTO UNO SPECIFICO PROGETTO ALTERNATIVO,
ATTACCAVANO IL RISULTATO DELLA CONVENZIONE DI FILADELFIA,
CONVINTI CHE TALE SCHEMA DI GOVERNO AVREBBE PORTATO AD UNA
DITTATURA DELL’ESECUTIVO FEDERALE. LA LORO CONVINZIONE
INFATTI, SULLA SCORTA DELLE TEORIE DI MONTESQUIEU, ERA CHE LA
DEMOCRAZIA SAREBBE STATA POSSIBILE SOLO NELLE “PICCOLE
REPUBBLICHE”.
9)
FEDERALIST: 85 ARTICOLI
- Si struttura secondo un PRECISO PROGETTO EDITORIALE
- PRIMI 14 ARTICOLI: ESPOSTA LA TEORIA DELL’UNIONE FEDERALE> UN
FORTE GOVERNO FEDERALE SAREBBE STATA LA MIGLIORE GARANZIA
DELLE LIBERTA’ IN AMERICA.
- JAMES MADISON, NEL FEDERALIST N.10 SOSTENNE CHE UNA
DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA IN UNA REPUBBLICA ESTESA COME
QUELLA DISEGNATA DALLA CONVENZIONE COSTITUZIONALE DI
FILADELFIA AVREBBE AVUTO LA TENDENZA A STEMPERARE E
CONTROLLARE LE SPINTE CORPORATIVE E I VARI INTERESSI
PARTICOLARI, CON EVIDENTE GIOVAMENTO PER LE LIBERTA’ DI TUTTI.
- I SAGGI DAL 15 AL 36, IN LARGA PARTE OPERA DI HAMILTON,
ATTACCAVANO GLI ARTICOLI DI CONFEDERAZIONE E NE DIMOSTRAVANO
L’INADEGUATEZZA
- I SAGGI DAL 37 AL 51, TUTTI ATTRIBUIBILI A MADISON, ILLUSTRAVANO I
PRINCIPI GENERALI DEL NUOVO SISTEMA DI GOVERNO PROGETTATO A
FILADELFIA. IMPORTANTE SOPRATUTTO IL FEDERALIST N.51 NEL QUALE
SONO ILLUSTRATI I PRINCIPI DELLA SEPARAZIONE DEI POTERI
ALL’INTERNO DEL GOVERNO FEDERALE.
10) CONVINZIONE:
LO STATO SI FONDA SU DI UN CONTRATTO SOCIALE ED E’ QUINDI LA
VOLONTA’ DEL POPOLO AD ESSERE CREATRICE E SIGNORA DEL
GOVERNO STESSO.
PROBLEMA:
Una maggioranza (faziosa, che tenta di fare i propri interessi a spese degli
interessi generali della comunità), una volta andata al potere democraticamente,
potrebbe utilizzare quel potere per conculcare i diritti delle minoranze.
>-l’elemento fondamentale per esser sicuri che i rappresentanti del popolo
avrebbero perseguito l’interesse generale, facendo il bene del popolo,
consisteva nel fatto che costoro fossero soggetti a elezioni frequenti e i loro
mandati fossero brevi (camera dei rappresentanti: 2 anni): sia le frequenti
elezioni che sopratutto la possibilità della rielezione, costituiscono un vincolo, un
incentivo a perseguire il bene collettivo.
FEDERALIST 51
- Il fatto che il potere giudiziario possa annullare le leggi del legislativo non
implica affatto che esso diventi il sistema preminente, MA presuppone solo
che alla legge ordinaria si dovrà preferire la Costituzione: laddove quindi la
volontà del legislativo, manifestatasi nelle leggi, dovesse contrastare quella
del popolo, espressa nella Costituzione, i giudici DOVRANNO essere
ossequenti a quest’ultima.
VD. Marbury contro Madison, 1803> stabilito il principio del controllo di
legittimità costituzionale (judicial review)
POTERE ESECUTIVO:
-PRESIDENTE> 4 ANNI
1)CONCORRE ALLA LEGISLAZIONE:
FORMALMENTE> VETO SOSPENSIVO
INFORMALMENTE> ESERCITANDO INFLUENZA SUI MEMBRI DEL
CONGRESSO
2) TRAMITE IL SENATO CONCORRE ALLA FUNZIONE ESECUTIVA:
>ATTRAVERSO L’APPROVAZIONE DELLE NOMINE PRESIDENZIALI DEI
MEMBRI DEL GOVERNO, DEGLI ALTI FUNZIONARI, DEI MEMBRI DELLA
CORTE SUPREMA.
- L’uomo è un animale tra gli altri animali, da cui si differenzia soltanto per 2
caratteristiche: LIBERTÀ’ E PERFETTIBILITÀ’
-La causa cui però Rousseau imputa concretamente l’origine del male
chiamato “società” è l’istituzione della proprietà privata, con il suo corollario
di schiavitù, violenze e rapine. Proprietà che viene quindi considerata come
una sorta di PECCATO ORIGINALE LAICO.
>
la proprietà privata produce disuguaglianza economica che tende rapidamente
a coincidere con una disuguaglianza di posizioni: detenendo il potere, l’élite
dei proprietari sarà la medesima che forgerà il sistema delle leggi, inevitabilmente
finalizzato all’autoconservazione della forza e dell’autorità e alla perpetrazione
delle disuguaglianza.
-“Il corpo sovrano, in quanto è formato dai singoli che lo compongono, non
ha né può avere alcun interesse contrario al loro.”
-La sovranità, non essendo che l’esercizio della volontà generale, NON PUO’
MAI ESSERE ALIENATA: “la volontà generale non si rappresenta. O è essa
stessa o è un’altra, una via di mezzo non esiste.
- Il popolo inglese si crede libero, ma è in grave errore: è libero soltanto
durante l’elezione dei membri del Parlamento. Appena avvenuta l’elezione è
SCHIAVO> UTILIZZA QUEL MOMENTO DI LIBERTÀ PER DIVENTARE
SCHIAVO DEI RAPPRESENTANTI E DELLA LORO VOLONTÀ.
E nei grandi Stati? Quelli che vanno nominati non sono dei rappresentanti, MA
COMMISSARI DEL POPOLO, LEGATI a chi li ha nominati DA UN MANDATO
IMPERATIVO: pur essendo eletti in un’assemblea, SONO DEI SEMPLICI
PORTAVOCE DI CHI LI HA ELETTI.
>IL MANDATO IMPERATIVO CONSENTE DI REALIZZARE UNA SORTA DI
DEMOCRAZIA DIRETTA ALL’INTERNO DI UN GRANDE STATO.
LIBERTA’:
VOLONTA’ GENERALE:
(Detto ciò, BISOGNA SEMPRE PROVARE CHE UNA LEGGE SIA CONFORME
ALLA VOLONTA’ GENERALE. )
ARISTOCRAZIA: 3 TIPI
1) NATURALE: SI ADDICE AI POPOLI SEMPLICI
2) ELETTIVA: MIGLIORE
3) EREDITARIA: PEGGIORE
LIMITI:
1) VIZIO INTRINSECO DEL GOVERNO A USURPARE LE PREROGATIVE
DELLA SOVRANITA’ E DELLA VOLONTA’ GENERALE
2) PUR SE SUBORDINATO ALLA VOLONTA’ GENERALE, I CUI DETTATI
TRADUCE IN ATTI PARTICOLARI, E’ EVIDENTE CHE LA POSIZIONE DI
COLORO A CUI E’ AFFIDATO IL GOVERNO NON E’ IDENTICA A QUELLA
DEGLI ALTRI. (Vd. Critica che rivolge Constant)
In una lettera del luglio 1767 al marchese di Mirabeau, Rousseau sembra porre
due soluzioni al problema politico:
1) trovare una forma di governo, creare -come ha fatto lui nel Contratto Sociale-
un ordine, in cui la legge sia posta al di sopra dell’uomo, in modo che
nessuno obbedisca alla volontà di altri e si realizzi così la libertà e
l’uguaglianza(“PIA E AUSTERA DEMOCRAZIA”)
SE CIO’ NON RISULTA POSSIBILE >
2) passare all’estremo opposto, cioè mettere un uomo al di sopra della legge e
al di sopra di tutti gli altri uomini (si passa all’Hobbismo più perfetto) > “io
vorrei che il despota potesse essere Dio, perché l’anarchia è il peggiore di tutti
i mali"
CAPITOLO 8, LIBRO 4 CONTRATTO SOCIALE:
RAPPORTO POLITICA/RELIGIONE
2) VITA FUTURA
-Nato a Losanna in una famiglia della piccola nobiltà di credo protestante che
aveva abbandonato la Francia dopo la revoca dell’editto di Nantes nel 1685.
-Principi di politica , opera composta tra il 1802 e il 1806, che verrà pubblicata
nella sua interezza soltanto nel 1980
> per questo motivo anche in una democrazia, anche in un governo fondato
sul principio della sovranità popolare, PER GARANTIRE LA LIBERTA’
BISOGNA CHE L’ AUTORITA’ SIA LIMITATA.
Il flagello del dispotismo non può essere affrontato guardando soltanto alla
titolarità del potere, e quindi rimanendo all’interno della problematica delle forme
di governo: “è il grado della forza e non i depositari di questa forza che
bisogna accusare; è l’arma e non il braccio che bisogna colpire”. > E’
INSUFFICIENTE RIMANERE SOLTANTO SUL PIANO DELLE FORME DI
GOVERNO, BISOGNA RIVOLGERSI CONTRO IL POTERE, LIMITANDOLO IL
PIU’ POSSIBILE.
L’errore di Rousseau, che aveva visto quanto male aveva fatto il potere nelle
mani di uno o di pochi individui, è stato quello di rivolgere il suo attacco contro
i possessori del potere e non contro il potere stesso. Si è quindi soltanto
limitato a spostare la titolarità della sovranità dal monarca al popolo,
rimanendo però sempre all’interno della concezione assolutistica, nell’errata
convinzione che una distribuzione egualitaria del potere fosse di per sé
garanzia di libertà.
POTERE LEGISLATIVO:
-ELETTO DIRETTAMENTE DAL POPOLO
-PUO’ ESSERE SCIOLTO DAL POTERE NEUTRO
- 2 C A M E R E , D I N U M E R O D I S U G U A L E , C H E S I R I N N O VA N O
PERIODICAMENTE MA IN PERIODI DIVERSI.
> UNA CAMERA PROPONE/DISCUTE LE LEGGI, L’ALTRA LE APPROVA
- NOMINA L’ESECUTIVO MA NON PUO’ ESERCITARE NESSUNA AZIONE
CONTRO DI ESSO
- PUO’ DENUNCIARE, IN CASO DI REATI COMMESSI, I MINISTRI MA LI DEVE
CONDURRE DAVANTI AI TRIBUNALI ORDINARI
2)POTERE ESECUTIVO
3) POTERE GIUDIZIARIO
4)POTERE RAPPRESENTATIVO DUREVOLE (CAMERA EREDITARIA)
- R I S I E D E N E L T R A N Q U I L L O E PA C I F I C O G O D I M E N T O
DELL’INDIPENDENZA INDIVIDUALE.
Per mantenersi, la libertà civile ha infatti bisogno di una certa dose di libertà
politica> l’interessarsi delle questioni pubbliche e il non rinunciare al diritto che
abbiamo di influenzare la formazione del governo sono elementi fondamentali.
“Quando qualcuno è il centro di se stesso, tutti sono isolati, e quando tutti sono
isolati non c’è che polvere. Quando arriva la tempesta, la polvere diventa
fango”
SE IL CITTADINO RINUNCIA COMPLETAMENTE A ESERCITARE I PROPRI
D I R I T T I P O L I T I C I , C I O ’ C O M P O R T E R A ’ I N E V I TA B I L M E N T E
L’AFFERMAZIONE DEL DISPOTISMO (“fango”). E CON IL DISPOTISMO
VERRA’ MENO NON SOLO LA LIBERTA’ POLITICA, MA ANCHE LA LIBERTA’
CIVILE.
Rivoluzione del 1830: porta sul trono Luigi Filippo d’Orléans, rovesciando i
Borboni che erano stati restaurati sul trono nel 1814 > scatena nel giovane
Alexis una forte crisi spirituale. Si sente combattuto tra la fedeltà al re
precedente, dettatagli dal sangue, e il desiderio di appoggiare il nuovo sovrano,
più vicino alle sue idee liberali.
La democrazia in America
2 SIGNIFICATI:
-SOCIETA’ ARISTOCRATICA:
> CIO’ NON VUOL DIRE CHE TUTTI ABBIANO LO STESSO LIVELLO DI
RICCHEZZA O LA STESSA POSIZIONE NELL’AMBITO DELLA SOCIETA’, MA
SOLTANTO CHE LE DIFFERENZE ESISTENTI NON SONO PERMANENTI, E
ANZI SONO CONTINUAMENTE MODIFICABILI>
Secondo Mill:
1) quando parla di “democrazia”, Tocqueville non intende alludere a nessun
tipo particolare di governo ma si sta solo riferendo a una società in cui non c’è
l’aristocrazia, e che ne è anzi l’opposto.
>Da questa lettera si comprende come l’autore voglia prendere le distanze sia
dall’opinione conservatrice e liberal-conservatrice (associa la democrazia
all’anarchia, alle distruzioni, alle stragi) sia dai democratici più entusiasti.
1) INDIVIDUALISMO:
-inteso come “effetto degenerativo della ricerca del vantaggio privato”
- ≠ egoismo (amore spassionato e sfrenato di se stessi)
- Sentimento ponderato e tranquillo che spinge ogni cittadino ad “appartarsi
dalla massa dei suoi simili” e a costituire un microcosmo, una piccola
società, disinteressandosi dalla grande società.> SOCIETA’ ATOMIZZATA.
( Individui che “non debbono nulla a nessuno, non si aspettano niente da
nessuno”)
> come Constant aveva ravvisato in questa atomizzazione dell’individuo il rischio
dell’avvento del dispotismo, così anche per Tocqueville l’individualismo è una
delle condizioni che possono favorire quello definito “DISPOTISMO PATERNO” ,
un dispotismo che si manifesta nell’ambito della democrazia,
salvaguardandone però la dimensione rappresentativa.
Nella società aristocratica, come in una catena, tutti gli individui e ceti sociali
sono legati gli uni agli altri.
> non è tanto importante il risultato cui si giunge attraverso l’impiego delle
giurie (anzi, probabilmente se si ricorresse ai giudici di professione, i verdetti
sarebbero più equi) quanto piuttosto l’effetto politico dell’istituzione.
> svolgendo la funzione di educare il popolo, il giurì è più importante per coloro
che giudicano i processi, rispetto a coloro che vi sono coinvolti.
Vd. Madison: una maggioranza (faziosa, che tenta di fare i propri interessi a
spese degli interessi generali della comunità), una volta andata al potere
democraticamente, potrebbe utilizzare quel potere per conculcare i diritti delle
minoranze.
TOCQUEVILLE:
Tirannia della maggioranza: TIRANNIA DELL’OPINIONE MAGGIORITARIA.
>>
Qualunque società richiede infatti , per la sua stessa esistenza, la presenza
di credenze comuni e di un’autorità intellettuale e morale.
Anche nella società democratica esiste un’autorità nel campo intellettuale e
morale, che sarà però chiaramente diversa da quella della società aristocratica.
Nella società democratica abbiamo visto come quello della ragione individuale
sia soltanto un trionfo apparente: questa autorità intellettuale verrà collocata
dall’individuo nella massa e nel numero. (“È sempre più l’opinione comune a
guidare il mondo” ; “La massa non fa valere le proprie opinioni attraverso la
persuasione, MA LE IMPONE CON UNA SPECIE DI GIGANTESCA
PRESSIONE DELLO SPIRITO DI TUTTI SULL’INTELLIGENZA DI
CIASCUNO”)> CONFORMISMO DI MASSA: L’UOMO, SOLO E INDIFESO,
CADE PREDA DEL NUMERO MAGGIORE.
>TIRANNIA DELL’OPINIONE: quando un’opinione si diffonde all’interno del
pubblico di una società democratica, all’individuo è imposto di conformarvisi,
senza magari che questi ci creda.
> NON E’ UNA TIRANNIA CHE RICORRE A MEZZI COERCITIVI, MA E’
SEMPLICEMENTE L’OPINIONE DELLA MAGGIORANZA CHE SI IMPONE
SOFFOCANDO QUALUNQUE PENSIERO DISSENZIENTE E DISTRIBUENDO
SANZIONI SOCIALI.
> RIMEDI:
GLI AMERICANI A TUTTO CIO’ HANNO SAPUTO OPPORRE UN SISTEMA
ISTITUZIONALE IN GRADO DI ATTENUARE E CORREGGERE QUESTI MALI:
L I B E R TA’ M U N I C I PA L I , D E C E N T R A M E N T O A M M I N I S T R AT I V O ,
ASSOCIAZIONISMO.
Altro rimedio che trascende l’ambito istituzionale:
RELIGIONE
> “NON ESISTE RELIGIONE CHE NON PARLI DI DOVERI CHE HA
L’INDIVIDUO NEI CONFRONTI DEI SUOI SIMILI"
>I CITTADINI ANIMATI DALLO SPIRITO RELIGIOSO SARANNO PORTATI AD
OCCUPARSI DELLE QUESTIONI RIGUARDANTI GLI ALTRI E MENO
SENSIBILI AL RICHIAMO DELL’INDIVIDUALISMO.
> “NON ESISTE RELIGIONE CHE NON SITUI L’OGGETTO DEI DESIDERI
DELL’UOMO OLTRE E SOPRA I BENI DELLA TERRA”.
>Le credenze religiose correggono quindi la tendenza intrinseca dell’uomo
democratico a vivere esclusivamente nel e per il presente.
> Quando viene meno la fede, il campo visivo degli uomini si restringe,
facendoli ricadere in “quell’indifferenza bruta del futuro”. Avendo perso l’abitudine
di riporre le loro principali speranze in un oggetto a lunga scadenza, sono per
natura portati a voler realizzare senza indugi i più piccoli desideri.
3) CENTRALIZZAZIONE AMMINISTRATIVA
To c q u e v i l l e s i r i f e r i s c e e s s e n z i a l m e n t e a l l ’ A C C E N T R A M E N T O
AMMINISTRATIVO: cioè una struttura istituzionale che assorbendo tutta la
gestione delle attività sociali, mina irrimediabilmente lo spirito pubblico.
Ciò che interessa Tocqueville non sono quindi tanto gli effetti amministrativi,
quanto piuttosto gli effetti politici.
RUOLO FONDAMENTALE: LIBERTA’ MUNICIPALI
> ATTRAVERSO QUESTE L’INDIVIDUO IMPARA AD ESSERE CITTADINO, A
SVILUPPARE IL SUO SENSO DI RESPONSABILITA’ E DI INDIPENDENZA E A
COMPRENDERE IL LEGAME CHE UNISCE IL SUO INTERESSE PERSONALE
ALL’INTERESSE PUBBLICO.
Come Rousseau riteneva che il voto non dovesse essere l’espressione di una
preferenza personale ma un giudizio di conformità alla volontà generale, così per
Mill il voto non è un'espressione affidata all’arbitrio del singolo, MA E’
SOPRATTUTTO UNA QUESTIONE DI DOVERE: VOTARE VUOL DIRE
ASSOLVERE UNA FUNZIONE PUBBLICA.
Voto singolo trasferibile> possibilità per gli elettori di votare anche per candidati
al di fuori del proprio collegio.> favorisce uomini di cultura: ALLARGANDO LA
PLATEA DEI POTENZIALI ELETTORI SAREBBERO AUMENTATE PER GLI
UOMINI PIU’ ILLUSTRI LE POSSIBILITA’ DI ESSERE ELETTI.
2) INTRODUZIONE SISTEMA DI VOTO PLURIMO> ATTRIBUZIONE DI UN
PESO DIVERSO AI VOTI, IN RELAZIONE ALLA PROFESSIONE SVOLTA
DALL’ELETTORE.
PROBLEMA:
M I L L L A S C I A I N T E N D E R E C H E Q U E S TO S I S T E M A N O N VA D A
ABBANDONATO CON L’AVANZARE DELLA DIFFUSIONE DELLA CULTURA,
MA DEBBA ESSERE PERMANENTE> “Credo sia pericolosa una Costituzione
che colloca sullo stesso piano, per quanto riguarda il godimento dei diritti
politici, l’ignoranza e la cultura”
PROBLEMA:
-Gli elettori tenderanno a scegliere i loro rappresentanti e a giudicare l’operato
prevalentemente sulla base delle loro opinioni.
-I deputati, anche in assenza di un vincolo di mandato, preferiranno con ogni
probabilità assecondare gli orientamenti del proprio collegio, perché così facendo
ci si può procurare più facilmente la rielezione.
-“IL VERO CRISTIANESIMO DEVE RENDERE GLI UOMINI FELICI, NON SOLO
IN CIELO, MA SULLA TERRA”
- Q U E L L A C H E V I E N E P R O PA G A N D ATA D A I L I B E R A L I C O M E
“INDIPENDENZA”, PER I SANSIMONIANI ALTRO NON E’ CHE SCHIAVITU’.
A fornire alla dottrina sansimoniana quel pathos senza il quale sarebbe stata
destinata a rimanere una religione fredda e intellettualistica chiusa nel proprio
settarismo, è stato il SOCIALISMO DI MARX.
KARL MARX (1818-1883)
-Nel socialismo si fondono senza mai produrre una sintesi organica, motivi
illuministici e motivi romantici
>MOTIVI ILLUMINISTICI: TEORIA DELLE CONDIZIONI OBIETTIVE >
CONDUCE A SVILUPPI IN SENSO EVOLUZIONISTICO: LA RIVOLUZIONE
DIVENTA UN MOMENTO NECESSARIO E INEVITABILE PER ARRIVARE
ALLA SOCIETA’ COMUNISTA E A QUEL PROGRESSO TECNOLOGICO CHE
IL CAPITALISMO A UN CERTO PUNTO CERCHERA’ DI ARRESTARE) )
SCHEMA:
1) COMUNISMO PRIMITIVO/VOLGARE:
IL CAPITALE (1867)
>>SCENARIO POLARIZZATO:
VS
PARADOSSO:
+ PRODUTTIVITA’ ( A CAUSA DI + COMPOSIZIONE ORGANICA DEL
CAPITALE ) > + RICCHEZZA > AUMENTO PROFITTI E SALARI. ? NO!!!
INVECE!!!
+ COMPOSIZIONE ORGANICA DEL CAPITALE> - SAGGIO DEL PROFITTO
(=PLUSVALORE/ C.COSTANTE + C.VARIABILE)
Vd. Tocqueville>
1) classe dominante all’interno di una società democratica: CLASSE MEDIA
CONCLUSIONI DI BERNSTEIN:
-POICHE’ LA TEORIA DELLA RIVOLUZIONE POGGIA SU DELLE PREVISIONI
CHE SI SONO PERO’ RIVELATE INFONDATE>
BISOGNA ABBANDONARE LA RIVOLUZIONE!!, CERCANDO DI ARRIVARE
AL SOCIALISMO CON ALTRI MEZZI, E NON ATTRAVERSO MEZZI
RIVOLUZIONARI, POICHE’ LE CONDIZIONI DELLA RIVOLUZIONE SONO
DESTINATE A NON VERIFICARSI.
SOLUZIONE:
PROBLEMA:
A S S O C I A Z I O N E I N T E R N A Z I O N A L E D E I L AV O R AT O R I ( P R I M A
INTERNAZIONALE) > RIUNIONE INAUGURALE A LONDRA NEL SETTEMBRE
1864.
Vd. Rosenberg:
MATERIALISMO STORICO:
DEVONO SUSSISTERE LE CONDIZIONI E DELLA RIVOLUZIONE E DEL
SOCIALISMO.
FASE PRERIVOLUZIONARIA:
A n a r c h i c i : T E N N E R O V I VA L A F I A M M A D E L L A S P E R A N Z A
RIVOLUZIONARIA, ALIMENTANDOLA CON ATTI RIVOLUZIONARI
QUOTIDIANI.
Marx nel 1871 giustifica la necessità che si vengano a costituire partiti operai che
inviino deputati al Parlamento>
“CIO’ ASSICURA UNA LARGA PUBBLICITA’ AI NOSTRI PRINCIPI”.
“I GOVERNI CI SONO OSTILI, DOBBIAMO RISPONDERE CON TUTTI I MEZZI
DI CUI DISPONIAMO”
RISPOSTA:
Carlo Cafiero> Articolo “L’azione” del 1880.
-“Noi non abbiamo niente a che fare con le manovre dei borghesi”.
-“Non dobbiamo mischiarci al gioco dei nostri oppressori, se non vogliamo
partecipare alla loro oppressione”
-“Andare in Parlamento significa parlamentare. Parlamentare significa
scendere a patti”.
-“La nostra azione deve essere la RIVOLTA PERMANENTE”
-“Dobbiamo essere presenti ovunque si senta odore di rivolta e di polvere”
-“Per prendere parte a un movimento non aspettiamo che questo si presenti con
l’etichetta e la formula del socialismo ufficiale, OGNI MOVIMENTO POPOLARE
PORTA GIA’ IN SE I GERMI DEL SOCIALISMO RIVOLUZIONARIO”.
> CRITICA GIUSTA: ALLA FINE QUESTA TATTICA FINI’ PER ISOLARE SUL
SERIO GLI ANARCHICI DALLE MASSE, I QUALI INTRAPRESERO UNA
STRADA CHE LI CONDUSSE ALLA DERIVA TERRORISTICA.>BANDA
BONNOT
Protesta degli Anarchici: in questo modo non si fa che sostituire un’altra forma di
Stato allo Stato borghese
>RISPOSTA:
PRETENDERE DI STABILIRE L’UGUAGLIANZA SENZA L’ABBONDANZA
ILLIMITATA DEI BENI IMPONE UN RAZIONAMENTO DEL PRODOTTO
SECONDO I BISOGNI E PER RAZIONARE CI VOGLIONO STATO E
BUROCRAZIA.
SECONDO KAUTSKY:
NON E’ NEL POTERE DELLA SOCIALDEMOCRAZIA FARE LE RIVOLUZIONI,
COME NON E’ NEL POTERE DEGLI AVVERSARI IMPEDIRLA.
IN CHE MODO?
Pur essendo il leader della corrente riformista del PSI, Turati non amava essere
d e fi n i t o r i f o r m i s t a , t a n t ’ è c h e A M AVA D E F I N I R S I R I F O R M I S TA
RIVOLUZIONARIO.
> cerco di adeguarmi alla realtà, battendomi per migliorare il tenore di vita degli
operai, ma continuo a non riconoscere la legittimità del sistema e della
democrazia borghese e voglio perciò abbatterlo.
PARTITO RIVOLUZIONARIO:
> CIO’ NON SI SPIEGA SOLAMENTE CON IL FATTO CHE LENIN OPERAVA IN
UNA REALTA’ DISPOTICA.
QUEST’IDEA DI PARTITO E’ INFATTI INTRINSECA A UN UNIVERSO CHE
INTERPRETA IL CONFLITTO TRA CLASSI COME UNA LOTTA SENZA
QUARTIERE, IN CUI DIVENTA PERCIO’ INEVITABILE MILITARIZZARE
L’AVANGUARDIA DEL MOVIMENTO OPERAIO.
-Critica a Sorel:
“La mistica dello sciopero generale e spontaneo, di un proletariato tenuto
unito soltanto da uno slancio eroico, rappresenta l’ultimo anelito di un
romanticismo condannato a sparire in seguito all’affermazione delle grandi
organizzazioni efficienti.”
PROBLEMA:
Ammesso che partito dei rivoluzionari di professione > RUOLO affidato nella
teoria marxista alla MISERIA CRESCENTE (cioè alla causa di ordine materiale
che pone il proletariato di fronte all’alternativa tra insorgere o morire di stenti e
lo trasforma in senso rivoluzionario> MICCIA)
- C E R C A D I F O N D A R E U N A C O N T R O S O C I E TA ’ , B A S ATA
SULL’AUTOGOVERNO, SULLO SPIRITO D’INDIPENDENZA INDIVIDUALE E
QUINDI GIA’ ANARCHICA.
-Per un certo periodo di tempo, vicino alla posizione revisionista, che nel
corso degli anni ’90 del XIX secolo mirava all’unità tra socialisti e democratici
borghesi.
Sorel riteneva che Marx avesse formulato delle enunciazioni, più o meno
vicine alla realtà, le quali non erano altro che approssimazioni che in quel dato
contesto storico dovevano assolvere alla funzione di spingere i lavoratori alla
lotta.
ERA NECESSARIO:
Il fatto che le teorie economiche di Marx non abbiano nulla di scientifico, non
esclude che siano inutili
> per Sorel, il Socialismo, essendo un mito, deve essere creduto. Necessitando
di essere creduto, ciò che conta per la sua realizzazione non sono i
mutamenti che avvengono nell’ambito della struttura economica della
società, quanto le credenze degli individui!!!
ELITISMO
- A volte sembra che questa proposta sia legata al contingente, nel senso che
in una situazione in cui l’istruzione non è diffusa, come quella nella quale Mill
scriveva, questo poteva essere un correttivo temporaneo.
La sempre maggiore diffusione dell’istruzione avrebbe poi fatto in modo che
questo correttivo non avesse più alcuna ragione d’essere.
-Altre volte però Mill lascia intuire che il voto plurimo debba essere una
misura permanente, come quando afferma che è sbagliata una costituzione
che pone sullo stesso piano l’ignoranza e la cultura.
James Bryce
-A suo giudizio, anche nella democrazia ateniese, in cui tutti coloro che
godevano del diritto di cittadinanza potevano prendere parte ai lavori
dell’assemblea, il potere rimase nelle mani di pochi.
> Oligarchia nel senso etimologico della parola, come cioè “governo di
pochi”.
GAETANO MOSCA
“Cento che agiscano sempre di concerto e d’intesa gli uni con gli altri,
trionferanno su mille presi sempre uno ad uno e che non avranno alcun
accordo tra di loro”
1) Asserire che in tutte le società c’è una minoranza che governa e una
maggioranza che è governata, FA PERDERE DI SENSO TUTTE LE
CLASSIFICAZIONI DI FORME DI GOVERNO: IN OGNI FORMA DI GOVERNO,
ANCHE IN QUELLA CHE SI PRESENTA COME UNA DEMOCRAZIA, IN
REALTA’ IL POTERE E’ NELLE MANI DI UNA MINORANZA.
2) > In questa cornice NON C’E’ QUINDI DIFFERENZA TRA LA DOTTRINA DEL
DIRITTO DIVINO DEI RE E LA DOTTRINA DELLA SOVRANITA’ POPOLARE,
PERCHE’ ENTRAMBE POSSONO ESSERE INTESE COME FORMULE
POLITICHE, DI CUI LA CLASSE POLITICA SI SERVE PER GIUSTIFICARE IL
PROPRIO POTERE.
-ECONOMISTA AUSTRIACO
NORBERTO BOBBIO
George Sorel
Alle spalle la tradizione anarchica francese di Proudhon e Pelloutier. Per Proudhon
l'anarchismo è sviluppo consequenziale del liberalismo, è socializzazione delle
libertà borghesi. Proudhon era nemico della proprietà privata e del collettivismo, era
a favore del mercato. Emancipazione dei lavoratori deve essere frutto dei lavoratori
stessi. Società ideale è fatta da coltivatori diretti, artigiani e operai liberamente
associati nelle industrie. Proudhon inaugura per la prima volta il sistema della terza
via. Autogestione tenta di combinare il rifiuto della proprietà privata con il mercato.
Pelloutier era anarchico che non sosteneva il movimento terrorista e si sentiva
distante dal socialismo. Voleva rendere più concreto il movimento anarchico e
rendere intransigente le posizioni dei sindacati. C'è bisogno di una nuova civiltà che
può nascere solo se la classe oppressa e sfruttata è in grado di autogovernarsi.
Camere del lavoro in cui i lavoratori si organizzano su base territoriale e non
corporativa: sindacati non devono solo rivendicare ma essere centri di una nuova
culturaa, devono formare. Polloutier cerca di fondare una contro-cultura che spinga
all'organizzazione anarchica. Lavoratori devono trasformarsi e diventare gli unici
produttori. Molte delle idee di Pelloutier passano a Sorel, in cui prende piede la
strutturazione del momento etico. Rinnovamento della società si opera innanzitutto
nelle coscienze degli individui. Di Marx rigettava i principali postulati economici in
quanto non scientifici. Marx codifica un metodo di approccio alla realtà, ma non è
né scienza né filosofia, così come pensava croce. Marxismo è stato momento
storico fondamentale che ha posto lo schieramento alla base del moto storico.
Convinzione della non validità delle teorie che fondavano la base del socialismo
scientifico. Critica di Lenin è implicita, critica di Sorel del materialismo storico è
esplicita. Marxismo in senso meccanico e deterministico viene criticato, i
materialisti hanno subito la rivoluzione ad un ordine necessario, formulando di fatto
una nuova metafisica. Indicazioni profetiche sui misteri della storia ma descrizioni
sommarie senza alcuna pretesa di rigidità scientifica è il marxismo secondo Sorel.
Slittamento della lotta sociale in un mediocre riformismo mettendo in primis la pace
sociale ha portato ad un mescolamento delle classi. Questa è la critica rivolta a
Kautsky o Jaures.
Sorel si richiama ad uno stretto operaismo. Abbandonare la lettera del marxismo e
recuperarne lo spirito rivoluzionario. Lotta dei gruppi mette in moto il processo di
superamento delle crisi, all'interno della quale trova il proprio senso. Storia
dell'umanità è storia di rotture violente. Riguardo al cristianesimo ci sono spesso
dei rimandi dai teorici del socialismo. Sorel da un'enorme importanza in questo
senso al mito: do poca importanza a chi critica lo sciopero generale sulla base di
posizioni pratiche. Nessun procedimento ci permette di prevedere l'avvenire in
modo preciso, ma per ragionare dall'avvenire bisogna uscire dal presente e dalla
ragione in generale. Proprio a proposito della forza del mito viene svolto il parallelo
con il cristianesimo delle origini: non importa sapere quali declinazioni dei miti si
realizzeranno nella vita futura, prescindendo da queste il cristianesimo è riuscito a
creare una nuova civiltà. Socialismo deve seguire la medesima strada: sindacato è
lo strumento di realizzazione di questa. È la nascita del mito dello sciopero
generale, in cui la classe operaia è l'unica produttrice e tutte le altre sono
parassitarie. Anche la teoria del crollo del capitalismo può essere interpretata come
un mito, Sorel ne rigetta l'alone di scientificità che Marx aveva cercato di dargli.
Ruolo degli indovini che nell'antica Roma predicevano l'esito favorevole della
battaglia.
Sorel parla del mito sociale, che da idea molto chiara del mutamento: mito non si
presta a mutamento decomposto in fasi successive e dal quale estrapolare una
serie. In questo pensiero viene ribaltata la posizione marxista secondo cui è la
materialità che crea la coscienza. Secondo Sorel sono le coscienze che muovono
la storia.
Il partito dei rivoluzionari di professione svolge il ruolo che nella teoria marxista
viene svolta dall'immiserimento crescente. Nel quadro dipinto da Marx il crollo del
capitalismo avrebbe innescato delle crisi dalle quali sarebbe poi nata la
Rivoluzione. Crollo del sistema e crisi di sovrapproduzione e di sottoconsumo.
Conflitto russo-giapponese del 1905 porta alla sconfitta della Russia. Duma viene
concessa dopo una rivoluzione del 1905 stesso. Questa è possibile via d'uscita:
destabilizzazione del sistema può nascere da una sconfitta militare. Ci deve
dunque essere la guerra, che deve poi risolversi in una sconfitta. Posizione dei
partiti socialdemocratici durante la guerra, difficilmente ricavabile dall'indicazione di
Marx ed Engels. Il primo principio era che il movimento operaio doveva trarre dalla
guerra il massimo per lo svolgimento della rivoluzione senza farsi ingannare dalla
propaganda del pacifismo borghese, questa venne espressa da Marx ed Engels
prima della guerra franco-prussiana.
Marx ed in particolare l'ultimo Engels si ponevano il problema della strutturazione
dei partiti comunisti come partiti di massa: nella coscrizione obbligatoria in nome
della sovranità nazionale gli alfieri delle diverse classi si sarebbero scontrate tra di
loro. Posizione quindi viene riformulata in termini di prudenza. Principio della non
collaborazione di classe venne sviluppato da Jaures sotto la pressione di Kautsky.
Politica di pace che prevenisse la guerra immaginata da Engels era impraticabile:
per preservare la pace sarebbe venuta meno la componente rivoluzionaria e
romantica del marxismo. Congresso di Stoccarda dell'internazionale affermò che
tutti i partiti partecipi avrebbero dovuto prevenire la guerra e non partecipare ad
essa, costringere alla pace anche con la minaccia della rivoluzione. Linea politica di
Lenin era quella del disfattismo rivoluzionario. Dare la priorità alla pace piuttosto
che alla rivoluzione è la posizione portata avanti dall'Internazionale. Si cerca di fare
in modo, attivamente, che il proprio paese venga sconfitto. La guerra segna la fine
della seconda internazionale, è questione assolutamente dirimente. È la guerra che
porta a rompere questo schieramento ed a dividere il movimento socialista su basi
geografiche e regionali. Dalla SPD che votò i crediti di guerra al né aderire né
sabotare portata avanti dai socialisti italiani, ben distanti dal disfattismo leninista.
Guerra è scatenata dal capitalismo e viene animata dell'imperialismo. Gennaio
1913, lettere private di Lenin: guerra dell'Austria contro la Russia aiuterebbe la
causa rivoluzionaria, pace troncherebbe le speranze della stessa. 1875, lettera di
Bakunin: passione rivoluzionaria non si trova nelle masse: masse disorganizzate
usate durante la guerra. Guerra universale degli immensi stati militari è speranza,
nell'attesa che questi si consumino tra di loro. Linea del socialismo ha quindi origini
nello stesso anarchismo, dunque Bakunin. Praticare il disfattismo rivoluzionario
vuol dire accontentarsi di svolgere la rivoluzione in un solo paese, dove c'è uno
sconfitto c'è uno stato che si rafforza. Una delle prime cose che fa Lenin dopo la
rivoluzione è la conclusione di una pace che certamente aiuta il governo tedesco e
allontana la possibilità di una rivoluzione in Germania.
Altro revisionista “di sinistra”, Mussolini. Partito concepito come “grande riserva di
idealismo rivoluzionario”. Rifiuta il fatalismo, per lui il marxismo è “dottrina di
volontà e di conquista”. Il problema è abbandonare la lettera, per riappropriarsi
dello spirito idealista e rivoluzionario. Posizione simile, Gramsci, vd. articolo luglio
1917: unici rivoluzionari sono i massimalisti (Lenin e i bolscevichi), sono convinti
che sia possibile realizzare in ogni momento la rivoluzione (“negano il tempo come
fattore di progresso”). I canoni del materialismo storico non sono così ferrei, prova
di ciò è la rivoluzione dell’ottobre 1917, considerata la “confutazione pratica” del
dogmatismo marxista. L’iniziativa rivoluzionaria può quindi prescindere dal grado di
sviluppo delle forze produttive raggiunto in una data società, è cioè da considerarsi
come il “prodotto della volontà”.
In certe circostanze, dice Gramsci, il determinismo ha svolto funzioni positive MA
se è adottato dai capi, se è assunto a filosofia dagli intellettuali, diventa “causa di
passività e di imbecille autosufficienza”.
A tale lettura si contrappone quella data da Rodolfo Mondolfo. I bolscevichi hanno
usato la violenza come “ostetrica” della società socialista, dimenticando che le
condizioni oggettive della fine del capitalismo si sarebbero presentate solo quando
tale formazione sociale avesse sviluppato la pienezza delle forze produttive (lettura
coerente con quanto aveva scritto Marx: una forma storica non perisce fin tanto che
non abbia esaurito tutte le sue potenzialità). La rivoluzione russa è stata perciò
un’evento intempestivo. Distruggendo il parlamentarismo in Russia, Lenin non
aveva fatto altro che attenersi alle indicazioni di Marx.
Tesi Professore: se priviamo il Marxismo del primato della struttura economica,
allora esso sparisce come teoria rivoluzionaria.
Gaetano Mosca (elitista): “Sulla teorica dei governi e sul governo parlamentare”,
“Elementi di scienza politica”> minoranza governata e maggioranza governante,
tutti i governi fin qui esistiti sono perciò delle aristocrazie. Anche in un regime che si
definisce democratico, il potere è nelle mani di una minoranza.
Temeva la concentrazione del potere politico e del potere economico> temeva il
socialismo, inteso come collettivizzazione dell’economia
Temeva anche il sindacalismo, inteso come un “nuovo feudalesimo su basi
funzionali”