Sei sulla pagina 1di 7

LA GNOSI, GLI STRAUSSIANI, LE BOMBE.

Rilettura teologica dell’attuale conflitto Israelo palestinese


(Andrea Cavalleri)

Ogni società, volente o nolente, ha una struttura tripartita fatta di religione, politica, economia.
Non si cada nell’equivoco di pensare a una precisa religione o a un preciso schema politico,
immaginando che, evitati quelli, si possano costruire società a-religiose o a-politiche.
L’ateo e l’agnostico non fanno altro che professare un certo tipo di religione e l’anarchico sostiene
un tipo particolare di politica, tutto qui.
Perché “religione” (il livello dell’Autorità) è la sfera che si occupa delle finalità da raggiungere
desunte dalla visione del mondo e il senso che le si attribuisce.
Invece “politica” (il livello del Potere) è l’attività volta a modellare un’architettura sociale che
promuova gli scopi individuati dalla religione.
L’economia (il livello dell’Ordine) provvede a trovare le vie per realizzare concretamente quei
progetti che conseguono naturalmente alla visione del mondo religiosa e agli incentivi proposti dal
potere politico.

Questa introduzione potrebbe sembrare uno sterile esercizio teorico, invece alla luce di qualche
esempio mostrerà velocemente la sua centralità nell’analisi che propongo.
Il Medioevo è un esempio storico che illustra perfettamente questo schema, che, non per nulla, nel
Medioevo stesso fu teorizzato da Adalbertone di Laon, che suddivideva la società in oratores
(coloro che pregano) bellatores (coloro che combattono) e laboratores (coloro che lavorano).
Una civiltà compiuta, come lo fu il Medioevo cristiano, esprime coerenza tra i tre livelli, mentre se
fra essi vi fossero incoerenze e conflitti significherebbe che la società è in un periodo di transizione
e cambiamento.
La civiltà medioevale si dimostra tesa a espandersi propagando i propri valori, nonché vede
fenomeni quali la crescita demografica, il progresso scientifico tecnologico, che produsse una
consistente prosperità materiale, e un’importante fioritura della produzione artistica (si pensi al
gotico) soprattutto nel campo dell’arte sacra.
Ma è un caso se questi risultati sono avvenuti in concomitanza di un’adesione universale alla fede
cristiana?
La risposta è no.
Ad esempio un’altra religione in espansione nello stesso periodo, l’Islam, frenò il progresso
scientifico dei suoi adepti a causa della svolta fideista di Al Ghazali, mentre nel Cristianesimo la
conoscenza prodotta dalla ragione non solo era vista come positiva, ma anche prodromica alla fede.
Così pure la presenza di una cattedrale da tremila posti in un paesino di mille abitanti risponde al
concetto di un Dio trascendente ma che si è fatto uomo, per cui esiste una via di comunicazione tra
il divino e l’umano, grazie a cui le opere umane possono concorrere alla gloria di Dio e non solo ai
bisogni secolari; i fregi e decori sui tetti delle cattedrali non erano visibili dall’uomo, ma da Dio sì.

È dunque una domanda più che lecita chiedersi quale sia la religione che produce una politica
indirizzata alla guerra e alla schiavitù transumana e un’economia malthusiana della decrescita e
della povertà: in una qualche visione del mondo, questi non saranno difetti, ma valori.

La gnosi.

Una cosmogonia molto antica, poi ripresa svariate volte in ambito giudaico e nelle eresie cristiane,
afferma che l’Essere supremo non creò il mondo, ma produsse un’emanazione meno perfetta di lui.
Questo secondo ente divino minore ne emanò un terzo e la catena di emanazioni proseguì
generando divinità sempre inferiori, finché l’ultimo dio, degenerato, fu il demiurgo che creò
l’universo.
La leggenda prevede molti dettagli e orpelli successivi, ma il punto essenziale da sottolineare è che,
in questa visione, il mondo e l’uomo sono intrinsecamente cattivi.

È interessante notare che, all’inizio della Bibbia, la tentazione del serpente ricalchi proprio questo
schema: il Dio creatore non ha fatto le cose bene perché uomo e donna sono imperfetti, potrebbero
essere molto di più, come dei, ma il creatore degenerato mente, e solo una rivelazione esoterica può
aprire loro gli occhi e far conoscere loro il vero bene e il vero male, che nel mondo apparente sono
scambiati.
Così i Catari, i Sabbatisti e i Frankisti predicavano la salvezza attraverso il peccato, perfetta sintesi
dell’impianto dottrinale gnostico.

Ma se la morale gnostica inverte il bene con il male, quale inversione compie la teologia gnostica?
Se il creatore è un demiurgo cattivo e incapace, chi è l’essere supremo e buono?
La risposta la troviamo all’interno di un discorso celebrativo per il centenario della rivoluzione
francese:
Sì, Lucifero è Dio, e sfortunatamente anche Adonai [il Dio dei cristiani, NdR] è Dio.
...la vera e pura religione filosofica è la fede in Lucifero, l’eguale di Adonai; ma Lucifero, Dio di
Luce e Dio del Bene, sta lottando per l’umanità contro Adonai, il dio delle tenebre e demonio.

L’oratore che pronunciò queste parole è Albert Pike, governatore dei territori indiani, generale
sudista, cofondatore del Ku Klux Klan (non si fece mancare niente!) ma soprattutto gran Sovrano e
Commendatore del Supremo Consiglio dei 33° gradi della Massoneria di rito scozzese.
Fu anche fondatore, insieme a Mazzini, del “New and reformed Palladian rite”, che praticava il
culto di Lucifero e lo diffondeva ai piani alti della massoneria (dal trentesimo grado in su) e tra i
gradi equivalenti del culto egiziano di Memphis e Misraim, per poi infiltrarlo nelle logge di grado
inferiore.
Il Pike scrisse Morals and Dogma, considerata una sorta di Bibbia del Rito Scozzese, testo che
contiene rituali in uso ancora oggi.

Se mi sono profuso nel descrivere il curriculum di Albert Pike è per convincere il lettore che una
sua dichiarazione sulla Massoneria è quanto di più autorevole si possa trovare in materia.
E la dichiarazione che riguarda l’argomento che stiamo trattando è la seguente:
La gnosi è l’essenza e il midollo della Massoneria.

Pike e Mazzini si scambiarono delle lettere, di cui alcuni frammenti sono stati divulgati, grazie
all’ufficiale di marina canadese Guy Carr, che riuscì a ricopiarli, durante un’esposizione
dell’originale al British Museum.
Una lettera, inoltrata nel 1871, descrive le future tre guerre mondiali.
Ci interessa qui la terza, invocata in questo modo:
La terza guerra mondiale dovrà essere fomentata approfittando delle divergenze suscitate dagli
agenti degli Illuminati fra sionismo politico e dirigenti del mondo islamico. La guerra dovrà essere
orientata in modo che che Islam (mondo arabo e musulmano) e sionismo politico (incluso lo stato
di Israele) si distruggano a vicenda, mentre nello stesso tempo le nazioni rimanenti… saranno
forzate a combattersi fra di loro fino al completo esaurimento fisico, mentale, spirituale ed
economico.

Più oltre, nella stessa lettera il Pike descrive il cataclisma seguente alla terza guerra mondiale, che
getterà il mondo nella barbarie e nella sovversione sanguinaria. Concludendo che:
Allora ovunque i cittadini e la moltitudine disingannata dal cristianesimo… riceveranno la vera
luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero… alla quale seguirà la
distruzione della Cristianità e dell’ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo.
Quest’ultima dichiarazione d’intenti ribadisce quanto dicevo all’inizio, che cioè le azioni politiche,
guerre comprese, si intraprendono per finalità religiose, implicite o esplicite, conscie o inconscie.
Il legame religione-politica si manifesta più facilmente in una società teocratica, quella in cui
l’autorità religiosa esercita anche il potere politico.
La Massoneria non è esattamente teocratica, in quanto vi sono degli esoteristi e maghi neri che non
la governano direttamente, ma in ogni caso la sovrapposizione dei ruoli “religiosi” e “politici” è
molto ampia.

Illuminati, agenti degli Illuminati.

La lettera del Pike a Mazzini menzionava gli Illuminati e i loro agenti.


Chi sono costoro?
Il termine Illuminati viene spesso riferito alla setta degli Illuminati di Baviera, fondata da
Weisshaupt, finanziata dai Rotschild, e che contò personaggi illustri fra i suoi adepti, come Goethe e
Mozart; tale società segreta, che giocò un ruolo essenziale nella rivoluzione francese, fu scoperta e
soppressa in patria dalle autorità civili germaniche nel 1784.
Esistono prove consistenti della diffusione di tale setta all’estero, in particolare in Francia e negli
Stati Uniti, per cui sono sorte delle diatribe tra gli storici, sul fatto che la setta di Weisshaupt fosse
scomparsa o sopravvissuta fino ai giorni nostri.
In realtà la discussione è irrilevante, in quanto non bisogna cadere nell’errore di identificare gli
Illuminati esclusivamente con quella precisa setta storica: si sa che fin dall’antichità gli gnostici si
presentavano con tale qualifica e, nel 1400, una setta tedesca che praticava il satanismo aveva
adottato lo stesso nome.
Quindi è perfettamente naturale che i massoni di alto grado, iniziati alle dottrine superiori gnostiche,
definissero (ai tempi di Pike) e definiscano (ancora oggi) se stessi “Illuminati”.

Nella lettera di Pike si attribuisce agli “agenti degli Illuminati” il potere di scatenare una guerra.
È importante capire che tali agenti non sono degli 007 che girano con la pistola sotto
l’impermeabile, ma piuttosto sono degli intellettuali capaci di produrre idee in grado di cambiare e
indirizzare l’umore delle masse.
Il genere prediletto di veleno ideologico, che costoro usano per intossicare la società, consiste nel
produrre due idee polarizzanti in conflitto tra loro, entrambe sbagliate.
Un esempio perfetto è quello della divisione della politica nelle aree di “destra e sinistra”: tale
classificazione invita il popolo a schierarsi per l’una o l’altra fazione, creando contrasti e tensioni.
Tuttavia destra e sinistra, conservatorismo o progressismo, esprimono un metodo di azione che
prescinde totalmente dal merito: bene comune e giustizia dovrebbero essere obiettivi della politica,
non conservare o innovare; perché conservare non è un bene in sé, dipende se ciò che si conserva è
una cosa giusta o un errore, lo stesso vale per l’innovare.

Gli stessi principi generatori della terza guerra mondiale (Islam radicale e sionismo politico)
ricevettero degli impulsi decisivi poco dopo le elaborazioni dei piani Pike-Mazzini.

Il banchiere ebreo e massone Moses Montefiore già dagli anni ‘60 del 1800 aveva finanziato
insediamenti ebraici a Gerusalemme, ma la data cruciale è il 1882: in quello stesso anno fu
pubblicato Selbstemanzipation di Leon Pinsker (un autentico manifesto programmatico del
sionismo) e Edmond James de Rothschild (di cui è pleonastico rimarcare la sua adesione alla
Massoneria) divenne uno dei principali finanziatori del movimento per uno Stato ebraico.
L’organismo ufficiale del movimento sionista nacque nel 1897 ad opera di Theodor Herzl.

Se dunque il sionismo politico, invocato dal Pike come elemento essenziale per la futura guerra,
all’epoca della sua lettera quasi non esisteva e poco dopo vide un’accelerazione impressionante
sostenuta dal lavoro indefesso di uomini per lo più di loggia, allora i vari Montefiore, Pinsker,
Edmund Rotschild e Theodor Herzl, risultano degli ottimi candidati per essere qualificati come
“agenti degli Illuminati”.
E sull’altro fronte, quello islamico?
Sono sempre rimasto sorpreso dall’ingenuità per cui negli ambienti occidentali non si pensa che la
Massoneria sia penetrata anche nell’Islam.
In effetti esistono testimonianze che descrivono un sistema di logge ben radicato nell’Impero
ottomano attorno al 1880, con una direzione centrale a Costantinopoli appellata “Gran loggia degli
Illuminati”.
Ma il radicalismo islamico, quello che sfocia nel terrorismo e nella lotta armata, non è prodotto
direttamente dal Corano?

In realtà anche il Corano è stato soggetto a interpretazione lungo i secoli, ma esiste una corrente
fortemente acritica, che rifiuta ogni magistero della giurisprudenza islamica in nome della purezza
originaria, dichiara eretico ogni fedele che non appartiene a questa corrente e ne decreta la morte
(quindi di gran parte dei musulmani stessi) e invoca la massima intolleranza per gli infedeli.
Questa è la corrente Wahabita, dal nome del suo fondatore al-Wahhàb, che legò indissolubilmente il
suo destino e quello della sua dottrina alla casa Sa'ùd, attraverso un patto stipulato nel 1744.

Le massime scuole teologiche islamiche sancirono una sonora bocciatura di questa dottrina e
l’ascesa della famiglia Sa'ùd fu repressa dall’impero ottomano.
Nel 1816 il Califfo mosse guerra ai ribelli sauditi, catturò il re e suo figlio, fucilando il primo e
mozzando la testa del secondo per poi esporla nelle piazze di Istambul.
La repressione proseguì per tutto l’800 ma nel 1902, con l’appoggio decisivo dell’Impero britannico
(e relativa Massoneria), i Saud presero il potere in Arabia.
A partire dai tempi della guerra fredda, su richiesta occidentale, predicatori wahabiti, stipendiati dal
governo, furono inviati in altri Paesi musulmani per arginare le tentazioni comuniste con il
conservatorismo religioso; questa attività è proseguita anche dopo la caduta del comunismo.

Quindi la casa regnante saudita è promotrice diretta, a livello di idee, del radicalismo islamico.
La cosa interessante è che studi storici hanno dimostrato che i Sa'ùd non sono veri arabi musulmani,
ma Dunmeh, cioè pseudoislamici fintamente convertiti dall’ebraismo, ma in realtà seguaci della
setta gnostica di Sabbatai Zevi, setta che giocò un ruolo di primo piano nel genocidio degli Armeni.
(Per chi volesse approfondire l’argomento consiglio il prezioso libretto “Cronache dell'Anticristo”
di Maurizio Blondet)
Pertanto anche nel campo islamico esistono dei validi candidati per essere identificati come agenti
degli Illuminati.

I Neocon o straussiani.

Da una trentina di anni si sente parlare di importanti funzionari e consiglieri americani appartenenti
alla corrente neoconservatrice.
In effetti si tratta di una corrente di pensiero diffusa in un ambiente elitario e senza nessun riscontro
popolare, i cui appartenenti sono in gran parte ebrei ex trotzkisti, che hanno in comune un maestro e
ispiratore nella persona del filosofo Leo Strauss.
Pertanto è opportuno gettare uno sguardo sul pensiero di questo autore.

Innanzitutto egli dichiara di essere stato profondamente influenzato dagli scritti di Spinoza e
Maimonide, due autori con una chiara impronta gnostica.
Poi ha elaborato l’ermeneutica della reticenza, secondo cui la maggior parte dei filosofi del passato
non ha potuto esprimere liberamente il suo pensiero e perciò l’ha camuffato con una sorta di
linguaggio cifrato, in base a cui emerge un doppio messaggio: di salvezza, secondo una lettura
superficiale per il pubblico, e di potere, secondo una lettura esoterica per la minoranza illuminata.
Poiché, secondo Strauss, la verità è oscura e sordida, essa deve essere riservata alle élite, mentre alla
massa saranno date in pasto benevole illusioni, in realtà chiunque sia al potere farà delle regole a
proprio vantaggio e le chiamerà giustizia.

Dal punto di vista della diffusione degli état d'esprit il più importante dei neocon è Samuel
Huntington, ideatore del concetto di “scontro di civiltà” approfondito nel suo libro intitolato
Lo scontro delle civiltà e la nuova costruzione dell'ordine mondiale .
Trascurando la narrativa riguardante l’ordine mondiale che altro non è che un eufemismo per
“governo mondiale”, un’utopia nei cui riguardi i massoni hanno un’autentica ossessione, vorrei
focalizzare bene il concetto centrale.
Un confronto di civiltà sarebbe quello per cui ogni civiltà vanta le proprie migliori realizzazioni in
termini di soddisfazione e prosperità dei cittadini, invitando le altre ad imitarla; uno scontro è quello
per cui si produrrà un tentativo di annullare le altre civiltà, o un intervento che peggiori la vita altrui
in modo che al paragone emerga la propria superiorità.
La civiltà, che per sua natura è un processo che attua il passaggio da kratos a nomos, dai rapporti
basati puramente sulla forza a una convivenza regolata dalla legge, frutto di ragione, viene istigata
ad annullare se stessa tornando al puro linguaggio della violenza nelle relazioni con altre civiltà.
Un’operazione veramente encomiabile, dal punto di vista di chi deve suscitare contrasti e conflitti,
come ad esempio… gli agenti degli Illuminati.

I neocon non sono tutti pensatori, ma ricoprono incarichi politici, basta fare qualche nome per
rendersene conto, come Dick Cheney, Paul Wolfowitz, Robert Kagan e sua moglie Victoria Nuland.
La loro azione sembra perfettamente coerente con quella dei pensatori a cui si ispirano e ricalca
anche alcuni schemi tipici della prassi degli Illuminati.
Un metodo classico che vale la pena menzionare è quello del problema-reazione-soluzione: una
minoranza ha l’obiettivo Z, non condiviso dalla maggioranza, allora suscita il problema X, che
provoca una reazione nella maggioranza, la quale invocherà la soluzione Y, che però coincide con
l’obiettivo Z.
Causando il giusto problema, la minoranza riuscirà a ottenere l’appoggio della maggioranza per
qualsivoglia obiettivo.

Ed ecco un esempio concreto.


Il generale Wesley Clark, che ricoprì alti incarichi operativi all’interno della NATO, ha raccontato
alla CNN che il 12 settembre 2001 era andato al Pentagono per commentare gli attentati del giorno
prima con gli ex colleghi; qui un generale appena uscito dall’ufficio di Rumsfeld gli aveva
confidato il programma del ministero di attaccare 7 paesi in 5 anni: Irak, Siria, Libano, Libia,
Somalia, Sudan e infine Iran.
Sembra che Clark abbia leggermente modificato la versione a beneficio di un media a così larga
diffusione, perché, in una precedente intervista con minor risonanza, aveva parlato di un foglio con
sopra scritti i nomi dei sette stati, mostrato il 10 settembre, un giorno prima degli attentati.
Ma fa poca differenza, perché sette guerre non si decidono in un giorno o due.
In compenso l’opinione pubblica sarebbe insorta contro tali guerre se in mezzo non ci fosse stato
l’attacco al World Trade Center.
Obiettivo: 7 guerre. Problema creato: 11 settembre. Reazione del pubblico: repressione del mondo
islamico. Soluzione: 7 guerre, cioè l’obiettivo iniziale, anche se rispetto ai desiderata dei neocon ci
sono stati ritardi e non le hanno ancora fatte tutte (manca l’Iran).

Non si possono definire con certezza i neocon “agenti degli Illuminati”, però si può tranquillamente
dire che le loro opere sono perfettamente coerenti con un tale ruolo.

Bomba e non bomba.


Dopo aver esposto il pensiero religioso e la prassi politica degli gnostici, siamo giunti all’ordine
economico, cioè all’attuazione pratica dei loro piani.
Qui c’è poco da dire, l’attuale guerra asimmetrica in Palestina viene condotta con cinismo e
determinazione e la descrizione degli eventi non arricchirebbe in alcun modo questo articolo.
Ma qualche osservazione su quelli che possono essere i significati attribuiti alla guerra dai
protagonisti stessi può essere di qualche interesse.

Esiste una fazione del radicalismo ebraico che definisce i Palestinesi Amalek (popolo biblico votato
allo sterminio) e ne reclama l’estinzione.
Va detto che questa non è la visione di un ebraismo spirituale e religioso fedele alla Torah (i veri
rabbini ortodossi sono dalla parte dei Palestinesi, vedere ad esempio qui:
https://www.maurizioblondet.it/neturei-karta-intervistato-islamshia/ ), semmai è la versione
adulterata dell’ebraismo, prodotta dagli eredi degli scribi e farisei ipocriti.
Esiste poi una visione laica che aspira a un forte Israele politico, i cui confini vadano dal Nilo
all’Eufrate (questo è il significato delle due righe azzurre della bandiera Israeliana).
Esiste infine una visione messianica che vede gli ebrei dominatori del mondo e poiché non tutti
possono governare, le persone comuni possono sognare un ruolo da dignitari nel futuro governo
mondiale (più realisticamente diremmo i kapò del futuro lager mondiale).
E invece, ironia della sorte, nei piani di chi comanda davvero, Israele è sacrificabile e, anzi, vittima
già predisposta.
Certo che piani così vasti non si possono attuare senza il concorso di uno stuolo di utili idioti, ma
guardando in faccia Netaniahu, direi che ha il fisic du role.

Quale può essere l’atteggiamento giusto da assumere?


Se il piano prevede che le nazioni rimanenti… saranno forzate a combattersi fra di loro, la prima
cosa da fare è rifiutarsi di farsi coinvolgere in una guerra, se proprio i nostri politici ci tengono tanto
vadano loro.
Ma l’attenzione non può essere posta solo sulla guerra.

La religione gnostica è avversa alla vita, alla dignità dell’essere umano libero, alla prosperità
economica, a tutti quei valori che abitualmente si considerano naturali.
E le bombe non sono l’unico metodo di intervento degli gnostici.
Ad esempio per decimare la popolazione mondiale, altra idea fissa diffusa nei circoli del potere, la
fame e l’impossibilità di nutrirsi potrebbero essere una via per giungere al risultato; se per esempio
si promuovessero campagne per diminuire un gas essenziale per la sintesi clorofilliana come
l’anidride carbonica, la catena alimentare verrebbe stroncata alla base, un pretesto di forte impatto
emotivo potrebbe essere una crisi climatica di origine decisamente fantasiosa, vedi qui
https://ilsimplicissimus2.com/2023/10/21/autorevole-scienziata-del-clima-confessa-e-tutto-
inventato/

Per lo stesso scopo potrebbero tornare utilissimi dei virus ingegnerizzati che provochino morte e
malattie e dei rimedi peggiori del male che, oltre alla malattia e alla morte, assicurino l’infertilità di
chi li assume; con il vantaggio ulteriore che le pandemie sarebbero un ottimo pretesto per stabilire
una tirannia mondiale (qui sotto lo afferma un gran maestro degli Illuminati italiani).
https://www.youtube.com/watch?v=WCdkP5MA_sA

Se l’uomo nasce dotato di dignità legata alla sua libertà, tale libertà può essere limitata con
l’abolizione della proprietà privata, la sparizione del contante, l’imprigionamento in città di 15
minuti.
Se il demiurgo cattivo “maschio e femmina li creò”, bisogna rovesciare questo standard con la
teoria del gender.
Se la natura ci fornisce certi talenti fisici e mentali la natura è sbagliata e va rifatta, modificando
geneticamente il corpo umano e ibridandolo con macchine e intelligenza artificiale.

Il discorso sarebbe lungo e non c’è lo spazio per documentare affermazioni che potrebbero
sembrare avventate a chi si abbevera all’informazione ufficiale.
Ma anche senza entrare in questi ultimi argomenti questo articolo può proporre un messaggio
conclusivo: per capire come affrontare le iniziative che attentano alla nostra prosperità, alla nostra
libertà e alla nostra vita, occorre capire il pensiero politico e quello religioso che le hanno generate.

Potrebbero piacerti anche