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2 - comma 20/c, Legge 662/96 - Filiale di Torino - Organo ufficiale del Centro Librario Sodalitium - CONTIENE I. P.
N. 46
Sommario
Editoriale pag. 2
Il gran Kahal, un terribile segreto pag. 4
“Accetto la morte in nome di Gesù e della Chiesa”. Vita di S. Tommaso Becket… pag. 10
L’Osservatore Romano pag. 30
Brevi risposte ad alcuni articoli della Fraternità contro la “Tesi di Cassiciacum” pag. 37
Rassegna Stampa pag. 43
Alleanza… Massonica? pag. 60
RECENSIONI: Una Radiografia del giudaismo. ISRAEL SHAHAK pag. 72
Lo sterminio dei Tedeschi ad opera degli ebrei… pag. 77
Altre pag. 78
La morte pratica (S. ALFONSO) pag. 79
Vita dell’Istituto pag. 81
Editoriale
I mesi sono passati, quindi, ma la situa-
zione non è migliorata, anzi... Lo sguardo
fisso alla Chimera del “Giubileo dell’anno
2000”, Giovanni Paolo II non perde una oc-
Cari lettori di Sodalitium, casione per realizzare il programma annun-
P
urtroppo, la nostra (e Vostra rivista), è ciato in Tertio Millennio adveniente, il quale
uscita l’ultima volta ad aprile, ben otto include, da qui al 2000, un continuo “mea
mesi fa. A luglio, è uscito un numero culpa” per gli “errori” della Chiesa.
speciale dell’edizione francese, riguardante
principalmente il dibattito sull’episcopato e La Teshuvà di Karol Wojtyla
la sua collazione nell’attuale situazione della
Chiesa. L’abbé Belmont, sulla rivista Les È ancora recente l’eco della “dichiara-
deux étendards aveva ribadito e precisato i zione di pentimento” (del 30 settembre
motivi per cui egli si oppone, attualmente, a 1997) dell’episcopato” francese “per il silen-
ogni consacrazione episcopale. Don Ricossa zio della Chiesa di fronte alla deportazione
gli aveva risposto, difendendo la liceità, a degli ebrei nelle loro diocesi durante l’Occu-
determinate condizioni, di consacrazioni pazione” e dei risultati (nella misura in cui
episcopali senza “mandato romano”, duran- sono noti) dell’incontro di studio su “Radici
te la vacanza formale della sede apostolica. dell’antigiudaismo in ambiente cristiano”, te-
Ne è seguito un interessante dibattito tra le nutosi a Roma il 30 e 31 ottobre 1997, ove si
due riviste amiche che ha approfondito, così, è dichiarato che “i cristiani che cedono
gli studi sulla natura dell’episcopato e all’antigiudaismo [anche se non all’antisemi-
sull’origine della giurisdizione dei vescovi. tismo, n.d.r.] offendono Dio e la chiesa stes-
Sodalitium italiano non pubblica questo di- sa” (La Stampa, 3 XI 1997, p. 13). Delle im-
battito: coloro che desiderano ricevere il nu- plicazioni teologiche di queste dichiarazioni
mero francese, o leggerne la traduzione ita- parleremo in questo numero nella rubrica
liana, sono pregati di richiedercelo in re - L’Osservatore Romano. Ci preme qui sotto-
dazione. lineare un aspetto inquietante di questa con-
In copertina: Adorazione dei pastori con i santi Vittore e Corona, detta il presepe di S.
Giuseppe (1568). Tela di Jacopo Bassano, Museo civico Bassano del Grappa.
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tinua Teshuvà (pentimento) che Giovanni romana e dal Papa (cf Sodalitium, n. 21, pp.
Paolo II fa fare alla Chiesa che apparente- 3-4). Commentava Padre Arrighini nel 1944:
mente egli rappresenta. “Possiamo stare sicuri che fino a tanto che il
Per inquadrare quello che sta succeden- Vicario di Cristo regnerà a Roma, non vi re-
do, può essere utile leggere il libro di gnerà il Vicario di Satana” (ivi, p. 14).
Menachem M. Brod, I giorni del Messia. “L’impero di Edòm che deve pentirsi di
Redenzione e avvento messianico nelle fonti ciò che ha fatto” per permettere la venuta
della tradizione ebraica (ed. DLI, edito da del Messia degli ebrei (che non può essere
Mamash, via Dezza 24, Milano). Il libro è che un falso Messia ed un vero anticristo,
diffuso dalla comunità chassidica dei giacché il Messia è Gesù Cristo) è quindi la
Lubàvitch. Il “Messia” verrà - sostengono i Chiesa cattolica. Che la Chiesa si penta, non
discepoli del defunto rabbino Menachem può accadere, giacché Essa è indefettibile.
Mendel Schneerson - quando gli ebrei tor- Può però accadere in apparenza: la Teshuvà,
neranno in Palestina (nel 1897 si tenne il il pentimento di Giovanni Paolo II, del 31 ot-
primo Congresso sionista) e verrà ricostrui- tobre 1997, col quale giunge fino a rinnegare
to il Tempio (cf al pro- la storicità e veridicità del Vangelo (cf
posito, in questo nu- pagg. 32-34) è la terribile prova che ciò è
mero, la Rasse - possibile, ed è lo spaventoso annuncio di ciò
gna stampa). Ma che ci attende.
da dove verrà il Ma sarà Dio ad avere l’ultima parola: “il
“Messia”? Signore Gesù lo distruggerà [l’anticristo] col
“...Come fiato della Sua bocca e lo annichilerà con lo
dice il Tal - splendore della Sua venuta” (2 Tess. 2, 8).
mùd, la
redenzio-
Il rabbino Menachem Mendel Schneerson,
il “Messia” secondo la comunità dei Lubàvitch.
MONSIGNOR JOUIN
cioè esegue le sentenze emesse dal Kahal. brama di dominio mondiale. La fede talmu-
Quindi il Talmùd è il potere legislativo, il dica non è nell’aldilà; ma nel dominio in
Kahal è il potere giudiziario, e il Bet-din questo mondo; il suo “paradiso” è la terra.
quello esecutivo. I tre poteri agiscono nel
seno della Sinagoga post-templare che si Il Kahal oggi
serve di questi due Tribunali per governare il
popolo ebreo, sparso sulla terra o raccolto Sono rarissime le notizie sul Gran Kahal
nello Stato d’Israele a partire dal 1948. odierno: le più recenti risalgono al 1954, con
Hugo Wast e al 1996 con Israel Shahak il
NATURA E ORGANIZZAZIONE DEL KAHAL quale spiega che avendo gli Ebrei in Occi-
dente acquisita nel 1780 l’eguaglianza giuridi-
Il segreto del Kahal ca ed essendosi man mano emancipati, il pote-
re giudiziario che la Comunità ebraica detene-
Il mistero circonda gli atti pratici del va venne pian piano diminuendo (18), soprat-
Kahal: essi debbono restare segreti; guai a tutto in Occidente; mentre in Oriente l’eman-
chi osa rivelarli: si condanna all’anatema e cipazione è stata assai debole e il Kahal ha
spesso anche alla morte. Jacob Brafmann mantenuta la sua forza. Tuttavia in Occidente
ebbe questa audacia, ma perse la vita. vi sono state sacche di resistenza all’assimila-
Secondo Hugo Wast, il segreto del Kahal zione, e con il movimento sionista e la fonda-
sarebbe questo: per conquistare il mondo zione del B’nai B’rith (1843), la corrente anti-
non è necessaria la spada, ma basta un libro: assimilazionista (e filo-Kahalista) ha ripreso il
il Talmùd! (15). Mediante lo spirito talmudi- sopravvento. Perciò il Kahal ha mantenuto un
co il Giudaismo si propone di sopraffare il certo potere anche dopo l’emancipazione
Cristianesimo, unico vero bastione che si degli ebrei e lo ha riacquistato completamente
oppone al dominio universale d’Israele. a partire dall’ascesa del Sionismo, e soprattut-
I sentimenti principali che animano lo to dopo la seconda guerra mondiale con il
spirito talmudico sarebbero quattro: mito dell’“Olocausto”. Sempre Shahak scrive:
1°) Un’ambizione smisurata di dominare «A partire dal Basso Impero, le Comunità giu-
il mondo. daiche possedevano dei poteri giuridici consi-
2°) Un’avidità insaziabile di possedere derevoli sui loro membri... anche un potere
tutte le ricchezze dei non ebrei. coercitivo: la flagellazione, il carcere, la sco-
3°) Il rancore contro il non ebreo, e spe- munica; tutte queste pene potevano essere in-
cialmente contro il cristiano. flitte, legalmente, dai tribunali rabbinici...
4°) L’odio a Gesù Cristo. anche la pena di morte» ( 19). E continua:
Ora, per soddisfare queste quattro passio- «Molti ebrei oggi, hanno nostalgia del mondo
ni, occorre appropriarsi della ricchezza del ebraico precedente l’assimilazione, come fosse
mondo, mediante la quale si potrà tutto. Così un paradiso perduto... Una parte importante
mediante l’oro la Sinagoga s’impadronirà di del movimento sionista ha sempre voluto ri-
ogni cosa, e renderà i non ebrei suoi schiavi. O stabilirlo, ed ha vinto» (20). Lo Stato d’Israele
almeno questo sarebbe il suo piano segreto ed il Sionismo sembrano segnare il ritorno del
(che arriverà alla sua quasi realizzazione col potere assoluto del Kahal (21).
Regno dell’Anticristo) (16). Ma per poter giun- Nel 1986 Simon Schwarzfuchs ha scritto un
gere a ciò è necessario corrompere i cristiani, interessante libro (per la collezione “Presenza
fomentando in essi l’amore dei piaceri, del e memoria ebraica”) riguardo al Kahal
lusso e di se stessi. Siccome l’unico padrone nell’Europa medioevale (22). In esso sostiene
dell’oro che permette di avere piaceri, lusso e che la Comunità ebraica del Medio Evo, chia-
onor del mondo sarà (secondo il piano del mata Kahal, appare in Europa nel X secolo.
Kahal) il Giudaismo, i non-ebrei una volta cor- «Essa è la continuazione della Comunità ebrai-
rotti potranno avere i piaceri a condizione di ca dell’antichità» (23). Le origini della Comunità
chiedere l’oro all’ebreo che solo lo possiede! ebraica in Europa sono molto antiche; ve ne
«La forza degli ebrei consiste nel saper era una a Roma anteriore al Cristianesimo.
nascondere le proprie intenzioni. Il popolo «Durante molti secoli, fino all’inizio del V se-
ebraico vive ancora solo perché ha saputo colo, i gruppi ebraici d’Europa rimasero in con-
mantenere un segreto durante venti secoli di tatto con il Patriarca della Terra santa e conti-
persecuzioni» (17). Tale segreto è lo spirito nuarono a versargli un tributo» (24). Il Kahal re-
talmudico di odio a Cristo e ai cristiani e di golava e dirigeva ogni cosa.
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ne: la conquista del mondo intero. Ma questa 1°) Il Bet-Haknest (la sinagoga principale).
Costituzione deve essere, nella pratica, inter- 2°) Il Bet-Gamidrasch (la casa di preghie-
pretata dal Kahal per mezzo delle sue leggi. ra e la scuola).
Brafmann, nel suo Libro del Kahal ri- 3°) Il Bet-Hamerhatz (i bagni a vapore).
porta più di mille prescrizioni del Kahal, che 4°) Il Bet-Hakahal (la camera del Kahal).
rappresentano così il diritto d’Israele, il suo 5°) Il Bet-Din (tribunale esecutivo).
codice di giurisprudenza (28). 6°) Lo Hek-Dech (rifugio per i poveri).
Di tutti questi luoghi quello che c’interes-
GLI AGENTI DEL KAHAL sa di più è la camera del Kahal, di cui abbia-
mo già parlato, e il Bet-Din: un Consiglio ana-
Brafmann stesso nella sua opera ci dice che logo all’antico Sinedrio, che si perpetua fino
gli agenti del Kahal sono impiegati dagli ebrei, ai nostri giorni sotto la tutela del Kahal e che
non solo nel commercio, ma in tutti i settori forma la sua sezione di giustizia esecutiva.
degli affari. Il fine principale di ogni agente è di «...la camera del Kahal... regola la vita
prender nota, scrupolosamente, attraverso pubblica e privata dei suoi correligionari di-
quali mezzi è arrivato a corrompere l’impiega- spoticamente e quasi senz’alcun controllo,
to di polizia, in favore di un suo correligionario. non ammettendo ricorso a nessun’altra auto-
Tutte queste notizie raccolte con cura, devono rità. Essa... si estende ...alla vita religiosa, in-
essere depositate presso il Kahal, che viene teriore e privata degli ebrei... Ma quando si
così in possesso dei mezzi d’azione sull’impie- tratta di pronunciare un giudizio in un pro-
gato corrotto, qualora volesse intentare qual- cesso tra due ebrei, o tra un ebreo e il Kahal,
che azione contro l’Ebraismo, o prendere una è il Bet-Din (il santo tribunale) che giudica.
decisione che non gli sia favorevole (29). Il Bet-Din, benché chiamato il santo, è
tuttavia sotto la protezione del Kahal, e
IL KASHER forma soltanto la sezione giudiziaria di que-
sta autorità suprema, alla quale ogni ebreo
La legge sulla cucina Kasher è di capitale deve essere sottomesso ciecamente» (30).
importanza per mantenere separata la vita
degli ebrei dal resto del mondo. Essa per- LA SEDE DEL KAHAL SECONDO
tanto deve essere mantenuta intatta; tale HENRY FORD
compito appartiene al Kahal, interprete fe-
dele del Talmùd. Dove si troverebbe la sede centrale del
Kahal? Non si sa.
LE CONFRATERNITE EBRAICHE Però in un articolo del Dearborn Inde-
pendent, scritto negli anni venti (31) si legge
Ricorrendo ad un esempio si può dire che che: «Il Kahal sta stabilendo i suoi tribunali
le confraternite sono le arterie della Società nella città di New York... Gli ebrei si appella-
ebraica, mentre il Kahal ne è il cuore. Quale no al Kahal perché preferiscono la giustizia
è il filo misterioso che incatena e lega tra loro ebraica a quella dei Paesi che li ospitano».
tutti gli ebrei sparsi sulla faccia della terra, Henry Ford nel 1920 ha scritto: «L’orga-
come una invisibile e potentissima corpora- nizzazione giudaica più importante... vive
zione? Le confraternite! Ciascuna di esse ha negli Stati Uniti d’America. (...) Esistono in
il suo capo e molto spesso la sua casa di pre- America logge ebraiche... Ma... è necessario
ghiera (succursale della sinagoga principale); sapere che dentro e dietro esse funziona un
ogni confraternita è un Kahal secondario. La centro dominante, con la sua amministrazio-
maggior parte dei membri appartiene all’élite ne e il suo governo.
tradizionale della Società ebraica, che forma Le sue disposizioni hanno forza legale...
così quasi una legione di combattenti che cir- Due di queste organizzazioni, entrambe in-
condano e difendono lo stendardo del Tal- teressanti tanto per la loro segretezza come
mùd, al servizio del Kahal. per la loro potenza, sono la Keillha novaior-
chese e il Comitato giudeo-americano. (...)
LA CORTE DELLA SINAGOGA La Keillha rappresenta il più forte fattore
politico della vita ufficiale di New York.
Essa consiste in una superficie di terre- La parola Keillha è identica alla parola
no, situata nel quartiere abitato da ebrei, in Kahal e significa qualche cosa come comu-
cui devono trovarsi: nità o riunione o amministrazione. Il Kahal
9
NOTE
1) Encyclopaedia Judaica, Jerusalem, 1971,
vol. IV, coll. 1287-1288.
2) N. COHN, Histoire d’un mythe, Gallimard,
Paris, 1967, pagg. 58-59.
3) K ALIXT DE W OLSKI , De la Russie juive,
Savine Editeur, Paris, 1887.
4) L. VIAL, Le Juif sectaire ou la Tolérance
talmudique, Fleury, Paris, 1899.
5) E. JOUIN, R. I. S. S., 5ème, Le péril judéo-ma-
connique, deuxième partie, Les actes de la Contre-
Eglise I, Discipline de l’Imperialisme Juif, IV, QAHAL,
a cura di A. ALBRECHT, Paris, 1925, pagg. 89-122.
6) Giosuè, XXIII, 2- XXIV, 1
7) A. ALBRECHT, Op. cit., pag. 90.
8) L. DE PONCINS, Les Forces Secrètes de la
Révolution, éd. Bossard, Paris, 1928, pag. 254.
9) Ibid., pag. 255.
10
10) H. WAST, El Kahal, editorial Aldecoa, nauté juive de l’Europe médiévale, Maisonneuve
Burgos, 1954. et la rose, Paris, 1986.
11) Ibid., pag. 24. 23) Ibid., pag. 11.
12) A. E LKANN -E. T OAFF , Essere ebreo, 24) Ibid., pag. 17.
Bompiani, Milano, 1994, pag. 13. 25) K. DE WOLSKI, La Russie juive, Savine
13) H. Wast, op. cit., pag. 43. éd., Paris 1887, pag. 2.
14) Ibid., pag. 44. 26) Cfr. J. B RAFMANN , Le livre du Kahal,
15) Ibid., pag. 72. scheda n° 148, citata da L. VIAL, op cit., pag. 91.
16) Ivi. 27) L. VIAL, op cit., pagg. 79-80.
17) Ibid., pag. 111. 28) J. BRAFMANN, Le livre du Kahal, schede
18) I. SHAHAK, Histoire juive - Religion juive. n° 134, 170, 146, 148, 149, 177, 57, 261, 239, 260,
Le poids de trois millénaires, La Vielle Taupe, 284, 21, 33, 37, 4, 156, 159, 17, 280, 281, 282, 285.
Paris, 1996, pag. 34. Traduzione italiana già pub- 29) L. VIAL., op. cit. pag. 116.
blicata dal Centro Librario Sodalitium, Verrua 30) Ibid., pag. 172. Cfr. J. BRAFMANN, Le livre du
Savoia (Torino) 1997. Kahal, n° 24, 78, 120, 132, 146, 177, 203, 204, 239, 256.
19) Ivi. 31) Dearborn Independent del 26. 02. 1921.
20) Ibid., pag., 42. 32) H. FORD, L’ebreo internazionale, L’altra
21) Ibid. , pag. 143. biblioteca ed., sine loco et data, pagg. 225-231.
22) S. S CHWARZFUCHS , Kahal. La commu- 33) K. DE WOLSKI, op. cit., pag. 303.
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Schema riassuntivo sul potere z
del gran Kahal
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Enrico con scaltrezza mostrò di dar ra- vostro desiderio, salvi sempre i diritti del mio
gione ai suoi argomenti ma domandò se i ve- ordine » (7). Il re rimase fermo nel volere il
scovi fossero almeno disposti a promettere giuramento senza la clausola, cosa che
di osservare in tutto i costumi regali. La ri- Tommaso non poteva consentire, se ne se-
sposta quasi unanime fu che lo avrebbero parò quindi sempre più incollerito.
promesso ma con la clausola “salvo ordine
nostro” (5). Il re pretese di vedere un’insidia Le costituzioni di Clarendon
in quella risposta e si adirò profondamente;
proferendo minacce lasciò l’assemblea senza Dopo questi avvenimenti gli spiriti furo-
nemmeno salutare i vescovi. Prima di parti- no molto turbati; si temeva la collera del
re il re aveva intimato a Tommaso di « “ri- principe e le sue funeste conseguenze.
nunciare alle castella ed ai beni avuti quan- Alcuni vescovi cercarono di convincere
do era cancelliere”. Il santo non si fece pre- Becket a scongiurare, con una sua pronta
gare e rinunziò immediatamente, provando sottomissione, la tempesta che si sarebbe
così che solo la coscienza lo faceva resistere scatenata su tutto il clero. Gli suggerirono
alle pretensioni regali contro la Chiesa, non che la prudenza è la via più certa per la sicu-
l’interesse o l’utile proprio, il quale senza rezza e che per evitare un male più grande si
rammarico perdeva e cedeva » (6). doveva rinunciare anche ai diritti più sacro-
Quella sera stessa Enrico II incontrò il santi. Molti si allontanarono dall’arcivescovo
Becket spinto da un avanzo di quell’amicizia di Canterbury temendo per se stessi qualora
che li aveva legati in precedenza; i due caval- il re li avesse visti trattare con il Primate,
carono fianco a fianco ragionando insieme. Il altri come Ruggero di York ed Arnolfo di
re trattò l’arcivescovo da ingrato e da nemi- Lisieux patteggiarono con il re. Gli animi
co. Quest’ultimo si schernì facendogli notare erano quindi divisi: ed il Becket si trovava
che il dovere e la coscienza lo obbligavano ad sempre più solo, pochi gli restarono occulta-
obbedire innanzitutto a Dio più che agli uo- mente fedeli. « Doleva nell’animo del santo
mini: “Sire, voi sapete quanto io vi sia stato tanta viltà, egli ne aveva grandissimo cordo-
fedele, eppure da voi non potevo aspettarmi glio poiché conosceva chiaramente quanto ci
che un premio terreno; vedete dunque come fosse poco da sperare da tali mercenari. Fu
con maggiore diligenza devo servire Dio che allora che si volse a cercare conforto fuori
mi darà un premio eterno… voi siete il mio del regno e scrisse al Pontefice Alessandro
signore ma Egli è Signore mio e vostro… Nel ed a vari prelati raccontando i dolori della
dì del giudizio saremo giudicati tutti e due Chiesa di Inghilterra e scongiurandoli di
come servi del Signore e l’uno non potrà ri- aiuto e di consiglio. (…) Papa Alessandro fu
spondere per l’altro”. “Non ho bisogno di commosso dal racconto delle “gravi ansietà
sermoni - proruppe il principe - né sono ve- ed amarezze che cotanto affliggevano l’arci-
nuto qui per sentirli da voi. Non siete forse il vescovo”… e gli scrisse usando ogni argo-
figlio d’uno dei miei vassalli?”. “O mio re è mento per confortarlo » (8). Alla pusillani-
vero non sono uscito di stirpe regale; ma S. mità dei vescovi si aggiunse la calunnia dei
Pietro al quale Cristo si degnò dare le chiavi signori e nobili già nemici del Becket che ap-
del cielo e la autorità su tutta la Chiesa non profittarono di questa occasione per inaspri-
era già di origine illustre” rispose umilmente re l’animo del sovrano verso il suo antico
l’arcivescovo. “Verissimo -replicò Enrico - cancelliere. Un abate, per smuovere la fer-
ma egli morì per il suo maestro”. A queste mezza del Becket, gli disse che aveva ricevu-
parole tutta la fede e la carità del santo si ac- to ordine dal Papa di fare tutto il possibile
cese e la sua anima si slanciò nell’avvenire, e per convincerlo a consentire ai desideri del
con una frase profetica disse: “Oh sì! Anch’io re, poiché il principe aveva promesso ad al-
quando ne sarà venuto il tempo morirò per il cuni cardinali di non avere nessuna intenzio-
mio maestro”. Enrico restò freddo a questa ne di nuocere agli interessi della Chiesa.
professione di speranza e di fede anzi lo rim- Fu così che “il primate, stanco delle la-
proverò di aver troppa fiducia in sé stesso. mentele degli amici, e le minacce dei nemici,
« Sire io non ho altra confidenza che nel spinto da un preteso consiglio del sommo
Signore, perché sta scritto “maledetto l’uomo pontefice, e dall’assicurazione che Enrico si
che pone la sua speranza nell’uomo”. Sono sarebbe accontentato del solo onore della
pronto al presente, come fui pronto sempre, vittoria, si recò dal re a Woodstock, e gli
a fare ogni cosa per vostro onore e secondo il promise di osservare i costumi regali omet-
13
tendo la clausola che era stata occasione di interessi della Chiesa. Giovanni di Oxford,
tanti dibattiti” (9). Secondo il Balan Tom- cappellano del re e da lui nominato presiden-
maso Becket promise di osservare le con- te, intimò subito, con aria irritata, ai vescovi di
suetudini regali di buona fede (bona fide) e adempiere la loro promessa. L’arcivescovo di
aggiunse: “Certo, che anch’egli sarebbe Canterbury espresse il desiderio di ammettere
stato fedele alla parola data”. la clausola d’eccezione. Enrico montò su tutte
“Becket s’immaginava senza dubbio che il le furie, minacciò il primate di esilio e di
monarca si sarebbe accontentato di quella ge- morte; si aprirono le porte della sala vicina e
nerosa proposta che aveva appena fatto, e che tutti poterono vedere un corpo di cavalieri
forte della parola data dal prelato, poteva pre- con le armi sguainate pronti ad eseguire gli
sentarsi davanti ai baroni e ai signori, senza estremi ordini che il re nella sua collera
dover arrossire del preteso affronto che lui, avrebbe potuto impartire. Improvvisamente il
Enrico II, credeva aver ricevuto nell’assem- principe abbandonò l’assemblea lasciando
blea di Westminster. Ma sia che il principe tutti nella più profonda paura ed angoscia. I
fosse mal consigliato dai suoi adulatori, che si conti di Cornwalt e di Leicester si gettarono
erano dichiarati nemici del primate, sia che ai piedi del Becket per scongiurarlo di preve-
volesse umiliare questo pontefice, la cui fer- nire con la sua sottomissione il massacro dei
mezza era l’ostacolo principale ai suoi iniqui vescovi presenti che altrimenti ne sarebbe
progetti di ingerenza e di dominazione, sia inevitabilmente seguito. “Tommaso Becket
che volesse realmente opprimere la Chiesa, sacrificando la sua propria opinione più alle
calpestarne le immunità, gli interessi e i diritti, loro preghiere che ai loro argomenti, promise
in ogni caso mosso da uno di questi motivi, o oralmente di osservare i costumi reali di
da tutti insieme, domandò una ritrattazione buona fede, senza aggiungere nulla, tutti gli
pubblica da parte dei vescovi” (10). altri fecero lo stesso. Ma domandò al re di
A questo proposito il re convocò a Cla- informarli in cosa consistessero i costumi del
rendon, borgo non troppo distante da regno” (11). In effetti, cosa inaudita, questi co-
Salisbury dove Enrico possedeva un palaz- stumi regali, causa di tanti dibattiti, erano uffi-
zo, un’assemblea del clero e della nobiltà. cialmente ancora sconosciuti. Un comitato di
Quest’assemblea si aprì il 25 gennaio del ricerca fu subito nominato ed il giorno se-
1164. Tommaso Becket dovette vincere la sua guente furono presentati sedici articoli, che
ripugnanza per recarvisi, poiché temeva che il vennero chiamati le costituzioni di Clarendon.
re avrebbe abusato della promessa fatta a « I sedici articoli del documento di
Woodstock, ed avrebbe proposto alla firma Clarendon, per quanto nei particolari trattino
dei vescovi dei costumi del regno contrari agli questioni diverse, nel loro complesso vogliono
annullare la crescente indipendenza della
La città di Canterbury in un manoscritto medioevale Chiesa inglese nei confronti della corona.
Viene accentuata la dipendenza feudale
dell’episcopato, le elezioni vescovili devono
svolgersi sotto il controllo del re, gli eletti de-
vono prima della consacrazione prestare giu-
ramento di fedeltà, viene limitato il loro diritto
di disporre dei beni della Chiesa e nei riguardi
della corona sono anch’essi soggetti agli stessi
servigi e alle medesime prestazioni dei vassalli
laici. I tribunali ecclesiastici devono adeguarsi
alla procedura giudiziaria di quelli laici, la loro
competenza viene considerevolmente limitata,
mentre quella dei tribunali laici viene ampliata
ed estesa alle questioni debitorie, allo spergiu-
ro, alle controversie per le prebende, alle que-
stioni di patronato, ai casi criminali e agli affari
civili dei chierici. Vengono ristretti i poteri di
scomunica dei vescovi nei confronti dei vassal-
li della corona, dei membri della corte reale e
dei tribunali. Ogni appello dai tribunali inglesi
è soggetto all’esame e all’approvazione del re,
14
così pure i viaggi dei vescovi alla curia o ai te avrei subito ceduto alla tua volontà; ma
concili. Nei particolari tutto ciò non era nuovo, trattandosi di negozi ecclesiastici che Dio mi
ma ora veniva per la prima volta espresso in affidò, non deve parerti né indegno né mirabi-
formule giuridiche ed elevato a legge con le se sono stato più fermo e più difficile, dac-
l’adesione scritta dell’episcopato » (12). ché sai bene come io debba rendere ragione a
Erano corse anche voci dei disegni occulti Dio che me ne chiederà conto. Ora concepita
dell’adirato principe di avvicinarsi all’antipapa miglior speranza nella prudenza tua e nella
scismatico Vittore IV. Tommaso Becket rima- tua bontà confidando, acconsento al tuo desi-
se dapprima fermo sulle risoluzioni preceden- derio, prometto che sarò per osservare in
ti; in seguito, spinto soprattutto dalle preghie- buona fede le consuetudini del regno e te lo
re degli amici, dal timore degli altri vescovi e assicuro in parola e verità” (13). Dopo l’arcive-
dalla indulgenza che Alessandro III avrebbe scovo di Canterbury giurarono anche gli altri
consigliato di usare, per carità verso la Chiesa senza proferire le parole: salvo ordine nostro.
ed il prossimo, acconsentì a rinnovare le pro- In ogni caso il Becket non firmò e non sigillò
messe ma soltanto oralmente rifiutandosi di le inique costituzioni, ne accettò soltanto la
apporvi il suo sigillo, cosa che invece fecero gli copia che, secondo l’uso, gli fu porta.
altri prelati. “Egli infatti poteva, come era so-
lita fare anche la curia, lasciar passare (dissi- “Non possumus”. Il giudizio a Northampton
mulare) qualche norma, ma non approvare
con firma e sigillo disposizioni che contrasta- « Uscito dal concilio Becket prese la via
vano apertamente con il diritto canonico vi- di Winchester pensoso e malinconico. A
gente. (…) Contro la limitazione della giuri- pochi passi da lui cavalcava il suo crociferaio
sdizione ecclesiastica e della libertà dei vesco- Alessandro Llevellen che mal frenando il
vi Tommaso Becket fece sentire la propria suo dolore per le usurpazioni tentate dal
protesta, appellandosi ai principi giuridici principe, a voce abbastanza alta si lamenta-
espressi nel decreto di Graziano. Nelle costi- va: “Non vi è più riparo per gli amici della
tuzioni di Clarendon Tommaso temeva una verità… Ahimé! Questa tempesta ha per-
completa feudalizzazione della Chiesa inglese, cosso il pastore, ha disperso le pecore. Ora
la quale rischiava di perdere poco a poco i che il capo è perduto chi si leverà in difesa
suoi privilegi essenziali (fori et canonis), di ve- della Chiesa? E che più mai resta a chi ha
nire esclusa dall’ambito giurisdizionale della perduto l’onore e la coscienza?”. Tommaso
Chiesa universale e di allentare così il legame gli domandò a chi fossero dirette quelle pa-
con la sua fede ed il suo capo” (12). Inoltre role. “A voi - rispose il chierico - che perde-
queste costituzioni, come vennero presentate ste onore e coscienza, dando ai posteri un
nei sedici articoli, non erano le “consuetudini esempio che Dio detesta e che la coscienza
antiche del regno” ma contenevano non riprova, quando stendeste le mani a Dio
poche innovazioni e leggi che andavano con- consacrate per giurare l’osservanza di inique
tro gli usi e le leggi della Chiesa universale leggi, unendovi ai ministri di Satana per ro-
così come erano applicati e permessi in tutti vesciare la libertà della Chiesa” » (14).
gli stati cattolici. In particolar modo le restri- L’arcivescovo fu toccato da quelle parole
zioni del foro ecclesiastico e l’imposizione del che avrebbero ferito chiunque non avesse
tribunale laico per la più parte delle cause dei avuto la sua profonda umiltà e la sua consu-
chierici, e il divieto di scomunica e di appello a mata virtù. Rientrò in sé stesso, nel suo cuore
Roma senza il consenso del re. Mons. si risvegliò l’amore per la sposa di Gesù di cui
Umberto Benigni fa notare come la politica di a lui erano stati affidati i diritti da tutelare e
Enrico II fosse la stessa di Filippo il Bello: im- custodire. Si rimproverò di essere stato trop-
porre cioè alla Chiesa il diritto comune che po temerario nell’accettare l’ufficio di prima-
“era la sovversione radicale non solo del dirit- te e troppo debole poiché a causa dei suoi
to ecclesiastico, ma altresì di tutta l’armatura peccati la Chiesa d’Inghilterra perdeva la li-
politico-sociale dell’epoca. Il diritto comune bertà ed il popolo era scandalizzato. Lo spiri-
per la Chiesa è stata sempre la formula della to del Becket fu in un vero stato di agonia ed
sua minorazione morale e materiale, sociale e era inconsolabile anche da parte dei suoi più
spirituale; allora era lo scrollo di una colonna cari collaboratori. Ma poiché san Paolo dice:
che sosteneva l’edificio sociale”. Le parole del “diligentibus Deum omnia cooperantur in
Becket al re furono le seguenti: “Se la diffe- bonum” (Rom. VIII, 28); anche i peccati
renza fosse per i diritti miei propri, certamen- quando vengono più da umana fragilità che
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da consumata malizia sono per le anime che Enrico si infuriò sempre più, minacciò di
amano Dio uno sprone al bene e uno stimolo morte il suo antico amico: “Inutile parlarmi
alla santità. “Ad ogni modo l’errore di Tom- di pace, finché vivo non la si avrà mai se l’ar-
maso non venne da malizia né da pusillani- civescovo non ottiene dal pontefice l’appro-
mità; fu effetto di compassione, fu conse- vazione delle leggi del mio regno”. Il Papa
guenza di inganni. Se Papa Alessandro consi- Alessandro invece, dopo aver ricevuto le let-
gliava veramente a cedere [il ché non era del tere del Becket, in un’epistola che inviò a
tutto vero; si trattava piuttosto, come abbia- tutti i vescovi inglesi, condannò quelle leggi,
mo visto, di una contraffazione. N.d.a.] e a ri- esortandoli: “Se l’illustre re degli inglesi vi ri-
mettere alquanto della severità ecclesiastica, chiedesse… di cosa dannosa alla libertà della
perché l’arcivescovo avrebbe dovuto agire Chiesa, non vi attendiate a farla né vi obbli-
contro questo consiglio? (…) La sua stessa ghiate in alcuna cosa a lui, singolarmente se
umiltà l’avrebbe presentato come colpevole contraria alla Chiesa Romana. Che se poi vi
di non ascoltare i consigli di Alessandro. credete obbligati verso il re in qual cosa simil
Insomma il fallo del Becket fu imprudenza e fatta, non osservate quello che avete pro-
nulla più; fosse stato anche colpa, il martire messo, ma piuttosto adoperatevi a revocare
generoso la lavò nel suo sangue” (15). Per lo la promissione, e procurate di farvi perdona-
storico mons. Benigni, Tommaso si era sotto- re da Dio e dalla Chiesa le illecite promesse”
messo in un momento di avvilimento ma la (18). Nei mesi che seguirono, l’arcivescovo,
sua coscienza si prese la rivincita quando “di- come era suo dovere, operava come se le ini-
chiarò al re il non possumus, rifiutando di ra- que consuetudini non esistessero; con minac-
tificare la costituzione” (16). ce di interdetto (19) e scomunica, forte delle
Arrivato a Canterbury per meglio condan- leggi della Chiesa che per delitti ecclesiastici
nare la sua debolezza raddoppiò le sue peni- volevano giudizio ecclesiastico, richiamava a
tenze ed austerità; scrisse a Papa Alessandro sé il giudizio vietando ai chierici di compari-
narrandogli per filo e per segno l’accaduto, re davanti ai tribunali laici, cercando così di
chiamandosi in colpa per le sue mancanze e riparare almeno in parte l’errore fatto a
chiedendo l’assoluzione ed il perdono. Si in- Clarendon. Da parte sua invece il re agiva in
terdì lui stesso l’esercizio delle sue funzioni, maniera contraria; chiamando in giudizio da-
applicandosi le pene canoniche previste aste- vanti ai tribunali laici alcuni chierici: essi ve-
nendosi dalla celebrazione della santa Messa nivano messi in prigione, puniti, condannati
finché non avesse ricevuto la risposta con l’as- a morte con grande infamia per il sacerdozio
soluzione del Papa. Nello stesso tempo scrisse e per la Chiesa. “Se erano colpevoli e meri-
ad Enrico ritrattando il giuramento fatto. tavano punizione, l’arcivescovo era pronto a
« La risposta di Alessandro non si fece infliggerla col privarli dell’onore e dei diritti
attendere; come vide che la colpa del Becket sacerdotali, e resili infami, lasciarli qualora
doveva essere attribuita specialmente alle facessero nuovo delitto, in potere dei tribu-
difficili circostanze in cui si era venuto a tro- nali del re che li punissero secondo la loro
vare, piuttosto che alla perversità o malizia volontà” (20).
del suo cuore, consolò l’arcivescovo, scriven- Nell’ottobre di quello stesso anno, però,
dogli che il mezzo più efficace e più pronto Enrico II valendosi dell’articolo nove delle co-
per riparare questa colpa, consisteva nel stituzioni di Clarendon citò Tommaso Becket a
combattere di nuovo, con coraggio d’aposto- comparire a Northampton di fronte ai vescovi
lo, contro tutti coloro che usassero l’inganno ed ai nobili del regno (21), per rendere ragione
per sorprenderlo, e che in questo modo sa- del suo cambiamento e per essere giudicato,
rebbe stato riparato lo scandalo che credeva anche di alcune questioni secondarie riguar-
aver dato alla Chiesa di Dio. Il Papa aggiun- danti somme di denaro che le vessazioni dei
geva che non gli consigliava di rimanere più suoi nemici e del re gli ingiungevano di pagare
a lungo lontano dal santo altare, in ragione e che erano usate, come già fecero i giudei al
del rango elevato che occupava tra i fedeli, e processo di Nostro Signore Gesù Cristo, come
che benché la sua coscienza non fosse legata pretesto per perseguitare l’arcivescovo. Tom-
da un giuramento che era stato fatto a detri- maso vi andò, si presentò all’assemblea, e così
mento della Chiesa, gli dava in ogni caso l’as- disse: « “Falsamente credetti, giurando, di evi-
soluzione dalla colpa che credeva aver com- tare maggiori mali alla Chiesa: ma ora che
messo, per dissipare le sue angosce, e ren- Iddio, per sua infinita misericordia, illumina la
dergli la calma e la pace del cuore » (17). mia mente, vi ripeto quello che già mandai al
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re, ch’io pentito del grave mio fallo, ritratto il ed immune dal potere secolare come ha con-
giuramento”. Allora ad una voce tutti i vescovi fermato e dichiarato nei suoi privilegi il re me-
cortigiani e vilmente ligi al re dichiararono desimo. Per questo in nome di quella autorità
Tommaso spergiuro e ribelle. Il quale subito ri- paterna che sopra di voi mi conferì l’arciepisco-
pigliò: “Voi dunque obbedite ai comandamenti pale consacrazione vietiamo che pronunziate
di un re terreno piuttosto che a quelli del re ce- giudizio alcuno sopra di noi”. “Giammai disub-
leste e immortale? Voi al pari di me dovete pur bidirò contro l’anima mia ad un comando
sapere che il re non ha ragione alcuna nella tanto autorevole, che anzi taccio e ti lascio per
Chiesa di Dio; e che nelle cose spirituali non mia parte libero” rispose Roberto e pregò
egli a questa, ma questa a lui deve comandare. Tommaso di attendere affinché si portasse al
Io dunque, quale vescovo non intendo sotto- re la sua risposta. “Sono io dunque prigionie-
mettermi alla giurisdizione del re, ma unica- ro?” chiese il Becket “No! per san Lazzaro” ri-
mente a quella del Romano Pontefice il quale spose il conte di Leicester. “Quanto l’anima è
solo può giudicarmi. A lui appello; e sotto la più nobile del corpo - riprese il santo - tanto tu
sua protezione pongo la Chiesa di Canterbury sei maggiormente tenuto ad obbedire a Dio ed
e la episcopale mia dignità” (22). Becket si era a me più che al re. Né legge né ragione permet-
presentato alla lettura della sentenza contro di te che i figli giudichino e condannino il pa-
lui rivestito degli abiti pontificali e portando lui dre” » (23). Dopo aver ricordato che si appella-
stesso la sua croce accompagnato da quei pochi va al Papa e che sotto la sua protezione mette-
che gli erano rimasti fedeli; la S. Croce di Gesù va la Chiesa di Canterbury, Tommaso Becket
era l’arma che opponeva alla spada e alla pre- con passo deciso si avviò verso l’uscita del ca-
varicazione dell’ingiustizia portata contro di stello in mezzo alle urla e agli insulti dei corti-
lui. Dopo lunghi e tumultuosi colloqui, durante giani che così scatenavano il loro servilismo.
i quali Tommaso aspettava, solo con i suoi Arrivato alla porta principale la trovò chiusa.
chierici in un altra stanza del castello reale, Un chierico che l’accompagnava vide un
l’esito della sentenza, i nobili del regno ed i ve- mazzo di chiavi lì vicino, l’afferrò e la prima
scovi si presentarono per notificargliela. Il chiave inserita aprì la porta, il che parve un mi-
conte Roberto di Leicester, amico del Becket, racolo della protezione divina che tra tante
con le lacrime agli occhi e profondo imbarazzo, chiavi l’unica provata fosse quella buona. Se
in quanto più anziano doveva darne lettura. avesse atteso ancora un momento davanti a
Egli cominciò: « “Il re ti ingiunge di venire a quella porta i soldati lo avrebbero probabil-
dar ragione del tuo operato. Che se tu negassi, mente ucciso. Fuori dal castello reale il popolo
come hai promesso, ascoltare la sentenza…”. lo attendeva per sapere l’esito della sentenza,
L’arcivescovo che aveva ascoltato da seduto quando egli uscì fu portato come in trionfo fino
fino a quel momento (poiché in quanto Pri- al suo alloggio nel monastero di sant’Andrea.
mate d’Inghilterra e quindi padre spirituale di Così l’arcivescovo aveva rifiutato la sen-
tutti gli inglesi non doveva alzarsi di fronte ai tenza; l’episcopato si era distanziato da lui
suoi figli) s’alzò e subito lo interruppe: « Sen- chiedendogli di dare le dimissioni. Il sovra-
tenza? O conte figliol mio ascoltala tu stesso. no infuriato decretò che gli fossero confisca-
Sai bene quanto io sia stato famigliare al mio ti tutti i beni e lo condannò a morte.
principe e quanto fedele secondo l’estimazione
del mondo… e come nella mia promozione ad L’esilio in Francia
arcivescovo salì alla sede “libero e sciolto da
ogni legame secolare” come mi si disse in pre- Quella stessa notte S. Tommaso lasciò
senza del figlio del re. Così adesso sciolto e li- Northampton, e con l’aiuto dei canonici rego-
bero né debbo né voglio rispondere più intor- lari di Sempringham, fuggì verso la costa,
no a cose delle quali si promise di non chieder- passò la Manica e venne in Francia dove do-
mi più conto [infatti era stato accusato prete- veva rimanere in esilio per sei lunghi anni.
stuosamente e condannato a pagare delle am- Sotto falso nome, per non essere riconosciuto
mende riguardanti fatti antecedenti alla sua dai sicari di Enrico II, il primate d’Inghilterra
elevazione a Canterbury]. (…) Nulla io tengo raggiunse Sens dove si trovava il Papa Ales-
dal re come feudo o baronia, e tutto ciò che sandro III per riferirgli del suo caso.
tiene la Chiesa, lo possiede in perpetua libertà, Il re inglese aveva mandato degli amba-
non in omaggio o soggezione a signorìa terre- sciatori al re di Francia per chiedere la ven-
na. Quanto i re antichi e moderni diedero alla detta e l’arresto del fuggitivo; ma Luigi VII
Chiesa, fu a titolo di perpetua elemosina, libera invece prese con gioia il Becket sotto la sua
protezione. Gli stessi legati, tra i quali i ve-
scovi di Londra, di York e di Chichester, si
recarono in seguito dal Papa a Sens. Essi ac-
cusarono il Becket di essersi comportato im-
prudentemente causando per sua colpa la
divisione nella Chiesa d’Inghilterra, chiesero
ad Alessandro III di ordinare al primate di
ritornare in Inghilterra e di inviare con lui
un legato rivestito di tutti i poteri per giudi-
care della contesa. Ruggero di York l’accusò
di essere ostinatamente attaccato alle sue
idee e risoluzioni. Il Papa si trovò nell’incer-
tezza della decisione: da una parte temeva
che pronunciandosi contro Enrico quest’ul-
timo si sarebbe schierato per gli scismatici, e
dall’altra se avesse ordinato al primate di ri-
tornare nel suo paese lo avrebbe gettato in-
difeso nelle mani dei suoi nemici. Ales -
sandro disse quindi che non si sarebbe pro-
nunciato senza aver prima ascoltato l’arcive-
scovo di Canterbury stesso.
Dopo aver incontrato il re di Francia a
Soissons, Tommaso Becket arrivò presso il
Sommo Pontefice, quando gli ambasciatori
di Enrico erano già ripartiti. “A Sens, espo-
se il proprio caso al Papa e ai cardinali e Il Papa Alessandro III
diede lettura delle costituzioni di Clarendon,
di cui Alessandro condannò quasi i due terzi sedimenti ecclesiastici di Canterbury, espulse
(i nn. 1, 3, 4, 5, 8, 9, 10, 12, 15). Il Papa lo dal paese la famiglia dell’arcivescovo, i chieri-
prosciolse dalla promessa di osservarle, che ci rimastigli fedeli e i loro parenti” (25); im-
a suo tempo egli aveva fatto oralmente, re- pedì a chiunque, nel suo regno, di aiutare fi-
spinse anche la sua offerta di deporre il pro- nanziariamente o in altro modo il primate o
prio ufficio, anzi lo confermò nella sua di- quanti gli fossero rimasti fedeli, stabilendo
gnità riconoscendo al tempo stesso la posi- pene severissime, tra cui la prigione, per i tra-
zione primaziale di Canterbury. sgressori. Il re inglese scrisse più volte al
« Si è constatato da parecchi che la Curia Papa cercando di far condannare e destituire
Romana non fu all’altezza della situazione, il Becket, ma senza risultato. Arrivò anche a
non prendendo precisa parte per colui il quale minacciare di sottrarre se stesso ed il suo po-
combatteva in Inghilterra la stessa lotta che polo all’obbedienza verso il Sommo Pon-
Alessandro menava a Roma contro Federico. tefice e di passare al partito dell’antipapa; a
Per lo meno è il caso di applicare il “compren- questo proposito mandò dei legati a Würz-
dere è perdonare”. Appunto perché il Becket burg presso lo scismatico Pasquale III che era
menava la stessa lotta, egli capitava in un cat- protetto dall’imperatore Federico I. L’unica
tivo momento… Come già Gregorio VII, così concessione che Enrico aveva potuto ottene-
Alessandro misurava le forze sue e dei suoi, e re da Alessandro III fu di far nominare
non le trovava tali in quel duro momento da Ruggero di York legato della S. Sede, però
poter mettersi sul dorso un’altra potenza ne- dalla sua giurisdizione fu eccettuata l’arcidio-
mica e di darla per socio di rappresaglia al cesi di Canterbury e tutti i suoi possedimenti.
Cesare, nemico centrale » (24). Ma appena Alessandro III fu tornato a
“Tommaso Becket - per ordine del Papa - Roma, vedendo che i nemici della Chiesa in-
prese dimora nell’abbazia cistercense di vece di desistere dalle loro pretese sembrava-
Pontigny, presso Auxerre, non lontano da no voler prolungare senza fine il dibattito tra
Sens (fine novembre 1164 - novembre 1166). il monarca inglese e l’arcivescovo, “fece un’at-
Vestito come un cistercense, si dedicò alla to che dava a Tommaso il solenne riconosci-
preghiera, agli studi di teologia e diritto cano- mento del suo retto agire, e mostrava solen-
nico. Nel frattempo Enrico II sequestrò i pos- nemente la fiducia di Roma in lui: il Papa no-
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minò Tommaso legato papale nelle terre della se non l’avessero fatto avrebbe distrutto tutte
corona inglese [togliendolo all’arcivescovo di le loro case e abbazie che si trovavano sulle
York n.d.a.]. A quel tempo i legati avevano sue terre da entrambe le parti del mare.
sommi poteri; e lo si vide nel legato cantua- Come il Becket venne a conoscenza di
riense” (26). Nello stesso tempo il Papa ordinò questa minaccia, per togliere d’imbarazzo i
al clero della provincia del Kent di obbedire suoi ospiti, lasciò lui stesso Pontigny e si sta-
al santo pontefice come al suo legato, ed or- bilì a Sens nel monastero di Ste Colombe,
dinò a tutti coloro che avevano usurpato, per conducendo anche qui la vita del religioso
ordine del re, le terre e le rendite dell’arcive- osservante. Se S. Tommaso non scomunicò,
scovo di restituirle entro due mesi. Becket, da in questa occasione, lo stesso re, fu unica-
parte sua, notificò la sua nomina ai vescovi di mente perché così gli ispirava la sua pruden-
Hereford e di Worchester dicendo che ne fa- za: sarebbe stato fornire ai suoi avversari ed
cessero parte ai loro confratelli. Malgrado al principe, così crudele e vendicativo, un
tutte le precauzioni prese da Enrico la bolla di pretesto per nuovi eccessi e nuove violenze.
legazione penetrò nel regno e fu recapitata a La scomunica invece la comminò al suo an-
Gilberto vescovo di Londra. Nel 1166, come tico amico e protetto Gilberto Folioth ve-
seppe che Enrico II si trovava nelle sue terre scovo di Londra (28) poiché vide che proprio
in Normandia, Tommaso uscì dall’abbazia di costui era uno dei più ardenti nel paralizzare
Pontigny per recarsi a Vezelay. Qui in presen- la sua opera apostolica, e temeva che egli
za di un grande popolo, il giorno della potesse essere di grande danno alla Chiesa:
Pentecoste, fulminò la scomunica contro i di- gli ordinò di astenersi dalla comunione coi
fensori delle costituzioni di Clarendon, i de- fedeli per non infettare il gregge di Cristo.
tentori dei beni sequestrati alla Chiesa di Questa scomunica ebbe un buon effetto
Canterbury e tutti coloro che tenevano in pri- sugli altri vescovi, alcuni dei quali rientraro-
gione qualcuno, chierico o laico, a causa della no in sé stessi e, consci del loro dovere, rifiu-
sua fedeltà all’arcivescovo di Canterbury. tarono la comunione con gli scomunicati, or-
Sciolse, inoltre, i vescovi dal giuramento di fe- dinando al popolo di evitare i rivoltosi. Con
deltà al re. Alcune persone furono scomuni- questi vescovi che gli erano tornati fedeli il
cate nominalmente per aver aderito allo sci- Becket si comportò con la tenera sollecitudi-
sma. Apprendendo questa notizia il re fu in- ne del buon pastore e del padre, scrivendo
vaso da un furioso attacco di collera che lo loro lettere piene di consolazione ed inco-
spinse a strapparsi le vesti e rotolarsi per raggiamento. Il santo arcivescovo di
terra. “Questo monarca altero, sovrano di Canterbury sapeva mostrare, secondo le cir-
tante nazioni, faceva finta di disprezzare, ma costanze, la tenerezza di un padre per con-
in realtà temeva le armi spirituali della sua servare i vescovi fedeli nell’unità di vedute e
vittima. Aveva dato gli ordini positivi di per- di sentimenti, oppure armava la sua mano
quisire tutti coloro che passavano il mare, di delle censure ecclesiastiche, per cacciare
sequestrare tutte le lettere del Papa o dell’ar- dalla casa di Dio i falsi pastori e i mercenari
civescovo, e d’infliggere ai portatori i castighi che saccheggiavano le cose sante o le profa-
più severi ed ignominiosi; volle che tutti gli navano indegnamente.
uomini liberi giurassero di non obbedire alle
censure pubblicate dall’autorità ecclesiastica Tentativi di riconciliazione tra Tommaso
contro il re ed il suo regno. Ma i suoi possedi- Becket ed Enrico II
menti continentali gli ispiravano i più vivi ti-
mori. Tutti i grandi baroni che odiavano il suo Durante gli anni d’esilio vi furono diversi
governo, erano ben disposti a impadronirsi di tentativi di riconciliazione tra l’arcivescovo
questa occasione per rivoltarsi; ed il re di ed il sovrano d’Inghilterra.
Francia, suo naturale antagonista, avrebbe vo- Dopo le scomuniche fulminate dal
lentieri prestato loro man forte contro un ne- Becket e malgrado ciò fosse “proibito” a
mico della Chiesa. Così per qualche anno il rigor di logica dalle nefaste costituzioni di
principale oggetto della sua politica fu quello Clarendon Enrico II permise ai vescovi di
di allontanare, o almeno di ritardare, quello far ricorso anche in suo nome a Roma.
che lui temeva” (27). In seguito Enrico scrisse Questo fatto mostra come egli fosse senza
a tutti i superiori cistercensi che si erano riuni- scrupoli ed utilizzasse tutti i mezzi di cui di-
ti in capitolo generale di allontanare da sponeva (violando anche quelle leggi inique
Pontigny il suo avversario minacciandoli che che lui stesso aveva stabilito e che erano la
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causa della contesa) per ottenere il fine che adirato. Anche gli amici dell’arcivescovo re-
si prefiggeva. Questo ricorso all’autorità del starono delusi e allo stesso modo il re france-
Sommo Pontefice era infatti un mezzo astu- se; tutti se ne partirono lasciandolo solo e
to per diminuire l’autorità del Becket senza salutarlo. Tutti i cortigiani disapprova-
sull’Inghilterra; di fatto essa fu provvisoria- vano l’arcivescovo e incontrandolo lo rim-
mente sospesa in quanto Alessandro accettò proveravano di essere causa dei mali della
il ricorso e nominò due cardinali legati a la- Chiesa: lo dicevano superbo, ostinato, pazzo
tere. Da parte sua Enrico promise aiuti ed e testardo. Da parte sua Enrico al ritorno,
elargì denaro a destra e a manca per ottene- mostrando la sua soddisfazione si era fatto
re l’appoggio degli altri stati nelle trattative, sfuggire la frase: “Oggi mi sono vendicato di
al fine di ottenere dal Papa la destituzione quel traditore”. Solo il popolo acclamava al
del Becket o almeno la sua traslazione ad suo passaggio il Becket indicandolo come
una sede meno importante. “colui che l’amore di due re non aveva potu-
Un primo incontro tra Tommaso e to far rinunciare a Dio”. Questo entusiasmo
Enrico avvenne a Montmiral (6 gennaio popolare fece riflettere Luigi VII, che rien-
1169), sotto la protezione del re di Francia; trato in sé stesso, qualche giorno dopo fece
ma non portò a nulla di fatto. Tommaso, chiamare Tommaso e gli disse: “voi solo
dopo essere stato presentato ad Enrico II da avete lo spirito di Dio, Padre, e soltanto voi
re Luigi, così parlò al suo principe: “Signore, avete visto giusto. Noi siamo stati tutti ciechi
vengo ad implorare la vostra clemenza per la poiché Vi abbiamo consigliato di sacrificare
Chiesa d’Inghilterra; e al vostro arbitrio su l’amore di Dio alla volontà di un uomo. Me
tutto quello che riguarda la causa tra voi e ne pento, e assai amaramente. Perdonatemi
me mi sottometto, salvo l’onore di Dio”. A ed assolvetemi da questa mia colpa. A Dio e
queste parole il re arse di sdegno e lanciando a voi offro il mio regno e prometto che mai
una torva occhiata a Tommaso, lo colmò da quest’ora sarò per mancare a voi e ai vo-
d’ingiurie rimproverandolo aspramente d’in- stri, finché Dio mi lascerà in questa vita”. In
gratitudine, trattandolo da superbo e sper- effetti a partire da questo momento, il re
giuro. Poi rivoltosi al re di Francia disse: “Si- d’Inghilterra ebbe ben scongiurare e minac-
gnore, osservate la sua astuzia: tutto ciò che ciare, ma la protezione di Luigi all’arcivesco-
lo contrarierà, lo dichiarerà contrario al ser- vo fu inviolabile.
vizio di Dio in modo da legittimare tutte le Un altro incontro tra i due contendenti
sue usurpazioni. Ma per convincervi che avvenne nel novembre di quello stesso anno
l’onore di Dio mi è altrettanto caro che a lui (1169) a Montmartre. Esso era stato prepara-
ecco l’offerta che gli faccio: quello che il più to dalla missione di due nuovi legati, inviati
santo dei suoi antecessori sulla sede di dal Papa presso Enrico II con la domanda
Canterbury fece al minimo dei miei prede- esplicita di ristabilire l’arcivescovo di
cessori sul trono d’Inghilterra, egli lo faccia a Canterbury nella sua Chiesa, rendergli since-
me, e ciò mi basta”. Si trattava di una propo- ramente il suo favore, ristabilire il clero nei
sta astuta, capziosa e vaga sulla bocca di quel suoi diritti, onori e privilegi. Alessandro
re. Molti esclamarono allora che il re si ab- aveva dato ai legati Graziano, nipote di Eu-
bassava troppo, che la pace era alla portata genio III, e Viviano arcidiacono d’Orvieto, la
di Tommaso se egli la voleva; lo stesso re formula esatta della pace, aveva fatto giurare
Luigi lo spingeva fortemente ad accettare. Il loro di non andare al di là dei termini da lui
Becket che conosceva la falsità di Enrico ri- prestabiliti e di non accettare doni dal re, e di
mase in silenzio, poi disse che egli, certamen- non soggiornare presso di lui. Nella conferen-
te meno santo dei suoi predecessori, voleva za, che ebbe luogo a Domfront, Enrico che
imitarli non nella debolezza che potevano voleva sempre umiliare il suo avversario, esi-
aver avuto, come quando S. Pietro negò geva che i nunzi rendessero nulle tutte le sen-
Cristo, ma piuttosto nella fermezza, e che tenze di scomunica pronunciate dal Primate
non c’era né esempio né ragione che lo do- sia contro gli ufficiali del re che contro i mem-
vesse indurre a sacrificare la gloria di Dio bri del clero. I legati risposero che il loro po-
per ritrovare la grazia di un uomo. Enrico in- tere non andava fino a condannare l’operato
tanto continuava ad esigere l’omissione di dell’arcivescovo. Il sovrano inglese proruppe
quella formula “salvo l’onore di Dio e il no- nei suoi abituali eccessi di collera proferendo
stro” che Tommaso, come abbiamo visto, queste parole: “Ma per gli occhi di Dio ope-
non poteva concedere. Infine il re si ritirò rerò ben in altro modo”. Alle quali Graziano
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con dignità rispose: “Signore guardatevi dal Una “riconciliazione” ufficiale ma fittizia…
fare minacce, poiché noi non le temiamo:
siamo gli inviati del capo della Chiesa, che ha Nel frattempo Enrico sembrava far di
l’abitudine di comandare agli imperatori ed ai tutto per aggravare i suoi torti e rendere più
re” (29). « Il principe nella formula di riconci- difficile la riconciliazione con il santo arcive-
liazione dell’arcivescovo, esigeva che si inse- scovo. Egli voleva fare incoronare suo figlio,
risse questa clausola: “Salvo l’onore della sua ma questo diritto apparteneva all’arcivesco-
corona e la dignità del suo regno” e si oppo- vo di Canterbury. Tommaso possedeva
neva all’altra che invece reclamava il santo anche una lettera esplicita di Papa Alessan-
arcivescovo: “salvo l’onore di Dio e della dro che vietava a qualunque vescovo inglese
Chiesa”. È facile immaginare quale fu la ri- di usurpare questa prerogativa della sede
sposta dei legati papali: ammettendo le pro- primaziale; ma date le leggi emanate dal
poste del monarca non avrebbero sanzionato principe inglese gli era stato impossibile farle
il suo preteso diritto d’opprimere il clero e di recapitare ufficialmente in Inghilterra (in
asservire tutta la Chiesa d’Inghilterra? » (30). realtà i destinatari delle lettere erano al cor-
Enrico faceva sempre promesse di pace che rente del loro contenuto e per non andare
poi non manteneva oppure che rinnegava nei contro la legge non le avevano volute riceve-
momenti di collera. Dati i presupposti l’in- re). Gli avversari del Becket però per com-
contro che ne seguì tra Tommaso ed Enrico piacere il sovrano e togliere gli scrupoli ai
fu del tutto inutile: quest’ultimo si rifiutò di vescovi fabbricarono una falsa lettera del
dare il bacio di pace all’arcivescovo. Si lascia- Papa che autorizzava l’arcivescovo di York a
rono quindi anche in questa occasione senza incoronare il principe. Questa cerimonia av-
essere stati “riconciliati”. venne il 14 giugno del 1170. Papa Alessandro
Apriamo qui una parentesi nel seguito ancora prima di apprendere la riconciliazio-
degli avvenimenti per vedere come viveva in ne, avvenuta in luglio, stimando finito il
esilio il santo arcivescovo. In mezzo a tutte tempo della prudenza e della moderazione si
le afflizioni della vita esule dalla patria, con decise ad usare il rigore della sua potenza
pochi mezzi di sostentamento a sua disposi- spirituale: inviò al Becket le lettere di so-
zione, lui avvezzo a tanta magnificenza, per spensione o di scomunica contro i vescovi
nulla aveva smesso l’abituale austerità; né la che avevano ufficiato a quella incoronazione.
speranza di una pace, che appena mostratasi Queste lettere le rinnovò in seguito (16 set-
scompariva affievoliva il suo spirito. L’amo- tembre) contro Ruggero di York, Gilberto di
re della mortificazione cresceva in lui col
crescere delle calamità che l’opprimevano. La cattedrale di Canterbury come appare ai nostri giorni
Mai un giorno fu visto riposare; la notte ra-
ramente dormiva nel letto (solo all’approssi-
marsi di qualche infermità). Appena alzato
andava in Chiesa per assistere agli uffici di-
vini e celebrare con pietà la S. Messa. Dopo
le ore canoniche entrava nel suo oratorio e
là pregava a lungo; i suoi familiari intende-
vano i gemiti ed i sospiri con i quali offriva a
Dio se stesso come vittima per la libertà
della Chiesa. Mangiava ogni cibo per gros-
solano che fosse, malgrado fosse abituato
delicatamente. Leggeva molto ed istruiva i
domestici. La notte, quando si pensava che
riposasse, vegliava pregando e dandosi la di-
sciplina; a volte si faceva flagellare dal suo
cappellano Roberto il quale vi era obbligato
per obbedienza. Durante il tempo dell’esilio
più volte nella preghiera ebbe rivelazione di
quella che sarebbe stata la sua fine; anche
un santo eremita che viveva in una grotta in
Inghilterra gli aveva profetizzato che avreb-
be versato il suo sangue per la S. Chiesa.
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Londra, Iocelino di Salisbury, poiché alla s’era messo e gli mostrò i pericoli che perciò
loro malafede ed ai falsi rapporti da loro re- sovrastavano il suo capo da ogni parte; lo
datti si attribuivano i continui ritardi da esortò al pentimento, a riparazione del mal
parte del re ad adempiere le promesse fatte. fatto ed a ricuperare la fama di buon principe
« Dall’inizio dell’anno 1170 Enrico isolò cristiano, gli fece conoscere quanto male lo
completamente l’Inghilterra dal continente, avessero consigliato i suoi cortigiani e gli in-
specialmente dalla curia. Le costituzioni di dicò da quale parte fosse veramente la giusti-
Clarendon furono rigorosamente applicate zia. Enrico ascoltò tutto, mostrando non solo
(…). [L’incoronazione del principe, figlio del pazienza ma benignità; promise emendazione
re] era stato un chiaro affronto che il re faceva e disse di voler riparare al male. Allora l’arci-
ai ripetuti divieti che il Papa anche solo poco vescovo gli parlò del grave torto e dell’offesa
prima aveva rinnovato, e una aperta violazione fatta alla Chiesa di Canterbury con la incoro-
dei diritti dell’antica sede metropolitana di nazione del figlio nella quale l’arcivescovo di
Canterbury. Enrico II che doveva temere che York s’era usurpato un diritto che non gli
Tommaso avrebbe fatto uso del suo diritto di spettava, ed aveva operato contro la consuetu-
pronunciare l’interdetto sull’Inghilterra o su dine e la proibizione del Papa ed oltre a ciò in
parte del regno venne sul continente per tratta- diocesi di altrui giurisdizione” (33). Becket pre-
re personalmente con l’arcivescovo » ( 31). sentò quindi la sua richiesta al re pregandolo
Anche questo incontro, come i precedenti era di riceverlo nella sua grazia, accordare la pro-
stato preparato da una missione di legati papali tezione regale a lui ed ai suoi, di restituire i
(l’arcivescovo di Rouen e il vescovo di Ne- beni della sede di Canterbury, e di volere nella
vers), ma questa volta era stata aggiunta la mi- sua clemenza riparare l’ingiuria fatta a questa
naccia che se la pacificazione non fosse andata Chiesa in occasione dell’incoronazione del suo
a buon fine, sarebbero seguite le probabili cen- figliolo. In risposta prometteva il suo affetto,
sure di scomunica per il re e d’interdetto per rispetto, e tutti quei servizi che un arcivescovo
tutto il suo regno. “Il re d’Inghilterra, che pre- poteva accordare in Dio al suo sovrano. En-
sagiva le conseguenze terribili di un interdetto rico consentì a quelle richieste, parlarono an-
pronunciato contro il suo regno, che in più cora un poco assieme e convennero che Tom-
aveva aggravato i suoi torti nei confronti del maso sarebbe tornato in Inghilterra dopo aver
Becket, facendo incoronare suo figlio dall’arci- arrangiato i suoi affari in Francia. “A quanto
vescovo di York, contro i diritti della Chiesa di poteva sembrare essi si separarono riconciliati.
Canterbury, che aveva infine insultato il re di Ma il re non aveva dato garanzie e il compi-
Francia, negligendo di far incoronare la figlia mento delle diverse promesse sembrava quasi
di questo principe, fidanzata al giovane impossibile soprattutto perché i vescovi, dopo
Enrico… non aveva altro mezzo di uscire da l’incoronazione, fecero di tutto per impedire
tanto imbarazzo che essere diligente nel segui- una riabilitazione dell’arcivescovo. Prima di ri-
re il piano di accomodamento propostogli da tornare in Inghilterra, Tommaso si fece dare
Papa Alessandro” (32). Secondo lo storico Fitz da Alessandro i più ampi poteri (34); però ai
Stephen, qualcuno dovette consigliare ad vescovi inflisse la scomunica ancor prima di
Enrico di far rientrare l’arcivescovo nel regno mettersi in viaggio, perché prevedeva che le
in quanto “sarà più facile tenerlo dentro che autorità gli avrebbero sequestrato i documenti
fuori”, cioè sarebbe stato avversario più facil- al momento di entrare nel regno britannico
mente frenabile e meno pericoloso se fosse di- [cosa che di fatto avvenne n.d.a.]” (35).
morato nel reame. Erano quindi, ancora una
volta, dei motivi di convenienza e di inganno Il ritorno dall’esilio dell’arcivescovo di
più che un sincero pentimento a spingere final- Canterbury: “Ma non c’è proprio nessuno
mente questo sovrano a riconciliarsi con l’arci- che mi liberi da questo fastidioso prete!”
vescovo, come mostrerà la fine di questa storia.
Tommaso Becket e Enrico II si incontra- Prima di ritornare sull’isola il Becket
rono a Fréteval-en-Dunois (Orléanais) il 22 lu- aveva mandato davanti a sé dei messi per
glio 1170 in una vasta prateria ai confini della preparare la sua venuta ed assistere alla resti-
Touraine. Il re andò incontro al primate e lo tuzione dei beni usurpati alla sua Chiesa. Essi
salutò per primo; i due parlarono con quella trovarono qua e là dei pessimi indizi, e molte
familiarità che aveva contraddistinto i loro erano le cose che facevano prevedere il peg-
rapporti di un tempo. “Tommaso rimproverò gio. I funzionari reali trattarono malamente
moderatamente Enrico della via per la quale gli inviati di Tommaso. L’arcivescovo non si
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faceva illusioni sapeva di andare incontro a che veniva una seconda volta, in trionfo, non a
mille difficoltà e probabilmente anche alla Gerusalemme, ma a Canterbury a morire per
morte. Quando salutò e ringraziò caldamente questa Chiesa particolare nella persona di san
per l’ospitalità il re di Francia gli disse chiara- Tommaso come già era morto una volta per
mente: “Vado a morire in Inghilterra”. Luigi tutta la Chiesa » (37). Arrivato a gran fatica
VII rispose che anche lui pensava la stessa nella cattedrale, a causa della grande folla,
cosa e lo invitò a restare in Francia, che nulla dopo aver pregato davanti al SS. Sacramento,
gli sarebbe mancato finché egli fosse rimasto abbracciò con grande tenerezza uno ad uno i
in vita; ma il santo vescovo rispose che si do- suoi canonici tanto che in alcuni casi non poté
veva compiere la volontà di Dio e che sette trattenere le lacrime. « Fece poi un bel sermo-
anni di assenza dalla sua Sede erano troppi ne su queste parole di san Paolo “non habe-
per il gregge e per il pastore. mus hic manentem civitatem”… noi non abbia-
Tommaso Becket per mantenere la pace mo qui una città che ci sia permanente, e cer-
aveva inizialmente pensato di non pubblicare chiamo quella che deve durare eternamente.
le lettere di scomunica dei vescovi, ma i tre Era così pieno dell’eternità che non pensava
prelati in questione “sapendo che egli le por- più a tutte le cose della terra se non per farne
tava su di sé, si erano riuniti a Canterbury, ed un sacrificio a Dio, lasciandole per amor suo e
avevano inviato sulla costa Ranulfo di Broc per la sua Chiesa » (37).
(amministratore dei beni ecclesiastici seque- Da quando era ritornato sull’isola Tom-
strati a Canterbury, ma soprattutto sfruttato- maso aveva visto moltiplicarsi intorno a sé
re di tali beni…), con un corpo di soldati per l’odio dei suoi nemici, che con ingiustizie e
strappargliele. Il primate ne fu informato a continue meschinità gli amareggiavano la vita.
Wissant (ancora sulla costa francese), ed in Le sue possessioni erano state nuovamente
un momento d’irritazione, le inviò davanti a usurpate dai favoriti del re. Dispetti continui
sé tramite un messaggero di fiducia, che le erano commessi nei confronti dei servitori
fece pubblicamente consegnare ai vescovi in dell’arcivescovo e di quanti lavoravano sulle
presenza del loro seguito” (36). sue terre. Una sua nave venne rubata ed il suo
Fu durante il mese di novembre che il equipaggio incarcerato dal de Broc. I carri che
santo arcivescovo, dopo aver chiesto in pre- dai campi portavano la merce a Canterbury
stito una somma di denaro al vescovo di venivano rovesciati, i suoi avversari sconfina-
Boulogne poiché quella promessagli dal re vano e cacciavano impunemente sulle sue
non gli era mai arrivata, passò la Manica per terre senza il suo consenso, ogni scellerato che
sbarcare in Inghilterra a Sandwich, porto avesse avuto un qualche ufficio a corte si rite-
più vicino a Canterbury. Qui gli vennero in- neva in diritto di maltrattare l’arcivescovo o i
contro con le spade sguainate quei cavalieri suoi ed era ormai chiaro che neanche la sua
che lo attendevano sulla costa, e fu solo la vita era più sicura; e in questo modo ogni so-
presenza di Giovanni d’Oxford, già nemico pruso sembrava essere lecito nei confronti di
del primate ma che Enrico gli aveva dato colui che veniva additato come “nemico del
come “custode” a scongiurare il peggio; egli re”. Il giovane re Enrico [che fu educato dal
apostrofò quegli uomini dicendo: “Che cosa Becket quand’era ancora cancelliere…], che
fate! Rimettete le spade nel fodero, volete regnava sull’isola in luogo di suo padre che era
forse che il re passi per un traditore?”. in Normandia, si rifiutò di ricevere Tommaso
« Il giorno seguente Becket partì da Sand- Becket che si era recato fino a Londra per ren-
wich per recarsi a Canterbury che non ne è dergli omaggio; anzi i suoi cortigiani, temendo
lontana. Egli fu ricevuto da tutti i popoli di l’influenza che il Becket avrebbe potuto eser-
questo paese, come lo erano in passato quei citare sul suo antico pupillo gli ingiunsero di ri-
vescovi dei primi secoli, quando dopo aver a tornare a Canterbury impedendogli di uscire
lungo sofferto per la Chiesa un rude esilio, e fuori dal territorio della sua diocesi. Se Tom-
aver vinto il mondo e il demonio con la loro maso attraversava le terre della sua diocesi ac-
pazienza, ritornavano alla loro sede carichi di compagnato da cinque cavalieri per la sua si-
meriti. In tutti i luoghi dove passava, i poveri, i curezza personale si trovavano dei calunniato-
ricchi, i bambini, i vecchi ed ogni sorta di per- ri che riferivano ad Enrico che egli radunava
sone si prosternavano ai suoi piedi per ricever- eserciti per usurpargli il potere.
ne la benedizione, cantando in coro: “Bene- “Il Becket vedeva che ormai poco più ri-
detto colui che viene in nome del Signore”. Si manevagli di vita e che ben presto i suoi ne-
sarebbe detto si trattava di Gesù Cristo stesso mici si macchierebbero del suo sangue, per-
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ciò si diede con tanto più di ardore alle opere sensibili ad essa più che ad un ordine esplicito,
di pietà e alla cura del suo gregge. Tutto il se ne trovarono quattro che passarono il mare
suo tempo era diviso fra le cose dell’episco- per compiere la volontà del re. Essi furono
pato, l’orazione, la lettura e la meditazione; Reginaldo Fitz-Ure, Guglielmo di Tracy, Ugo
le sue elemosine erano ancor più larghe di di Morville e Riccardo Briton.
quelle dei suoi giorni tranquilli; scorreva la
diocesi predicando, amministrando la Cre- “Accetto la morte in nome di Gesù e della
sima, confortando. E Dio volle glorificarlo, Chiesa”
dacché i luoghi dove egli si fermava per im-
porre le mani ai fanciulli furono illustrati da Il giorno di Natale Tommaso salì sul pul-
prodigi e guarigioni miracolose” (38). pito e fu notato da tutti l’ardore e l’entusia-
« Tornato in patria, Tommaso trovò smo della sua predica. Appena terminata
[quindi] che il re “riconciliato” era più irri- egli annunciò che coloro i quali avevano
conciliabile che mai. I beni rubati da lui a sete del suo sangue sarebbero stati presto
Cantuaria restavano in mano dei suoi com- soddisfatti e scomunicò Ranulfo e Roberto
plici. (…) Insomma la più esecrabile malafe- de Broc per gli oltraggi fatti alla sua Chiesa
de aveva mantenuto e manteneva tutti gli perché essi invece di amministrare quei beni
abusi per i quali era nato il conflitto. La li usurpavano, arricchendosi da sette anni e
Chiesa d’Inghilterra correva i più gravi peri- ingiuriavano il suo clero ed i suoi monaci.
coli nella sua vita religiosa e sociale. (…) Intanto le parole, pronunciate da Enrico
Insomma si tornava da capo. Errico nella sua in Normandia erano state come una senten-
luciferina tracotanza, si ritenne oltraggiato za di morte, e quei quattro cavalieri, imbar-
dall’impavido primate. Ma il tiranno capiva catisi in luoghi diversi, si ritrovarono il gior-
che se Tommaso tornava in esilio e andava a
Il Martirio di San Tommaso Becket (affresco che si
Roma, questa non si sarebbe più contentata trova sul muro della cattedrale di Canterbury,
di promesse che divenivano beffe » (39). nel luogo dove il santo è stato ucciso).
Il giorno successivo (4 dicembre) arrivaro-
no alcuni ufficiali del re, accompagnati da al-
cuni chierici dei prelati scomunicati, per do-
mandare l’assoluzione dei loro signori. Il
Primate rispose con grande dolcezza che non
apparteneva a lui di togliere delle censure im-
poste dal Sommo Pontefice (egli aveva solo
promulgato le scomuniche comminate dal
Papa), ma promise che se i vescovi scomunica-
ti avessero osservato ciò che i canoni prescri-
vevano in tali circostanze egli si sarebbe certa-
mente adoperato per ottenere da Alessandro
III la loro assoluzione. Se i vescovi di Londra e
di Salisbury erano pronti a sottomettersi, il ve-
scovo di York si rifiutò e capeggiando la rivol-
ta consigliò loro di rendersi in Normandia
presso Enrico II per lamentarsi della condotta
“dispotica” del Primate. “Il monarca che
aveva consentito al Becket di ritornare alla
sua Chiesa mosso unicamente dalla paura di
veder lanciare contro il suo regno un interdet-
to credette facilmente alle nuove calunnie con-
tro l’arcivescovo, e nella grande irritazione che
aveva prodotto il rapporto dei tre vescovi, gri-
dò e ripeté a più riprese: “Dunque fra voi tutti
colmati di favori da me non c’è proprio nessu-
no che mi liberi da questo fastidioso prete!
Poiché per un solo sacerdote non c’è pace nel
mio regno” » (40). Per quei baroni rudi e san-
guinari questa sferzata fu un punto di onore, e
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no dei santi Innocenti nel castello di Salt- nelle possessioni. Ma non importa, la mia
wood, residenza della famiglia de Broc per speranza è riposta nel re del cielo. D’ora in-
mettere in esecuzione il loro piano assassino nanzi non attraverserò più il mare, tra me e la
contro il santo arcivescovo. mia Chiesa non ci sarà più lontananza. Il cro-
Il 29 dicembre Tommaso si era mostrato cefisso mi darà forza. Non sono venuto come
più allegro del solito, e a chi gliene domanda- un ladrone, e qui mi troverà chiunque verrà
va la ragione aveva risposto “che così conve- in cerca di me. Se mi vorranno fuori dalla mia
niva a chi stava per partire incontro al suo Chiesa saranno costretti a trascinarmici per i
Signore”. Alcuni abitanti della città gli aveva- piedi”. Dopo aver ancora minacciato l’arcive-
no segnalato la presenza nei paraggi di uomini scovo di morte e trattatolo da traditore i
del re, suoi nemici, ed egli aveva risposto: “Mi quattro furibondi uscirono dalla stanza gri-
troveranno pronto a morire; facciano quello dando “all’armi all’armi” (infatti avevano la-
che vogliono, so che morirò di morte violenta, sciate le loro armi all’entrata della casa).
ma non altrove che nella mia chiesa”. Poco tempo dopo, armatisi di tutto punto,
Verso le due dopo mezzogiorno, l’arcive- quei cavalieri aiutati da altri soldati che ave-
scovo finito il pranzo si era ritirato con alcu- vano chiamato in loro aiuto, irruppero di
ni dei suoi chierici nelle sue camere per trat- nuovo nel palazzo vescovile urlando: “Soldati
tare gli affari ecclesiastici quando arrivarono del re! Soldati del re!” che era il loro grido di
i quattro cavalieri chiedendo di parlare con riunione. Tommaso si trovava ancora con al-
lui da parte del re. Vennero fatti passare ed cuni chierici nelle sue stanze: “Signore, signo-
entrarono nella camera del vescovo e si se- re si armano!” esclamò qualcuno di essi:
dettero senza salutare, in attesa che Tom- “Perché tanto spavento? Si armino pure” ri-
maso finisse di parlare con un monaco; spose l’arcivescovo tranquillamente. I servi-
Becket dopo averli fissati attentamente, li sa- tori del Becket fecero appena in tempo a
lutò per primo. Il più feroce dei quattro, chiudere le porte di accesso agli appartamen-
Reginaldo Fitz-Ure, parlò per gli altri e pre- ti del primate, ma quelle furie con delle scuri
tendendo di averne avuto commissione da e l’aiuto di Roberto de Broc (scomunicato il
Enrico ordinò a Tommaso di assolvere i pre- giorno di Natale), che conosceva il palazzo
lati scomunicati e di recarsi a rendere il do- riuscirono ad entrare. Le grida, i passi degli
vuto omaggio di fedeltà e sottomissione al fi- armati, le urla dei feriti, si sentivano ormai vi-
glio del re a Londra (in realtà Becket, come cine, i pochi monaci rimasti con il Becket riu-
abbiamo visto, vi si era già recato, ma il gio- scirono a persuaderlo di passare in Chiesa
vane Enrico si era rifiutato di riceverlo).
Luogo del martirio del Becket all’interno
“Per mia parte - disse Tommaso - in della cattedrale di Canterbury
quanto ai vescovi di Londra e di Salisbury io
ho già offerto loro l’assoluzione purché giuri-
no di sottomettersi al giudizio della Chiesa;
essi hanno rifiutato. Quanto ho fatto, l’ho
fatto col permesso del re!” (41). Fece poi nota-
re come il caso dell’arcivescovo di York fosse
riservato al Sommo Pontefice poiché era
stato lui a scomunicare i vescovi e quindi che
dovevano trattare con lui. Si mostrò infine
sorpreso che quegli uomini venissero a mi-
nacciarlo nella sua propria casa poiché pro-
prio tre di quei quattro gli avevano prestato
spontaneamente giuramento di fedeltà nei
giorni della sua potenza. Allora Reginaldo
Fitz-Ure minacciandolo gli intimò di lasciare
le sue terre con tutti i suoi perché era turba-
tore della pace. “Minacce ancora! Sia fine
una volta per tutte! - esclamò il santo - Qui
sono tornato col permesso e il beneplacito
del re, non una giornata è passata senza che
mi suonassero intorno ingiurie e minacce…
ogni dì mi si offende nella fama, negli uomini,
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dove i monaci erano già radunati per cantare “Che volete?” egli chiese.
i vespri. Ormai però il cortile, il chiostro, “Che tu muoia - rispose uno dei più fero-
l’orto e i corridoi erano nelle mani dei nemi- ci - tu non puoi, non devi vivere più a lungo”.
ci. Si decise dunque di servirsi di un passaggio Impossibile descrivere la santa e gioiosa
segreto per raggiungere la cattedrale; Tom- rassegnazione con la quale Becket continuò:
maso per ultimo come un pastore che non “Ed io nel nome del Signore riceverò la
vuol perdere nemmeno una pecorella, quasi morte, raccomando a Dio, a Maria, ai pa-
facendo resistenza ai suoi cari che lo condu- troni di codesto luogo l’anima mia e la
cevano, entrò in quel passaggio che fu sbarra- causa della Chiesa”. E come il Buon
to alla bell’e meglio dietro di lui e giunse in Pastore aggiunse “Ma vi impongo, nel nome
Chiesa. Qui i canonici che avevano già co- di Dio, che lasciate andare costoro, non of-
minciato a cantare l’officio divino gli mossero fendete nessuno chierico o laico!”.
incontro ed uno di essi disse: “Padre vieni, Allora lo presero per il manto e per le
resta con noi, perché almeno possiamo soffri- braccia, cercando di trascinarlo fuori di
re con te: eravamo trepidanti per la tua as- Chiesa, ma inutilmente poiché egli, aiutato
senza ora con la tua presenza ci conforta”. La da quei pochi che gli erano rimasti a fianco,
gente che si trovava in Chiesa era tremante oppose resistenza invincibile: “Qui fate
ed esterrefatta perché fuori si sentivano le quello che volete fare” disse l’arcivescovo e
grida dei cavalieri; Tommaso esclamò: “Io fulminando con lo sguardo Reginaldo Fitz-
vado loro incontro” ed ad alcuni che voleva- Ure: “Allontanati, tu non devi toccarmi,
no sprangare la porta della chiesa disse rim- dacché sei un uomo mio, ti ho tanto benefi-
proverandoli: “Via pusillanimi, lasciate… cato e mi ripaghi in questa maniera?”. Quel-
aprite che non conviene tramutare la chiesa lo inferocito, alzata la spada, calò un terribi-
in un castello”, e vedendo che quelli esitava- le fendente sul capo di Tommaso che quasi
no continuò: “Ve lo comando in virtù di staccò il braccio del chierico Edoardo
santa obbedienza” e andò ad aprire lui stesso Grimm, stretto intorno al prelato, ed alzato
dicendo che lasciassero che Dio disponesse di per difenderlo: ma il colpo ferì comunque il
lui secondo la sua volontà. Becket sulla chierica. Tommaso restando
Quei cavalieri entrarono nella Chiesa immobile ed inclinando il capo per offrirlo
brandendo le loro spade sfoderate gridando: ai suoi carnefici disse: “Accetto la morte in
“Dov’è Tommaso il traditore del re?” Nes- nome di Gesù e della Chiesa”.
suno rispose. Allora: “Dov’è l’arcivescovo?”. Un secondo colpo che ferì gravemente
Una voce ferma, maestosa e sicura rispose: Tommaso alla testa, facendolo cadere sulle
“Traditore del re qui non c’è nessuno; l’arcive- ginocchia, fu vibrato da Guglielmo di Tracy.
scovo sono io eccomi”. « Era la voce di Tom- Riccardo Briton colpì il santo vescovo per la
maso che al sopravvenire dei nemici saliva i terza volta così violentemente che quasi gli
primi gradini dell’altare e allora ridiscendeva staccò la testa, e Tommaso cadde sul gradi-
di un passo tranquillo, senza vacillare, andan- no dell’altare di san Benedetto; Ugo Mau-
do incontro ai suoi carnefici. Costoro erano clerc infine colla punta della spada sparse il
tutti coperti dall’armatura, colle visiere basse cerebro del martire sul pavimento dicendo :
sicché si vedevano appena gli occhi scintillanti. “È morto, non risorgerà più!”. Ugo di
Al loro cospetto i monaci si erano rifugiati nel Morville era rimasto sulla porta della chiesa
coro; l’arcivescovo invece, continuando la sua per tenere lontano il popolo.
via, venne a porsi vicino ad una colonna fra Dopo aver compiuto questo misfatto ese-
l’altare di Maria Santissima da una parte e crando, i cavalieri uscirono gridando “a noi sol-
dall’altra l’altare di san Benedetto » (42). I ca- dati del re” e guidati dal de Broc si misero a
valieri gli vennero incontro ed il primo di essi depredare gli appartamenti del primate, rapi-
percuotendogli le spalle col piatto della spada nando vasi d’oro e d’argento, monete, vesti,
gli gridò: “Fuggi o sei morto”. “Mai, mai” ri- cappe, libri, ornamenti di chiesa, e quanto di
peté l’intrepido prelato, il quale se avesse vo- prezioso potevano trovare. Presero anche le
luto avrebbe potuto ancora mettersi in salvo bolle e le lettere del Papa e gli scritti che trova-
nella cripta che offriva diversi nascondigli. rono per mandarle a Enrico in Normandia, af-
Tale fu il lampo del suo sguardo nel pronun- finché egli mutilasse o nascondesse quelli che
ciare queste parole, tale la maestà dell’aspetto potevano avversare le consuetudini del regno.
dell’arcivescovo che i carnefici si ritrassero e Era quasi notte quando gli assassini se ne
rimasero immobili per un attimo. andarono. Allora i chierici e i monaci vennero
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nel luogo dove giaceva il corpo del martire e nalmente scosso per le conseguenze delle sue
inginocchiatisi proruppero in un pianto ama- parole d’ira (e mosso dal rimorso) inviò a
rissimo; anche il popolo, informato della tragi- Roma una delegazione, che riuscì a impedire
ca notizia e trafitto dall’angoscia, circondava un interdetto sull’Inghilterra, ma non poté
muto quel luogo. “L’arcivescovo giaceva anco- evitare che il Papa lanciasse la scomunica
ra com’era caduto e fuorché le ferite del capo, contro tutti quelli che direttamente o indiret-
intero in ogni sua parte, cogli occhi chiusi dol- tamente avevano cooperato all’assassinio di
cemente, colla bocca atteggiata a sorriso… e Tommaso Becket. Alessandro III confermò
senza la mancanza della parte superiore della la sentenza dell’arcivescovo di Sens e colpì
fronte lo si sarebbe detto riposare per il sonno; Enrico di un interdetto personale, da cui
il sangue si era rappreso attorno alla fronte avrebbe potuto essere assolto soltanto ad
formando come una corona… I monaci racco- opera di legati a ciò espressamente nominati
glievano devotamente quel sangue. E lo collo- (…). Dopo il suo ritorno (da una spedizione
cavano in qualche vaso, si tagliavano strisce di in Irlanda) Enrico nella primavera del 1172
vesti per inzupparle in quella che stimavano si incontrò in Normandia con i legati Pon-
preziosa reliquia” (43). Poi il venerabile corpo tifici. Il 21 maggio insieme ai vescovi accusa-
del martire fu composto nella bara e a porte ti, prestò giuramento di purificazione, dichia-
chiuse si celebrò l’officio funebre per tutta la rando di non aver ordinato né voluto la
notte, per timore che quegli assassini venissero morte dell’arcivescovo di Canterbury. Per un
a profanarne i resti. All’alba san Tommaso anno avrebbe dovuto tenere a disposizione
Becket fu sepolto con onore nella cripta della 200 cavalieri per la difesa della Terra Santa,
cattedrale di Canterbury dove aveva coronato per tre avrebbe dovuto prendere la croce a
la sua vita col martirio (44). Natale, nell’estate successiva prendere parte
personalmente alla crociata e tenersi in ogni
Epilogo caso a disposizione del Papa. (…) Inoltre [e
soprattutto] avrebbe lasciato libero corso
Gli assassini del primate di Canterbury agli appelli rivolti a Roma dai tribunali eccle-
furono ben presto perseguitati dalla vendetta siastici, revocato i diritti consuetudinari ostili
celeste morendo nei tre anni che seguirono il alla Chiesa rimessi in vigore sotto il suo
loro crimine. Non osando più presentarsi a regno [praticamente tutte le costituzioni di
corte da dove erano partiti, si ritirarono ai Clarendon già condannate da Alessandro
confini occidentali del regno d’Inghilterra; il III, n.d.a.], restituito alla Chiesa di Canter-
disonore che gravava sul loro capo faceva or- bury tutti interi i suoi possedimenti e infine
rore alla gente, nessuno voleva mangiare o accolto con sentimenti di pace gli ecclesiasti-
parlare con loro. Divenuti insopportabili ci e laici rimasti fedeli a Tommaso Becket re-
anche a sé stessi andarono a mettersi a di- stituendo i loro beni. Solo dopo che Enrico e
sposizione del Papa che impose loro come suo figlio ebbero giurato queste promesse, il
penitenza il pellegrinaggio a Gerusalemme. sovrano fu assolto e riconciliato con la
Intrapreso il viaggio, Guglielmo di Tracy Chiesa. (…) Il Papa inviò in Inghilterra il
morì a Cosenza di una orribile malattia invo- cardinale legato Ugo Pierleoni che non solo
cando il nuovo martire Tommaso. Gli altri provvide all’occupazione di molti vescovadi
tre giunti nella città santa si chiusero in una vacanti, ma raggiunse anche un compromes-
specie di prigione sul Monte-Nigro e quando so con il re sulla controversa questione della
morirono, sulla loro comune tomba fu posta giurisdizione ecclesiastica. In futuro solo gli
la lapide con scritto: “Qui giacciono i misera- affari feudali e le violazioni forestali da parte
bili che hanno martirizzato il beato Tom- degli ecclesiastici sarebbero state trattate da-
maso, arcivescovo di Canterbury”. vanti al giudice laico. Non è perciò il caso di
“Assai presto la cristianità seppe quanto sottovalutare troppo il risultato complessivo
era successo a Canterbury, dovunque tutti ri- della lunga contesa; la morte dell’arcivesco-
masero atterriti, mentre la responsabilità vo non era stata vana” (45).
dell’assassinio fu fatta risalire al re inglese, Gli anni seguenti della vita di Enrico II
all’arcivescovo di York e al vescovo di Lon- furono amareggiati da guerre e rivolte nel
dra, Gilberto Folioth. Il 25 gennaio 1171 l’ar- seno della sua stessa famiglia; la giustizia di-
civescovo di Sens, nella qualità di legato pa- vina lo aveva colpito duramente. I suoi figli e
pale, pronunciò l’interdetto sui possedimenti la loro madre Eleonora si rivoltarono contro
della corona nel continente. Enrico II perso- di lui; il re di Francia e il conte di Fiandra at-
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taccarono le sue provincie al di qua del San Tommaso Becket, martire della libertà
mare, penetrando fino in Normandia per as- della Chiesa
sediare la sua capitale. Il re di Scozia insieme
ai rivoltosi d’Inghilterra aveva invaso e sac- Niente è piccolo al cospetto di Dio, tanto
cheggiato il Northumberland. Enrico, per meno il martirio di san Tommaso Becket,
placare l’ira di Dio sul suo capo, si decise al- che con la sua festa del 29 dicembre brilla
lora a fare nel 1174 (10 luglio) un pellegri- come una stella assieme a santo Stefano, vi-
naggio a Canterbury sulla tomba del martire cino alla culla del fanciullo divino Gesù. Ma
Tommaso per domandare perdono. Vestito ascoltiamo l’illustre abate di Solesmes dom
l’abito di penitenza e dopo aver passato una Guéranger che per il Becket nutre, come
notte in preghiera, chiese perdono a tutto il noi, una profonda e sincera ammirazione.
capitolo della cattedrale riunito, e ricevette « Un nuovo martire reclama il suo posto
cinque colpi di flagello da ogni monaco pre- vicino alla culla del Dio-bambino. Non ap-
sente (circa 80). Dopo questa solenne umi- partiene alla prima età della Chiesa, il suo
liazione il re ritornò a Londra e i suoi affari nome non è scritto nel Nuovo Testamento,
andarono un po’ meglio. come quelli di Stefano, di Giovanni, e dei
Erano già molti i miracoli avvenuti per bimbi di Betlemme. Tuttavia occupa uno dei
intercessione di Tommaso Becket ed il popo- primi ranghi nelle legioni di martiri che non
lo accorreva numeroso alla sua tomba; il re ha cessato di essere reclutata ad ogni secolo,
di Francia stesso aveva fatto un pellegrinag- e che attesta la fecondità della Chiesa e la
gio a Canterbury per chiedere la guarigione forza immortale della quale l’ha dotata il
di suo figlio, gravemente ammalato, e la ot- suo divino autore. Questo martire non ha
tenne. Il clero inglese e molte altre persone versato il suo sangue per la fede; non è stato
che lo avevano conosciuto chiedevano inces- condotto davanti ai pagani, o agli eretici, per
santemente al Papa che Tommaso fosse ele- confessare i dogmi rivelati da Gesù Cristo e
vato agli onori degli altari. Alessandro III proclamati dalla Chiesa. Mani cristiane
trovandosi a Segni, il 21 febbraio 1175 cano- l’hanno immolato; un re cattolico ha pro-
nizzò solennemente san Tommaso Becket nunciato la sua condanna a morte; è stato
arcivescovo di Canterbury; quindi pochissimi abbandonato e maledetto da un gran nume-
anni dopo il suo martirio. ro di suoi fratelli, nel suo paese; com’è dun-
La gloria di san Tommaso non ha mai que martire? Come ha meritato la palma di
cessato di crescere in ogni tempo fino all’epo- Stefano? È perché è stato martire della li-
ca in cui il regno d’Inghilterra issò lo stendar- bertà della Chiesa.
do della rivolta, presentato dalle mani impure In effetti tutti i fedeli di Gesù Cristo sono
di un Enrico VIII (degno discendente di chiamati all’onore del martirio, per confessa-
Enrico II…) e di un Thomas Crammer, inde- re i dogmi ai quali sono stati iniziati al batte-
gno successore di Pontefici così illustri e santi simo. I diritti di Cristo che li ha adottati come
sulla sede primaziale di Canterbury. Nel suoi fratelli si estendono fino a lì. Questa te-
1537, Enrico VIII, tre anni dopo aver consu- stimonianza non è chiesta a tutti; ma tutti de-
mato lo scisma contro la Roma cattolica ed vono essere pronti a renderla, sotto pena di
essersi stabilito di sua propria autorità capo morte eterna dalla quale la grazia del
supremo della Chiesa anglicana, in avversio- Salvatore li ha riacquistati. Un tale dovere è
ne a san Tommaso, che con la sua fermezza a più forte ragione imposto ai pastori della
era la viva censura del suo comportamento, Chiesa; è la garanzia dell’insegnamento che
gli fece un processo alla memoria, condan- danno al loro gregge. (…) I Pastori hanno un
nandolo come un traditore e reo di lesa mae- dovere in più da adempiere, il dovere di con-
stà. Ordinò che il suo nome fosse cancellato fessare la libertà della Chiesa. Questa parola
dal catalogo dei santi conservato nella “chie- libertà della Chiesa suona male alle orecchie
sa stabilita dalla legge” (!?), vietò che ne dei politici. Vi vedono subito come un an-
fosse celebrata la festa e ne fece bruciare le nuncio di una cospirazione; il mondo, da
reliquie che erano conservate nella chiesa di parte sua vi trova un soggetto di scandalo, e
Canterbury. Ma i deliri di un tiranno corona- ripete i paroloni di ambizione sacerdotale; le
to, eretico e scismatico, non toglieranno nulla persone timide cominciano a tremare, e vi di-
alla gloria e all’affetto che la Chiesa e i fedeli cono che finché la fede non è attaccata, nulla
cattolici nutrivano e nutrono tuttora per il è in pericolo. Malgrado ciò, la Chiesa eleva
santo arcivescovo Becket. sugli altari e lo associa a santo Stefano, a S.
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può fare a meno di questo bagno salutare cose temporali ma l’autonomia in quelle spirituali. In
che rianima il suo vigore e forma la sua por- queste ultime il principe non aveva diritto di ingerirsi ed
il clero non poteva giurare qualcosa che sarebbe andato
pora regale? (…) » (47). contro la fede o i diritti della Chiesa, che, come società
Ed il vescovo di Maux continua: “Cri- perfetta nell’ordine spirituale, è superiore allo stato.
stiani state attenti: non ci fu mai martirio 6) BALAN, op. cit., pag. 167.
che assomigliasse di più a un sacrificio che 7) Cfr. BALAN, op. cit., pagg. 166-169.
8) BALAN, op. cit., pag. 171.
quello di Tommaso Becket. Il vescovo è in 9) ABBÉ ROBERT, Histoire de Saint Thomas Becket
Chiesa con il suo clero… non bisogna cerca- archevêque de Cantorbéry et martyr, Bardou frères
re lontano la vittima: il santo Pontefice è già Limoges 1844, pag. 150. Secondo il Balan questo incon-
pronto, egli è la vittima che Dio ha scelto. tro avvenne ad Oxford; è Ruggero di Pontigny che
Così tutto è pronto per il sacrificio e si vedo- parla di Woodstock.
10) Ibidem.
no entrare in Chiesa quelli che daranno il 11) Cfr. Ibidem, pag. 153.
colpo. Il sant’uomo va loro incontro, imitan- 12) HUBERT JEDIN, op. cit., pag. 101.
do Gesù Cristo; e per imitare in tutto il divin 13) BALAN, op. cit., pag. 185.
modello vieta a tutto il clero ogni resistenza, 14) Cfr. Ibidem, pagg. 190-191.
15) Ibidem, pag. 192.
e si accontenta di chiedere la salvezza per i 16) Cfr. MONS. UMBERTO BENIGNI, Storia sociale
suoi. Se cercate me lasciate andare, dice della Chiesa, vol. V, La crisi medievale, Francesco
Gesù, costoro. Fatto ciò ed essendo arrivata Vallardi Milano 1933, pag. 236.
l’ora del sacrifico, vedete come san 17) ABBÉ ROBERT, op. cit., pagg. 166-167.
Tommaso incomincia la cerimonia. Pon - 18) Epistola CCXXXIX di Papa Alessandro, citata
dal BALAN, op. cit., pag. 194-195.
tefice e vittima insieme, presenta il suo capo 19) L’inderdetto è una censura ecclesiastica che
e fa la sua preghiera. Ecco gli agurii solenni consiste nella privazione di alcuni sacramenti per tutti i
e le parole mistiche di questo sacrifico: Et fedeli, oppure con esso si proibisce in un determinato
ego pro Deo mori paratus sum, et pro asser- territorio la celebrazione di qualunque rito.
20) BALAN, op. cit., pag. 211.
tione justiaæ, et pro Ecclesiæ libertate; dum- 21) Prima di chiamarlo in giudizio a Northampton
modo effusione meo sanguinis pacem et li- Enrico aveva citato il Becket a giudizio nel suo palazzo.
bertatem consequatur. Sono pronto - dice - a L’arcivescovo non si lasciò intimidire e mandò una persona
morire per la causa di Dio e della Chiesa; e di sua fiducia a rispondere in sua vece poiché egli non vole-
la grazia che domando, è che il mio sangue va dare scandalo accettando di comparire di fronte a dei giu-
dici laici. Era questo uno dei principali punti della contesa.
le renda la pace e la libertà che si vuole ra- 22) FEDERICO BALSIMELLI, Compendio di storia
pirgli” » (48). Questa pace e questa libertà della Chiesa, Società di S. Giovanni, Desclée, Lefebvre
alla Chiesa, san Tommaso Becket l’ha otte- e C, Roma 1900.
nuta per il suo tempo con il suo sacrificio. 23) Cfr. BALAN, op. cit., pagg. 253-257.
24) MONS. U. BENIGNI, op. cit., pag. 236.
25) HUBERT JEDIN, op. cit., pag. 102. Furono circa
Note quattrocento le persone cacciate dal regno senza riguar-
do per età sesso o condizione. A questi poveretti fu
1) ABATE PIETRO BALAN, San Tommaso di Can- fatto anche giurare di andare dall’arcivescovo e narrar-
torbery e dei suoi tempi, Tip. Dell’Imm. Concezione gli le loro sofferenze. Cosicché la sua cella a Pontigny
Modena 1867 vol. I, pagg. 141-142. era ogni giorno assediata da questi proscritti e l’animo
2) H UBERT J EDIN , Storia della Chiesa, vol. V/1 nobile del Becket era afflitto dalle loro pene. In aiuto di
Civitas medievale, Jaca Book 1975, pagg. 99-100. queste persone venne la carità del re di Francia, del
3) In quest’occasione Ruggero di York aizzò il re Papa e della regina di Sicilia. Inutile dire che tutte que-
contro san Tommaso Becket suggerendogli che “richia- ste persone esuli per le terre di Francia costituivano la
masse in vita gli antichi diritti, ritornasse in vigore le più evidente prova del disonore e della crudeltà del re
consuetudini degli avi e così togliesse all’arcivescovo Enrico e davano ragione a Tommaso che gli resisteva.
ogni modo di indulgenza verso i suoi offensori; impru- 26) MONS. U. BENIGNI, op. cit., pagg. 236-237
dente cosa era lasciargli potenza, né la monarchia sa- 27) ABBÉ ROBERT, op. cit., pagg. 259
rebbe interamente sicura, mentre l’arcivescovo mirava 28) Ricordiamoci che era stato proprio il Becket a
a far perire la regia potestà; il re provvedesse per i figli; sceglierlo e proporlo come vescovo di Londra e confes-
se lasciasse fare, dopo la sua morte non il giovanetto sore del re. Un contemporaneo del Becket, il vescovo di
Enrico gli succederebbe, ma quello qualunque che il Auxerre, Guglielmo, aveva scritto al Papa invitandolo a
clero volesse eleggere; egli medesimo regnerebbe solo confermare la scomunica di Gilberto Folioth definendo-
quando piacesse a Tommaso” (BALAN, op. cit., pag. lo: “Autore della divisione, causa della discordia, fomite
159). Parole pronunciate purtroppo da un membro in- di scandalo, lupo fino ad allora nascosto”. Vedi la punta-
fluente del clero che si schierava dalla parte sbagliata ta precedente di questo articolo Sodalitium n. 45 pag. 71.
spinto dall’invidia e dall’ambizione. 29) Cfr. ABBÉ ROBERT, op. cit., pagg. 292 e segg.
4) BALAN, op. cit., pagg. 163-164. BALAN, op. cit., Vol II pagg. 204-205.
5) La clausola salvo il nostro ordine era la consuetu- 30) ABBÉ ROBERT, op. cit., pag. 293.
dine antica dei vescovi che sempre avevano giurata fe- 31) HUBERT JEDIN, op. cit., pag. 103. All’inizio di
deltà al re in quella forma; essa indicava la fedeltà nelle quell’anno Enrico emanò una ingiustissima legge che
30
ordinava che i porti fossero custoditi affinché non po- 35) HUBERT JEDIN, op. cit., pagg. 103-104.
tessero venir portate in nessun modo lettere di interdet- 36) ABBÉ ROBERT, op. cit., pagg. 307-308.
to. Pene severisime erano da applicarsi ai latori (taglio 37) ABBÉ ROBERT, op. cit., pagg. 312-313.
dei piedi, perdita degli occhi se frate o chierico impicca- 38) BALAN op. cit., vol II pag. 297.
gione se laico). Gli inglesi che per motivi di studio 39) MONS. U. BENIGNI, op. cit., pag. 237.
erano fuori dall’isola dovevano tornare al più presto, 40) ABBÉ ROBERT, op. cit., pagg. 314-315.
pena la perdita dei benefici o l’esilio perpetuo. Inoltre 41) Per tutto quanto riguarda il martirio del Becket
costrinse tutti gli Inglesi, dai quindici anni in sù a giura- cfr: ABBÉ ROBERT, op. cit., 316 e segg., e BALAN op. cit.,
re che non riceverebbero lettere dal Papa né dall’arci- vol II pag. 303 e segg.
vescovo e che non ubbidirebbero ai loro mandati. Va 42) BALAN op. cit., vol II pag. 312.
detto che in questa occasione moltissimi sudditi laici ed 43) BALAN op. cit., vol II pagg. 315-316.
anche vescovi si rifiutarono di prestare tale giuramento, 44) Quando i monaci prepararono il corpo del
a dimostrazione che il lungo resistere di Tommaso santo per la sepoltura furono stupiti nel trovare sotto la
Becket non era stato vano ma aveva dato coraggio a veste arcivescovile il saio monacale di san Benedetto e
molti che non ne potevano più della crudeltà del sovra- sulla nuda pelle l’asprissimo cilicio che il Becket porta-
no. (Cfr. BALAN op. cit., vol II pag. 212). va dal tempo della sua ordinazione vescovile.
32) ABBÉ ROBERT, op. cit., pag. 304. 45) HUBERT JEDIN, op. cit., pagg.105-106.
33) BALAN op. cit., vol II pagg. 262-263. 46) PIO VIII, Litteræ Apostolicæ ad episcopos pro-
34) Questi ampi poteri comprendevano più estese vinciæ Rhenanæ, citata da dom Guéranger.
possibilità di comminare le scomuniche e l’interdetto 47) D OM G UÉRANGER , L’année Liturgique, Le
per il primate d’Inghilterra e la sottomissione della sede temps de Noël, tome I Oudin Paris 1905, pagg. 395-403.
di York a quella di Canterbury per evitare nuove usur- 48) Panegirico su san Tommaso Becket pronuciato
pazioni da parte di Ruggero. da Bossuet e citato da DOM GUÉRANGER
L’OSSERVATORE ROMANO
a redazione di questa rubrica diventa sempre attinenti alla vita coniugale (L’Osservatore
L più difficile, poiché aumentano le dichiara-
zioni di Giovanni Paolo II meritevoli di censura.
Romano, Documenti, n. 51, 2 marzo 1997).
In questo documento si parla soprattutto del
Fortunatamente, un libro del “vaticanista” Luigi peccato di onanismo, pratica chiamata oggi-
Accattoli ci evita un’improba fatica. Leggete giorno “contraccezione”. Televisione e gior-
dunque di Luigi Accattoli “Quando il Papa chie- nali hanno riferito che il Vaticano modifica-
de perdono. Tutti i mea culpa di Giovanni Paolo va o per lo meno addolciva la sua condanna
II” (Mondadori, saggistica Leonardo, Milano, della “contraccezione”. Cosa c’è di vero?
1997). Dopo aver accennato ai precursori Nel documento romano, in realtà, viene
(nell’ordine: i Protestanti, Roncalli, Montini, il ribadita la condanna della “contraccezione”,
Concilio), Accattoli elenca i 21 temi sui quali anche se nella nuova visione personalista
Giovanni Paolo II si è già pronunciato: Crociate, della quale abbiamo già lungamente parlato
dittature, divisioni tra Chiese, donne, ebrei, (Sodalitium, n. 39 pagg. 40-44).
Galileo, guerra e pace, guerre di religione, Hus, La novità si trova nel capitolo 3, intitolato
Calvino e Zwingli, Indios, ingiustizie, Inqui- Orientamenti pastorali dei Confessori. I passag-
sizione, integralismo, Islam, Lutero, Mafia, raz- gi discutibili del Vademecum sono i seguenti:
zismo, Ruanda, Scisma d’Oriente, storia del pa- “In linea di massima non è necessario che
pato, tratta dei neri”. Unici difetti del libro: il confessore indaghi sui peccati commessi a
Accattoli approva questi “mea culpa” (primo di- causa dell’ignoranza invincibile [cioè non
fetto) ed è ormai sorpassato dai successivi “mea colpevole, n.d.r.] della loro malizia, o di un
culpa” che si dono succeduti nei mesi successivi errore di giudizio non colpevole” (n. 7)
(secondo difetto). Attendiamo un Accattoli con “Certamente, è da ritenere sempre valido il
gli aggiornamenti! Nel frattempo, accontentate- principio, anche in merito alla castità coniuga-
vi di questi commenti... le, secondo il quale è preferibile lasciare i peni-
tenti in buona fede in caso di errore dovuto a
“Contraccezione”: si possono lasciare i pe- ignoranza soggettivamente invincibile, quando
nitenti in “buona fede”? si preveda che il penitente, pur orientato a vi-
vere nell’ambito della vita di fede, non modifi-
Il Pontificio Consiglio per la Famiglia ha cherebbe la propria condotta, anzi passerebbe
pubblicato, il 12 febbraio 1997, un Vademe- a peccare formalmente; tuttavia, anche in que-
cum per i confessori su alcuni temi di morale sti casi, il confessore deve tendere ad avvicina-
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re sempre più tali penitenti, attraverso la pre- “1) Il confessore che ha fondato sospetto che
ghiera, il richiamo e l’esortazione alla forma- il penitente, il quale non si accusa affatto di
zione della coscienza e l’insegnamento della onanismo, è abituato a questo brutto peccato,
Chiesa, ad accogliere nella propria vita il può tralasciare una interrogazione prudente
piano di Dio, anche in quelle esigenze” (n. 8). e discreta, solo perché teme e prevede che tur-
Questi passaggi hanno per oggetto il do- berà la buona fede di parecchi e che molti si
vere del confessore di interrogare il penitente allontaneranno dai sacramenti?
e di avvisarlo sulla gravità del peccato di ona- Anzi, non è obbligato a fare le interroga-
nismo. Il Vademecum afferma che anche in zioni in modo discreto e prudente?
questa materia si può applicare il principio 2) Il confessore che è venuto a sapere, o
(valido senza dubbio in altri casi) secondo il per spontanea confessione o per prudente in-
quale si può non avvertire il penitente che terrogazione, che il penitente è onanista, non
erra in buona fede se si prevede che, una è forse obbligato di avvertire il penitente
volta avvertito, non si correggerà, ma pec- della gravità di questo peccato, come di ogni
cherà, questa volta, con piena coscienza del altro peccato mortale, e (come dice il Rituale
male fatto. I documenti del magistero eccle- romano) di riprendere il penitente con pater-
siastico insegnano il contrario. Scrisse Pio XI: na carità, negandogli l’asoluzione, se non dà
“Perciò, come vuole la Nostra suprema segni sufficienti di pentimento per i peccati
autorità e la cura commessaCi della salute di passati e di proposito vero di non più pratica-
tutte le anime, ammoniamo i sacerdoti che re l’onanismo?”
sono applicati ad ascoltare le confessioni (...) La Sacra Penitenzeria rispose il 10 marzo
che non lascino errare i fedeli a sé affidati in 1886: “Al primo dubbio la risposta è ordina-
punto tanto grave della legge di Dio, e molto riamente negativa per la prima parte [non
più che custodiscano sé stessi immuni da può quindi tralasciare di interrogare se c’è
queste perniciose dottrine, e ad esse, in qual- fondato sospetto che il penitente, che tace,
siasi maniera, non si rendano conniventi. sia onanista anche se esso è in buona fede e
Che se qualche confessore o pastore delle non si correggerà, n.d.a.] ed affermativa per
anime, che Dio non lo permetta, inducesse la seconda [è obbligato a interrogare pru-
egli stesso in simili errori i fedeli a sé com- dentemente]. Al secondo dubbio la risposta
messi o, se non altro, ve li confermasse, sia è affermativa, secondo l’insegnamento degli
con approvarli, sia colpevolmente tacendo, autori approvati [occorre ammonire il peni-
sappia di dover rendere conto severo a Dio, tente della gravità del peccato, e non assol-
Giudice supremo, del tradimento del suo uf- verlo se non è pentito]. (H. Batzill, Deci-
ficio, e stimi a sè rivolte le parole di Cristo: siones S. Sedis de usu et abusu matrimonii,
‘Sono ciechi e guide di ciechi: e se il cieco fac- Marietti, 1944, pp. 27-31, doc. n. XII; A.
cia da guida al cieco, entrambi cadranno Vermeersch, Catechismo del matrimonio cri-
nella fossa’ (Mt. 15, 14)” (enciclica Casti stiano, Marietti, 1944, pp. 138-143).
connubii, 31 dicembre 1930). Il Vademecum pertanto innova rispetto
Queste parole severe del Papa sono rese al magistero della Chiesa.
ancora più chiare da un precedente inter-
vento del magistero. Un vescovo francese si Cristiani ed ebrei: un discorso di Giovanni
rivolse alla S. Penitenzeria affermando che Paolo II
“il nodo della difficoltà” che egli presentava
era “la necessità di interrogare e ammonire i L’11 aprile 1997, Giovanni Paolo II ha ri-
penitenti”. Il prelato esponeva alla Curia ro- cevuto in udienza i membri della Pontificia
mana il fatto che tutti i confessori erano Commissione Biblica guidati dal Card.
d’accordo nel condannare l’onanismo, ma Ratzinger. In questa occasione, ha rivolto
che essi dibattevano su questo punto: è leci- loro un discorso, pubblicato da L’Osserva-
to il silenzio (nell’interrogare e nell’ammo- tore Romano (12/04/97, p. 5), sulla “natura
nire) se il penitente è in buona fede e se av- delle relazioni tra cristiani ed ebrei” (n. 1).
vertito diserterà i sacramenti, oppure il si- Secondo Giovanni Paolo II, la “tentazione
lenzio non è lecito? La Sacra Penitenzeria marcionita si ripresenta, purtroppo, anche
aveva già risposto il 14 dicembre 1876 che nel nostro tempo” (n. 2): una tentazione con-
non “è lecito favorire la buona fede” di detti sistente nell’accettare il Nuovo Testamento
penitenti. Ora il vescovo chiede maggiori e nel rifiutare l’Antico. Non ci sembra che,
schiarimenti. Ecco i dubbi che egli propose: oggi, esista questa tentazione: semmai il
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contrario! In realtà il problema che preoccu- sta premessa, una conseguenza: “se possiede
pa Giovanni Paolo II è un altro: il fatto che, questa forte convinzione, egli non potrà più
nonostante il Concilio, che ha cercato di col- accettare che gli ebrei, in quanto ebrei, siano
mare il profondo fossato che divideva cri- disprezzati o, peggio, maltrattati” (n. 4).
stiani ed ebrei (cf n. 2), in alcuni permanga Premessa e conseguenza sono ambigui,
“l’impressione che i cristiani non abbiano perché sono ambigui, nel contesto, i termini
niente in comune con gli ebrei” (n. 2). G. P. “cristiano”, “ebreo” e “Israele”. San Paolo
II cerca di dimostrare invece i punti in co- invita il Gentile a non gloriarsi: egli è stato
mune; essi sarebbero: 1) l’Antico Testa - innestato nell’“olivo buono”, il popolo elet-
mento, le “Scritture ebraiche” (n. 4). 2) l’in- to; ma non dobbiamo credere che i cristiani
serimento del cristiano nel popolo di Israele siano innestati nell’attuale ebraismo e negli
(n. 4). Infine, 3) risponde a una obiezione. ebrei non-cristiani! Questi ultimi sono “dei
Analizziamo questi tre punti. rami [che] sono stati tagliati via” (Rm 11,
1) G. P. II nasconde un fatto di capitale 17), e non sono l’“olivo buono” come G. P.
importanza: gli “ebrei non-cristiani” (per II vuol far credere.
utilizzare una sua espressione, cf n. 5) che 3) Ed ora, l’obiezione: “non intendo
non sono totalmente atei, preferiscono il ignorare che il Nuovo Testamento conserva
Talmùd e la Cabala all’Antico Testamento, le tracce di chiare tensioni esistite tra comu-
interpretato, in ogni caso, alla luce della tra- nità cristiane primitive e alcuni gruppi di
dizione rabbinica, e quindi, tra l’altro, con- ebrei non-cristiani. San Paolo stesso attesta,
tro il Nuovo Testamento. Quanto all’Antico nelle sue lettere, che in quanto ebreo non-cri-
Testamento stesso, G. P. II afferma che la stiano aveva perseguitato fieramente la
Chiesa “ha ritenuto le Scritture ebraiche Chiesa di Dio (cfr Gal 1, 13; Cor 15, 9; Fil 3,
come parola di Dio perennemente valida, ri- 6” (n. 5). Così come è presentata, la diffi-
volta a se stessa, oltre che ai figli di Israele” coltà è falsificata. Infatti:
(n. 4). Anche qui G. P. II evita di dire tutta a) laddove l’Antico Testamento è detto
la verità: l’Antico Testamento è, sì, parola di perennemente valido come parola di Dio,
Dio, in quanto tale “perennemente valida”. questi passi del N. T. vengono invece storiciz-
Ma non precisa che, se i precetti morali zati e, come vedremo, gli viene negato un va-
dell’A. T. sono stati perfezionati dal N. T. lore teologico. Si tratterebbe solo di cronaca
(cf n. 3), quelli cerimoniali e giudiziali sono dei tempi che furono, senza valore per l’oggi.
abrogati ( S. Tommaso, I-II, q. 103, a. 3 e 4, b) lo scontro non era (non è) tra alcune
q. 104, a. 3), e, anzi, sono diventati mortiferi. “comunità cristiane” e “alcuni gruppi di
Infine, egli ci presenta un Gesù uomo che ebrei non-cristiani”. Lo scontro era (è) tra la
impara l’A. T. nella sinagoga, e per cui Chiesa e la Sinagoga, guidate ciascuna dalle
“l’opposizione [di chi?] sempre più consi- proprie autorità. L’unico persecutore della
stente con la quale (...) ha dovuto confrontar- Chiesa che G. P. II osa designare col suo
si fino al Calvario è stata da lui compresa nome è... San Paolo!
alla luce dell’Antico Testamento, che gli rive- c) Ancora più grave sarebbe questa frase
lava la sorte riservata ai profeti” (n. 3). In se essa volesse affermare, in maniera solo
realtà Gesù non era “uno dei profeti” ma “il più sfumata, quanto insegnato dal documen-
Figlio del Dio vivente” (è questa la profes- to vaticano Ebrei ed ebraismo nella predica-
sione di fede di Pietro, il primo Papa, cf Mt zione e nella catechesi della Chiesa cattolica
16, 14-16), e lui stesso distinse la sua morte (24 giugno 1985) ove si afferma che “alcuni
violenta da quella, simile, dei profeti: essi riferimenti ostili o poco favorevoli agli ebrei”
erano i servi, lui era il Figlio (vedi la parabo- che si trovano nel N. T. non riportano fedel-
la dei vignaiuoli omicidi, Mt 21, 33-46). E mente il pensiero di Gesù, ma “riflettono le
chi furono, di grazia, gli assassini dei servi e condizioni dei rapporti tra ebrei e cristiani,
del Figlio, dei Profeti e di Gesù? che cronologicamente sono molto posteriori
2) “Il cristiano - scrive poi G. P. II - deve e Gesù”. In questo caso, G. P. II negherebbe
sapere che, con la sua adesione a Cristo, è di- la storicità e veridicità dei Vangeli.
ventato ‘discendenza di Abramo’ (Gal 3, 29) La soluzione che propone G. P. II a riguar-
e che è stato innestato sull’olivo buono (cfr do dei passi del N. T. ostili agli ebrei non-cri-
Rm 11, 17-24), cioè inserito nel popolo di stiani è questa: “questi ricordi dolorosi devono
Israele, per essere ‘partecipe della radice e essere superati nella carità (...)” ; bisogna “dimi-
della linfa dell’olivo’ (Rm 11, 17)”. Da que- nuire le tensioni e dissipare i malintesi” (n. 5).
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una estrema gravità. Prima si insinua (non è mento. Giovanni Paolo II, innanzitutto, mutila
quindi escluso...) e poi si afferma chiaramen- in questo punto la dottrina di San Paolo: gli
te (alcune polemiche riflettono...) che una ebrei non cristiani sono nemici per quanto ri-
parte dei vangeli, quella ostile agli ‘ebrei’, guarda il Vangelo. In seguito, egli distorce il
non è autentica, in quanto attribuisce a Gesù pensiero dell’Apostolo. San Paolo, come si
delle parole e delle idee che Egli, in realtà, vede dal contesto, annuncia la futura conver-
non avrebbe mai pronunciato né concepito. sione del popolo ebraico, ora incredulo (Rm
Ma se le cose stanno così, è la storicità dei 11, 25 ss): in questo si manifesta l’amore di
Vangeli a essere compromessa, assieme alla Dio, e la sua misericordia (vv. 31-32), a causa
loro ispirazione divina; tutta la fede cristiana dei padri. Ma egli non intende affatto dichia-
crollerebbe, pertanto, miserabilmente, ed i rare eterna la antica alleanza col popolo ebrai-
Giudei avrebbero affibbiato a ragione a co. Esso non è più il popolo eletto (cf Mt 21,
Cristo il titolo poco onorevole di “imposto- 41; Rm 9, 25-26; 1 Tess 2, 15-16; Pio XI: decre-
re” (Mt 27, 63), ed ai cristiani la colpa di esse- to del S. Uffizio del 25 marzo 1928, e ‘Atto di
re ancora più imbroglioni del loro Maestro consacrazione al Sa cro Cuore di Gesù’).
(cf Mt 27, 64). Che questo documento sia Anche Giuda fu eletto come Apostolo, e i
stato proposto da un organismo della “Santa doni e la vocazione di Dio non sono cose che
Sede” è stupefacente; che “il Papa” lo abbia soggiacciono a pentimento; eppure egli perse
approvato e fatto suo è un vero e proprio l’apostolato (Atti 1, 20 e 25) per la sua infe-
“mistero di iniquità”; che la maggioranza dei deltà. È questa l’interpretazione tradizionale e
cattolici non se ne sia neppure accorta o che vera di questo versetto (cf S. Tommaso, ad
non faccia una piega nel leggere simili blasfe- Romanos, lectio IV, n. 925; Mons. Landucci,
mie, è una autentica vergogna... La vera carità verso il popolo ebraico, in
Ma il discorso di Giovanni Paolo II non si Renovatio, n. 3, 1982, pp. 360-363; Mons. Spa-
limita a questo. “Questo popolo - aggiunge - è dafora, Cristianesimo e giudaismo; ed. Krinon
invitato e guidato da Dio, creatore del cielo e Caltanisetta 1987: vedere il commento del-
della terra. (...) Questo popolo persevera a di- l’epistola ai Romani pagg. 83-106, specialmen-
spetto di tutti perché è il popolo dell’Alleanza te pagg. 103-106 che riguarda Rom. XI, 28-29;
e perché, nonostante le infedeltà degli uomini, il testo di Landucci è ripreso da Spadafora
il Signore è fedele alla Sua Alleanza. pagg. 107-126; Sodalitium, n. 26, pp. 30-31).
Ignorare questo dato importante significa im- Ultima osservazione. Giovanni Paolo II
pegnarsi sulla via di un marcionismo contro il conclude l’insegnamento della sua allocuzio-
quale la chiesa aveva reagito subito con vigo- ne con questa esortazione: L’insegnamento
re...” (n. 3). Questa frase di Giovanni Paolo II, di Paolo nella Lettera ai Romani ci indica
che esprime un concetto da lui espresso già quali sentimenti fraterni, radicati nella fede,
più volte è, sicut sonat, contraria alla divina dobbiamo nutrire verso i figli di Israele (cfr
Rivelazione. Giovanni Paolo II vuol probabil- Rm 9, 4-5). L’Apostolo lo sottolinea: ‘a causa
mente far allusione a quanto scrive San Paolo dei loro padri’ essi sono amati da Dio, i cui
(Rm 11, 28-29): Riguardo al vangelo, sono ne- doni e la cui chiamata sono irrevocabili (cfr
mici per via di voi, ma rispetto all’elezione sono Rm 11, 28-29) (n. 4). Quanto all’ultima cita-
amati per via dei padri; i doni e la vocazione di zione, abbiamo già notato l’omissione (gli
Dio non sono cose che soggiacciono a penti- ebrei sono nemici, dice san Paolo) e la di-
storsione (i doni di Dio sono irrevocabili da
I partecipanti al Simposio parte di Dio, ma possono essere perduti
“Radici dell’antigiudaismo in ambiente cristiano”
dall’uomo) del testo paolino fatti da
Giovanni Paolo II. Quanto a Rm 9, 4-5, S.
Paolo precisa subito dopo (vv 6-12) che non
tutti i discendenti da Israele sono Israeliti, nè
per essere seme d’Abramo son tutti figli:
quanti rigettano Cristo non sono dei
Giacobbe ma degli Esaù, rigettati da Dio (cf
v. 13): applicare fraudolentemente ai giudei
infedeli quanto la scrittura attribuisce solo a
quelli fedeli è un inganno che avalla la men-
zogna stigmatizzata da S. Giovanni: dicono
di essere Giudei e non lo sono; ma [sono in-
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vece] sinagoga di Satana (Ap 2, 9). gittima. Tuttavia, non la condividiamo. Essa
Giovanni Hus, eretico o riformatore della si inserisce, invero, nella corrente “minimali-
Chiesa? sta” che ha trionfato al Vaticano II; la scuola
dei Roncalli e dei Montini, che si opposero,
Praga, 27 aprile: incontro di preghiera rispettivamente, alla definizione dell’As -
ecumenica nella Cattedrale. G. P. II ha ripe- sunzione e della Mediazione di Maria.
tuto i noti errori ecumenisti. Wojtyla passa per un gran devoto della
1) “La ricerca della verità ci fa sentire pec- Madonna: il discorso del 25 giugno va in
catori. Ci siamo divisi a motivo di reciproche senso opposto a questa fama. Esso va in
incomprensioni, dovute spesso a diffidenza, senso opposto anche a Pio XII: se è vero che
se non a inimicizia. Abbiamo peccato. Ci egli non si pronunciò esplicitamente sulla
siamo allontanati dallo Spirito di Cristo” (n. questione della morte di Maria, è vero altresì
2). Queste parole sono gravissime. G. P. II che egli fece cancellare le parole “dopo la
attribuisce indistintamente ai cattolici e agli vostra beatissima morte” da una preghiera da
eretici la colpa della separazione di questi lui indulgenziata nel dicembre del 1950. In
dalla Chiesa cattolica. Presenta questa sepa- effetti, il grande sviluppo della mariologia,
razione come se la Chiesa si fosse divisa (cf che ha portato alle definizioni dogmatiche
n. 2: “Comunità cristiana ancora indivisa”). dell’Immacolata Concezione e dell’Assun-
Attribuisce anche alla Chiesa un “allontana- zione, ha permesso di mettere meglio in luce
mento dallo Spirito di Cristo” incompatibile che nel passato il problema della “morte di
con la sua santità e indefettibilità. Maria”, che è come un corollario di questi
2) G. P. II ha ripetuto l’inammissibile due dogmi già definiti. La morte, in effetti, è
elogio di un eretico quale Hus, definito “ri- una conseguenza del peccato originale:
formatore della Chiesa” (n. 4), ripetendo Maria, immacolata, non doveva morire. E di-
quanto già detto nel 1990. Ha pure ricordato fatti non morì. Implicitamente, lo afferma la
il suo mea culpa di Olomouc (1995) “a nome stessa definizione dogmatica dell’As -
della Chiesa di Roma” per i “torti inflitti ai sunzione: Maria, “al termine della sua vita
non cattolici”. terrena, fu assunta in anima e corpo alla glo-
Queste parole di G. P. II, ormai così fre- ria del cielo”. Se Maria è morta, argomenta il
quenti al punto che non ci facciamo più caso, Padre Oblato dell’Immacolata Mario De
sono scandalose, ingiuriose per la Chiesa, fa- Rosa nel suo libro del 1961, La trionfatrice
vorevoli agli eretici, ed insinuano numerose della morte [egli dà ben dieci argomenti pro-
eresie, delle quali la più grave sarebbe un banti in favore della tesi della non morte di
presunto allontanamento della Chiesa dallo Maria], la sua anima si sarebbe separata,
“Spirito di Cristo”. Se questo allontanamen- anche un solo istante, dal corpo. In quel-
to ci fu nel XV-XVI sec., chi può escludere l’istante, la sua anima avrebbe goduto del
che non ci sia anche ora, con G. P. II? Paradiso (giacché Ella non finì certo nel
Purgatorio!) senza il suo corpo, contraria-
La Madonna è morta? mente al dogma dell’Assunzione, che affer-
ma come “al termine della sua vita terrena”
È quanto afferma Giovanni Paolo II (e non un attimo dopo) ella godette del
nella sua catechesi, durante l’udienza gene- Cielo in corpo e anima. Né vale obiettare
rale del 25 giugno 1997 (cfr L’Osservatore che anche Cristo morì. Cristo poteva merita-
Romano, 26 giugno 1997, p. 4). Egli ricorda re anche nella morte, non così Maria. Per di
(n. 1) come Pio XII, nel definire il dogma più, fa notare padre Roschini, servita, salvo
dell’Assunzione, ed il Vaticano II (Lumen nel caso di Gesù, in cui Corpo e Anima re-
gentium, 59), evitarono di parlare della starono uniti alla Persona divina, la separa-
morte di Maria, utilizzando la circonlocuzio- zione dell’anima dal corpo (la morte) di-
ne al termine della sua vita terrena. Wojtyla, strugge la persona: la persona di Maria, nella
però, ha ritenuto opportuno uscire dal riser- morte, non sarebbe esistita, il corpo si sareb-
bo dei suoi predecessori, e negare aperta- be metafisicamente corrotto, e così pure la
mente questo privilegio mariano (nn. 2-5), Sua verginità fisica, per mantenere la quale
qualificando la tesi mortalista come “tradi- tanti miracoli fece il Signore. Per questi e
zione comune” e screditando quella opposta molti altri argomenti, eccellenti mariologi
in quanto “sconosciuta fino al XVII secolo” contemporanei come Roschini (cf Dizio -
(n. 1). L’opinione di Giovanni Paolo II è le- nario di Mariologia, ed. Studium, alla voce
36
Morte), Landucci, Lattanzi, Guérard des gnifica, ancor oggi, che la donna non è desti-
Lauriers, Laurentin, e la maggioranza dei nata ad avere nella Chiesa delle funzioni ge-
teologi che si occupò dell’argomento dopo il rarchiche di magistero e di ministero.
1950, sostennero che Maria non morì. A Questo precetto apostolico è stato forse vio-
nulla vale l’argomento di tradizione avanza- lato oggi? Possiamo rispondere chiaramen-
to anche da Giovanni Paolo II; non manca, te: no. In realtà, non si tratta di un titolo che
infatti, anche una antica tradizione opposta comporta funzioni gerarchiche di magistero
(cf Roschini, pag. 363) e, per di più, la tradi- e di ministero” (cf Documentation Catho-
zione “mortalista” è tutta dipendente dagli lique, anno 1970, col. 908, che traduce in
scritti dello ps.-Dionigi l’Areopagita, che si francese da L’Osservatore Romano del 28-
riteneva, a torto, testimone oculare della 29 settembre 1970). Paolo VI pose il proble-
morte della Madonna. L’Istituto Mater Boni ma. Lo risolse correttamente?
Consilii, con Pio XII, pensa quindi che Maria Vediamo innanzitutto l’insegnamento
non sia mai morta, ma che, al termine della della Sacra Scrittura. San Paolo insegna: Le
sua vita terrena, fu assunta in anima e corpo donne nelle assemblee tacciano (1 Cor 14,
alla gloria del cielo. 34) e Alla donna non permetto di insegnare
(1 Tim 2, 12). Come ha interpretato, la
Santa Teresina, “Dottore della Chiesa”... È Chiesa, questi passaggi del Nuovo
stato violato un precetto apostolico? Testamento? San Tommaso, il dottore co-
mune, riassume così la dottrina cattolica:
Il 19 ottobre 1997, Giovanni Paolo II ha “Della parola uno se ne può servire in due
“proclamato” Santa Teresa di Lisieux, “dot- maniere. Primo, privatamente, per parlare fa-
tore della Chiesa”, e questo nel centenario miliarmente con uno o con pochi. E in tal
della morte della grande Santa. Non voglia- senso il carisma della parola può essere ac-
mo qui discutere se la dottrina spirituale di cordato anche alle donne. Secondo, per par-
S. Teresa del Bambin Gesù può essere para- lare in pubblico a tutta la Chiesa. E questo
gonata a quella di un San Tommaso o di un alla donna non è concesso. Prima di tutto e
San Bonaventura: lo stesso Giovanni Paolo principalmente, per la condizione del sesso
II non nasconde che S. Teresa non ebbe un femminile, che deve essere sottoposto
corpus dottrinale completo e sistematico. Il all’uomo, come dice la Scrittura (Gen 3, 16).
problema è un altro: può una donna, sia Ora, esortare e insegnare pubblicamente in
pure una grande Santa, essere nominata Chiesa non appartiene ai sudditi, ma ai prela-
“dottore della Chiesa”? ti. E gli uomini, anche se sudditi, possono
Pare che qualcuno avesse proposto a Pio meglio eseguire per delega questo incarico,
XI, che considerava Teresa di Lisieux la più perché non hanno questa dipendenza come
grande santa dei nostri tempi, di attribuire un’imposizione naturale del sesso, ma per
all’umile carmelitana il titolo di “dottore altri motivi accidentali...” (II-II, q. 177, a. 2).
della Chiesa”. Il Papa avrebbe rifiutato la Nello stesso luogo, San Tommaso aggiunge:
proposta rispondendo: obviat sexus, una “le donne che abbiano ricevuto i carismi
donna non può essere “dottore” della Chiesa. della sapienza o della scienza possono met-
Questa dottrina fu appannaggio pacifico terli a servizio degli altri nell’insegnamento
della Chiesa fino al Vaticano II: nessuna privato, non già in quello pubblico” (ad 3).
donna, pur eminente in santità e sapienza, fu Paolo VI, come abbiamo visto, cerca di
inclusa tra i Padri della Chiesa o tra i Dottori eludere la difficoltà spiegando i testi scrittu-
della medesima. Il primo a infrangere questa rali in un senso restrittivo: San Paolo viete-
regola fu Paolo VI, il quale proclamò “dotto- rebbe alle donne solo l’insegnamento gerar-
re della Chiesa” prima Santa Teresa d’Avila chico. Ora, è ben vero che i passaggi succita-
(il 27 settembre 1970) e poi Santa Caterina ti di san Paolo precludono alle donne ogni
da Siena (il 4 ottobre successivo). potere gerarchico (di giurisdizione come di
A dire il vero, Paolo VI non evitò la dif- ordine); ma tale preclusione non si limita a
ficoltà: “Santa Teresa d’Avila - dichiarò il 27 questo campo! Ciò appare con evidenza dal
settembre 1970 - è la prima donna alla quale contesto. Nell’epistola a Timoteo: “la donna
la Chiesa conferisce il titolo di dottore. E al- impari silenziosa e in tutta soggezione; di far
lora non si può non pensare a quel severo da maestra, alla donna non lo permetto, né di
avvertimento di san Paolo: Le donne taccia- dominar sull’uomo, ma se ne stia zitta”. San
no nelle assemblee (1 Cor 14, 34), il che si- Paolo fa una affermazione generale: la
37
- fare, volenti o nolenti, l’opera del demonio”. rossia cosa è insegnato veramente dalla
I redattori di Sodalitium trasecolano, poi- Scrittura e dalla Tradizione, il cattolico non
ché mai e poi mai hanno sostenuto che dal interpreta liberamente la Scrittura (o la
deposito della fede si potessero dedurre “ve- Tradizione) come fa il protestante, ma si ri-
rità” (ovvero eresie) in contraddizione con la volge al magistero della Chiesa (Papa da solo,
fede! Che il Vaticano II contraddica la dot- o Papa e Vescovi in comunione con lui) che
trina della Chiesa, lo affermiamo anche noi, solo può insegnargli il senso autentico della
con Sì sì no no. Che un fedele possa render- Rivelazione (proprio per questo la Chiesa,
sene conto, lo sosteniamo parimenti. Che non il semplice fedele, è assistita dallo Spirito
questo fedele debba quindi attenersi alla Santo!). Ecco la regola prossima della nostra
fede della Chiesa e non al Vaticano II che la fede: devo credere ciò che Dio ha rivelato (re-
contraddice, qualsiasi lettore di Sodalitium lo gola remota), ma per sapere cosa Dio ha ef-
sa perfettamente. E allora? fettivamente rivelato devo chiederlo alla
E allora Sì sì no no sposta il problema Chiesa (regola prossima, cioè immediata:
(attribuendoci quello che non abbiamo mai quella a cui mi rivolgo per prima).
detto) per nascondere il punto dolente: Secondo Sì sì no no qualche volta la re-
com’è possibile che un Papa (Paolo VI o gola prossima (la Chiesa) può far cilecca, e
Giovanni Paolo II, per Sì sì no no) e un allora il semplice fedele la può scavalcare e,
Concilio Ecumenico (il Vaticano II) con- come un protestante, va a vedere cosa dice
traddicano la fede della Chiesa? Gli articoli la regola remota... È qui che non siamo d’ac-
di don Murro hanno dimostrato che ciò non cordo con Sì sì no no. Chi segue la regola
è possibile, per cui: o la contraddizione è prossima (la Chiesa) è sempre sicuro per lo
solo apparente (ma non lo è) oppure Paolo meno di non allontanarsi dalla fede; chi in-
VI e Giovanni Paolo II non erano e non terpreta da sé la Scrittura o la Tradizione
sono Papi, e pertanto il Vaticano II non fu può invece errare: “Per essere certi in tutto -
un Concilio legittimo. scrive Sant’Ignazio negli Esercizi Spirituali -
“Normalmente fonte prossima della fede dobbiamo sempre ritenere che il bianco che
è il magistero ordinario - scrive Sì sì no no - io vedo sia nero, se la Chiesa gerarchica così
ma poiché questa fonte prossima a sua volta definisce. Perché crediamo che tra Cristo
attinge ad una fonte remota, che è la divina nostro Signore, che è lo Sposo, e la Chiesa
Rivelazione reperibile nella Tradizione co- sua Sposa, è il medesimo Spirito che ci go-
stante della Chiesa, nessuno può impedire verna e regge per la salvezza delle nostre
che, in caso di crisi, anche il semplice fedele anime; perché dal medesimo Spirito e
(come accadde ai tempi di Nestorio e di Signore nostro, che ci diede i dieci comanda-
Ario) interroghi questa fonte remota per ri- menti, è retta e governata nostra santa
conoscere ciò che non è cattolico”. madre Chiesa” (Tredicesima regola per sen-
È veramente difficile in così poche righe tire con la Chiesa, esercizi Spirituali n. 365).
sommare così tanti errori e imprecisioni. A Tuttavia, lo Spirito Santo e la Chiesa non
costo di ripeterci spieghiamo a Sì sì no no si possono contraddire.
(che ci invita a “studiare meglio, molto me- Nel caso di una apparente contraddizione
glio, la teologia cattolica”) quanto segue: cosa bisogna fare? Il credente è già vincolato
1) Il magistero, ordinario o solenne, è dalla fede a credere quanto Dio ha rivelato e
sempre (e non solo “normalmente”) la rego- la Chiesa ha insegnato. Se apparentemente la
la prossima (e non la “fonte”) della nostra Chiesa gli chiedesse di credere in una propo-
fede (e non “della fede”). sizione contraddittoria a ciò che già ci obbliga
2) Che la Rivelazione (Scrittura e a credere (ad es.: le persone della Trinità non
Tradizione, e non solo la “Tradizione costan- sono tre) il credente dovrebbe ma non può
te”) è la regola remota (e non la “fonte”) compiere l’atto di fede: “questo atto di fede è
della nostra Fede (e non “della fede”). metafisicamente impossibile. (...) Nessuno
3) Che “la fonte prossima” (sic) non “at- può credere simultaneamente due proposi-
tinge a sua volta dalla fonte remota” (sic). Le zioni contrarie; nessuno può credere allo stes-
cose stanno così: noi dobbiamo credere tutto so tempo [ad es.] che il diritto alla libertà reli-
quello che Dio ha rivelato nella Scrittura e giosa è contrario alla Rivelazione [Pio IX] e
nella Tradizione (verbo scripto vel tradito); (e che è fondato in questa Rivelazione
questa è la regola remota, cioè non immediata [Vaticano II]. È impossibile anche con tutta
per noi). Ma per sapere cosa è rivelato, ovve- la buona volontà: ciò dipende dalla natura
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D. sia altrettanto ignorante. mai questo povero “buon Padre” fosse allie-
Un nome esoterico: Cassissiacum! (1) vo della Scuola Normale e membro della
Pontificia Accademia di san Tommaso...
D. pretende offrire al lettore una “radio- Ammettiamo facilmente che gli scritti di
grafia” della tesi di Cassiciacum . Una prete- Padre Guérard sono difficili; tuttavia, se li si
sa del genere implica che D. abbia almeno vuole confutare, bisognerà pur leggerli. D.
letto detta Tesi. Peccato che egli - è evidente non li ha letti, e lo dimostra nuovamente in
- non ne abbia mai letto neppure il titolo! questa occasione. Nel 1977 nessuno poteva
“Questa tesi - scrive D. - è conosciuto capire la distinzione tra “Missio” e “Sessio”
(sic) sotto il nome esoterico di Tesi di Cas- per il semplice fatto che il buon Padre
sissiacum” (D., pag. 1, col. 1). Guérard non ne aveva parlato (la distinzione
Il termine Cassissiacum è ripetuto conti- era semmai quella tra materialiter e formali-
nuamente e invariabilmente lungo tutto l’ar- ter); essa non fa parte della tesi di
ticolo. Capiamo che per D. il termine sia Cassiciacum del 1979 (data della pubblicazio-
“esoterico”: cosa c’entra il ribes nero (in ne della Tesi) ma degli studi sulla consacra-
francese: cassis) con la teologia? Peccato per zione dei Vescovi, iniziati nel 1980 ma pubbli-
D. che il termine corretto sia Cassiciacum, e cati solo nel 1988! Per capire nel 1977 una tesi
che la parola misteriosa sia spiegato dai del 1988, in effetti, bisognava essere... profeti!
Cahiers de Cassiciacum, la rivista di teologia
che pubblicò a suo tempo la tesi omonima, “Il sindacato” e la “versione Lucien-Blignières”
laddove si ricorda che a Cassiciacum (ora
Cassiago, in Brianza), Sant’Agostino si ritirò D. continua la sua “radiografia” (p. 1,
per studiare e dare alla luce alcune sue col. 1) della tesi di “Cassissiacum”. D. inizia
opere teologiche (S. Agostino, Confessioni, parlando del “piccolo gruppo di giovani preti
IX, 3; lo si legge sulla copertina della rivi- ordinati da Mons. Lefebvre, appena usciti
sta). Niente di male se si ignorano questi dall’uovo, se così si può dire, che si diedero
dettagli; ma se si scrive contro una tesi, sarà anima e corpo alla difesa e illustrazione della
bene averne letto almeno il titolo (e l’indice ‘Tesi’. Tra di loro chiamavano il loro piccolo
delle materie), senza dimenticare di non complotto ‘il sindacato...” (D., p. 1, col. 1). “Il
prendere in giro quel che si ignora. Sindacato iniziò a dividersi in tendenze rivali,
unite solo nella detestazione cordiale del ve-
Il “buon Padre” Guérard scovo che li aveva ordinati” (D., p. 1, col. 2).
Il nostro storico è un falso storico: il ter-
Sempre D., si diverte a presentare ai let- mine di “sindacato” era un termine offensi-
tori di Sì sì no no la bislacca figura dell’auto- vo dato dai sedevacantisti completi a quei
re di una tesi dal nome “esoterico”. sacerdoti che sostenevano la Tesi di P.
“Nel 1977, un ex professore di teologia Guérard (Cf. Forts dans la Foi, n. 6 (66),
del seminario di Ecône, il Padre Guérard, 1981, pp. 76-77: Du côté du syndicat; n. 7
pubblicava una tesi originale (...). Questo (67), 1981, pp. 69-74: Du côté du syndicat
buon Padre era già celebre per i suoi corsi in- (suite); n. 9 (69), 1988, pp. 46-55: Mort d’un
comprensibili. La Tesi era nella linea: nessu- syndicat, naissance d’un secte?. Il “sindaca-
no capì nulla alla sua distinzione tra la Sessio to” diventava una “setta” dopo la consacra-
e la Missio” (D., pag. 1, col. 1). zione episcopale di Mons. Guérard des
E con ciò Padre Guérard des Lauriers Lauriers). Il gruppo di giovani sacerdoti, che
scompare dalla scena per il resto dell’articolo... D. al seguito dei sedevacantisti chiama “il
Il lettore intelligente di Sì sì no no si sarà sindacato”, non si divise affatto appena essi
chiesto da sé: come mai, se le lezioni di uscirono dalla Fraternità, come afferma D.,
Padre Guérard erano incomprensibili, ma solo, dopo la condanna della consacra-
Mons. Lefebvre lo chiamò nel suo seminario zione episcopale di P. Guérard (1982), con
per insegnare la teologia? Il medesimo letto- l’abbandono della Tesi e l’accettazione del
re non può chiedersi - perché D. lo tace - Vaticano II da parte di P. de Blignières (nel
come mai egli fu chiamato a insegnare la 1988) e dell’abbé Lucien (nel 1992).
teologia anche all’università domenicana del Probabilmente a causa di queste defezio-
Saulchoir e alla Pontificia Università ni, D. attribuisce a Lucien e de Blignières
Lateranense (un po’ più prestigiosi, ne con- una nuova versione della Tesi:
verrà D., del seminario di Ecône)... né come “Verso il 1980, uscì una nuova ‘versione
41
popolare della ‘Tesi’, la versione Blignières- “errori grotteschi” sei proposizioni. In nessu-
Lucien. Evitando il nodo della Tesi: la distin- na di esse c’è una citazione: et pour cause,
zione ‘papa materialiter’-’papa formaliter’, essa giacché le proposizioni sono tutte presentate
si sforzava di cercare di mettere in evidenza in maniera esagerata, caricaturale e scorret-
una sicura defezione dell’infallibilità pontificia, ta. Per di più, una di esse è anonima, due
al fine di provare che il Papa apparente non sono attribuite a Padre Barbara, una all’abbé
poteva essere papa realmente” (D. p. 1, col. 2) de Nantes e due al tandem Blignières-
Ancora una volta, D. mente: la prova in Lucien; nessuna a Padre Guérard.
questione si trova nel primo numero dei Ora, nessuno ignora che de Nantes nulla ha
Cahiers de Cassiciacum, in un testo di P. a che vedere con la Tesi (come D. ammette in
Guérard del 17 febbraio 1979, alle pagg. 10- nota; per lui Giovanni Paolo II è Papa, è il ma-
22. Lucien-Blignières non hanno, quindi, in- gistero è infallibile solo quando è solenne, esat-
ventato un bel nulla. tamente come per la Fraternità) e che P.
Essi non hanno neppure inventato la Barbara, anche se ora la accetta, l’ha combattu-
teoria secondo la quale, a partire dalle di- ta a lungo, per cui non ha certo partecipato alla
chiarazioni di Paolo VI, la nota teologica del sua elaborazione. D. promette al lettore di fare
Concilio Vaticano II dovrebbe essere “ma- una “radiografia” della Tesi di “Cassissiacum”
gistero ordinario universale”. Tra gli “errori (!): chiunque conosca superficialmente la tesi
grotteschi” che D. attribuisce alla Tesi vi è di “Cassiciacum” si accorge subito che D., della
anche, infatti, quello secondo cui Tesi, ignora tutto: la storia, il contenuto e persi-
1 - Il magistero del concilio è il magistero no il nome. (Per quanto riguarda il contenuto
Ordinario Universale (De Blignières-Lucien) delle sei proposizioni caricaturali ci sarebbe da
(D., p. 1, col. 2). scrivere un libro; si vedano gli articolo di don
In poche righe, due falsità: Murro pubblicati da Sodalitium, n. 42, pp. 48-
1) La Tesi non afferma che il Vaticano II è 54 e n. 43 pp. 30-50. D. non fa alcuna distinzio-
“magistero ordinario universale”. Essa affer- ne tra l’autorità civile e quella del Papa, nega,
ma che il Concilio “non viene dalla Chiesa”, come Marcille, che il Papa sia la regola vivente
perché non viene dal Papa (CdC, n. 1, p. 18) della [nostra] fede, ecc.).
2) La Tesi afferma che Paolo VI ha di-
chiarato che il Concilio è “magistero supre- I sedevacantisti? Una malattia nervosa
mo ordinario” e ricordato che allora avreb-
be dovuto essere infallibile per l’infallibilità La Fraternità ripete a sazietà che man-
del “magistero ordinario universale” (CdC, chiamo di carità parlando male dell’opera
n. 1, pp. 13-17) fondata da Mons. Lefebvre. Leggete allora
3) Queste affermazioni non sono di quello che D. scrive sui “sedevacantisti”:
Blignières-Lucien, che le hanno riprese, ma “Ci si può chiedere se per molti di loro non
di P. Guérard (Cf le citazioni succitate). si tratti di un traumatismo psicologico. (...) Il
problema del sedevacantismo mi sembra più
La Tesi di “Cassiciacum”... di Padre psicologico che teologico” (D., pp. 3, col. 3).
Barbara e dell’abbé de Nantes! Un caso di follia? Si direbbe, da come D.
descrive il loro comportamento:
A questo punto, il lettore di Sì sì no no “Diventano il loro proprio papa, giudica-
non avrà assolutamente capito cosa dice la no i loro preti [D. si limita a giudicare il suo
“Tesi di Cassissiacum”, il che è probabil- Papa! n. d. a.], non si confessano più, non
mente quanto desiderava D., che può per- ascoltano più niente e sono la disgrazia della
tanto scrivere: loro famiglia. (...) hanno il comportamento
“Tutti questi lavori si squalificavano da psicologico dei testimoni di Geova o dei prote-
soli, agli occhi di qualsiasi sacerdote colto, stanti: altezzosi, che hanno capito tutto, guar-
mediante degli errori grotteschi. Scusabili dano tutto attraverso le loro lenti, agitano con-
presso dei laici, inescusabili presso dei sacer- tinuamente come dei sonagli i loro argomenti
doti, soprattutto quando hanno delle pretese definitivi e impareggiabili. Fino a che pianta-
a essere dei fari in teologia” (D., p. 2, col. 2). no lì tutto e perdono la fede” (D., p. 3, col. 3).
Dimentico che tra questi lavori che si La carità di D. è inversamente proporzio-
squalificavano da soli c’è anche uno studio nale alla sua sincerità! Certo, i matti e i fana-
approvato da Mons. de Castro Mayer (Lettre tici non mancano tra le nostre file, esatta-
à quelques évêques). D. cita a esempio degli mente come tra quelle di D., ma sarebbe
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falso descrivere i discepoli di Mons. Ora, la follia, si sa, può giungere ai più gravi
Lefebvre come D. descrive i “sedevacantisti” eccessi, anche alle stragi. Il profeta D. vede
o i sostenitori della “Tesi di Cassiciacum”: già i “sedevacantisti” e i “Cassissiacum”, ar-
“Nelle cappelle tradizionaliste si comin- mati di coltelli, fare strage dei loro nemici.
ciò a incontrare dei teologi auto-proclamati “Come spiegare una tale perturbazione
che agitavano anch’essi i loro sonagli: ‘mate- dello spirito cristiano? L’esperienza mi ha di-
rialiter-formaliter’, ‘formaliter-materialiter’” mostrato che ciò che è capito dalla maggior
(D., p. 1, col. 3). parte dei cattolici sedotti dal discorso sedeva-
Per dimostrare la sua teoria (la Tesi fa cantista è in fondo un’idea semplice: Un papa
diventare matti), D. cita il caso dell’Istituto indegno non è più papa. Ciò assomiglia stra-
Cardinal Pie: namente alla dottrina di Wicliff e Giovanni
“Un mezzo-matto aveva applicato la Tesi Huss: Il papa in stato di peccato mortale non
di Cassissiacum al potere politico...” (D., p. è più papa, il vescovo in stato di peccato
4, col. 1). mortale non ha più alcuna autorità sulla sua
Il mezzo-matto, pare, si fece “Re di diocesi, né il parroco sulla parrocchia, né il
Francia”. Un piccolo problema: l’Istituto re sul regno ecc.
Cardinal Pie può denunciare D. per calun- Si può pensare che Giovanni Huss fosse
nia almeno su questo punto: l’aver applicato sincero. La sua fine non sembra quella di un
la Tesi di Cassiciacum! Nessuno (tranne eretico formale [incredibile! n. d. a.] Ma que-
D.?) ignora che l’Istituto in questione si di- sto non cambia nulla alle conseguenze: gli
stinse per gli attacchi di ogni sorta contro la Hussiti sono diventati in seguito dei lupi ven-
Tesi e Mons. Guérard! dicatori del popolo ingannato e trucidatori di
vescovi, parroci, re, principi indegni. Pura
La malattia nervosa: l’ossessione del Papa speculazione? Amalgama senza fondamen-
to? Poco sicuro...” (D., p. 3, col. 3).
Per D. la malattia nervosa dei vari “sede- Ecco, siamo come gli eretici Hussiti: di-
vacantisti” consiste nella questione del Papa: ciamo come loro che un papa indegno non è
“I sedevacantisti sono ossessionati dalla papa, e finiremo, come loro, con lo sgozzare
questione del papa. Ci si può chiedere se, per papi, principi, vescovi, re e, senza dubbio, lo
molti, non si tratti di un traumatismo psicolo- stesso D. (per la verità, finora l’unico che ha
gico” (D., p. 3, col. 3). cercato di uccidere Giovanni Paolo II è par-
Per D., chiedersi se una persona è Papa o
no è “una ossessione”. Non pensa che “per Il primo volume dei “Cahiers di Cassiciacum”. Ne ripro-
la salvezza eterna è assolutamente necessa- duciamo la copertina per evitare a Dionisius altri errori
rio essere sottomessi al Romano Pontefice”
(Denz. 469). L’ossessione dev’essere grave:
“In certi casi, i loro sacerdoti si spingono
fino al punto di vietare i sacramenti a dei fede-
li che professano sinceramente il Credo ma
che mancano di entusiasmo per la tesi reden-
trice: la Tesi di Cassissiacum” (D., p. 1, col. 1).
In realtà nessuno rifiuta i sacramenti a
chi non professa la Tesi di Cassiciacum, e
sfido D. a dimostrare il contrario. Come
sfido D. a dimostrarmi che la fede cattolica,
il Credo ed il Vangelo non hanno nulla a
che vedere con il Papa.
tito da un priorato della Fraternità...). nome, storia e contenuti, gli sono ignoti.
Comunque, che D. si rassicuri: egli non Infine, D. dimostra da sé stesso lo spirito
corre rischi. La sua teoria sarebbe convin- che lo anima; se il lettore si sarà disgustato
cente se non fosse che la maggiore è una ca- nel vederci trattare di tali sciocchezze, ci
lunnia. Essa è falsa come Giuda: mai nessu- perdoni: purtroppo la colpa è da attribuirsi a
no di noi ha detto o pensato che un Papa in- chi le ha scritte, e non a chi le commenta.
degno non è Papa (tranne la fertile fantasia Sventuratamente, le calunnie e gli errori
di D.). Lo sfidiamo a dimostrare il contrario. grossolani di D. non saranno scoperti da
quei lettori di Courrier de Rome-Sì sì no no
Conclusione provvisoria che non ricevono Sodalitium (cioè la mag-
gioranza) ed essi continueranno a fare del
Come abbiamo scritto, rinviamo a più tardi male; D. avrebbe, in coscienza, l’obbligo di
una risposta alle obiezioni fatte all’articolo di ritrattare questi errori: sarà capace di farlo?
S.: abbiamo già dimostrato comunque l’assolu- È il nostro sincero augurio.
ta ignoranza di D. nella questione che pretende
trattare (l’autorità, le leggi, il bene comune): Note
non sa neppure chi è l’autore delle leggi.
1) Quest’errore è stato corretto nella traduzione
Abbiamo dimostrato anche l’assoluta italiana.
ignoranza di D. sulla Tesi di Cassiciacum: 2) Questo paragrafo è stato soppresso nella tradu-
$ Rassegna Stampa…
CHIESA
detto che ‘partire dall’antigiudaismo piutto- to alla Shoa. In effetti, malgrado (e, in
sto che dall’antisemitismo vuol dire centra- parte, a causa) le radici ebraiche del cristia-
re lo studio sulle motivazioni religiose’ e nesimo, e malgrado la fedeltà del popolo
‘tentare di penetrare fino ai testi del ebraico testimone del Dio unico attraverso
Nuovo Testamento’. Il grosso delle rela- la sua storia, lo ‘scisma primordiale’ sorto
zioni riguarda infatti i testi del Nuovo Testa- nella prima metà del I secolo, ha condot-
mento che contengono invettive antigiudai- to al divorzio, e poi all’animosità e a una
che. È evidente l’audacia di questa iniziati- ostilità plurisecolare tra cristiani ed ebrei.
va del Papa: scrutare l’esistenza di un gene (...) Secondo il giudizio degli storici, è un
antigiudaico nella Scrittura è impresa assai fatto attestato con certezza che, durante
più ardua dello stesso ‘mea culpa’ cui l’in- due secoli, ha prevalso nel popolo cristia-
dagine potrebbe condurre. Sono alcuni de- no, fino al concilio Vaticano II, una tradi-
cenni che la teologia cattolica si interroga zione di antigiudaismo che, a livelli diversi,
su questo ‘doloroso argomento’ come lo ha lasciato il suo segno nella dottrina e
qualificava più di 30 anni fa il teologo Hans nell’insegnamento cristiano, nella teolo-
Urs von Balthasar (fatto cardinale da Papa gia e nella apologetica, nella predicazio-
Wojtyla), che lo riassumeva così: ‘Il fronte ne e nella liturgia. Su questo humus è
antigiudaico di tutti i Vangeli e di tutti gli fiorita la pianta velenosa dell’odio verso
scrittori apostolici non è forse responsabile i giudei” (Le Monde, 1/10/97, pag. 19).
del terribile fenomeno dell’antisemitismo Notiamo che per i “vescovi francesi” gli
che si riscontra nella storia della Chiesa e Ebrei sono rimasti fedeli, mentre sono i cri-
che certamente rimane la macchia di ver- stiani (a cominciare dagli Apostoli) a essere
gogna della Chiesa empirica, ma che ga- scismatici fin dal primo secolo; in seguito
rantisce agli istinti di odio dei cristiani una la Chiesa avrebbe nella sua dottrina e litur-
parvenza di giustificazione teologica e di gia (documenti ufficiali) fatto nascere la
obbedienza biblica’?” pianta velenosa dell’odio. Probabilmente
(Il Corriere della Sera, 31/10/97, non era mai stato scritto un documento più
articolo di Luigi Accattoli). radicalmente anticristiano.
Interessante il commento di Actualité Juive
• La “dichiarazione di pentimento” del- (n. 534, 9/10/97, pagg. 2-3): secondo F.
l’“episcopato francese” (Drancy, 30 set- Rausky, contro chi nega “ogni specificità
tembre 1997, sull’atteggiamento della allo sterminio degli ebrei”, la Chiesa rico-
Chiesa di Francia sotto il regime di Vichy). nosce che si tratta “di una questione cen-
Ecco i passaggi più impressionanti del - trale”. Contro la tesi secondo la quale la
l’abiura dei “vescovi” francesi: “...in parti- “Shoa” fu occasionale (Nolte), la Chiesa si
colare, dobbiamo interrogarci sulle origini schiera con Poliakov, per il quale essa fu
religiose di questo accecamento. Quale fu intenzionale: “messa in opera con premedi-
l’influenza dell’antigiudaismo secolare? (...). tazione” (Giovanni Paolo II). Di fronte all’ar-
Siamo costretti ad ammettere in primo gomento secondo il quale la Chiesa non
luogo il ruolo, se non diretto almeno indi- poteva denunciare lo “sterminio”, “la di-
retto, svolto dai luoghi comuni antiebraici chiarazione della Chiesa sembra abbando-
colpevolmente intrattenuti nel popolo cri- nare totalmente questo argomento difensi-
stiano, nel processo storico che ha condot- vo”. Se condo Rausky la dichiarazione è
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una novità: “Papa Paolo VI, in visita a motivazioni. Anche se non sono state fornite
Gerusalemme, declinò... l’invito a recarsi al spiegazioni sul ritiro, il volume è stato al cen-
Hekahl Schlomo, sede del grande rabbina- tro di uno ‘scontro’ epistolare tra gli ebrei e
to d’Israele. Paolo VI non si recò neppure a Oltretevere. La prima a farsi viva con la
Yad Vashem, luogo-simbolo della memoria Segreteria di Stato è stata la Zevi, che ha
israeliana della Shoa, preferendo inviare in chiesto l’intervento dei cardinali Angelo
sua rappresentanza il cardinale Tisserand... Sodano, segretario di Stato, ed Edward Idris
I tempi sono cambiati, essenzialmente, Cassidy, presidente delle commissioni per le
dopo la storica visita di Giovanni Paolo II relazioni con l’ebraismo. (...) Alla protesta della
alla sinagoga di Roma”. Una critica: la con- unione delle comunità ebraiche italiane, si è
danna dell’antisemitismo del 1928 e il di- aggiunta poi quella della Anti-Defamation
scorso di Pio XI del 1938 (“siamo tutti spiri- League [del B’nai B’rith] che si è rivolta ai
$ Rassegna Stampa…
tualmente semiti”), citati dal documento vertici vaticani e al presidente della Cei, il car-
“episcopale”. Rausky ricorda che il primo dinale Camillo Ruini. ‘Questo libro - afferma
documento condannava l’associazione l’organizzazione ebraica - sta vendendo bene
Amici di Israele, e il secondo ammetteva nelle maggiori librerie, anche in quelle vicine
da parte degli Stati, nei confronti del giu- al Vaticano, e sicuramente avvelena la mente
daismo, “il diritto di difendersi, di prendere di molti dei lettori più ingenui’ (...)” (Il Mattino,
i mezzi per proteggersi contro tutto ciò che 15/7/97). Lisa Palmieri Billig, rappresentante
minaccia i suoi legittimi interessi”. Doveva dell’Anti-Defamation League (e collaboratrice
ricordarcelo Actualité Juive? di Studi Cattolici, dell’Opus Dei), in una lettera
ad Avvenire, pubblicata il 31 luglio, scrive: “Il
• Il “caso Mattioli”, ovvero “le potenti mano- giudizio più duro contro Mattioli viene proprio
vre occulte” (Avvenire) dei soliti noti. Mons. dalla Chiesa stessa. Il segretario della pontifi-
Vitaliano Mattioli, docente di teologia morale cia Commissione per i rapporti religiosi con
all’università Pontificia Urbaniana, ha recente- l’ebraismo, Padre Remi Hoeckman dice:
mente pubblicato un libro intitolato Gli ebrei e ‘Denuncio con forza la chiave antisemita con
la Chiesa. 1933-1945” (ed. Mursia). Subito, la cui è scritto il libro. È una vergogna!’. Mons.
rivista Shalom (n. 4, Aprile 1997, pagg. 14-15) Giuseppe Chiaretti, presidente del Segre-
reagisce violentemente contro “l’incredibile tariato per l’ecumenismo e il dialogo della Cei,
saggio”, concludendo così il suo intervento: ha espresso ‘il vivo rammarico del segretaria-
“Di fronte ad affermazioni del genere non si to, oltre che il mio personale, per questo
può restare che sbigottiti e increduli, anche modo di fare teologia e storia’ e si augura che
perché si muovono esattamente nel senso ‘queste affermazioni non vengano più fatte da
opposto a quello che sembrava prevalere da una cattedra universitaria che è anche una
tempo nel mondo cattolico. È di poche setti- cattedra pontificia’”. Annie Cagiati, di
mane fa, ad esempio, la notizia dell’istituzione “Cristiani contro l’antisemitismo”, in una lette-
di una commissione teologico-storica per af- ra a Avvenire del 2 agosto, cita ampiamente
frontare il tema dell’antisemitismo cristiano e Mons. Chiaretti (che, tra l’altro, ci attacca, cf
quello delle inquisizioni, in vista del Giubileo. Vita dell’Istituto) e svela che ad avvertire Tullia
Mettendo le due cose una accanto all’altra si Zevi fu la Comunità di Sant’Egidio. Ma non
potrebbe dire che il libro di Mattioli è il colpo tutti i cattolici sembrano sulle posizioni di
di coda di una mentalità che volge al tramon- Mons. Chiaretti e P. Hoeckman. Cagiati e
to. Ma chi se la sente di essere così ottimi- Billig scrivono infatti a Avvenire per protestare
sta?”. Oltre alle reazioni palesi, quelle più di- contro un articolo del quotidiano della Cei del
screte ed efficaci, che hanno portato al ritiro 18 luglio intitolato: Libro al rogo. L’Italia che
dal commercio del libro. “La vicenda, che ha dice? Lo stesso direttore di Avvenire, rispon-
fatto sfiorare un incidente diplomatico tra dendo a Billig e Cagiati, scrive spazientito: “Ci
Santa Sede e l’Unione presieduta da Tullia sembra infatti gravissimo - e mai visto in Italia
Zevi, si è formalmente chiusa con la decisione - che un libro storico venga tolto dal mercato
della casa editrice di Fiorenza Mursia di to- perché le sue tesi (...) non sono gradite (...). La
gliere dalle librerie il volume ‘Gli ebrei e la Mursia stessa, quando noi abbiamo contatta-
Chiesa’ uscito nel febbraio scorso. to la sua portavoce (ora pare che abbia cam-
Nonostante il buon andamento delle vendite, biato ‘versione’...) confermava che la sospen-
Mursia ha deciso autonomamente questa sione del volume - avvenuta senza neppure
azione, senza tuttavia fornire spiegazioni sulle comunicarla all’autore - era dovuta a ‘forti
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Perisset del Pontificio Consiglio per l’unità • Meeting di Rimini. A proposito di Comu-
dei Cristiani - ‘appartiene a quell’unica e nione e Liberazione: all’incontro Verso la
sola Chiesa di Cristo che sussiste nella terra Santa del Meeting dell’amicizia tra i
chiesa cattolica’, a prescindere dalla sua popoli sono intervenuti, tra gli altri, “Giu-
appartenenza ad un’altra confessione”. seppe Laras (Presidente dell’assemblea
(La Stampa, 10/6/97, pag. 12). Rabbinica d’Italia), Shaykh ‘Abd al Wahid
Pallavicini (maestro di una confratenita isla-
• Papato. Polemica tra don Baget Bozzo e mica), don Carlo Rusconi (docente di ese-
i Paolini della rivista Jesus. Scrive Baget gesi biblica) e Ahmad ‘Abd al Waliyy
Bozzo: “Se il primato papale, come il Vincenzo (responsabile della Comunità
Vaticano I lo ha inteso, venisse ridotto (...) il Religiosa Islamica Italiana)”. Pallavicini e
Cattolicesimo finirebbe”. Replica don Vincenzo sono due apostati dal Cristia -
Marras, di Jesus: “a ispirare quel dossier
$ Rassegna Stampa…
nesimo. Pallavicini è un noto guenoniano.
[criticato da Baget Bozzo] è lo stesso Gio-
vanni Paolo II nell’enciclica Ut unum sint • Rosmini. Mons. Clemente Riva, vescovo
quando scrive dell’opportunità di ‘ripensa- ausiliario di Roma, nella prefazione alla set-
re’ il ministero papale...”. tima edizione del libro di Rosmini Le cinque
(Il Giornale, 2 e 3/7/97, pagg. 19 e 8). piaghe della santa Chiesa [messo all’Indice
nel 1849] ha scritto: “il Vaticano II ha con-
• Ratzinger I: scrive nel suo ultimo libro, Le fermato abbondantemente come le pagine
sel de la terre, a proposito della riforma li- delle ‘Cinque piaghe della Santa Chiesa’
turgica: “una comunità che dichiara improv- siano state veramente vere e profetiche’”.
visamente strettamente vietato ciò che fino
ad allora era per essa quanto c’era di più
sacro ed elevato, e alla quale si presenta Scandali
come sconveniente il rimpianto che ne ha,
si mette in questione da se stessa. Come la • Sono noti a tutti fatti come i funerali, nel
si può ancora credere? Non potrà forse vie- Duomo di Milano, di Gianni Versace, o il
tare domani ciò che prescrive oggi?” concerto rock al Congresso Eucaristico di
(Famille Chrétienne, n. 1004, 10/4/97). Bologna. Ricordiamo qui altri piccoli episo-
• II. “Quella del rogo è una colpa che ci deve di, sintomi di una ben più grave malattia.
far pensare, che ci deve guidare a un penti- 1) “Frate elegge Miss Italia. (...) Padre
mento. L’intolleranza è assolutamente contra- Francesco Critelli,
ria all’essenza della Chiesa. Chiediamo perdo- un frate francesca-
no al Signore, ma soprattutto chiediamogli di no, ha rotto la rego-
non cadere più in questi comportamenti. La la che vuole gli uo-
Chiesa è dei martiri, non deve fare dei martiri”. mini di chiesa fuori
Lo ha dichiarato Joseph Ratzinger, “prefetto dalla mondanità pro-
dell’ex sant’Uffizio”, al Congresso eucaristico fana e ha accettato
di Bologna. La dottrina di Ratzinger al riguardo di fare da presidente
coincide sostanzialmente con la 33a proposi- della giuria di una
zione di Lutero condannata dalla Bolla Exurge delle selezioni regionali di Miss Italia. È av-
Domine del 15 giugno 1520 (Denz. 773). venuto a Cropani, centro del catanzare-
(cf Il Giornale, 26/9/97, pag. 12) se...”.
(Il Giornale, 22/7/97, pag.11).
• Buonaiuti e il modernismo. “Ho poi tra 2) Nella parrocchia di Rivodora (Torino).
le mani un carteggio inedito di Ernesto Dopo la “messa”, col permesso del parroco
Buonaiuti, storico del cristianesimo e prete don Augusto, un tal Gabriele Paolini ha te-
modernista, scomunicato per questo. Ma nuto una “predica” in favore della contrac-
poiché successivamente la Chiesa è anda- cezione, con al collo una corda con 5 pre-
ta proprio in quella direzione, c’è spazio servativi. (Cf La Stampa, 18/8/97, pag. 22).
per rivalutare la sua figura e di altri come 3) “Un frate passionista ex ballerino classi-
lui...”. Lo dice in un’intervista il sen. Giulio co, Maurizio De Sanctis, ha ballato ieri sul
An dre otti, direttore della rivista vicina a palco dell’aula Paolo VI mentre una ventina
Comunione e liberazione, 30 Giorni. di frati e suore con chitarre elettriche ese-
(Il Giornale, 15/9/97, pag. 6). guivano una sua canzone. (...) I giovani reli-
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CULTURA EBRAICA
• Dio dopo Auschwitz (e anche prima). Si chiede la saggista ebrea Barbara Spinelli “se sia
$ Rassegna Stampa…
possibile credere ancora in un Dio che tollerò questo male assoluto” della Shoa. Spinelli ri-
sponde citando vari autori ebrei, ad esempio, Jonas. “Dopo Auschwitz possiamo e dobbiamo
affermare con estrema decisione che una Divinità onnipotente o è priva di bontà o è totalmente
incomprensibile. Ma se Dio può essere compreso solo in un certo modo e in un certo grado,
allora la sua bontà non deve escludere il male; e il male esiste solo in quanto Dio non è onnipo-
tente” (H. Jonas, Il concetto di Dio dopo Auschwitz)”. Dopo Auschwitz? No. Questo concetto è
più antico. Commenta Spinelli: “È un mito cosmogonico della Kabbala luriana, quello che narra
il Tzim-Tzùm di Dio alla Creazione; il suo iniziale contrarsi, ripiegarsi, autolimitarsi, la sua rinun-
cia all’onnipotenza e all’intervento sul divenire del tempo. Creando il mondo e concedendo
all’uomo la libertà, Dio si sfigura: si tramuta egli stesso in Dio diveniente, temporalizzato.
Diventa egli stesso Dio in pericolo, Dio sofferente (...)”. Per cui “ora tocca agli uomini dare, af-
finché Dio non abbia troppo spesso a pentirsi di aver concesso il divenire del mondo (H. Jonas,
Tra il nulla e l’eternità)”. “...Dio non può aiutare - spiega Spinelli - ...Tocca forse all’uomo aiutar-
lo”. “E se Dio non mi aiuta, allora sono io che devo aiutare Dio” (Etty Hillesum). La rivolta contro
Dio: “Credo nel Dio di Israele, anche se ha fatto di tutto perché non credessi in lui. Credo nelle
sue Leggi, anche se non posso giustificare i suoi atti. Chino la testa dinanzi alla sua grandezza,
ma non bacerò la verga con cui mi percuote. Io lo amo, ma ancor più amo la sua Thora, e con-
tinuerei a osservarla anche se perdessi la mia fiducia in lui” (Zvi Kolitz, Yossl Rakover si rivolge a
Dio, Adelphi). [È questa la mentalità che ha portato al rifiuto del Cristo e del Suo Vangelo].
(Cf B. Spinelli, Auschwitz. Se continua il silenzio di Dio, in La Stampa, 26/7/97, pag. 21).
• Kabbala e New Age. Il prof. Harold Bloom (Univ. di Yale) attacca il New Age nel suo libro
Omens of Millennium. The gnosis of Angels, Dreams and Resurrection. Tuttavia, per Bloom,
“l’impulso americano fondamentale dietro la New Age, cioè il ripudio della cristianità istituzio-
nale e dogmatica, e anche delle varie religioni indigene che l’hanno rimpiazzata - i Battisti, i
Mormoni, i Pentecostali ecc. - è molto valido”. Sempre per Bloom l’ossessione per gli “angeli”
che si trova nella New Age ha “origine nella tradizione eretica” e trova “una tradizione unifi-
cante in Metraton, l’angelo eretico per eccellenza dominante nella Kabbala che appare anche
nel sufismo come Hermes. È l’Adamo androgino, un essere umano trasformato in angelo”.
(La Stampa, 21/3/97, pag. 26).
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• Ricostruzione del Tempio. Riferisce Aldo Baquis: Elettrizza gli ambienti ortodossi, nazionalisti
e messianici in Israele, la recente nascita in una stalla del villaggio agricolo di Kfar Hassidim
(Haifa) di una vitella di colore rosso omogeneo, un evento che era spasmodicamente atteso dai
rabbini da duemila anni. La cenere di una vacca rossa dalle forme perfette era uno degli ingre-
dienti principali con cui i sacerdoti erano soliti purifcare il popolo ebraico dalla contaminazione
dei morti: dopo di che gli ebrei erano ammessi nel Tempio di Salomone. In tutta la storia ebraica
si ricordano in tutto nove vacche rosse: la decima - si dice - annuncerà l’avvento del Messia. (...)
La scorsa settimana una decina di rabbini sono affondati nel fango della stalla di Kfar Hassidim
per ammirare il portento: faceva gli onori di casa il rabbino Shmaria Shor il cui cognome - per
una ironia del destino - significa ‘Toro’. Particolare inquietante: fra i curiosi giunti a ispezionare il
colore e le forme della giovenca vi era Yehuda Etzion, un terrorista ebreo che negli anni Ottanta
progettava di far saltare in aria la Moschea di Omar (...). Accanto a lui spiccava il rabbino Israel
$ Rassegna Stampa…
Ariel, colui il quale dedica da anni approfonditi studi finalizzati alla ripresa in tempi brevi dei sacri-
fici rituali nel Tempio di Gerusalemme. (...) Secondo il rabbino ortodosso Yossef Elboim è co-
munque dubbio che [la giovenca] potrà mai essere sacrificata poiché non sarà possibile trovare
un sacerdote (‘Cohen’) tredicenne ‘assolutamente puro’, come previsto dai dettami”.
(La Stampa, 21/3/97, pag. 1)
• Guerra tra ebrei I. “Commettono un errore, scrive Friedman, quanti pensano che la bat-
taglia a Gerusalemme sia tra ebrei e arabi: Quella guerra è finita. Gerusalemme sarà con-
trollata dagli ebrei. Il vero problema è se Gerusalemme debba essere controllata da ebrei
per i quali essa è la città della tolleranza e del pluralismo, in cui ogni corrente dell’ebraismo
viene considerata legittima, o se debba essere controllata da ebrei che vogliono farne un
ghetto...”. (La Stampa, 21/5/97, pag. 10).
• II. “Gli ebrei ultra ortodossi hanno vinto un’altra battaglia nei confronti dei rivali conservatori e
riformatori. (...) Ieri è stata approvata in prima lettura [dal parlamento israeliano] la legge che con-
sente solo ai rabbini ortodossi di confermare la conversione all’ebraismo in Israele”. Il fatto è di
capitale importanza per ottenere la cittadinanza israeliana. (Il Secolo d’Italia, 2/4/97, pag. 13).
• Rabbini. Il “rabbino Ovadia Yosef, guida spirituale del partito ultraortodosso Shas (...) ha
definito il fumo ‘un grave peccato’ e ha detto che i fumatori meriterebbero di essere puniti
con quaranta frustate”. (Il Giornale, 5/6/97, pag. 21).
ziché ai funzionari statali...”. ti”. “Ci dispiace molto che ci sia stato
(Sette, n. 10, 6/3/97) l’Olocausto, ma esso non ci tocca direttamen-
OLOCAUSTO E REVISIONISMO te e la sua memoria non ci sconvolge in modo
particolare. (...) L’Olocausto è un problema loro
• Olocausto I. “Niente Shoah, siamo sefardi- [degli ebrei ashkenaziti], i sefarditi [ebrei di ori-
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gine spagnola] hanno la loro propria storia, i • II. “Uno dei campi di concentramento nazisti
loro propri guai”. (La Stampa, 5/5/97). più noti, Buchenwald, ha ospitato tra il 1945 e il
• II. Alla televisione italiana (ma tutto il 1950 - negli anni della occupazione sovietica -
mondo è paese): 3 aprile: speciale di Gad quasi 30mila persone, prigioniere delle autorità
Lerner dedicato a Primo Levi; 16 aprile, comuniste (...). Settemila di loro morirono di
“Memoria”, film documentario sui campi di stenti negli anni della detenzione. A documen-
sterminio; 4 maggio, film “La tregua”, dal ro- tare questo aspetto meno conosciuto (...) sarà
manzo di Primo Levi; 5 maggio: “non un pro- una mostra (che si aprirà domenica prossima
gramma ma una intera giornata dedicata da tra le polemiche. (...) Proteste e polemiche non
Raiuno alla Shoa...(...) Si comincia presto, sono mancate, del resto, neanche durante la
alle 6.45 con (...) un servizio sull’oro degli preparazione: il progetto esaminato in un primo
ebrei. Seguiranno: alle 9.35 il film “L’oro di tempo è stato scartato (...) perché troppo somi-
Roma” (...); alle 17 “I ragazzi dell’Olocausto”
$ Rassegna Stampa…
gliante al monumento all’Olocausto Yad
(...); alle 18.10 (...) intervista a Settimia Vashem, in Israele”. La mostra documenta
Spizzichino (...). Alle 20.40 speciale di Gad anche il ruolo di kapo svolto dai prigionieri co-
Lerner con Moshe Bejski, uno dei 1300 ebrei munisti contro gli altri detenuti, quando Bu-
salvati da Oskar Schindler (...). Alle 21 (...) chenwald era sotto l’autorità tedesca.
“Schinder’s List (...): tre ore e mezzo di film (La Stampa, 21/5/97, pag. 11).
senza spot. Infine, alle 0.10, “I sopravvissuti
della Shoa” (...)”. Effettivamente, alle 0.10 ci • Norimberga. Parla Anthony Marreco,
saranno stati solo più pochi sopravvissuti... vice pubblico ministero inglese a Norim-
(Corriere della sera, 5/5/97, p. 30) berga: “fummo invitati a cena da Vishinskij,
che Stalin aveva spedito a rendere omag-
• III. A proposito del film di Spielger: la gio al tribunale, in realtà per intimidirci. Al
‘Schindler’s List era la Goldman’ List’. Emilie momento del brindisi si alzò e disse, più o
Schindler, vedova di Oskar, trasformato in meno: ‘Bevo al vostro dovere, impiccateli
eroe dal film di Spielberg, ha rilasciato una tutti’”. Marreco racconta un altro aneddoto:
intervista al Daily Telegraph nella quale di- “Herr von Schwabeck era socio di Blei -
chiara che suo marito era “un farabutto”. chroeder, il banchiere israelita amico di
Tra l’altro, “Non c’è mai stata una lista com- Bismark che finanziò l’unità tedesca”.
pilata da Oskar. La stilò un uomo chiamato (Il Giornale, 19/3/97, pag. 22).
Goldman. Quell’uomo prendeva soldi per
mettere un nome sulla lista. Niente soldi, • Il tribunale di San Gallo (Svizzera) ha
niente posto nella lista. Me lo disse un certo condannato a due mesi di detenzione un
dottor Schwarz a Vienna. Lui pagò in dia- medico svizzero, Walter Fischbacher, “che
manti per salvare sua moglie”. Goldman era nel 1995 aveva inviato a 103 fra amici, co-
un dipendente di Schindler. La vedova noscenti e vicini messaggi in cui gli ebrei
Schindler vive a San Vicente (Buenos Aires)
con una “pensione pagatale dall’organizza- MEDIO ORIENTE
zione ebraica B’nai B’rith”.
(Il Giornale, 16/10/97, pag. 15; Il Corriere • “A Gerusalemme, nel 1948, i cristiani erano
della Sera, 16/10/97, pag. 11). il 50 per centro della popolazione, ora siamo
ridotti al dieci. In Iraq, nello stesso periodo,
• Revisionismo I “Milan Durica, ordinario sono scesi dal sei al tre. In Giordania si sono
di storia dei Paesi dell’Europa Orientale quasi dimezzati in vent’anni, ne è rimasto
all’Università di Padova”, “conosciuto per i meno del sei per cento” (Dati ricavati da un
suoi commenti favorevoli al regime di convegno della Fondazione Agnelli, a Torino).
Monignor Josef Tiso”, ha pubblicato un (La Stampa, 7/5/97).
manuale di storia in cui si sostiene che “nei
campi di concentramento della Slovacchia • “Un quarto delle abitazioni degli insedia-
non ci furono persecuzioni, anzi aiuti”. “La menti ebraici in Cisgiordania e a Gaza sono
notizia ha sollecitato un’interrrogazione vuote. Lo ha rivelato un’indagine condotta
parlamentare in Italia del senatore della Si- dall’amministrazione di Washington che
nistra Democratica Felice Besostri”. contraddice la tesi del governo isreliano
(La Stampa, 15/5/97, p. 9). secondo cui è necessario costruire nuove
colonie”. (La Stampa, 21/5/97).
52
• “...la polizia [israeliana] ha informato che ne’ sotto la regia di specialisti dell’intelligen-
un ebreo di 63 anni dato per disperso il 9 ce di Israele) fanno testo, di nuovo, i diari di
settembre nei pressi della striscia di Gaza e Sharett, là dove egli riferisce questo discor-
ritrovato il 12, ha confessato di aver tentato so-programma di Dayan: Israele non soltan-
di inscenare un rapimento per gettare to può ma deve inventare dei pericoli e, per
fango sui palestinesi in occasione della visi- far ciò, bisogna che adotti il metodo della
ta del Segretario di Stato americano provocazione legata alla vendetta” [Dai diari
Madeleine Albright”. Il “rapito” era stato di Moshe Sharett (1894-1965), ministro
presentato come uno “scampato all’Olo- degli Esteri e primo ministro di Israele].
causto”. (La Stampa, 22/9/97, pag. 7). (La Stampa, 9/5/97, pag. 6).
• “Il sindaco di Gerusalemme, Ehud • Tre volti del Sionismo. Il Sionismo, nato
$ Rassegna Stampa…
Olmert, è preoccupato per l’alto tasso di cento anni fa, ha molti volti. Ne presentiamo
natalità tra la popolazione araba della città tre. Il volto comunista. Le descrive Fiamma
santa. (...) il sindaco Olmert ritiene che ‘esi- Nirenstein (La Stampa, 14/7/97, pag. 16) re-
sta il pericolo che un cambiamento delle censendo il libro in ebraico di Ze’ev Tzahor
proporzioni tra ebrei e arabi nella città Hazan, Una biografia. Ya’acov Hazan è uno
complichi le già difficili relazioni tra i due dei Padri di Israele. Disse di sé: “Io sono bol-
gruppi. E ciò - ha aggiunto - mi preoccu- scevico e sionista, ma prima di tutto sioni-
pa’”. [Domanda: come farà il sindaco sta”. “...il partito di tutti i primi leader, e di
Olmert a diminuire il numero di arabi?] quasi tutti quanti i combattenti” era il partito
(Il Giornale, 27/5/97, pag. 19). bolscevico Mapam: “su dodici brigate che si
batterono nella Guerra d’indipendenza nel
• “Il Comitato ONU contro la Tortura ha ‘48 nove erano del mapam. Uno dei capi era
concluso che i metodi cui ricorre la polizia Rabin”. Hazan dichiarò: “La nostra seconda
israeliana per estorcere informazioni a pre- patria è l’Urss”. Il volto “religioso”: quello di
sunti terroristi palestinesi equivalgono alla Zvi Kolitz [si parla di lui in un altro passo di
pratica della tortura e deve quindi porvi fine questa rubrica], descritto da Pierluigi Battista
immediatamente. Peter Thomas Burns, (la Stampa, 18/7/97, pag. 23). Cabalista, “vi-
esperto del comitato ginevrino per gli affari scerale anticomunista”, pensa che “la solu-
israeliani, ha espresso il timore che la deci- zione ai problemi di Israele sarà soprannatu-
sione della Corte suprema dello stato rale”. Il volto “nazionalista”: “tutta questa
ebraico di consentire ‘una moderata pres- terra è nostra”; “non ci sono arabi moderati”;
sione fisica’ durante gli interrogatori, sia di- “in linea di massima, l’arabo non anela alla
ventata di fatto una legittimazione della tor- pace come l’ebreo, ad esempio”; “non ab-
tura. Israele ha espresso ‘disappunto’ per biamo scelta, la spada deve essere sempre
le conclusioni del Comitato”. pronta” (da un’intervista a Ytzhak Shamir.
(La Stampa, 10/5/97, pag. 8). (La Stampa, 31/8/97, p. 10).
STORIA
$ Rassegna Stampa…
destra israeliana)... In effetti, si era formato un
picchetto davanti all’entrata della chiesa per mette agli ebrei di questa città di possede-
impedire il passaggio... Dopo che i manife- re dei beni immobili. Ciò, malgrado le pro-
stanti ottennero l’annullamento della messa, teste di Papa Stefano III che scrive all’arci-
l’officiante si concertò con un certo Lehideaux vescovo della città: ‘Siamo stati colmati dal
(è il marito di Martine, vicepresidente del FN?) dolore e tormentati fino alla morte quando
per organizzare una nuova cerimonia. Spesso abbiamo appreso che la plebe giudaica...
criticato anche nella comunità, il Betar-Tagar possiede, esattamente come i cristiani del
ha coraggiosamente dimostrato lo scorso 1 paese, degli allodii (beni ereditari)’. Ma di
maggio la determinazione del popolo ebraico questo tipo di proteste Carlo Magno, esat-
a lottare contro ogni forma di antisemitismo, tamente come suo padre, non si curava mi-
di riabilitazione camuffata, di malsana nostal- nimamente. Egli vede il profitto, soprattutto
gia. Come lo conferma Alex Moïse, (un re- in campo commerciale, che può ricavare
sponsabile del Likud-Francia presente alla dalla presenza ebraica. (...) Da un punto di
manifestazione): “Alcuni parlano, altri agisco- vista giuridico, le leggi promulgate mostra-
no; noi facciamo parte della seconda catego- no l’apertura della Corona: gli ebrei posso-
ria. Fedeli all’insegnamento del nostro movi- no testimoniare in giustizia, intentare dei
mento, dimostriamo, in Israele come nella processi ai cristiani, impiegare della mano
Diaspora, che i nostri nemici ci troveranno d’opera cristiana [alias: schiavi]. Di più:
sempre schierati davanti ad essi”. Carlo Magno dichiara che gli ebrei dipen-
(Actualité Juive, n. 517, 8 mai 1997, p. 17). dono esclusivamente da lui. Il suo figlio e
successore, Ludovico il Pio, prosegue que-
• Territori occupati. Risoluzione ONU del sta politica (...). Questa politica maldispone
25 aprile sui Territori e sul carattere sacro di alcuni. Particolarmente l’arcivescovo di
Gerusalemme. Voti a favore, 314, contrari 3 Lione, Agobardo, che pubblica varie lette-
(Stati Uniti, Israele e Micronesia), astenuti re, delle quali la più nota è intitolata:
11 (Australia, Canada, Isole Marshall, Let- ‘sull’insolenza dei giudei’. Ma l’agitazione
tonia, Liberia, Lituania, Norvegia, Romania, che egli tenta di suscitare non riesce a in-
Ruanda, Uruguay e Germania). fluenzare un monarca che ha scritto alla
(30 Giorni, n. 5, maggio 1997, pag. 32). comunità ebraica di Banyuis: ‘Benché la le-
zione apostolica ci raccomandi di far del
• Volantino distribuito a Parigi, pubblicato da bene ai discepoli della fede, essa non ci
“Le Libre Journal” n. 131, del 21/07/97, pag. vieta di far beneficiare gli infedeli della no-
2. Eccone la traduzione: “Morte agli arabi in stra benevola devozione: ben al contrario,
Francia e in Israele - Incapaci di creare, inca- essa ci esorta a ispirarci rispettosamente
paci di produrre - Gli arabi come i nazisti fini- della misericordia divina e a non fare alcu-
ranno nella spazzatura della storia”. na differenza tra fedeli e infedeli’”.
(Actualité Juive, n. 522, 19/6/97, pag. 20).
Freud, a sua volta avverso agli Asburgo ma anche l’ebraico”) ed Enzo Palmesano (“autore
per motivi di radicale laicità, fumò un sigaro, dell’emendamento di condanna dell’antisemi-
in pubblico e in modo polemicamente ‘ufficia- tismo e delle leggi razziali approvato al
le’, dichiarando di dare a quel gesto un signifi- Congresso di Fiuggi”), è stato in pellegrinag-
cato di omaggio all’ ‘autocrate galantuomo’”. gio al Museo dell’Olocausto, al Parco dei
Giusti e al kibbutz “Combattenti dei ghetti” (Il
• Fascismo. Scrive Maurizio Cabona sul Secolo d’Italia, 8/5/97, p. 12). Intanto i rap-
libro di Zeev Sternhell, Né destra, né sini- porti non vanno male a Milano, dove governa
stra: “Storico delle idee, Sternhell trascura la destra: “Coby Benatoff afferma: “Staremo
però i fatti, in particolare il ruolo che molti alla finestra, attenti e vigili. Alcune enunciazio-
ebrei (Giorgio Del Vecchio, Aldo Finzi, ni di Alleanza Nazionale, alcuni segnali di
Angelo Fortunato Formiggini, Giudo Jung, cambiamento sono importanti e desideriamo
Angelo Oliviero Olivetti, Paolo Orano, verificarli negli atti. La comunità milanese già
$ Rassegna Stampa…
Oscar Sinigaglia, Margherita Sarfatti...) eb- convive con una realtà di questo tipo, perché
bero nella politica, nell’economia e nella gli uomini di A.N. sono al governo della
cultura italiana del fascismo”. Regione Lombardia, e i nostri rapporti con
(Il Borghese, 21/5/97) loro sono buoni, fattivi e corretti” (La Stampa,
13/5/97, pag. 7). Ma la “questione ebraica” in
A.N. è più complessa di quanto sembri.
PARTITI POLITICI Maurizio Molinari (ebreo anticomunista) la
analizza sulla Stampa (29/7/97, pag. 20). Vi
• Liste di proscrizione . “La Lega Nord (...) sono due linee: quella “diplomatica” di
il ms-Fiamma (...) ma anche An, nonostante Zacchera, che punta tutto sulla politica estera
lo spostamento verso il centro (...) sono i tre filo-israeliana e filo-Likud, e quella “storica” di
partiti italiani citati nell’edizione 1997 del Perlasca e Palmesano, secondo la quale A.N.
rapporto su Estremismi in Europa reso pub- deve abiurare esplicitamente tutto il suo pas-
blico ieri a Strasburgo. Il rapporto [è] curato sato antiebraico, coinvolgendo nella condan-
dal Centro europeo sul razzismo e l’antise- na la R.S.I ed il M.S.I. E il governo israeliano
mitismo, finanziato dall’Unione Europea...” fa sapere di preferire la seconda linea alla
(La Stampa, 16/5/97, pag. 5) prima. Niente visita in Israele, se prima A.N.
non si esprime “inequivocabilmente su cin-
• Alleanza Nazionale. Continua il tormento- que punti: condanna delle leggi razziali del
ne Alleanza Nazionale-Israele. Per essere ri- 1938; condanna di ogni forma di antisemiti-
cevuti da Netanyahu si farebbe di tutto, smo; denuncia delle responsabilità del fasci-
anche descrivere un congresso sul caso smo nell’Olocausto; fine di ogni propaganda
Priebke come “una censurabile manifestazio- antiebraica nelle sezioni e nei circoli legati a
ne filo-nazista” e precisare che Giano A.N.; posizione nei confronti di Israele”. Le
Accame “non è iscritto ad AN né lo è mai condizioni sono state poste a Fini da Michael
stato”. Con queste e simili espressioni l’on. Kleiner, deputato israeliano di un partito della
Zacchera scrive alla rivista ebraica Shalom (n. maggioranza (La Stampa, 21/10/97, pag. 7, cf
3, marzo 97, pag. 29) per manifestare “la ve- anche 3/11/97, pag. 6). Gasparri è sconsola-
rità e cioè che A.N. guarda con simpatia e di- to: “Abbiamo fatto molto, ma certo che è dif-
sponibilità al mondo ebraico ed al governo ficile dialogare con Israele”; persino Violante è
israeliano”. L’11 aprile, Netanyahu ha pro- più comprensivo, aggiunge Gasparri (La
messo a Marco Zacchera, “plenipotenziario Stampa, 5/11/97, p. 4). Intanto Netanyahu
di An per Israele”, che l’incontro con Fini si viene a Roma e ha già detto che non incon-
“farà presto” (La Stampa, 8/5/97). In mancan- trerà Fini. Il Purgatorio di A.N. è senza fine, al
za di Fini, vanno in Israele i suoi rappresen- punto di assomigliare all’Inferno...
tanti: “Franco Perlasca, consigliere di An a
Padova, componente l’Assemblea Nazionale, • Lega. Qualcuno ha sperato che il partito
è appena tornato da un viaggio in Israele, se- di Bossi, mettendo in discussione l’unità
guito ad un incontro con il rabbino capo Elio d’Italia, condannasse pure il liberalismo
Toaff e ad una visita, in preparazione del viag- anti-cattolico e massonico che la ispirò.
gio, all’ambasciatore Yehuda Millo”. Perlasca, Ecco tre citazioni per disilludersi: 1) R.
con Gerardo Bovenzi (“ha studiato per due Brusadelli, de La Padania, risponde a un
anni all’Università di Gerusalemme (...) parla lettore cattolico: “Criticare la Chiesa, si può
55
(...) Né mi sento di commentare la frase per cui il nemico per i cattolici è il ‘materialismo
ateo e la massoneria’: penso che qualche ‘defensor fidei possa fare più danno” (La
Padania,21/5/97). 2) “Vedono che non c’è più la spinta del Concilio Vaticano II (...) Quanto è
lontano lo ‘scandaloso’ incontro tra Giovanni XXII, un grande lombardo, ed il genero di
Kruschov, a segnalare la rinuncia della Chiesa all’attività politica. (...) Schioccano ancora le
staffilate del Cardinal Sodano, il Segretario di stato, sul povero Prodi, che aveva osato sot-
tolineare la possibilità che anche dentro la Chiesa qualcuno possa fare delle richieste illeci-
te. ‘La Chiesa non sbaglia mai’, le ragioni della Chiesa e della sua gerarchia annullano quin-
di tutte le altre, anche quelle della coscienza. La religione non è certamente l’oppio dei po-
poli, ma la sua organizzazione e la sua gerarchia da Costantino in poi certamente lo sono.
(...) Non è per caso che già da tempo molti padani, alla loro morte, si facciano seppellire
con la bandiera padana e della Lega ad accompagnarli nel lungo viaggio, se rinasceranno,
$ Rassegna Stampa…
rinasceranno Padani. È anche un segno di quanto sia ormai mal sopportata in Padania la
chiesa romanocentrica”.
(Dall’editoriale di Umberto Bossi, L’esercito di Franceschiello. Ritorna il nazionalsocialismo,
in La Padania, 17/8/97). 3) La Chiesa è “una nemica dedita a pratiche come quella del pane
e del vino...”. Parola di Umberto Bossi, (cf La Stampa, 7/10/97, pag. 7).
• Front National. Il partito di Le Pen è violentemente attaccato dai nemici della Chiesa in
genere, e dal B’nai B’rith in specie. Eppure non tutto è perfetto... Vediamolo in due cita-
zioni: 1)Titolo di un articolo di Jean Madiran: “Le Front National en appelle à tous les
français sans distinction de race, d’ethnie, ni de religion” (Il Fronte Nazionale fa appello a
tutti i francesi, senza distinzione di razza, etnia o religione). “Il Fronte Nazionale” prosegue
Madiran “non ha alcuna ostilità sistematica nei confronti di una categoria razziale, etnica o
religiosa. La sola distinzione che mantiene, come lo fa la stessa Costituzione, è tra i
Francesi e gli stranieri. La sola preferenza che preconizza, è la preferenza nazionale”
(Présent, 2/4/97, pag. 1). 2). “...Bernard Anthony e Jean-Pierre Cohen, co-presidenti del
Circolo di amicizia francese ebraica e cristiana firmano un opuscolo corto - ma molto do-
cumentato - intitolato: Né razzisti né antisemiti, il Fronte Nazionale risponde alle organizza-
zioni ebraiche che lo combattono ingiustamente...”. Dichiara Bernard Anthony: “...questo
opuscolo è un omaggio reso a qualche personalità. L’omaggio dovuto a Simone Weil, l’in-
contro della mia vita, che conosco per intercessione, mediante il mio amico e maestro
Gustave Thibon...”. (Présent, 9/4/97, pag. 1 e Faits & Documents, 15/4/97, pag. 1).
ebraica italiana (...) e mi inchino di fronte alle • II. Il presidente dell’Associazione delle
vittime dell’Olocausto. (...) Sono amico per- Comunità Ebraiche italiane, Tullia Zevi, è
sonale di Shimon Peres...”. Malgrado ciò “il stata chiamata a far parte del comitato dei
rabbino Toaff ha fatto sapere che poco glie- 5 “saggi” che compongono la commissio-
ne importa delle scuse di Vittorio Ema - ne d’inchiesta governativa sulle torture che
nuele”. Il Governo ha poi deciso di non rida- l’esercito italiano avrebbe commesso in
re ai membri di Casa Savoia i diritti civili. Somalia. (Cf La Stampa).
• II. Dalla lettera di Vittorio Emanuele al rab-
bino Toaff, del 7 maggio 1997: “...la parità • Il “Caso Scalfaro”. Ancora recentemen-
dei diritti civili fu concessa a metà del secolo te, il nostro Presidente della Repubblica si
scorso dal mio antenato Carlo Alberto già è presentato come “amico di Israele”.
per il Piemonte ed estesa poi dal Re Vittorio Invano gli contesta questa qualifica il fon-
Emanuele II a tutta l’Italia dal 1871. (...) La
$ Rassegna Stampa…
lo difende l’attuale ministro Dini (cf La di pagliuzza israeliana e di trave siriana), Fini,
Stampa, 2/8/97, pag. 2). e l’on. Zacchera (An) che irride a “Mons.
3 agosto. Intervista a Maurizio Molinari di Scalfaro”, aggiungendo di augurarsi che “fi-
Fares Kadura (deputato palestinese): “Ora nalmente le autorità israeliane si rendano
temo per lui (Scalfaro), deve stare attento, conto di chi siano i loro veri amici in Italia, e
gli ebrei si mobiliteranno contro di lui in chi invece lo sia, ecumenicamente, solo di
Italia come hanno fatto in Francia contro facciata” (Il Giornale, 9/11/97, pag. 2).
Chirac dopo la sua visita a Gerusalemme”
(La Stampa, 4/8/97, pag. 7). • Russia . La Duma, con 337 sì contro 5
7 agosto. Un elicottero con a bordo quattro no, ha approvato la legge “Sulla libertà di
caschi blu italiani e uno irlandese si schianta coscienza e le associazioni religiose” che di
nella zona aerea del Libano controllata da fatto legittima solo “le cosiddette confes-
sioni tradizionali: islam, giudaismo, buddi-
$ Rassegna Stampa…
Israele. I corpi sono portati in Israele per
l’autopsia. Post hoc, propter hoc? smo e cristianesimo di rito ortodosso (...) è
2 novembre. Polemiche per la prossima vi- evidente che il vero obbiettivo sono i catto-
sita di Scalfaro in Libano ove, tra le forze lici, i nemici di sempre (...). Per l’occasione
politiche presenti in parlamento, incontrerà alla Duma si è potuto osservare una com-
anche quelle filo-iraniane e filo-siriane. Per movente quanto rara dimostrazione di spiri-
Martino, “un viaggio da condannare”. to ecumenico, con l’arcivescovo Serghej, il
(Il Giornale, 3/11/97, pag. 7). rabbino Shaevich e il muftì Gainutdin che
5 novembre. “Scalfaro filoarabo attacca applaudivano i deputati dal palco del go-
Israele” titola in prima pagina Il Giornale del verno...”. Il presidente Eltsin ha prima rifiu-
7 novembre. Questo, per aver chiesto il riti- tato di firmare la legge, ma l’ha, in seguito,
ro di Israele dal Libano del Sud, in rispetto sottoscritta.
alla risoluzione ONU. (La Stampa, 20/6/97, pag. 10).
6 novembre. “Raid israeliano contro Scalfaro.
Gerusalemme replica con le bombe ai procla- • Spagna. “Con un dottorato honoris
mi filoislamici del presidente in Libano” (Il Gior- causa e la Medaglia alla Democrazia, la più
nale, 7/11/97, pag. 17); “I razzi di Israele sfiora- antica università ebraica degli Stati Uniti [la
no Scalfaro” (La Stampa, 7/11/97, pag. 7). Università di Yeshiva di New York] ha reso
7 novembre. “Ripetute al Parlamento di tributo al Re di Spagna per la sua leader-
Beirut le dichiarazioni antiebraiche di gio- ship democratica (...) Nel documento di
vedì [5 nov.]” (Il Giornale, 8/11/97, pag. 12). giustificazione della medaglia l’università
A. Plebe, il filosofo ex marxista, ex missino, sottolinea che (...) fece una storica visita
ex radicale, commenta: “L’Italia è forte- alla sinagoga di Madrid”
mente sospetta di sottostare periodica- (Alerta, 9/4/97)
mente a tentazioni anti-israeliane. L’episo-
dio di Sigonella non lo ha dimenticato nes- • U.S.A. I “La politica estera americana”
suno (...) [Scalfaro] in fondo all’animo è il scrive Sergio Romano, è “un compromes-
più integralista dei cattolici [fosse vero! so tra l’interesse generale degli stati Uniti,
n.d.r.] e si sa che, nonostante la nuova poli- come è percepito dalla sua migliore classe
tica del Vaticano che tende la mano agli dirigente, e una miriade di interessi locali o
ebrei, l’integralismo cattolico non riesce a settoriali”. Insomma, la politica della “mag-
fare a meno di parteggiare per chi vorrebbe giore potenza mondiale” sarebbe condizio-
distruggere Israele” (ibidem). nata da varie lobby. La prima citata è “la
8 novembre. Scalfaro dichiara che egli ha lobby ebraica”, che influenza le questioni
solo sostenuto in Libano la posizione del mediorientali; la seconda, “la lobby di New
Governo, che conferma. “E poi sono andato York, composta da uomini politici, come il
nel Sud [del Libano] per i nostri soldati, per i sen. Alfonse D’Amato, che tengono d’oc-
quattro elicotteristi italiani morti recentemen- chio il voto dell’elettorato ebraico (...)” fo-
te”. Contro il Presidente si schierano i “laici” mentando una campagna anti-elvetica che
senatori di Forza Italia Vertone e Pera danneggia gli stessi interessi americani.
(Scalfaro “è un democristiano”), il vice-presi- (La Stampa, 30/8/97, pag. 9).
dente della delegazione parlamentare • II. “L’allarme-attentati [negli USA] coinci-
Unione Europea-Israele, Luigi Fiorio (Fi), il di- de con la pubblicazione di un rapporto
rettore del Secolo d’Italia Malgieri (che parla della Anti-Defamation League [del B’nai
58
B’rith] che descrive la crescita del fenome- israeliano con l’Iran”! (La Stampa, 17/4/97).
no delle milizie in tutto il Paese”. • Sovrappopolazione. “In tutto l’Occidente
(La Stampa, 19/4/97, pag. 4). - anche negli Stati Uniti e in Giappone - il
tasso di fertilità è sceso sotto la soglia del
• Iran. Nahum Manbar, “l’israeliano del 2,1 per cento necessaria per mantenere
kibbutz e dei paracadutisti”, “intimo amico, stabile la popolazione. (...) Oggi in Italia due
accolto in tutti i salotti, di gran parte della genitori hanno in media 1,2 figli... (...) se in
classe dirigente israeliana, uomini di sini- Italia continueranno a nascere così pochi
stra compresi”, è un “trafficante d’armi bambini, la popolazione italiana finirà per
milioni di franchi svizzeri [sa- Agosto: “Udienza collettiva nizzare Pio XII. (Il Messag-
rebbero stati] fagocitati dalle nel tribunale di Brooklin” nel gero, 11 settembre).
casseforti del Vaticano du- “maxi-processo” che vede Ottobre: Per il Congresso
rante la guerra e da allora “18000 americani vittime Mondiale Ebraico Berna do-
scomparsi nel nulla”. Il della Shoah coalizzati per vrebbe risarcire tra i 2 e 3 mi-
Vaticano smentisce. Ma chiedere agli istituti di credi- liardi di dollari (3500-5000 mi-
“c’è persino chi si dice con- to svizzeri, tramite un nutrito liardi di lire) “frutto dell’oro
vinto che nei sotterranei gruppo di astuti legali, la re- che le vendettero i nazisti”. La
d’Oltretevere sia gelosa- stituzione di beni che essi Svizzera risponde di aver già
mente conservato persino il valutano a non meno di 20 pagato agli Alleati 100 miliardi
tesoro ebraico del Tempio miliardi di dollari”. Intanto, un di lire nel 1946 (Stampa, 8 ot-
di Gerusalemme)”. rapporto dei servizi segreti tobre, pag. 10). La “rappresa-
$ Rassegna Stampa…
(Il Giornale, 23/7/97, pag. 18). americani del 1946 accuse- glia” non tarda. La Morgan
Svizzera. G. Krayer, a nome rebbe il “Credito Svizzero” di Bank e l’Ubs (Union de
dell’Abs (Associazione Ban- aver finanziato la Germania. Banque Suisse) avevano fatto
chieri Svizzeri) chiede per- (La Stampa, 1/8/97, pag. 9). la migliore offerta al Comune
dono in pubblico, e rende In Italia, il ministro Ciampi ha di New York per la concessio-
nota una lista di 1756 conti donato a Tullia Zevi, in quan- ne di lettere di credito (per
con 1872 correntisti che to presidente della Comunità “solo” un mlione di dollari).
non danno segni di vita dal Ebraica, dei beni non recla- Ma il revisore dei conti di New
1945. L’Agenzia Ebraica ha mati di ebrei triestini. “Per York si chiama Alan Hevesi, è
dichiarato “insignificante e poterli restituire, saltando ebreo, e rifiuta di sottoscrivere
tardiva” l’operazione. Per il ogni difficoltà burocratica, su l’accordo, d’accordo col sin-
Congresso Ebraico “questo proposta del governo il daco Giuliani. L’Ubs è esclu-
è solo un primo passo”. Il Parlamento ha approvato [a sa dall’affare, malgrado le
Centro Wiesenthal si lamen- luglio] una legge che, tra proteste del Dipartimento di
ta che nella lista ci siano l’altro, sancisce un principio Stato americano (Stampa e
molti non ebrei, persino dei importante: tutti i beni ‘...sot- Gior nale, 11 ottobre). La
nazisti, e si chiede: “che co- tratti per ragione di persecu- Svizzera deve pertanto mette-
sa ne è stato delle cassette zione razziale a cittadini re sul mercato 1400 tonnella-
di sicurezza?”. Il deputato ebrei, che non sia stato pos- te d’oro: “il ricavato darà vita a
svizzero Ziegler dice, ripren- sibile restituire ai legittimi un fondo per la solidarietà de-
dendo un calcolo dell’Agen- proprietari’ e che siano an- stinato anche a indennizzare
zia Ebraica, che le banche cora custoditi dallo Stato a gli ebrei i cui conti furono in-
devono pagare non 100 mi- qualsiasi titolo, devono esse- camerati dai nazisti” (La
liardi (di lire) ma diecine di re assegnati all’Unione delle Stampa, 25 ottobre, pag. 1).
migliaia di miliardi. (cf Stam- Comunità ebraiche” (La Si giunge così al termine
pa e Giornale del 24 e 25 lu- Stampa, 5 agosto, pag. 13). provvisorio della capitolazione
glio). Tra le “vittime dell’Olo- (Come se i beni dei cittadini svizzera, con la pubblicazione
causto” che avevano un cattolici senza eredi doves- di altri 14.000 conti correnti
conto in banca in Svizzera sero andare per legge al Va- dormienti dal 1945, per un va-
appare il nome della madre ticano!). lore di 18 milioni di franchi
dell’ambasciatrice USA in Settembre: Il rabbino Hier svizzeri (circa 21 miliardi di
Svizzera, Madeleine Kunin. del Centro Wiesenthal di Los lire): “la Svizzera ha messo di
(Stampa, 27 luglio, pag. 6). Angeles ritorna alla carica nuovo ko il mitico segreto
Intanto, i “superstiti del - con il Vaticano per la que- bancario”.
l’Olocausto” hanno denun- stione dei “beni di 900.000 (Il Giornale, 30 ottobre, pag. 12).
ciato a New York le banche ebrei, zingari e serbi confi-
svizzere (Giornale, 27/7/97, scati dai nazisti croati” che • Denti.“La Bbc accusa:
pag. 16) e il Presidente del sarebbero finiti nelle casse Berna coniò monete con
Con gresso Mon diale E - vaticane. Il rappresentante in l’oro dei denti strappati agli
braico, Bronfman, annuncia Europa del Centro Wiesen- ebrei”. Le monete, da 20
che “assisteremo al crollo thal ne ha parlato personale- franchi, sarebbero “un classi-
del segreto bancario” - mente con Giovanni Paolo II. co dono per il battesimo nei
elvetico. Hier ha aggiunto che sareb- paesi occidentali” (Il Giornale,
(Il Giornale, 30/7, pag. 17). be “un grave errore” cano- 18/6/97, pag. 20). La Svizzera
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ha smentito di aver coniato alla propria comunità ebraica che non erano luoghi di de-
monete d’oro utilizzando le che fine abbiano fatto ingenti tenzione: i rifugiati vi si reca-
protesi dentarie delle vittime patrimoni e beni immobiliari vano spontaneamente se
dei campi di sterminio nazi- requisiti negli anni 1939- non sapevano dove andare,
sta. (...) Un portavoce del go- 1945. È questa la conclusio- e in cambio del loro lavoro
$ Rassegna Stampa…
verno di Berna ha sostenuto ne principale del libro ‘Oro di ricevevano vitto, alloggio e
che esistono prove che l’oro razza’ presentato ieri dal suo un piccolo stipendio...” (Il
utilizzato per la produzione autore, il corrispondente del- Giornale, 18/6/97, pag. 20).
delle monete risale a prima l’Ansa a Tel Aviv, Furio Mor- Analogo problema con la
della guerra”. (Il Giornale, roni”. Morroni stima a 800 ditta tedesca Siemens, con-
19/6/97, pag. 22). miliardi di lire la cifra del rim- testata proprio in occasione
borso, malgrado “una novan- dei festeggiamenti per i suoi
• Immobili. Germania. “Te- tina di pur lodevoli provvedi- 150 anni. Hermann Franz, a
soro dell’Olo causto: dopo menti” di risarcimento già ef- nome della ditta, ha chiesto
Berna lo scandalo di Ber - fettuati dallo Stato italiano! scusa per il lavoro coatto
lino. Gli ebrei (molti stranieri) (La Stampa, 30/5/97, pag. 8). avvenuto durante la guerra,
rivendicano case e opere ma ha rifiutato i richiesti ri-
d’arte per miliardi di marchi. • Lavoro coatto.“Il Con - sarcimenti, in quanto “l’a -
Secondo lo ‘Spiegel’ le vitti- gresso Mondiale ebraico (...) zienda già 40 anni or sono
me della Shoa possedevano ha reso pubblico un docu- versò la sua parte ad un
gran parte della capitale, ma mento (...) secondo il quale fondo versato a tale scopo”
Hitler e la DDR distrussero i nel 1942 l’FBI sapeva che (La Stampa,13 ottobre 1997,
titoli di proprietà” (La Berna internava i profughi pag. 12). Hanno chiesto per-
Stampa, 18/5/97, pag. 8). ebrei in campi di lavoro (...). dono anche l’Ordine dei me-
Italia. “Così come la Svizzera ‘Non facciamo confusione - dici e il Sindacato di polizia
ed altri paesi europei, anche ha precisato un portavoce francesi, ma non si sa se ci
l’Italia potrebbe essere pre- del governo elvetico - la sono state richieste di
sto chiamata a riaprire alcuni Svizzera non ha mai costret- risarcimenti. (Cf La Stampa,
vecchi archivi per spiegare to nessuno in quei campi, 12/10/97, pag. 8).
egli stesso un dirigente di una associazione sa- ta che è, per la Chiesa cattolica, “la Setta”
tellite della TFP, Alleanza Cattolica. per eccellenza. Nulla di tutto questo.
Introvigne preferisce attaccare gli ispiratori
Il “Rapporto Guyard”, la TFP, e i “lefebvri- del rapporto (oltre ai Renseignements géné-
ani/sedevacantisti” raux, i servizi segreti francesi), ovvero i mo-
vimenti “anti-sette” (laicisti) o “contro le
L’opuscolo della TFP allude all’ultima te- sette” (religiosi). Nel far ciò, egli si oppone
gola che è caduta in testa al discusso movi- non solo ai più facinorosi e laicisti tra questi
mento brasiliano. Il rapporto d’inchiesta gruppi, ma anche a movimenti “cattolicissi-
sulle sette dell’Assemblea Nazionale france- mi” come il GRIS (Gruppo di Ricerca e di
se del 10 gennaio 1996 (detto Rapporto In formazione sulle Sette), al quale, un
Guyard) ha incluso nella sua lista di sette da tempo, appartenne pure Introvigne. Sulla
tenere sotto controllo proprio la TFP! Para- questione, ci sarebbe da discutere. Cantoni e
dossalmente, il “noto studioso di sette” Introvigne si appellano alla dichiarazione
Massimo Introvigne apparterrebbe, a sua conciliare Dignitatis humanæ personæ per
volta, ad un movimento satellite di una setta! giustificare la più ampia libertà di pensiero e
La cosa non fa certo piacere alla TFP, spe- di organizzazione per tutti i “nuovi movi-
cialmente dopo le disavventure giudiziarie menti religiosi”, finanche i più ripugnanti.
che costrinsero l’associazione a chiudere la Non siamo naturalmente d’accordo su que-
scuola di Saint-Benoît nel 1979, gli altri guai sto presupposto, anche se noi pure neghia-
avuti recentemente in Spagna (1995), quelli mo allo Stato (tanto più quello laico di oggi)
più antichi in Venezuela (1984), la condanna il diritto di stabilire i limiti dell’ortodossia, e
dell’episcopato brasiliano nel 1985, eccetera. paventiamo una persecuzione del cattolice-
Di fronte a queste difficoltà, le TFP ed i suoi simo sotto il pretesto di estirpare le “sette”.
satelliti fanno quadrato. Per difendere le Il secondo compito di Introvigne consi-
TFP e l’Opus Dei (quasi altrettanto cara ai ste nel difendere ogni genere di sette per
nostri “controrivoluzionari”), occorrerà: salvare, nel mucchio, anche le TFP.
1) attaccare i movimenti anti-sette (che Un documento ufficiale del CESNUR di
osano includere tra le sette TFP e Opus Dei). Torino e del CESNUR USA (29 gennaio-6
2) Difendere a spada tratta la libertà re- febbraio 1996), intitolato Instaurazione di
ligiosa delle sette più incredibili (se la scam- un diritto di persecuzione? Una risposta al
pano loro, a fortiori la scampiamo noi). rapporto della Commissione d’Inchiesta sulle
3) Vendicarsi dei “lefebvriani/sedevacan- Sette, e pubblicato in appendice nel libro
tisti”, presunti colpevoli delle denuncie con- succitato (pp. 120-126) difende, rilevando
tro la TFP e l’Opus Dei, denunciandoli a loro vari errori del rapporto Guyard, il New Age,
volta come settari, senza nascondere troppo il Moon, il Lectorium Rosacrucianum, la
desiderio di vederli, al proprio posto, in un Wicca, The Family (ex Bambini di Dio) (10),
futuro e più aggiornato “rapporto Guyard”. la Chiesa di Dio Universale, la religione
E chi, meglio del “noto studioso” Massimo Aumista, la Soka Gakkai e i raeliani, per ar-
Introvigne potrà incaricarsi della bisogna? rivare, infine, alla TFP (seguita da Scien-
tology). Il documento, sottoscritto da otto
Liberté, égalité, fraternité accademici, il primo dei quali è l’Introvigne,
si chiude invocando nientemeno che “il
“Sette” e “diritto di persecuzione”: le ra- motto con cui la Francia ama essere rappre-
gioni di una controversia. È questo il titolo sentata nel mondo intero: Libertà, ugua-
del contributo di Introvigne al libro già cita- glianza, fraternità”! Niente male, per gli
to scritto in collaborazione con Giovanni acerrimi nemici della rivoluzione francese...
Cantoni. In questo intervento, Introvigne
assolve egregiamente ai tre compiti che gli Rapporto sulle sette? Togliete la TFP, met-
sono stati affidati. Il saggio è, direttamente, tete i sedevacantisti!
contro il “rapporto Guyard”. Introvigne po-
trebbe affondarlo facilmente ricordando, Il terzo compito, denunciare gli odiati “le-
come hanno fatto gli amici di Lectures febvriani/sedevacantisti”, è portato a termine
Françaises, che il relatore del rapporto, dal “noto studioso” al punto 4 della sua Breve
Guyard per l’appunto, è egli stesso un mas- analisi critica del ‘rapport Guyard’ (pp. 105-
sone, membro pertanto di una società segre- 106): sono le pagine parzialmente citate anche
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dall’opuscolo della TFP romana. Il punto s’in- dotto campagne contro le ‘sette’ dai toni parti-
titola Le strane omissioni del rapporto. colarmente violenti (14). Se si trattasse soltanto -
Abbiamo già ricordato come la rivista fondata o principalmente - della difesa della dottrina
dal celebre studioso della massoneria Henri cattolica tradizionale, non ci sarebbe da stupir-
Coston, Lectures Françaises, avesse sottolinea- si. Ma, di fatto, questa letteratura fa propri gli
to una evidente omissione del rapporto: quella argomenti del movimento anti-sette laicista...”.
della massoneria (11). Introvigne non se ne Ma quando mai, caro Introvigne? Nessuno di
scandalizza affatto. Le “strane omissioni”, per noi adotta tali argomenti! Ma ecco la replica
lui, sono ben altre. La prima, che ogni buon del rosso (15) sociologo: “...e attacca volentieri
agente del Mossad non avrebbe mancato di come ‘sette’ realtà del mondo cattolico come la
segnalare, è quella “dei gruppi islamisti radica- TFP e l’Opus Dei”. Ecco il vero delitto!
li, le cui connessioni con il terrorismo sono ben Attaccare TFP e Opus Dei! Ed ecco la calun-
note” (p. 105) (12). Subito dopo i “terroristi nia di Introvigne, che dopo aver tanto attacca-
islamisti”, Introvigne denuncia i “lefebvriani to il ‘complottismo’ di chi vede satanisti e giu-
/sedevacantisti”: “Un’altra singolare omissione deo-massoni sotto il letto, si trasforma imme-
riguarda i gruppi [ai quali Introvigne aderì nel diatamente in ‘dietrologo’ ed immagina que-
passato! n.d.a.] che hanno rotto con la Chiesa sto fantasioso scenario made in Brazil: “sorge
cattolica per via di scisma, come la Fraternità legittimamente il sospetto che il movimento
san Pio X, fondata dal defunto Mons. Marcel anti-sette si serva di certi gruppi ‘lefebvriani’ e
Lefebvre, e i numerosi gruppi ‘sedevacantisti’ sedevacantisti come di truppe d’avanguardia, di
presenti in Francia, che criticano come troppo guastatori, da gettare nella mischia per la prima
moderata la posizione della Fraternità San Pio carica all’arma bianca; e, naturalmente, da sa-
X, considerano la sede di Roma ‘vacante’ e crificare al momento opportuno, giacché -
Giovanni Paolo II non ‘veramente’ Papa” (p. adottando i criteri consueti del movimento anti-
105). Dopo aver lanciato il sasso, il nostro de- sette - questi gruppi potranno facilmente essere,
latore nasconde ipocritamente la mano, preci- a loro volta, squalificati come ‘sette’ quando, se
sando di non intendere aumentare il numero e nella misura in cui sarà necessario” (p. 106), e
dei movimenti settari denunciati nel rapporto: con il premuroso suggerimento di Introvigne,
“sia ben chiaro: non auspico affatto che l’eti- aggiungiamo noi, che ha provveduto da tempo
chetta di ‘setta’, particolarmente odiosa nel a includere i ‘lefebvriani/sedevacantisti’ nella
senso in cui la intende la commissione, sia ap- lista delle ‘sette’ (o ‘nuovi movimenti religiosi’,
plicata a un numero ancor maggiore di quello, come più elegantemente scrive lui).
già eccessivo, dei movimenti menzionati nel La realtà, caro Massimo, è molto più sem-
rapporto. Tuttavia...” (pp. 105-106). Tuttavia, è plice, e non abbisogna di ipotesi così “malizio-
chiaro che gli rode assai “che si debbano men- se”. Il “Rapporto Guyard”, Introvigne lo di-
zionare la TFP - i cui dirigenti e soci non sono mentica (?), ha attaccato anche il movimento
mai stati colpiti da scomuniche - (...) e non in- “cattolico tradizionalista”, al pari della TFP.
vece gruppi ultra-tradizionalisti o sedevacanti- Nella rete, per l’esattezza, è cascata la CRC
sti, nei cui confronti spesso una scomunica vi è (Contre-Réforme Catholique) dell’abbé de
stata” (p. 106). Insomma, Introvigne, non trop-
po nascostamente, invita il Parlamento france- Foto pubblicata in un articolo di Respinti. Gli anticomu-
nisti USA manifestano per la libertà degli ebrei sovietici
se, in occasione di una riedizione del
Rapporto, a cancellare la TFP ed inserire tra-
dizionalisti e sedevacantisti (magari anche la
rivista Sodalitium che tanto lo infastidisce), in
base alla ortodossia “wojtyliana”.
Dalla rabbia, Introvigne (e i suoi commit-
tenti) passa... al delirio (una volta tanto il
‘complottista’ è lui). Ecco la frase riportata
anche dall’ufficio TFP di Roma nella risposta
a Pietro Parenzo, nonché da Roberto De
Mattei nella biografia di Plinio (13): “Vi è però
un’ipotesi più inquietante o, se si vuole, più ma-
liziosa. Particolarmente - ma non solo - in
Francia, negli ultimi anni, diverse pubblicazio-
ni ‘lefebvriane’ e ‘sedevacantiste’ hanno con-
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Nantes, con gravi conseguenze nei propri rap- “colossale sforzo intellettuale, culturale e scien-
porti col vescovo locale. Introvigne e il tifico”. Tante lodi solo per pubblicizzare un
Cesnur, che difendono i Bambini di Dio e la libro di Introvigne su Dracula (tema sul quale
Wicca, non sprecano una parola per il cattoli- egli è “un grande esperto” in quanto “presiden-
co de Nantes, così vicino, per tanti versi, alla te della sezione italiana di The Transylvanian
TFP. Non c’é quindi nessuna protezione sui Society of Dracula”)? Certamente no. Da
“tradizionalisti” da parte di Guyard e soci: Dracula Respinti passa ai Bambini di Satana
semmai c’è stata una dimenticanza (che il (chiamati una volta per sbaglio, lapsus freudia-
Cesnur non manca di sottolineare: grazie di no? Bambini di Dio) di Marco Dimitri, ralle-
cuore!). Se de Nantes è caduto nella rete è grandosi - col Cesnur - per il proscioglimento
semplicemente perché dei fuoriusciti del suo decretato dal tribunale il 20 giugno c.a. In ef-
movimento lo hanno accusato (a torto o a ra- fetti, scrive Respinti, se si comincia col perse-
gione, questo non mi interessa nel contesto di guitare costoro, si “finisce poi per trascendere
questo articolo) di dottrine e comportamenti in maniera scomposta come nel caso di certi re-
certamente ‘settari’. La stessa cosa è successa centi processi culturali che hanno avuto come
alla TFP e all’Opus Dei. Ecco perché - sempli- oggetto importantissime realtà cattoliche come
cemente - TFP, Opus Dei e CRC sono citati l’Opus Dei, le Società per la Difesa della
nel rapporto e la Fraternità San Pio X invece Tradizione, della Famiglia e della Proprietà, il
no. Anche l’Istituto Mater Boni Consilii non è movimento dei Foco larini, Comunione e
incluso (almeno per ora) nella lista delle sette Liberazione e addirittura Madre Teresa di
(forse perché non esistono le litanie della Calcutta e le sue consorelle”. È il caso di dire:
mamma di don Ricossa, come invece esistono tutti i salmi finiscono in TFP (18).
quelle della mamma del dottor Plinio), men-
tre si trova da anni, e al posto d’onore, nella Taradasch controrivoluzionario?
ben più pericolosa lista del rapporto sull’‘anti-
semitismo’. Come vede, caro Massimo, non Libertà Religiosa e legislazione anti-sette: è
godiamo (come Lei) di alcuna protezione in il titolo di una ‘tavola rotonda’ che si è tenuta
alto loco, come “maliziosamente” si lascia cre- a Roma nel giugno 1997 per presentare il
dere ai lettori delle edizioni di Cristianità. libro di Cantoni e Introvigne del quale abbia-
mo già parlato, e di cui ci parla il militante di
Il Presidente Introvigne (della Società Alleanza cattolica Francesco Pappalar do,
Transilvana di Dracula) e Marco Respinti sempre sul Secolo d’Italia (19). Organizzatori:
l’IDIS (Istituto per la Dottrina e l’Informa-
Nel prosieguo dell’articolo ritornerò su zione Sociale) e Alleanza Cattolica, tra i quali
Marco Respinti e la sua strana dottrina so- vige la distinzione che c’è tra la zuppa e il pan
ciale cattolica, che Gianfranco Morra chia- bagnato, dato che il rettore dell’IDIS è
merebbe “cattocapitalismo” ( 16). Respinti Giovanni Cantoni, mentre il reggente di
scrive sul quotidiano di Alleanza Nazionale, Alleanza è Giovanni Cantoni. Tra i parteci-
Il Secolo d’Italia, ma è anche un militante di panti alla tavola rotonda, oltre ai “rappresen-
Alleanza Cattolica. Se Massoneria oggi rac- tanti di alcuni nuovi movimenti religiosi”,
comanda i libri di Introvigne e Zoccatelli, anche la Fumagalli Carulli, nonché “la voce
non lo farà Respinti, che condivide con essi del padrone”, ovvero Juan Miguel Montes
la militanza ‘alleantina’? Nessun dubbio. Cousino, “direttore dell’ufficio Tradizione,
Leggiamo dunque la recensione di un libro Famiglia, Proprietà”. Ma ecco una sorpresa:
di Introvigne fatta da Respinti (17). Il militante tra i conferenzieri spicca il nome del deputato
di Alleanza cattolica non lesina le lodi al suo di Forza Italia, Marco Taradash, liberale, li-
Gerarca: i libri di Introvigne sono “altamente bertario e libertino, per lunghi anni celebre
scientifici”, il suo studio sul satanismo “monu- spalla di Marco Pannella nella guerra al catto-
mentale”. Egli è “indagatore indefesso... detec- licesimo, guerra che ora conduce nel partito
tive non dell’impossibile... ma del possibilissi- di Berlusconi (P. 2). Taradash “ha espresso
mo... caposcuola capace...”. I suoi studi “forni- apprezzamento” per l’opera svolta dalle orga-
scono le migliori - le uniche - chiavi davvero in- nizzazioni di Cantoni; Cantoni dovrebbe
terpretative...”; la sua creatura, il Cesnur, è preoccuparsi e chiedersi: dove ho sbagliato?
“una rete di organizzazioni accademiche inter- Invece, Taradash viene arruolato tra gli ascari
nazionali”. Non stupiamoci allora se “il della controrivoluzione, senza che Montes
Cesnur e il suo direttore” hanno profuso un muova un ciglio. Il massimo è raggiunto da
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particolare le parole di Frank S. Meyer - l’apo- suoi capi) vogliono quindi farci seguire
stolo nordamericano della ‘fusione’ tra con- Burke, un anglicano (ma di madre cattolica,
servatorismo tradizionalista e ‘liberalismo per carità!) ed un massone! E perché mai?
anglosassone’ in un’ottica di efficace azione an- Egli si oppose alla Rivoluzione francese, e
tiprogressista (...) che convertitosi al cattolicesi- fu favorevole a quella americana: un liberal-
mo poco prima di morire affermava: ‘Viviamo conservatore, dunque. Burke, era un wigh,
nel mezzo di una rivoluzione diretta a distrug- appartenente cioè al partito del Parlamento
gere la civiltà occidentale. I conservatori, per avverso all’assolutismo regio; ma per lui il
definizione, sono i difensori di tale civiltà; e in parlamento è sì espressione del “popolo”, ma
un’epoca rivoluzionaria ciò significa che essi il popolo parla attraverso “l’aristocrazia natu-
sono e debbono essere controrivoluzionari” rale” composta soprattutto dai proprietari ter-
(30). Possiamo dire, senza tema di essere smen- rieri: “la civiltà dipende dalla proprietà e dalle
titi, che TFP, Alleanza Cattolica, Centro sue ineguaglianze” (33): musica per le orecchie
Culturale Lepanto ecc., sono passati, mediante dei latifondisti brasiliani della TFP! “Burke -
un trasbordo ideologico inavvertito (?) dal cat- continua l’Enciclopedia Treccani - fu un vero
tolicesimo integrale al liberalismo cattolico. Wigh che riveriva tanto il metodo quanto il ri-
Bisogna dirlo chiaramente, una volta per tutte. sultato della rivoluzione inglese [del 1688].
Coloro che credono che la politica degli ultimi
Il Fr. Edmund Burke, della Jerusalem suoi anni [avversa alla rivoluzione francese
Lodge n. 44, Clerkenwell, Londra del 1789] differisse nei princìpi da quella dei
primi, lo giudicano male”. Respinti conferma
Se il lettore cerca di identificare un rap- queste informazioni: “Joseph de Maistre (34)
presentante di questi old wighs, Marcigliano confessò candidamente il suo debito nei con-
non ha esitazioni nel proporre “Edmund fronti del grande angloirlandese e nella scelta
Burke, classico esempio di wigh, ma anche del diplomatico savoiardo di trascrivere alcune
politico e pensatore ferreamente avverso pagine della ‘Storia d’Inghilterra’ di David
all’iper-razionalismo illuminista e al ‘rozzo Hume (35) - ancora oggi considerata una delle
razionalismo militante della Rivoluzione migliori descrizioni storiche di quel paese - in
francese”. Anche Respinti è un fedelissimo appendice al suo ‘Consi derazioni sulla
di Burke, al seguito del suo beneamato Francia’ non è certo fuori luogo intravedere
Russel Kirk, “uno dei padri della rinascita un’eco burkeana. Le suggestioni di Hume in
burkiana statunitense contemporanea”. Nel merito alla rivoluzione puritano-repubblicana
Dizionario del pensiero forte dell’IDIS (suc- di Oliver Cromwell degli anni 1640-1650 ser-
cursale di Alleanza Cattolica), Respinti inse- vono infatti a De Maistre per descrivere il 1789
risce naturalmente Burke, ovvero la saggez- e seguenti francesi. Per Burke, la rivoluzione
za del conservatore (29). “Non è azzardato - di Francia è sovversiva, come analogamente lo
scrive Respinti - considerare Burke un con- sono gli anni del Commonwealth inglese di
trorivoluzionario - il primo? - di ‘desiderio’, Cromwell, ma diversamente dalla cosiddetta
enucleandone il cattolicesimo, almeno cultu- Rivoluzione gloriosa del 1688; e De Maistre
ralmente, in pectore” (30) Peccato però che sembra essere d’accordo” (30). Burke, dunque,
Burke compaia in un altro dizionario (che si oppone alla rivoluzione inglese del 1640 e a
Respinti si guarda bene dal citare), ovveros- quella francese del 1789; ma sostiene la rivo-
sia l’Enciclopedia della Massoneria di Albert luzione inglese del 1688 e quella americana
G. Makey e pubblicata dalla Masonic del 1776. Ora non bisogna dimenticare quale
History Company. Alla voce Burke (31) il let- fu l’origine marrana della “gloriosa rivoluzio-
tore apprenderà che la saggezza di questo ne” del 1688 che spodestò un Re cattolico per
conservatore era una saggezza massonica, sostituirlo con la dinastia protestante degli
giacché Edmund Burke era affiliato alla Orange (36), né l’origine massonica della fa-
Jerusalem Lodge n. 44, Clerkenwell, Lon- mosa rivoluzione americana, che Respinti
don. Apprenderà pure che amico ed estima- tanto ama in quanto “Rivoluzione conserva-
tore di Burke era il celebre massone, lettera- trice” (37). Non stupisce allora che l’ammira-
to e illuminista tedesco Lessing (32), che tra- zione per Burke accomuni il cattolico
dusse l’opera burkiana Inchiesta sul Bello e Respinti e l’ambasciatore Sergio Romano,
sul Sublime che Respinti afferma contenere esponente di spicco della corrente liberale eli-
“aspetti importanti del pensiero filosofico taria, per il quale tuttavia la ricorrenza più
della maturità” del suo autore. Respinti (e i gradita è sempre quella del 20 settembre (38).
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fia di Plinio Corrêa de Oli veira: “Plinio errori (essoterici) del pensatore brasiliano.
Corrêa de Oliveira nutrì sempre ammirazione Primo errore: per Corrêa de Oliveira il libe-
per la figura di Churchill, protestante, ma ralismo è un nemico del passato, del secolo
forte di carattere e fermo nelle idee, mentre il scorso, “dell’altro ieri” (45): esso invece non
tratto comune degli uomini politici cattolici del ha mai cessato di essere un nemico attuale, e
tempo sembrava essere la disponibilità a ‘tran- sempre più attuale, della Chiesa. Secondo
sigere’ e a collaborare con l’avversario” (41). errore: vedere nell’impero asburgico (46) il
Ora, sarà una coincidenza, ma anche sir bersaglio principale dell’internazionale libe-
Wiston Churchill era un fratello della libera rale nel secolo scorso: esso era, ieri come
muratoria! Fu iniziato nella United Stud - oggi, la Chiesa e, da un punto di vista politi-
holme Lodge n° 1591 il 24 maggio 1901, co nel secolo scorso, il suo potere temporale
diven ne “compagno” il 19 luglio 1901 e (per il quale gli Asburgo non mossero un
“maestro” il 25 marzo 1902, alla Loggia Ro- dito). Terzo errore: vedere negli U.S.A. il
semary n° 2815 di Londra (42). Come se non moderno Sacro Romano Impero (come
bastasse, Henry Coston ci fa sapere che “sir Blondet vi vede il nuovo impero romano).
Wiston Churchill deve la sua carriera politica Gli Stati Uniti sono in realtà un paese reli-
a sir Ernest Cassel, il ricchissimo israelita giosamente protestante, governato da una
confidente di Edoardo VII” (43). classe politica massonica, prono, in politica
Che conclusione tirare da questo fatto? O estera, agli interessi di Israele. Gli U.S.A.
il “dottor Plinio” ha preso un abbaglio (ma al- non sono l’Austria del XXmo secolo, sem-
lora egli non era quell’infallibile profeta della mai sono l’Inghilterra del XXmo secolo.
controrivoluzione come ci viene dipinto) op- Inghilterra e Stati Uniti sono la Madre e la
pure per lui essere protestanti e massoni non Figlia d’elezione del liberalismo e della
era poi così grave... Se tanto mi dà tanto... Massoneria. Il filosofo ebreo Isaiah Berlin, de-
ceduto quest’anno a 88 anni, ha dichiarato: “le
Il “dottor Plinio”, l’Inghilterra e gli Stati Uniti mie idee sono molto inglesi. Dall’Inghilterra mi
sono fatto adottare. È il miglior paese al
Giungo alla fine di questo mio articolet- mondo: il meno corrotto, il meno crudele, il
to di poche pretese, che unisce notizie appa- meno soggetto a qualsiasi enormità. Quando
rentemente sconnesse tra loro; ma il loro dico che sono un liberale, tutto questo mi viene
punto di incontro si può ritrovare nel pen- dall’Inghilterra: il giudicare le cose per quello
siero di Plinio Corrêa de Oliveira, “mae- che valgono, l’essere empirico, il non voler es-
stro” comune a Introvigne, Respinti, De sere legato dalle ideologie, la convinzione che
Mattei ecc. Abbiamo già visto la sua ammi- l’importante sia proteggere l’individuo da
razione per uno dei protagonisti del patto di partiti, Chiesa e Stato” (La Stampa, 7 XI 97, p.
Yalta, Wiston Churchill. Non pretendo fare 23). In Inghilterra vige, secondo il massone
qui una analisi del suo sistema di pensiero. Corneloup, “una alleanza non scritta ma reale
Mi limiterò a segnalare un passo significati- della dinastia, della chiesa anglicana e della
vo della sua biografia, che può spiegare in massoneria”. “La divisione massonica della
parte la strana e improvvisa passione per il Gran Bretagna è simile a quella degli Stati
pensiero anglo-sassone da parte dei nostal- Uniti: più di 800.000 massoni in un paese di 55
gici del “medioevo”. Scrive il prof. De milioni di abitanti, ovvero circa 15 massoni su
Mattei: “Nella seconda metà del XXmo seco- mille abitanti (la Francia ne conta appena poco
lo, mentre il processo rivoluzionario avanza- più di uno)”.. Quanto agli Stati Uniti, “la mag-
va, gli Stati Uniti esercitarono un ruolo simile gior parte dei ‘padri fondatori’ della Repub-
a quello dell’Europa nei secoli precedenti. blica americana e 16 presidenti della Re -
Plinio Corrêa de Oliveira, ricorda un suo di- pubblica (da Georges Washington a Georges
scepolo, ‘paragonava questo ruolo a quello Bush) appartennero all’ordine massonico. (...)
svolto dall’Austria nel secolo XIX’. Così L’effettivo totale dei massoni negli Stati Uniti si
come l’impero asburgico rappresentava il eleva così a più di 3 milioni. (...) Non si può che
principale bersaglio dell’internazionale libe- approvare il giudizio del massone Harry L.
rale del tempo, l’impero americano ha finito Baum che scriveva nel 1950, sulla rivista ‘New
col costituire la ‘bestia nera’ dell’internazio- Age’: ‘Questa nazione è stata nutrita dagli ideali
nale progressista, che vede in essi il simbolo della massoneria; (...) molti di coloro che oggi
della conservazione e dell’anticomunismo...” la dirigono sono anche membri e dirigenti
(44). Questo passaggio è rivelatore di alcuni dell’Ordine massonico. Essi sanno che la no-
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feribilmente se anticomuniste). Secondo Murelli, la con- vi collabora più P. Guérard des Lauriers. Egli evita così
traddizione si spiega col fatto che nel 1984 la TFP fu messa che il lettore incuriosito si rivolga a fonti più serie (e
al bando in Venezuela e, nel 1985, fu condannata dall’epi- pertanto pericolose per la TFP) che hanno trattato del
scopato brasiliano come gruppo “esoterico”: da allora la problema e che sono il vero bersaglio del “noto sociolo-
TFP si impegnerebbe contro il movimento anti-sette. Un go”. Per la piccola storia: Sous la Bannière pone tra le
ultimo articolo (per ora) (Orion, n. 4, aprile 1997, pp. 31- sette, accanto alla TFP e alla CRC, anche la “micro-
37), a firma di Lucio Tancredi, e intitolato La guerra delle secte macaroni”, alias Istituto Mater Boni Consilii (i
parole. Dimmi come parli... La destra “giudeo-cristiana” fa francesi designano gli italiani col soprannome di “maca-
l’“antimondialista”, denuncia il tentativo di infiltrazione di roni”, storpiatura di “maccheroni”).
Alleanza Cattolica negli ambienti “antimondialisti”. Due 15) Rosso... solo di capelli, naturalmente!
conferenze di Marco Respinti per diffondere il pensiero li- 16) Alludo ad un articolo di Morra dedicato a
beral-conservatore di Kirk sono presentate con un titolo as- Michael Novak, intitolato appunto Il cattocapitalista, e
solutamente diverso a seconda del pubblico presente in pubblicato sul Giornale del 1 aprile 1997, p. 19.
sala. Dopo aver denunciato “l’ipocrisia” di Alleanza 17) MARCO RESPINTI, Nemici di Satana, su Il Secolo
Cattolica, Tancredi ricorda a Respinti “il carattere massoni- d’Italia del 29 giugno 1997, p. 17.
co” della Rivoluzione americana tanto vantata da Russel 18) La difesa della TFP è il vero obbiettivo di
Kirk: nefas est ab inimicis discere! L’indirizzo di Orion è c/o Respinti, come di Introvigne, in questo tipo di articoli.
La bottega del Fantastico, via Plinio 32, 20129 Milano. Abilmente, il movimento brasiliano viene incluso in una
6) Orion, n. 150, p. 38. lunga lista di “rispettabili” e insospettabili movimenti
7) Si tratta di Libertà religiosa, ‘sette’ e ‘diritto di cattolici, affinché il lettore non si accorga dello scopo
persecuzione’, edito da Cristianità nel 1996. Nella nota dei due militanti di un movimento satellite della TFP.
bio-biblografica, Cantoni ricorda, e non rinnega, le tra- 19) F RANCESCO P APPALARDO ,“Sette”, il grande
duzioni e presentazioni (risalenti agli anni 1966-68) di equivoco, in Il Secolo d’Italia del 4 giugno 1997.
opere dal chiaro influsso esoterico (tendenti cioè a 20) Segnalo en passant, altre iniziative che non pos-
diffondere la teoria della unione trascendente delle reli- sono non ottenere il sostegno di tutti i benpensanti, che
gioni) quali quella del Servier e quelle di Mircea non sempre sanno di inviare offerte e nominativi a sa-
Eliade. Significativo. telliti della TFP... Il Centro culturale Lepanto è specia-
8) R. DE MATTEI, op. cit., p. 242, n. 105. È evidente lizzato (sotto varie etichette): come Luci dall’Est, nella
in questo caso come Introvigne (di Alleanza Cattolica) promozione di una immagine della Madonna di Fatima
e De Mattei (del C.C. Lepanto, ma ex-dirigente di (ma non una qualunque: solo quella ‘miracolosa’ che
Alleanza cattolica) siano al rimorchio della TFP. possiede la TFP); come SOS Ragazzi, nella lotta alla te-
9) Tradizione Famiglia Proprietà. Associazione catto- levisione violenta o immorale; come Lepanto e Fami-
lica o setta millenarista? Rapporto redatto da un’equipe di glia domani, nella lotta all’omosessualità legalizzata;
ex-militanti TFP, ex alunni della scuola St Benôit, genito- altre associazioni, nella lotta all’immigrazione (natural-
ri e sacerdoti. Pro manuscripto, maggio 1996. mente “musulmana”).
10) Merita di essere letta la difesa d’ufficio che 21) Cf MARCO RESPINTI, La figura e il pensiero di
Introvigne fa dei “Bambini di Dio”, fondati da David Russel Kirk, in ‘A voi il tempo, a noi l’eternità’, Letterati
Berg (detto Moses David) alle pp. 93-96. Non si sa se ri- e pensatori controrivoluzionari. Atti del Convegno
dere o piangere! Tradizionalista di Civitella del Tronto 1997, supplemen-
11) Introvigne parla della questione alle pp. 89 e 92 to a Controrivoluzione, n. 47-49, dic. 1996-maggio 1997,
del suo studio. A p. 64 del Rapporto vengono escluse pp. 98-116. Naturalmente, il Convegno di Civitella non
esplicitamente dal novero delle sette “le strutture ini- è appiattito su di una sola posizione, e quella dei disce-
ziatiche ed esoteriche in genere”. Solo una loggia irre- poli di Corrêa de Oliveira è solo una voce tra le altre...
golare di rito egiziano (sulle dieci esistenti in Francia) è 22) Alludo, ad esempio, alla conferenza tenuta a
stata inclusa nell’elenco. Torino da Marco Respinti e Maurizio Blondet, intitola-
12) Sodalitium non ha simpatie per l’Islam, e tanto ta L’America antimondialista: temi e volti dell’ambiente
meno per gli islamisti, siano essi radicali o no. nazionalconservatore statunitense (gennaio 1997) e tesa
Denunciamo però la campagna anti-palestinese e anti- a diffondere il verbo di Russel Kirk. È curioso notare la
araba di questi falsi “cattolici tradizionalisti” che si collaborazione tra Respinti (vicino alla TFP) e Blondet
fanno scudo della religione e delle memorie di Lepanto (vicino all’Opus Dei ma anche al movimento di L.
per fare una campagna a senso unico (sempre anti-isla- LaRouche, acerrimo nemico della TFP).
mica, mai anti-sionista o anti-israeliana) degna del go- 23) “L’Italia ha bisogno di una destra seria, grande; di
verno di Tel-Aviv e non certo degli eredi spirituali di un autentico movimento conservatore nei principi e nella
san Pio V. Lo stesso discorso vale per l’anti-comunismo prassi.... Gianfranco Fini mi sembra il leader giusto al mo-
da guerra fredda dei nostri “controrivoluzionari” a mento giusto...”. È l’opinione di Christian Kopff intervista-
senso unico, che della rivoluzione attaccano efficace- to da Respinti sul Secolo d’Italia del 20 agosto 1997, p. 13.
mente solo una faccia, e mai le altre. 24) Enrico Colombo recensisce positivamente su
13) DE MATTEI, op. cit. pag. 242 n. 105. Studi Cattolici (n. 433, marzo 1997, p. 228) il libro di
14) Si tratta di una affermazione gratuita di Intro- Russel Kirk Le radici dell’ordine americano nell’edizio-
vigne, non suffragata dai fatti. In nota egli cita due studi ne italiana curata da Respinti. La rivista opusdeista fa
contro l’Opus Dei e uno contro la TFP. L’opuscolo con- una sola critica a Kirk: “Appare ... troppo reciso il suo
tro l’Opus Dei di Arnaud de Lassus, citato da Intro- rifiuto, sulla scorta di Edmund Burke, della Rivoluzione
vigne, non proviene, come si lascia credere, da ambienti francese, considerata esclusivamente come evento storico
“ultra-tradizionalisti” o “sedevacantisti” scomunicati. anticristiano e non, anche, come fine del mondo feudale
De Lassus è un fedele di Giovanni Paolo II tanto quan- e nascita del moderno Stato borghese, di cui questo libro
to Massimo Introvigne. Quanto alla letteratura anti- è spesso un implicito elogio”. A Kirk (e Respinti) piace
TFP, Introvigne cita esclusivamente la rivista Sous la la Rivoluzione americana, ma non quella francese; a
Bannière, rivista di poco o nessun peso, da quando non Studi Cattolici piacciono tutte e due. Buono a sapersi.
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25) M. R ESPINTI , La destra italiana vista da De Maistre, uscito dalla Massoneria, purificò le sue idee?
Christian Kopff, Controrivoluzionario coi baffi, su Il Fino a che punto è per i cattolici un pensatore affidabile?
Secolo d’Italia, 20 agosto 1997, p. 13. 35) Hume, amico del fondatore del liberismo econo-
26) A. MARCIGLIANO, Liberale e/o conservatore? mico Adam Smith, era probabilmente ateo. Tutte le sue
Su Il Secolo d’Italia del 30 maggio 1997. opere, quindi anche quella lodata da Burke, De Maistre
27) M. Novak, Elogio della democrazia in America, e Respinti, sono all’indice dei libri proibiti fin dal 1761.
su Nuntium, rivista della Pontificia Università Late- 36) Gli ebrei spagnoli e portoghesi si rifugiarono in
ranense, giugno 1997, n. 2, p. 42, n. 13. Non a caso gran parte, dopo essere stati espulsi da quei paesi catto-
Respinti, nella sua conferenza su Kirk tenuta a lici, nell’Olanda protestante, che divenne la loro Mecca
Civitella, cita Acton e Toqueville. Su Acton vedi quan- finché non spiccarono il volo per l’Inghilterra e, in se-
to scrivo in questo stesso articolo. guito, gli Stati Uniti.
28) M. RESPINTI, I liberalassolutisti, in Il Secolo 37) Cf M. RESPINTI, Quella Rivoluzione conserva-
d’Italia, 28 giugno 1997, p. 15. “John Gray, con il suo trice, in Il Secolo d’Italia, 15 luglio 1997, p. 17. “I patrio-
studio ‘Liberalismo’ ... offre piste di ricerca ottime per ti nordamericani si portavano nel cuore un ‘mondo anti-
considerare il debito medioevale di un certo liberalismo, co’ che per loro aveva i tratti, le fattezze e l’anima della
soprattutto anglosassone, spingendosi fino a ravvisare tradizione britannica”.
elementi tomisti nel pensiero di John Locke”. 38) Cf S. ROMANO, Burke, un rivoluzionario contro
29) M. RESPINTI, Burke, la saggezza del conservato- la rivoluzione, su La Stampa del 1 agosto 1997, p. 19.
re, in Il Secolo d’Italia, 6 dicembre 1996, p. 20. Romano finisce il suo articolo citando Crispi: “...noi ab-
30) M. RESPINTI, Duecento anni fa moriva Edmund biamo qualche data migliore [di quelle della rivoluzione
Burke. Il grande conservatore, in Il Secolo d’Italia, 9 lu- francese], quella del 20 settembre 1870, la quale, abolen-
glio 1997, p. 15. do l’ultimo avanzo del feudalesimo politico, dette ai po-
31) A. G. MACKEY 33°, Encyclopedia of Freema- poli completa ed intera libertà di coscienza...”.
sonry, ed. rivista nel 1953 da R.I. Clegg, The Masonic 39) M. R ESPINTI , Nascita di una nazione, su Il
History Company, Chicago, U.S.A., vol. 1, p. 162. Secolo d’Italia, del 14 agosto 1997.
32) Lessing, amico di Voltaire e Moses Mende- 40) Kirk nasce nel 1918 da famiglia puritana. In se-
lsohn, fu uno dei pionieri della critica razionalista ai guito divenne agnostico. “Lontano da ogni tipo di fede
Vangeli. Nel dramma Nathan il saggio (1779) egli ri- religiosa durante gli anni della giovinezza, Kirk non ha
prende la parabola dei tre anelli che rendono ugualmen- mai fatto serie professioni di ateismo, anche se in alcuni
te cari a Dio “il Templare, il Maomettano e l’Ebreo”. suoi scritti giovanili la difesa del patrimonio culturale e
33) Enc. Treccani, voce Burke. spirituale dell’Occidente si alterna al alcune (evidente-
34) Dopo la Rivoluzione Francese, Joseph De mente contraddittorie) critiche al cristianesimo” (M.
Maistre difese la religione cattolica, combatté il Respinti, La figura e il pensiero di Russel Kirk, in Atti
Gallicanesimo, sostenne l’infallibilità del Papa e scrisse del Convegno tradizionalista di Civitella del Tronto
persino in favore dell’Inquisizione spagnola. Ottimi auto- 1997, p. 103) Negli anni ‘50 si avvicina al pensiero di
ri, pertanto, citano De Maistre come un’autorità nel Burke, ma solo nel 1964 si converte al cattolicesimo del
campo della dottrina sociale della Chiesa. Tuttavia, oc- Vaticano II. Questa conversione non impedisce a Kirk
corre essere prudenti, se non sulla persona, almeno sulla di difendere la continuità tra il mondo giudaico e classi-
dottrina. È noto che De Maistre era un alto grado della co, quello medioevale inglese, quello protestante angli-
Massoneria. Iniziato nel 1774, divenne presto “Grande cano, visto come un “Medioevo senza Chiesa” e “prote-
Oratore” nella Loggia Aux Trois Mortiers di Chambery sta contro l’Umanesimo e la sua penetrazione nella
col nome Josephus a Floribus, “La lettura dei testi redatti Chiesa di Roma” e, infine, quello della rivoluzione
dai suoi maestri spirituali, Boehme, Swedenborg, Martinez americana; Respinti è visibilmente imbarazzato
de Pasqually [cabalista ebreo e massone], lo spingeva su nell’esporre il pensiero del suo beniamino sul prote-
quella strada, verso la massoneria occultista” (Francovich, stantesimo (p. 108), ma finisce per giustificarlo!
Storia della massoneria italiana dalle origini alla 41) R. DE MATTEI, op. cit., p. 95. Nella nota 113,
Rivoluzione francese, p. 253). Famosa è la sua Memoria al l’Autore spiega quali fossero i politici cattolici transi-
duca di Brunswick, redatta nel 1782 in vista del convegno genti con l’avversario, e cioè “Quisling, Mosley,
massonico di Wilhelmsbad. In questa memoria de Degrelle, Seyss-Inquart & Co.”, che collaborarono con
Maistre, che difende la liceità dell’iniziazione massonica la Germania. A parte il fatto che non tutti, tra costoro,
rifiutando esplicitamente le condanne fatte dai Papi, so- erano cattolici, ci chiediamo se Churchill non abbia
stiene che il vero scopo della Massoneria è la riunione di anch’egli collaborato con l’avversario n. 1 per il dottor
tutte le Chiese cristiane (oggi diremmo: l’ecumenismo) e, Plinio, ovvero Stalin! Lo stesso De Mattei, su Cri -
più oltre, il Cristianesimo Trascendentale degli Eletti stianità (anno VIII, n. 60, aprile 1980, pp. 9-12), organo
Coen inventato dal marrano Martinez de Pasqually (cf di Alleanza Cattolica, denunciò i crimini di Churchill
Francovich, pp. 339-342). Alla vigilia dello scoppio della nell’articolo Schiavi di Mosca e vittime di Yalta, come
Rivoluzione, de Maistre incontra persino un Illuminato di ricorda lo stesso Marco Respinti su Il Secolo d’Italia del
Baviera, che ci descrive il nobile savoiardo mentre cura 6 giugno 1997, p. 20, nell’articolo 1945, la strage degli
un “fratello” con l’ipnotismo e il mesmerismo. slavi anticomunisti. Si direbbe che nel “dottor Plinio”
“Trascurando quindi le doti terapeutiche del pensatore e l’amore per i “valorosi soldati anglo-americani” (cit. da
uomo politico savoiardo, è curioso notare come il futuro De Mattei, p. 99) superi persino il suo proverbiale anti-
cmpione del cattolicesimo romano negli anni della comunismo. L’attitudine della TFP durante la guerra
Restaurazione, il futuro autore del ‘Du Pape’ , pur rima- delle Falkland-Malvinas, contro l’Argentina e per
nendo nell’ambito dell’ortodossia [sic], passasse attraverso l’Inghilterra, lo conferma.
tutte le fasi dell’irrazionalismo preromantico: da cavaliere 42) Cf ALEC MELLOR, Dictionnaire de la Franc-
templare a Gran Professo lionese ed infine a cultore del Maçonnerie et des Frac-Maçons, Belfond, Paris, 1989, p.
mesmerismo” (Francovich, p. 431). A questo punto la do- 249, e Yann Moncomble, L’irrésistible expansion du
manda che ci si può porre è la seguente: fino a che punto mondialisme, Faits et documents, Paris, 1981, p. 201.
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Churchill era membro anche dell’organizzazione mon- tito liberale. Con a capo del governo il protestante Beust,
dialista Royal Institut of International Affairs. l’Austria varò le leggi anti-cattoliche del 25 maggio 1868
43) H. C OSTON , Les financiers qui mènent le (contro le quali protestò Pio IX il 22 giugno dello stesso
monde, Publications H.C., Paris, 2a ed. 1989, p. 315. anno), ostacolò con ogni mezzo il Vaticano I nel 1870,
44) R. DE MATTEI, op. cit., pp. 46-47, n. 89. giungendo persino a denunciare unilateralmente il
45) Ibidem, p. 101. Concordato, varando infine nuove leggi anti-cattoliche nel
46) “L’Austria - scrive De Mattei (op. cit., p. 45), che 1874. È noto che l’Impero, durante la Belle époque tanto
aveva raccolto l’eredità del Sacro Romano Impero carolin- amata dal dott. Plinio era culturalmente debitore dell’in-
gio, costituiva ai suoi occhi l’espressione storica per eccel- flusso ebraico, e che Francesco Giuseppe stesso fu sempre
lenza della Civiltà cristiana. Tra il XVI e il XVIII secolo, di favorevole ai suoi suddditi israeliti. Non rimprovero a
fronte al protestantesimo dilagante nel Nord-Europa e alla Plinio Corrêa de Oliveira la sua simpatia per l’Impero e gli
cultura laica e pre-illuminista che si formava, l’Impero Asburgo; non bisogna tuttavia chiudersi gli occhi di fronte
asburgico rappresentò il simbolo della fedeltà alla Chiesa”. ai fatti storicamente accertati che ho segnalato: un po’
Non siamo certo contrari al Sacro Romano Impero. Ci sia meno di entusiasmo sarebbe doveroso... (Lo stesso, et illud
permesso però di ridimensionare l’elogio incondizionato magis, si dica dello scismatico impero bizantino, elogiato
che ne fa il dottor Plinio. Purtroppo, tutte le dinastie da Marco Tangheroni sul Secolo d’Italia dell’11 luglio
dell’Ancien Règime mancarono gravemente al loro dove- 1997, p. 20, nel Dizionario del pensiero forte).
re, osteggiando la Chiesa, prima e dopo la Rivoluzione. Si 47) Tutte queste citazioni sono tratte dall’ottimo:
pensi, quanto all’Austria, all’affiliazione massonica di Arnaud de Lassus, Connaissance élémentaire de la
Francesco I di Lorena e alla propaganda massonica e Franc-Maçonnerie, Action familiale et scolaire, 31 rue
giansenista dei suoi figli Giuseppe II e Leopoldo II. Lo Rennequin, 75017 Paris (IIa ed., marzo 1996), pp. 29-32.
stesso Francesco-Giuseppe, dopo aver stipulato il merito- 48) A. MARCIGLIANO, Nel mondo di Pessoa (1 lu-
rio concordato del 1855 che spezzava le catene poste da glio 1997, p. 15), e Pessoa monarchico puro (21 settem-
Giuseppe II, cadde, a partire dal 1866, nelle mani del par- bre 1997, p. 15). La citazione è tratta dal primo articolo.
Recensioni
Giudaismo classico (ossia il Giudaismo rabbi- attuale come l’ordine di amare il prossimo
nico che va dall’800 sino alla fine del XIX se- ebreo, e non l’uomo in genere» (15). Così,
colo; esso è chiamato anche medioevo giudai- commenta il professor Shahak, più uno legge
co). Egli inizia col dissipare alcune idee false, la Bibbia, meno ne sa sul Giudaismo ortodos-
assai abusate oggi; soprattutto quella dei valori so: la Bibbia che leggono gli ebrei ortodossi è
comuni della cultura giudaico-cristiana, come un’altra (quanto al significato) rispetto a quel-
ad esempio, l’idea che gli Ebrei siano nostri la che leggono i non-ebrei o anche gli ebrei
“fratelli maggiori nella Fede di Abramo”. non-ortodossi.
L’Ebraismo talmudico non ha la Fede di
Abramo, ma ne discende solo carnalmente, ed Il Talmùd e le dispense che concede
inoltre i fratelli maggiori della Bibbia (Caino,
Ismaele, Esaù) sono il tipo del rèprobo, pro- Riporto alcuni esempi di dispense fari-
prio come la Sinagoga talmudica fu riprovata saico-talmudiche:
da Dio per il Deicidio e fu soppiantata dal fra- 1°) Mungere le mucche il sabato.
tello minore: la Chiesa di Cristo. De jure è proibito dal Talmùd, ma de
Occorre infatti distinguere il Giudaismo facto si è trovata una scappatoia: è lecito
post-biblico o talmudico (che odia Cristo e i mungere una mucca il sabato, a condizione
Cristiani) dall’Antica Alleanza che prefigu- che il latte vada sparso per terra. Tuttavia «il
rativamente era cristiana (annunciava in sabato mattina un contadino va alla stalla e
Gesù Cristo il Messia venturo). depone dei secchi sotto la vacca. E ciò è leci-
Innanzitutto il Giudaismo cabalistico non to. Poi... uno dei suoi colleghi arriva, con la
è per nulla monoteista. Secondo la Càbala “pia” intenzione di impedire che la mucca
spuria il mondo non è retto da un solo Dio, soffra, mungendola e facendo colare il latte a
ma da una miriade di eoni o intermediari di- terra. Ma se il caso vuole che proprio sotto
vini, che emanano dalla Divinità (Panteismo alla mucca vi siano dei secchi, deve forse to-
emanazionista). Inoltre alcune «preghiere o glierli? No!... Infine un altro collega passa
atti rituali, secondo i cabalisti, hanno per dalla stalla ove scorge, con stupore, che i sec-
scopo di ingannare gli Angeli (sorta di divi- chi sono pieni di latte. Allora li mette al fre-
nità minori o semi-dèi) oppure di rendere sco... e raggiunge i suoi colleghi in... sinago-
Satana propizio... [egli] apprezza molto le ga. Tutto è bene quel che finisce bene» (16).
preghiere e i rituali ebraici... Sempre secon- 2°) Mischiare i semi.
do i cabalisti, alcune delle vittime offerte in È proibito seminare due specie diverse di
sacrificio erano destinate a Satana» (13). grano nello stesso campo. Tuttavia è lecito
Il Giudaismo post-biblico è anti-biblico. che uno semini, in lunghezza il campo con
Shahak ci informa che tutte queste nozioni una specie di seme, e poco dopo un altro
non possono essere cercate nei libri in lingua “ignorando” ciò che ha fatto il primo, semini
vernacolare, ma solo in ebraico, in testi scrit- un’altra specie, in larghezza. Oppure «qualcu-
ti per un pubblico specializzato. «Un’idea no raccoglie, in un luogo pubblico, una specie
falsa assai diffusa tra i Cristiani oggi... è che il di seme e ne fa un mucchio, poi lo ricopre con
Giudaismo sarebbe una religione biblica; che un telo o una tavola, e vi versa sopra un’altra
l’A. Testamento avrebbe la stessa importan- specie di semi. Quindi arriva un altro che
za che ha tra i Cristiani... Mentre tutto è de- deve esclamare davanti a dei testimonii: ho
cretato dal Talmùd e non dalla Bibbia» (14). bisogno di questo sacco (o tavola). La prende
La maggior parte dei versetti biblici che e “naturalmente” i semi si mischiano. Final-
prescrivono dei precetti religiosi sono spiegati mente arriva un terzo, con il compito di “rac-
dal Giudaismo ortodosso con un significato cogliere il tutto” e di andare a seminarlo nel
completamente diverso da quello della campo» (17). Shahak conclude che il “dio” del
Bibbia. Per esempio: «1°) “Non rubare”... è Talmùd lungi da rassomigliare al Dio biblico
interpretato come la proibizione del “furto”, somiglia al dio Giove dei Romani.
cioè del rapimento di un ebreo... Mentre il ra-
pimento dei pagani da parte degli Ebrei è leci- Giudaismo classico e élites tradizionali
to secondo la legge talmudica... 2°) Alcuni ter-
mini come: “il tuo simile”, “uomo”, sono presi «La società ebraica classica dipendeva
in senso esclusivistico e sciovinista. Per esem- strettamente dai Re o dai nobili... Le diverse
pio: “Amerai il prossimo tuo come te stesso”, leggi ebraiche... comandano ai Giudei d’in-
è inteso dal Giudaismo classico ed ortodosso giuriare i pagani... Tranne quando un pagano
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e gli altri ebrei eretici [questa preghiera non Testamento non è da bruciare. Non è circon-
è diretta contro gli ebrei convertiti all’Islàm]: dato dalla profonda venerazione che la Legge
“Che gli Apostati non abbiano alcuna spe- islamica ha per i rotoli sacri degli Ebrei, ma
ranza, e che tutti i Cristiani periscano almeno, è un libro come gli altri» (26).
all’istante”. Questa formula risale alla fine
del I secolo... Poco prima del 1300 divenne: Conclusione
“Che gli Apostati non abbiano alcuna spe-
ranza, e che tutti gli eretici periscano Israel Shahak è un uomo molto lontano
all’istante”. (...) Dopo il 1967, molte comu- dalle posizioni che animano la nostra rivista.
nità... hanno ristabilita la versione originaria: Ebreo, razionalista, strenuo sostenitore dei di-
“Che i Cristiani periscano all’istante”. ritti dell’uomo e nemico di ogni integralismo:
Questo cambiamento è avvenuto nel mo- non si potrebbe veramente trovare qualcuno
mento in cui... Giovanni XXIII, sopprimeva più lontano da noi di questo ammiratore di
dalla Liturgia del Venerdì Santo la preghiera Spinoza e di Voltaire. Alcuni passi del suo
Pro perfidis Judeis giudicata antisemita» (25). libro sono pertanto censurabili, specialmente
Il Talmùd (Trattato Berakhot, 58 b) pre- per quel che riguarda l’esegesi dell’antico e del
scrive all’ebreo che passa davanti ad una nuovo Testamento. Tuttavia vi sono in Shahak
casa abitata da non-ebrei di domandare a una onestà e una sincerità disarmanti e lo spi-
Dio di distruggerla, e se è già in rovina di rito di questo ebreo non religioso è certamen-
ringraziarlo della sua vendetta. Lo stesso di- te più vicino al Vangelo di quanto non lo sia
casi per le Chiese e i luoghi di culto delle quello, diametralmente opposto, dei rabbini
altre religioni, tranne l’Islàm. ortodossi. Piace pensare che Shahak avrebbe
Voglio citare un esempio che ho ascoltato probabilmente riconosciuto Gesù; certamente
io stesso, circa due anni orsono, durante una non sarebbe stato del numero dei farisei a Lui
conferenza in Torino per la presentazione del ostili. Queste pagine, scritte da un ebreo, nep-
libro di Elio Toaff: Essere ebreo. Gad Lerner pure convertito al Cristianesimo, sono pertan-
ha raccontato che quando da bimbo tossiva, to al disopra di ogni sospetto e fanno piena
sua nonna gli dava dei buffetti sulle spalle di- luce sull’essenza del Giudaismo talmudico:
cendo alla tosse: “va da un goj, va da un goj”! una scuola di orgoglio, di odio dell’altro, di
menzogne sistematiche. Il Farisaismo che
Attitudini verso il Cristianesimo e l’Islàm Gesù stigmatizzava tanto non è per nulla cam-
biato, lo ritroviamo tale e quale ai giorni no-
«Il Giudaismo nutre un odio viscerale nei stri, con l’unica differenza che se ieri era con-
confronti del Cristianesimo... esso risale ai dannato, oggi viene osannato! E soprattutto,
tempi in cui il Cristianesimo era ancora debole ahinoi, esso ha raggiunto una tale potenza,
e perseguitato (tra gli altri proprio dagli Ebrei) anche materiale, da imporsi, con la forza delle
ed è stato espresso dagli Ebrei che non subiro- varie leggi “Mancino”, come la Super-religio-
no mai persecuzioni da parte di Cristiani... ne del mondo attuale, in cui al posto della
Questa attitudine ha due fonti principali: Redenzione operata da Gesù, vero Dio e vero
1°) L’odio di Gesù... i racconti fantasiosi uomo, mediante il Sacrificio reale e cruento
e diffamatori del Talmùd e della letteratura del Calvario (vero e proprio Olocausto), si
talmudica... questi falsi racconti hanno de- vuol mettere l’“olocausto” del popolo ebraico.
terminato buona parte dell’attitudine ostile
degli Ebrei contro il Cristianesimo. (...) Note
1) I. S HAHAK , Histoire juive, Religion juive. Le
Tutte le fonti ebraiche classiche, che parlano poids de trois millénaires, La Vielle Taupe, Paris, 1996.
dell’esecuzione di Gesù ne rivendicano la Edizione italiana: Storia ebraica e giudaismo, Centro
responsabilità e ne gioiscono... i Romani Librario Sodalitium Verrua Savoia 1997.
non son neanche nominati. (...) Il nome di 2) I. SHAHAK, Histoire juive… pagg. 12-13. I riferi-
menti in nota sono da riferirsi all’edizione francese, poi-
Gesù è per gli Ebrei un simbolo di tutte le ché al momento della stesura di questo articolo, l’edi-
abominazioni possibili... zione italiana non era ancora stata stampata.
2°) (...) L’insegnamento rabbinico classi- 3) Ibid., pagg. 20-21.
fica il Cristianesimo tra le religioni idolatre, 4) Ibid., pag. 33.
...mal interpretando il dogma della Trinità e 5) Cfr. in questo numero: Il Kahal: un terribile segreto.
6) E. RATIER, Misteri e segreti del B’nai B’rith ediz.
dell’Incarnazione... Sodalitium, Verrua Savoia (TO), 1995.
Al contrario l’Islàm, gode di una relativa 7) I. SHAHAK, op. cit., pag. 37.
clemenza... Il Corano, a differenza del N. 8) Ibid., pagg. 45-46.
77
9) Ibid., pag. 47. 19) Ibid., pag. 138. Questo libro, edito dal nostro centro librario
10) Ibid., pagg. 49-50. 20) Ibid., pag. 139.
11) Ibid., pag. 52. 21) Ibid., pagg. 148-149. può essere ordinato presso
12) Ibid., pag. 53. 22) Ibid., pagg. 149-150. la nostra redazione:
13) Ibid., pagg. 69-70. 23) Cit. in I. S HAHAK ,
14) Ibid., pag. 73. pag. 150.
15) Ibid., pag. 75. 24) Ibid., pag. 161. Centro Librario
16) Ibid., pag. 87. 25) Ibid., pagg. 182-183. Sodalitium
17) Ibid., pagg. 87-88. 26) Ibid., pagg. 191-193. Loc. Carbignano 36
18) Ibid., pagg. 106-109. 10020 VERRUA
don Curzio Nitoglia SAVOIA TO
L. 30.000 + spese postali
ISRAEL SHAHAK
Storia ebraica e giudaismo, il peso di tre
millenni.
Edizioni Centro Librario Sodalitium Verrua
Savoia 1997. Pagine 264 L. 30.000. Tel.: 0161. 83.93.35
Fax: 0161. 83.93.34
INTERNET:
* LO STERMINIO DEI TEDESCHI AD OPERA www.plion.it/sodali/libri.html
DEGLI EBREI, NARRATO DA UN EBREO… email: sodalitium@crescentino.alpcom.it
Introduzione
Quando la vittima diventa carnefice
«Dio sa se gli ebrei erano stati provocati, ma
io scoprii che nel 1945 uccisero un gran nume- «Gerusalemme. Choc in TV: abbandona-
ro di tedeschi: e non si trattava di nazisti, ... to un piano per avvelenare sei milioni di te-
ma di civili, uomini e donne, bambini, neona- deschi. Vendetta ebraica nel dopoguerra» (3).
ti, il cui unico crimine era di essere tedeschi. Non è il testo di un volantino naziskin,
A causa della collera degli ebrei... i tedeschi no! È un articolo tratto da La Stampa di To-
persero più civili che a Dresda (200.000 rino, che narra di un documentario della tele-
n.d.r.), più, o almeno altrettanti, di quanti ne visione israeliana: «Secondo la testimonianza
avessero persi i giapponesi a Hiroshima... di un appartenente a uno di questi “gruppi di
Questo scoprivo, e ne ero inorridito» (1). vendetta”, sarebbe stato anche studiato un
Chi scrive non è un revisionista, è un piano per uccidere 6 milioni di tedeschi, av-
ebreo! John Sack, inviato per “Harper’s”, velenando gli acquedotti di diverse città, tra
“The Atlantic” e “The New Yorker”, corri- cui Norimberga e Monaco» (4).
spondente speciale e produttore per la CBS,
giornalista da quarantotto anni. Nel 1945 Qualche brano del libro
l’esercito sovietico occupò la Polonia e parte
della Germania. Venne immediatamente or- «Ad Auschwitz le donne ebree non veni-
ganizzato un Ufficio per la Sicurezza dello vano violentate (le SS potevano venire im-
Stato, per “denazificare” il Paese. «Oltre a piccate per questo), ma a Gleiwitz (il campo
polacchi desiderosi di vendicarsi, i russi reclu- di concentramento in cui erano internati i
tarono anche ebrei (...) I tedeschi che finiro- tedeschi, dopo il 1945 - n.d.r) poteva accade-
no nei (...) campi di concentramento erano re che un focoso inquisitore strappasse di
per il 99% civili che non avevano mai com- dosso i vestiti a una ragazza tedesca...» (5).
battuto, compresi donne e bambini: coloro Un libro un po’ crudo, ma da leggere per
che sopravvissero alle torture vennero spesso non perdere la memoria storica.
falciati dal tifo e dagli stenti» (2). Dopo cin-
quanta anni John Sack ha ritrovato negli Stati Note
Uniti e in Polonia, i protagonisti di questa vi- 1) J. SACK, Occhio per occhio, ed. Baldini & Ca-
cenda: li ha intervistati, ha confrontato le loro stoldi, Milano, 1995, p. 10
testimonianze e ha scritto il succitato libro. 2) Id. retro-copertina
3) La Stampa, 25/02/1996, p. 9
La maggior parte delle interviste di cui si 4) Id.
compone il libro è stata registrata; i nastri, 5) J. SACK, op. cit., p. 127
per una durata di oltre trecento ore, fanno don Curzio Nitoglia
parte del fondo John Sack presso la Boston J. SACK, Occhio per occhio.
University, dove chiunque li potrà consultare. Ed. Baldini & Castoldi, Milano, 1995.
78
SEGNALIAMO AI LETTORI ALCUNI LIBRI CHE L’amico Adessa ripropone la vita di Garcia
ABBIAMO RICEVUTO IN REDAZIONE: Moreno, presidente dell’Ecuador, martirizzato
nel 1875. Si dimentica troppo facilmente la vio-
* Storia, giustizia e verità a confronto (da lenza e la ferocia con la quale il liberalismo e la
via Rasella al caso Priebke). Associazione massoneria perseguitarono la Chiesa nel
Uomo e libertà (Via Cardinal Sanfelice 5, mondo intero, specialmente il secolo scorso. Il
Roma), 1997, L. 28.000 libro di Adessa ce lo ricorda, facendoci amare
* M ARIO S PATARO . Rappresaglia. Via la coraggiosa figura di Garcia Moreno. Con
Rasella e le Ardeatine alla luce del caso questo libro l’editore, don Villa, porta un altro
Priebke. Settimo Sigillo. Roma, 1996, L. 38.000 contributo all’impegno di una vita contro la
* P IERANGELO M AURIZIO . Via Rasella, massoneria e gli altri nemici della fede.
cinquant’anni di menzogne. Maurizio ed., * D ON G OTFRIED M ELZER . Il Beato
Roma, 1996, L. 20.000 Andrea da Rinn, ed. extracommerciale, Mes-
* PIERANGELO MAURIZIO. Roma ‘44, i signori sina, 1997. Il B. Andrea fu martirizzato dai
del terrore. Maurizio ed., Roma, 1997, L. 25.000 Giudei nel 1462, ed il suo culto fu confermato
* M. LUCIOLI, D. SABATINI. Resistenza al da Papa Benedetto XIV nel 1755. Il 7 aprile
di là del mito, C.S.S.T. Monte Porzio 1988 il Vaticano ne ha soppresso il culto.
Catone, 1997, L. 25.000 Padre Melzer dimostra che il B. Andrea fu
* PIERFRANCO MALFETTANI (A CURA DI). Fra “un vero martire della Chiesa cattolica”.
Ginepro. Il francescano, lo scrittore, il cappella- * PAOLO BARONI. I prìncipi del tramonto.
no. NovAntico ed., Pinerolo, 1997, L. 45.000 Satanismo, esoterismo e messaggi subliminali
La riforma dell’insegnamento varata dal nella musica rock. Il Cerchio, Rimini, 1997, L.
ministro Berlinguer sopprimerà praticamen- 36.000 Senza dubbio, si tratta del miglior libro
to lo studio del medioevo cristiano per dare su questo soggetto pubblicato in Italia. L’au-
spazio alla storia contemporanea, ovvero... tore documenta le sue affermazioni, polemiz-
alla propaganda comunista. I vostri figli ver- zando talvolta con coloro che vogliono mini-
ranno così “rieducati” a scuola, contro la vo- mizzare o negare l’influenza nociva della mu-
stra volontà. Non sarà inutile, allora, leggere sica rock. Ne consigliamo vivamente la lettu-
e far leggere dei libri come quelli segnalati ra, specialmente ai giovani e ai loro genitori.
che serviranno da antidoto al lavaggio del
cervello. Spataro e Maurizio mettono in ABBIAMO ANCHE RICEVUTO:
chiaro le responsabilità comuniste nell’epi-
sodio di via Rasella e nell’epurazione che * GIANCARLO GALLI. Gli Agnelli. Mon-
seguì alla “liberazione” di Roma; occorre dadori, 1997, L. 32.000
parlarne, ora che quegli avvenimenti sono * Y VES C HIRON , Padre Pio. Paoline,
tornati d’attualità col processo Priebke, al 1997, L. 24.000
quale l’Associazione Uomo e libertà ha dedi- * V. Messori, M. Brambilla. Qualche ra-
cato un convegno del quale sono stati pub- gione per credere. Mondadori, 1997, L. 29.000
blicati gli atti. Di facile lettura (molti i docu-
menti e le fotografie) il libro sulla Resi -
stenza di Lucioli e Sabatini; commovente
quello che l’amico Malfettani dedica a Fra’
P er nutrire la vostra vita spirituale, vi con-
sigliamo i seguenti libri, che sono dei
classici della spiritualità cattolica, ma pur-
Ginepro, raccogliendo i suoi scritti. “Quan- troppo spesso sconosciuti. Essi si adattano
do il nostro popolo era nelle trincee, Iddio mi sia alla meditazione quotidiana che alla let-
mandò nelle trincee; quando il nostro popolo tura spirituale.
era dentro i reticolati, Iddio mi mandò dentro * S. LUIGI GRIGNON DI MONTFORT, “L’a-
i reticolati; quando il nostro popolo era in more della eterna sapienza”; si può trovare in
galera, Iddio mi mandò in galera. Ti ringra- S. L UIGI G RIGNON DI M ONTFORT , Opere,
zio, o Signore, per queste prove meravigliose Centro Mariano Monfortano Roma 1977.
di cui mi hai creduto degno”; pensiamo che * S. IGNAZIO DI LOYOLA, “L’obbedienza e
questa frase di Fra’ Ginepro illumini il letto- la grazia meditazioni quotidiane”, Piemme
re sullo spirito del suo autore. Casale Monferrato 1990.
* F RANCO A DESSA . Gabriel Garcia * LUIS DE LA PALMA, “La Passione del
Moreno. Capo di Stato, Statista cattolico - Signore”, edizioni Ares Milano.
Assassinato dalla Massoneria. Ed. Civiltà * TOMMASO MORO, “Nell’orto degli ulivi”,
(V. Galilei 121, Brescia) 1997, L. 20.000 edizioni Ares Milano.
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della febbre maligna, la bocca amara, la lin- 6. No, i parenti non avvisano del pericolo
gua nera, un’inquietudine per tutta la perso- della morte; ma perché poi pensano al loro
na, cominciano ancora i vaniloquii. Il medico interesse, che loro preme più d’ogni altra
ordina pertanto purghe, salassi, acqua gelata, cosa, sperando ognuno che l’infermo gli lasci
perché la febbre è fatta acuta. Dice poi ai pa- buona porzione delle sue robe, fanno venire
renti: “Oimé l’infermità è gravissima, io non il notaro. Giunge il notaro, dice l’infermo:
voglio essere solo, chiamiamo altri per fare un “Chi è costui?” Rispondono i parenti: “È il
collegio”. Ma ciò lo dice in segreto ai parenti, notaro, se mai per vostra soddisfazione voleste
e non ne fa parola all’infermo, per non met- fare testamento”. “Dunque io già sto male, e
tergli timore, e seguita a dire: “Statevi allegra- vicino alla morte”? “No Signor padre, Signor
mente che non sarà niente”. fratello (gli dicono) già sappiamo, che non vi
4. Sicché si parla di rimedi, di più medici, sarebbe questo bisogno; ma un giorno avrete
di collegio; e di confessione, e Sagramenti già da far testamento, e perciò sarebbe meglio
non si fa parola. Io non so, come mai possono che lo facciate ora colla testa sana, e da ora la-
salvarsi tali medici; essi giurano espressamen- sciate aggiustare le vostre disposizioni”.
te, quando si dottorano, secondo la Bolla di Risponde l’infermo: “Eh via, giacch’è venuto
S. Pio V di non visitare più l’infermo dopo il il notaro, e desiderate ch’io faccia il testamen-
terzo giorno dell’infermità, se quegli non si è to, facciamolo. Su scrivete Signor notaro”. Il
confessato; ma per lo più questo giuramento notaro prima gli domanda in quale Chiesa
dai medici non si osserva, e così tante povere vuol seppellirsi, se muore. Oh che parola di
anime si perdono; perché, quando l’infermo è dolore! L’infermo, fatta l’elezione della se-
giunto a perdere la testa, o pure a vacillare poltura, comincia a dire: “Lascio quel territo-
colla mente, che serve più a confessarsi? È rio ai miei figli, quella casa a mio fratello, la-
dannato. Fratello mio, quando ti senti infer- scio quel pezzo di argento a quell’amico, e
mo, non aspettare che il medico ti dica che ti quel mobile a quell’altro”. Ma Signor tale, che
confessi, fallo da per te: giacché i medici per fate? Voi avete tanto stentato per acquistarvi
non disgustare gli infermi non gli avvisano queste robe, vi avete anche aggravata la co-
del loro pericolo, se non quando son dispera- scienza, ed ora le andate spartendo, lasciando
ti, o quasi disperati. E così tu fatti chiamare tanto a questo, e tanto a quell’altro? Ma non
prima il Confessore, prima il medico del- vi è rimedio, quando viene la morte, si ha da
l’anima, e poi quello del corpo. Si tratta di lasciare ogni cosa. Ma questo lasciare è cosa
anima, si tratta di eternità; che se la sgarri al- di gran pena all’infermo, il quale teneva at-
lora, l’hai sgarrata per sempre senza rimedio, taccato il cuore a quella roba, a quella casa, a
e senza speranza più di rimedio. quel giardino, a quei denari, a quegli spassi;
5. Il medico dunque nasconde il pericolo viene la morte, e dà il taglio, dividendo il
all’infermo, i parenti fanno peggio, perché cuore da quegli oggetti amati; in questo taglio
vanno a lusingarlo con bugie, dicendogli che ha da sentirsi dall’infermo un gran dolore. E
sta meglio, e che i medici danno tutta la perciò, uditori miei, stacchiamo il cuore dalle
buona speranza. Oh parenti traditori. Paren- cose di questo mondo, prima che venga a
ti barbari, parenti maggiori nemici d’ogni staccarcene la morte con tanto dolore, e con
nemico! Invece di avvisare l’infermo del suo gran pericolo allora dell’anima. (segue).
stato pericoloso come sono obbligati per ob-
bligo di pietà, specialmente i genitori, i figli La morte del
ed i fratelli, acciocché l’infermo aggiusti i giusto e la
conti dell’anima sua con i Sagramenti, lo lu- morte del
singano, l’ingannano, e lo fanno morir dan- peccatore
nato. Ma nonostante che il medico ed i pa-
renti nascondono la verità, il povero infer-
mo dagl’incomodi ed affanni che prova, e
dal vedere insieme il silenzio che osservano
gli amici, i quali vengono a visitarlo, e dal
vedere ancora qualche parente colle lagrime
agli occhi, già si avvede che la sua infermità
è mortale: “Oimé, dice, già sarà venuta per
me l’ora della morte, e questi per non darmi
pena non mi avvisano niente!”
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Misteri e segreti del B’naï B’rith (360 pagg.) L 50.000 + Spese di spedizione
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Storia ebraica e giudaismo. Il peso di tre millenni (264 pagg.) L. 30.000 + Spese di spedizione
alla politica di Giovanni Paolo II nei riguardi lino laicista che critica l’Anno Santo coi vec-
dell’ebraismo, si scambia il nostro direttore chi argomenti dell’anticlericalismo liberale.
ed un padre di quattro figli per dei sacerdoti Una parte dell’intervista di don Ricossa a La
“lefebvriani”! Il riferimento concerne la ma- Padania è stata ripresa dal quotidiano roma-
nifestazione del Sodalizio Cattolico a Trento no Il Messaggero del 13 settembre 1997.
dell’anno scorso. Il quotidiano leghista La Su Pagine Libere (n. 1, gennaio 1997, pp.
Padania ha pubblicato, il 12 settembre, 43-44), Fausto Belfiori parla del libro di E.
un’intervista sul Giubileo a don Buzzi (della Ratier, Misteri e segreti del B’nai B’rith, edito
Fraternità) e don Ricossa (dell’Istituto) qua- dal nostro Centro Librario, in un articolo de-
lificati però come sacerdoti “scismatici” (il dicato a questa loggia ebraica e intitolato In
che, probabilmente, per i leghisti è un com- Gold we trust. Una recensione al libro di
plimento). Il pensiero di don Ricossa è stato Ratier è stata pubblicata anche dall’agenzia
però mal presentato: infatti, se non amiamo di informazioni Dejpress (via Pironti 35 a,
l’aspetto ecumenico del Giubileo wojtyliano, Avellino), n. 14, 15 settembre 1997.
non vogliamo neppure portare acqua al mu- Segnala Sodalitium la rivista argentina
Nuestra lucha (n. 12, ottobre-dicembre 1996).
L’ordinazione sacerdotale di don Ercoli: le Litanie dei Santi Recensisce il n. 44 di Sodalitium, a p. 23, il bol-
lettino interno di Inter multiplices una vox (via
Battisti 2, Torino). La rivista bresciana Chiesa
viva (via Galilei 121, Brescia) riprende spesso
gli articoli di don Nitoglia pubblicati su
Sodalitium. Nell’ultimo numero (il 288, ottobre
1997) don Villa pubblica in anteprima la recen-
sione di don Nitoglia al libro di Israel Shahak:
Storia ebraica e giudaismo. Il peso di tre millen-
ni, edito dal Centro librario Sodalitium. Anche
la rivista tedesca Kyrie Eleison (n. 2, aprile-giu-
gno 1997, pp. 44-95) ha ripreso l’articolo di don
Giugni San Pio V, il Papa della S. Messa.
Parlano male di noi. Su questo numero
troverete una risposta all’articolo di “Dio-
nisius” contro la tesi di Cassiciacum e i suoi so-
stenitori. L’articolo in questione è stato pub-
blicato originariamente dalla rivista francese
Courrier de Rome e poi tradotto in italiano
(con delle correzioni, soppressioni e aggiunte)
da quella romana Sì sì no no. Entrambe le
85
l’opposizione a Israele. Esso è duramente op- collaborare con un gruppo settario di Chieti
posto all’attuale attitudine della chiesa verso gli (l’Ordine Missionario per la Salvezza delle
ebrei, e pubblica regolarmente degli articoli sul Anime). Un lettore di Chieti (avverso a quel
deicidio, sulle connessioni tra la Massoneria e gruppo) scrive, tra l’altro: “C’è infine da dire
il Giudaismo, sull’omicidio rituale “commesso che se è pur vero che i ‘tradizionalisti’ delle
dagli ebrei”. Il Rapporto parla anche delle re- varie tendenze non cercano l’appoggio di grup-
censioni favorevoli fatte in Italia al libro di puscoli e sette pseudo-cattoliche, tuttavia è certo
Ratier, Misteri e segreti del B’nai B’rith. che alcuni di questi gruppi si rifugiano in tali
Avvenire, il quotidiano della Conferenza organizzazioni ‘tradizionaliste’; ciò è testimo-
episcopale italiana, ha svolto un’inchiesta sui niato dallo stesso don Ricossa e dal fatto che
“tradizionalisti” a cura di Luigi Geninazzi. La l’Omsa, la setta alla quale fa riferimento l’in-
prima puntata (la seconda è dedicata alla chiesta di Geninazzi, dopo essere stata scaricata
Fraternità, la terza agli “indultisti” e la quarta dai sedevacantisti [cioè, per il lettore di
ai gruppi vicini alla TFP) è dedicata all’Istituto Avvenire, l’Istituto] si è rifugiata tra le braccia
Mater Boni Consilii (12 luglio 1997, p. 16). (ignare?) dei sacerdoti lefebvriani del ‘priorato
Avvenire pubblica tre articoli: un servizio di Madonna di Loreto’ di Spadarolo di Rimini;
Geninazzi (che fu nostro ospite a Verrua) inti- come appare chiaro dallo stesso bollettino uffi-
tolato: Nel fortino dei tradizionalisti. A Verrua ciale ‘La tradizione cattolica’...”. L’Istituto, in
Savoia tra chi giudica i lefebvriani troppo di si- questa vicenda, non ha niente di cui vergo-
nistra, un commento di Pietro Coda (Ma la gnarsi. Abbiamo unito la carità alla prudenza
Rivelazione non si paralizza in una forma sto- e alla fermezza: carità, quando eravamo ignari
rica) e un intervento del GRIS (L’allarme del delle dottrine del gruppo, prudenza nel cerca-
Gris: sono un pericolo). Dispiace che Geni- re la verità appena sorti i primi sospetti, fer-
nazzi (e tramite lui Avvenire) non abbia colto mezza fino a rifiutare l’amministrazione dei
un’occasione: quella di presentare l’Istituto sacramenti, appena conosciuta la verità. (Ci ri-
per quello che è realmente, discutendo sui sulta invece che i membri dell’Omsa assistono
problemi dottrinali che ci separano, invece di spesso alle messe parrocchiali e non vengono
fare la solita caricatura folkloristica alla quale loro rifiutate le esequie religiose da parte del
siamo abituati. Il tema ha tuttavia interessato, clero della diocesi). Quanto alla Fraternità
giacché si è aperto un dibattito su Avvenire San Pio X, che ora assiste il gruppo di Chieti, è
nella rubrica Lettere al Direttore. Il 17 luglio è ignara dei loro errori dottrinali? Purtroppo
stata pubblicata una replica di don Ricossa sappiamo per certo che non lo è.
(che sottolinea le vere e proprie falsità scritte Precisazioni. In seguito a quanto scritto
da Geninazzi) e una risposta di quest’ultimo. sullo scorso numero di Sodalitium a proposito
Pochi giorni dopo, un altro “botta e risposta” del dott. Agnoli e Giovanni XXIII, alcuni let-
tra don Ricossa e, questa volta, il direttore di tori hanno pensato, approvandoci o disappro-
Avvenire (più la lettera di un sacerdote). Il 26 vandoci, che intendessimo affermare che il
luglio è pubblicata la lettera di Paolo Maggi. dott. Agnoli avesse plagiato gli scritti di
Tra l’altro, egli scrive: “Anch’io, poi, mi sono Sodalitium su Giovanni XXIII. Ci teniamo a
recato a Verrua Savoia e ho incontato don precisare che non abbiamo mai affermato una
Francesco Ricossa, che mi ha onorato della sua cosa simile. Abbiamo sostenuto che le posi-
ospitalità. Devo dire, a onor del vero, che zioni di Agnoli sono una novità negli ambien-
l’Istituto Mater Boni Consilii non è, a rigore, ti della Fraternità San Pio X, ambienti legati
sedevacantista, dato che i suoi membri non in- (almeno a parole) a Giovanni XXIII (come lo
tendono procedere a un nuovo conclave. Come dimostra ancor oggi lo stemma di Giovanni
studioso-ricercatore dei nuovi movimenti reli- XXIII ripreso come emblema della Fraternità
giosi ritengo - e lo dico agli amici del Gris citati su di un depliant della medesima società). Di
negli articoli - che i ‘movimenti ultratradiziona- questa positiva influenza, abbiamo scritto,
listi italiani’, cui si accenna, non sono un peri- Sodalitium si rallegra. Si rammarica, è vero,
colo alla stessa stregua di certi movimenti reli- che l’illustre studioso non abbia ritenuto op-
giosi odierni e che, soprattutto, non sono ascri- portuno citare i nostri studi su Giovanni
vibili alle ‘nuove religioni’ (come invece molti XXIII, e neppure la traduzione italiana di
fanno) bensì sono parte di una fenomenologia Misteri e segreti del B’nai B’rith (che egli cita
complessa e quasi inestricabile interna al catto- solo nell’edizione francese). Libero Agnoli di
licesimo”. L’otto agosto, ancora uno strascico non farlo, liberi noi di rammaricarcene...
alla polemica. Il GRIS ci ha infatti accusati di Altra precisazione. È uscito recentemen-
87
te uno scritto sull’opera di Mons. Thuc nel matrimonio con la celebrazione di una santa
quale si parla abbondantemente di Soda- Messa di ringraziamento. Il 28 giugno i co-
litium e dell’Istituto, a cura di una istituzio- niugi Severino hanno festeggiato a Verrua,
ne che ha sede a Chaillac (Francia). Abbia- venendo da lontano, il 10° anniversario; il 10
mo già precisato nel passato, e lo ripetiamo settembre (in anticipo di due giorni), a Loro
al presente, che nulla abbiamo a che vedere Ciuffenna (Arezzo) hanno festeggiato assie-
con questo gruppo, e con altri gruppi simili me i coniugi Ricossa e Rennella, rispettiva-
citati in detto scritto. mente il 40° e 33° anniversario.
Ultima precisazione. Dopo i fatti dell’as- Prime comunioni. Due prime comunioni
salto al campanile di S. Marco a Venezia, il a Ferrara, il 21 settembre, precedute da un
quotidiano romano Il Tempo, in un articolo piccolo ritiro il giorno prima, ed una a Zele
di Gianandrea Zagato (A Verona si parla di (Belgio), il 6 aprile.
Nazismo) ha preteso vedere un collegamen- Defunti. Il 3 aprile è deceduta ad Avi-
to tra i secessionisti veneti e il Comitato gliana (Torino), la pittrice Wally Toselli, ve-
Principe Eugenio di Verona. In detto artico- dova Corradini; parente di don Ricossa, ha
lo un certo Luigi Pasero faceva dichiarazioni ricevuto da lui i santi sacramenti. L’8 aprile
deliranti contro il gruppo veronese, qualifi- don Giugni ha celebrato le esequie di Roger
candosi come dirigente del gruppo tradizio- Gastin a La Fare Les Oliviers. Al figlio Ge-
nalista piemontese Sodalitio. Immediata la rard e tutta la sua famiglia, la promessa
risposta del nostro direttore, don Francesco delle nostre preghiere. Il 14 aprile, nella
Ricossa, pubblicata su Il Tempo del 17 mag- cappella Saint Michel di Tours, don Cazalas
gio 1997 (p. 134), ove si smentiva ogni colle- ha celebrato le esequie della signora Marie
gamento tra Sodalitium e il fantomatico Hily, sposa del nipote di Padre Barbara, de-
Sodalitio del misterioso sig. Pasero. ceduta in seguito a un incidente stradale,
Battesimi. Il 13 aprile, don Francesco dopo aver ricevuto i santi sacramenti. La fa-
Ricossa ha battezzato a Tours Claude miglia Hily è sempre stata molto vicina a
Delville. Don Giuseppe Murro ha battezzato padre Barbara, che è stato dolorosamente
ad Annecy William Weizenegger, il 15 mag- provato da questo lutto, come pure dalla
gio, e Samuel Weizenegger il 21 settembre. I grave malattia del nipote, che ha di poco
due bambini sono cugini, figli dei fratelli ge- preceduto il decesso della consorte. Tutte
melli Jacques e Alexandre, e delle rispettive queste croci sono state accettate ed abbrac-
consorti Marie Lilia e Carole. Don Ricossa ciate con profondo spirito cristiano. Al si-
ha battezzato ad Annecy, il 31 agosto, il ni- gnor Hily e a Padre Barbara vanno le con-
pote Sergio ( secondo figlio di Luca e di doglianze dell’Istituto e la promessa delle
Nadia Ricossa), ed il 6 settembre, a Ma - nostre preghiere per il riposo dell’anima
ranello, Carla Casati Rollieri, la prima proni- della signora e la salute del nipote. Un altro
pote dei nostri carissimi amici Alberto e lutto ha colpito la comunità di Tours (oltre
Adriana Senni Buratti, che sono così diven- quella di Bruxelles, ove viveva la defunta): il
tati bisnonni. Il 4 agosto don Nitoglia ha bat- 7 settembre, è mancata Lucienne Malré,
tezzato, a Viotto, Chiara Durando (settima nata Bosard. Era la madre di Suor Marie
tra i figli di Marco e Anna Durando), ed il 21 Bernadette, che collabora con Padre
settembre, a Verrua, la piccola Gretha, pri- Barbara a Tours. Donna di grande fede, è
mogenita di Massimo e Cinzia Malacarne. stata assistita nella malattia, sopportata cri-
Don Geert ha amministrato in Belgio il suo stianamente, da don Medina. Ancora recen-
primo battesimo: il 4 aprile a Dendermonde. temente aveva condiviso la nostra gioia, as-
Matrimonio. Il 5 luglio, nella chiesa di sistendo, a Steffeshausen, all’ordinazione sa-
N.D. du Vaucluse a Grasse, don Nitoglia ha cerdotale di don Stuyver, che è stato suddia-
benedetto le nozze di Jerôme Cioccagnini e cono nella solenne messa funebre celebrata
di Anne Marie Vidal. Auguri agli sposi e a Drogenbos da don Schoonbroodt. Alla sua
alle famiglie. famiglia, vadano le condoglianze di tutto
Anniversari. Il 6 settembre l’abbé Philip- l’Istituto. Ricordiamo anche il decesso nello
pe Guepin ha festeggiato a Nantes il 20° an- scorso agosto ad Avellino, della signora Ida
niversario del suo sacerdozio. Don Cazalas De Jorio, sorella del prof. Filippo De Jorio
era presente in rappresentanza di P. direttore dell’agenzia di informazione
Barbara e di tutto il nostro Istituto. È un’ot- Dejpress Raccomandiamo questi fedeli, uni-
tima cosa festeggiare anche gli anniversari di tamente a tutti i fedeli defunti, alle preghie-
SS. MESSE
ITALIA Firenze: Via Ciuto Brandini, 30, presso la
Prof.ssa Liliana Balotta. SS. Messe la lª e la 3ª
Verrua Savoia (TO): Istituto Mater Boni domenica del mese alle ore 18,15 e confessioni
Consilii - Località Carbignano, 36. Tel. (0161) dalle ore 17,30.
83.93.35. Nei giorni feriali, S. Messa alle ore
7,30. Tutte le domeniche S. Messa ore 18,00. Milano: per informazioni rivolgersi a Verrua
Benedizione Eucaristica tutti i venerdì alle Savoia.
ore 21. Il primo venerdì del mese, ora santa
alle ore 21. FRANCIA
Torino: Oratorio del S. Cuore, Via Thesauro Annecy: 11, avenue de la Mavéria. SS. Messe la
3 D. S. Messa il primo venerdì del mese e 2ª e la 4ª domenica del mese alle ore 10 e
tutti i giovedì, alle ore 18,15 e confessioni confessioni dalle ore 9,00. Tel. dall’Italia:
dalle ore 17,30. Tutte le domeniche, confes- 0033 4.50.57.88.25.
sioni dalle ore 8,30, S. Messa cantata alle ore
9,00; S. Messa letta alle ore 11,15. Catechismo Lione: (2ème) 36, rue Comte. S. Messa la 2ª e la
il sabato pomeriggio. 4ª domenica del mese alle ore 17, e confessioni
dalle ore 16,30. Tel. dall’Italia: 0033
Valmadrera (CO): Via Concordia, 21- Tel. 4.78.42.14.79.
(0341) 58.04.86. SS. Messe la lª e la 3ª dome-
nica del mese alle ore 10, e confessioni dalle Cannes: N.D. des Victoires, 4, rue Fellegara. S.
ore 9,30. Messa la 2ª e 4ª domenica del mese alle ore
10,15.
Maranello (MO): Villa Senni - Strada per
Fogliano - Tel. (0536) 94.12.52. S. Messa tutte Tours: 29 rue d’Amboise. S. Messa tutte le do-
le domeniche alle ore 11. La 3ª domenica del meniche alle ore 10,30.
mese S. Messa alle ore 9.
COME AIUTARCI
Offerte:
• Sul Conto della Banca CRT Ag. di Brusasco Cavagnolo, conto 1802189/26 intestato
all’Associazione Mater Boni Consilii.
• Sul Conto Corrente Postale numero 24681108 intestato a “Sodalitium”, periodico
dell’Associazione Mater Boni Consilii.