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Periodico - Organo Ufficiale dell’Istituto Mater Boni Consilii - Loc. Carbignano, 36. 10020 VERRUA
SAVOIA (TO) - Telef.: 0161/839335; Fax: 0161/839334 - C/CP 24681108 - Dir. Resp.: don Francesco
Ricossa - Spedizione abb. post. Gr. IV (70) - Aut. Trib. di Ivrea n. 116 del 24-2-84 - Stampa: TECA - Torino
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Sommario
Editoriale pag. 2
“Il Papa del Concilio” pag. 3
Antigiudaismo ed antisemitismo: origini e cause pag. 8
Massimo Introvigne e la Massoneria pag. 13
San Pio V, “il Papa della S. Messa” pag. 18
L'umiltà pag. 33
Mons. Giovanni Volpi pag. 41
“I nuovi barbari. Gli Skinheads parlano” pag. 43
La Via Regale pag. 47
Vita dell'Istituto pag. 49
Tredicesima puntata: quale Concilio? no “un volto ansioso e tirato” (1). Pochissimi,
in quel momento, potevano immaginare il
“IL PAPA DEL CONCILIO” vero motivo di questo stato d’animo di
Roncalli, perché pochissimi erano al corren-
di don Francesco Ricossa te dell’annuncio che sarebbe stato dato al
mondo: l’indizione di un Concilio Ecu-
Venticinque gennaio 1959. A soli cinque menico. Secondo l’Osservatore Romano del
giorni dallo storico incontro col suo giorno precedente, il Papa intendeva recarsi
Segretario di Stato, Card. Tardini, Giovanni a San Paolo per pregare in favore della
XXIII uscì dal Vaticano alle dieci di quella “Chiesa del silenzio” oppressa dal comuni-
domenica mattina per recarsi, in autovettu- smo. Secondo altri, invece, egli intendeva so-
ra, alla Basilica di San Paolo fuori le mura. lamente completare la visita delle principali
Chi gli stava vicino notò come egli mante- Basiliche romane, dopo essersi recato solen-
nesse, lungo il tragitto, un “silenzio poco nemente a San Pietro, San Giovanni in
consueto”, mentre le fotografie che gli furo- Laterano e Santa Maria Maggiore. In realtà,
no scattate al suo arrivo a San Paolo rivela- niente di tutto questo. Per chi ignorava la
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Quando Giovanni XXIII annunciò il citare sul Concilio, fin dalla sua preparazione.
Concilio, egli sapeva che in “materia pasto- Una sola cosa mancava alla realizzazione del
rale, ecumenica, giuridica, come pure nelle loro progetto: l’appoggio di Giovanni XXIII.
relazioni tra lo Stato e la Chiesa, la Curia ro- Il Papa (21) può tutto. Solo lui può convo-
mana e le Chiese locali (almeno quelle del care un Concilio ecumenico. Solo lui può scio-
nord-Europa, n.d.a.) sono agli antipodi” (18). glierlo. Senza la sua approvazione, le decisioni
Era già così nel 1923 quando, consultato da di un Concilio valgono meno che niente. E du-
Pio XI sul Concilio, il Card. Bonzano si disse rante il Concilio stesso, le decisioni prese dai
gravemente preoccupato per “il pericolo che Vescovi dipendono in gran parte dall’attitudi-
un certo numero di vescovi specialmente ne del Papa. Tra i Padri conciliari alcuni, du-
stranieri tenti di accentuare i propri diritti, in rante il Vaticano II, si schiereranno aperta-
opposizione alle prerogative del primato del mente per la Tradizione: saranno la cosiddetta
Sommo Pontefice, col pretesto che Roma ac- “minoranza”. Altri, prenderanno chiaramente
centra troppo” (15). partito per l’eresia. A torto questa fazione
Sì, sia Pio XII che Giovanni XXIII erano venne chiamata “maggioranza conciliare”.
al corrente di questa situazione e dei pericoli Risultarono essere maggioranza, difatti, solo
che ne derivavano per la fede. Ma la loro de- perché molti Padri, loro sì rappresentanti la
cisione in proposito fu opposta. Questo per- maggioranza, si unirono a loro perché si ac-
ché, scrive Hebblethwaite, “ciò che spinse corsero che “il Papa” (Giovanni XXIII prima,
Pio XII a rifiutare l’idea di un Concilio, con- Paolo VI poi) era con i progressisti. Ed essi
fermò Giovanni nel suo giudizio per il quale volevano “essere con il Papa” (22).
esso era invece più che mai necessario” (19). Benché deceduto durante il Concilio e pri-
ma della promulgazione dei suoi documenti,
Quale Concilio? Giovanni XXIII è certamente il principale re-
sponsabile della strada che prese il Concilio
Il Concilio, quale avrebbe potuto e dovu- stesso, ovvero quella della rottura e della di-
to essere… scontinuità con il precedente magistero infalli-
Malgrado le osservazioni più che perti- bile della Chiesa. Questa gravissima afferma-
nenti del cardinal Billot, e le decisioni più zione deve naturalmente essere dimostrata.
che sagge di Pio XI e Pio XII contro la con- È quello che mi propongo di fare nelle
vocazione di un Concilio, ci si può chiedere restanti puntate, che abbracceranno pratica-
se l’esito funesto ed eterodosso del Vaticano mente tutto il pontificato di Giovanni XXIII.
II fosse, umanamente parlando, evitabile. In È impossibile, difatti, separare adeguatamen-
altri termini: un Concilio, negli anni Sessanta te il pontificato giovannèo dal Concilio.
del nostro secolo, doveva essere necessaria- “L’idea di convocare un Concilio risale (...) ai
mente influenzato dall’eresia modernista? primi giorni dopo la sua elezione. (...) Il
Non lo pensavano i cardinali Ottaviani e Concilio non è un elemento accidentale nel
Ruffini, che modernisti non erano e tuttavia suo pontificato, né una sorta di pensiero ve-
insistettero per il Concilio. Eppure essi, spe- nuto all’improvviso. È un pensiero che si al-
cialmente Ottaviani dal suo posto di respon- larga al pontificato nella sua totalità, che vie-
sabilità al Sant’Offizio, erano certamente al ne realizzato come scopo, politica, program-
corrente dell’insofferenza di molti teologi e ma e contenuto del pontificato” (23). Gli in-
persino di interi episcopati nazionali verso la terventi di Giovanni XXIII in sede di prepa-
sana dottrina della Chiesa, insofferenza ag- razione al Concilio prima e del suo svolgi-
gravata dall’aiuto loro prestato dai poteri mento poi, saranno decisivi per i suoi ulterio-
mondani e dai moderni mezzi di informazio- ri sviluppi. Ma tutta la politica del pontificato
ne. Se essi pensarono, pertanto, di poter con- (relazioni ecumeniche, apertura a sinistra
durre in porto un Concilio con dei frutti salu- nella politica interna italiana, inizio dell’ost-
tari per la Chiesa, malgrado le difficoltà fin politik vaticana, inquietanti relazioni con il
ora elencate, è perché speravano di poter giudaismo e la massoneria, insegnamento uf-
contare su appoggi ancora più solidi... ficiale, ecc.) che si svolse parallelamente al
Proviamo ad elencarli. Innanzitutto, la Divina Concilio o alla sua preparazione, ha il mede-
Provvidenza, che guida ed assiste la Chiesa simo ruolo. Pontificato e Concilio si interse-
(20). In seguito, più umanamente, la sostanzia- carono e si condizionarono vicendevolmente
le integrità di molti Vescovi. Infine, il saldo con l’intenzione di portare la Chiesa ad un
controllo che la Curia si riprometteva di eser- abbraccio mortale con il Mondo.
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durre e guidare una reazione o difesa dal gravò l’orrore verso di sé; (...) (op. cit., p. 66).
Giudaismo che possiamo chiamare pertanto Attirò così su di sé un duplice disprezzo: quel-
Antigiudaismo, termine che deve essere ac- lo dei cristiani e quello degli oppressi.
curatamente distinto, come vedremo meglio
in seguito, da quello di Antisemitismo. I VARI AGENTI DELL’ANTIGIUDAISMO
Il motivo dell’Antigiudaismo è pertanto
l’opposizione secolare del Giudaismo talmu- Abbiamo visto che la Chiesa, fin dai pri-
dico a Nostro Signore Gesù Cristo ed alla mi secoli, svolse un ruolo di primo piano nel
sua Chiesa, la quale per non soccombere do- moderare le invadenze dottrinali e pratiche
vette difendersi. Scrive ancora Lazare: “Per del Giudaismo. Nello svolgere questo com-
il solo fatto che negavano la divinità di pito essa si servì principalmente di due isti-
Cristo gli ebrei si ponevano come nemici tuzioni: gli Ordini religiosi e l’Inquisizione.
dell’ordine sociale, poiché tale ordine sociale a) Gli Ordini religiosi. La predicazione dei
era fondato sul Cristianesimo” (op. cit., pag. religiosi riguardante gli ebrei denunciava in-
59). Un esempio dei conflitti che potevano nanzitutto il peccato di deicidio, per dimostra-
nascere tra popolo ebraico ed ordine sociale re in seguito che essi, tramite l’usura, erano di-
cristiano è quello relativo all’usura. Durante ventati anche i padroni dell’oro, “i succhiatori
tutto il medioevo e fino al XV secolo la del sangue dei cristiani”. Così si esprimevano
Chiesa proibì il prestito ad interesse, ma per S. Giovanni da Capestrano, S. Bernardino da
l’ebreo questa proibizione non era vincolan- Siena, il Beato Bernardino da Feltre...
te: “Gli ebrei, che a quell’epoca appartene- b) L’Inquisizione. Contrariamente a quan-
vano per la maggior parte alla classe dei to generalmente si crede l’Inquisizione non
commercianti (...), approfittarono di questa perseguiva gli ebrei a causa della loro razza e
licenza e della situazione economica dei po- neanche a causa della loro religione, ma sola-
poli tra i quali vivevano” (op. cit., pag. 62). mente nella misura in cui essi incitavano alla
“Popolo energico, vivace, di un orgoglio infi- giudaizzazione oppure, dopo un’eventuale
nito, che si considerava superiore a tutti gli conversione al Cristianesimo, fossero tornati a
altri, il popolo ebreo volle diventare una po- giudaizzare. La Chiesa non voleva l’elimina-
tenza. Aveva istintivamente il gusto del do- zione degli ebrei, posti come erano in uno sta-
minio (...). Per esercitare questo tipo di au- to di inferiorità legale, considerandoli come
torità gli ebrei non ebbero la possibilità di una testimonianza vivente del proprio trionfo.
scegliere i mezzi. L’òro diede ad essi un po- “Così (...) il solo appoggio (relativo, nda)
tere che TUTTE LE LEGGI RELIGIOSE che (l’ebreo, nda) trovò (...) fu il Papato e la
E POLITICHE RIFIUTAVANO LORO. Chiesa (...). Se la Chiesa conservò gli ebrei
(...) DETENTORI DELL’ORO DIVEN- non fu tuttavia senza redarguirli e punirli.
NERO I PADRONI DEI LORO PADRO- (...) Ma il ruolo principale della Chiesa fu di
NI (...)” (2) (op. cit., pag. 64). combattere dogmaticamente la religione
I Talmudisti naturalmente ebbero una ebraica” (op. cit., pag. 70).
grande influenza nell’instillare quest’amore
dell’oro nell’anima dei propri correligionari. IL PROTESTANTESIMO E GLI EBREI
Dando importanza solo agli atti esteriori e
non curandosi della purezza dell’intenzione, La Riforma protestante, come rivolu-
essi resero gretta l’anima ebraica, presentan- zionò l’ordine sociale cristiano, mutò anche i
dole come unico fine della vita una felicità rapporti tra gli ebrei e la società.
naturale e materiale da raggiungere sulla ter- “Quando si levò l’alba del sedicesimo seco-
ra. “Per ottenere questo bene egoista (...) l’e- lo, quando il primo soffio di libertà passò sul
breo (...) era fatalmente condotto a ricercare mondo, gli ebrei erano un popolo di schiavi.
l’oro (...) l’ebreo fu diretto verso l’oro; fu pre- Tuttavia (...) il tempo dei grandi dolori era pas-
parato ad essere (...) l’usuraio. (...) Una volta sato per gli ebrei (...) incontrarono più com-
che l’ebreo diventò tale, l’Antigiudaismo si prensione (...) furono disprezzati in maniera
complicò, le cause sociali si mischiarono alle meno violenta (...). Eppure gli ebrei non erano
religiose e l’unione di queste spiega l’intensità cambiati (...) erano gli altri ad essere cambiati.
e la gravità delle persecuzioni che Israele do- I cristiani erano diventati meno ferventi e
vette subire. (...) Il deicida, già oggetto di or- quindi erano portati a detestare meno gli ereti-
rore, essendo diventato l’usuraio, l’esattore ci. (...) Durante gli anni che precedettero la
delle tasse, lo spietato agente del fisco, ag- Riforma l’ebreo era diventato l’educatore, il
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maestro di ebraico dei colti, iniziandoli così ai “Ufficialmente la Chiesa ha sempre con-
misteri della Càbala e armandoli - contro il dannato l’Antisemitismo (...) e ha determi-
Cattolicesimo - dell’esegesi di cui si servirà il nato la forma ed i limiti (...) che deve adotta-
Protestantesimo. (...) Quando Lutero pubblicò re l’azione contro gli ebrei” (Y. CHEVALIER,
le sue tesi (...) per un istante i teologi dimenti- L’Antisemitismo, Istituto Propaganda Libra-
carono gli ebrei e dimenticarono anche che il ria, Milano 1991, pag. 220) (4).
movimento che si andava propagando affon- Questa affermazione è verissima a condi-
dava le sue radici nelle fonti ebraiche (...). È zione di ben definire il termine di Anti-
LO SPIRITO EBRAICO CHE TRIONFA semitismo. Infatti se la Chiesa ha condanna-
CON IL PROTESTANTESIMO (...). È SIN- to l’odio gratuito del sangue ebraico, essa
GOLARE L’ANALOGIA TRA LUTERO E non ha mai condannato la lotta al pensiero
MAOMETTO. TUTTI E DUE ATTINSERO giudaico-talmudico: al contrario ne è sempre
LE LORO DOTTRINE ALLE FONTI E- stata la principale maestra.
BRAICHE (...) (op. cit., pagg. 73 - 84) (3). La tattica attuale degli ebrei è quella di
Infine quando il 27 settembre del 1791 confondere il significato delle parole, di far
l’Assemblea Costituente dichiarò che gli e- credere che non sia lecito reagire all’azione
brei avrebbero avuto in Francia gli stessi di- dissolvitrice del Giudaismo contro la Cri-
ritti dei cittadini attivi, gli ebrei entrarono a stianità; per ottenere questo si dà al termine
far parte della società. Antisemitismo un significato più ampio di
quello che gli ha sempre attribuito la Chiesa.
LA RIVOLUZIONE FRANCESE E GLI Lo stesso Chevalier cade in questo errore
EBREI quando afferma che l’Antisemitismo moderno
fa sua la teoria del complotto e della congiura
Con il 27 settembre 1791 gli ebrei furono ebraica, mentre a propriamente parlare, que-
ammessi al rango di cittadini attivi. Tuttavia sta tesi, lungi dall’essere una proprietà
tale legge dell’Assemblea Costituente “era dell’Antisemitismo moderno, si trova di già,
soprattutto impotente a rompere le catene divinamente rivelata, nel Vangelo. Leggiamo
che gli ebrei stessi si erano fabbricate. Essi e- infatti in Giovanni (IX, 22): “CONSPIRAVE-
rano emancipati legalmente ma non moral- RANT Judæi ... I giudei COSPIRAVANO di
mente, mantenevano la loro condotta di vita, espellere (scomunicare) dalla Sinagoga chiun-
i loro costumi ed i loro pregiudizi, (...) ave- que riconoscesse che Gesù era il Cristo”.
vano paura di perdere, a contatto con i non Consultando i dizionari etimologici della lin-
ebrei, la loro personalità e la loro fede. (...) e gua italiana (Devoto-Olii, Zingarelli, Cor-
lo sforzo della maggior parte degli ebrei ten- tellazzo-Zolli, Battaglia...) si ricava che il si-
deva a mantenere la propria identità in mez- gnificato di ‘cospirare’ è: cum (assieme) spira-
zo agli stranieri (...). Economicamente gli e- re (soffiare), CONGIURARE, accordarsi se-
brei restarono quello che erano (...) impro- gretamente per conseguire un fine. Sinonimo
duttivi (...) usurai” (op. cit., pag. 102). di COMPLOTTARE.
Bernard Lazare
DALL’ANTIGIUDAISMO ALL’ANTISE-
MITISMO.
Congiurare, a sua volta, viene da: cum, ti dal Battesimo, ma li deve trattare fraterna-
iurare: giurare assieme, unirsi in congiura. mente ed abbracciare.
Complotto: è sinonimo di congiura, intrigo, (...) Solo su queste basi, escludendo ogni
macchinazione ai danni di qualcuno. odio per le persone, è lecito un Antigiu-
Gli ebrei perciò cospiravano, congiurava- daismo nel campo delle idee, volto alla vigile
no e complottavano di scomunicare chiun- tutela del patrimonio religioso-morale e so-
que riconoscesse che Gesù era il Cristo. Ed ciale della Cristianità” (ibid. col. 1502. 1503).
oggi il Giudaismo continua a congiurare (nel
segreto, con giuramento) contro la Chiesa e CHE FARE?
gli Stati cristiani per distruggerli, creando a
tale scopo anche delle Società segrete (cfr Il mondo ha imboccato, con l’Umanesimo
Sodalitium n. 34 pag. 18) che “macchinano” neo-pagano del XV secolo, la strada larga che
contro di essi (C.J.C. can.2335). porta alla giudaizzazione, la quale è diretta-
“L’accordo segreto, diretto al rovescia- mente proporzionata alla scristianizzazione.
mento improvviso e violento dell’organizza- L’unica via per giungere al porto è LA-
zione politica dominante” (Zingarelli), non è SCIARE LA STRADA SBAGLIATA per
quindi un'invenzione dell’Antisemitismo raz- riprendere quella giusta, come quando, fa-
ziale e biologico, ma si trova già nel cuore del cendo un’escursione in montagna ci accor-
Vangelo, il quale ci racconta la vita di Gesù ed giamo che il sentiero che abbiamo percorso
il complotto del Giudaismo talmudico contro con grande fatica ci porta ad un precipizio,
di Lui, che si risolse nella Sua crocifissione. l’unica alternativa al salto nel vuoto è TOR-
Il cristiano che vuol restare tale non può NARE INDIETRO, PER RIANDARE
prescindere dal prendere atto dell’esistenza AVANTI NEL SENSO GIUSTO.
di un complotto di forze occulte (la giudeo- “Se non si rimettono gli ebrei al posto loro
massoneria), che nel segreto cerca di abbat- - scriveva “La Civiltà Cattolica” - CON LEG-
tere “il Trono e l’Altare” e non può astenersi GI umane e cristiane sì, ma DI ECCEZIONE,
dal lottare con tutte le sue forze contro tale che tolgan loro l’uguaglianza civile, a cui non
complotto, se non vuol vedere Gesù Cristo hanno diritto (...) non si farà nulla o si farà ben
crocifisso una seconda volta nel Suo Corpo poco. Data la (...) lor natura di stranieri in ogni
Mistico. paese, di nemici della gente di ogni paese che li
sopporta, e di società separata sempre dalle so-
ANTISEMITISMO E MORALE CAT- cietà colle quali convivono: data la morale del
TOLICA Talmud che seguono, e dato IL DOGMA
FONDAMENTALE DELLA LORO RELI-
L’Antisemitismo in quanto implica odio - GIONE, CHE LI SPRONA AD IMPADRO-
scrive mons. Antonino Romeo - e fomenta NIRSI, CON QUALSIASI MEZZO, DEL
(...) la violenza, è contrario alla morale cri- BENE DI TUTTI I POPOLI (...): dato che l’e-
stiana e comporta gravi pericoli per la Fede, sperienza (...) dimostra, che la parità dei diritti
(...disprezzo dell’Antico Testamento) (...). coi cristiani (...) ha per effetto o l’oppressione
La Chiesa condanna perciò l’odio che è chia- dei cristiani (...) o l’eccidio degli ebrei da parte
mato volgarmente Antisemitismo (Decreto dei cristiani, ne scende di conseguenza, che il
del S. Uffizio, 25 marzo 1928)” (A. ROMEO, solo modo di accordare il soggiorno degli ebrei
Antisemitismo, in ‘Enciclopedia Cattolica’, col diritto dei cristiani, è quello di regolarlo con
Città del Vaticano 1949, vol. I, col. 1502). leggi tali, che al tempo stesso impediscano agli
Tuttavia, come ricorda la “Civiltà Catto- ebrei di offendere il bene dei cristiani, ed ai cri-
lica” “la giustizia e la carità non escludono la stiani quello degli ebrei” (“La Civiltà Cat-
prudente e moderata difesa” (“Civiltà Catto- tolica”, 1890, serie XIV, vol. 8, citata in R.
lica”, 1945, II, P. 274). PIPERNO, L’Antisemitismo moderno, Cappelli,
“Non è Antisemitismo parlare dei difetti Rocca San Casciano 1964, pagg. 139, 140).
o dei pericoli del Giudaismo - scrive ancora Il cattolico deve desiderare con tutto il
mons. Romeo - (...) chi ritiene che gli ebrei cuore che gli ebrei si convertano e vivano;
sono a capo della Massoneria (...) e del pertanto voler liquidare il problema ebraico
Bolscevismo (...) non può però - senza grave mediante l’odio gratuito è un disegno crimi-
ingiustizia - accusare TUTTI. nale e pazzesco.
(...) Il cattolico non può, per questioni di Il cattolico inoltre non può restare indif-
sangue o di razza, schivare gli ebrei rigenera- ferente o ignorare che il Giudaismo attuale si
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trova in uno stato di riprovazione da parte di stanti ed ebrei, in particolare a quelli che controllavano
Dio e quindi deve sforzarsi, con carità unita le grandi banche della costa atlantica. Infine, dopo l’ul-
tima guerra, in questi anni di guerra fredda, si sono im-
alla prudenza (“Semplici come colombe, pru- posti di fatto gli ebrei del Pacifico, che avevano interessi
denti come serpenti”) di aiutare gli ebrei ad nel petrolio, e poi si sono impossessati dell’industria
uscire dal loro stato di orgoglioso acceca- spaziale e sempre e soprattutto dei mezzi di comunica-
mento, che impedisce loro di riconoscere il zione. ...DIETRO LE GRANDI COMPAGNIE C’È
LA GRANDE FINANZA EBRAICA”.
Messia già venuto e ne fa sognare uno che 3) cfr. STEFANO NITOGLIA, L’Islam, anatomia di una
dovrà dare loro il dominio sul mondo intero. setta, ed. Fiducia, Roma 1993.
“Jerusalem Jerusalem, convertere ad 4) cfr. anche:
Dominum Deum tuum”! J. BARROMI , L’antisemitismo moderno, Marietti,
Genova 1988.
C. MANNUCCI, L’odio antico, Mondadori, Milano 1993.
NOTE H. KÜNG, Ebraismo, Rizzoli, Milano 1991.
J. I SAAC , Genèse de l’Antisémitisme, éditions
1) Anche “La Civiltà Cattolica” (contemporanea a Calmann-Lévy, Paris 1956.
Lazare) è dello stesso parere, infatti scrive: J. ISAAC, L’Antisemitisme a-t-il des racines chrétien-
«L’antica e la moderna Sinagoga (...) sono tra loro nes?, Fasquelle, Paris 1960.
non solo diverse ma opposte (...).
SE (...) GLI EBREI PRESENTI SEGUONO (...)
LA LEGGE MOSAICA (...) NON SI PUÒ (...)TRO-
VARE RAGIONE SUFFICIENTE (...) DI QUESTA
(...) SEMPRE PROFONDA ANTIPATIA TRA L’E-
BREO ED IL NON EBREO SPECIALMENTE SE
CRISTIANO. (...)
Nessuna religione né setta si troverà come la pre- MASSIMO INTROVIGNE
sente ebrea (...) in un (...) sempre rinascente urto con
tutto il genere umano. Donde si deve ricavare che (...)
E LA MASSONERIA
l’Antigiudaismo sia da attribuire ad una ragione essen- di Padre Torquemada.
ziale, generale ed universale, operante in tutti i tempi,
luoghi ed individui. Ora questa ragione la si troverà in Chi conosce, almeno di fama, Massimo
quella (...) contraddizione che (...) corre tra l’antica,
santa e divinamente rivelata ed assistita Sinagoga mo- Introvigne, si chiederà che rapporto ci può
saica e la moderna empia e satanicamente inventata ed mai essere tra il famoso “settologo” e la “set-
ispirata Sinagoga rabbinica. La quale contraddizione ta” per antonomasia, la Massoneria. Nes-
versa (...) sopra i punti non soltanto della fede ma della sun’altro, si dirà, che quello che intercorre tra
morale, e non solo della morale (...) cristiana ma anche
della naturale. FACILMENTE S’INTENDE COME
lo studioso (nella fattispecie Introvigne) e
AD UNA TAL CONTRADDIZIONE (...), TRA LA l’oggetto del suo studio (la Massoneria).
MORALE EBRAICA E QUELLA DEL RESTO Forse che “Sodalitium” intende recensire un
DEL MONDO, DEBBA NECESSARIAMENTE libro del Nostro sui liberi muratori?
SEMPRE E DAPPERTUTTO SEGUIRE QUEL- Chi non conosce Massimo Introvigne, in-
L’ALTRA CONTRADDIZIONE (...) CHE SI CHIA-
MA ANTIGIUDAISMO (...). vece, si chiederà: “Chi era costui?”. Inco-
Il Giudaismo presente è contrario alla Legge di minciamo coll’apprendere agli ignoranti che,
Mosè e dei Profeti. Perciò L’EBREO PRESENTE (SE semmai, essi devono chiedersi: “Chi è co-
OSSERVANTE DELLA SUA LEGGE) È UN NEMI- stui?”, giacché l’Introvigne è vivo e vegeto.
CO NATURALE, NECESSARIO E CORDIALE
DEL GENERE UMANO NON EBREO. (...) NÉ
Prima di abbordare il nostro argomento, e
PERCIÒ MERAVIGLIA CHE VICENDEVOLMEN- dopo aver precisato che non c’è in libreria nes-
TE IL GENERE UMANO NON EBREO LO STIA sun nuovo libro di Introvigne sulla Mas-
SEMPRE PAGANDO DI UGUAL MONETA» (“La soneria, mi sembra opportuno presentare al
Civiltà Cattolica”, Serie XII, vol. VI, fasc. 814, 10 mag- lettore un sommario curriculum vitae del
gio 1884, pagg. 479, 480).
2) “La Stampa” del 21 novembre 1992, a pag. 21, ri- Nostro. Basterà seguire le note biografiche che
portò che nel 1960 l’ex capo della RAI, Ettore ci sono fornite dalle sue numerose pubblica-
Bernabei, trovandosi in casa di Fanfani, denunciò que- zioni, integrandole con qualche precisazione.
sto tentativo degli ebrei di occupare tutti i posti chiave Le copertine dei suoi libri, dunque, ci av-
del mondo economico e dei mass media, esclamando:
“Ecco la lungimiranza di Pittaluga e dei loro amici della
vertono che il Nostro è nato a Roma il 14 giu-
comunità israelitica di Torino, che nel 1924 fondarono gno 1955; però è piemontese e vive a Torino.
la prima stazione radiofonica in Italia. Ecco l’intelligen- Egli si presenta come uno degli “anima-
za, con la quale in molti Paesi del mondo gli israeliti si tori di Alleanza Cattolica - uno dei movi-
sono impossessati dei mezzi di comunicazione radiote- menti cattolici più attenti al problema delle
levisiva, controllando già l’editoria di molti giornali
quotidiani e periodici (...). Nel corso di questi decenni la sette - fin dagli anni del liceo”. E qui occorre
leadership del capitalismo statunitense è passata lenta- precisare. La precoce esperienza in Alleanza
mente dai protestanti ad un capitalismo misto, prote- Cattolica può far credere che per il Nostro
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essa sia stata il “primo amore”. In realtà c’è di Tedeschi e Gianna Preda, il Borghese.
chi lo ricorda quale membro del Fronte Così almeno si diceva in Alleanza Cattolica,
Monarchico Giovanile dell’Unione Monar- ove egli divenne “capocroce”, ovvero re-
chica Italiana (Gruppo Cavour) di Torino. sponsabile di una “cellula” del movimento.
La notizia è verosimile, poiché furono molti Le sue indubbie capacità intellettuali e
i giovani monarchici che passarono armi e dialettiche gli procurarono la stima non solo
bagagli ad Alleanza Cattolica negli anni ‘70 dei suoi superiori, ma anche di quelli del mo-
(con disperazione del buon Boschiero) gra- vimento tradizionalista di Mons. Lefebvre,
zie al non troppo leale lavoro di alcuni diri- per cui, ad esempio, divenne ascoltato confe-
genti del Fronte Monarchico, che, in realtà, renziere nel seminario di Ecône, su invito
erano militanti di Alleanza Cattolica. dell’attuale Vescovo Mons. Williamson, con-
Di Alleanza Cattolica, fondata se non er- sacrato da Mons. Lefebvre. A onor del vero,
ro nel 1968 dai piacentini G. Cantoni ed A. la collaborazione di Introvigne con la
Sanfratello, Introvigne seguì e segue tuttora Fraternità San Pio X si interruppe nel 1981;
le vicissitudini (è dirigente nazionale di que- prima, pertanto, della “scomunica” commi-
sto movimento). nata al Vescovo francese, ma dopo la “so-
Un’altra nota biografica ci informa che il spensione a divinis”. Per il futuro “settologo”
nostro “ha studiato filosofia all’Università la collaborazione con la Fraternità di Mons.
Gregoriana di Roma e diritto a Torino”. Lefebvre è stata certamente importante, per-
Alla Gregoriana, Introvigne studiò in quan- ché gli ha dato la possibilità di studiare una
to seminarista. Mentre quasi tutte le voca- sètta (così ora egli definisce questa società
zioni sacerdotali nate in seno ad Alleanza religiosa) dal di dentro.
Cattolica in quegli anni si dirigevano verso il Proseguiamo la nota (auto)biografica. Il
seminario svizzero di Mons. Lefebvre (tra i lettore vi apprende che il Nostro ha pubbli-
quali lo stesso Sanfratello, il fratello di cato alcuni scritti “in tema di filosofia mora-
Cantoni, don Piero, e gli attuali redattori di le”. È una discreta allusione alla prima spe-
“Sodalitium”...) Introvigne rispose generosa- cializzazione dell’Introvigne: la cosiddetta
mente all’appello del Signore frequentando “rivoluzione sessuale”.
la Gregoriana e risiedendo presso l’Almo Bisogna sapere che Alleanza Cattolica è
Collegio Capranica (detto il “seminario dei un movimento strettamente legato ad un al-
Vescovi” perché tanto prestigioso da anno- tro, fondato in Brasile e denominato T.F.P.
verare tra le fila dei suoi ex-allievi numerosi (ovvero: Tradizione, Famiglia, Proprietà).
Vescovi e Cardinali, e persino Papa Pio XII). Paradossalmente, non solo esso fu a lungo
Erano però gli anni di piombo, gli anni ‘70, sostenuto dal vescovo di Campos, Mons. de
ed i seminari montiniani erano piuttosto Castro Mayer (che fu “scomunicato” con
sul... rosso (politicamente parlando). Mons. Lefebvre), ma è stato fondato ed è
Normale che il nostro seminarista non vi si tuttora diretto dal Prof. Plinio Correa de
trovasse a suo agio e preferisse passare agli Oliveira, accusato da molti di aver creato
studi di diritto a Torino, non senza aver pri- una... setta, tutta centrata sul culto della per-
ma scritto un articolo sul Capranica (col no- sonalità del Professore (cf. C. A. AGNOLI e P.
to pseudonimo de Lo Svizzero) sulla rivista TAUFER : T.F.P.: La Maschera e il volto.
Il dott. Massimo Introvigne con Mons. Giuseppe Edizioni Adveniat. S. Giustina di Rimini. In
Casale (foto “Cristianità”) questo libro si denunciano anche i rapporti
della T.F.P. con la massoneria americana, in
chiave anticomunista).
Non sta a me avallare o smentire queste
affermazioni, che riporto solo come curiosità
nella biografia di un grande esperto di sètte
e movimenti esoterici. Del Prof. de Oliveira
faccio cenno solo per spiegare l’interesse di
Introvigne, altrimenti mal interpretabile, per
la “rivoluzione sessuale”. Essa è, secondo il
pensatore brasiliano, un aspetto della “quar-
ta rivoluzione”, che va succedendo alla ter-
za, il comunismo (le prime due essendo state
l’umanesimo e la riforma protestante).
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po’ il mito dei Templari o le amicizie masso- scientifico di consulenza, il fisiatra Gianfranco
niche americane (anticomuniste). Salvini, intratterrebbe con l’ex-Gran Maestro
Si dà il caso che un mio conoscente mi ab- della Massoneria prof. Lino Salvini.
bia inviato un esemplare della rivista Ars Ma passiamo al contenuto stesso degli
Regia. (L’ars regia - arte regale -, per chi non articoli (mi riferisco al n. 12, Maggio-Giugno
lo sapesse, è l’alchimia). Essa si definisce: rivi- 1993). Il Prof. Rossi tratta del Graal, depre-
sta bimestrale di studi e ricerche sulla storia cando l’influenza di San Bernardo, uomo
del pensiero magico, empirico e simbolico e con uno “spropositato senso della propria
sulle tradizioni iniziatiche. L’editore è Mauro missione”, “acrimonia nelle polemiche”, “fa-
Mugnai (via Arno 46, Osmannoro, Firenze) natismo per l’ortodossia”, “tenacia nelle ini-
ed annovera tra i suoi collaboratori fior di micizie”, il quale “equivocò decisamente” a
professori universitari, tra i quali il celebre proposito di Abelardo. Da qui, nel ciclo ca-
Franco Cardini. Malgrado il titolo, si potrebbe valleresco, “l’impossibile dialogo fra la cieca
pensare ad una rivista molto accademica di violenza inquisitoriale e l’intelligente uso di
studi. Ma la presentazione che la rivista fa di ragione”. Con la riforma di San Gregorio
se stessa lascia poco spazio agli equivoci: “Il VII (che dà fastidio proprio a tanta gente!)
programma di studi e ricerche si ispira alla ri- “le cose non cambiano, anzi peggiorano”:
cerca ed alla riscoperta dei valori spirituali, u- verginità della Madonna, castità del laico,
niversali e archetipi nella religione, nella filo- verginità del clero... tutti segni che si passa
sofia, nella scienza, nella letteratura e nell’ar- dall’ “antica etica laica” del vecchio ciclo ca-
te; alla ricerca degli elementi essenziali comu- valleresco “alla nuova morale religiosa” ove
ni alle tradizioni magiche, esoteriche, religiose “l’amore fra uomo e donna è di per sé consi-
e simboliche occidentali e orientali; all’investi- derato sconveniente se non è nobilitato dal
gazione delle frontiere inesplorate del mondo vincolo coniugale ed esercitato nel rispetto
naturale e delle facoltà latenti dell’uomo; allo dei precetti della Santa Chiesa”.
studio di sistemi di razionalità altre rispetto Enrica Tedeschi ci parla del simbolismo e
all’attuale modello della razionalità scientifica. del culto del fuoco. Naturalmente il purgato-
E si propone: l’esplorazione delle molteplici rio è “un mito”, ed il suo fuoco un retaggio di
modalità proprie dell’esperienza religiosa e “religioni molto più antiche”. Il Cristianesimo,
della sapienza mistica; l’analisi delle interazio- secondo la Tedeschi, opera uno “slittamento
ni specifiche tra i diversi complessi culturali simbolico”: dal fuoco come “rito di passaggio”
attivi nello stesso ambito storico-geografico e al fuoco legato “al culto dei morti”, tutto ciò,
l’analisi delle loro rispettive articolazioni; la ri- secondo la tesi (ridicola) di Le Goff per “eser-
costruzione dell’originale semantico dei lin- citare un controllo sociale ed ideologico sui
guaggi magici ed esoterici; la presentazione e devoti”. Se il Purgatorio ed il suo fuoco sono
l’indagine critica di discipline di frontiera che quindi un’invenzione medioevale dei preti per
studiano eventi non inquadrati e/o inquadra- truffare i fedeli, “il fuoco alchemico”, invece,
bili nell’attuale status teoretico della scienza non è un mito, ma una cosa seria! “Fuoco
normale; l’indagine sui rapporti tra scienza uf- amico, fuoco messaggero, fuoco immagine
ficiale e pseudoscienze sia nella nostra epoca della divinità che non è esterna all’uomo ma
che in determinati ed emblematici momenti che giace nelle sue più nascoste profondità.
storici; lo studio dei meccanismi consci e in- Fuoco come posta in gioco, come scacco uma-
consci attraverso i quali la cultura minoritaria no e come salvezza. Fuoco come ierofante.
si difende dalla rimozione operata dalla cultu- Fuoco sciamanico e metallurgico. Fuoco della
ra dominante e si rigenera costantemente”. cucina e del focolare. Fuoco dell’alchimia. (...)
Mi scuso per la pappardella. Ma era neces- L’immortalità donata dal fuoco è questa im-
sario dilungarsi per capire che questa rivista non mutabilità, questa fissazione in uno stato semi-
studia queste cose dall’esterno, come io potrei nale, che è tutto in potenza e nulla in atto:
studiare il buddismo, ma dall’interno. Detto solve et coagula”. Esaltante mistica massonica!
chiaramente, Ars Regia ha tutte le apparenze, e Il Prof. Bianca ci parla del misticismo. C’è
più che le apparenze, di una rivista massonica; un “misticismo della natura”, che è un “mi-
come dice in poche parole il quotidiano “La sticismo panteistico”: Dio è nel mondo, “im-
Stampa” (3/10/93, cronaca di Torino, pag. 37). manente nella natura” “e non al di fuori di
Lo conferma il fatto che l’Editore, Mauro esso” (sembra di leggere Giovanni Paolo II:
Mugnai, è notoriamente massone. Come pure “Dio è immanente al mondo e lo vivifica dal
la stretta parentela che un membro del comitato di dentro”). C’è un “misticismo dell’anima”,
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che non consiste nella ricerca di Dio, ma di se alimentare la rete nascosta di interscambi e di
stessi, del proprio “sé” che è immortale. connessioni fra gruppi diversi che contribuisce
“Questa forma di misticismo è tipica del pen- alla complessità della città delle meraviglie”.
siero originale buddista e di quasi tutte le tra- Ricordando che Introvigne abita nella “Città
dizioni esoteriche che si sono sviluppate nel delle Meraviglie”, cioè Torino, sono veramen-
mondo antico orientale e occidentale e che te meravigliato della faccia tosta di chi non e-
sono ancora presenti oggi in molti movimenti sclude possibili contatti col mondo della magia
di pensiero e in istituzioni, come la e dell’occulto (anche) all’Istituto Mater Boni
Massoneria, che in modi diversi sono legate a Consilii, e poi scrive su di una rivista come Ars
queste tradizioni”. Infine, c’è “il misticismo Regia. Tanto più che il dott. Massimo
di Dio” “in cui viene accettata l’esistenza di Introvigne non è un collaboratore occasionale
un essere divino” non meglio identificato, o, di “Ars Regia”, ma fa parte, quale membro
meglio, “diversamente inteso, verso cui tende del CESNUR, del Comitato scientifico di con-
l’anima per il suo ricongiungimento”. Le tre sulenza della Rivista in questione. Con questo
forme di misticismo pari son per l’illustre cat- non voglio affermare che i membri del
tedratico, ed in fondo è vero poiché, nella sua Comitato scientifico di Ars regia siano affiliati
forma panteista, atea o deista, sempre di alla Massoneria. Benché… pare proprio che
“spiritualità” massonica si tratta. almeno uno di essi lo sia, a meno che si tratti
La Professoressa Macioti ci parla delle di un curioso caso di omonimia. Intendo par-
Sirene, affascinanti divinità per i pagani, mo- lare del professor Emilio Servadio, psicanali-
stri demoniaci per i cristiani, per i quali la sta, che si ritrova sia nel Comitato scientifico
femminilità ed il desiderio di conoscenza (ve- di Ars regia, sia come collaboratore di Hiram
di il caso di Eva) portano alla perdizione. Per organo ufficiale del Grande Oriente d’Italia
fortuna che “come nota Gilbert Durand, la (cf. Hiram 07/09/92, pag. 58).
chiesa cattolica non riuscirà ad estirparne del
La copertina di “Ars Regia”
tutto l’immagine: a suo avviso, Lourdes e le
innumerevoli fonti consacrate a Maria Ver-
gine testimoniano di questa resistenza fanta-
stica alla pressione del dogma e della storia”.
Il Prof. del Re, diletta il lettore col quadra-
to magico, mentre Vittorio Vanni, dopo aver
condannato la moda dell’occultismo e lo spiri-
tismo, come farebbe un fedelissimo del CE-
SNUR o del GRIS (ma anche un Guénon!),
invita il lettore a seguire “le grandi correnti
inziatiche” dando per scontato che chi legge
Ars Regia ha scelto “la via esoterica”.
Insomma, nessun dubbio è possibile: Ars
Regia è uno strumento, almeno oggettiva-
mente, di propaganda massonica agghindata
da simbolismo e tradizionalismo medioeva-
leggiante, e di conseguente lotta alla Chiesa
Cattolica (il Purgatorio è un mito, la Ma-
donna anche, ecc.).
Stupisce allora leggere su “Ars Regia” un
articolo di Massimo Introvigne (“La città del-
le Meraviglie. Spiritualità alternative, nuove
religioni e magia a Torino”, pagg. 24-25) nella
sua veste di direttore del CESNUR, anche se
non stupisce che vi inserisca, nella lista delle
“meraviglie”, con la Fraternità san Pio X e la
“Salus Populi Romani”, anche l’“Istituto
Mater Boni Consilii”. Tre associazioni facenti
parte di “un mondo - piccolo, ma non di rado
colorito e qualche volta in contatto con gli am-
bienti della magia e dell’occulto -” che “va ad
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Tanto meno voglio accusare Massimo sente? Dimmi con chi vai, e ti dirò chi sei.
Introvigne, cattolico tutto di un pezzo, di esse- Quanto a me, se mai ce ne fosse bisogno,
re Massone (anche se non disdegna di tenere sono uscito confortato nel prendere cono-
conferenze al Rotary Club, come quella che scenza dell’ennesimo attacco del “sèttologo”
diede a Salt Lake City, capitale dei Mormoni, contro i miei amici dell’“Istituto Mater Boni
il 19 maggio 1992, cf. Cristianità, n. 207-208, Consilii”: infatti, se la sètta per eccellenza, la
pag. 23) almeno fino a prova del contrario. Massoneria, afferma che l’Istituto è da cata-
Constato tuttavia che egli fa parte del comita- logare più o meno tra le sètte, c’è da stare
to scientifico di una rivista chiaramente di i- tranquilli... Da che pulpito viene la predica!
spirazione massonica ed anticattolica.
Si può attribuire tale fatto all’ignoranza Nota di “Sodalitium”. Pur non condivi-
(che, come dice Mons. Oddi è “l’ottavo sa- dendo le posizioni di Alleanza Cattolica e di
cramento” che porta in Paradiso più anime, Cristianità, il nostro Istituto ed il nostro bol-
quasi, degli altri sette) e pertanto conside- lettino sono sempre disposti al confronto in-
rarlo scusato? tellettuale con tutti i cattolici i quali, in buona
È difficile crederlo, tanto più in una per- fede, pensano di dover accettare il Vaticano
sona che percorre l’Italia tenendo conferen- II. In occasione della propria separazione dal-
ze... sulla Massoneria, come fa fede un qual- la Fraternità San Pio X, don Cantoni, pur
siasi numero di Cristianità (cf. ad esempio, lo concludendo erroneamente, avanzò dei pro-
stesso numero di Cristianità, alla pag. 22). blemi reali ai quali la Fraternità non diede e
Personalmente giudico molto grave, dal non dà ancor oggi una risposta soddisfacente;
punto di vista della purezza della Fede catto- di questo, gliene diamo atto. È con esitazione,
lica, la collaborazione esistente tra Massimo pertanto, che abbiamo lasciato la penna a
Introvigne ed Ars Regia, collaborazione che Padre Torquemada, ben noto ai nostri lettori
coinvolge indirettamente anche il CESNUR per lo stile polemico. Ci auguriamo che i suoi
ed Alleanza Cattolica. Faccio notare che nel sospetti siano infondati. Ma abbiamo dovuto
suo articolo, il dott. Introvigne non avanza constatare che le sue informazioni sono veri-
neppure una riserva sulla posizione della ri- tiere. Ecco perchè, un po’ a malincuore, ritor-
vista alla quale collabora. Chi tace, accon- na la polemica sulle pagine di “Sodalitium”.
Agiografia
SAN PIO V, “IL PAPA Papa Santo dopo S. Gregorio VII [se si
esclude S. Celestino V], e dopo san Pio V ci
DELLA S. MESSA” sia S. Pio X, il Papa che condannò i moderni-
Prima parte: la santità di un Inquisitore domenicano sti con l’enciclica “Pascendi”.
Inoltre se S. Gregorio VII scomunicò
di don Ugolino Giugni Enrico IV di Germania, e sciolse dall’obbligo
di fedeltà i suoi sudditi; lo stesso fece S. Pio
San Pio V è certamente un Papa assai ca- V con la regina Elisabetta (I) d’Inghilterra,
ro ai “tradizionalisti” poiché fu lui a promul- protestante e persecutrice dei cattolici. Se
gare quella S. Messa che essi difendono da egli poté far ciò in pieno sec. XVI fu perché
più di vent’anni, e che è passata appunto alla S. Gregorio, prima di lui, aveva mostrato alla
storia come “Messa di S. Pio V”. cristianità che il Papa aveva il potere di de-
Questo Papa fu riformatore, come rifor- porre i sovrani. Bisogna però riconoscere che
matore fu quel suo grande predecessore S. essendo cambiati (in peggio) i tempi [l’In-
Gregorio VII, del quale abbiamo avuto già ghilterra era ormai un paese del tutto prote-
occasione di trattare, sempre su queste pagi- stante…] e la mentalità delle persone, gli ef-
ne (1). Senza timore di sbagliare si può affer- fetti delle due scomuniche di fatto (ma non
mare che un filo conduttore lega questi due di diritto…) non furono gli stessi.
grandi pontefici del passato. Non sarà infatti S. Gregorio VII fu riformatore della
inutile rilevare come S. Pio V sia il primo Chiesa dal suo interno, combattendo la si-
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monia ed il concubinato del clero, e fu so- difensore della cristianità dagli eretici e dagli
prattutto strenuo difensore della sua libertà, infedeli mussulmani. È quindi mia intenzio-
svincolandola dalle ingerenze degli impera- ne in questo articolo informare i lettori su
tori di Germania nella “lotta per le investitu- questi aspetti meno conosciuti del “Papa
re”, il cui episodio più importante avvenne della S. Messa”.
sotto le mura di Canossa.
S. Pio V da parte sua, cinque secoli dopo, Un po’ di storia…
arrestò l’infiltrazione protestante in Italia, gra-
zie alla sua opera inquisitoriale prima di di- Il cinquecento fu forse, nella storia della
ventare Papa. “Ma due sono i motivi della sua Chiesa, uno dei secoli più dolorosi, ma an-
maggior gloria: l’attuazione della riforma pro- che più gloriosi; si sentiva la necessità di una
mossa dal Concilio di Trento e la vittoria delle sua riforma.
armi cristiane sulla Mezzaluna a Lepanto. In Germania Martin Lutero aveva pensa-
A poco o nulla sarebbero valse le deci- to di dar fuoco alle polveri; non era una
sioni di Trento se i decreti riformatori non riforma che nasceva, ma una ribellione con-
fossero poi stati energicamente attuati. tro Roma e contro la Chiesa. Si dice che il
Questo compito, sia pur iniziale, spettava al pretesto fu la corruzione notata a Roma da
(…) domenicano Michele Ghislieri, che pre- Lutero, ma in realtà come egli stesso precisò
se il nome di Pio V” (2). “se il Papa fosse anche pio come san Pietro,
Canossa come Lepanto? nonostante ciò sarebbe egualmente empio”
Se a Canossa la vittoria morale fu per S. (Discorsi conviviali). Dunque il movente fu
Gregorio VII, la vittoria politica fu per un altro: la sua apostasia ed il suo orgoglio,
l’Imperatore poiché egli riuscì a spezzare il per i quali pretese di riformare le idee della
cerchio dei suoi avversari e riprendersi la co- Chiesa. Dallo scisma all’eresia il passo era
rona solo grazie alla magnanimità di S. breve, anche se inizialmente egli poteva pen-
Gregorio nel quale il cuore sacerdotale pre- sare di non andare tanto lontano.
valse sull’uomo di stato (3). Ma la causa dife- Il movimento di protesta contro Roma
sa da Ildebrando da Soana, non moriva con ebbe poi sede in Svizzera nei cantoni di lin-
lui in esilio a Salerno, bensì “spiccava il volo gua tedesca con Ulrico Zwingli († 1531); in
per la vittoria”, trionfando sotto i suoi suc- quelli di lingua francese con Giovanni
cessori; e se, diversi secoli dopo, Michele Calvino († 1564). L’Inghilterra si separerà da
Ghislieri divenuto Pio V, ebbe l’autorità mo- Roma nel 1534 per una passione del suo re
rale di riunire intorno a sè l’orbe cristiano Enrico VIII [che antecedentemente si era
per combattere il pericolo mussulmano fu meritato l’appellativo di “defensor fidei” gra-
anche grazie all’opera di S. Gregorio VII. zie ad un libro che aveva scritto per confutare
San Pio V è soprattutto il “Papa di l’errore di Lutero. Qui existimat stare videat
Lepanto”, come Gregorio VII fu il “Papa di ne cadat… (5)]. Non si trattò di semplici sci-
Canossa”, poiché grazie a lui “il 7 ottobre smi, poiché lo scisma contiene sempre in sé
1571 sulle acque di Lepanto le armi cristiane l’eresia, come diceva Mons. Guérard des
- contro ogni umana previsione - sbaraglia- Lauriers, si andò oltre intaccando e cambian-
rono la flotta della Mezzaluna. Era stato lui do nella sua sostanza la Fede cattolica. Questi
con la sua tenacia a concludere un’alleanza uomini non furono quindi dei “riformatori”
dei principi cristiani, era stato lui ad interes- ma piuttosto dei “novatori” e come tali degli
sarne la Madonna… Sappiamo infatti che eretici. Poiché il principio stesso da essi posto
mentre si combatteva a Lepanto, le confra- consisteva nel “protestare” [da cui il nome di
ternite del Rosario percorrevano processio- protestanti], ne conseguiva che i protestanti
nalmente le vie di Roma” (4). fossero spesso in lotta tra di loro secondo
Dopo questa breve introduzione, il letto- l’adagio Tot capitæ tot sententiæ (Calvino, a
re comprenderà così più facilmente qual’è il Ginevra, fece bruciare come più “eretico” di
motivo che mi spinge a parlare, dopo S. lui Michele Serveto negatore della SS. Trinità,
Gregorio VII, di un altro eroe della Chiesa riuscendo così anche a consolidare il suo po-
che come lui fu Vicario di Cristo: san Pio V. tere sulla città); l’unico punto di contatto con-
Egli è conosciuto soprattutto a causa della sisteva nel comune sforzo di rovesciare ed an-
codificazione della S. Messa, ma poco cono- nientare la cattedra di Pietro.
sciuta (oppure è volutamente passata sotto E nella Chiesa Cattolica che avveniva?
silenzio…) è la sua opera di inquisitore e di Erano già sorti qui e là alcuni movimenti di
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riforma genuinamente cattolica, e anche to il pontificato di Giulio II, quando era impe-
Istituti ed Ordini religiosi (basti pensare ai ratore Massimiliano I d’Austria. Suo padre era
Gesuiti). Non dimentichiamo che in quello Paolo Ghislieri, e sua madre Domenica
stesso anno 1521 in cui Lutero in Germania Augeria, nativa di Bosco, entrambi erano di
lanciava il suo grido di rivolta, in Spagna un modesta condizione e con pochi mezzi mate-
ex soldato del re di Castiglia, ora soldato di riali, ma assai stimati per la loro virtù cristiana.
Gesù Cristo, si consacrava interamente a Si dice che la famiglia di S. Pio V discen-
Dio desideroso di fare qualcosa per Gesù desse dai Ghislieri di Bologna, una delle più
prima di morire; quest’uomo si chiamava antiche famiglie di quella città, che fu però
Ignazio di Loyola, colui che fonderà la cacciata da Bologna, dopo aver perso tutti i
Compagnia di Gesù. Quasi per compensare suoi beni, in seguito alle guerre civili del XV
la defezione di alcune nazioni europee, Dio sec. tra Guelfi e Ghibellini, precisamente nel
consolava la sua Chiesa con la conversione 1445, in quanto appartenente al partito
di altre nazioni nelle Indie Orientali [grazie Guelfo che difendeva gli interessi della Chie-
a S. Francesco Saverio] ed in America, gra- sa. Alcuni Ghislieri si rifugiarono a Roma
zie all’opera di schiere di missionari che var- dove presero il nome di Consiglieri, mante-
carono gli oceani per predicare il Vangelo. nedo però lo stemma del loro casato, mentre
Ma la riscossa cattolica non si fermò qui: altri membri di questa famiglia si ritirarono
dal 1545 al 1563 si tenne il Concilio di Trento, nella diocesi di Tortona a Bosco. Da questo
che precisò le verità della Fede negate o mes- primo esule in Piemonte di nome Bastiano
se in discussione dagli eretici novatori; nello nacque Antonio, da cui Paolo Ghislieri geni-
stesso tempo mise in opera un piano di vera tore di Michele, il futuro Pio V (7).
“Riforma” della Chiesa, “in capite et in mem- Il piccolo Michele crebbe con un'educa-
bris”, che il nostro S. Pio V avrà il merito di zione fortemente cristiana datagli dai suoi
mettere tosto in atto. Lungi dall’essere morto genitori, e rafforzata dall’esempio delle loro
come speravano i pretesi “riformatori” il virtù. Poche sono le informazioni riguardanti
Papato mostrava una vitalità sorprendente. la sua fanciullezza; di lui si sa che era mode-
Nel cinquecento nacquero, oltre ai Gesuiti sto e riservato, parlava poco, a scuola mo-
come già accennato, molti istituti religiosi a strava capacità al di sopra della sua età, ri-
scopo prettamente sociale come i Teatini, fuggiva i divertimenti propri ai fanciulli suoi
Barnabiti, Padri Somaschi (S. Gerolamo coetanei. Manifestava una particolare devo-
Emiliani), Fatebenefratelli (S. Giovanni di zione alla SS. Vergine Maria. Già all’età di
Dio), Oratoriani (S. Filippo Neri), Camilliani dodici anni era attirato verso la casa del
(S. Camillo de Lellis) ecc. Altri ordini si rifor- Signore, sospirava alla solitudine e doman-
marono come i Cappuccini, i Carmelitani dava a Dio il modo di potersi consacrare in-
scalzi (S. Teresa d’Avila, S. Giovanni della teramente a Lui. Né a Bosco, né nelle vici-
Croce). La copiosissima schiera di santi del nanze c’era alcun monastero, e i suoi genito-
cinquecento cioè della “controriforma” mo- ri lo invitavano a cercarsi un mestiere ma-
stra che il cattolicesimo era ancora fecondo di nuale che gli assicurasse l’avvenire.
santità e che il vero “riformatore” deve co- Nel 1516 la Provvidenza condusse a
minciare a riformare se stesso diventando un Bosco due religiosi Domenicani apparente-
“Santo” e non un eretico… mente senza altro disegno che permettere ai
Per avere un quadro completo di questo segreti desideri di Michele Ghislieri di arri-
secolo così travagliato bisogna aggiungere vare a compimento. Ciò mostra come Dio
ancora la vittoria di Lepanto contro i Turchi, sia fedele (I Cor. X, 13): se egli ispira un
alla quale abbiamo già accennato in apertura buon pensiero, offre anche la buona occasio-
di questo articolo. ne per portarlo a compimento. “Il fanciullo
È in questo quadro che si svolse l’opera avvicinò - i due religiosi di S. Domenico -
di S. Pio V. con timidezza, e li sorprese colla maturità
del suo giudizio, colle sue domande e le sue
Origini e nascita risposte. La vocazione (…) si andò manife-
stando a sua insaputa in questa ingenua con-
Michele [secondo alcuni si chiamava An- ferenza, al punto che i religiosi gli domanda-
tonio] Ghislieri nacque il 17 gennaio 1504, rono se volesse continuare la strada con essi,
giorno di sant’Antonio, nel piccolo villaggio di promettendogli di iniziarlo nei loro studi, ed
Bosco in Piemonte presso Alessandria (6), sot- anche di riceverlo nel loro ordine, se più tar-
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Quest’altra scienza gli sarebbe servita in se- anime dei cristiani da tutte le infiltrazioni
guito per meglio contrastare gli errori nascen- dell’errore ricorrendo anche, qualora sia ne-
ti in quegli anni. Lo studio non gli impediva cessario, ad un tribunale che giudichi e con-
però di essere sempre esattissimo in tutte le danni i criminali (la Santa Inquisizione).
altre sue occupazioni: assisteva con puntua- Il principio della “tolleranza” verso tutte le
lità agli uffici, praticava rigorose mortificazio- religioni non è altro che un principio massoni-
ni, scopava i locali del convento, le ricreazioni co, inculcato, oggi, anche ai cattolici dai “falsi
le passava a consolare gli afflitti, istruire gli pastori” dopo il Vaticano II, ed è uno degli
ignoranti, servire i suoi fratelli, incoraggiare i strumenti (come un cavallo di Troia…) di cui
deboli. Era solito dire: “Il religioso è simile la sètta massonica si serve per cercare di di-
ad un pesce, non può vivere fuori dal suo ele- struggere la Chiesa. Con la “tolleranza” i mas-
mento”, mostrando in questo modo il suo a- soni mettono l’unica verità: Nostro Signore
more per la ritiratezza del chiostro. Gesù Cristo, che ha ogni diritto (“Io sono la
Le sue virtù gli guadagnarono così gran- verità…”, Giov. XIV, 6), sullo stesso piano
de stima presso i suoi confratelli che fu chia- dell’errore: il “padre della menzogna” Luci-
mato successivamente alle più alte dignità fero, che non deve invece avere alcun diritto.
della provincia. Fu dapprima eletto priore A quel tempo infatti l’Italia era presa di
del convento di Vigevano, poi priore di mira dai protestanti, che l'assediavano alle
Soncino ed in seguito di Alba. Bisognava frontiere con i loro scritti, pieni di calunnie
sempre forzarlo ad accettare queste cariche contro i cattolici. L’eresia, che si era diffusa
per obbedienza poiché naturalmente per la ormai in Svizzera, cercava di penetrare in
umiltà era incline a rifiutarle. Italia attraverso il Milanese, sotto l’apparen-
za delle frequenti relazioni commerciali esi-
Il “martello degli eretici” stenti tra i due stati. Era quindi necessaria
una vigilanza e una resistenza altrettanto at-
Verso il 1549, quando era ancora priore del tiva quanto insidiosa era l’aggressione.
convento di Alba, i cardinali del Sant’Offizio Fra Michele sequestrò a Como un libro
lo nominarono Inquisitore a Como. Poiché si eretico molto pernicioso che doveva essere
cercava un delegato fedele, guardiano zelante diffuso clandestinamente nei territori di
della fede e fermo nell’agire, la scelta cadde su Modena e Vicenza. Il mercante presso il quale
fra Michele Alessandrino che già in tante oc- avvenne il sequestro, essendo vacante la sede
casioni aveva mostrato il suo valore. episcopale, si rivolse al Vicario Generale della
Il Ghislieri aveva manifestato in prece- Diocesi che levò il sequestro. “Irremovibile
denza al vescovo di Bagnoregio fra Umberto l’Inquisitore fulminò la scomunica a tutti colo-
Locato ex commissario dell’Inquisizione e ro che avevano partecipato a questo atto, e il
suo ex confessore, un'inclinazione per l’uffi- Sant’Offizio convocò a Roma il Vicario
cio di Inquisitore in quanto diceva che in es- Generale ed il Capitolo di Como. Invece di
so: “era conscio di contribuire al bene delle recarvisi il Vicario Generale si appellò a
anime, a cui invece dubitava di portare ap- Ferdinando di Gonzaga, governatore di
porto nella funzione di superiore”. Milano, accusando il Padre Alessandrino di
Essere Inquisitore significava essere tuto- zelo esagerato e abusivo” (10). Il Governatore
re e giudice della fede riconosciuto anche dal indignato lo citò a comparirgli davanti. Mal-
potere civile. Si trattava di scoprire e ricerca- grado sapesse che gli eretici gli tendevano in-
re gli eretici, separarli dal gregge dei fedeli af- sidie e cercavano di ucciderlo in quello stesso
finché non lo corrompessero, far loro confes- luogo dove avevano assassinato S. Pietro
sare gli errori, se possibile correggerli e con- Martire, sulla strada Barlassina, camminando
vertirli. Se invece il reo restava pertinace nel durante la notte Fra Michele si presentò al
suo errore era giudicato e condannato, anche mattino all’udienza del Governatore.
a morte, secondo la gravità della sua colpa. Quest’ultimo si rifiutò di accordargli quell’u-
Non sarà inutile ricordare al lettore come in dienza per il quale lo aveva fatto chiamare
uno stato cattolico (dove la popolazione è a (non si aspettava tanto coraggio dall’In-
grandissima maggioranza cattolica) l’unica re- quisitore…); e il Ghislieri fu avvertito che si
ligione a vedersi riconosciuta la libertà di es- stava per metterlo in prigione. Contento di es-
sere insegnata e praticata deve essere la sere stato trovato degno di soffrire disprezzo
Cattolica fondata da Gesù Cristo. Essa avrà per il nome di Gesù, il padre Alessandrino in-
quindi il diritto ed il dovere di proteggere le traprese, a piedi come sempre, il viaggio verso
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Roma per difendere la sua causa e il bene del- tando sulla pubblica piazza la gravità del col-
la Chiesa. Ed il « 24 Dicembre 1550, entrava po e fulminando le censure ecclesiastiche.
nella Città eterna, digiuno ed estenuato dalla Ebbe subito la consolazione di vedere i col-
fatica. Indirizzandosi a Santa Sabina, conven- pevoli bergamaschi chiedere perdono della
to del suo ordine, il Priore al suo aspetto mise- loro rivolta e ricondurre l’accusato ai suoi
rabile, lo prese per qualche vagabondo, che giudici. Il Medolago fu processato regolar-
venisse a cercar fortuna alla Corte Pontificia, mente, e fu relegato a Venezia dove finì i
e lo ricevette con freddezza. Anzi con tono di suoi giorni nell’oscurità e nell’oblio.
scherzo gli domandò: “Padre, cos’è che venite Bergamo però non era ancora liberata dal
a cercare? Venite forse a vedere se il collegio pericolo poiché il suo vescovo Vittore So-
dei Cardinali è disposto a farvi Papa?” ranzo, nobile veneziano, tramava di dare in
“Vengo a Roma, rispose Ghislieri, chiamatovi preda all’eresia il gregge a lui affidato, e prima
dagli interessi della Chiesa, e me ne andrò ap- di far ciò meditava come liberarsi dal-
pena che la mia opera sia compiuta. Per que- l’Inquisitore (era stato il Soranzo a consigliare
sto non vi domando che una breve ospitalità e l’evasione dell’avvocato). Per la seconda volta
un po’ di fieno per questa mula” » (11). Fra Michele Alessandrino scampò alla morte:
Fra Michele Alessandrino vinse la causa, con la sua voce tuonante dicendo, “Chi cerca-
fu mantenuto nel suo officio di Inquisitore, e te?” (come già N.S.G.C.…), mise in fuga i sica-
ritornò in Lombardia. A Como fu nominato ri che si erano introdotti nottetempo nel con-
un Vescovo a cui il Capitolo si sottomise. vento dei domenicani per assassinarlo. Nella
Nuovi elementi di discordia si manifesta- casa del vescovo si trovarono due cofani pieni
rono poi nella città di Coira, per una questio- di libri eretici, pronti ad essere diffusi; il
ne di benefici ecclesiastici. “Due canonici, en- Soranzo fu arrestato, convocato a Roma, e
trambi nati da famiglie potenti, si contendeva- deposto, fu relegato pure lui a Venezia.
no il beneficio. Uno dei due era accusato di
eresia e di costumi corrotti, ma il credito di Primo Commissario Generale del
amici potenti gli permetteva di ottenere il po- Sant’Offizio a Roma
sto [il vescovato]: sfidando il pericolo mortale
che esisteva per l’Inquisitore di attraversare il Nel giugno 1551 moriva a Roma il Padre
paese dei Grigioni, manifestamente eretico, Teofilo da Tropea o.p. primo Commissario del
Fra Alessandrino, giunse a Coira dove istituì il Sant’Offizio. Il Cardinal Caraffa (il futuro
processo, condannò il prete indegno e insediò Paolo IV), che aveva conosciuto il Ghislieri
il suo avversario. Nessuno osò contestare que- all’epoca del suo primo soggiorno nella città
st'atto di autorità suprema, poiché l’In- eterna, e che da lungo tempo spiava l’occasio-
quisitore aveva agito in pieno giorno, mosso ne per condurlo a Roma, lo fece nominare al
da una forza che non aveva nulla di umano: posto del defunto. Il Caraffa, fondatore dei
essa era della stessa natura di quella che gettò Teatini, aveva ricevuto il galero cardinalizio
a terra, per tre volte, gli sbirri del Sinedrio, la da Paolo III (13); egli era un “vegliardo alto e
notte nel giardino degli Ulivi” (12). magro non incurvato dagli anni, né indebolito
Il successivo intervento del buon In- nelle facoltà mentali. Consacratosi senza posa
quisitore avvenne a Bergamo dove un famo- al ristabilimento del dogma e della disciplina
so avvocato, di nome Giorgio Medolago in tutta la loro purezza, la restaurazione reli-
diffondeva apertamente il protestantesimo. giosa era divenuta l’impresa di tutta la sua vi-
Le precedenti correzioni impiegate contro ta. L’esperto suo discernimento” aveva rico-
quest’uomo si erano rivelate inutili. Il nosciuto al primo colpo d’occhio la stessa vo-
Ghislieri lo fece subito imprigionare, e cercò cazione nel Ghislieri, vide in lui un soldato di
di ricondurlo alla verità tramite un dottore, quella milizia di cui aveva bisogno e lo volle
fedele all’Inquisizione, e parente dell’accusa- come nuovo compagno (14).
to; ma quest'intervento a nulla valse se non “Il Cardinale, felice di rinnovare col
ad aumentare le bestemmie del Medolago. A Padre Michele le sue prime relazioni, diede
processo già istituito, molti cittadini di Ber- ordine che si aprisse la porta del suo gabi-
gamo, stretti da legami di famiglia con l’avvo- netto a qualunque ora si presentasse; e ben
cato, lo fecero evadere di prigione. Poiché i presto (…) gli diede alloggio nel suo proprio
complici erano tanti ed era difficile punirli palazzo. Ogni giorno si vedevano mettere in
tutti, Fra Alessandrino preferì rimettersi alla comune i tesori della loro fede e gli sforzi
coscienza cattolica dei cittadini, rappresen- del loro zelo” (15).
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mente che il cuore del reo non aspettava che le erano come una formula di cui si servivano i
un ultimo atto di clemenza per rigenerarsi ai cattolici per tacciare di eresia i protestanti, ed
più pii e costanti sentimenti. Allora Ghislieri erano state scritte da un male intenzionato, ge-
cessò di resistere alla sua inclinazione, si av- loso del suo successo, con l’intenzione di tar-
vicinò a Sisto, l’esortò, lo convinse e riuscì in- pare le ali al Peretti. N.d.a.]
fine a fargli desiderare di vivere nella peni- Il Francescano si sentì quasi abbattuto da
tenza e nell’amore di Gesù Cristo” (18). questa improvvisa menzogna e non potendo
Fra Michele Alessandrino, come ebbe dissimulare il suo turbamento, terminò la sua
appurato il pentimento di Sisto corse a get- predica in disordine. Appena rientrato nella
tarsi ai piedi del Papa Giulio III, la cui auto- sua cella vi vide comparire un membro del
rità era la sola che potesse revocare la sen- sant’Ufficio. L’Inquisitore lo interroga e lo in-
tenza di morte; ottenne la grazia, assieme al- calza, scandagliando nel tempo stesso con uno
la liberazione del prigioniero e con la facoltà sguardo penetrante l’anima del giovane predi-
di integrarlo nel suo Ordine. catore. Il Francescano ne apre egli stesso i se-
Pochi mesi dopo la gioia del Ghislieri era greti, confessa ingenuamente di essersi lascia-
al colmo poiché vide che “non aveva sparso in to sconcertare da un attacco improvviso, ma
vano le sue lacrime sulla scienza e giovinezza dispiega nel tempo stesso una sicurezza così
di Sisto: egli lo riceveva nell’Ordine di S. sincera e così calorosa nei principii della Fede,
Domenico. Tutta la vita di lui, miracolosamen- che la faccia dell’inquisitore si commuove, gli
te scampata alla morte, fu consacrata alla mo- occhi perdono la loro severità, si aprono le
destia, alla vigilanza su di sé medesimo, alla braccia, e se voi avete bisogno di un appoggio,
fermezza nella Fede, all’edificazione dei suoi gli dice, nessun altro ve lo darà fuori di me.
fratelli” (18). La sua conversione fu veramente Era Pio V che abbracciava Sisto V” (20).
sincera, poiché i suoi superiori gli ordinarono Questa due storie ci mostrano come nel
di riprendere il ministero della predicazione. I Ghislieri la giustizia (era inflessibile quando
suoi sermoni furono raccolti in un opera che si trattava di difendere i diritti della Chiesa,
egli pubblicò dieci anni più tardi dedicandola o condannare un eretico pertinace) andasse
a Pio V con espressioni di profonda gratitudi- unita ad una grandissima misericordia, la
ne (19). Sisto da Siena fu anche autore di ri- forza alla dolcezza, come già nel nostro mo-
marcabili scritti sulla questione giudaica. dello e Redentore: il Signore Gesù Cristo,
In seguito, una volta Cardinale, Fra che ha pietà degli uomini “secondo la sua
Michele Alessandrino impiegò con profitto grande misericordia” (Ps. 50, 1).
il domenicano Sisto da Siena alla conversio- Un capitolo fondamentale dell’opera in-
ne dei Giudei, e gli affidò anche incarichi in- quisitoriale del Ghislieri fu indubbiamente il
quisitoriali. Consumato dalle fatiche e dalle processo del cardinal Morone, fortemente
austerità della sua penitenza Sisto morì nel sospetto di eresia, arrestato sotto Paolo IV
1569 a Genova, all’età di circa 49 anni. (Caraffa), assolto sotto Pio IV, e definitiva-
Un altro fatto che testimonia la grandezza mente messo da parte sotto S. Pio V. Tanto
d’animo di Fra Michele Alessandrino è il se- grande era per la Chiesa il pericolo, che il
guente: “Nel 1551 un Francescano, Felice Morone diventasse Papa, che il cardinal
Peretti, predicava nella chiesa dei SS. Apostoli Alessandrino entrò nel conclave da cui u-
a Roma. Ogni discorso era ascoltato con gene- scirà Sommo Pontefice, nascondendo sotto il
rale ammirazione da uditori, che accorrevano saio di domenicano le carte del processo fat-
ciascun giorno in maggior numero. Egli aveva to al Morone per impedirne assolutamente
l’abitudine di impiegare il momento di riposo, un'eventuale elezione. Alcuni arrivano an-
che divideva il suo discorso, a leggere le lettere che a sostenere che Ghislieri accettò di di-
e le suppliche, che non si mancava mai di pre- ventare Papa per impedire che lo diventasse
sentargli in gran numero, quando fendeva la il cardinal Morone.
folla per salire in pulpito. Fra le carte che gli Vista l’importanza di questo episodio
furono un giorno consegnate, ne rimarcò una, della vita di S. Pio V, il processo al Cardinal
che era suggelleata, e l’aprì. Ma invece di con- Morone sarà oggetto del prossimo articolo.
tenere il racconto di qualche affanno, o
l’esposizione di uno scrupolo, questa lettera al Vescovo di Nepi e di Sutri
contrario entrava in discussione coll’oratore, e
sull’argomento della predestinazione vi si leg- Il 25 marzo 1555 morì Giulio III; i cardi-
geva in grandi lettere: Tu menti! [queste paro- nali elessero dapprima Marcello II (Car-
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dinale Marcello Corvino, già legato pontifi- di del Papa per implorarlo del permesso di
cio al Concilio di Trento), ma questi morì ritornare al suo convento. Ma Paolo IV gli
dopo appena 22 giorni di Pontificato. In sua tolse ogni speranza residua con queste paro-
vece fu quindi eletto il 3 maggio 1555, l’ami- le: “Io vi attaccherò al piede una catena così
co e stretto collaboratore di Fra Michele forte, che anche dopo la mia morte, non po-
Alessandrino: l’ottantenne cardinal Caraffa trete più pensare al chiostro”. Era chiara, in
che prese il nome di Paolo IV. queste parole, l’intenzione di Paolo IV di
Paolo IV pur mantenendolo nella carica crearlo Cardinale.
di Commissario generale del Sant’Offizio, no-
minò il Ghislieri Vescovo di Nepi e di Sutri. Si Il Cardinale Alessandrino, Supremo
trattava di due Vescovati riuniti, di rendita as- Inquisitore della Cristianità
sai modesta, che dipendevano direttamente
dalla Santa Sede. Il Papa si riservava però di Detto fatto! I disegni della Divina provvi-
mantenere il religioso domenicano nel suo in- denza si compiono inesorabilmente… Senza
carico al Sant’Offizio, almeno fino a quando nemmeno avvertirlo, il 15 marzo 1557 Paolo
non avesse trovato qualcuno capace di sosti- IV promosse il Ghislieri alla sacra porpora
tuirlo. “Ghislieri fu estremamente afflitto del- cardinalizia, assieme ad altri dieci cardinali.
la sua nomina, ed andò a gettarsi ai piedi di Se Fra Michele Alessandrino nella sua umiltà
Paolo IV supplicandolo di revocarla. Scon- fu incapace di esprimere la sua riconoscenza
giurò il Pontefice per tutta l’affezione, che gli per una dignità che lo riempiva di santo timo-
aveva fin qui dimostrata, di sollevarlo da que- re, non così gli altri membri del Sacro Col-
sto peso formidabile e di lasciarlo morire nel legio che ringraziorono invece il Pontefice di
suo abito monastico. Il Papa non si arrese né aver dato loro un così illustre collega.
alle sue ragioni, né alle sue preghiere, e gli in- « Il Ghislieri scelse per suo titolo la chie-
giunse di considerare i suoi ordini come un sa di santa Maria sopra Minerva [che era an-
comando espresso della Provvidenza. Solo nessa al convento domenicano, fin dai tempi
queste parole del Vicario di Gesù Cristo di Gregorio XI], che il Papa a suo riguardo
hanno potuto mettere fine alle istanze di ammise nel numero delle chiese titolari [egli
Ghislieri, il quale domandò allora al Santo fu quindi il primo cardinale a portarne il ti-
Padre la sua benedizione per andare a servir tolo]. Ed affinché l’ordine di S. Domenico
la Chiesa nel nuovo suo posto” (21). fosse sempre associato agli onori che riceve-
Fra Michele Alessandrino fu consacrato va, e per ritenere anche sotto la porpora
Vescovo nel gennaio del 1557; gli succedeva qualche traccia dell’antico suo stato, si fece
nella carica di Inquisitore il padre Tomaso chiamare il “Cardinale Alessandrino” e non
Scoto. Poche sono le informazioni circa il già cardinale Ghislieri, perché questo nome
suo ministero episcopale; ci basti sapere che: d’Alessandrino, impostogli dal Padre Pro-
“la diocesi confidata alle sue cure cambiò vinciale al momento solenne della sua pro-
bentosto di aspetto. Visitò con ogni accura- fessione nell’Ordine, gli richiamava le più
tezza e sollecitudine tutti i paesi soggetti alla care memorie della sua infanzia, del suo pae-
sua giurisdizione, senza dimenticare le ca- se e della sua vocazione » (22).
panne più miserabili, dove si ignorava persi- Elevando il Ghislieri alla porpora, Paolo
no il nome dei suoi predecessori. Il vizio e IV non voleva soltanto onorarlo, ma voleva
l’ignoranza non potevano sottrarsi alle sue chiamandolo attorno a sé, con gli uomini più
ricerche; e coloro che non conoscevano il lo- eminenti del cattolicesimo aumentare la sua
ro dovere, o coloro che lo trascuravano, fu- azione contro le eresie sempre più forti. Il
rono sottomessi alla medesima regola, e tutti Papa conferì, quindi, al cardinal Alessan-
dovettero riguadagnare coll’obbedienza quei drino l’incarico di Supremo Inquisitore della
gradi, che non giustificavano colle loro ope- Cristianità, dandogli così potere su tutta
re passate” (21). Il novello Vescovo non pote- l’Inquisizione cattolica, nel mondo intero.
va non sentire il peso della sua responsabi- “L’Inquisizione dalla sua origine aveva
lità di pastore, e nello stesso tempo lo zelo subìto numerose modificazioni. Alla sua na-
per le anime lo divorava spingendolo a com- scita gli Inquisitori, rivestiti d’un’autorità
piere al meglio i suoi doveri, ma in lui rima- precaria, ricorrevano continuamente ai
neva sempre l’inclinazione per la solitudine Pontefici per l’esecuzione delle loro senten-
del chiostro. Questa inclinazione unita al pe- ze. Nel 1263 Urbano IV investì un cardinale
so della sua dignità, lo portò di nuovo ai pie- del diritto di giudicare le cause di coloro, che
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si appellavano a Roma. Questa suprema ma- zie a Dio, e un nuovo impegno di avanzarvi in
gistratura, mantenuta in vigore per più di virtù. Dimandate per me la grazia che possa
mezzo secolo, rimase vacante fino al Pon- sostenere con una vita santa la dignità, a cui
tificato di Clemente VI (1343), il quale ne in- mi ha sollevato il Vicario di Gesù Cristo. Voi
vestì il cardinale Guglielmo di Tolosa; poi ri- non dovete desiderare che Iddio mi innalzi
cadde in dissuetudine [desuetudine] fino a dippiù in questo mondo. Voi non vedete che il
Paolo III (1534), che la divise fra quattro car- lustro della mia nuova dignità, ed ignorate
dinali, nominati perciò cardinali del Sant’Of- quali siano le cure, le inquietudini, i dispiaceri
fizio. Il loro numero era stato portato a sei nei quali essa mi impegna, e dai quali felice-
sotto Giulio III; ma Paolo IV, che si era già mente era libero nel chiostro…
affaticato, essendo cardinale, a rassodare Riguardo poi a ciò che mi scrivete circa
questa istituzione, nel ristabilirla sull’antico l’affare di vostro cognato, sappiate, mia cara
piede volle ridonar ad essi, l’autorità e l’ener- nipote, che i benefici non si conferiscono al-
gia, che egli giudicava indispensabili. Tutti gli la carne ed al sangue, ma alla virtù ed al
Inquisitori ed i loro delegati furono sotto- merito. Finora Dio mi ha fatto la grazia che
messi al Cardinale Alessandrino, senza eccet- non mi immischiassi in questo infame com-
tuarne i Vescovi, che univano talvolta questi mercio. Non vogliate dunque credere che ne’
uffici all’episcopato” (23). miei vecchi anni io voglia caricarmi la co-
Per capire la portata di questo incarico scienza di questi criminosi intrighi.
confidato al Cardinal Alessandrino, bisogna Da Roma, 26 marzo 1558» (25).
sapere che Paolo IV fece sì che questa fun- Nella sua casa abitavano le persone stret-
zione fosse perpetua nella sua persona; non tamente necessarie al servizio ed all’esercizio
sarebbe cessata nemmeno durante la vacan- delle sue funzioni. Il cardinale stesso si
za della Sede Apostolica, come quella della preoccupava di istruirle nei loro doveri; vole-
Sacra Penitenzeria. Si trattava in sostanza va che entrassero nella sua casa con lo spirito
della più alta partecipazione al potere del di chi entra in un convento piuttosto che nel-
Vicario di Gesù Cristo, cioè di essere il giu- la casa di un cardinale. Era amorevole e cari-
dice supremo dei pastori del gregge. « Il tatevole con tutti, si sobbarcava egli stesso le
Cardinale Alessandrino, nota il suo biografo, fatiche dei servitori, e non li chiamava mai,
“fu insieme il primo e l’ultimo ad occupare anche se ne avesse avuto bisogno, negli orarii
questo posto, tale quale l’aveva istituito di riposo o di ristoro. La più bella sala del
Paolo IV. Perché, elevato al sommo suo palazzo era diventata l’infermeria per i
Pontificato, restò necessariamente il capo servi malati. A nessuno mai il Cardinale
della Congregazione del Sant’Offizio, ed i Alessandrino si rifiutava di dare udienza.
Papi, suoi successori, si riservarono sempre
la presidenza di questo tribunale superiore, Vescovo di Mondovì in Piemonte
che è a propriamente parlare, il tribunale del
Sommo Pontefice” » (24). Nel 1559, il 18 agosto era morto Paolo IV,
La porpora cardinalizia, unita a quell’alto colui che aveva esaltato Ghislieri alle più alte
ufficio di Supremo Inquisitore della cristia- cariche della Chiesa, e suo grande amico. Gli
nità, non mutò in nulla i costumi anteriori del succedeva il cardinale Giannangelo Medici,
Ghislieri. Non depose mai l’abito domenica- eletto nel dicembre dello stesso anno, che
no, praticava i digiuni e le penitenze abituali, prendeva il nome di Pio IV. Sotto il suo pon-
viveva in tutto con la semplicità del religioso. tificato vi fu una repressione verso i Caraffa:
In un secolo in cui non era certo raro il ne- il cardinal Carlo Caraffa perì in prigione, e
potismo il Cardinale Alessandrino si astenne due altri membri della famiglia ebbero la te-
sempre con fermezza dal favorire, in qualche sta tagliata. In questa caduta dovevano esse-
maniera, i suoi parenti; ne è prova lampante re trascinati anche gli uomini devoti alla me-
questa (famosa) lettera che egli scrisse a sua moria del predecessore di Pio IV cioè del de-
nipote Paolina Ghislieri: «Mia cara nipote. funto Paolo IV. Il cardinal Ghislieri fu man-
Ho appreso con gioia dalla vostra lettera tenuto sì nella sua carica di Inquisitore su-
del 26 febbraio la buona unione che mantene- premo, ma nel contempo egli fu nominato
te col vostro marito (…). Guardatevi bene Vescovo di Monregale o Mondovì in Pie-
dall’invanirvi perché siete la nipote di un monte, paese di origine del Ghislieri. È possi-
Cardinale. Il posto che io occupo nella Chiesa bile che in questa elevazione vi fosse una pu-
deve essere per voi un motivo di rendere gra- nizione (il desiderio di allontanare il
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diocesi dovevano così registrarsi passivi: nem- scovi francesi amino tanto essere sconfitti,
meno i santi sono onnipotenti. La sua inalte- quanto desiderano i protestanti vincere”.
rata forza d’animo si era vista stroncare da Otto di essi attiravano in modo speciale
terzi impedimenti gli effetti desiderati. Sono l'attenzione degli inquisitori: Giovanni di
questi i tempi di sconfitta in cui solo l'umiltà Chaumont, di Aix; Caracciolo, di Troyes;
mantiene grande chi lo è davvero. A suo van- Giovanni di Montluc, di Valence; quelli di
taggio stava la consolazione della buona co- Chartres, di Dax, d'Oloron, d'Uzès, anch'essi
scienza, dal momento che Dio pesa le inten- favorevoli alla Riforma, e infine Louis
zioni più che i risultati » (26). Nella lettera che d'Albret, vescovo di Lescar, che il clero e i
aveva inviato al duca Emanuele Filiberto ave- fedeli denunciavano come transfuga, per il
va aperto con franchezza e candore i suoi sen- fatto che osava far predicare in sua presenza
timenti, scrivendo: « d’amore e di fedeltà non un domenicano spretato, Henri de Barreau,
cedo, né voglio cedere ad alcuno nel ricordare adultero ed eretico. Il Nunzio aggiungeva ai
a Vostra Altezza le cose necessarie al culto di suoi rapporti ufficiali questo particolare pic-
Dio, all’esaltazione della santa fede cattolica e cante: era andato egli stesso a Pau, vestito da
alla conservazione della pace, la quale si man- borghese, allo scopo di ascoltare questo reli-
tiene con la religione e con la giustizia, senza gioso deviato e gli aveva fatto delle obiezio-
le quali due cose tutti i domìni precipitati dalle ni, mettendo in evidenza i suoi errori. A
sedizioni e dalle guerre cadono in aperta rovi- Roma si conoscevano pienamente le cose già
na… » (26). da quattro anni. Pio IV non cedette di certo a
Con queste parole il Cardinale Ales- un'impressione subitanea, quando sul princi-
sandrino si accomiatava dal suo Piemonte pio del 1563 “ammonì i cardinali dell'In-
che non avrebbe più rivisto né da vivo né da quisizione di procedere contro i vescovi fran-
morto: non da vivo perché sarebbe diventato cesi accusati d'eresia”. I lamenti assai forti
Papa, non da morto poiché sarebbe stato ve- del nunzio Prospero di S. Croce, che si faceva
nerato come un Santo nella Roma immorta- portavoce del malcontento dei cattolici fran-
le dei Papi. Lasciava la diocesi monregalese cesi per la lentezza della S. Sede, e la gravità
in stato migliore di come l’aveva trovata, dei documenti raccolti dal Grande Inqui-
poiché aveva compiuto la visita pastorale, sitore, indussero il Papa a prendere le debite
ravvivato la fede e i costumi corrottisi a cau- misure. Un conflitto tra il re di Francia e il
sa della vicinanza degli eretici, aveva ammi- Capo della cristianità era inevitabile.
nistrato il sacramento della Cresima, corret- Appena il Ghislieri (13 aprile 1563) ebbe
to gli abusi e restaurato dappertutto la disci- citati canonicamente gli otto vescovi: “a pre-
plina ecclesiastica (29).
Il ritorno a Roma del Ghislieri era dovuto Papa Paolo IV
anche al fatto che il 29 novembre del 1560 Pio
IV aveva fatto annunciato la ripresa dei lavori
del Concilio di Trento per la Pasqua successi-
va, e l’arcivescovo di Milano, il cardinale
Carlo Borromeo aveva domandato l’aiuto del
Cardinale Alessandrino. Inoltre lo stesso Pio
IV si era reso conto che le funzioni di Inqui-
sitore richiedevano la presenza del titolare;
“gli fu dunque spedito l’ordine di venire a ri-
prendere il suo posto di Inquisitore [che mai,
in realtà, aveva abbandonato], affine di occu-
pare quello, che gli si competeva, nei consigli
del Sommo Pontefice” (30).
Infatti « Affari molto complicati richiede-
vano allora l'intervento del card. Alessan-
drino. Parecchi vescovi francesi non rifuggi-
vano dal compromettersi cogli Ugonotti; an-
zi nell'adunanza di Poissy avevano sì debol-
mente difesa la verità e tradito a tal punto il
loro dovere, che l'ambasciatore fiorentino
dovette esclamare: “Non si sa, se questi ve-
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rigettò perché “non ha eseguito i miei ordini, per un bene che possiede più di chiunque al-
se li è messi sotto i piedi per fare la sua vo- tro. E perciò si considera altezzosamente, e
lontà” (I Re XV, 11). disprezza il prossimo. I Farisei scacciarono
La seconda e terza maniera di cadere nel- dal Tempio il cieco guarito da Nostro
l'orgoglio proviene dalla causa e consiste nel Signore poiché aveva osato contraddirli; do-
fatto che qualcuno crede di avere da se' un be- po averlo maltratto gli gridarono: “Sei nato
ne che gli proviene da altri. Ciò in due modi: pieno di peccati e pretendi insegnare a noi?”,
- Una persona stima che viene da sé ciò a noi Farisei, che siamo dotti, prudenti, sa-
che ha ricevuto da Dio, come la vita, l'intelli- pienti, giusti, ispirati da Dio? (Gv. IX, 34). I
genza, la forza, la bellezza del corpo, la viva- modernisti disprezzano i dogmi, il catechi-
cità: ma è una stoltezza, perché “se voi aveste smo, il culto, le leggi, gli usi, la struttura, la
potuto procacciarvi questi vantaggi, potreste morale della Chiesa pre-conciliare, accusan-
certamente conservarveli… Anche la stessa dola di oscurantismo e immobilismo, e pre-
cenere e polvere, della quale siete composti, tendono di aver capito solo loro, dopo venti
non dovete riconoscere d'averla da Colui che secoli, che cosa sia la religione.
l'ha cavata dal niente?” (5). Golia credette di
poter umiliare gli ebrei ed il loro Dio con le Parabola del Fariseo e del pubblicano
sue forze fisiche, ma Davide l'uccise miraco-
losamente. Nabucodonosor si vantò in cuor La parabola raccontata da San Luca (X-
suo del potere acquisito, come se tutto venis- VIII, 9-14) ed indirizzata ad alcuni che den-
se da lui: “Non è questa la grande Babilonia tro di sé confidavano di essere giusti e di-
che io ho edificata a sede del regno, col vigore sprezzavano gli altri, mostra bene le quattro
della mia potenza, a gloria della mia maestà?” maniere di cui sopra.
ed in quell'istante perse l'intelletto fino a Il Fariseo ed il pubblicano entrano nel
comportarsi come un animale: fu scacciato Tempio alla stessa ora per pregare. Il Fariseo,
dalla società civile e si nutriva del fieno come sicuro di essere giusto, s'inoltra fino al limite
i buoi (Dan. 4 e 5). più vicino del “santuario”, ove dimora Dio,
- Una persona stima che qualcosa gli è «e comincia il suo elenco: “O Dio, Ti ringra-
stato dato in sovrappiù a causa dei propri zio perché non sono come gli altri uomini, ra-
meriti: come chi crede che sono le proprie paci, ingiusti, adulteri, o anche come questo
preghiere, digiuni, la fedeltà alla grazia, pubblicano. Digiuno due volte la settimana,
l'umiltà del cuore che hanno ottenuto certe pago la decima quando la posseggo”. La pa-
virtù e qualità. Sant’Alfonso racconta di un rabola non prosegue nell'elenco; ma questo
eremita, reputato molto virtuoso, che in poté benissimo prolungarsi ed enumerare al-
punto di morte fece chiamare il suo abate tre elette virtù del Fariseo, come le sciacqua-
per ricevere il Viatico: nel frattempo, un la- ture di mani e di stoviglie prima di mangiare,
dro pubblico giunse alla cella del solitario, l'astenersi dallo spegnere una lampada in
ma non si stimò degno di entrarvi, e dal di giorno di sabato, la conoscenza a memoria
fuori diceva: “Oh foss’io qual sei tu!”. L’ere- dei 613 precetti della Torah, e tante altre e-
mita l’intese, e gonfio di sé rispose: “Cer-
tamente beato te, se fossi qual son io!” Ora Il Fariseo ed il pubblicano
avvenne che il ladro, da quell’eremo corren-
do a confessarsi, cadde in un precipizio e
morì immediatamente. E poco dopo anche il
romito spirò. Un compagno dell’abate seppe
per rivelazione che il ladro s’era salvato per
la contrizione avuta dei suoi peccati, mentre
il romito s’era perduto per la superbia. E
non si creda, conclude S. Alfonso, che solo
prima di morire fosse stato superbo: quel
suo modo di parlare in punto di morte fu il
segno che la superbia era radicata nel suo
cuore già da molto tempo (6).
La quarta maniera di cadere nell'orgoglio
proviene dal modo di agire e consiste nel fat-
to che qualcuno si reputa migliore degli altri
35
gregie doti dell'inappuntabile Fariseo (…) [il conversione o adesione alla creatura. Pro-
quale] ha fatto consistere la sua preghiera prio nell'aversio a Deo, la superbia comporta
nell'elencare i benefizi elargiti da lui a Dio, la massima gravità: difatti se negli altri pec-
ossia nello sciorinare quelle giustizie umane cati l'uomo si allontana da Dio per una certa
di cui l'antico profeta aveva sentenziato: ignoranza, o per debolezza, o per il desiderio
“Come panno di mestrui sono tutte le nostre di un altro bene, con la superbia l'uomo si al-
giustizie” (Is. 64, 5 ebr.). lontana da Dio perché non vuol saperne di
Nel frattempo il pubblicano… si è ferma- Lui e dei suoi ordini: “Mentre tutti i vizi fug-
to appena all'ingresso dell'atrio, come un gono da Dio, solo la superbia si oppone a
mendìco mal tollerato; là lontano, senza nep- Dio” (Boezio) (q. 162, a. 6). «So bene, dice il
pure osare di alzare gli occhi verso il “santua- Santo Curato d'Ars, che tutti i peccati oltrag-
rio”, sta a battersi il petto implorando “O giano Dio, che tutti i peccati mortali merita-
Dio, sii propizio a me peccatore!” Tutta qui è no una punizione eterna: un avaro che non
la preghiera di colui che i rabbini definivano pensa ad altro che ad accumulare e che sacri-
“tanghero”, perché ha coscienza di non poter ficherà la sua salute, la sua reputazione, ed
donare a Dio nulla di quanto sta donandogli anche la sua vita per ammassare qualche sol-
il Fariseo… Il risultato del contrasto tra que- do, con la speranza di provvedere per il futu-
sti due uomini fu precisamente la smentita ro, senz'altro fa ingiuria alla provvidenza di
delle loro rispettive coscienze. Concluse in- Dio, che ci ha promesso che - se abbiamo cu-
fatti Gesù: “Io vi dico che questi (il pubblica- ra di servirlo ed amarlo - avrà cura di noi.
no) tornò a casa sua giustificato, a differenza Un ubriacone che si abbandona agli eccessi
dell'altro: perché chiunque si esalta sarà umi- del bere perdendo la ragione, rendendosi in-
liato, e chi si umilia sarà esaltato”» (7). feriore alla bestia, fa ugualmente un oltrag-
Notiamo che il fariseo cadde in un colpo gio a Dio, il quale gli dà il bene affinché ne
solo nelle quattro maniere dell'orgoglio: cre- faccia buon uso, consacrando le sue forze, la
dendosi giusto quando non lo era; attribuen- sua vita a servirlo. Un vendicativo che si ven-
do a sé stesso le buone azioni (digiuno, pago dica delle ingiurie fattegli, reca un disprezzo
la decima…) ed ai suoi meriti il bene ricevu- crudele a Gesù Cristo, che da tanti mesi e
to (ti ringrazio…); ed infine disprezzando forse da tanti anni lo sopporta sulla terra, ed
non solo tutti quanti gli uomini in genere ancor più gli dà tutto ciò che gli è necessario,
(rapaci, ingiusti, adulteri), ma anche il pove- quando invece non meriterebbe che di essere
ro pubblicano che per caso incontrò al sprofondato nelle fiamme. Un impudico,
Tempio. Per tipi come lui vale l'invettiva di sommergendosi nel fango delle passioni, si
Nostro Signore: “Guai a voi, o Farisei, che rende inferiore ai porci, perde la sua anima e
pagate la decima della menta, della ruta e dà la morte al suo Dio; del tempio dello
d'ogni specie di legumi, e non fate caso del Spirito Santo fa un tempio di demoni, “dei
giudizio e dell'amor di Dio” (Lc XI, 42). membri di Gesù Cristo ne fa le membra di
Purtroppo non sono rari quelli che si un'infame prostituta” (I Cor. VI, 15), da fra-
comportano come il fariseo: “Gli anziani co- tello del Figlio di Dio diviene non solo il fra-
me i giovani, i poveri come i ricchi; ognuno tello dei demoni, ma lo schiavo di Satana.
si loda e si vanta di quel che non è e di quel Questi sono crimini di cui nessuno potrà e-
che non ha fatto. Ognuno si applaude ed sprimere né gli orrori né la grandezza dei
ama essere applaudito; ognuno corre a ele- tormenti che meritano.… Questi peccati, per
mosinare le lodi degli uomini, ed ognuno la- l'oltraggio che fanno a Dio, son così lontani
vora ad attirarsele. Così trascorre la vita la dall'orgoglio come il cielo è lontano dalla
maggior parte delle persone” (8). terra… Quando commettiamo gli altri pecca-
ti, talvolta violiamo i comandamenti di Dio,
Gravità dell'orgoglio talvolta disprezziamo i suoi benefici; oppure,
se volete, rendiamo inutili tutti i travagli, le
Poiché con l'orgoglio l'uomo rifiuta di sofferenze e la morte di Gesù Cristo. Ma
sottomettersi a Dio ed alla sua regola, tal pec- questo qui, l'orgoglioso, fa come un suddito
cato è di per sé grave (q. 162, a. 5). In ogni che non contento d'aver disprezzato e messo
peccato si osservano due cose: l'aversio a sotto i piedi le leggi e gli ordini del suo so-
Deo (che è l'aspetto formale), cioè l'abban- vrano, porta il suo furore al punto di tentar
dono, l'avversione a Dio, e la conversio ad di piantargli un pugnale nello stomaco, lo
creaturam (che è l'aspetto materiale), cioè la strappa dal suo trono, lo mette sotto i piedi e
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ne prende il posto. Si può concepire un'atro- rierò delle mie debolezze… Infatti, se vorrò
cità più grande?» (9). Perciò il Signore dete- vantarmi, non sarò sciocco, perché dirò la ve-
sta gli orgogliosi (Eccles. X, 7). rità”. Qual è la verità? “Per la grazia di Dio
La superbia è detta completa quando una sono quel che sono” (II Cor. XI, 30; XII, 6; I
persona si eleva fino a rifiutare di sottomet- Cor. XV, 10). Tal verità finì per capirla anche
tersi a Dio: è insomma una ribellione contro Nabucodonosor.
Dio, ed è peccato mortale. È invece incom-
pleta quando - fatta salva la sottomissione a Nabucodonosor
Dio - qualcuno cerca di essere stimato più di
quel che è: ed allora è solo peccato veniale, a Questo re potentissimo che aveva soggio-
meno che non si rechi grave ingiuria al prossi- gato il mondo intero, che aveva fortificato ed
mo, o che da essa nascano altri peccati gravi. abbellito la capitale, Babilonia, arrivato al-
l'apice del suo potere ebbe un sogno che lo
I mali della superbia turbò molto. Vide piantato al centro della
terra un albero robusto, di altezza smisurata,
Il superbo dice Sant'Alfonso, è ladro, bu- il quale toccava il cielo, che era visto da tutta
giardo e cieco. Ladro, perché si appropria di la terra, era ricco di foglie molto belle ed era
ciò che appartiene a Dio, attribuendolo a sé abbondante di frutti, dava ricovero e cibo a
stesso o ai suoi meriti, e San Paolo lo rimpro- diverse specie di animali, bestie feroci, uccel-
vera: “Cosa hai, che non hai ricevuto? E se li. Improvvisamente scese dal cielo un angelo
l’hai ricevuto, perché te ne vanti, come se non vigilante e gridò: “Abbattete l'albero, tagliate-
l’avessi ricevuto?” (I Cor. IV, 7). È bugiardo, ne i rami, sfrondatelo e disperdetene i frutti,
perché se nega che tutti i pregi che l'uomo fuggano le bestie dal di sotto e gli uccelli dai
possiede sono doni del Signore, nega la ve- suoi rami. Tuttavia lasciate il ceppo delle sue
rità. Infine l'orgoglioso è cieco, perché non radici, sia legato con una catena di ferro e di
vede quel che è chiaro come il sole: tutte le bronzo… che con le fiere mangi l'erba. Che il
qualità, virtù, buoni pensieri, azioni che ab- suo cuore di uomo cambi e gli si dia un cuore
biamo sono come un abito che il Signore ci di fiera… affinché i viventi riconoscano che
ha dato e ad ogni istante può riprendersi in- l'Altissimo impera sopra il regno degli uomi-
dietro. Ma l'orgoglioso ragiona come il prela- ni e lo dà a chiunque vuole e su di esso può
to di Laodicea, che fu rimproverato così dal- costituire il più umile degli uomini” (Dan. IV,
l'angelo: “Tu dici: son ricco, e dovizioso, e 11-14). Solo Daniele riuscì ad interpretare il
non ho bisogno di nulla; e non sai che tu sei sogno di Nabucodonosor, e gli spiegò che lui,
meschino, e misero, e povero, e cieco, e nudo” il re, era l'albero: da grande e potente qual
(Apoc. III, 17). Da noi stessi non siam capaci era sarebbe stato scacciato dalla società degli
di far bianco un capello, non siam capaci di uomini, avrebbe abitato tra le fiere, finché
dire una buona parola: non è un'esagerazio- non avesse riconosciuto che il potere viene
ne, ma Dio stesso ce l'ha rivelato affinché, se da Dio, ed Egli lo dà a chi vuole. Il re rimase
l'orgoglio ci acceca e ci fa dimenticare la ve- atterrito dalla spiegazione e perciò Daniele
rità, le Sue parole possano farci rientrare in gli consigliò di far penitenza per i suoi pecca-
noi stessi: “Non siamo capaci di pensare ti; ma poco tempo dopo Nabucodonosor, in
qualcosa da noi stessi, come da noi; ma la no- mezzo allo splendore della sua potenza, si
stra capacità viene da Dio” (II Cor. III, 5). scordò di quanto era successo. Erano trascor-
San Paolo, chiamato ad essere Apostolo si dodici mesi quando, passeggiando per
da Gesù, predicatore dei gentili, a causa del Babilonia, in un eccesso di presunzione, il re
suo ministero era stato incarcerato più volte, si vantò di essere lui l'artefice di tutte le bel-
flagellato, lapidato, tradito; aveva sopportato lezze di Babilonia: «Mentre il re aveva ancora
naufragi, fatiche, miserie, vigilie, fame, sete, sulle labbra queste parole, piombò dal cielo
digiuni, freddo, nudità, preoccupazioni per una voce: “A te, o re Nabucodonosor, io dico:
la responsabilità delle chiese affidategli; era Il tuo regno passerà da te ad altri, ti scacce-
stato elevato da Dio fino in Paradiso a vede- ranno di fra gli uomini e la tua abitazione
re ed udire cose che nessun uomo ha mai po- sarà con le bestie e con le fiere, mangerai erba
tuto vedere o udire. Ebbene dopo tutto ciò, a guisa del bue… fin tanto che riconosca che
San Paolo poteva credersi di essere una per- l'Altissimo impera sul regno degli uomini e a
sona importante, migliore degli altri uomini? chiunque lo vuole lo dà!”». All'istante la pu-
Ascoltiamolo: “Se occorre vantarsi: mi glo- nizione divina si abbatté su di lui e tutto quel
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che Daniele gli aveva profetizzato si avverò. gusterà le gioie eterne, i dodici frutti della vita
Impazzito, andò ramingo nei campi compor- promessi agli abitanti del cielo (Apoc. XXII,
tandosi come un animale, mangiando il fieno 2). Non avrà per alimentare i suoi pensieri
e vivendo all'aria aperta bagnato dalla rugia- che il ricordo dei piaceri di quaggiù, che sono
da. E ciò durò fino a quando, come raccontò passati come l'erba (Salmo 89, 5), e che sono
in seguito lo stesso Nabucodonosor, “alzai al di fuori, perché non hanno niente di comu-
gli occhi miei al cielo e la mia mente mi fu re- ne con l'allegria di cui godono gli eletti, al di
stituita e benedissi l'Altissimo e lodai e glorifi- dentro della città di Dio. Solo la rugiada del
cai Colui che in eterno è vivente, perché la sua cielo penetrerà in lui, ma per sua più gran di-
potestà è per sempre… e tutti gli abitanti della sgrazia: perché sarà ossessionato dal pensiero
terra rispetto a Lui non contano nulla” (Dan. di questo soggiorno beato, di cui ha fatto sì
IV, 28-30 e 31-32). Nabucodonosor recuperò poco caso quaggiù, e da cui è escluso per sem-
il suo regno, governò ancora con splendore e pre, condannato com'è a vivere con le bestie
fece conoscere dappertutto quanto gli era ac- feroci, cioè con i diavoli» (10).
caduto per glorificare il vero Dio.
«Gli uomini - commenta dom de Mon- Il segno di contraddizione
léon - quando la fortuna sorride loro, somi-
gliano facilmente a Nabucodonosor. Si cre- S. Gregorio dice che l'essere superbo è
dono allora anch'essi piantati al centro della contrassegno dei reprobi, ed invece l'essere
terra e visibili dappertutto, perché credono umile è contrassegno degli eletti (Morale su
che il mondo intero ha gli occhi fissi su di lo- Giobbe, l. 34, c. 23). Sant'Antonio Abate vi-
ro; le loro foglie sono molto belle, perché ec- de il mondo pieno di lacci tesi dal demonio e
cellono nel fare dei bei discorsi; ed i loro sospirando disse: “Chi potrà mai scampare
frutti abbondanti, perché i loro affari sono da questi lacci? Ma sentì una voce: “An-
prosperi. Grazie alla loro ricchezza possono tonio, la sola umiltà è quella che passa sicu-
nutrire una numerosa clientela, cioè dei ser- ra: chi va con la testa bassa, non ha timore di
vitori, degli impiegati, degli operai; ma anche restarvi preso” (11).
delle bestie selvagge - si direbbe forse oggi: «L'umiltà è il solo elemento la cui presen-
degli avvoltoi - degli individui senza scrupoli za o assenza permette di riconoscere infalli-
che cercano solo di approfittare della situa- bilmente le opere di Dio dalla loro contraffa-
zione; e degli uccelli, cioè degli adulatori… zione. Quando essa manca le nostre virtù ap-
Che tuttavia tendano l'orecchio, in mezzo parenti non sono che dei vizi mascherati.
al concerto di lodi, per ascoltare la voce del
Vigilante, cioè del Cristo, o del loro Angelo Samuele incorona Saul re d'Israele
Custode. Questa voce gli grida, per mezzo
della bocca dei predicatori, dei confessori, o
per mezzo del mormorio della loro coscienza:
“Abbattete l'albero…”. Tale è, infatti, la sorte
che attende ogni magnate di questo mondo,
se non fa penitenza. Verrà un giorno in cui,
come l'albero, sarà abbattuto, dalla morte.
Allora i suoi rami saranno tagliati e le foglie
cadranno: tutta la bella apparenza esteriore di
cui si vantava, svanirà: i suoi frutti saranno di-
spersi, le ricchezze accumulate da lui andran-
no ad altri; tutti quelli che vivevano sotto la
sua ombra, e tutti quelli che cantavano le sue
lodi l'abbandoneranno. Tuttavia, non per
questo sparirà nel niente; la radice del suo es-
sere sussisterà nel suo libero arbitrio, ma que-
sto sarà legato con una catena di ferro e di
bronzo: sarà come messo con le spalle al mu-
ro, immobilizzato nel male, sia per il giudizio
di Dio - catena di ferro - sia per la propria o-
stinazione - catena di bronzo. Il nostro uomo
non avrà per cibo che l'erba della terra; non
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Ecco per esempio una persona molto de- pregato e ripregato, li lascia a combattere co-
dita all'orazione al punto da sembrare vera- me avvenne a S. Paolo, il quale scrisse: “Mi fu
mente e costantemente assorta in Dio, ma dato uno stimolo nella carne, un angelo di
che d'altra parte perde la sua calma davanti Satana, che mi schiaffeggi, affinché io non
agli imprevisti e ai contrattempi. Eccone m'insuperbisca. Per questo, tre volte ho prega-
un'altra che gusta nella Santa Comunione le to il Signore perché lo allontanasse da me. Ed
più grandi dolcezze, ma che intanto rifiuta di Egli mi disse: Ti basta la mia grazia” (I Cor.
riconoscere i propri difetti. Eccone una terza XII, 7-8)… Di più Iddio talvolta giunge a per-
che è sempre pronta a sacrificarsi e a trascu- mettere che alcuno cada in qualche peccato,
rare se stessa per il prossimo, ma che fa le acciocché impari ad esser umile, come accad-
meraviglie se all'occasione le si mostra poca de a Davide, il quale confessa d'essere caduto
riconoscenza. Queste reazioni denotano una per non essere stato umile: “Priusquam hu-
deficienza di umiltà alla base e permettono miliarer, ego deliqui”, prima di umiliarmi,
di concludere, senza temerità, che nonostan- peccai (Salmo 118, 67). Scrive S. Agostino:
te le apparenze, la virtù di queste persone è “Alto è il Signore: umiliati, e scenderà verso
fondata più sull'amor-proprio che sull'amor di te; elevati, e fuggirà da te”» (13).
di Dio… Nostro Signore, dicendo che Iddio non può sopportare un superbo, e
avremmo riconosciuto gli alberi dai loro vedendo che egli oppone il suo amor proprio
frutti, ci ha dato il segno per scoprire tutte le a Lui, si allontana e lo lascia a se stesso. Gli
opere del nemico. E questo segno è l'orgo- angeli ribelli appena peccarono furono imme-
glio. Segno che non inganna mai: infatti l'or- diatamente scacciati dal Cielo e precipitati
goglio, di sua natura, cerca fatalmente di all'Inferno. Coré, Dathan ed Abiron, si ribel-
mostrarsi. Se egli prende qualche volta le ap- larono a Mosé per non essergli più sottomessi
parenze dell'umiltà, non può certo prenderle e per assumerne i poteri, anche quelli sacerdo-
sempre, e presto o tardi si manifesterà inevi- tali: appena mostrarono l'indurimento del lo-
tabilmente in qualche occasione. ro cuore furono inghiottiti dalla terra, bruciati
La caratteristica dei santi invece consiste dal fuoco “e scesero vivi in inferno” (Num.
proprio in questo che essi sono continua- XVI, 32). “Coré, Dathan ed Abiron, sono la
mente in guardia contro la vanità. In mezzo figura degli eresiarchi, degli uomini che, spinti
ai colpi che ricevono, in mezzo alle tentazio- dall'orgoglio, l'ambizione, la cupidigia, il desi-
ni del demonio e del mondo, la loro preoccu- derio di comandare, si sono sollevati contro la
pazione costante è sempre quella di evitare gerarchia della Chiesa, ed hanno preteso di
ogni movimento di orgoglio e di custodire il assumerne essi stessi le funzioni.
sentimento del proprio nulla come la pupilla La punizione terribile con cui sono stati
dei loro occhi. colpiti mostra quanto siano gravi i crimini di
«Il cancelliere Gersone riprende il medesi- scisma o d'eresia, quanto è violenta l'irrita-
mo pensiero… “ogni parola interiore - dice zione di Dio contro quelli che osano erigersi
egli - ogni rivelazione, tutti i miracoli, tutte le di propria iniziativa in riformatori, quale ri-
estasi, le contemplazioni, i rapimenti e infine spetto dobbiamo avere per il sacerdozio, così
tutte le operazioni sia interne sia esterne, se come è stabilito.
l'umiltà le precede, le accompagna e le segue, E tuttavia, basta gettar un colpo d'occhio
se non vi si mischia niente che distrugga que- sulla storia della religione cristiana per ren-
sta virtù, credi a me, esse portano il segno che dersi conto che non vi è secolo, non vi è ge-
vengono da Dio, o dal suo buon Angelo e tu nerazione forse, che non abbia visto nascere
non hai a temere nessuna illusione…”» (12). degli emuli o dei discepoli di questi tre rivol-
Nostro Signore stesso ci ha detto: “Se tosi, tanto l'ambizione dell'uomo è cieca ed
non vi rendete piccoli come fanciulli, non en- insaziabile!” (14).
trerete nel regno dei cieli” (Mt XVIII, 3). Che sia l'orgoglio la sorgente delle ere-
sie, lo afferma anche il Rodriguez: «È dottri-
Chi si esalta sarà umiliato na comune dei Santi e dei Dottori, che la su-
perbia è principio di tutte le eresie. Il super-
Il Signore non vuole che siamo superbi e bo stima tanto il proprio giudizio, da ante-
fa di tutto affinché possiamo guarire da que- porlo al senso comune dei Santi e della
sto peccato. Permetterà «alle volte che i servi Chiesa e quindi incappa nell'eresia. Perciò S.
suoi siano afflitti da tentazioni vergognose, Paolo scrisse al discepolo Timoteo: “Ti an-
quali sono le tentazioni d'impurità; ed anche nunzio che negli ultimi giorni incontreremo
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tempi molto pericolosi, perché le genti saran- voi, Scribi e Farisei ipocriti, andate per mare e
no egoiste, cupide, altere e superbe” (II Tim. per terra pur di fare un solo proselita, e fatto
III, 1). All'orgoglio e alla superbia l'Apo- che sia, lo rendete degno della Geenna il dop-
stolo attribuisce gli errori e le eresie, come pio di voi”. “Guai a voi, dottori della legge,
afferma S. Agostino» (15). che avete usurpato la chiave della scienza;
Come non vedere oggi la realizzazione di non siete entrati voi e avete messo impedi-
quanto predetto da S. Paolo! Come non os- mento a quelli che vi entrano” (Mt. XXIII, 13
servare che anche in questo secolo vi sono i e 15; Lc. XI, 52).
riformatori che, con grande umiltà, han detto
che fino a ieri nella Chiesa tutto era sbaglia- Dio resiste ai superbi, ma dà la grazia agli
to, e che quindi molte cose o tutto sono da umili (Gc IV, 6)
cambiare, per non restare indietro, ma essere
aggiornati e mantenersi al passo dei tempi! Finché il cuore dell'uomo è pieno di sé,
Naturalmente quello che dicono e fanno è - non può essere riempito di beni divini: solo
in tutta modestia - meglio di quanto Papi, quando avrà conosciuto il proprio niente, la
Padri, Santi, Dottori, hanno detto e fatto; e propria vacuità, solo allora il Signore potrà
se Gesù stesso gli dà torto, diranno che biso- farlo abbondare di grazie. La Madonna lo
gna interpretarlo diversamente da come s'è confessò nel Magnificat: “Quia respexit hu-
fatto finora, per fargli dire il contrario di quel militatem ancillæ suæ… fecit mihi magna qui
che ha detto. Vedono di buon occhio i mo- potens est”, poiché vide l'umiltà della sua an-
dernisti “perseguitati” dalla Chiesa: con loro cella… fece di me cose grandi Colui che é
hanno in comune certe idee e soprattutto la potente (Lc I, 48 sq). E l'Ecclesiastico (XIII,
superbia, che - come diceva S. Pio X - non so- 9) ci raccomanda: “Umiliati davanti a Dio,
lo è una causa, ma sta di casa nel moderni- ed aspetta la sua mano”, che ci darà i suoi
smo, il quale si alimenta di essa e ne riveste benefici. “A chi volgerò il mio sguardo, dice
tutte le forme. «Per la superbia infatti costo- ancora il Signore, se non al poverello e al-
ro presumono con audacia di sé stessi, e si ri- l'uomo dall'animo contrito?” (Is. LXVI 2).
tengono e si spacciano come norma per tutti. «Principio della nostra rovina, l'orgoglio
Per la superbia si gloriano con gran vanità, è anche l'ostacolo che ci impedisce di rialzar-
come se solo loro possiedano la sapienza, e ci. Riempiendoci di noi stessi, chiude la porta
dicono gonfi e impettiti: “Noi non siamo co- della nostra anima alla grazia di Dio. Arriva
me gli altri uomini”; e per non essere di fatto anche a farci credere che possiamo salvarci e
posti allo stesso livello degli altri, abbraccia- raggiungere la perfezione da noi stessi, men-
no e sognano ogni specie delle più assurde tre non possiamo assolutamente niente senza
novità. Per la superbia rifiutano ogni sogge- l'aiuto divino. Senza di me - dice Nostro
zione, e pretendono che l'autorità debba ve- Signore - non potete far niente. Perciò il
nire a compromessi con la libertà. Per la su- Salmista dice ancora: Vacate et videte. E cioè:
perbia, dimentichi di se stessi, pensano solo a se volete “vedere”, se volete raggiungere
riformare gli altri, né rispettano in questo quella “visione” beatifica che è la suprema
nessun grado, neanche l'autorità suprema. felicità alla quale l'uomo possa aspirare; se
No, per giungere al modernismo, non vi è volete vedere sin da questa terra il cammino
sentiero più breve e spedito della superbia. che vi ci conduce, vacate, cominciate a svuo-
Se un laico cattolico, se un sacerdote dimen- tarvi di voi stessi, dell'alta opinione in cui te-
tica il precetto della vita cristiana che c'impo- nete la vostra grande persona. Si racconta
ne di rinnegare noi stessi se vogliamo seguire che Alessandro Magno, il quale era assai pie-
Gesù Cristo, né sradica dal suo cuore la mala no di sé, desse motivo un giorno a questa ri-
pianta della superbia: sì, costui è dispostissi- flessione: “Dio è pronto a darti la sapienza,
mo più che mai a professar gli errori del mo- ma tu non hai posto per riceverla”. Nell'or-
dernismo!» (16). Tali riformatori - che cambia- dine soprannaturale si può dire, a somiglian-
no la religione, che impediscono alle anime za dell'ordine fisico, che la natura ha orrore
di conoscere la verità in modo da potersi sal- del vuoto; cavate l'aria che riempie un tubo
vare - sono già stati condannati da Nostro di piombo, e l'acqua vi salirà immediatamen-
Signore: “Guai a voi, o Scribi e Farisei ipocri- te; cavate l'amor proprio, che ingombra l'ani-
ti, perché chiudete il regno dei cieli in faccia a- ma, e la grazia se ne impossesserà all'istante»
gli uomini; così né vi entrate voi, né permette- ( 17). S. Agostino ci dice: “Se vi umiliate
te che vi entrino quelli che vengono… Guai a profondamente, e se vi riconoscete che non
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siete niente, che non meritate niente, il buon suoi peccati. Per questo Nostro Signore, ri-
Dio vi darà grazie in abbondanza; ma se vo- guardo all'umiltà «ha manifestato una predile-
lete elevarvi e credervi di essere qualcosa, si zione particolare. San Marco racconta che un
ritirerà da voi, e vi abbandonerà nella vostra giorno, mentre gli Apostoli discutevano tra lo-
povertà” (18). È quel che accadde a Saul: scel- ro dei primi posti, Gesù prese un fanciullino e
to da Dio per svolgere una missione speciale, lo pose in mezzo ad essi: Et accipiens puerum,
per essere anche una prefigurazione di statuit eum in medio eorum (IX, 34).
Nostro Signore, non perseverò, si lasciò cor- Lo pose in mezzo, e cioè al posto d'onore,
rompere dall'orgoglio e finì miseramente. al posto del maestro che insegna; lo pose pro-
Lo stesso vale per la preghiera: il Signore prio in mezzo ad essi, in mezzo alle dodici co-
è sordo all'orazione dei superbi perché costo- lonne della Chiesa, dei dodici uomini che ave-
ro, essendo pieni di sé, in realtà non sentono vano ricevuto tutt'intero il deposito della ri-
veramente bisogno dell'aiuto di Dio. “La velazione, dei dodici Dottori incaricati
preghiera di chi si umilia penetra i cieli… e si d'istruire tutti i popoli della terra. Così egli
placa solo quando il Signore volge il suo faceva di questa virtù il centro dal quale tutte
sguardo” (Eccles. XXXV, 21). Giuditta si le altre virtù dovevano irradiarsi; il polo verso
sparse il capo di cenere, si prostrò per terra, cui tutte dovevano convergere. Non solo, ma
ed invocò: “Signore… sin da principio i su- promise a quelli che somiglieranno a questo
perbi non ti piacquero, e sempre invece ti fanciullo i primi posti nel suo regno e, per
piacque la preghiera degli umili e dei mansue- mostrare loro la sua tenerezza, “abbracciò il
ti” (Gdt IX, 16). E poiché la sua preghiera fanciullo” cosa che il vangelo non riferisce di
era umile fu esaudita: da sola poté penetrare nessun'altra persona» (21). Difatti i fanciulli
nell'accampamento degli assiri senza farsi normalmente non hanno invidia, non hanno
ammazzare, e lì riuscì ad uccidere e tagliare il ambizione dei primi posti, sono semplici, in-
capo ad Oloferne, generale delle truppe. nocenti, candidi, umili. E questa virtù il Si-
Anche Santa Teresa d'Avila afferma di aver gnore ha voluto inculcare bene ai suoi Apo-
ricevuto le grazie più grandi quando si era stoli, che di lì a pochi anni avrebbero dovuto
profondamente umiliata ( 19). Così pure il sostituirlo nella predicazione. E senza di essa,
pubblicano fu esaudito perché si era umiliato. non avrebbero potuto far nulla.
Solo l'umiltà può farci trovare la pace
La vera pace profonda, vera, che viene da Nostro Signore,
che il mondo non può dare, che il mondo
“Imparate da me che sono mansueto e non può neanche togliere se sapremo con-
umile di cuore, e troverete riposo alle anime servare in fondo al nostro cuore questa virtù
vostre” (Mt XI, 29): Nostro Signore ci inse- che Gesù ha praticato prima di ogni altra.
gna che se vogliamo essere felici, se voglia-
mo conseguire la pace, per quanto è possibi- Note
le trovarla su questa terra, non dobbiamo far 1) DOM JEAN DE MONLÉON OSB, I dodici gradi del-
altro che essere umili. “Il superbo non trova l'umiltà, Edizioni Abbazia di Viboldone, 1958, pag. 7.
mai pace, perché non arriva mai a vedersi La citazione di S. Agostino è tratta dall’Epist. a
Dioscoro, cap. III, 22.
trattato secondo il vano concetto ch'egli ha 2) PADRE ALFONSO RODRIGUEZ S.I., Esercizio di per-
di se stesso: anche quando è onorato, neppur fezione, Cantagalli Siena, 1967, vol. III, pagg. 183-184.
è contento, mirando altri più onorati di lui: 3) II, II, q. 162, a. 1 ad 2um. Le citazioni della
sempre almeno gli mancherà qualche onore Somma Teologica si riferiscono tutte alla II, II.
4) D OM DE M ONLÉON , Histoire Sainte - Le Roi
che desidera, e la mancanza di quell'onore lo David NEL, 1971 Paris, pag. 109.
tormenterà più che non lo consolano tutti gli 5) R. P. C LAUDIO DELLA COLOMBIERE , Sermoni
onori che possiede” (20). Così Aman, consi- Sacri, Baglioni, Venezia 1761, Tomo II pag. 180, Del-
gliere del re Assuero, aveva ottenuto tutti gli l'umiltà cristiana. Tutte le citazioni del Beato sono trat-
onori fino ad essere ammesso alla mensa del te da quest’opera.
6) S. ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI, La vera sposa
sovrano; ma poiché Mardocheo non voleva di Gesù Cristo ovvero la monaca santa, Pisani Roma,
salutarlo si stimava infelice: “Pur avendo 1935, T I, p. 373, nota 3.
tutto, stimo di non aver nulla, finché vedrò 7) G. R ICCIOTTI , Vita di Gesù Cristo, Mondadori
Mardocheo…” (Esther V, 13). 1974, parag. 478.
8) SAINT JEAN BAPTISTE MARIE VIANNEY, Sermons,
L'umile invece è sempre contento: se rice- Villegenon 1982, Tome II, pag. 380.
ve onori, sa di non meritarli; se riceve affronti, 9) SAINT JEAN BAPTISTE MARIE VIANNEY, op. cit.,
sa che meriterebbe ben peggio a causa dei pag. 375.
41
10) DOM DE MONLÉON, Histoire Sainte - Le prophè- ch’egli fu il confessore ordinario di santa
te Daniel Ed. de la Source, Paris, pag. 111-112. Gemma Galgani, la giovane stimmatizzata di
11) S. ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI, op. cit., pag. 380.
12) D OM DE M ONLÉON , I dodici gradi dell'umiltà, Lucca, e di suor Elena Guerra. Gli appas-
op. cit. pag. 21-22. sionati di storia della Chiesa, specialmente
13) S. ALFONSO, op. cit., pag. 376. La citazione di S. del pontificato di san Pio X, sanno che egli fu
Agostino è tratta da Serm. de Ascens., 177, 2, n. 2. in Italia, con Mons. Archi, Vescovo di Como,
14) D OM DE M ONLÉON , Histoire Sainte - Moïse,
Paris 1956, pag. 340.
e pochi altri, un valido e fedelissimo collabo-
15) P. ALFONSO RODRIGUEZ, op. cit., pag. 188. ratore del Papa santo nella lotta al moderni-
16) S. P IO X, Pascendi, 8/12/1907. In Encicliche smo e nella difesa dell’integrità della fede, di-
proibite, Roma 1972, pag. 60. fesa che prese il nome di “integrismo”...
17) D OM DE M ONLÉON , I dodici gradi dell'umiltà, Infine, si sa che è aperta, e dorme da tempo
op. cit. pag. 19. Salmo 45, 11.
18) Serm. 53, in Mt: Beati pauperes spiritu. senza dar segni di vita, la causa di beatifica-
19) S. Teresa d'Avila, Vita, c. 22, n. 11. Roma 1977, zione del Volpi.
pag. 217. Sconosciuto ai più è invece, il vero marti-
20) S. ALFONSO, op. cit., pag. 381. rio che Mons.Volpi subì nel suo animo per la
21) D OM DE M ONLÉON , I dodici gradi dell'umiltà,
op. cit. pag. 14.
fede, martirio che esaudì il suo intenso desi-
derio di patire e di morire per amore di Gesù.
Nato nel 1860 da una delle più distinte fa-
miglie di Lucca, fu chiamato giovanissimo
all’episcopato da Leone XIII che lo chiamava
Recensioni
“il Santo di Lucca”. Nella sua città svolse, co-
me ausiliario del Vescovo, un’intensa e varie-
gata attività. Uomo di preghiera, maestro di
spirito, confessore di Sante, seppe anche ope-
MONS. GIOVANNI VOLPI rare incisivamente nel campo sociale (conob-
be don Bosco e ne seguì le orme fondando la
“Uno solo è e sarà sempre il programma scuola serale gratuita “Matteo Civitali”) e
della mia vita: amare e patire fino all’ultimo nella difesa della fede, divenendo acerrimo
mio respiro per esalare l’anima mia in un at- nemico della massoneria della quale, con suo
to di perfetto amore per Gesù”. Queste pa- grande dolore, faceva parte il suo stesso fra-
role ci rivelano il cuore di un Vescovo santo tello che, con la preghiera ed il sacrificio, ri-
che merita di essere conosciuto ed imitato portò a Gesù. San Pio X lo volle Vescovo di
dai cristiani, Mons. Giovanni Volpi. La Arezzo nel 1905. Salutò con gioia, nella sua
Divina Provvidenza ha voluto che l’ultimo prima lettera pastorale, la diocesi che nel
dei suoi discepoli ancora viventi, Mons. 1799 manifestò la sua Fede cacciando i giaco-
Ottavio Tinti, già rettore del seminario e vi- bini al grido di “Viva Maria”. Col suo esem-
cario generale della diocesi di Arezzo, abbia pio fu modello al clero, che spinse a maggior
convinto il suo confratello, Mons. Angelo santità, disciplina e apostolato, sempre aman-
Tafi, a dedicare anni di fatiche alla figura di do, anche i più traviati, con una immensa ca-
Mons. Volpi. Un piccolo miracolo, coi tempi rità. Purtroppo, i suoi sforzi per riformare i
che corrono. Il libro è del 1981, ed io ne ho costumi del clero o per combattere l’infezio-
avuto conoscenza e l’ho letto solo adesso: ho ne modernista, gli suscitarono l’odio di quanti
potuto così accertare, in una conversazione davano scandalo o per la vita cattiva o per la
telefonica con l’Autore, come il libro sia sta- cattiva dottrina (e spesso i due vizi si somma-
to poco apprezzato nelle curie diocesane di vano). Costoro non si vergognarono di unirsi
Lucca e di Arezzo, le due città ove, con ai massoni ed ai socialisti nell’attaccare il
Roma, si svolse la vita del Servo di Dio. La Vescovo con ogni genere di calunnie.
cosa non deve stupire; stupisce semmai che, La morte di San Pio X e la prima guerra
ancora nel 1981, vi sia un sacerdote diocesa- mondiale furono gli avvenimenti che prepara-
no che lavori, con passione ed obbiettività, rono il suo Calvario. Con la scomparsa dell’ul-
per la glorificazione di Mons. Volpi. timo Papa santo e l’elezione di Benedetto XV,
Di Mons. Volpi avevo poche e frammen- mutò sensibilmente la politica vaticana. Come
tarie notizie. Gli esperti di spiritualità lo ri- ha sottolineato il Poulat, ed anche la nostra ri-
cordano di sfuggita come colui che diffuse in vista (n. 24 , pagg. 10, 13), i più fedeli sostenito-
Italia l’aureo libretto di dom Chautard, ri della lotta antimodernista voluta da San Pio
“L’anima di ogni apostolato”. I devoti sanno X caddero in disgrazia, mentre vennero riabili-
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tati molti eccesiastici ritenuti sospetti. Ora Premuto da ogni parte perché si dimettes-
Mons. Volpi, che non era secondo a nessuno se, Mons. Volpi ritenne in coscienza di non
nella fedeltà a San Pio X, non poteva certo poterlo fare, al punto di obbligarsi con voto a
rientrare nelle simpatie del nuovo Pontefice. non lasciare Arezzo spontaneamente, ma so-
La grande guerra, poi, diede l’occasione al cle- lo su domanda esplicita del Santo Padre (8
ro nemico del proprio Vescovo, di calunniarlo dicembre 1917). Atto eroico di fortezza e di
quale austriacante e nemico della Patria, solo amore alla giustizia, questo del Vescovo di
perché Mons. Volpi (che certo non era incline, Arezzo, il quale ben sapeva distinguere l’ub-
come fedelissimo alla Santa Sede, alle esalta- bidienza dal servilismo... atto che ci ricorda
zioni risorgimentali) applicò le direttive di quello di due altri prelati i quali, pur in diver-
Benedetto XV, restando fedele non ad un se circostanze, si comportarono similmente:
Papa, ma al Papa. Crebbe pertanto a dismisura Mons. Franzoni, arcivescovo di Torino (che
l’odio verso “il battezzatore dell’Imperatrice però non fu rimosso) ed il card. Mindszenty,
Zita” (accusa tanto falsa quanto ridicola!) fo- primate di Ungheria. Di fronte all’esplicito
mentato, duole dirlo, da una parte del clero... desiderio di Benedetto XV però, conferma-
Persino le autorità laiche intervennero in sua togli il primo maggio 1919, Mons.Volpi ob-
difesa, tanto le accuse erano faziose. bedì immediatamente, lasciando Arezzo l’11
L’amicizia personale di Benedetto XV giugno. Mons. Tafi fa notare come a lui, fede-
con Mons. Moretti, suo ex-condiscepolo ori- lissimo al Papa, non fu usata da Benedetto
ginario di Arezzo, e l’amicizia o la compli- XV quella clemenza che ebbe Leone XIII
cità di questi con la fazione di preti ostili al con Mons. Bonomelli, Vescovo liberale e di-
proprio Vescovo tra i quali persino uno, “ga- sobbediente alla S. Sede.
loppino elettorale di un deputato ebreo” e, Iniziò così l’ultima parte della sua vita
mi vergogno a dirlo, processato per violenza (1919-1931) passata a Roma come un eremi-
carnale (!), provocarono la rovina del Volpi. ta nella lontana chiesa di Monte Mario, ri-
Fu decisa una visita apostolica guidata dotto a canonico di Santa Maria Maggiore,
dall’Abate Arcangelo Lolli, il quale aveva la schivato dai più come persona “caduta in di-
sentenza in tasca prima ancora di ascoltare i sgrazia”, della quale si sapeva che il Papa
testimoni; gli furono rivolte tredici false ac- neppur voleva sentir parlare. Eppure lui scri-
cuse, tra le quali la sua “lotta cieca al moder- veva: “Certo ho sofferto e soffro, ma mi
nismo ed al liberalismo”! conforta il pensiero che nulla è stato cagione
di un passo che solo è stato voluto dal Santo
Il Servo di Dio Mons Giovanni Volpi Padre, e così ho potuto confermare col fatto
ciò che tante volte ho insegnato con la paro-
la e con gli scritti, cioè che si deve far sem-
pre la volontà del Papa”. Quanto gli costò
farne la volontà? I primi tempi, allontanato
dal Vescovo del luogo dalla sua Lucca, senza
un alloggio, scrisse: “Stamani sono stato a
pregare sulla tomba di Pio X e vi ho pianto
assai... Fiat!”. Ed ancora: “Bevo nella solitu-
dine e nell’inerzia, a stilla, a stilla, il calice
che Gesù mi porge. Viva la Croce!”.
Incoraggiato dai cardinali Merry del Val,
De Lai, Giorgi, Bisleti e Verde, rispondeva a
chi gli augurava rivincite: “Lasci, lasci che al-
tri vagheggi per me delle risurrezioni. Lei in-
vece continui a chiedere che si compiano in
me i divini voleri e se l’Amore mi vuole im-
molato fino al Consummatum est, faccia pu-
re: Dominus est, ed io non gli dirò altro che
Tuus sum ego. Viva Gesù!”.
Finì i suoi giorni nell’umiliazione, dopo
aver dedicato tutti gli ultimi anni alla confes-
sione ed alla direzione delle anime: a Roma,
il 19 giugno 1931.
43
Anche la sua richiesta di essere sepolto calmente, nel senso che non la invade dal-
accanto alla sua figlia spirituale, santa l’esterno, ma dall’interno e da sotto: il giova-
Gemma Galgani, non fu esaudita. Riposa a ne viene definito così un “barbaro verticale”.
Lucca, nella cappella della chiesetta degli La società civilizza il “barbaro verticale” e
Angeli Custodi. gli consegna la saggezza che le generazioni pre-
Il 16 novembre 1954 il suo successore sulla cedenti hanno conquistato affinché il giovane
cattedra vescovile di Arezzo, Mons. Mignone, non debba scoprire ciò che già è stato scoperto,
scrisse a papa Pio XII la lettera postulatoria ma anzi possa essere come “un bimbo sulle
per il processo di beatificazione di Mons. spalle di un gigante”: gli consegna la Tradizione.
Volpi. Sono numerosissime le guarigioni attri- Una SOCIETÀ RETTA è capace di edu-
buite alla sua intercessione. Ma dal 1961 la care il giovane barbaro, mentre una
sua causa, promossa dai domenicani, tace. SOCIETÀ CORROTTA, che ha dimentica-
Io penso che il Signore lo abbia fatto san- to la Tradizione, non è capace di educare i
to. Come disse don Orione: “Mons.Volpi avrà suoi giovani (“nemo dat quod non habet”).
dalla bontà del Signore non solo la corona dei Se poi il giovane barbaro non si lascia “edu-
confessori, ma anche quella dei martiri”. care”, cioè corrompere, integrare, degradare,
Alla generosa fatica di mons.Tafi si può la società corrotta cerca di reprimerlo. Vi so-
muovere qualche rimprovero riguardante le no quindi due categorie di giovani:
sue opinioni sul Sodalitium pianum di a) quelli che si lasciano corrompere pre-
mons.Benigni, sul “Viva Maria” o sul Vati- cocemente (accettando la discoteca, la dro-
cano II... Ma segnalate queste riserve, ga, l’amore libero...), che possiamo definire
Sodalitium non può che invitare i suoi lettori LA MASSA.
a richiedere la biografia di Mons.Volpi pres- b) quelli che invece sono o cercano di re-
so il nostro Istituto Mater Boni Consilii, op- stare sani rifiutando i cosiddetti “valori” del-
pure presso l’Autore. la società corrotta. Fra questi vi sarebbero i
giovani Skin che rivendicano per sé una edu-
don Francesco Ricossa cazione opposta a quella della società per-
missiva e che si richiami ai valori tradizionali.
A NGELO TAFI “Il Servo di Dio Mons.
Giovanni Volpi” (1860-1931).
GLI SKIN NASCONO A LONDRA
Presso l’autore, Via Mazzini 44, Arezzo.
Arezzo, 1981. 585 p. Gli Skin nascono a Londra nel 1968 come
reazione alle mode barocche e femminee pro-
prie dei Beatles e movimenti simili. Sono figli
di operai e sono ostili agli immigrati che rap-
“I NUOVI BARBARI. GLI presentano in quel momento una minaccia per
SKINHEADS PARLANO” il posto di lavoro dei loro genitori. Hanno
un’antipatia istintiva per il radical-chic, voglio-
I GIOVANI E LA TRADIZIONE no difendere il loro territorio e dimostrano
quest’amor “patrio” con l’attaccamento alla
È uscito recentemente, edito dalla propria squadra di football. Hanno il sostegno
“Effedieffe” (via Santa Maria Segreta 6, delle loro famiglie e non conoscono il fenome-
Milano) un interessante libro di Maurizio no della contestazione dell’autorità dei genitori.
Blondet, (“I nuovi barbari. Gli Skinheads Dal 1969 al 1976 il movimento degli Skin
parlano”) sul fenomeno, così poco conosciu- declina fin quasi a scomparire. Dopo il ‘76,
to, degli Skin, con una post-fazione del pro- di fronte al fenomeno “Punk”, gli Skin tro-
fessor Sergio Luppi, docente di Filosofia del vano un nuovo nemico da combattere, che li
Diritto all’Università Cattolica di Milano. ricompatta come difensori della Patria e del-
Cercherò in questo articolo di riassumere le la Regina. Si nota però un’involuzione, il lo-
idee principali del libro e di presentare al ro stile è esasperato: i nuovi Skin sono molto
lettore il nucleo essenziale della “confessio- più violenti e spinti all’odio.
ne” degli Skin, affinché si renda conto di co-
sa sia realmente questo movimento di cui LA LOTTA CONTRO LA DROGA
tanto si parla, ma di cui si sa ben poco.
Secondo il Blondet, che cita Ortega y È nel 1980 che nasce anche in Italia il
Gasset, l’adolescente entra nella società verti- movimento Skin e precisamente alla Fiera di
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Senigallia, che è il cosiddetto “mercato delle fanno irruzione nelle abitazioni di quaranta
pulci” a Milano. Gli Skin italiani imitano Skin, fermando praticamente tutti. Sono col-
quelli inglesi e tendono vagamente al nazio- pite dal provvedimento anche due persona-
nalismo, ma, almeno fino al 1988, la cosa più lità di Milano, il dottor Piero Sella e il dottor
importante per loro è divertirsi e bere birra. Sergio Gozzoli, fondatori della rivista anti-
È in quell’anno 1988 che molti di essi fi- mondialista “L’Uomo Libero”.
niscono nel giro della droga ed è proprio alla Il dottor Gozzoli in un’intervista a “Il
VOLONTÀ DI REAGIRE CONTRO LA Giornale” di Montanelli afferma: “È grave
DROGA che gli Skin milanesi fanno risalire che una simile iniziativa venga presa (...) do-
la loro prima presa di coscienza politica. po le pressioni di Tullia Zevi e del rabbino
“La cultura dei Centri Sociali - dichiara- Toaff, che per settimane hanno salito le scale
no unanimi al dr. Blondet - aveva rovinato dei ministeri”.
troppi di noi e ad un certo punto ci siam det-
ti basta, qui bisogna far qualcosa”. Gli Skin TUTTI A MESSA
si accorgono... che per non fare la brutta fine
del drogato è necessario parlare con gli Il 21 dicembre 1992 una quarantina di
altri... ma soprattutto essi capiscono che “la Skin vanno in Sant’Ambrogio, alla “Messa
droga viene imposta ai giovani. C’è una clas- in latino”. Vogliono invocare una “protezio-
se politica che la impone e la diffonde” e ne superiore”, come afferma uno di loro; ri-
questa scoperta creerà un principio basilare tengono che la Chiesa difenda alcuni valori
dell’ideologia Skin. quali la famiglia, la nobiltà del lavoro, la de-
Per reazione alla società edonistica essi si cenza morale. “Magari non la Chiesa attuale,
avvicinano ai valori tradizionali della Patria, progressista e pacifista, ma la Chiesa tradi-
della vita sana, del sacrificio, dell’amore alla zionale, quella del Medioevo”.
povertà, della pace con la propria coscienza.
Si creano anche una divisa (scarponi parami- SIETE RAZZISTI?
litari) indelebile (la testa rapata, come la co-
rona monastica), che li aiuti a testimoniare Blondet, registratore alla mano, interro-
tale concezione tradizionale della vita ed a ga gli Skin: “Cosa ne pensate della nostra ci-
rimanervi fedeli (se la divisa si può gettare viltà?” Precisa uno di loro: “Non quella at-
facilmente alle ortiche, i capelli rapati non tuale, della depenalizzazione della droga”.
ricrescono tanto in fretta). Un altro spiega: “Roma. Il Medioevo. La ci-
viltà occidentale tradizionale era superiore,
IL DECRETO “MANCINO” poi è cominciato l’imbastardimento cultura-
le... con la Rivoluzione francese” (si noti che
“L’Unità” del 25 novembre 1992 titola: si tratta di una trascrizione di risposte orali
“Chiuderemo i covi dei neonazisti - Mancino: date da più persone che parlano contempo-
Freda e Delle Chiaie tentano di organizzar- raneamente).
li”. A sua volta il ministro, nel corso di un’in- “Vi definite fascisti?” Chiede ancora
tervista, spiega che si vuol colpire l’incita- Blondet. “Guardiamo con interesse, e senza
mento alla discriminazione etnico-religiosa; pregiudizi, - rispondono - a quel periodo sto-
l’intervistatore obbietta che in tal modo si fi- rico che si chiama Fascismo... NON DICIA-
nisce col perseguitare le idee oltre che gli at- MO CHE SIA LA SOLUZIONE POLITI-
ti. Il ministro risponde che il rischio c’è, per- CA MIGLIORE IN ASSOLUTO... L’UO-
seguire reati d’opinione può essere pericolo- MO EUROPEO HA DATO VITA A
so, e conclude l’intervista dicendo: “Se fossi- CIVILTÀ SUPERIORI AL FASCISMO: IL
mo in Germania farei un decreto-legge (con FEUDALESIMO... Ma il Fascismo è la solu-
procedura d’urgenza, ndr), ma siamo in zione più vicina a noi. La dittatura... in certi
Italia, la situazione non è esplosiva, quindi momenti storici... può essere necessaria...
preferirei un disegno legge. SONO PERÒ Non in eterno però”.
SOLLECITATO A SCEGLIERE IL DE- “In cosa consiste la Tradizione?”
CRETO-LEGGE”. Il giornalista de “L’Uni- “Credere in Dio, amare la propria terra,
tà” sobbalza: “Sollecitato? E da chi?” “SO- coraggio, lealtà, fedeltà, onore, sacrificio”.
NO SOLLECITATO” replica Mancino. “Quali sono i vostri nemici?”
Intanto scatta l’operazione “Puma”. Alle “I massoni, i comunisti, i giudei mondia-
sei del mattino i poliziotti di Milano armati listi, i cristiani progressisti”.
45
CONCLUSIONE
peso, che l’amore rende così greve. È questo la Verità (3). Non sei più il Maestro del quale
il momento centrale della Tua via dolorosa si rispetta l’autorità ( 4); rimani il Figlio
che così bene corrisponde al momento cen- dell’Uomo che sa ciò che vi è nell’uomo (5).
trale della mia vita; e attraverso la tentazione Orbene le lacrime sono, per se stesse, una
della mediocrità di questo momento della confessione, e Tu sai ciò che vi è nelle lacri-
mia vita, io comprendo, o Signore, la tua ca- me. Vi sono lacrime sincere che possono ot-
duta: Ti amo e Ti lodo in questo tuo stato. Tu tenere consolazione, ma questa non è l’ora
hai superato la cima, eccoTi ora completa- della consolazione perché non è l’ora della
mente sul versante del Padre, e non lasci alla Verità e non è l’ora di queste lacrime. È l’ora
Terra che il Tuo corpo; ecco che Tu guidi più delle lacrime turbate: non sedurrebbe forse
avanti verso il Padre tutti coloro che Ti se- la menzogna persino i Tuoi eletti ( 6) se Tu
guono, conservando nei loro cuori la realtà di non vegliassi su di loro?
questa seconda caduta come sorgente viva di Signore, Tu consoli, e io adoro il Tuo
ogni forza, di ogni dolcezza, di ogni luce. Amore; ma Tu consoli insegnando, e io ado-
ro la Tua Verità. Perché dunque, Signore,
Note non accogli per Te stesso queste lacrime?
1) Mt VII, 14. 5) Mt. VII, 20. Non hai Tu accolto e benedetto quelle di
2) Mt XIII 44-46. 6) II Cor. XII, 9. Maddalena? ( 7). Perché giustifichi le une,
3) Ebr. IV, 12. 7) Mt. X, 39.
4) Mt. XII, 20. 8) Lc. IX, 62. biasimi le altre? Maddalena piange le sue
colpe e giace ai Tuoi piedi umilmente come
il pubblicano; mentre le donne di Gerusa-
lemme si avvicinano a Te apparentemente
Ottava stazione dimentiche di se stesse, ma con una sicurez-
GESÙ CONSOLA LE DONNE DI GERU- za di sé che potrebbe ben essere frutto
SALEMME dell’orgoglio. Oh! È un orgoglio quasi inno-
cente tanto è inconscio; ma quanto umili bi-
Signore, Tu non sei venuto per i giusti ma sogna essere, o Signore, per essere accetti
per i peccatori (1). EccoTi per un’ultima volta quando ci si avvicina a Te che sei l’Umile (8)
in mezzo a questa folla che ami: essa viene a per eccellenza. Quanto più umili, poi, si deve
dirti ancora, pur senza esserne cosciente, che essere quando si pretende di consolarTi,
devi morire per lei. Per i soldati che Ti scor- quando si desidera offrirTi ciò che l’umana
tano, Tu non sei che il condannato; un con- tenerezza ha di più delicato e di più miste-
dannato è recluso, non deve parlare a nessu- rioso, ciò che può essere tanto puro e tanto
no. Ma i Tuoi amici e i Tuoi nemici mescolati, impuro come le lacrime.
si affollano attorno a Te; vorrebbero tutti av- Signore, si può piangere su di Te per amor
vicinarsi a Te per meglio consolarTi o per Tuo e queste lacrime sono pure. Esse sono
meglio deriderTi, o forse per soddisfare una preziose ai Tuoi occhi, quanto la morte dei
curiosità che i Tuoi miracoli mantenevano vi- Tuoi santi, ma esse sono Tue e soltanto Tue;
va. È difficile contenere la folla; essa riesce a sono per Te e per Te solo, esse non si spargo-
raggiungerTi, il buon senso la domina nono- no che nel segreto della Tua sola presenza; so-
stante gli artifici di Satana. Essa esprime sim- no le lacrime di Maria, Tua Madre, che conti-
patia per Te, simpatia più sensibile che effica- nua a seguirti nascosta fra la folla che Ti pre-
ce, più calda che profonda, simpatia che vor- me, sola tutta fedele, sola tutta presente, solo
rebbe essere generosa, ma che è paralizzata vergine persino nelle lacrime. Ma quelli che
dal timore che nasce da un segreto egoismo, non ricevono il dono di queste lacrime, conso-
simpatia pusillanime, in fondo; e tuttavia, lante per essi quanto per Te, rischiano di pian-
Signore, mi guardo bene dal disprezzarla, gere su se stessi per amore di te, a meno che
poiché io, è certo, non avrei agito meglio. non piangano su te per amore di se stessi.
Spero soltanto che, per effetto della Tua gra- Lacrime pure, lacrime impure; lacrime di
zia, sarei stato con coloro che hanno pianto e Maddalena, lacrime delle donne di Gerusa-
non con quelli che hanno maledetto. lemme. Ed ecco, o Signore, l’ultima conversio-
Signore, è per questa folla (2) che sei ve- ne che hai operato prima di quella del buon
nuto; va’ in mezzo ad essa un’ultima volta e ladrone: la sublime conversione delle lacrime.
ascolta, al di là dei suoi ondeggiamenti, le Prima di esser vergini, bisogna esser veri,
parole degli spiriti e dei cuori; compi fino al veri in tutto, anche nelle lacrime. prima di
termine la Tua missione di testimonianza al- spargere le lacrime della tenerezza vergina-
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le, bisogna spargere quelle della umiltà vera. avete continuato a lamentarvi di Me come se
Ed è il valore di queste prime lacrime che Ti Io vi abbandonassi. Convertitevi a Me ( 12),
sei degnato insegnarci: Non piangete sopra convertitevi fin nel profondo del cuore, cam-
di Me ( 9), perché, in verità, è sopra di voi biate l’oggetto delle vostre lacrime, piangete
che, senza saperlo, piangete, e, in verità, è sopra di voi per l’amore di Me e non sopra
proprio su voi che dovreste piangere, ma di- di Me per l’amore di voi stessi: solo così
versamente da come fate. Voi piangete la piangerete lacrime di salvezza.
morte di un uomo, vi lamentate per la perdi- Signore, io ricevo e adoro le Tue parole,
ta della mia presenza, ma solo perché io gua- poiché non valgo certo di più di queste don-
rivo i vostri malati e risuscitavo i vostri mor- ne alle quali hai dato i Tuoi insegnamenti. I
ti, non perché ricevevate la testimonianza Tuoi Apostoli, coscienti della loro incapa-
del Padre; piangete soltanto sulle cose terre- cità, Ti avevano chiesto di insegnare loro a
ne che passano, e queste lacrime non sono pregare ( 13); esse, inconsapevoli della loro
Mie, non sono degne di me, non sono degne impurità, Ti chiedono con le loro lacrime di
di essere versate sopra di me. insegnar loro a piangere. O Gesù che rendi
Abbiate almeno la sincerità di riconosce- puro ciò che è impuro, mutami, ispirami, fa
re che non sapete rattristarvi se vi rattristate sì che io non pianga che per Te e per l’amore
solo di voi stessi. Io convertirò le vostre la- di Te soltanto.
crime, vi mostrerò come dovete piangere su
voi stessi. In quanto a Me, venni dal Padre e Note
ritorno al Padre, ( 10) ho reso testimonianza
alla verità (11): in tutto ciò non vi è che gioia. 1) Mc. II, 17; Mt. IX, 13; Lc. V, 32.
Ma voi che non siete per nulla veri, avete 2) Mt. XV, 32.
ben ragione di essere tristi; voi nei quali ave- 3) Gv. XVIII, 37; VII, 38.
4) Mt. VII, 29.
vo posto l’amore per la Verità e che da esso 5) Gv. II, 25.
vi siete allontanati, avete ragione di piangere 6) Mt. XXIV, 24.
su voi stessi e su tutti coloro che per la vo- 7) Lc. VIII, 38.
stra colpa trascinate nella vostra menzogna. 8) Mt. XI, 29
Guai a voi, perché spesso ho tentato di 9) Lc. XXIII, 28.
10) Gv. XVI, 28.
riportarvi alla luce ma non m’avete seguito; 11) Gv. XVIII, 37.
ho voluto ricostruire in voi la fondamentale 12) Is. 45, 22; Joele II, 12, 13.
sincerità senza la quale non vi è salvezza e 13) Lc. XI, 1.
trimonio il 16 luglio, dopo aver assistito alla ché chiamato a svolgere il servizio militare in
S. Messa della Madonna del Carmelo cele- Francia, mentre l’altro, pur restando membro
brata a Crézan da don Ricossa. Tra le gior- del nostro Istituto, studia ora alla Sorbona, a
nate speciali, un pellegrinaggio a Paray-le- Parigi. A Dio piacendo il prossimo anno
Monial, ove apparve il Sacro Cuore a Santa avremo però una ordinazione sacerdotale.
Margherita Maria, ed una visita alle miniere I consueti esercizi per seminaristi e sacer-
di La Machine ove abbiamo visto quanto era doti saranno predicati a Verrua da Padre
dura la vita dei minatori, ma anche quanta Barbara a partire dal 19 ottobre, preceduti
fede vi era tra di essi (erano persino scrupo- da una riunione sacerdotale che dovrebbe
losamente rispettati i digiuni del venerdì riunire una dozzina di confratelli per i giorni
santo). Al termine della visita, siamo stati 18 e 19 di ottobre.
gentilmente ospitati dalla famiglia Aynaud. Si è recato nuovamente in Spagna don
Il teatro, in francese ed in italiano, i giochi, Nitoglia durante il mese di giugno.
la distribuzione dei premi, la cerimonia d’en- Don Ricossa ha invece visitato l’Argen-
trata nella crociata hanno felicemente con- tina dal 21 al 29 settembre. Ospite della cara
cluso (per quest’anno) il campo. Sempre a amica dell’Istituto, dott.ssa Virginia Bonelli,
Crézan, in Francia, don Murro ha dato la ha potuto conoscere da vicino i fedelissimi
prima comunione ai fratelli Jean-Pascal e cattolici di Cordoba, che formano storica-
Sabine Ugarte il 12 agosto ed il 15 a Michel mente uno dei primissimi gruppi “sedevacan-
Langlet. Don Murro ha amministrato il tisti”. A Cordoba svolge il suo ministero
Sacramento del Battesimo a Raveau al pic- Padre Julian Espina, che ha invitato don
colo Joseph-Marie Favret e, vicino Digione, Ricossa a celebrare la Messa e predicare ai
alle gemelline Claire e Alette Sinniger. fedeli il 26 settembre. Questi ultimi hanno an-
Come ogni estate, quattro turni di che organizzato una conferenza pubblica che
Esercizi Spirituali di Sant’Ignazio, annuncia- ha avuto luogo la sera del 28. La perfetta in-
ti anche dalla rivista L’Italia settimanale, tesa raggiunta con Padre Espina lascia spera-
hanno avuto luogo a Raveau, predicati in re in una futura e proficua collaborazione che
francese, ed a Verrua, in italiano, durante il fin da ora ha dato i suoi frutti. Attendiamo in-
mese di agosto. fatti per il mese di novembre 4 seminaristi su-
Il 15 settembre ha riaperto i battenti il se- damericani: uno inviato da padre Espina, uno
minario San Pietro Martire. Al rientro, tutta- da un sacerdote di Rosario (Argentina) e due
via, due seminaristi in meno, uno dei quali per- da Mons. Martinez (Messico). Se Dio vuole,
pertanto il seminario san Pietro
L'annuncio propagandistico di “Sodalitium” Martire non conterà, come abbia-
pubblicato su “L'Indipendente”
mo scritto sopra, due membri in
meno ma due in più.
Raccomandiamo alle vostre pre-
ghiere le anime del dott. Alfonso
Corradini e del pittore Guido
Periodico Bertello, che sono stati assistiti du-
rante l’ultima malattia da dei nostri
• Una voce della tradizione cattolica nell'Italia sacerdoti, mentre ringraziamo gli
scristianizzata… impiegati della ditta Cinzano di
• Pagine di teologia e spiritualità… Torino ed i condomini del dott.
• Vaticano II e Riforma Liturgica: continuità o Mamini, che hanno fatto una offerta
rottura? all’Istituto in suffragio dell’anima
• Chiesa e Israele: la questione ebraica… del compianto notaio.
• Massoneria e mondialismo… A tutti i nostri lettori, amici e be-
… e molte altre cose. nefattori vada la nostra benedizione:
Arriva in casa vostra quattro volte l'anno, con li- che la benedizione di Dio si spanda
bera offerta. sulle loro anime, le loro famiglie, le
Scrivere a: loro case, ad vitam aeternam.
“Sodalitium”
Loc. Carbignano 36
10020 Verrua Savoia TO
Tel.: 0161/83.93.35; Fax: 0161/83.93.34
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Preghiera di Sant'Alfonso
Per avere a noi dato il dono della santa fede e preghiera
per l’aumento di questa santa fede.
O Salvator del mondo, io vi ringrazio per me e per tutti i fedeli miei fra-
telli, di averci chiamati ed ammessi a vivere nella vera fede, che insegna la
santa Chiesa cattolica Romana: Buon Dio (vi dirò con S. Francesco di
Sales), molti e grandi sono i benefici, coi quali mi avete infinitamente ob-
bligato, e per i quali vi rendo cordialmente grazie; ma come potrò ringra-
ziarvi abbastanza per avermi illuminato voi con la santa fede? Tremo, o
Signore, nel mettere a confronto la mia ingratitudine con sì gran beneficio.
Vi ringrazio pertanto, Signor mio, quanto posso io miserabile, e vi prego a
far conoscere a tutti gli uomini la bellezza della vostra santa fede. Oh Dio,
esclamava lo stesso santo, la bellezza della vostra santa fede comparisce sì
bella ch’io ne muoio d’amore; e parmi che debbo chiudere il dono prezioso,
che Dio me ne ha fatto, dentro un cuore tutto profumato di divozione. Ma
ohimè, Gesù mio redentore, quanti pochi son quelli che vivono in questa ve-
ra fede! Oh Dio, la massima parte degli uomini giacciono sepolti nelle tene-
bre dell’infedeltà, o dell’eresia! Voi vi siete umiliato fino alla morte, e morte
di Croce, per la salute degli uomini; e quest’ingrati non Vi vogliono né pure
conoscere! Deh vi prego, o Dio onnipotente, o sommo ed infinito Bene, fate-
vi conoscere da tutti; e fatevi amare.
O gran Madre di Dio Maria, voi siete la protettrice universale di tutti;
mirate la strage d’anime che fa, e vie più va facendo l’inferno a’ tempi no-
stri, coll’andare spargendo molti errori contra la fede per mezzo di tanti li-
bri avvelenati, che girano per nostra disgrazia anche ne’ regni cattolici;
deh, per pietà, pregate il vostro Dio, che tanto v’ama, pregate e date riparo
a questa gran ruina: pregate, pregate; le vostre preghiere sono onnipotenti
appresso Gesù vostro figlio, che gode in esaudirvi in tutto ciò che gli do-
mandate.
SS. MESSE
Valmadrera (CO): Via Concordia, 21- Tel. (0341) 58.04.86. SS. Messe la lª e la
3ª domenica del mese alle ore 10, e confessioni dalle ore 9,30.
Maranello (MO): Villa Senni - Strada per Fogliano - Tel. (0536) 94.12.52.
S. Messa tutte le domeniche alle ore 11.
Roma: S. Messa il primo sabato del mese alle ore 17,30 e la domenica che
segue il primo sabato del mese, alle ore 11. Viale Sirtori 50,
presso fam. Pristerà, Tel (06) 55.280.224.
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