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RELATORE
Prof.ssa Giovanna COSTANZO
CANDIDATO
Martina FALBO
Liliana Segre
INTRODUZIONE
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I. Olocausto
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Z. Bauman, Modernità e olocausto Il Mulino, Bologna 1992, p.41
5
Filosofa e storica tedesca naturalizzata statunitense in seguito al ritiro della cittadinanza
tedesca
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H. Arendt La banalità del male: Eichmann a Gerusalemme, 1963,1964, Giancarlo
Feltrinelli, Editore Milano, Prima edizione digitale 2019 da trentesima edizione
nell’”Universale economica” - saggi settembre 2019, pp2-3
7
Otto Adolf Eichmann, militare, funzionario e criminale di guerra tedesco
5
II. La paura vista con gli occhi dei sopravvissuti
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Elie Wiesel, La notte, Giuntina Firenze 1980, pp.66-67
9
“Il concetto di Dio dopo Auschwitz. Una voce ebraica”, Melangolo, traduzione di C.
Angelino, M. Vento, p.22
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Aristotele- Metafisica
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stupore, ma in questo caso lo possiamo tradurre come paura,
sgomento.
Un’altra testimonianza dell’orrore subito è data da Liliana
Segre11. La Senatrice raccontò l’incubo vissuto da bambina.
Racconta12 di quando nel 1938 dopo aver frequentato i primi due anni
di scuola elementare pubbliche il padre le spiegò che non poteva
continuare in quanto ebrei. Ricorda anche le dita puntate da quelle
bambine che prima erano compagne di scuole, le quali divennero
subito delle sconosciute pur sentendosi sempre uguale alle altre. Ciò
che ammonisce la senatrice è il fatto che tutti sapevano, ma nessuno
fece niente. Anche nelle Università italiane molti professori dovettero
abbandonare la cattedra in quanto colpevoli di essere nati ebrei. La
cosa più grave fu appunto questo silenzio tombale. Nel 1947 ricorda
ancora dopo aver tentato la fuga per arrivare in Svizzera furono
rimandati indietro da un’ufficiale e dopo 5 giorni rinchiusa in una
cella a Como, tutti gli ebrei che tentarono la fuga furono rinchiusi per
40 giorni in un carcere a San Vittore a Milano. Un pomeriggio
vennero elencati 605 nomi ed è allora che iniziò la temuta e
inaspettata deportazione. Dalle celle lanciavano biscotti, guanti ecc. e
ricorda la Segre furono gli ultimi uomini dopo di che incontrarono
solo mostri. Furono caricati sui vagoni e come ricorda la senatrice
iniziarono 3 fasi: la fase del pianto, la fase del surreale e la fase del
silenzio.
Edith Bruck13 decise di mettere per iscritto la sua testimonianza.
Nel suo libro14 Signora Auschwitz. Il dono della parola parla del
compito che sente di avere, cioè quello di portare non solo la sua
testimonianza, ma anche quella di tutte le persone che persero la vita
in quel campo di concentramento. Compito arduo, ma necessario in
quanto anche le nuove generazioni hanno il diritto di sapere e il
compito di ribellarsi a queste atrocità. Tra tutte le domande che le
11
Senatrice a vita, superstite dell’olocausto e testimone attiva
12
DEP, testimonianza di Liliana Segre a cura di Silvia Romero
13
Nata in Ungheria, deportata bambina nei lager nazisti
14
E. Bruck, Signora Auschwitz: il dono della parola, Marsilio 2014, pp 4-6
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vennero spesso rivolte dai giovani era se credesse in Dio. A questa
domanda preferì non rispondere in quanto la maggior parte riteneva
che la sua sopravvivenza fosse dovuta proprio dall’esistenza di Dio.
Anche alla domanda riguardante il perdono decise di non rispondere
lasciando increduli e un po’ dispiaciuti quei giovani a volte distratti e
inconsapevoli del dolore che la scrittrice portava dentro di sé. Ma pur
avendo dentro di sé macerie impossibili da oltrepassare cercò di
rincuorare anche quei giovani affermando che anche nella disumanità
è possibile trovare umanità ed è proprio in questa umanità che si
manifesta Dio.
Noi utilizziamo in modo molto semplice e senza nemmeno
pensare la parola “credere”, ma non ci soffermiamo mai al suo vero
significato. Credere significa ricordare; significa guardare ciò che ci
succede in torno e vederli come una futura rinascita. Possiamo
reputarci liberi solo attraverso il ricordo.
Di questo Dio che tace, di questo silenzio assordante da parte di
Dio ne parlò anche André Neher. Dice Neher gli uomini tacciono per
non farsi riconoscere da Dio, mettono fine al dialogo con lui, mentre il
dialogo di Dio è più difficile da comprendere. Spesso la parola di Dio
può essere presa in considerazione dall’uomo il quale si impegna a
decifralo come accadde per Giobbe. Philippe Nemo15nel suo libro16
Giobbe e l’eccesso del male ritiene che il testo di Giobbe tratta della
sofferenza. Questa sofferenza è l’angoscia, basata tutta sul terrore.
Quindi Giobbe viene interpretato come un ribelle, quando lui tace
sopraffatto dal dolore, gli amici tentano di decifrare la sua sofferenza.
Il Dio che invoca Giobbe è il TU ed è solo così che Giobbe riconosce
Dio come superiore al male.
15
Filosofo francese, direttore del centro di ricerche in Filosofia economica presso l’ESCP
Europe
16
P. Nemo Giobbe e l’eccesso del male, Città Nuova 2009, p.27
8
III. Gli eroi del XX secolo
17
M. Gilbert I giusti. Gli eroi riconosciuti dell’Olocausto 2002, trad.Mauro Celenza, p.218
18
Giocò un importante ruolo per la salvezza degli ebrei trasportando con la sua bicicletta
falsi documenti
19
Nato a Como, commerciante italiano aiutò più di cinquemila ebrei ungheresi
9
generale spagnolo riuscì a salvare tantissime vite di ebrei ungheresi
evitando loro la deportazione nei lager.
In tutto ciò anche la Chiesa si pronunciò, i vescovi fecero
notare che gli ebrei furono privati di ogni bene, privati delle loro
proprietà e condannati come dei criminali ingiustamente, anzi con la
sola colpa di essere nati ebrei. La Chiesa non voleva che con il
silenzio fosse considerata complice di queste morti legalizzate. La
Chiesa in quanto portavoce di Dio non può accettare che i
comandamenti mandati da quest’ultimo vengano calpestati senza un
reale motivo20.
Anche Papa Giovanni Paolo II nel suo libro Memorie e
identità21, ripercorre gli anni del nazismo definendolo un vortice,
un’eruzione di male. Questo libro parla di un uomo che ha lottato è
sconfitto il male. Ma perché male? Il male non è un qualcosa che
l’uomo ha dentro di sé dalla nascita, il male non fa parte della natura
umana dell’uomo, ma viene acquisito in seguito, è una scelta libera.
Quindi il male non appartiene all’Essere, possiamo considerarlo come
il Non Essere. Il male dunque può essere pensato solo attraverso la
negazione, qualcosa che uccide, distrugge e dunque qualcosa che
andrebbe eliminata dall’Essere umano.
20
M.Gilbert I giusti. Gli eroi riconosciuti dell’Olocausto 2002, trad. Mauro Celenza, p. 249
21
Papa Giovanni Paolo II Memorie e identità, Libreria Editrice Vaticana 2005, Città del
Vaticano, p.1
10
BIBLIOGRAFIA
11
INDICE
INTRODUZIONE……………………………………………………I
I. Olocausto…………………………………………………1
II. La paura vista con gli occhi dei sopravvissuti…………3
III. Gli eroi del XX secolo……………………………………6
BIBLIOGRAFIA…………………………………………………….9
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