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L’olocausto

Il significato della parola olocausto letteralmente significa "holos=totale


kaustos=bruciato"; ma è "Shoah" il termine più corretto per indicare la "soluzione
finale": lo sterminio degli ebrei. La parola olocausto iniziò a essere usata dopo che
Hitler divenne cancelliere della Germania, intorno al 1933.
Questo nuovo periodo, comunque, non era rivolto solo allo sterminio degli ebrei, ma
anche agli oppositori politici, gli zingari, gli omosessuali, i monarchici, i comunisti e
tutti coloro che erano indegni di vivere una vita “normale”, come i ritardati mentali, i
quali venivano sterminati direttamente nei centri di cura.
Ma ci fu un accanimento soprattutto per gli ebrei, perché secondo la razza ariana,
potevano essere una minaccia al loro scopo, la conquista dell’Europa, poiché credevano
che fosse anche l’obbiettivo degli ebrei.
Così venivano considerati come una razza inferiore, e quindi da sterminare.
Sottrarsi alla pena di morte, era impossibile, secondo i Nazisti, tutti gli ebrei
dovevano essere uccisi, e così anche le loro famiglie. Ma se i detenuti non erano ebrei
o oppositori del Terzo Reich, le famiglie non venivano coinvolte, così, se una persona
veniva uccisa o mandata in un campo di concentramento, non tutti i membri della
famiglia dovevano avere la stessa fine.
Il simbolo dei nazisti diventò la Svastica collegandolo a una nozione di presunta
superiorità razziale.
Noi celebriamo il 27 gennaio, poiché lo stesso giorno del 1945 furono abbattuti i
cancelli di Auschwitz, e lo ricordiamo come il Giorno della Memoria, alla memoria delle
migliaia di ebrei e persone che furono sterminate nei campi di concentramento, alla
shoah.
Secondo Hitler comunque non bastava solo sterminare la razza, ma bisognava eliminare
tutto ciò che si poteva ricondurre a loro, come le loro città, la loro cultura ecc.

Nei campi non mancava la manodopera, le persone arrivavano in vagoni piombati, subito
dopo venivano selezionati.
Gli individui che erano forti venivano mandati a lavorare, ma chi era malato o non
abbastanza forte era destinato subito alla morte; questo succedeva agli anziani ai
malati e ai bambini.
Si poteva morire in vari modi: o nelle camere a gas, o per sperimentazione di nuovi
medicinali (blocco 10), o per fatica (di solito un individuo non superava i tre mesi di
permanenza), o per fame, o per iniezioni di Fenolo.
Nel blocco 10 regnava uno degli uomini più malvagi dell’intero campo, il Dott. Mengele.
Nel blocco 20 invece ai prigionieri veniva somministrato il fenolo, l’idea era che il
torace della vittima fosse inarcato in modo che l’area cardiaca fosse massimamente
accessibile per l’iniezione letale, e che egli od ella non potesse vedere ciò che stava
accadendo... L’ago penetrava sul torace, per penetrare direttamente il cuore, così
facendo bastavano pochi minuti, e la persona moriva.

Nelle camere a gas, inizialmente usati per lo sterminio dei mussulmani, molte persone
testimoniarono che il dott. Mengele attendeva i nuovi arrivi per selezionarli, e usava le
mani per indicare la sorte di essi, destra vita, sinistra morte.
Questo veniva deciso durante gli appelli, durante i quali i prigionieri dovevano stare in
piedi per ore e nudi prima di essere selezionate. I più deboli erano destinati alle
camere a gas.

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