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L’ILLUMINISMO

Sapere aude! Abbi il


coraggio di servirti della
tua propria intelligenza!

Immanuel Kant
Quando e dove nasce l’illuminismo?
L’Illuminismo si diffonde in Inghilterra a
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partire dalla fine del 1600. Che era il paese più
industrializzato d’Europa, ciononostante lì il
movimento non si sviluppò del tutto. Questo
perchè lo stato inglese era improntato sul
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liberalismo, infatti dopo la nascita della
monarchia costituzionale e parlamentare nel
1689 si dava piena fiducia al parlamento e si
ribadiva il diritto alle libere elezioni e alla
libertà di parola. Da quel momento in poi la
monarchia in Inghilterra non avrebbe mai più
potuto divenire assoluta.
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LIBERALISMO: COS’É ?
Il liberalismo è una corrente di potere
politico che si è sviluppato nel XVI
secolo, opponendosi all’assolutismo.
Le basi della concezione politica del
liberalismo sono:
il potere politico nasce dai diritti
naturali (la vita e la libertà) che
appartengono a ogni uomo è sono
inviolabili;
quando il potere viola questi
diritti naturali diventa illegittimo.
Diversa era invece la situazione in il re ha in mano i tre
poteri: quello legislativo,
Francia, dove la situazione politica
quello esecutivo e quello
era incentrata sull’assolutismo giudiziario
Per quanto riguarda la situazione
sociale, la società francese era
divisa in tre classi sociali:
aristocrazia;
clero;
terzo Stato, ovvero il popolo.

Mentre aristocrazia e clero detenevano


il potere, il popolo non godeva di alcun
diritto. Il Terzo Stato era molto ampio e
comprendeva sia il contadino che il
piccolo imprenditore. Poi si iniziò a
formare una quarta classe, formata dalla
borghesia, che iniziò ad acquisire potere
economico e a sentire l’esigenza di
partecipare alla vita politica dello stato.
Fu alla borghesia che gli illuministi si
rivolsero: per loro la povera gente era
troppo impegnata nel cercare di
sopravvivere per potersi interessare di
politica, mentre la borghesia, essendo
critica nei confronti della società
tradizionale fondata sui privilegi e non
sulla legge, avrebbe potuto essere un
efficace interlocutore.
1 Illuminismo: cos’era?
All’incirca tra i primi del 700 in Francia, al
potere assoluto della Chiesa, ai privilegi dei

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nobili, i favoritismi nella giustizia e la
mancanza di leggi uguali per tutti, si oppose
l’ILLUMINISMO. Questo movimento culturale
riformatorio prese effettivamente forma in

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Francia, per diffondersi in tutta Europa e
nell’America coloniale.
Si chiamava Illuminismo, ma è conosciuto
anche come “secolo dei lumi”. È durato meno

0 di cento anni e la sua fine si fa coincidere con


la Rivoluzione Francese (1789). Ma, nonostante
ciò, ha cambiato per sempre l’approccio delle
persone verso il mondo.

Nel corso dei secoli, gli uomini si sono spesso mossi guidati
dall’ignoranza, dalla suggestione e dalla paura, che è il
fondamento di ogni superstizione, senza basarsi su dati
razionali e scientifici o empirici (ossia derivati
dall’esperienza). Alcuni filosofi capirono che era il momento di
“illuminare” il cammino delle persone. Come? Attraverso l’uso
della ragione, dell’intelletto, della scienza.
L’ENCICLOPEDIA
CURIOSITA’
L'Enciclopedia o Dizionario
ragionato delle scienze, delle arti
e dei mestieri fu pubblicata in
Francia tra il 1751 e il 1772. Fu il
simbolo degli illuministi, poiché
ne riassume al meglio gli scopi e
gli ideali.

Nata dall'intento di divulgare il sapere, con i suoi 17 volumi,


fu un'impresa che marcò una netta rottura con il passato:
copriva tutte le discipline, per raggiungere il più vasto
pubblico di lettori possibile;
Dava ampio spazio alle tecniche, alle arti, ai mestieri,
considerati indispensabili supporti alla scienza, illustrati con
numerose tavole di grande bellezza, realizzate su precise
indicazioni dei migliori artigiani del tempo.
Al progetto, inizialmente coordinato
da Denis Diderot (1713-1784) e Jean-
Baptiste d'Alembert (1717-1783),
parteciparono almeno 150
collaboratori, scelti tra i maggiori
esponenti della filosofia,
dell'economia e della scienza del
tempo (tra i tanti, Voltaire, Rousseau,
Montesquieu, Condillac, d'Holbach,
Quesnay, Turgot). Dopo l'abbandono
di d'Alembert nel 1758, intimorito dalla
Frontespizio dell’enciclopedia,
censura, fu il solo Diderot a portare incisione de Benoît Louis 1804
avanti l'impresa.
All’inizio del ‘700 in Francia, grazie a
pensatori quali Montesquieu, Voltaire,
Rousseau, Diderot e altri, si diffuse
l’Illuminismo. Alla base c’era il
pensiero dei filosofi inglesi Locke
(soprattutto) e Hume, i quali
affermavano che l’uomo doveva
muoversi guidato dal libero pensiero,
dalla ragione empirica e dalla
conoscenza scientifica, un approccio
che avrebbe aperto le porte ad ogni
sorta di sapere. Una rottura netta col
passato, quindi, che aveva lo scopo di
creare una cultura aperta a tutti e
l’uguaglianza sociale.

Ragione empirica: cos’è ?


L'empirismo è un indirizzo
filosofico nato nella seconda metà
John Locke del Seicento in Inghilterra,
(1632-1704) secondo cui la conoscenza umana
deriva esclusivamente dai sensi o
dall'esperienza. Un approccio
pratico e sperimentale alla
conoscenza, basato sulla ricerca,
preferiti alla pura logica
deduttiva, alla fede e all’intuito
John Locke
Ho citato i filosofi inglesi come base e spunto per gli
illuministi francesi. Tra essi, uno va considerato di
diritto il vero fondatore dell’Illuminismo. Si tratta di
John Locke (1632-1704) che creò l’empirismo. Egli
sosteneva infatti che quando si deve conoscere
qualcosa è meglio partire dalla pratica,
dall’esperienza, attraverso la quale si può
comprendere la realtà.
Nel suo libro dal titolo Saggio sull’intelletto umano,
del 1690, Locke scrisse: “Da dove l’intelletto ha tratto
tutti questi materiali della ragione e della conoscenza?
Rispondo con una sola parola: dall’esperienza. È
questo il fondamento di tutte le nostre conoscenze, da
qui esse traggono la loro prima origine”.
È da questo testo e da
queste parole che trassero
ispirazione i filosofi
francesi per dar vita
all’Illuminismo.
Montesquieu. Nato a La Brède,
presso Bordeaux, nel 1689, morì a
Montesquieu
Parigi nel 1755. Compì studi di
diritto a Bordeaux, dove poi
intraprese una brillante carriera
di magistrato. Dopo lunghi viaggi
in Europa si stabilì a Parigi,
dedicandosi agli studi e
partecipando al movimento dei
philosophes, come testimonia la
sua collaborazione
all’Enciclopedia.
Nel 1721, mentre si trovava ancora a Bordeaux, pubblicò
anonime le Lettere persiane, opera in cui mette in luce il
carattere irrazionale delle istituzioni politiche europee e
francesi.
Montesquieu voleva la tripartizione dei poteri: legislativo,
esecutivo, giudiziario. Questi poteri devono essere
rappresentati da organismi distinti, ciascuno dotato di
piena autonomia e capace di esercitare un controllo sugli
altri due, allo scopo di evitare la concentrazione dei poteri.

“Non vi è libertà se il potere


giudiziario non è separato dal
potere legislativo e da quello
esecutivo”
Voltaire
Voltaire, era uno scrittore ma
anche consigliere di principi e
sovrani (di quelli che
manifestavano interesse per le
riforme). Le sue idee ebbero
successo presso alcuni sovrani
europei (Caterina II di Russia,
Federico II di Prussia, Maria
Teresa e Giuseppe II d’Austria),
che si fecero promotori di una
politica caratterizzata da
un’azione accentratrice e
riformatrice, finalizzata al
miglioramento delle condizioni di
vita dei sudditi e della
funzionalità dello Stato. Voltaire
combatté ogni forma di
superstizione, di fanatismo
religioso contro i privilegi politici
e a favore di una maggiore
tolleranza e giustizia.

“Io combatto la tua idea, che è


diversa dalla mia, ma sono
pronto a battermi fino al
prezzo della mia vita perchè tu
possa esprimerla liberamente ”
Cesare Beccaria nacque a Milano il 15
marzo del 1738; fu giurista, CESARE
economista, filosofo, letterato e il
fondatore della scena criminale.
BECCARIA
Raggiunse la fama mondiale nel 1764
con la pubblicazione del libro “Dei
delitti e delle pene”, in cui criticò il
sistema giudiziario.
Cesare Beccaria sosteneva che vi fosse
un rapporto tra la qualità della vita, la
giustizia sociale e i delitti; questa tesi
era evidente attraverso il pensiero
ipotetico del ladro: questi è spinto a
rubare e a compiere reati a causa della
necessità e della sopravvivenza.
Quindi se uno Stato avesse adeguate
leggi in tutela della povertà, il numero
dei crimini diminuirebbe. Se lo scopo
di ogni pena era far diminuire i reati,
queste non producevano risultati: gli
uomini nonostante tutto continuavano
a commetterli.

“Se dimostrerò essere la pena di


morte né utile, né necessaria,
avrò vinto la causa
dell'umanità.”
Le idee illuministe

Critica allo Stato assoluto e la ricerca di


una forma di governo che desse maggiori
libertà e più parola al popolo.
Critica alla religione e alla Chiesa, al suo
strapotere che influenzava le persone.
Infatti l’illuministi credevano nella
religione come esperienza interiore e
personale del singolo, e alla possibilità di
scegliere la propria religione.
Lottavano contro l’analfabetismo e
l’ignoranza, favorendo l’apertura delle
scuole a più persone possibili.
Criticavano la giustizia del tempo, ovvero i
metodi non consoni usati nei processi
come le torture e chiedevano l’abolizione
della pena di morte e una giustizia uguale
per tutti.
Nessuno doveva imporre con la violenza o
altri metodi le proprie i idee e valori agli
altri, poichè si sarebbero violati i principi
di libertà di ognuno.
CURIOSITA’

Le donne e l’illuminismo
Per la prima volta nella Storia, le donne – da sempre
costrette dagli uomini al silenzio – durante l’Illuminismo
poterono avere un ruolo intellettuale importante,
ponendo all’attenzione di tutti la propria condizione e
facendone scaturire una discussione - che rappresenta il
primo passo nel cammino verso l’emancipazione e la
libertà – in cui si criticarono le disuguaglianze tra i sessi e
l’immagine della donna come “essere inferiore”.
Ad affermare l’uguaglianza intellettuale delle donne
rispetto agli uomini furono soprattutto Voltaire e
Diderot, oltre alla scrittrice e filosofa Mary
Wollstonecraft e alla drammaturga Olympe de Gouges,
che scrisse “La dichiarazione dei diritti della donna e
della cittadina”. Purtroppo, però, la donna in Francia in
quegli anni non era considerata una “cittadina”, e la de
Gouges fu ghigliottinata.
Ma il cammino di emancipazione delle donne era ormai
iniziato.
mo
inis
llum
ne e l’i
don
Le
Maria Teresa d'Austria
la sovrana illuminata
Maria Teresa d'Austria è stata la prima donna della casata
degli Asburgo a salire sul trono come Imperatrice,
quando il padre Carlo VI muore e in funziona della
Prammatica Sanzione del 1713 Maria Teresa eredita il
trono. Una donna a capo di un impero mette l'Europa è in
subbuglio; alcuni stati non ne riconoscono l’autorità in
quato donna, il che scatenerà una guerra di successione
1740. Questa terminerà 8 anni dopo con la pace di
Aquisgrana, tutti gli Stati che avevano firmato
riconobbero la prammatica sanzione.
Maria Teresa d'Austria porterà avanti importanti
riforme:
introduce l'istruzione obbligatoria e gratuita per i
bambini tra i 6 e i 12 anni sottraendola al controllo
ecclesiastico;
introduce la tassazione per tutti, anche per i nobili;
sostituì la censura ecclesiastica con la censura di
Stato.
Rousseau
L
i
b
e
r
t “L’uomo è nato libero e
dappertutto è in catene”
à
Vita
Jean-Jacques Rousseau nasce a
Ginevra nel 1712 e, in seguito alla
morte della madre, sopraggiunta
subito dopo il parto, e di quella del
padre, dall’età di 10 anni viene
affidato alle cure di un pastore.
Anche se si appassiona subito allo
studio e alla lettura è costretto a
lavorare come apprendista
incisore. Poco più che adolescente
decide, così, di abbandonare
Ginevra
Dapprima è a Parigi, dove entra in
contatto con gli ambienti culturali del
tempo e con i pensatori più illustri
della capitale. Dove conosce una
giovane ricamatrice, Therese
Levasseur, con cui intraprende una
relazione e da cui ha dei figli.
In questo periodo Rousseau
acquisisce fama e notorietà,
partecipando a un concorso bandito
dall’Accademia di Digione, che vince.
Il tema era “se il progresso delle
scienze e delle arti abbia
contributo a purificare i costumi”.
Nasce così, nel 1750, il suo
Discorso sulle scienze e sulle arti. 1° pubblicazione
Rousseau nell’opera afferma che lo sviluppo culturale ha
generato una corruzione dei costumi. La critica di
Rousseau è un’esplicita critica alla società del suo
tempo; in cui l’uso della ragione era diventato abuso, e
l’uomo diventa individualista e egoista, c’è quindi
possibilità di anarchia.

L'opera diede a Rousseau una


fama immediata, ma provocò
un distaccamento nei suoi
rapporti con il gruppo dei
philosophes raccolti intorno al
progetto editoriale
dell'Encyclopédie, che sul tema
del progresso condividevano
un orientamento molto
diverso.
Lascia così Parigi e si rifugia, da
amici, vicino alla capitale. È il
periodo dove scrive i sui più grandi
capolavori: il Contratto sociale
(1762) e l’Emilio (1762). Ma la
notorietà è accompagnata da grandi
reazioni critiche nei suoi confronti
sia da parte dell’ambiente
illuminista sia da quello religioso. I
suoi scritti vengono bruciati e
censurati. Ricomincia a viaggiare,
intanto però, la salute psichica e
fisica peggiora. Alla fine si
ristabilisce a Parigi dove sposa,
Therese e vive in povertà in uno
appartamento. Qui scrive le
Confessioni, la sua opera,
un’autobiografia. Poco tempo dopo
muore di emorragia.
Per la critica della società del tempo e per le sue
proposte di rinnovamento Rousseau fu vicino ai
philosophes francesi (fu amico di Diderot e collaborò
all’Enciclopedia), ma in seguito se ne staccò e, per le sue
posizioni radicali, fu preso di mira non solo dalla censura
ecclesiastica e dall’autorità politica, ma anche da
Voltaire e dai vecchi amici.

Il filosofo aveva posto ai suoi


contemporanei un difficile
interrogativo: come si
conciliava il mito
illuministico della ragione e
del progresso con la tragica
realtà di miseria e di
sfruttamento e di
sottosviluppo culturale che
la rivoluzione industriale
stava producendo? A suo
avviso, in origine gli uomini
vivevano liberi ed eguali,
sostanzialmente felici.
Il «progresso» aveva generato E I
egoismo, avidità, individualismo,
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sopraffazione, corrompendo N
l’originaria naturale bontà O
dell’uomo. Su questa idea D
centrale Rousseau impostò la sua I
riflessione (che riguarda I
l’educazione, la convivenza S
familiare e quella sociale e
M V
politica) e avanzò una serie di
proposte per rinnovare e
O I
migliorare la società,
recuperando i valori autentici
- D
dello stato di natura.
Se infatti l’ideale illuminista A U
identifica la natura umana con la
ragione, l’opera di Rousseau si V A
sviluppa intorno al contrasto tra
uomo naturale e uomo artificiale: I L
il concetto di “stato di natura” -
pur nella consapevolezza della D I
radicale separazione tra questo e
l’uomo contemporaneo - diventa
I S
in lui lo strumento per mettere in T M
luce le ipocrisie della società
contemporanea. A O
I due discorsi
I due Discorsi del 1749 e del 1754 sostengono la tesi per
cui i beni materiali e il progresso socio-culturale non
abbiano prodotto un miglioramento della virtù umana,
ma abbiamo piuttosto generato un mondo ingiusto. Tale
squilibrio è opera del cambiamento dello stato di natura
originario dell’uomo a seguito del progresso tecnico-
scientifico e della civilizzazione storica delle società.
Questi fenomeni, che
hanno sia conseguenze
positive sia negative,
hanno dato vita all’uomo
“artificiale”.
Le società umane sono
quindi da correggere
dall’interno,
riorganizzando i rapporti
e le relazioni tra il
cittadino, il potere
politico e il governo: ad
acquistare rilevanza sono
così i concetti di “volontà
generale” e “sovranità
popolare”.
L’Emilio

Emilio o Dell’educazione è
un romanzo Rousseau.
Pubblicato nel 1762, che si
compone di cinque libri.

L’autore segue l’educazione di Emilio, un bimbo orfano,


ricco, nobile e di sana costituzione, dalla nascita fino al
matrimonio.
Emilio è messo in guardia contro le inutili paure e un
apprendimento troppo rapido del linguaggio,
considerato una forzatura del processo naturale.
Man mano che cresce, il precettore (maestro) segue le
reazioni che la natura provoca nell’allievo e lo sbocciare
del suo corpo e del suo carattere. Nessuna imposizione.
Secondo Rousseau, il bambino non deve essere
indottrinato, ma aiutato ad apprendere attraverso
l’esperienza, in modo che possa far emergere le sue
potenzialità e le sue qualità migliori.
Nell’Emilio Rousseau illustra e
difende il progetto
dell’educazione negativa. Si
tratta di un progetto educativo
fondato sulla conservazione
della natura originaria
dell’uomo, che mira a far
sviluppare le caratteristiche
fisiche e spirituali del bambino
in modo spontaneo, nulla perciò
deve essere imposto
dall’esterno, ma tutto deve
nascere dall’interno, cioè dal
sentimento e dall’istinto del
bambino.
L’opera fu apprezzata dai
contemporanei disposti a
seguire le nuove regole
dell’educazione moderna.
Tuttavia, fu anche disapprovata
dagli illuministi e giudicata
pericolosa dalle istituzioni
pubbliche e dalla Chiesa, al
punto che l’opera fu condannata
al rogo e l’autore, raggiunto dal
mandato d’arresto, dovette
fuggire

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