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Modello di Simon: si basa su Gibrat e dice che entranti e incumbent hanno stesse probabilità di cogliere
singole opportunità di sviluppo.
Approccio “profit-driven”
Dunne: afferma che le entrante greenfield falliscono molto più di quelle per diversificazione.
Gort e Keppler: i tassi di entrata variano nei settori e sono più alti alla nascita dei settori.
Jovanovic e Biggadike: i costi di aggiustamento all’ingresso in un nuovo settore penalizzano di più le grandi
imprese.
Anderson e Tushman: analizzano i casi di varie industrie (cemento, linee aeree, vetro e industrie del
computer) in cui una discontinuità tecnologica competence-destroying è accompagnata da nuove imprese,
mentre un cambiamento tecnologico competence-enhancing non è associato a un flusso di nuovi entranti.
Arthur: modello di competizione tra tecnologie concorrenti soggette a rendimenti crescenti da adozione
(competizione tra due tecnologie).
Katz e Shapiro: contrarietà all’adozione di interventi pubblici contro l’affermarsi di standard meno efficienti.
LA TASSONOMIA DI PAVITT: Si tratta di una tassonomia (classificazione) delle industrie sulla base dei
“modelli” di cambiamento tecnologico.
Modello di Audretsch: modello su entrata e uscita basato sull’innovazione (foresta e porta girevole) (agente).
Schumpeter Mark I: modello di innovazione “widening”.
Teorie sull’imprenditorialità:
Ardagna e Lusardi: tramite i dati dell’indagine del GEM indagano le determinanti dell’imprenditorialità in 37
paesi in via di sviluppo.
Audretsch e Fritsch: l’imprenditorialità non crea per forza occupazione, ma upskilling, miglioramento delle
abilità degli individui di una regione.