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MACHIAVELLI

IL METODO DELLA SCIENZA MODERNA

Machiavelli inaugura il metodo della scienza moderna, che consiste nel


basarsi sull'osservazione diretta della realtà e sui dati offerti
dall'esperienza.

L'AUTONOMIA DEL GIUDIZIO POLITICO

Nonostante di Machiavelli si sia tramandata l'immagine negativa del


consigliere di atti subdoli, l'autore mantiene ben ferma la morale
tradizionale ma constata che il politico, se vuole raggiungere i suoi fini,
deve all'occorrenza saper essere “non buono”. Non vuole pertanto
giustificare tali comportamenti, ma osserva che il giudizio politico sugli
atti di uno statista è autonomo da quello morale.

LO STATO E IL CITTADINO

Dalle teorie machiavelliane scaturisce un messaggio di rifiuto del


fatalismo, di incitamento all'energia attiva e di esaltazione della capacità
umana di lottare contro le avversità e superarle.

LO STILE

Lo stile di Machiavelli è lontano dalla prosa classicheggiante del


Rinascimento. È piuttosto uno stile lucido, vigoroso e carico di passione.

LA VITA

Niccolò Machiavelli nacque a Firenze nel 1496 da una famiglia borghese.


Ebbe un'educazione umanistica, basata sui classici latini, ma non apprese il
greco. Oppositore di Savonarola, concorse alla segreteria della seconda
cancelleria del Comune, ma fu superato dal candidato del partito
savonaroliano. Dopo la caduta di Savonarola, ottenne la carica di
segretario della magistratura I Dieci di libertà e pace, posizione che
implicava incarichi diplomatici. Si recò in Francia presso Luigi XII, dove
iniziò a conoscere la forte monarchia francese. Compì una missione presso
Cesare Borgia, che si era impadronito con l'appoggio del papato del
Ducato di Urbino, rimanendo molto colpito dal politico spregiudicato che
aspirava a costruirsi un vasto Stato nell'Italia centrale. Di Cesare Borgia
seguì anche l'abile politica con cui il duca riportò l'ordine in Romagna e
attirò con un agguato i partecipanti a una congiura ordita contro di lui in
Senigallia, facendoli poi sterminare. Machiavelli si recò poi a Roma per
seguire il conclave e vide, con l'elezione del papa Giulio II, rovinare la
costruzione politica di Cesare Borgia.
Sul fronte dell'attività letteraria scrisse una cronaca delle vicende italiane,
il Decennale Primo. Durante la sua stesura si avvalorarono in Machiavelli
due teorie che poi sostenne nel Principe e nell'Arte della Guerra sulla
necessità di evitare le milizie mercenarie e di preferire invece un esercito
permanente al servizio dello Stato composto di cittadini in armi.
Machiavelli si preoccupò in persona di creare questa milizia arruolando
soldati nelle campagne. Divenne poi segretario della magistratura dei
Nove, preposta a dirigerla, e compì una missione in Tirolo. Recatosi
un'altra volta in Francia come mediatore, scrisse il Ritratto delle cose di
Francia. Quando la Francia, di cui la Firenze repubblicana era alleata, uscì
sconfitta dalla guerra contro gli Svizzeri, la Repubblica cadde, i Medici
tornarono a Firenze e Machiavelli perse tutti i suoi incarichi.
Con l'intento di riavvicinarsi alla vita politica, dedicò il Principe a Lorenzo
de' Medici, ma le sue speranze andarono deluse. Il figlio Giulio de' Medici,
però, gli procurò l'incarico di scrivere una storia di Firenze. A lui
Machiavelli dedicò sia l'Arte della Guerra, sia le Istorie Fiorentine.
Quando nel 1527 i Medici caddero nuovamente e si restaurò la
Repubblica, Machiavelli fu allontanato a causa del suo riavvicinamento
alla signoria medicea. Ammalatosi poco dopo, morì nello stesso anno.

L'EPISTOLARIO

Le lettere “familiari”, scritte da Machiavelli ad amici e conoscenti, non


furono composte in vista della pubblicazione. Stese con immediatezza,
intessono un colloquio autentico con i destinatari. In esse si ritrovano
riflessioni di teoria politica ed analisi dei problemi contemporanei, ma
anche scherzi, sfoghi d'umore, descrizioni di figure e spunti di novelle, un
materiale dal tono beffardo e a volte osceno.
Tra tutte queste lettere spicca il blocco scritto a Francesco Vettori dopo la
perdita degli incarichi politici tra il 1513 e il 1515. In quella del 10
dicembre 1513, la più famosa, il poeta descrive l'esilio dell'Albergaccio, in
cui si contrappongono le futili occupazioni del mattino e gli studi classici
della sera. La lettera fornisce anche indicazioni dell'avvenuta
composizione del Principe.
Importanti tra le lettere anche i Ghiribizzi al Soderini, un abbozzo di
espistola dedicata a Giovan Battista Soderini che contiene alcuni dei punti
fondamentali del pensiero di Machiavelli, come la necessità di adattare il
proprio modo di procedere con i tempi, assecondando la variabilità della
Fortuna; l'affermare che la conoscenza può avvenire sia per via diretta
dall'esperienza sia dallo studio e l'idea che nelle cose bisogna vedere il fine
e non il mezzo.

LE LEGAZIONI E COMMISSARIE

Tra gli scritti politici del periodo della segreteria le Legazioni e


commissarie furono quelli ufficiali connessi con la carica di segretario
della seconda cancelleria. Erano le relazioni inviate al governo fiorentino
durante le varie missioni diplomatiche o gli incarichi interni. In esse si può
cogliere l'affermazione del principio di esperienza come forma di
conoscenza, il suo modo di analizzare le situazioni storiche, il riferimento
agli esempi dei Romani e, dal punto di vista stilistico, l'enunciazione di
massime generali da cui si ricavano i casi particolari.

SCRITTI SULLA POLITICA ITALIANA

Scritti politici dal carattere meno ufficiale sono, per esempio, il Discorso
sopra le cose di Pisa, dove si sostiene la necessità della forza per
sottomettere la città che si era ribellata al motivo fiorentino; Del modo di
trattare i popoli della Valdichiana ribellati in cui Machiavelli consiglia di
prendere decisioni immediate sull'esempio dei Romani, senza cercare una
“via di mezzo”; le Parole da dire sopra la provvisione del danaio, in cui
afferma che alla base dello Stato vi sono le armi e l'accortezza; e Del modo
tenuto da Valentino per ammazzar Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo,
il signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini in Senigaglia, in cui descrive
il ritratto di Cesare Borgia e racconta la strage di Senigallia in cui il duca
fece uccidere i partecipanti a una congiura ordita contro di lui.

IL RITRATTO DELLE COSE DELLA MAGNA E IL RITRATTO


DELLE COSE DI FRANCIA

Ne Il ritratto delle cose della Magna e Il ritratto delle cose della Francia,
Machiavelli raccoglie le riflessioni suscitate dalle sue missioni in
Germania e in Francia. La Francia è per Machiavelli il modello di uno
Stato moderno e unito, che si basa sulla forza del suo esercito. L'impero
germanico, invece, frazionato in feudi, appare all'autore debole.

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