Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Sciascia fu un maestro elementare che proveniva da un paese della Sicilia, Racalmuto (provincia di
Agrigento). Muore nel 1989 a Palermo. Sciascia è già un intellettuale nuovo: a differenza degli
intellettuali del dopoguerra, tende a non avere rapporti organici con i partiti. La forza della sua
attualità sta nella lucidità del suo pessimismo, nella denuncia della corruzione e dei complotti
del potere.
Opere
Sciascia scrisse molte opere. La sua prima opera, Le parrocchie di Regalpetra, è fatta di storie, spesso
raccontate da un maestro ambientati in questo paesino (Regalpetra), che richiama in qualche modo
dal nome stesso il suo paese natale. Il filo rosso che unisce questa raccolta con un’altra opera Gli zii
di Sicilia è un filo politico. Quest’opera è una raccolta di racconti; tra più importanti ricordiamo: La
morte di Stalin e L’antimonio, nome che deriva da una sostanza esplosiva → la storia è quella di
un minatore che lavora in una zolfara che per povertà decide di arruolarsi nella guerra spagnola e di
partire combattendo con i fascisti, convinto che il fascismo aiutasse i poveri e che si schierasse a
fianco delle masse. Quando il protagonista arriva in Spagna si rende conto che è totalmente diverso di
come gli avevano raccontato: che i fascisti aiutavano i ricchi e, si accorge anche che la guerra è
terribile. Quando torna vorrebbe comunicare agli altri quello che ha scoperto, che non era vero che il
fascismo era dalla parte delle masse popolari come si sosteneva, però in realtà nessuno è disposto
realmente ad ascoltarlo. Si sente un richiamo a Levi, per cui tutte le tragedie non possono essere
dimenticate ma si imprimono nella coscienza.