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2Cicerone è stato notoriamente il nemico giurato di Lucio Catilina. Durante il suo consolato, il
celebre retore aveva stroncato il tentativo di congiura di Catilina, componendo le celebri orazioni
Catilinarie (63 a.C).
3 Il fine di Cicerone all'interno della Pro Caelio è quello di creare un ritratto positivo del suo
protetto, al fine di screditare per contrasto Clodia, la donna che ha orchestrato l'accusa. Il
problema è che Celio ha avuto un passato piuttosto turbolento, caratterizzato anche dalla vicinanza
politica a Catilina. Per questo motivo, Cicerone deve fare un ritratto di Catilina che contenga, al
fianco degli elementi negativi che lo hanno da sempre caratterizzato, anche delle qualità positive,
tali da spiegare la vicinanza del buon Clodio al suo vecchio nemico.
4 nobili genere natus: Catilina apparteneva ad una delle più antiche famiglie di Roma, la gens
Sergia, ma pare che il patrimonio familiare, al tempo di Catilina, fosse ormai disperso; da qui
l’avidità di denaro del cospiratore.
5ingenio: ingenium è parola latina composta da in- e la radice *gen-, comune a parole come geno,
“generare”, genitor, “genitore”, genus, “stirpe”. Indica dunque il patrimonio ereditario e
caratteriale di una persona, ovvero l'identità insieme individuale e familiare di ogni uomo.
Usando questo termine, il “borghese” Sallustio sembra implicitamente criticare la nobiltà, dal
momento che Catilina apparteneva a una delle famiglie più antiche di Roma, che non aveva passato
al suo ultimo rampollo la propria virtù ma solo un carattere avido e perverso.
6Magna vi... ingenio malo pravoque: Si tratta di due ablativi di qualità. “Malo pravoque”
costituiscono di fatto una dittologia sinonimica, in cui i due termini vogliono sottolineare la natura
malvagia di Catilina.
7adulescentia: ricordiamo che l'adulescentia per i romani durava fino ai 30 anni, quindi non si può
identificare con il nostro concetto del termine.
8bella intestina caedes rapinae discordia civilis: questo elenco dei crimini di Catilina è sviluppato
dalle figure retoriche dell’asindeto e del climax discendente.
11iuventutem suam exercuit: da giovane, poco dopo i trent’anni, Catilina era stato tra i seguaci di
Silla durante la guerra civile. In questa occasione, sembra che Catilina fosse messo in mostra per
la sua spietatezza: avrebbe infatti ucciso e fatto a pezzi il cognato Marco Mario Gratidano,
consegnando poi a Silla la testa mozzata del parente.
12In questa frase è presente un est sottinteso. “Inediae algoris vigiliae” è sequenza asindetica di
genitivi retta da patiens. Anche Cicerone nella prima Catilinaria riconosce la forza e il vigore
fisico dell’avversario.
audax subdolus varius: un’altra costruzione per asindeto, che dà incisività e rapidità alla
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descrizione del ribelle Catilina. In particolare, “varius” coglie il carattere della mutevolezza e
della capacità di fingere e di dissimulare di Catilina.
15 cuius rei lubet: è tmesi per cuiuslibet rei, genitivo del pronome indefinito quilibet.
17satis eloquentiae, sapientiae parum: eloquentiae e sapientiae sono due genitivi partitivi, retto il
primo da satis, il secondo da parum. Da notare la costruzione a chiasmo della frase, alla quale è
sottinteso un habebat.
19post dominationem L. Sullae: Silla assunse la dittatura tra l'82 e il 79 a.C, dopo aver sconfitto i
mariani guidati da Cinna nella battaglia di Porta Collina. Silla seguì una politica di natura
conservatrice, tendente ad aumentare i poteri del senato contro quelli dei tribuni della plebe. Al suo
movimento avevano fatto parte anche altri importanti uomini politici del tempo, come Pompeo e
Crasso, esponenti insieme a Cesare del Terzo Triumvirato.
21rei publicae: composto dal sostantivo res (cosa) e l'aggettivo publica (pubblica), indica
per contrapposizione con il privato lo stato.
22rei publicae capiundae: capiundae è gerundivo del verbo capio (căpĭo, căpis, cepi, captum,
căpĕre) concordato con rei publicae, genitivo singolare femminile riferito a lubido maxuma.
24quibus modis adsequeretur: interrogativa indiretta retta dall'aggettivo interrogativo quibus (qui,
quae, quod) e dipendente dalla principale “quicquam pensi habebat”.
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dum: sta per dummodo e ha valore concessivo: “purché”.
26 quicquam pensi: quicquam è accusativo neutro singolare del pronome indefinito quisquam e regge
il genitivo partitivo pensi.
28luxuria atque avaritia: sono termini esplicativi che servono a spiegar meglio quali siano
i mala che hanno corrotto, secondo Sallustio, la cittadinanza romana.
29 A questo punto della narrazione Sallustio inserisce una citazione (l’orazione si trova nell’Ab urbe
condita di Livio, XXXIV, 4, 1) tratta da un discorso che Catone il Censore (234 - 149 a.C.) aveva
tenuto a difesa dellaLex Oppia, che era stata promulgata nel corso della seconda guerra
punica per impedire alle donne di possedere ornamenti troppo preziosi. “Saepe me querentem
[…] audistis diversis duobus vitiis, avaritia atque luxuria, civitatem laborare, quae pestes omnia
magna imperia everterunt” (“spesso mi avete sentito lamentarmi che la città è in difficoltà a causa di
due vizi diversi, l'avidità e l'amore per il lusso, i quali flagelli stravolsero tutti i grandi imperi”). Con
questa citazione si chiude di fatto la prima descrizione di Catilina. La fine del capitolo consiste
in un'introduzione alla sezione archeologica che si apre a partire dal capitolo successivo e
prosegue sino al capitolo 13.
30domi militiaeque: Sono due casi locativi, da tradurre con uno stato in luogo. La traduzione
letterale sarebbe “In casa e nel servizio militare”, ma la frase, di natura formulare, viene di norma
usata per indicare lo stato di pace e quello di guerra. Mentre domi si può trovare come locativo
anche isolatamente, militiae è usato così solo in questa formula. La distinzione tra la narrazione
storica di vicende interne (quali la congiura catiliana) e il racconto di fatti esterni si trova già nello
storico greco Tucidide
32quo modo rem publicam habuerint quantamque reliquerit, ut […] facta sit: Sono due
subordinate interrogative indirette dipendenti dall'infinito disserere. Facta sit è congiuntivo
perfetto del verbo irregolare fio (fio, fis, factus sum, fieri) col significato di “essere fatto”,
“diventare”.