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Estratto da Archeologia Viva nn. 141, 142, 148, 154 e 160 - www.archeologiaviva.

it - Foto Gianluca Baronchelli


CITTÀ DI FRONTIERA
AQUILEIA
U
na passeggiata ad Aquileia si trasforma in un titari del luogo e nel rispetto del contesto in cui sono in-
viaggio nella storia, quella storia in cui affonda serite. Contestualmente, grazie alle nuove tecnologie,
le radici la nostra civiltà: il foro, il porto fluviale, i abbiamo reso fruibili, su piattaforme diverse e con un
mosaici delle domus e delle antiche terme, il sepolcreto linguaggio nuovo, i luoghi simbolo dell’antica Aquileia
e i resti che affiorano a ogni campagna di scavo ci par- che ora possono essere visti in 3D e non solo immagi-
lano di un tempo in cui in questa terra confluivano po- nati. Abbiamo dato voce in questi anni ai grandi divulga-
poli e merci da tutto il Mediterraneo, si mescolavano re- tori scientifici, ai direttori di musei e missioni archeologi-
ligioni e culture, si affinava l’arte del vetro, si intagliava- che che abbiamo ospitato durante l’Aquileia Film Festi-
no gemme, si coniavano monete, ci raccontano di un val e abbiamo fatto viaggiare nel tempo i bambini con gli
mondo in fermento, di imperatori in visita, di legioni, di Aquileia Lab. E, sempre sul filo della storia e della cultu-
uomini e donne che duemila anni fa abitavano queste ra, abbiamo intrecciato relazioni con Paesi dell’area me-
terre. Con la Fondazione Aquileia vogliamo dare voce diterranea e balcanica e avviato il ciclo di mostre “Ar-
alle testimonianze che il tempo ci ha lasciato, far parla- cheologia Ferita” per restituire ad Aquileia il ruolo che
re queste “pietre” per trasmettere a tutti e soprattutto merita, per riaffermare la sua vocazione a creare e man-
alle nuove generazioni il valore e il significato del patri- tenere legami, ed essere luogo di convivenza pacifica e
monio culturale di Aquileia. fruttuosa da cui può promanare un messaggio di tolle-
L’istituzione della Fondazione Aquileia nel 2008 ha ranza.
dato il via a una nuova stagione di rilancio del sito, che Siamo convinti che la ricchezza e varietà del patri-
si appresta tra poco a celebrare i vent’anni dal conferi- monio aquileiese, che abbraccia ambiti, aspetti e situa-
mento del riconoscimento UNESCO: nuove importanti zioni talora singolari e stupefacenti, non debba essere
campagne di scavo hanno portato alla valorizzazione e prerogativa di pochi, bensì svolgere la funzione educati-
alla completa riqualificazione del cuore di Aquileia, la va e di arricchimento che i beni culturali, intesi nella loro
piazza della Basilica dei Patriarchi, che ora comprende generalità, sono chiamati costituzionalmente ad assu-
due nuovi spazi – la Südhalle e la Stalla Violin – dove po- mere. Su questa linea, che abbiamo cominciato a trac-
ter ammirare mosaici finora noti solo agli studiosi. Con ciare, intendiamo proseguire, in collaborazione con le
la stessa filosofia – ricerca, scavo, valorizzazione – stia- Autorità locali, il MiBACT, le Università coinvolte nei pro-
mo procedendo su altre aree archeologiche: Aquileia è getti di scavo e di ricerca, gli attori del tessuto produtti-
tornata a essere protagonista nel complesso ambito del vo friulano e soprattutto con gli aquileiesi da cui vorrem-
dibattito culturale – non solo italiano – sul tema della va- mo un sostegno pieno e una partecipazione attiva a
lorizzazione dei beni culturali con esempi concreti – co- quella che ci sembra una grande ed entusiasmante im-
me il progetto realizzato per la Südhalle e che ha otte- presa.
nuto prestigiosi riconoscimenti internazionali – che Antonio Zanardi Landi
adottano soluzioni che fanno tesoro degli elementi iden- Presidente della Fondazione Aquileia
AQU ILEIA
I complessi monumentali già visitabili e le numerose campagne
di scavo in corso ci documentano la storia di una città
che dalla propria collocazione strategica fra Adriatico
ed Europa balcanico-continentale seppe trarre
CITTÀ DI FRONTIERA
Testi di Jacopo Bonetto Michele Bueno Anna Del Bianco Diana Dobreva Luigi Fozzati
Guido Furlan Francesca Ghedini Paola Maggi Luciana Mandruzzato Franca Maselli Scotti
Emanuela Murgia Marta Novello Flaviana Oriolo Caterina Previato
Marina Rubinich Monica Salvadori Cristiano Tiussi Paola Ventura Monika Verzár

la forza di una grande fortuna economica e politica


A cura di Jacopo Bonetto
Foto di Gianluca Baronchelli Fondazione Aquileia Università di Padova
Università di Trieste Università di Udine Archivio Soprintendenza
per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia Piero Pruneti
Credito fotografico: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia

NEL CUORE DELLA CITTÀ. Il foro di Aquileia


come appare oggi. Sullo sfondo è il campanile
della basilica paleocristiana. Già individuata
nel 1812 da L. Zuccolo, la piazza forense
fu riconosciuta come tale da G. Brusin nel 1934
ed è stata oggetto di numerose campagne
di scavo fino ad anni recentissimi.
In età repubblicana (II-I sec. a.C.) ospitava varie
attività, tra cui le operazioni di voto collegate
allo svolgimento delle assemblee (comitia)
nel vicino edificio del comitium.

MONDO ROMANO
2 3
N
ARRA TITO LIVIO, LO STO- Aquileia, sorta nel 181 a.C. a presidio di un ter-
rico patavino vissuto in età ritorio al confine tra le zone d’influenza dei Ve-
augustea, che nel 186 a.C. neti (tradizionali alleati dei Romani) a ovest,
un contingente di dodicimi- delle tribù galliche alpine a nord e degli 11
la Galli Transalpini era pe- Istri a est. Rintuzzato il tentativo dei Tran-
netrato «in Venetiam» salpini, obbligati a ritornare nei luoghi
con l’intento di insediarsi nella bassa pia- di origine, una prestigiosa commissio-

card
nura friulana. È questo l’antefatto diretto ne del Senato romano dedusse nella

i
ne m
della fondazione della colonia latina di zona un corpo coloniario formato

assi

card
da tremila fanti e da un numero

mo

i
imprecisato di centurioni e cava-

ne m
AQUILEIA TRA PASSATO E FUTURO lieri, cui furono ga-

assi
Una vera e propria sfida. L’area archeologica di Aquileia è tra le più importan- rantite assegnazioni

mo
ti d’Italia e non sfugge certo alle “regole“ che ritmano la vita di questi beni GRANDE AQUILEIA
di terreni agricoli Le ininterrotte ricerche
dello Stato: mancanza di organici e fondi, incertezza amministrativa, inade-
senza precedenti, condotte dalla fine del XIX
guatezza normativa. Dove poi tali aspetti incidono sul rapporto tra città arche- secolo fino a oggi hanno
ologica e città attuale – come capita ad Aquileia – i problemi si moltiplicano,
pari rispettiva-
consentito a Luisa Bertacchi
sovrapponendosi alla normale gestione di un vasto complesso composto da mente a 12 di redigere una carta
museo, magazzini, ampie aree di scavo, terreni vincolati ecc. Per fortuna Aqui- di Aquileia che raccoglie
tutte le testimonianze
leia è anche altro: programmazione di un nuovo orizzonte di tutela, conserva-
archeologiche strutturali
zione, ricerca e valorizzazione, capace di realizzare la “Grande Aquileia”. A e infrastrutturali note:
questo la Soprintendenza risponde con obiettivi ben definiti: piano di restauro 1. Cardine massimo
e manutenzione delle aree all’aperto (ad esempio il foro, che sarà il primo a (via Postumia?);
essere interessato), conservazione mirata del patrimonio scoperto e recuperato 2. Via Annia; 3. Mura e porte
della cinta tardoantica;
(ad esempio i mosaici), coordinamento ed estensione della ricerca scientifica

fiume Na
4. Porta urbica settentrionale;
(dall’archeologia del paesaggio all’archeologia medievale, senza privilegiare 5. Decumano c.d. di Aratria
la sola archeologia romana) con il coinvolgimento di specialisti di otto universi- Galla; 6. Foro; 7. Edificio

tisone
tà (Udine, Trieste, Padova, Venezia, Milano, Roma, Foggia e Catania), apertu- sovrappostosi al Comitium;
ra di un Centro Ricerche dotato di laboratori (viene ora inaugurato quello di 8. Edificio sovrappostosi al
Macellum; 9. Porto fluviale;
Archeozoologia). Infine la valorizzazione: oltre al museo esistente, verrà creato 10. Banchina orientale
un parco archeologico, ma soprattutto partirà l’operazione “museo del territo- del Natiso cum Turro;
rio”. Si tratta di un nuovo contenitore, posizionato al di fuori delle aree archeo- 11. Banchina e magazzino (?)
logiche, dove sarà ricostruita la storia del territorio aquileiese: dalla formazione sull’attuale fiume Ausset;
lica
della laguna di Grado e Marano all’arrivo delle prime comunità, alla fondazio- basi 12. Banchina sull’attuale
fiume Natissa;
ne di Aquileia e alle successive vicende storiche fino ad oggi. Un programma 13. Basilica civile; 14. Teatro;
ambizioso, al quale concorre anzitutto la Fondazione Aquileia. Luigi Fozzati 15. Anfiteatro; 16. Castellum
IL FORO aquae dell’acquedotto;
17. Schola?; 18. Mercato
alimentare; 19. Circo;
e mezzo, a 25 e a 35 ettari ciascuno. Non si trat- 20. Grandi Terme; 21. Villa
tò tuttavia dell’“atto di nascita” di un centro ro- suburbana delle Marignane;
22. Horrea (magazzini);
mano su terreno vergine. Ricerche recenti nell’a- 23. Complesso basilicale
rea a nord del foro hanno evidenziato l’esistenza ed episcopio; 24. Mercati
di un insediamento indigeno a partire almeno sul Natissa; 25. Complesso
delle cd. Piccole Terme
dalla fine del IX sec. a.C. Questo abitato prero- (fase tardoimperiale);
mano era formato da capanne su terreni bonifi- 26. Complesso dei cd.
cati con strutture lignee e dotato di impianti per Mercati a sud del Natissa;
27. Ponti su corso d’acqua
una produzione di contenitori fortemente in- affluente del Natiso;
fluenzata dalla ceramica dei Veneti antichi. Lo 28. Ponte sul Natiso
stesso toponimo Aquileia sarebbe di origine ve- a Monastero; 29. Via per
Tergeste (Trieste);
netica. È probabile che il villaggio indigeno sia 30. Via per Emona (Lubiana);
perdurato fino all’inizio del II sec. a.C., ma le fa- 31. Tracciato stradale
si subito precedenti la costituzione della città ro- di raccordo con la via
mana rimangono oscure. per il nord; 32. Via lungo
il fiume Natissa;
33. Necropoli sudoccidentale
RESTI MONUMENTALI. In età protoimperiale (erroneamente detta
(prima metà I sec. d.C.) il foro assunse della via Annia);
le forme di un grande spazio rettangolare pedonale, 34. Basilica di Monastero;
rivestito in lastre di calcare di Aurisina e cinto 35. Basilica di San Felice;
da portici (vediamo uno dei plinti con testa di 36. Basilica di San Giovanni.
Medusa), su cui si aprivano le botteghe (tabernae) (Elab. C. Tiussi
e la basilica civile. Probabilmente lungo il lato da L. Bertacchi, Nuova pianta
occidentale era il tempio (aedes) dedicato archeologica di Aquileia,
dal triumviro del 169 a.C. T. Annius Luscus. Udine 2003)
4 5
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a destra
POTENTI DIFESE
Un difficile impianto NELLA GRANDE PERIFERIA
brità». La città fu delimitata da una cinta in late- scarse testimonianze archeologiche, come il co- VASUM DIATRETUM
Frammento di coppa
coloniario fra le paludi rizio (con poderose torri ad angoli salienti e por- mitium (dove si svolgevano i comitia, le assem-
Rilievo della porta diatreta da un livello di
ovest delle mura
Una rete di vie d’acqua. In epoca romana il centro di te a cortile d’armi), che racchiudeva un nucleo blee dei cittadini), o addirittura solo il ricordo

S
distruzione della domus
repubblicane. orta come avamposto strategico-militare Aquileia e la fascia che circondava il perimetro ur- urbano di forma stretta e allungata esteso su 41 epigrafico, come il tempio fatto erigere dal “dei Putti danzanti”
Le più antiche tra etnie non ancora pacificate e per di più bano formavano un insieme strettamente correlato: ettari. A est, scorreva un fiume largo una cin- triumviro Tito Annio Lusco. L’area della piazza (IV sec.). I preziosi vasa
fortificazioni il suburbio ospitava molte strutture di servizio ed era diatreta erano riservati
in laterizio con porte a distanze ragguardevoli dai caposaldi ro- quantina di metri, in cui viene identificato il era utilizzata per molteplici attività, di carattere a funzionari o notabili
attraversato dalle grandi arterie che si diramavano
a corte quadrangolare mani a nord e a sud del Po (Bologna, Cremona, «Natiso cum Turro», ovvero il ‘Natisone con il Tor- commerciale, ludico e soprattutto amministrati- in rapporto con la corte
e circolare furono verso altri centri e dalle vie di collegamento con la imperiale se non a
Piacenza), con i quali il collegamento viario sta- campagna. Dopo i rinvenimenti dei secoli passati,
re‘, ricordato da Plinio il Vecchio, ben presto vo, funzionando anche da spazio per le votazio-
costruite probabilmente esponenti della stessa.
già entro la metà bile fu assicurato solo a partire dalla metà del II oggi è possibile delineare il paesaggio suburbano sfruttato per impiantarvi un porto fluviale. I due ni. Per il resto, modeste sono le informazioni
del II sec. a.C. sec. a.C. (via Postumia* 148 a.C.; via Annia* 131 di Aquileia grazie alle ricerche susseguitesi da- corsi d’acqua, che oggi, con lo stesso nome, con- sull’articolazione della città per tutta
a.C.), la colonia incontrò difficoltà nei primi gli scorsi anni Novanta (Carta archeologica fluiscono nell’Isonzo, nell’antichità dovevano la fase repubblicana, se si escludo-
in basso a destra anni di vita. Appena dodici anni dopo, nel 169 del Friuli Venezia Giulia, Dipartimento di Scien- avere un percorso diverso, spostato verso occiden- no sporadiche notizie su alcuni
RICCHE DOMUS
a.C., le prevedibili defezioni nel ze dell’Antichità dell’Università di Trieste; Pro- te, fino a lambire la colonia. complessi come il macellum (il
L’area oggi detta
“dei fondi CAL” contingente coloniario imposero getto SARA, Soprintendenza del Friuli Venezia mercato, a nord del foro) e il fo-
dove si estendeva l’invio di un rinforzo di altre mil- Giulia). Gli studi mettono in eviden- Lungo il cardine rum pequarium (il mercato del
una delle più ricche
lecinquecento famiglie. Il resocon- za la variegata fisionomia della per- bestiame, di ignota ubicazione)
zone residenziali iferia, il cui elemento unificante era
sorge il foro cittadino
della città romana. to liviano ha trovato un’importante destinati a soddisfare la crescente

A
la rete idroviaria: un sistema di fiumi,
Sono presenti sfarzose conferma epigrafica: su una base (rin- ll’interno delle mura venne impostato vocazione commerciale del centro.
residenze con mosaici canali e fossati formava intorno al nu-
venuta nel 1995 nel foro di Aquileia) lo spazio urbano con una rete di strade
databili tra la prima cleo urbano un circuito funzionale al-
età imperiale e la tarda è ricordato Tito Annio Lusco, uno dei la sua circumnavigazione. tra loro ortogonali, che definivano una
antichità (I-IV sec). triumviri* che condussero il sup- maglia di isolati diversi per dimensione. L’asse LA DOMUS “DEI PUTTI DANZANTI”
Stretta convivenza tra sfera civile e
plemento di coloni, il quale, ol- era costituito dal grande cardine con orienta- Fra il foro e il porto fluviale. Nel 2005 il Dipartimento di Scienze dell’antichità
funeraria. Nel suburbio sono docu-
DOCUMENTO tre a dotare la colonia di leggi mento nord-ovest/sud-est (ripreso dalla moder- dell’Università di Trieste ha avviato, in accordo con la Soprintendenza per i Beni
STRAORDINARIO mentati edifici pubblici (santuari, terme e
amministrative e ad aggiornare le na strada regionale 352), che andava dalla por- archeologici del Friuli Venezia Giulia e grazie al finanziamento della Regione e
Base di statua rinvenuta mercati) e strutture residenziali; inoltre, in
liste del senato locale, curò la costru- ta settentrionale a quella meridionale. Proprio della CRTrieste, un progetto d’indagine ad Aquileia, in una delle insulae* più im-
lungo il lato ovest connessione con le vie terrestri e d’acqua si
del foro. L’iscrizione portanti. Lo scavo, diretto da Federica Fontana, si configura come cantiere-scuola
zione di un tempio nel cuore della città. collocavano i complessi artigianali che rifor- lungo la traccia del cardo maximus, presso il cen-
incisa verso il 130 a.C. per la formazione di giovani archeologi e come ambizioso progetto di restituzione
celebra il triumviro Anche il contesto ambientale condi- nivano la città di materiale da costruzione tro fisico e simbolico della città, venne rispar-
di una ricca residenza del IV secolo, nota come domus “dei Putti danzanti”.
Tito Annio Lusco, zionò lo sviluppo della colonia. L’equili- (sia laterizi che calce), ma producevano an- miato lo spazio del foro cittadino.
che sovrintese con due brio tra l’impianto urbano e un ecosiste- che vasellame e lucerne. Fiancheggiavano Assieme al porto fluviale, il forum è uno dei Chi era il padrone di casa? Sono stati messi in luce una ventina di ambienti,
colleghi alla deduzione le vie in uscita le necropoli monumentali. Di molti ornati da pavimenti musivi. Per la raffinata esecuzione, si distingue il mo-
del supplemento
ma fragile per la presenza di vaste aree monumenti più noti di Aquileia, soprattutto gra-
acquitrinose venne raggiunto solo questo elemento caratterizzante del paesag- zie agli scavi degli anni Trenta del secolo scorso e saico con eroti danzanti, allusivi ai felicia tempora di Costantino (306-337). È
di coloni inviato
nel 169 a.C., gio antico rimane poco sul posto, ma abbia- stato possibile determinare la funzione di alcune stanze: ben distinguibili, per
nell’arco di qualche decennio, grazie alla all’anastilosi* di alcune colonne dei portici a suo
e ne ricorda le azioni, mo la ricca documentazione dei monumenti fune- esempio, l’ampia cucina, la zona termale, i vani di servizio e passaggio, le
realizzazione di canali (come il canale tempo realizzata da Giovanni Brusin, uno degli
tra cui la costruzione rari al Museo nazionale; questi rappresentavano stanze “private”, articolate intorno a un peristilio e in probabile collegamento
di un edificio sacro, Anfora ancora attivo), per consentire il de- solo il segno visibile delle sepolture interrate, che studiosi che più hanno contribuito alla cono- con il grande triclinio cosiddetto “del Tappeto fiorito”. La consistenza della do-
la redazione delle flusso delle acque verso il mare. Quasi due seco- continuano a venire alla luce negli scavi odierni, scenza della città romana. Le dimensioni attuali mus e la ricchezza dell’apparato decorativo attestano l’elevato status sociale e
leggi della colonia e li dopo, Vitruvio (80/70-23 a.C.) riconobbe l’ef- della piazza (142 x 56 m) sono pressappoco
l’aggiornamento delle talvolta con ricchi corredi. culturale del dominus, suggestivamente individuato in Septimius Theodulus, pri-
liste del senato locale. ficienza di questo imponente sistema di drenag- Paola Maggi Flaviana Oriolo Paola Ventura quelle di età repubblicana*. Sul foro si affaccia- mo governatore (corrector) cristiano della Venetia et Histria. Emanuela Murgia
(Aquileia, Museo Arch.) gio che garantiva ai luoghi una «incredibile salu- vano importanti edifici pubblici, di cui abbiamo

LO SCAVO DELLE GRANDI TERME STATUA


ALLE TERME
Vasto edificio di età tardoantica. Dal 2002 e ricollegandosi agli Una delle sculture
scavi condotti fra il 1922 e il 1987 dalla Soprintendenza, gli ar- rinvenute
cheologi dell’Università di Udine stanno ricostruendo la storia di nei riempimenti
uno dei più vasti edifici pubblici di Aquileia tardoantica. Costruito della grande
piscina (natatio)
nel IV secolo nel settore sud-occidentale della città (località Braida che dovevano
Murata), il complesso termale (due ettari e mezzo di superficie) decorare
comprendeva vasche per i bagni caldi (calidaria) e freddi (frigida- le Grandi Terme:
ria), un’ampia piscina lastricata e grandi ambienti con raffinati è un torso di
statua in nudità
pavimenti musivi. I frammenti di decorazioni architettoniche, colon-
eroica, copia
ne, intarsi parietali in pietre pregiate, intonaci dipinti e statue, rin- di II sec. d.C.
venuti nei riempimenti successivi allo spoglio dell’impianto, sono del Diomede
oggi gli unici testimoni del lusso originario. Fra VI e VII secolo i dello scultore
ruderi furono riutilizzati come abitazioni con sepolcreto annesso. greco Kresilas
(V sec. a.C.),
Infine, dopo un lungo abbandono, a partire dal XIII-XIV secolo il
a cui un
complesso fu completamente spogliato delle strutture murarie e personaggio
l’area destinata a scopi agricoli e all’edificazione, con materiale di Aquileia
di reimpiego, di strutture rurali. Agli scavi, frutto di un progetto fece applicare
congiunto fra Ateneo friulano e Soprintendenza, partecipano gli una testa-ritratto.
studenti per le attività di tirocinio. ­Marina Rubinich

6 7
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PORTO FLUVIALE
I resti del grande scalo
Monumentalizzazione il Grande di Giudea, e come Tiberio. Un impulso pubblicana ormai in gran parte demolito, sorse (figura mitologica greca): un’iconografia sugge-
dello spazio urbano non secondario venne dalla straordinaria dispo- un grande anfiteatro, noto principalmente da rita o imposta dai primi imperatori per cele-
portuale di Aquileia.
nibilità di materiale da costruzione nelle alture scavi ottocenteschi. Tra fine I sec. a.C. e prima brare la dimensione dell’orbe romano. Sul

A
Le banchine, dotate
di ormeggi ad anello, partire dal I sec. a.C., con la trasforma- del Carso triestino, da cui si cavava, nell’antichità metà del I sec. d.C. la comunità aquileiese attuò lato breve meridionale del foro, forse già
e i magazzini zione della colonia in municipio* (89 come oggi, l’ottimo calcare chiaro d’Aurisina. la grande ristrutturazione del foro cittadino. La durante il regno di Augusto (27 a.C.-14
si estendevano
lungo la riva destra a.C.), e più intensamente dalla seconda La città fu dotata di un teatro con gradinate in piazza originaria fu circondata da grandiosi por- d.C.) fu eretta la basilica civile (dedicata
del Natiso cum Turro. metà del secolo, Aquileia mutò il proprio volto, pietra trachitica (questa fatta venire dai Colli Eu- tici, con colonne alte quasi sei metri. Al di sopra all’amministrazione della giustizia), a
La sistemazione anche grazie alla presenza di personalità di spic- ganei) e collegato a un portico, al quale forse ap- della trabeazione, furono collocati plutei* con noi oggi nota nella ristrutturazione di fi-
monumentale è del I sec.
d.C. L’alveo originario co come Cesare, che ad Aquileia trascorse più in- partiene un magnifico fregio dorico con raffigu- raffigurazione di ghirlande rette da amorini o da ne II sec. d.C. La costruzione di questo
(largo fino a 48 m) verni con le legioni, come Ottaviano Augusto, razioni di armi. Successivamente, nell’area meri- aquile, alternati a plinti* con le teste di Giove complesso sancì la chiusura definitiva al
si interrò a partire dal che qui pose una sua residenza e ricevette Erode dionale, al di fuori del circuito murario di età re- Ammone (venerato nell’oasi di Siwa) e Medusa traffico veicolare della piazza.

LE DOMUS DEI FONDI EX COSSAR MASSIMINO


Sesterzio di Massimo
Antica zona residenziale. A distanza di quarant’anni dalle ultime il Trace (Roma,
indagini, il Dipartimento di Archeologia dell’Università di Pado- 235-236) rinvenuto
va ha ripreso nel 2009 gli scavi nei fondi ex Cossar (dal nome negli scavi delle domus
della vecchia proprietà del terreno), a nord del complesso basili- dei fondi ex Cossar.
L’imperatore morì
cale paleocristiano di Aquileia e all’interno del circuito murario sotto le mura
di età romana repubblicana. Gli scavi passati, condotti da Gio- di Aquileia nel 238.
vanni Brusin e Luisa Bertacchi, avevano messo in luce parte di un
isolato (insula) delimitato a est da una strada lastricata e occupa-
to da almeno tre domus con mosaici di pregio. Questo settore
della città antica, già visitabile, risulta tuttavia di difficile lettura AREA DI SCAVO
per la scarsa documentazione. Da qui la necessità di un nuovo Vista panoramica
intervento finalizzato alla corretta interpretazione architettonica dei fondi ex Cossar,
tra la dismessa
e funzionale, in vista della futura valorizzazione dell’area. La
ferrovia Cervignano-
nuova campagna di scavo ha interessato la corte della casa cen- Aquileia-Grado
IV secolo fino a ridursi trale (I sec. d.C.), dove è stata messa in luce una vasca mosaica- (in alto, contigua
a piccolo corso d’acqua ta collegata a un complesso sistema di canalette, interpretabile FONTANA. Un momento dello scavo al porto fluviale)
chiamato Natissa. 2009 all’interno della corte della domus e varie proprietà
come fontana. Più a est, tra la domus e la via lastricata, sono
Sull’area dell’antico centrale dei fondi ex Cossar. In primo private. Vi si svolgono
alveo corre un terrapieno stati rinvenuti un gran numero di monete e un peso da stadera,
piano la canaletta per il deflusso delle indagini a partire
(a sinistra) con la che fanno intuire la presenza di spazi adibiti a botteghe. acque collegata alla vasca mosaicata dai primi decenni
passeggiata archeologica Diana Dobreva Guido Furlan Caterina Previato posta al centro della corte (I sec. d.C.). del secolo scorso.
(cosiddetta via Sacra).

LA NECROPOLI LUNGO LA POSTUMIA


Sepolcreto accanto alla strada. Nell’ambito delle attività di tutela svolte dalla Soprintenden-
za, nell’inverno 2009-2010 sono state condotte indagini a nord dell’abitato di Aquileia, in un
sito (località Morona) destinato ad accogliere un distributore di carburante. L’area, a ridosso
della strada regionale (l’antica Postumia), sta restituendo i resti di un sepolcreto e di una
struttura a probabile destinazione artigianale. Nella fascia di terreno più vicina alla strada è
stato portato in luce un recinto funerario. Al suo interno entro la prima metà del I sec. d.C.
furono scavate due tombe a incinerazione, con i resti combusti raccolti in urne di pietra cal-
carea; ricchi corredi di suppellettile in ceramica e vetro vennero poi deposti nelle due fosse.
Impianto metallurgico. Alle spalle del sepolcreto sono stati portati in luce i resti di un edificio
con strati ricchi di scorie ferrose: si pensa a un’officina per la lavorazione del metallo, attiva
sullo scorcio del I sec. a.C., i cui materiali di scarto sarebbero stati impiegati per rialzare il
terreno e favorirne un nuovo uso. Dopo l’abbandono dell’impianto anche questa fascia di ter-
reno, fra I e IV sec. d.C. circa, fu occupata da sepolture, disposte casualmente. Due tombe sono
a incinerazione, ma prive di urna e con corredi meno ricchi di quelle che abbiamo visto all’in-
terno del recinto presso la strada; una era provvista di conduttura per le offerte rituali di cibo e
bevande. Altre tre sepolture sono tutte a inumazione: in particolare una aveva cassa lignea ri-
vestita internamente di lamina di piombo. Quest’ultimo tipo di sepoltura è già attestato ad
Aquileia da due rinvenimenti nel sepolcreto meridionale: un’usanza riferibile a costumi orienta-
li, legati alla credenza che il piombo conservasse i corpi per l’eternità. Luciana Mandruzzato

CREMAZIONE E INUMAZIONE. Tombe a incinerazione (I sec. d.C.) nel sepolcreto lungo


la Postumia a nord della città: il taglio entro cui vennero collocati l’urna, di cui si nota
il coperchio circolare, e i materiali di corredo deposti all’esterno del cinerario.
Nell’altra foto, lo scavo di una delle tombe a inumazione con l’eccezionale
­­scoperta del sarcofago a cassa lignea rivestita da lamina di piombo.

8 9
* ➝ p. 16
ANNI CINQUANTA
Giovanni Brusin assiste
al rinvenimento
Gli splendidi mosaici di Aquileia delle origini vengono dunque
rinnovate dalla progressiva in-
lauto banchetto su un pavi-
mento non spazzato. Successi-
del mosaico con pavone troduzione di sinuosi elementi vamente, il repertorio si limita
in una delle domus Le grandi ricchezze accumulate con i commerci consentirono curvilinei sovraccaricati da ric- dapprima a semplici raffigura-
aquileiesi del fondo
Beneficio Rizzi. la realizzazione di straordinarie superfici a mosaico chi motivi di riempimento trat- zioni di vasellame domestico,
ti dal repertorio geometrico e rami fioriti o immagini di ani-
vegetale, mentre l’originaria bi- mali, inserite come riempitivo
cromia bianco e nera lascia il entro rigide trame geometri-
economici rivestimenti in tes- posto a sempre più vivaci con- che, conquistando solo nelle
sere di cotto alle semplici stesu- trasti cromatici. Un significati- fasi più tarde un ruolo prepon-
re in cementizio, a volte impre- vo punto d’arrivo è rappresen- derante all’interno di più am-
ziosite da inserti policromi, fi- tato dal mosaico detto “del pie campiture. Le tematiche
no ai ricchi pavimenti in lastre Tappeto fiorito“ (II sec. d.C.): marine si alternano così a scene
di marmo e alle lussuose deco- l’articolata composizione di fio- di caccia, poderose immagini
razioni musive realizzate con roni policromi, boccioli di ro- di atleti alla rappresentazione
tessere lapidee e paste vitree. sa, steli campaniformi e rami dei committenti nelle vesti di
fioriti riproduce sul pavimento ricchi possidenti (a lungo in-
Elaborazione di motivi alla di una ricca domus di età impe- terpretate come raffigurazioni
moda. L’insieme di questa ric- riale motivi ornamentali comu- del Buon Pastore) o in quelle
chissima produzione ci offre, ni anche al repertorio pittorico dei donatori del prezioso pavi-
sia all’interno del Museo na- e alla decorazione delle stoffe. mento della basilica cristiana.
zionale sia nelle vaste aree ar- Ai temi legati alla vita quoti-
cheologiche accessibili al pub- Vivacità delle figurazioni. diana si aggiungono poi le raf-
blico, un’ampia varietà di mo- Anche nel mosaico figurato gli finate scene mitologiche che
tivi, tratti dal repertorio geo- artigiani aquileiesi danno pro- popolano i pavimenti di terme
metrico e figurato. Da questa va di una continua evoluzione, e residenze con figure di amo-
originalità emerge poi la gran- che culmina nel ben noto pavi- rini pescatori, nereidi a cavallo
de capacità delle maestranze di mento della basilica cristiana di animali fantastici, del dio

F
MODA MUSIVA ra le più grandi attrattive livello raggiunto dall’artigiana- recepire e innovare le mode (IV sec.). Delle prime sperimen- del mare, Nettuno, alla guida RAFFINATEZZA. Mosaico detto “del Tappeto fiorito”
Mosaico dal fondo di Aquileia è l’incredibile to aquileiese tra la fine dell’età elaborate a Roma e nelle più tazioni ancora permeate dalla di un carro trainato da ippo- dal fondo Cassis (II sec. d.C.).
Comelli con l’immagine
di un kantharos, numero di tappeti musi- repubblicana (II sec. a.C.) e la lontane parti dell’Impero, con tradizione ellenistica rimane campi, o, ancora, dei perso- PAVIMENTO NON SPAZZATO. Particolare del mosaico
secondo la moda, vi che gli scavi hanno restituito tarda Antichità (IV sec. d.C.). In cui Aquileia veniva in contatto. splendida testimonianza nel naggi del tiaso (corteo) e del “dell’asarotos oikos” (I sec. a.C.-I sec. d.C.), forse rinvenuto
diffusa fra I e II sec. nel contesto archeologico dei fondi ex Cossar insieme
fin dall’Ottocento e che le più ragione del contesto da decora- mosaico “dell’asarotos oikos“ (I mito dionisiaco, cui fanno da al mosaico con Nereide. I resti del pasto lasciati
d.C., di inserire
raffigurazioni recenti scoperte continuano ad re, i committenti delle ricche Il gioco delle geometrie. Sen- sec. a.C.-I sec. d.C.), copia di un contrappunto le personifica- sul pavimento simboleggiano la ricchezza
di vasellame come arricchire. Tale patrimonio si residenze o dei lussuosi edifici za mai rinunciare a un origina- originale attribuito al famoso zioni delle Stagioni. della tavola dei proprietari. (Aquileia, Museo Archeologico)
elemento decorativo distingue per la varietà dei pavi- termali potevano scegliere fra le apporto locale, col passare Soso di Pergamo (II sec. a.C.),
dei partiti geometrici. GEOMETRIE. Mosaico aquileiese (IV sec. d.C.) con motivo
(Aquileia, Museo Arch.) menti, che testimoniano l’alto le più diverse tipologie: dai più del tempo le rigide geometrie che rappresenta i resti di un Francesca Ghedini Marta Novello a meandro dal fondo Ritter. (Aquileia, Museo Archeologico)

CAPOLAVORO
Mosaico rinvenuto
nell’Ottocento con
raffigurazione
di Nereide su toro
marino accompagnata
da un erote
con fiaccola accesa
e tritone (I sec a.C.-
I sec. d.C.). La scena
è forse ricollegabile
al mito d’Europa.
(Aquileia, Museo Arch.)

10 11
* ➝ p. 16
Invito al Museo archeologico nazionale Preziose collezioni. All’inter-
no dell’edificio sono esposti al-
ne e negli oggetti cultuali della
vicina vetrina. Di fronte è l’e-
cuni rilievi, quali la fondazione sposizione dedicata alle religio-
Per capire l’antica città romana è d’obbligo una visita di una città, sculture funerarie ni orientali: culto di Antinoo,
ai coinvolgenti reperti conservati nel locale museo di produzione locale, le statue di Iside e Mitra, connotati da
imperiali, come il ciclo giulio- oggetti religiosi e gemme di va-
claudio, e ancora raffinati sar- lenza misterica dall’Egitto. Nel-
cofagi attici. Immagini di divi- la vicina sala solo una piccola
nità testimoniano i culti, ma parte dei reperti glittici risulta
anche la moda di ornare case e esposta; accanto ad essi le pie-

A
MOSCHE D’ORO testimoniare il glorioso opera in tre volumi, di cui uno so- giardini. Al primo piano colpi- tre dai rutilanti colori e gli Benessere di una città impe- MARMO GRECO
Una delle vetrine Statua in seminudità
con il corredo detto
passato di Aquileia ri- lo pubblicato: Le antichità di Aqui- sce il grande lampadario bron- esemplari semilavorati, nonché riale. Altro artigianato locale è eroica del cosiddetto
“delle mosche d’oro”, mangono le aree all’a- leia profane e sacre per la maggior zeo a doppia corona (fine IV le imitazioni in pasta vitrea, at- quello del vetro: molti sono gli Navarca (I sec. a.C.).
da una tomba perto, la basilica e i due musei, parte finora inedite (Venezia 1739). sec.), rinvenuto nel quadripor- testano questo raffinato artigia- esemplari realizzati con la mola- Fu recuperata
a incinerazione l’archeologico e il paleocristiano. tico della basilica: il raro reper- nato, attivo dal I sec. a.C. sino tura, tecnica più antica, e quelli in associazione con
rinvenuta in località materiali funerari
Beligna a sud La necessità di far vedere quanto Storico impegno per un mu- to richiama il messaggio cristia- forse al IV sec. d.C.; non man- in vetro soffiato, esportati nelle re- ed è improntata
della città antica. ad Aquileia si andava scoprendo è seo ad Aquileia. Nasce nel no con raffigurazioni simboli- cano i cammei con ritratti di gioni occidentali. All’ultimo pia- al modello delle statue
sentita fin dalla metà del Settecen- 1806 nell’antico battistero la che che trovano eco nelle lucer- imperatori e semplici cittadini. no è visibile un’altra produzio­ne dei generali romani
in alto a destra documentate
to, quando nella dimora, tuttora prima struttura museale pubbli- di alto livello, quella dell’ambra a Tivoli e Capua.
BOREAS
Applique bronzea esistente, del canonico Gian Do- ca, il Museo Eugeniano, in ono- con ampio giardino, dove tutto- baltica: tra I e fine II sec. d.C. ven-
di testa di vento menico Bertoli (1676-1763), ven- re del viceré d’Italia Eugenio Be- ra è collocato il Museo archeolo- gono creati deliziosi ninnoli,
derivata da modelli OFFICINA
nero esposti i reperti della sua col- auharnais. Il desiderio di avere gico nazionale. anelli con testine femminili e al- DEL FABBRO
greco-ellenistici
e probabilmente lezione, ora quasi completamen- un museo locale continua dopo tri complessi motivi, ancora te- Stele funeraria di un
importata ad Aquileia, te perduti, ma ricordati nella sua la fase napoleonica e il ritorno Reperti all’esterno. Nel giardi- che per specchi e scatoline per il fabbro (I sec. d.C.),
databile a età emblematica
di Aquileia sotto il dominio au- no, che mantiene l’aspetto di la- trucco; un mondo femminile a della vivace attività
repubblicana
(II-I sec. a.C.). striaco, che durerà sino al 1918. pidario ottocentesco, compaio- cui appartengono anche le colla­ artigianale di Aquileia,
L’interesse per i resti romani e no monumenti funerari accanto ne e i fusi, rinvenuti nelle tom- favorita dalla vicinanza
alle miniere di ferro del
al centro cristiani cresce, anche se la tu- a decorazioni architettoniche di be. Sempre prevalentemente de- Norico (Austria) cui
GLITTICA tela allora vigente permette- edifici religiosi e civili, pavimen- dicata al mondo muliebre è, nel- la città era collegata da
Quarzo prasio
va la vendita per quelli di tazioni musive di case e terme; la vetrina di fronte, l’esposizione un’importante strada.
con rappresentazione
del supplizio di Dirce, minore importanza; i reperti qui si apre la sezione navale do- degli ornamenti femminili, col-
motivo elaborato di pregio, invece, vengono in- ve è collocata una barca di età ro- lane, bracciali, anelli, orecchini ILLUMINAZIONE
in età augustea
viati a Vienna dove conflui- mana recuperata nello scompar- impreziositi da perle, lapislazzu- Grande lampadario
e giulio-claudia
ranno nel Kunsthistorisches so Lacus Timavi a Monfalcone. li, smeraldi che ci ricordano la bronzeo (fine IV sec.
(I sec. d.C.).
d.C.) del tipo detto
Museum. Proprio per tratte- Anche i grandi magazzini, lungo ricchezza e il ruolo emporiale Policandilon
ARTIGIANI LOCALI nere ad Aquileia le memorie il fiume Natissa, sono periodica- della città. L’esposizione si con- o Jerusalem che
Urna cineraria illuminava il portico
in calcare con scena
del passato nasce, per volontà mente visitabili, con i reperti che clude nel sottotetto dove sono
della Basilica
di banchetto funebre: degli stessi cittadini, il Museo non trovano spazio in museo, esposte le monete, con partico- paleocristiana.
uno dei molti esempi patrio della città (1873-1881), dai resti della decorazione in ter- lare attenzione alla zecca aquile- Era costituito
di artigianato artistico il cui patrimonio confluirà nel racotta dei templi romani di età iese (294-425) e a quella patriar- da bracci configurati
aquileiese proveniente a delfini e a rami
da botteghe attive per Cesareum Museum Aquilejense, repubblicana, a quelli scultorei, cale. Franca Maselli Scotti che reggevano
tutta l’età imperiale. istituito nel 1882 in una villa alle epigrafi, ai mosaici. Info: 0431.91035 i contenitori per l’olio.
12 13
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Arte e artigianato ad Aquileia Grandioso complesso
portuale dell’alto Adriatico
fiume Natisone che si risale per più di sessanta
stadi. La città serve da emporio a quei popoli il-
LA CITTÀ COM’ERA
Ricostruzione ipotetica
di Aquileia romana
lirici che abitano lungo il Danubio: costoro ven-

M
vista da nord-est, con il
Pittura e scultura: testimonianze rimaste in disparte a nel I sec. d.C. altre grandi imprese ar- gono a prendere i prodotti provenienti dal mare, porto fluviale in primo
chitettoniche furono compiute ad il vino che mettono in botti di legno caricando- piano, in un disegno

‚ Aquileia. Un’attenzione particolare fu le su carri e, inoltre, l’olio, mentre la gente della


di J.-C. Golvin

L
da L’antiquité retrouvée
Università di Trieste è de maggioranza dei pezzi, di ci ad Aquileia dalle prime sco- riservata al potenziamento di quel “sistema por- zona viene ad acquistare in cambio schiavi, be- (Édition Errance).
impegnata ad Aquileia cui solo una parte è custodita perte fino alla Prima guerra tuale” che si articolava
con sistematiche campa- nel Museo nazionale. Il resto è mondiale, tra cui spiccano per- nel grandioso impianto
gne di scavo e progetti, che tro- confluito in collezioni regiona- sonaggi quali Otto Benndorf, realizzato sul Natiso
vano momenti di confronto li, come quella del conte Fran- fondatore nel 1898 dell’Istitu- cum Turro, dotato di
negli incontri organizzati dal cesco di Toppo a Buttrio (Ud), to archeologico austriaco. muro di sponda in pie-
Centro di Antichità Altoadriati- tra d’Istria*, di banchi-
che in stretta collaborazione Valide maestranze locali. ne, di raccordi con la
con il Dipartimento di Scienze Aquileia, da sempre famosa viabilità urbana e di
dell’Antichità dell’Ateneo trie- per i mosaici, lo è molto meno strutture di magazzini
stino. In questo contesto va se- per la scultura, che invece si di- su un fronte di trecento
gnalato il tema della pittura ro- stingue per una straordinaria metri, ma anche negli
mana nell’Italia settentrionale, varietà, dalla produzione in approdi minori situati
ad Aquileia collegato con terracotta dei primi decen- sui corsi d’acqua e sui
una ricerca che per la pri- ni della colonia alla pro- canali navigabili che cir-
ma volta affronta l’abbon- duzione in marmo e nel condavano a nord e a
dante materiale di fram- pregiato calcare di Aurisi- ovest il nucleo urbano.
menti di affreschi rinvenuti na, impiegato soprattutto Essi si raccordavano nel
negli scavi. per la scultura architettonica e già ricordato canale An-
MAGICA AMBRA
Aquileia vanta
sepolcrale. Fin dal periodo re- fora, straordinaria opera
una ricca produzione Patrimonio in parte disper- pubblicano, grazie ai rapporti artificiale che si staccava
di manufatti in ambra, so. Un altro filone riguarda la con altre località del Mediter- dalla periferia occiden-
materiale che giungeva scultura, per la quale si sono raneo, arrivavano opere di tale e, con un percorso
attraverso i commerci
con l’Europa avviati sia un progetto soste- marmo eseguite in Grecia e nei rettilineo di sei chilome-
continentale nuto dal Ministero per l’Uni- grandi centri dell’Asia Minore. tri, sfociava nell’attuale
e a cui erano attribuiti versità e la Ricerca scientifica Ben presto però si stabilirono laguna di Marano verso i
poteri magici.
sia un programma di cataloga- o in altri musei, come i civici di ad Aquileia botteghe capaci di percorsi endolagunari e marittimi. stiame e pelli». La ricchezza mercantile e deriva- RICCHEZZA
Tra i manufatti
Particolare di uno degli
di maggior pregio zione informatizzata in colla- Trieste e di Udine, o ancora in realizzare prodotti raffinati co- Il cruciale ruolo di Aquileia quale ricchissimo ta dall’indotto trova riflessi vividi nella crescita esagoni con immagini
sono gli anelli, borazione con il Centro di Vil- grandi musei europei, in parti- me statue ideali, ritratti, scul- crocevia commerciale tra Mediterraneo ed Euro- economica della società aquileiese: sempre dal I di animali che decorano
con motivi di raffinata
la Manin di Passariano (Ud), colare il Kunsthistorisches Mu- ture da arredo, sarcofagi, ispi- pa balcanico-continentale ci è noto grazie a mi- sec. d.C. prese avvio la costruzione di grandi ca- il pavimento a mosaico
esecuzione.
relativo a tutta la scultura anti- seum di Vienna. Quest’ultima rati ai modelli delle grandi of- gliaia di reperti ed è fissato nelle parole del geo- se con corti porticate o giardini interni, famose con figura femminile
(Aquileia, Museo Arch.)
riportato in luce nel
ca del Friuli Venezia Giulia. Da destinazione si spiega con la ficine della Grecia e di Roma. grafo Strabone: «Aquileia […] può essere in tutto il mondo antico per i ricchissimi appa- 2009 nella domus “delle
REALISMO Aquileia proviene la stragran- presenza di archeologi austria- Monika Verzár raggiun­ta dai navigli commerciali attraverso il rati musivi. Bestie ferite” (IV sec.).
Ritratto maschile di età
tardorepubblicana
(fine I sec. a.C.), LA DOMUS “DELLE BESTIE FERITE”
probabilmente
da un contesto Quattro secoli di vita. Dal 2007 l’Università di Padova ha ripreso le indagini nella
funerario. casa detta “delle Bestie ferite”, una ricca domus nel quartiere residenziale settentrio-
Si noti la resa nale. L’edificio era stato parzialmente messo in luce nei primi anni Sessanta in occa-
realistica del volto, sione di sondaggi di emergenza, che resero noto un ricco pavimento musivo con
tipica espressione
scene di caccia e immagini di animali feriti, prima del completo reinterro dell’area.
del ritratto romano.
(Aquileia, Museo Arch.) Le recenti indagini hanno permesso una prima ricostruzione della domus, evidenzian-
done la ricchezza nelle diverse fasi di utilizzo per un periodo di oltre quattro secoli.
La signora con le rose. Il primo impianto risale almeno al I sec. d.C., momento a cui
bisogna riferire una serie di strutture e tappeti musivi, fra cui un grande pavimento
ARTE DEL VETRO bianco e nero a reticolato di quadrati ornato da motivi floreali, rinvenuto sotto ai
Scorcio dell’eccezionale successivi livelli di vita. La fase più sfarzosa e conservata della domus si colloca
collezione di manufatti invece nel pieno IV secolo. A questo periodo sono riferibili la monumentalizzazione
vitrei (I sec. a.C.
e IV sec. d.C.) della corte centrale con grandi lastre e una serie di vani gravitanti su di essa, di cui
prodotti nelle officine si sono riportati in luce i pavimenti musivi policromi a decorazione geometrica e
aquileiesi: pezzi figurata. Uno presenta, fra figure di pesci e volatili, un personaggio femminile
da mensa, contenitori stante, in cui è riconoscibile la padrona di casa, che sostiene un bocciolo e un cesto
per aromi
di rose.
e recipienti vari. Michele Bueno Marta Novello Monica Salvadori
(Aquileia, Museo Arch.)
14 15
* ➝ p. 16
mente il suo tessuto edilizio. Durante il regno stata*, ma determinarono la riduzione delle FAMIGLIA EMINENTE
(161-169) di Marco Aurelio e Lucio Vero è docu- funzioni delle banchine portuali e dell’utilizzo Monumento funerario
della gens aquileiese
mentato un debole attacco da parte di Quadi e del porto fluviale, penalizzato anche dalla diver- dei Curii (I sec. d.C.)
Marcomanni*, episodio bellico forse secondario sione del corso d’acqua in occasione dell’asse- ricostruito nel giardino
ma capace di provocare un autentico trauma do- dio. Per Aquileia – definita ancora alla fine del del Museo archeologico.
Si compone di un’edicola
AQUILEIA
po due secoli di pace e prosperità. Ben più pe- IV secolo dal poeta Ausonio «moenibus et portu a pianta triangolare
sante fu l’assedio nel 238 dell’usurpatore Massi- celeberrima», ‘per le mura e il porto celeberrima’ all’interno di un recinto
mino il Trace*, narrato nei dettagli da Erodiano – iniziò così una parabola discendente, segnata delimitato da lastre
lapidee e cippi.
(Storia dell’impero 8, 2-6). Ristrutturate le antiche dal ridursi del traffico commerciale e dal molti-
mura di età repubblicana, quasi completamente plicarsi dei fatti d’arme, che ne destabilizzarono
Chi sono gli autori: J.
demolite nel clima della pax augustea, tutta la po- l’economia. Il 18 luglio del 452 Attila riuscì a Bonetto, M. Salvadori, asso-
polazione respinse l’assalto del “nemico pubbli- espugnare la città – violata per la prima volta ciati di Archeologia e sto-
ria dell’arte greca e romana
co”, ucciso alla fine dal suo stesso esercito, per dopo seicento anni – incidendo pesantemente all’Università di Padova; M.
cui gli abitanti della fedele città «si presentarono sul tessuto architettonico e socioeconomico. La Bueno, assegnista di ricerca
presso l’Università di Padova;
come i difensori e i salvatori dell’Italia». vita di Aquileia non cessò, ma il saccheggio de- A. Del Bianco, direttore Fon-
L’episodio segnò un mutato ruolo di Aquileia, gli Unni – troppo spesso relegato dalla critica a dazione Aquileia; D. Dobreva,
C. Previato, dottorande in Ar-
che per tutto il IV e metà del V secolo fu al centro mera leggenda – segnò una marcata discontinu- cheologia presso l’Università
di assalti o scontri militari tra fazioni diverse per ità nella parabola storico-urbanistica della città, di Padova; L. Fozzati, soprint-
endente per i Beni archeolog-
Aquileia tardoantica il controllo dell’impero, recuperando quella fun- che da allora crebbe prevalentemente all’ombra ici del Friuli Venezia Giulia;
NECROPOLI fra crisi e grandiosità zione di “città di frontiera” che l’aveva caratteriz- del potere religioso attorno al nucleo episcopale G. Furlan, specializzando in
Archeologia classica presso
Il cosiddetto Sepolcreto zata nei primi secoli. Questo clima di difficoltà cresciuto a partire dal IV secolo nell’area meri-

T
l’Università di Padova; F.
(fine I-III sec. d.C.), ra II e III secolo la città mantenne il ruolo non impedì una nuova stagione di crescita e di dionale dell’antica colonia. Ma questo è un altro Ghedini, ordinario di Archeo-
a occidente del nucleo logia e storia dell’arte greca
urbano lungo di terminale dei traffici marittimi che risa- ricchezza nel corso del IV secolo, quando la città, capitolo della storia millenaria di Aquileia. e romana all’Università di
una via minore. livano l’Adriatico, potenziando ulterior- in seguito alle riforme di Diocleziano, fu nomi- Jacopo Bonetto Cristiano Tiussi Padova; P. Maggi, L. Mandruz-
zato, F. Oriolo, C. Tiussi, col-
nata capitale della provincia Venetia et Histria e laboratori della Soprinten-
divenne in più occasioni residenza imperiale. denza per i Beni archeologici
LA FONDAZIONE AQUILEIA del Friuli Venezia Giulia; F.
Ciò determinò l’attivazione di una zecca dal 294, Maselli Scotti, già direttore
ma anche l’avvio di importanti cantieri, come Strumento di valorizzazione. La Fondazione Aquileia è uno dei primi esempi in Italia di “organismo di va-
del Museo nazionale archeo-
lorizzazione”, come previsto dal Codice per i beni culturali e il paesaggio (art. 112). Vi partecipano Mini- logico di Aquileia; E. Murgia,
quelli dei grandiosi magazzini per granaglie a
stero per i Beni e le Attività culturali, Regione Friuli Venezia Giulia, Provincia di Udine, Comune di Aquileia dottoranda in Archeologia
sud dell’attuale basilica cristiana (strategici per presso l’Università di Trieste;
e Arcidiocesi di Gorizia. M. Novello, assegnista di ri-
l’approvvigionamento degli eserciti impegnati
cerca presso l’Università di
sul confine danubiano), del circo e di un palazzo Ruolo proiettato nel futuro. La costituzione dell’ente nel 2008 è stata preceduta da un accordo tra Stato e Padova e collaboratore della
imperiale, nonché delle cosiddette “grandi ter- Regione Friuli Venezia Giulia, dove si sono definiti gli obiettivi di valorizzazione del sito, approvando nel Soprintendenza per i Beni ar-
me” volute da Costantino (306-337). contempo lo statuto dell’ente e l’elenco delle aree da conferire in uso allo stesso. Rientrano fra gli obiettivi ri- cheologici del Friuli Venezia
Giulia; M. Rubinich, associato
levanti della Fondazione il piano di valorizzazione, la musealizzazione delle aree archeologiche, i program-
A difesa di una tra le più splendide città del di Archeolgia e storia dell’arte
mi culturali e di sviluppo turistico, la realizzazione di strumenti innovativi di conoscenza e infine l’organizza- greca e romana all’Università
Mediterraneo, nella prima metà del IV secolo fu di Udine; P. Ventura, arche-
zione di eventi e spettacoli. La Fondazione è amministrata dal Consiglio, con compiti di indirizzo e
realizzata una nuova grandiosa cerchia, che am- programmazione, e dal Direttore, ai quali si affiancano il Collegio sindacale e il Comitato di vigilanza. Per il
ologo direttore coordinatore
della Soprintendenza per i
pliò di molto lo spazio urbano a ovest e a sud fi- finanziamento delle proprie attività la Fondazione dispone di conferimenti garantiti da Regione Friuli Venezia Beni archeologici del Friuli
no a includere i nuovi quartieri, per un’area Giulia e Provincia di Udine e ha beneficiato di finanziamenti da parte della Arcus s.p.a. Venezia Giulia; M. Verzár,
Anna Del Bianco ordinario di Archeologia e
complessiva di 85 ettari. Nel 361 le nuove mura Info: 0431.917619 www.fondazioneaquileia.it storia dell’arte greca e romana
difesero la città dalle legioni di Giuliano l’Apo- all’Università di Trieste.

*NON TUTTI SANNO CHE... *NON TUTTI SANNO CHE...


Anastilosi. Tecnica utilizzata in ambito arche- assediò senza successo Aquileia deviando il che detenne il potere imperiale senza mettere ad Aquileia nelle opere pubbliche (mura, por- l’Italia, distruggendo Opitergium (Oderzo - caput viae incerto: Rimini, Bologna o Adria)
ologico per la ricostruzione di edifici o di corso d’acqua che ne lambiva le mura. mai piede a Roma per gli impegni militari. to, canale Anfora) e nell’Italia settentrionale. Tv), ma assediando invano Aquileia. ad Aquileia. Secondo alcuni studiosi fu rea-
parti di essi crollati, ma di cui si conservano Insula. Caseggiato di più unità abitative, ma Municipium. Titolo concesso ai centri i cui cit- Plinto. Blocco lapideo quadrangolare desti- Triumviri. Tre personaggi pubblici che forma- lizzata nel 153 a.C. da Tito Annio Lusco,
gli elementi costitutivi. talvolta anche l’isolato a pianta rettangolare tadini avevano ottenuto il diritto di cittadinan- nato in fondazione a sostenere il peso dell’al- vano un collegio destinato a svolgere incari- mentre secondo altri nel 131 a.C. (o nel
Età romana repubblicana. Periodo tra l’istitu- compreso tra assi stradali. Ad Aquileia la di- za (ius romanum). Il municipio si dotava di zato oppure in alzato a sostenere parti della chi politico-amministrativi specifici. Ad Aqui- 128) da Tito Annio Rufo. Raggiungeva la cit-
zione del regime repubblicano a Roma (509 mensione degli isolati non era costante a cau- un proprio statuto (lex municipalis) ed entra- costruzione. leia operarono i triumviri coloniae deducen- tà da nord-ovest.
a.C.) e la sua evoluzione in Principato al tem- sa della variazione della griglia stradale, va in pieno possesso di un territorio (ager Pluteo. Balaustra formata da lastre parallele- dae, incaricati cioè delle operazioni di fon- Via Postumia. Strada consolare tracciata da
po di Augusto (fine I sec. a.C.). Per Aquileia condizionata dall’andamento sinuoso del fiu- municipalis) che costituiva la base della sua pipede prevalentemente in pietra, che pote- dazione della città. I triumviri del 181 a.C. Spurio Postumio Albino nel 148 a.C. Con-
è compresa tra la fondazione della colonia me e dal percorso non del tutto regolare della economia. Aquileia fu trasformata da colo- va essere decorata da cornici o rilievi. furono Publio Cornelio Scipione Nasica, giungeva Genova sul Tirreno con Aquileia
(181 a.C.) e la fine del I sec. a.C. cinta. nia in municipio subito dopo la guerra civile Quadi e Marcomanni. Popolazioni originarie Gaio Flaminio, Lucio Manlio Acidino. Nel sull’Adriatico attraversando tutta la regione
Giuliano l’Apostata (Flavio Claudio Giulia- Massimino il Trace (Gaio Giulio Vero Massi- e la legislazione conseguente del 90-89 a.C. dell’Europa settentrionale che tra I sec. a.C. 169 a.C. per il rinforzo della colonia, opera- padana. Svolse, particolarmente nella Vene-
no). Elevato al trono per proclamazione delle mino). Salito al trono nel 235, morì sotto le Pietra d’Istria. Roccia calcarea cavata nella e I sec. d.C. migrarono attraverso varie re- rono Tito Annio Lusco, Publio Decio Subulo e tia, un fondamentale ruolo di “strada di ar-
truppe, fu imperatore dal 361 al 363, l’ulti- mura di Aquileia il 10 maggio del 238 in se- penisola istriana. Quasi bianca e compatta, gioni orientali (Moravia, Slovacchia, Panno- Marco Cornelio Cetego. roccamento” alla base delle Prealpi per la
mo a sostenere il paganesimo contro il cri- guito al fallito assedio. Fu il primo imperatore è un ottimo materiale da costruzione. Tra- nia). Nella seconda metà del II secolo (167- Via Annia. Strada realizzata nel II sec. a.C. difesa dei territori di confine. Raggiungeva
stianesimo (da cui l’appellativo). Nel 361 “barbaro” (privo di cittadinanza alla nascita) sportata via mare, fu largamente impiegata 170), al tempo di Marco Aurelio, invasero per unire la pianura padana orientale (da un la città da nord.

16 17
AQU ILEIA
FRA ROMANITÀ E MEDIOEVO

DEI PATRIARCHI
In età tardoantica sullo scorcio di una storia e di un ruolo
che l’avevano posta fra le capitali dell’impero romano
la città sul Natissa si alimenta del prestigio di una potente sede
vescovile e di un complesso basilicale fra i più belli della cristianità
Testi di Andrea Bellavite Arnaldo Becci Enrico Gallocchio Patrizio Pensabene Alessio Persic
A cura di Fondazione Aquileia
Foto di Gianluca Baronchelli Enzo Andrian
Credito fotografico: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia

COMPLESSO PALEOCRISTIANO. La basilica


di Aquileia, l’antistante battistero ottagonale
del IV secolo e il campanile voluto nell’XI secolo
da Poppone. La vasta piazza Capitolo
– così chiamata in memoria dei canonici
collaboratori del Patriarca – è stata ristrutturata
con il perimetro delle precedenti costruzioni
paleocristiane evidenziato in marmo di Aurisina.

18 19
P
BUON PASTORE
Nel mosaico dell’aula
OCHI ANNI DOPO L’EDITTO Dignità di patriarchi isolata nella città in decadenza. Nel corso del VI ELIA VESCOVO
Il monogramma
di Milano* del 313 ad Aquileia per i vescovi di Aquileia secolo le vicende politiche e le controversie teo-
sud della basilica di Helias episcopus
esiste una basilica, costituita da logiche provocano uno scisma. Si tratta di una

A
patriarcale: pastore inserito nel mosaico
sollevato da terra due aule parallele unite da una ll’inizio del IV secolo ad Aquileia è dun- complessa questione risolta dal concilio Costan- della cattedrale di
con pecora sulle spalle terza e da un vano battesimale que vescovo Teodoro, che – come pos- tinopolitano II (553) con la condanna di alcune Grado, consacrata dallo
e un’altra ai suoi piedi stesso nel VI secolo.
che lo guarda. con vasca a ellisse. E c’è un vesco- siamo leggere nel clipeo* dedicatorio – affermazioni (i cosiddetti Tre Capitoli*) di tre La dedica della chiesa
vo, Teodoro, la cui memoria storica è trasmessa ‘con l’aiuto di Dio e del gregge affidato dal cielo’ padri greci: tale deliberazione – sottoscritta dal a sant’Eufemia, martire
in basso a destra dagli atti del concilio di Arles (314): Teodoro vi edifica e consacra la prima basilica. Tra il 325 e papa e sollecitata dall’imperatore – era di Calcedonia, fu una
POTERE
PATRIARCALE partecipa insieme al diacono* Agatone. Quel- il 381 la chiesa aquileiese vive con intensità lo stata ritenuta contraddittoria rispetto al
Scorcio della basilica lo di Aquileia è uno dei primi edifici di culto scontro tra ortodossia nicena* ed eresia ariana*: dettato di Calcedonia* (451) al quale la
di Aquileia cristiani, a dimostrazione di una comunità già una stagione di grande incertezza dovuta al dub- chiesa di Aquileia voleva restare fedele.
con il campanile.
La colonna in primo strutturata. Ma cos’era accaduto prima della bio sui fondamenti dottrinari, ma anche ai sem- Nel 579 il vescovo Elia consacra la nuo-
piano è una delle due svolta costantiniana? Come giunse ad Aquileia pre più evidenti intrecci fra questioni religiose e va cattedrale di Grado dedicandola pro-
superstiti del grande il primo annuncio del Vangelo? Da quando si politiche. Fatto sta che nel 358 Fortunaziano prio a sant’Eufemia martire di Calcedo-
palazzo dei Patriarchi
costruito nell’XI secolo
può parlare di una Chiesa di Aquileia, con un sottoscrive il discusso Credo di Sirmio*, mentre nia, ribadendo così la distanza dalle
su precedenti strutture vescovo circondato da presbiteri* e diaconi? Ad il successore Valeriano si schiera con decisione posizioni di Roma e Costantinopoli.
romane, abitato Aquileia, all’estremità dell’Adriatico, si sviluppò a controversie antignostiche* della seconda metà contro questa eresia e nel 381 presiede il concilio Le pressioni per la ricomposizione
fino al XVI, poi lasciato
uno dei più importanti porti fluviali del mon- del III secolo. Secondo la tradizione, il fondatore di Aquileia, dove Ambrogio di Milano trascina i sono forti, ma, subito dopo la morte di
a un progressivo
degrado durato do antico, punto ideale per gli scambi commer- della Chiesa di Aquileia sarebbe l’evangelista vescovi alla condanna di Palladio di Raziaria e Elia, quello che ormai è riconosciuto
fino alla completa ciali e tappa ineludibile di ogni percorso verso Marco ed Ermagora il primo vescovo; dal canto Secondiano di Singiduno, assertori delle idee come un patriarcato* si spezza in due
demolizione il Nord e l’Est europei. Mercanti e soldati non suo la ricerca storica riconosce una cattedra epi- filoariane di Fotino*. parti, una con residenza a Grado l’altra
settecentesca.
portarono solo prosperità, ma favorirono la dif- scopale non prima del 250. Gli antichi cataloghi Segue un periodo di relativa tranquillità sul ad Aquileia (poi, dato il ruolo sempre
ARTE ROMANICA fusione di idee filosofiche e religiose. Nei primi dei martiri hanno trasmesso numerosi nomi di versante teologico, suggellata dal ventennale più marginale dell’antica città romana,
Gli affreschi dell’abside secoli della nostra era è attestata la presenza di cristiani uccisi nel corso di persecuzioni. Molte episcopato di Cromazio (388-408). Alla ritrova- a Cividale sede del ducato longobardo scelta con cui il vescovo
romanica realizzata Elia sottolineava
al tempo del patriarca
correnti gnostiche* e culti misterici* oltre che delle lo­­­ro storie fanno parte della letteratura nota ta serenità dottrinale non corrisponde la situa- del Friuli). Anche se lo scisma si ricompone nel
la posizione della Chiesa
Poppone (metà XI sec.) di una vivace comunità ebraica. come Acta Martyrum, ma alcune hanno trovato zione geopolitica: durante il V secolo le sempre 699, le due chiese continuano il loro percorso di Aquileia nell’ambito
con il pulpito Ma non è facile ricostruire la vita della prima conferma archeologica: a San Canzian d’Isonzo più frequenti migrazioni di popoli seminano divise: quella sviluppata sulla terraferma assume delle dispute teologiche
rinascimentale in primo dell’epoca.
comunità cristiana: è probabile un legame inizia- (Go), una decina di chilometri a est della città, distruzione e costringono gli abitanti della terra- un ruolo sempre più importante nell’ambito di
piano. A sinistra
si riconoscono le con i circoli ebraici, così com’è plausibile l’in- sono state scoperte alcune tombe appartenenti ferma a rifugiarsi sulle antistanti isole della lagu- un vasto territorio nel cuore dell’Europa; quella VESCOVO ILLUMINATO
i santi Ilario, Taziano fluenza delle intuizioni esegetico-teologiche dei con ogni probabilità ai tre fratelli Canzio, Canzia- na, a cominciare dalla vicina Grado: i successori con sede in Grado trasferisce la propria influen- Cromazio (388-408)
e Marco con il Duca padri preniceni*, in particolare gli alessandrini no e Canzianilla e al precettore Proto, la cui vicen- di Cromazio contribuiscono così alla costruzio- za sul mare fino al 1451 quando, sulle sue cene- annuncia la Parola:
di Carinzia e Poppone affresco di P.A. Novelli
che offre alla Vergine il Clemente e Origene. Senz’altro ad Aquileia è dif- da era stata narrata dai vescovi Venanzio Fortuna- ne delle chiese gradesi senza trascurare periodici ri e su quelle della subordinata diocesi di Castel- (1790) nelle sacrestie
modello della basilica. fuso un credo, le cui specificità sembrano riferirsi to, Massimo da Torino e da altri. restauri alla basilica di Aquileia, sempre più lo, nascerà il Patriarcato di Venezia. ➝ a p. 27 della cattedrale di Udine.

CROMAZIO DI AQUILEIA
Nel tramonto dell’età classica. Cromazio è vescovo di Aquileia dal 388 alla morte, avvenuta durante o poco dopo l’invasione visigotica di
Alarico del 408. Quinto successore di Teodoro, che aveva edificato le aule della cattedrale con i famosi mosaici, arricchisce l’eredità degli
immediati predecessori: Fortunaziano, che alla guida della Chiesa di Aquileia – in Italia seconda solo a Roma per dignità – contribuì con
accorte mediazioni alla resistenza cattolica contro l’arianesimo favorito dagli imperatori, e Valeriano, che consolidò il gregge nell’ortodos-
sia nicena, anche presiedendo il concilio di Aquileia (381) per spegnere gli ultimi focolai ariani dell’Illiria; dagli atti dell’assise aquileiese
risuona la voce risoluta dell’allora prete Cromazio.
Grande autorità morale. Rufino da Concordia e Gerolamo da
Stridone ci tramandano l’impresa che già verso il 370 fa del
giovane Cromazio un maestro di nuove tendenze spirituali: il
monasterium, «famoso per la somiglianza a un coro di santi»
che – come riferisce Gerolamo – raccoglie intorno alla sua
famiglia clerici e «monaci insigni» fin dalla Siria. Se ne dispie-
ga una vasta rete di amicizie, da cui l’autorità di Cromazio
incrementa la cultura paleocristiana: soprattutto l’ardita tradu-
zione della Bibbia dall’ebraico effettuata dallo stesso Gerola-
mo e la divulgazione di teologia e storiografia greco-cristiane
fra le popolazioni latine a opera di Rufino. Da vescovo, Cro-
mazio si distingue come omelista ed, emulando Fortunaziano,
come esegeta. Pochi frammenti sopravvivevano della sua
opera, ma la riattribuzione a Cromazio – da parte dei filologi
francesi Raymond Étaix e Joseph Lemarié – dei Sermoni e dei
Trattati su Matteo, trasmessi sotto falso nome, spalanca orizzon-
ti di ricerca sulla storia di Aquileia cristiana. Alessio Persic

20 * ➝ p. 30
21
Nella splendida basilica dei patriarchi rie due aule di culto gemelle,
nuovi poli attrattori della cri-
presso il foro, per impreziosire
il nuovo nucleo vescovile.
stianità aquileiese al tempo di
Il più importante e visitato monumento di Aquileia Costantino. I due ambienti, La basilica come la vediamo.
è una stratificazione di oltre duemila anni di storia probabilmente, accoglievano Anche questo assetto tuttavia
uno le funzioni liturgiche e ebbe vita breve, sconvolto dal
l’altro l’istruzione dei catecu- saccheggio di Attila (452): sono

A
L’INTERNO chiunque si avvicini ad del mare, accolse grandi ma- meni, non ancora battezzati. state individuate distruzioni, in
La basilica Aquileia, attraverso le gazzini per lo stoccaggio delle Nonostante la ricchezza de- particolare presso l’aula nord,
con lo splendido
pavimento a mosaico pianure che la circon- merci, ed è forse attraverso la gli apparati decorativi, quali i che non fu più ricostruita. Sorte
dell’originaria aula sud dano, appare a mo’ di segnacolo trasformazione di alcuni di que- mosaici pavimentali e i dipinti diversa toccò all’aula sud e al
del vescovo Teodoro il maestoso campanile della sti che, all’inizio del IV secolo, di pareti e soffitti, le due aule connesso battistero: questi, forse
(inizi IV sec.)
e gli archi gotici cattedrale, vertice di una stra- l’area acquisì una definitiva ben presto (tra metà e fine del meno colpiti, e quindi eredi del
fatti realizzare tificazione storica lunga oltre impronta cristiana. IV secolo) vennero sostituite culto durante la dominazione
dal patriarca Marquardo venti secoli. Gli scavi, avviati a da un più imponente progetto bizantina, all’inizio del IX secolo
di Randeck (XIV sec.).
Al mattino il sole fine Ottocento, hanno rimesso Si forma il grande complesso edilizio. Prima Fortunaziano furono oggetto di un imponente
batte su un settore in luce ai piedi dello stesso paleocristiano. Straordinario (342-357), poi Cromazio (388- restauro voluto dal patriarca
dei mosaici campanile una ricca domus di reperto di questo mutamento 408), vescovi nel periodo di Massenzio. Attraverso il recupe-
con raffigurazioni
di animali e nodi
età augustea, che ci indica il è il tappeto musivo (quasi 750 maggior splendore di Aqui- ro dei materiali delle precedenti
gordiani a due primo utilizzo dell’area lungo metri quadri), visibile appena leia tardoantica, triplicarono costruzioni, venne impostato lo
e tre corde intrecciate. le sponde del fiume Natissa, in si entra nell’attuale basilica, le superfici delle precedenti schema che la basilica manterrà
una zona periferica rispetto al voluto agli inizi del IV secolo aule, seguendo modelli del- fino ai nostri giorni, inserendo
centro della colonia romana. In dal vescovo Teodoro, com’è la cristianità dell’Urbe come il transetto e l’abside di fondo e
piena età imperiale (I-III sec.), citato sullo stesso mosaico, per san Pietro: furono aggiunti un isolando il battistero dagli edi-
questo quartiere, in direzione pavimentare una delle origina- quadriportico con episcopio fici che lo attorniavano.

successive costruzioni friulane nelle due foto sopra


BATTISTERI
e istriane. Va segnalata, sempre Resti del secondo
nell’XI secolo, in pieno perio- battistero di Aquileia
do crociato, la costruzione di della metà del IV secolo
(il primo, quello
un Santo Sepolcro all’attacco teodoriano, databile
della navata settentrionale. Le a prima del 320,
ultime modifiche risalgono al si trova sotto il muro
perimetrale nord
Quattrocento, con l’introdu- della basilica),
zione, secondo un attardato detto “atanasiano”
stile gotico, di arcate ogivali dal vescovo Atanasio
di Alessandria
tra le navate, sopraelevate su d’Egitto, presente
nuovi pulvini decorati, e nel alla consacrazione
Cinquecento con il soffitto della nuova basilica
aquileiese (345) al
ligneo a carena di nave che tempo di Fortunaziano.
ancora si conserva. Vediamo poi il terzo
battistero,
quello voluto
Straordinario percorso di vi-
da Cromazio (388-408)
sita. In epoca moderna, a parte con vasca esagonale
di fronte all’aula nord e un Sorge l’imponente campa- un bombardamento austriaco e struttura
battistero ottagono di fronte a nile. Sarà Poppone, patriarca durante la Prima guerra mon- muraria ottagonale.
quella sud, che sostituì quello tra il 1019 e il 1042, forse diale (che arrecò lievi danni),
paleocristiano (ancora visibile) a causa di un terremoto nel saranno gli scavi archeologici a
tra le due aule di Teodoro. Inol- 958, a riprendere la facciata modificare l’aspetto del monu-
a sinistra
tre si rialzarono le superfici (ciò della basilica secondo il gu- mento, permettendo lo svilup-
SOVRAPPOSIZIONE
che ha consentito di conservare sto romanico e a introdurre po di un suggestivo itinerario: Le fondamenta
le precedenti pavimentazioni capitelli e basi realizzati ex- futura tappa sarà la Südhalle, del campanile
musive), rivestite con nuovi novo in calcare di Aurisina uno dei vani addossati al bat- popponiano
(inizi XI sec.)
mosaici, e si reimpiegarono (cavato nel vicino Carso), ma tistero con i suoi mosaici dei sui mosaici teodoriani
spoglie architettoniche, spesso soprattutto edificando, lì do- tempi di Cromazio. dell’originaria aula
in marmo, da edifici pubblici ve in origine sorgeva l’aula nord (inizi IV sec.)
Patrizio Pensabene Enrico Gallocchio nel complesso
aquileiesi in abbandono, co- settentrionale, il campanile di paleocristiano
me il teatro o la basilica civile settanta metri, prototipo per Info basilica: 0431.91067 di Aquileia.

22 * ➝ p. 30
23
Mosaici per la nuova religione
I
mosaici realizzati all’epoca da pescatori che con reti e canne raffigurazioni è complessa: se- p. a fronte
di Teodoro, uno dei primi cercano di catturarli. È evidente il condo alcuni si tratta dell’al- VARIETÀ DI MOTIVI
Nel pavimento
vescovi aquileiesi, coprono richiamo all’allegoria evangelica legoria della chiesa terrestre e dell’originaria aula
La basilica di Aquileia conserva il più esteso il pavimento delle originarie della morte e resurrezione di celeste, secondo altri di figure nord della basilica
pavimento a mosaico del mondo occidentale cristiano due aule di culto (sud e nord) Gesù, ma anche ai simboli batte- ornamentali, oppure di rap- patriarcale (inizio
IV secolo): ariete con
realizzate prima del 320, sopra simali dove il catecumeno “tratto presentazioni ispirate a testi scritta Cyriace vibas
alle quali si svilupperà il succes- fuori” dal fonte lascia dietro di gnostici. Prima di addentrarsi e, accanto, lotta fra
sivo complesso basilicale così sé la vita contrassegnata da un nello stretto corridoio fra muro gallo e tartaruga, scena
allusiva alla vittoria
come oggi lo vediamo. destino di morte per entrare nella perimetrale nord della basilica e della fede ortodossa,
Chiesa di coloro che vivono per torre campanaria, vediamo due simboleggiata
Il grande tappeto musivo sempre. Suggestiva è la raffigu- cesti, uno con funghi e l’altro dal gallo che canta
il sorgere del giorno,
dell’aula sud. È dominato dal- razione di un pastore che tiene pieno di chiocciole. I mosaici contro l’eresia,
la “storia di Giona” nelle tre sulle spalle una pecora, mentre che seguono colpiscono per rappresentata dalla
tipiche raffigurazioni paleocri- un’altra ai suoi piedi ne osserva intensità di colori e perfezione tartaruga ritenuta,
come ricorda il nome,
stiane: il mostro marino mentre il volto; ai lati un antilope e un formale: un asino che raglia, un “animale del tartaro”,
inghiotte il profeta che si era cervo sembrano correre verso di capro con le insegne episcopali cioè degli inferi.
rifiutato di predicare a Ninive; lui. Nel riquadro centrale una e splendidi polli sultani che
Giona rigettato sulla spiaggia vittoria alata è circondata da introducono al riquadro forse
prima di affrontare la missione figure umane al lavoro. Infine, più affascinante, dove su alberi
ricevuta; il riposo sotto un per- probabilmente aggiunta dopo stilizzati si riconoscono un nido STORIA DI GIONA
Mosaico dell’aula sud
golato dopo la conversione della il concilio di Aquileia del 381, di pernici, capretti in riposo, della basilica
città. La scena si colloca in un è una scena di lotta tra gallo e perfino una razza e un’aragosta di Aquileia: circondato
mare popolato di pesci insidiati tartaruga, forse un richiamo alla che si sfiorano. Infine, vengono dal mare con pesci,
controversia ariana. l’ariete con la scritta «Cyriace imbarcazioni
e pescatori, il profeta
MOSAICO GRANDIOSO vibas», forse un’esortazione alla Giona viene rigettato
Straordinaria vista zenitale I mosaici dell’aula nord. Sono vita definitiva rivolta a ogni dal mostro marino
sul pavimento musivo dell’aula visibili intorno alle poderose “uomo del Signore”, e di nuovo e riposa sotto
sud conservato all’interno della un pergolato dopo
basilica patriarcale: sono circa fondamenta del campanile del- una vivace scena di lotta tra gal- la predicazione
750 metri quadri di superficie. l’XI secolo. La simbologia delle lo e tartaruga. A.B. a Ninive.

24 25
24 25
Sotto l’altare la cripta degli affreschi Lunga e travagliata
stagione del Patriarcato
Bertrando è la città di Udine che diviene l’auten-
tico punto di riferimento politico, religioso e
culturale del Patriarcato. Nel 1348 un terremoto

N
Immagini “eroiche” del primo cristianesimo nell’ambiente ell’ultimo quarto del millennio i patriar- danneggia la basilica, che viene restaurata qual-
voluto dal patriarca Massenzio per le reliquie dei martiri chi aquileiesi rimasti sulla terraferma che decennio dopo in chiave gotica dal patriarca
hanno dunque come propria sede prin- tedesco Marquardo di Randeck. ➝ a p. 30
cipale Cividale, con compiti di natura spirituale,
giurisdizionale e missionaria. In primo luogo
UNA “SOCIETÀ” PER LA BASILICA
mistero cristiano della salvezza legame con Roma: Pietro che cercano di ricostruire l’unità spezzata del Patriar- Il compito della conservazione. Amministrare una basilica come quella di Aqui-
dalla morte è raccontato da una invia Marco ad Aquileia; l’evan- cato, ma sono sforzi destinati al fallimento nono- leia richiede grande impegno, tenendo conto di oltre duecentocinquantamila
dormitio virginis* nonché da un gelista che sceglie Ermagora e stante numerose sentenze sanciscano la legittimi- visitatori ogni anno. Già all’inizio del XX secolo l’arcivescovo di Gorizia mons.
ciclo pittorico del quale sono ri- lo presenta allo stesso vescovo tà della loro autorità anche sulla sede scissa di Francesco Borgia Sedej aveva fondato una “Società”, attiva fino scoppio della
masti crocefissione, deposizione di Roma perché lo consacri. Si Grado. Dal punto di vista giurisdizionale la me- Prima guerra mondiale (1915), per la gestione del prestigioso complesso. Nel
dalla croce e sepoltura di Gesù. vede poi il nuovo pastore men- tropolia di Aquileia alle soglie del Mille compren- 1989 la basilica è stata dotata di un nuovo organo amministrativo, erede della
tre ritorna nella città e che per de importanti diocesi, tra le quali Como, Manto- mai estinta Società, che ora si chiama “Società per la conservazione della
Fascino della Leggenda mar- compiere la missione si affianca va, Verona, Vicenza, Padova, Treviso, Trento, basilica di Aquileia”, giuridicamente una fondazione: presidente è l’Ordinario
ciana. Presso la finestra centrale come diacono Fortunato; ci so- Belluno, Feltre, Concordia, Ceneda, Trieste, Ca- dell’Arcidiocesi di Gorizia, attualmente mons. Dino De Antoni, che nomina il
ha inizio il ciclo più “stori- no immagini di predicazione, di podistria, Parenzo, Pola, Pedena ed Emona (Lu- Direttore e il Consiglio di amministrazione; per salvaguardare la relazione con
le finalità pastorali il parroco pro tempore è membro di diritto del Consiglio. La
co” che illustra la cosiddetta battesimo e atti di carità, nello biana), e per tutto il Medioevo sarà la più vasta
Società fa parte della Fondazione Aquileia. Arnaldo Becci
Leggenda marciana (dal nome schema tipico delle biografie de- diocesi d’Europa. Da Cividale, inoltre, partono i
dell’evangelista Marco - ndr): un gli antichi fondatori. Il successo
racconto diffuso ai tempi dello della predicazione di Ermagora
IL CIMITERO DEGLI EROI
scisma “dei tre Capitoli”* per e Fortunato suscita invidie e i
Battaglie dell’Isonzo. Dal campanile di Aquileia siamo in vista dei campi di bat-
rivendicare alla Chiesa di Aqui- due vengono perseguitati a cau-

L
taglia della prima guerra mondiale. Il monte San Michele, Gorizia con le colline
ALLE ORIGINI a cripta sottostante l’altare leia il titolo patriarcale; l’auto- sa della fede, trascinati davanti
La cripta massenziana e l’altipiano della Bainsizza furono per oltre due anni teatro delle sanguinose
maggiore della basilica revolezza della narrazione non al tribunale, gettati in carcere; “battaglie dell’Isonzo”. Centinaia di migliaia di morti... Nel 1915, durante la
(IX sec.) della basilica
patriarcale e scene di Aquileia fu realizzata fu mai messa in dubbio durante con particolare realismo sono prima fase del conflitto, Aquileia viene conquistata dagli italiani; nell’ottobre
degli affreschi dal patriarca Massenzio nel IX il medioevo, al punto da rite- rappresentati la decapitazione 1917, dopo Caporetto, torna sotto l’Impero Austro-Ungarico, per rientrare
che illustrano secolo per le reliquie dei mar- nere che Marco avesse scritto e la sepoltura dei corpi, pieto- definitivamente nel Regno d’Italia a seguito dei trattati di pace.
la Leggenda marciana:
Pietro invia Marco tiri aquileiesi Ermagora e For- il suo vangelo proprio qui. Gli samente raccolti dai discepoli e Quel “milite ignoto”. Il suggestivo cimitero realizzato dietro l’abside della basi-
ad Aquileia; tunato e mantiene tuttora la affreschi sottolineano un forte collocati nel sepolcro. A.B. lica patriarcale raccoglie alcuni fra i primi caduti italiani sul Carso; profanato
consacrazione destinazione originaria: in due durante la rioccupazione austriaca, dopo il 1919 è stato restituito alla pietà dei
del vescovo Ermagora
da parte di Pietro
bacheche di vetro sono visibili familiari. Vi sono interrate anche le salme di dieci soldati dei quali non si cono-
GRANDE GUERRA. Scorcio del cimitero retrostante
alla presenza di Marco; i preziosi reliquiari con fram- sce il nome: l’undicesimo, scelto da Maria Bergamas, una madre di Gradisca
la basilica di Aquileia con tombe di soldati italiani:
decapitazione menti di ossa. Gli affreschi che d’Isonzo che aveva perso il figlio in guerra, nel 1921 è stato solennemente tra- statua realizzata da Ettore Ximenes nel 1917 con l’Angelo
di Ermagora sportato a Roma e sepolto sotto l’Altare della Patria come “milite ignoto”. A.B. della Carità che sostiene un soldato morente.
la decorano, singolare intreccio
e del diacono
Fortunato; sepoltura tra arte cristiana d’Oriente e
di Ermagora Occidente, sono ritenuti della missionari, entro limiti concordati con la confi-
e Fortunato. seconda metà del XII secolo. nante metropolia di Salisburgo: dall’antica matri- SUL FRIGIDO LE SORTI DEL CRISTIANESIMO
Le lunette rappresentano scene ce aquileiese nasceranno così nuove chiese, soprat- Scontro fra due imperi. Tra il 5 e il 6 settembre del 394, cinquanta chilometri a
della redenzione; il soffitto è de- tutto fra i popoli slavi. nordest di Aquileia, fu combattuta un’importante battaglia. L’impero era diviso in
dicato alla tradizione del primo Tra i patriarchi di questo periodo sono da cita- due parti, quella occidentale con a capo Flavio Eugenio sostenuto dal generale
vescovo e del suo diacono. Il re Paolino (787-802), valente pastore e collabora- franco Arbogaste, quella orientale governata da Teodosio I. Il rifiuto di accettare
la ricomposizione dell’unità scatena una guerra che troverà epilogo presso Ai-
tore di Carlo re dei Franchi, poeta cantore dell’or-
dussina, vicino alle sorgenti del Frigido, l’odierno Vipacco affluente dell’Isonzo.
mai abbandonata Aquileia; Massenzio, che nel IX
Motivazioni religiose. Flavio Eugenio e Arbogaste propendevano per un ritorno
secolo diede una nuova impronta alla basilica
agli antichi culti, mentre Teodosio sosteneva il cristianesimo come unica religio-
patriarcale; Federico, che nel 921 guida la difesa ne dell’Impero. Curioso appare lo svolgimento dello scontro decisivo sul Frigido:
della terra friulana dalle invasioni degli Ungari; all’inizio gli “occidentali”, più numerosi e meglio armati, sembrano prevalere;
Wolfang von Treffen, detto Poppone, patriarca dal poi la miglior organizzazione dell’esercito orientale consente di vincere alle
1019 al 1042, familiare e ministro dell’imperatore schiere di Teodosio, con il conseguente definitivo affermarsi del cristianesimo
Corrado II, che investe la sua influenza in favore in tutto l’Impero: così la vittoria di Teodosio al Frigido ha per il cristianesimo
delle strutture portuali e di difesa di Aquileia e un’importanza pari a quella di Costantino al Ponte Milvio. E anche sul Frigido
promuove la ricostruzione della basilica secondo un intervento divino, secondo Teodosio, avrebbe favorito il rovesciamento del
le correnti architettoniche tedesche. fronte: le sorti degli “orientali” sembravano segnate quando cominciò a soffia-
Nel 1077 l’imperatore Enrico IV concede al re un vento potente, in grado di rallentare da una parte e favorire dall’altra il
patriarca Sigeardo l’investitura feudale: è l’inizio lancio dei dardi contro gli avversari. In realtà quel “vento”, la bora, spazza
spesso la valle del Frigido/Vipacco: non a caso lo scontro del 394 si tramanda
di uno Stato patriarcale come avamposto impe-
anche come “battaglia della bora”. A.B.
riale in Italia. A partire dal 1200 con il patriarca

26 * ➝ p. 30
27
Nel museo paleocristiano di Monastero MENSA “COPTA”. Ricomposta con i frammenti
ritrovati durante gli scavi di un’aula poco distante
dal museo e caratterizzata da dodici alveoli.
È un tipo di mensa eucaristica molto diffusa
Un monastero edificato sui resti di una grande basilica nel IV secolo soprattutto in ambiente egiziano
e dove ora sono collocati i reperti del primo cristianesimo e in Oriente, con accentuazione della dimensione
conviviale rispetto a quella sacrificale del sacramento.

TESTIMONIANZE. Epigrafi aquileiesi: lapide con scena


di battesimo di una bambina (IV sec.); lapide di Restuto
(probabilmente V sec.), l’africano morto ad Aquileia
dove ha trovato ‘più che i suoi stessi genitori’.

U
BASILICA RISCOPERTA n borgo di Aquileia consentito di scoprire che sul Straordinari reperti epigra- e segni che i fedeli dedicavano
La grande aula
di Monastero dov’è
porta ancora il nome sito, prima dell’istituzione del fici. Nell’atrio è collocata una ai loro cari nel momento della
allestito il Museo di Monastero, evidente monastero, era una grande mensa copta (IV sec.), con i morte. Tra tutte è significativa
paleocristiano richiamo al convento di bene- basilica con doppio strato dodici scranni degli apostoli, ri- l’epigrafe di tal Restutus che
di Aquileia. Gli scavi dettine ivi presente dal IX secolo di pavimenti musivi: chiamo a una versione orientale ‘venne dall’Africa per conoscere
hanno riportato in
luce una basilica del IV fino alla soppressione voluta la prima fase si data della cena eucaristica dove al si- questa città’ e che ‘avrebbe desi-
secolo, obliterata dal dall’imperatore austriaco Giu- intorno al 345, la gnificato sacrificale viene prefe- derato tornare nella sua patria’:
convento di benedettine seppe II nel 1782. L’edificio subì seconda circa un rito quello conviviale; al primo invece fu colpito da un morbo
a partire dal IX secolo.
poi una sorta di degradazione, secolo dopo. Si piano si distinguono la lapide maligno e ‘il suo dolore fu an-
utilizzato addirittura come de- ha una panora- del battesimo (IV sec.), intrisa cora più crudele, perché non
posito agricolo fino ai primi del mica dell’intera di simboli cristologico-trinitari, poté vedere alcuno dei suoi’;
PIETRO E PAOLO Novecento. aula basilicale e un rilievo incompiuto di Pie- ad Aquileia però ‘egli trovò
Rilievo incompiuto salendo ai due tro e Paolo che si scambiano un molto affetto, più di quanto
con l’abbraccio Torna in luce un’antica basili- piani ricavati gesto di riconciliazione. I reper- avrebbe ricevuto dai suoi stessi
fra i due apostoli
(IV sec.), ritrovato ca. La destinazione a museo risale per esporre le ti del secondo piano ci parlano genitori’. A.B.
nei pressi di Monastero. al 1961. Seguono scavi che hanno lapidi. dei primi cristiani, con scritte Info museo: 0431.91016

Un altro ricco edificio di culto.


Al primo piano è collocato il mo- LUNGO EPILOGO DI UNA GRANDE STORIA
saico dell’abside della basilica che Aquileia tardoantica. Nel IV secolo Aquileia è ancora una grande città portuale, crocevia di strade, sede del governatore della Venetia
si trovava in contrada Ca’ Tullio, et Histria. Ma la collocazione geografica che ne aveva favorito l’espansione fu anche un motivo della rovina. Già nel 401 con Alarico
detta “della Beligna” perché edi- si ebbe la prima invasione dei Visigoti: nel corso della lunga crisi che ne seguì le mura della città non riuscirono a fermare l’avanzata di
ficata con ogni probabilità su un popoli e condottieri provenienti da est. Nel 452 il passaggio degli Unni lasciò un ricordo talmente nefasto che nella tradizione popolare
tempietto dedicato a Beleno*: la del Friuli Attila è ancora simbolo di catastrofe.
BASILICA SCOMPARSA scena rappresentata è paradisiaca, Aquileia medievale. Dopo il 476 (fine dell’Impero romano d’Occidente) ad Aquileia si riscontra una ripresa, fino al 568, quando il lon-
Particolare con un giardino dove pascolano gobardo Alboino include la città nel Ducato del Friuli con capitale Cividale. Il trasferimento dei centri di potere provocò un prolungato
del pavimento abbandono, testimoniato dal degrado delle strutture antiche divenute cava di pietra per nuove costruzioni. Gli Avari, che passarono
a mosaico dell’abside
dodici agnelli ed è presente uno
splendido pavone, forse simbolo intorno al 780, diedero un’ulteriore scossa a una città ormai molto provata. Nel IX secolo il territorio di Aquileia, entrato a far parte del
della basilica aquileiese
detta “della Beligna” Sacro Romano Impero, vide una momentanea rinascita, almeno dal punto di vista dell’istituzione religiosa, grazie al sostegno di Carlo
del Cristo circondato dagli apo-
(fine IV sec.): Magno e poi degli imperatori tedeschi. Questi ultimi riconosceranno nel Friuli un avamposto al centro dell’Europa, tanto che nel 1077 Enrico
stoli. Da cui l’ipotesi che si tratti
il pavone è simbolo IV riconobbe l’autonomia di quello che successivamente fu chiamato “Stato del Friuli”, ponendovi a capo il patriarca Sigeardo. Il potere
di risurrezione della basilica “degli Apostoli” edi- temporale dei patriarchi durò tre secoli, fino al 1420, quando le sorti di Aquileia passarono nelle mani della Repubblica di Venezia. A.B.
e immortalità. ficata ad Aquileia attorno al 390.
28 * ➝ p. 30
29
Chi sono gli autori:
p. a fronte Termina il potere ca. La questione diventa sempre più spinosa fino


TRADIZIONE A. Becci, direttore So-
temporale dei Patriarchi alla bolla Iniuncta nobis emanata da Benedetto cietà per la conserva-
La chiesa di San Marco
XIV il 6 luglio 1751: con essa viene definitiva- zione della Basilica

L
a Belvedere di Aquileia.
di Aquileia; A. Bella-
Secondo la tradizione occupazione del Friuli da parte di Vene- mente soppresso il Patriarcato di Aquileia, la cui vite, docente di Teo-
l’evangelista qui zia, nel 1420, pone fine al potere tempo- eredità è raccolta dalle arcidiocesi di Gorizia logia fondamentale
sarebbe sbarcato per
rale dei Patriarchi: il Patriarcato sopravvive (1752) e di Udine (1753). presso la Facoltà teo-
diffondere il Vangelo. logica del Triveneto;
per la cura pastorale e l’unità dei fedeli, ma i Pa- Da allora la chiesa di Aquileia è sede titolare di E. Gallocchio e P. Pen-
a destra triarchi vengono scelti a Venezia e risiedono lon- cattedra vescovile assegnata a vescovi non residen- sabene, “La Sapienza”
NATURALISMO - Università di Roma;
Particolare del mosaico tano dal Friuli. Un problema è costituito dal fat- ziali, mentre il territorio del piccolo ma vivace
A. Persic, docente di
dell’aula sud della to che una parte cospicua del Patriarcato è paese friulano ospita una comunità parrocchiale, Patrologia all’Uni-
basilica con la storia compresa nel territorio dell’Impero e ciò rende orgogliosa di custodire quasi due millenni di versità cattolica del
di Giona: un grande Sacro Cuore di Mi-
polpo e una conchiglia difficile il controllo della situazione nonché la tradizione cristiana. lano e all’Università
o riccio di mare. visita delle terre più lontane da parte del Patriar- Andrea Bellavite di Udine.

GRANDIOSITÀ. La facciata della basilica, L’IMPEGNO DELLA FONDAZIONE AQUILEIA


rimaneggiata nel XIV secolo.
Il possente campanile ha costituito Complessa realtà archeologica. Un sito scavato e lasciato a vista per decine di ettari, a macchia di leopardo in una realtà di ridotte
un modello architettonico per tante chiese dimensioni demografiche, frutto d’indagini per tutto il secolo scorso, rappresenta una realtà importante dal punto di vista scientifico, ma
della regione altoadriatica.
difficile da gestire: una situazione che non era più sostenibile né per il Ministero, in difficoltà ad amministrarla, né per il Comune, non
più disposto ad accettare il dato di fatto, né per la comunità regionale, che non può rinunciare a un’importante opportunità di sviluppo.
Nuovo progetto culturale per la città. La Fondazione Aquileia è nata dalla necessità di trovare una soluzione a questi problemi, met-
tendo assieme competenze e risorse di tutti gli attori istituzionali in gioco (Ministero per i Beni e le Attività culturali, Regione Friuli
Venezia Giulia, Provincia di Udine, Comune di Aquileia) e aprendo a soggetti privati. Gli obiettivi della Fondazione sono diversi,
ma sintetizzabili nell’assunto che il rilancio di Aquileia deve passare attraverso un progetto culturale, che la veda diventare una città
dell’archeologia, non più meta di seppur grandi numeri mordi e fuggi, ma dotata di quelle strutture che le permettano di essere ri-
sorsa e non limite allo sviluppo.
Proporre il patrimonio. Va intrapresa anche la sfida di svecchiare l’offerta del patrimonio archeologico, nel senso di renderla più
capace di suscitare interesse mediante un mix di soluzioni, interventi strutturali e tecnologie, per dare la giusta percezione di quello
che era l’antico centro romano. Ciò non può avvenire senza la condivisione della comunità locale e il supporto delle sue istituzioni,
che devono essere partecipi di un progetto per il destino della città, implementandone il ruolo culturale, ma nel contempo creando
opportunità di lavoro collegate tanto alla manutenzione e al restauro quanto alla fruizione del sito e al fatto che questo sta diven-
tando un grande cantiere archeologico, in cui sono coinvolte tante università e scuole di specializzazione. Il turismo – mezzo milione
di visitatori – potrà così individuare opportunità e motivi di interesse tali da trasformare una sosta oraria in una permanenza più or-
ganizzata e duratura. Alviano Scarel
vice-presidente Fondazione Aquileia
www.fondazioneaquileia.it

*NON TUTTI SANNO CHE... *NON TUTTI SANNO CHE...


Beleno. Uno dei più antichi dèi celtici, solare e luminoso, protettore Tra i più noti sono quelli dedicati a Beleno e soprattutto a Mitra, di Dio l’uguaglianza, ma solo somiglianza con il Padre, dal quale (fine I e inizi II secolo), testimoni della predicazione degli apostoli.
delle pecore e del bestiame. collegati ai culti della luce e del sole. sarebbe stato creato nel tempo al fine di liberare l’umanità dalla Nel periodo successivo, tra gli altri, hanno avuto grande influenza gli
morte. Le sue idee saranno condannate nel concilio di Nicea (325) scritti di Ireneo di Lione (130-202), contro gli “errori” delle correnti
Clipeo. Scudo rotondo. Nell’arte romana e medievale il termine si Dettato di Calcedonia. Concilio del 451 nella città della martire
e in quello di Costantinopoli (381), ma influenzeranno ancora per gnostiche del tempo, e quelli di Origene di Alessandria (185-254),
riferisce a ritratti, scene e iscrizioni all’interno di un cerchio. Eufemia, dove si proclama Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, non
molto tempo i fedeli. che fissò i criteri per l’autentica esegesi delle sacre scritture.
Concilio di Aquileia. Assemblea di vescovi presieduta da Valeriano separato in due persone, ma unico e medesimo Figlio le cui nature
sono indivisibili. Fotino. Vescovo di Sirmio nel IV secolo, condannato dai numerosi Patriarcato. Diocesi che può dimostrare di essere stata fondata
di Aquileia e guidata da Ambrogio di Milano, convocata il 3 set-
sinodi antiariani perché riteneva Gesù adottato come “Figlio di Dio” da un apostolo o da qualcuno della cerchia apostolica. Quello di
tembre 381 per condannare gli ultimi sostenitori dell’eresia ariana Diacono. In greco (diákonos) ‘servitore’. Nella gerarchia cattolica è
al momento del battesimo nel Giordano. Aquileia viene definito tale a partire dal VI secolo, sulla base di una
nell’Occidente romano. il primo grado del sacramento dell’Ordine, precedente il presbitero
tradizione che faceva risalire all’evangelista Marco la fondazione
Controversie antignostiche. Prese di posizione di alcuni padri della e l’episcopo, con compiti relativi all’amministrazione e al servizio Gnosticismo. Relativo a correnti di pensiero che si diffondono nelle della Chiesa aquileiese.
Chiesa contro le correnti che prospettavano una radicale distinzione dei poveri nella comunità. città del Mediterraneo fra I sec. a.C. e III d.C. Al centro è la ricerca
Presbitero. In greco (presbyteros) ‘anziano’. Nella Chiesa antica chi
tra materia, anima e spirito. Fu un imponente sforzo chiarificatore Dormitio virginis. Secondo il dettato del vangelo apocrifo di Tom- di una conoscenza, gnosis, che l’uomo può raggiungere per tappe,
era chiamato a presiedere la vita delle prime comunità. Secondo
finalizzato, in nome della “risurrezione della carne”, a contestare maso, nel momento della morte di Maria sarebbero stati presenti affrancandosi dalla materia che l’opprime. Scopo della vera gnosi
dei tre gradi del sacramento dell’Ordine, tra diacono e vescovo, di
una visione solo spirituale della salvezza. gli apostoli che avrebbero visto comparire il Cristo risorto con in è la beatitudine.
cui è il più stretto collaboratore.
Credo di Sirmio. Documento incentrato sulla dottrina della relazione braccio una bimba, identificata, da alcuni teologi, con l’”anima” Ortodossia nicena. Il concilio di Nicea (325), convocato per rispon- Scisma “dei tre Capitoli”. Inizia con il rifiuto da parte della chiesa
fra il Padre e il Figlio nell’ambito della Trinità. Sottoscritto nel 358 della Madre di Gesù e, da altri, con la nuova Creazione liberata dere alla predicazione di Ario, afferma che il Figlio di Dio è “della aquileiese di riconoscere la condanna inflitta dal concilio di Co-
da papa Liberio e altri vescovi a Sirmio (odierna Sremska Mitrovica, dalla morte. stessa sostanza” del Padre. La definizione del rapporto tra Padre e stantinopoli II (553) ad alcuni testi di tre padri della Chiesa antica
presso Belgrado). Editto di Milano. Emanato nel 313 da Costantino per concedere Figlio incrementa il dibattito, che si svilupperà con toni anche violenti (Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Ciro e Iba di Edessa), rei,
Culti misterici. Forme religiose importate dall’Oriente da soldati e libertà di culto al cristianesimo. fino al chiarimento definitivo nel concilio di Costantinopoli (381). secondo i padri conciliari, di aver sottolineato la distinzione tra le
mercanti romani. Propongono cerimonie d’iniziazione per introdurre Eresia ariana. Posizione teologica del prete Ario, vissuto all’inizio Padri preniceni. I Padri della Chiesa che hanno predicato e scritto nature e le volontà umana e divina del Cristo. Si conclude nel 699
gli adepti in misteri che donano un profondo senso di appartenenza. del IV secolo ad Alessandria d’Egitto, che non riconosceva al Figlio prima del concilio di Nicea (325). Tra essi sono i padri apostolici con la piena comunione con la Chiesa di Roma.

30 31
CIVILTÀ E RECUPERI

RITORNO AD AQUILEIA
È
UNA REALTÀ CHE NON SMETTE DI REGA- conoscenza e valorizzazione del patrimonio di questa
lare emozionanti scoperte: la volontà del- straordinaria città romana. In particolare, nel settore
la Fondazione Aquileia, con la direzione demaniale dei fondi ex Cossar (dal nome della prece-
scientifica della Soprintendenza per i Beni dente proprietà), a due passi da piazza Capitolo domi-
archeologici del Friuli Venezia Giulia e il nata dalla grande basilica, i lavori si sono intensificati

così rinasce una città antica


coinvolgimento di un’ampia compagine di per il Progetto di Valorizzazione finanziato dalla stes-
atenei, ha infatti determinato nel corso del 2010 e del sa Fondazione Aquileia e ormai prossimo alla concreta
2011 l’apertura di diversi cantieri di scavo e restauro redazione sulla scia degli esiti di un Concorso d’Idee
che consentono decisivi passi avanti nel percorso di da poco concluso.

L’antica colonia romana e poi sede di patriarcato all’estremità RESTAURO. L’interno dell’aula meridionale del battistero paleocristiano di Aquileia nella fase del restauro del pavimento.
Sullo sfondo, a parete, il mosaico del Pavone (fine IV-inizio V sec.) proveniente dal nartece

orientale della Penisola non smette di stupirci grazie agli scavi (spazio riservato ai catecumeni e penitenti) della grande basilica.

e ai progetti di valorizzazione in corso: ecco gli straordinari


risultati degli interventi all’ombra della basilica paleocristiana

Testi di Jacopo Bonetto Maurizia De Min Pierluigi Grandinetti Marta Novello Marco Santi
Alviano Scarel Cristiano Tiussi Giovanni Tortelli Eugenio Vassallo

Foto Gianluca Baronchelli

32 33
pp. 38/39
DOMUS DALL’ALTO
Una domus grandiosa da parte della Fondazione Aquileia, di un ter- in tutti i settori della domus, da cui ricavare le
nei fondi ex Cossar reno attiguo all’area demaniale e dalla conse- piante dell’edificio a supporto dei progetti di
L’articolazione della domus
romana dei fondi ex guente possibilità di indagare la residenza in ricostruzione e valorizzazione. Intanto, è stata

L
Cossar dopo le campagne o scavo, diretto dall’Università di Padova tutta la sua estensione, fino a un secondo asse già avviata la sistemazione degli antichi resti
di scavo del 2011. e dalla Soprintendenza per i Beni archeo- stradale che ne segnava il limite a occidente. con rimozione delle piattaforme in cemento
a destra e p. a fronte logici del Friuli Venezia Giulia, ha in pri- Così si è potuto stabilire che la grande domus realizzate negli scorsi anni Sessanta per espor-
LO SCAVO mo luogo identificato il collegamento tra la aquileiese aveva una superficie di oltre 1300 re in situ i mosaici tra loro sovrapposti, ma rive-
Gli archeologi al lavoro grande domus romana al centro dell’attuale area metri quadri e occupava un’intera fascia dell’i- latesi non adeguate a una moderna conserva-
durante lo scavo della
domus dei fondi ex Cossar demaniale e l’antico asse stradale a oriente, a ri- solato tra le due arterie che correvano a est e a zione e fruizione dei resti. L’obiettivo del
e rilievo al vero dei dosso del quale vi era una larga fascia destinata ovest. In questo ampio settore occidentale lo Progetto è realizzare la copertura dell’area della
restauratori prima della alle attività commerciali forse gestite dallo scavo ha portato all’individuazione di porzio- domus e integrare le evidenze della fase d’im-
rimozione dei mosaici.
stesso proprietario della fastosa residenza, il ni non disturbate delle fasi altomedievali (VI- pianto della casa (I sec. d.C.) con le tracce delle
nelle due foto sotto cui impianto originario risale al I secolo d.C. VIII sec.) del complesso residenziale, quasi sue articolate evoluzioni di III e IV secolo. Infi-
LO STUDIO Altri importanti riscontri sono emersi dalle ovunque asportate negli scavi del passato, mi- ne, è stata avviata da poco una seconda indagi-
Fasi di documentazione indagini sugli ambienti a mosaico disposti in- rati a raggiungere i pavimenti musivi della fase ne presso l’angolo sud-orientale dell’area de-
durante lo scavo della
domus. È stata appena torno al giardino centrale della stessa domus, romana. Queste preziose evidenze permette- maniale ex Cossar per rimettere in luce i resti
ritrovata una moneta: dove sono stati identificati ricchi apparati de- ranno di ricostruire, almeno in parte, le poco delle mura della città di età romana repubblica-
un follis di Massenzio corativi con giochi d’acqua della stessa epoca. note vicende insediative e storiche di Aquileia na (II sec. a.C.), con il torrione sommariamente
dalla seconda officina
della zecca di Aquileia, Ma le novità di maggior rilievo nello studio di dopo la fatidica data dell’assedio di Attila del individuato nei vecchi scavi del 1930.
datata al 307 d.C. questa domus si sono avute grazie all’acquisto, 452. È ora previsto l’avanzamento dello scavo Jacopo Bonetto

IDEA PROGETTUALE PER IL FONDO COSSAR


Nell’area archeologica delle domus. Archeologia, architettura, percorsi che collega la Basilica con la Stalla Violin, ampliata e
paesaggio; conservazione, valorizzazione, divulgazione; ripensata come centro visitatori, e di qui si affaccia sulla “val-
sono temi e problemi che abbiamo riconosciuto come portanti le” dell’area archeologica delle domus (fondo ex Cossar), op-
nel Concorso d’Idee bandito dalla Fondazione Aquileia per il portunamente sistemata e valorizzata al fine di evidenziarne il
fondo ex Cossar e che abbiamo posto al centro della nostra carattere di parte compiuta di un isolato romano. In essa com-
proposta progettuale, risultata vincitrice. Abbiamo configurato pare – a rafforzare tale carattere – la domus “della Pesca”, ri-
un insieme d’interventi in grado di: assicurare la conservazio- creata nei suoi elementi costitutivi, come spazio museale, attra-
ne dei reperti; riconoscere questi come testimonianze ancora verso un sistema di coperture e passerelle – il “sistema Domus”
vive di un passato lontano; garantire accessibilità e fruibilità. – replicabile in siti analoghi. Un altro accesso all’area delle do-
Tutto nella consapevolezza della complessa stratificazione di mus avviene dal torrione e dalle mura repubblicane, ricomposte
segni e strutture e del loro intreccio con la natura. E ancora, nel volume come “architetture verdi”, e dalla pista ciclabile Cervi-
abbiamo tratteggiato un’ipotesi d’intervento che mantenesse gnano-Grado. Piani in pendio a prato stabile e specie vegetali
vivo il rapporto con gli esiti, sempre nuovi, che la ricerca ar- diffuse in età romana arricchiscono il percorso. Valorizzando i
cheologica può produrre. segni della storia il luogo assume una nuova identità.
Sistema articolato di percorsi. Il progetto prevede un sistema di Maurizia De Min Pierluigi Grandinetti Eugenio Vassallo

34 35
36 37
Area della Stalla Violin: sparmiando però le superfici pavimentali a mo- casa privata, la domus di un facoltoso proprieta- p. a fronte
PAVIMENTO
mosaici sotto le macerie saico, per cui è stato possibile riportare in luce rio, forse attratto dalla vicinanza del primo com-
POLICROMO
buona parte di un’ampia sala con un’abside se- plesso basilicale, sorto più o meno negli stessi Veduta dall’alto della

I
n una realtà archeologica pluristratificata micircolare. Protetti dalle macerie delle successi- anni; oppure che la sala appartenesse ad am- sala absidata rinvenuta
come quella di Aquileia, uno scavo urbano ve demolizioni, i mosaici mostrano l’antico bienti collegati allo stesso primo nucleo cultuale ad Aquileia nell’area
della Stalla Violin e
quasi sempre riserva sorprese. Tanto più se splendore. E, accanto a questi, i resti d’intonaco cristiano di Aquileia, opera del vescovo Teodoro particolare del mosaico,
l’area interessata si trova a pochi passi dal com- affrescato recuperati a contatto con i pavimenti negli anni immediatamente successivi all’editto raffigurante un fagiano,
plesso basilicale, all’ombra del poderoso campa- permetteranno di avere una visione d’insieme di Costantino (313). Sono due ipotesi affasci- realizzato con preziose
tessere di marmo in
nile romanico. Nell’ambito del Progetto di ri- del sistema decorativo della sala. Che funzione nanti. Lo studio complessivo delle strutture e dei diversi colori del tutto
qualificazione dell’itinerario compreso tra le aveva l’edificio di cui questa faceva parte? Possia- reperti ci daranno forse la risposta. simili a quelle presenti
aree archeologiche situate nei fondi Pasqualis e mo avanzare due ipotesi: che si trattasse di una Cristiano Tiussi nei pavimenti della
vicina basilica
nei fondi ex Cossar, è stata indagata una piccola teodoriana.
area a verde pubblico, nota come Stalla Violin, I MOSAICI DELLA STALLA VIOLIN
sul lato settentrionale di piazza Capitolo (anti- nelle due pagine in basso
Ai tempi del vescovo Teodoro. Il pavimento musivo lo, soprattutto nei mosaici dell’Africa settentriona- VITA DI UN
stante la basilica). Sotto ai livelli di frequentazio- QUARTIERE
del IV secolo riportato in luce ad Aquileia nell’area le. Questo combina il tema del tendaggio appeso,
ne medievale e moderna, sono state riconosciute Pianta del progetto
della Stalla Violin trova stretti collegamenti con il utilizzato per decorare i catini absidali, con quello
due fasi edilizie. La più recente (fine IV-inizi V di copertura e prospetti
grandioso mosaico del vicino complesso basilicale della valva aperta di una conchiglia, cui rimanda sud, verso Piazza
sec.) aveva una superficie musiva, purtroppo mal paleocristiano, commissionato dal vescovo Teodo- il bordo ondulato, che nella redazione aquileiese Capitolo, e ovest.
conservata, riferibile al complesso già messo in ro agli inizi del IV secolo, con il quale condivide la si ripiega al centro, per evocare la testa stilizzata All’interno sono custoditi
luce cinquant’anni fa dalla compianta archeolo- datazione e con ogni probabilità anche le mae- di un uccellino. i resti sovrapposti di tre
Marta Novello fasi edilizie successive,
ga Luisa Bertacchi, e interpretabile come parte stranze. la prima di una domus
della residenza del vescovo di Aquileia; verso Pareti dipinte dell’abside. Di grande originalità era A ritroso nel tempo. Indagini effettuate sotto i livelli di I-II secolo, la seconda
ovest, questo complesso edilizio tardoantico era la decorazione dell’abside, di cui si conservano di IV secolo hanno messo in luce una pavimentazio- di IV secolo, la terza
ampi tratti del rivestimento pittorico a fondo rosso ne di prima età imperiale e intonaci risalenti al II di fine IV - inizio V
delimitato da un muro – completamente aspor-
sec. d.C. La nuova copertura custodirà pertanto an- secolo. Uno squarcio
tato per il riutilizzo del materiale da costruzione ornato da rami di vite, crollato sopra al raffinato sulla vita di un quartiere
– oltre il quale si sviluppava uno spazio lastrica- pavimento musivo: all’interno di un più tradiziona- che i resti di una fase più antica, permettendo così originariamente
le bordo bicromo a rami d’edera, la decorazione di ammirare uno spaccato della vita del quartiere extraurbano, in cui
to all’aperto. Per la costruzione di questo com-
riproduce con delicata policromia e in forme sche- prima delle sue trasformazioni tardoantiche. nel IV secolo troverà
plesso di competenza vescovile fu demolito un posto il pirmo
matizzate un motivo molto apprezzato nel IV seco- Cristiano Tiussi
edificio precedente dell’inizio del IV secolo, ri- complesso basilicale.

38 39
nelle due pagine
SÜDHALLE
Mosaici nell’aula indagini del conte austriaco Karl von Lancko- cui ebbe un ruolo fondamentale il vescovo Cro- della nuova struttura di protezione, è suddiviso ➝ vediamo un ottagono
del mosaico pavimentale
meridionale del battistero ronski, che misero in luce i raffinati pavimenti mazio (388-408 d.C.). Tali interventi compor- in tre ampi campi rettangolari, ornati da motivi
Vedute totali e particolari con rappresentazione
dell’aula meridionale del musivi appartenenti alla serie di vani destinati tarono la progressiva realizzazione di due gran- riferibili a una tradizione ampiamente testimo- di ovino e la grande

I
battistero paleocristiano nfine, la musealizzazione dei mosaici alle funzioni liturgiche gravitanti attorno al bat- di basiliche a tre navate precedute da un lungo niata ad Aquileia tra fine IV e inizio V secolo, sala con i sarcofagi
di Aquileia al termine dell’Aula meridionale del Battistero (la Süd- tistero. La loro costruzione s’inserisce nel lungo nartece (spazio riservato ai catecumeni e peni- che trova precisi termini di confronto ad Aqui- e con esposto
della recente il mosaico del Pavone
musealizzazione. halle) corona una lunga stagione di studi e processo di trasformazione in forme monu- tenti) e di un quadriportico. Il mosaico dell’au- leia nella decorazione della basilica di Mona- proveniente dal
In particolare ➝ ricerche, iniziata alla fine del XIX secolo con le mentali del complesso basilicale teodoriano, in la meridionale del battistero, visibile all’interno stero e dell’episcopio. ➝ a p. 44 nartece basilicale.

L’AULA MERIDIONALE DEL BATTISTERO


Restauro e valorizzazione. Nel 2003 il Concorso internazionale mazio (388-408), il problema del rapporto tra conservazione ar-
per la sistemazione delle aree circostanti il Complesso basilicale e cheologica e contesto urbano è stato più impegnativo, per la
per la Musealizzazione dell’Aula meridionale del Battistero di vicinanza del complesso monumentale della basilica e per la sua
Aquileia, vinto dallo studio Tortelli Frassoni Architetti Associati, ha immagine fortemente consolidata. È stata realizzata una struttura
dato inizio a una significativa operazione, favorendo un approc- che consente la conservazione e la fruizione degli importanti resti
cio proficuo tra archeologia e architettura. Filo conduttore è la pavimentali del IV secolo. Senza imporsi sul contesto, il linguag-
massima considerazione delle presenze archeologiche come gio e l’approccio metodologico esprimono il nostro tempo: all’e-
principio ordinatore generale. L’intervento di valorizzazione del- sterno in modo discreto, grazie all’essenzialità del volume paralle-
la Südhalle ha vinto, tra gli altri, il prestigioso Premio dell’Unione lepipedo realizzato con materiali della tradizione (mattoni e pietra
Europea per il Patrimonio Culturale / Europa Nostra Awards di Muggia a spacco, legati con malta di calce), all’interno in modo
2015 conferito dalla Commissione Europea per il modo in cui qui più marcato, grazie all’impiego di materiali più caratterizzanti
è stato affrontato il problema di coniugare protezione con ade- (quali il metallo verniciato a polveri), impiegati per foderare pareti
guata schermatura di strutture archeologiche all’aperto. e soffitto così da annullare la percezione geometrica dello spazio e
Antiche planimetrie. Piazza Capitolo, completamente pedonale, favorire il concentrarsi dell’attenzione sui resti musivi.
ha recuperato nella pavimentazione il disegno del grande quadri- Invito alla Südhalle. L’accesso avviene dal battistero grazie alla ria-
portico post-teodoriano (successivo all’impianto originale della pertura di uno dei varchi originari, murato nell’Ottocento. Da una
basilica da parte del vescovo Teodoro agli inizi del IV secolo - ndr) piastra soprelevata, in ferro e pietra a spacco, il pubblico può affac-
e ha posto in evidenza la pianta della Nord Halle (l’Aula setten- ciarsi ai resti musivi, dominare tutta la superficie dell’Aula e recupe-
trionale del Battistero, così chiamata in seguito alla prima campa- rare il rapporto visivo con l’esterno, in particolare con il portico e la
gna di scavi dei primi anni del Novecento) e del nartece basilica- facciata della basilica, attraverso la grande vetrata. All’interno,
le. Analogo l’intervento in piazza Patriarchi, dove il disegno sulla parete occidentale trova posto anche il bellissimo mosaico
planimetrico dei grandi Horrea (magazzini), documentati in alza- ”del Pavone” realizzato al tempo di Cromazio nell’abside del narte-
to fino al XVIII secolo, affiora in superficie come elemento ordina- ce. L’ordinamento scientifico-museografico è completato da alcuni
tore dello spazio libero a sud della basilica. sarcofagi cristiani di reimpiego, iscritti e rilavorati, pertinenti l’area
Archeologia e contesto urbano. Per l’Aula meridionale del Battiste- basilicale e coerenti dal punto di vista cronologico, esposti con ef-
ro (la Südhalle di Lanckoronski), fatta costruire dal vescovo Cro- fetto scenografico su piastre in arenaria grigia. Giovanni Tortelli

40 41
p. a fronte
RESTAURO DEI PAVIMENTI A MOSAICO MOSAICISTI OGGI
Alcuni momenti del
Preziosi rilievi del primo Novecento. Affrontare il tema del restauro dell’apparato musivo dell’aula meridio- restauro del pavimento
nale del battistero di Aquileia (la Südhalle) ha comportato prima di tutto lo studio approfondito della do- musivo dell’aula sud
cumentazione pubblicata dallo studioso austriaco Karl von Lanckoronski nel 1906. Comparando le tavole del battistero (fine
novecentesche con lo stato di fatto si è infatti potuto constatare che parte del tessellato era andato perdu- IV-inizio V sec.).
to. I delicati interventi, affidati alle mani del Gruppo Mosaicisti Ravenna e seguiti dagli architetti progetti- nelle due foto sotto
sti e dalla Soprintendenza per i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia, sono stati condotti tenendo INCORRUTTIBILE
conto della possibilità di ricostruire parzialmente i brani musivi avendo come preciso riferimento i rilievi Il mosaico del Pavone
del secolo scorso. (fine IV-inizio V sec.)
durante lo scavo
Accurati interventi sottolivello. Sono state recuperate molte tessere originali dagli scavi del 2000 ed è con prelievo dal nartece
stato fatto uno studio sui materiali costitutivi, riscontrando l’impiego esclusivo di pietre locali (aurisina, della basilica di Aquileia
granitello, nero del Vallone) e di materia fittile (frammenti di mattoni) con tonalità del rosso e del paglieri- e al termine del
restauro. L’immagine
no. Sulla scorta dei disegni austriaci si è potuto ricostituire, sottolivello, parte degli elementi figurati degli
del volatile era per
ottagoni del campo centrale del pavimento a mosaico e della grande bordura a girali fioriti, oltre a ricu- i cristiani simbolo
cire le piccole lacune della complessa geometria di fondo. Un altro intervento significativo è stato il recu- di resurrezione,
pero dei frammenti montati su supporto in cemento armato staccati per realizzare le canalizzazioni idrau- per il suo ciclico
liche di drenaggio del complesso basilicale, alcuni trovati in situ, ma non nella corretta posizione, altri rivestirsi di nuove
piume in primavera
conservati nei depositi. e per la leggendaria
Sulle grandi lacune. Infine si è proceduto a chiudere le grandi lacune, soprattutto nel campo occidentale del incorruttibilità
tappeto musivo, con la riproposizione, sottolivello e sottotono, a fini didattici, delle linee principali della delle sue carni.
trama geometrica di fondo in modo da evidenziare le differenze compositive dei tre cam-
pi in cui è suddiviso il pavimento. Anche per il frammento musivo del nartece, rappre-
sentante il pavone a ruota spiegata, è stato seguito il medesimo percorso metodologi-
co: recupero del frammento in situ, recupero
del frammento su cemento armato, e quin-
di la loro ricongiunzione su pannello al-
veolare con ricucitura della lacuna se-
condo i rilievi originari dei primi anni
del Novecento. Marco Santi

42 43
PROGETTO Le trame geometriche, rese con una delicata poli- quadro orientale, invece, bordato da un raffinato vimentazione del nartece. Entro una composi- plesso basilicale si deve al suo significato sim- al centro
Rendering del “sistema
cromia centrata sui toni del rosso e del grigio, tralcio fiorito, è la varietà dei riempitivi geome- zione a tralci di vite, esso raffigura un pavone a bolico: già ampiamente utilizzata in ambito INAUGURAZIONE
Domus” contenuto L’interno della
nel progetto vincitore sono arricchite, nel pannello centrale, da elemen- trici e vegetali ad articolare la composizione. ruota spiegata su un cespo d’acanto, realizzato precristiano con valore beneaugurante, evocan- Südhalle durante
del Concorso d’Idee ti figurati, fra cui si riconoscono immagini di ovi- All’interno della struttura è esposto anche un con tessere in pasta vitrea policrome, in alcuni te concetti d’immortalità, in ragione del suo la recente
per la valorizzazione inaugurazione
del fondo ex Cossar. ni e contenitori metallici ricolmi di frutti; nel ri- prezioso lacerto musivo appartenente alla pa- casi dorate. L’immagine del pavone nel com- ciclico rivestirsi di nuove piume in primavera e
alla presenza
della leggenda relativa all’incorruttibilità delle dei vescovi friulani
sue carni, riportata da sant’Agostino, la figura e delle altre diocesi un
del pavone divenne per i cristiani simbolo di tempo appartenenti
al Patriarcato
resurrezione. di Aquileia.
Marta Novello

Chi sono gli autori: J. Bonetto, associato di Archeolo-


gia e Storia dell’arte greca e romana all’Università di
Padova; M. De Min, archeologa; P. Grandinetti, ordi-
nario di Composizione architettonica all’Università
IUAV di Venezia ; M. Novello, archeologa; M. Santi,
presidente e direttore Artistico Gruppo Mosaicisti Ra-
venna; C. Tiussi, archeologo (società Arxè -Trieste); G.
Tortelli, architetto (Tortelli Frassoni Architetti Associa-
ti), progettista e direttore dei lavori della Südhalle; E.
Vassallo, ordinario di Restauro architettonico all’Uni-
versità IUAV di Venezia, vincitore del Concorso per la
valorizzazione del fondo ex Cossar insieme a M. De
Min e P. Grandinetti.

LA LUNGA STORIA DI AQUILEIA LA FONDAZIONE AQUILEIA PER I CITTADINI


Dalle capanne di un villaggio a colonia romana. Intorno al IX sec. Aquileia divenne così il principale centro di transito delle merci tra Educare alla cultura. Restituire ai cittadini la conoscenza del sito ternazionale del cinema archeologico di Rovereto, che anche
a.C. un villaggio formato da capanne in legno, paglia e argilla Mediterraneo ed Europa continentale, acquisendo un’importanza archeologico, rendere fruibili luoghi finora inaccessibili, educare quest’anno porta in concorso nell’antica città romana – dichiara-
sorse nei terreni umidi che costeggiavano un antico corso d’acqua e una ricchezza che si riflettono nelle costruzioni pubbliche e priva- i giovani alla cultura rappresenta il modo più efficace per tutelare ta dall’Unesco patrimonio dell’Umanità – una selezione a livello
formato dall’Isonzo e dal Natisone. Tra il 186 e il 183 a.C. una te. La città, disposta lungo il lato sinistro del Natisone unito al Torre, il patrimonio culturale. Con questa consapevolezza, la Fondazio- mondiale dei migliori docu-film sui temi della ricerca archeologica,
serie di invasioni delle popolazioni celtiche stanziate oltre le Alpi fu circondata da una poderosa cinta muraria in pietra e laterizi, ne Aquileia affianca alle importanti iniziative di valorizzazione storica, paleontologica, antropologica. Nel corso delle serate an-
giulio-carniche determinò l’intervento di Roma a sostegno di Aqui- divisa con una griglia regolare di strade e dotata di un foro porti- una serie di attività per promuovere la conoscenza della città an- che conversazioni con scrittori, studiosi e archeologi per offrire oc-
leia; quindi, come narra Tito Livio, nel 181 a.C. venne fondata la cato, di quattrocento metri di banchine portuali, di molte costruzio- tica. Gli eventi che vengono organizzati, in sinergia con impor- casioni di approfondimento. Per i più piccoli, invece, prosegue il
colonia latina quale presidio militare e polo commerciale in un ni religiose, commerciali, produttive. Ovunque erano le ricche abi- tanti istituzioni culturali, puntano a target specifici, dal pubblico progetto Aquileia Lab in collaborazione con l’Immaginario Scienti-
territorio che resterà per sempre terra di frontiera tra il mondo ro- tazioni costellate di straordinari tappeti musivi. di adulti appassionati di archeologia ai più piccoli e alle loro fa- fico Science Centre, consistente in laboratori ludico-didattici ispira-
mano e l’universo balcanico-danubiano. Essa fu dotata di tremila Famosa per le mura e il porto. Dopo secoli di feconda vita cittadina miglie cercando di coinvolgerli con proposte multidisciplinari. ti alla vita degli antichi Romani e dedicati ai bambini dai tre ai
fanti (altri millecinquecento arrivarono nel 169 a.C.) e di un nume- (tra I sec. a.C. e II sec. d.C.), quando ospitò personaggi come Per grandi e piccoli. Evento di punta è l’Aquileia Film Festival, re- dieci anni. Alviano Scarel - vice-presidente Fondazione Aquileia
ro imprecisato di centurioni e cavalieri. Giulio Cesare e Ottaviano Augusto, la città iniziò a essere toccata alizzato in collaborazione con Archeologia Viva e Rassegna in- Info: www.fondazioneaquileia.it
Straordinario sviluppo urbanistico. La città fu collegata sia alla pe- da minacciosi transiti di usurpatori e da invasioni di popolazioni
nisola italica con la via Postumia (148 a.C.) e la via Annia orientali. Ricordiamo solo l’assedio di Massimino il Trace del 238, AQUILEIA
(153/128 a.C.), sia con le regioni transalpine tramite vie che vali- respinto dagli Aquileiesi, e quello di Giuliano l’Apostata del 361, La grande basilica
vanificato dalla nuova grandiosa cinta muraria eretta pochi decen- paleocristiana
cavano i passi, sia ancora con la laguna di Marano e l’Adriatico con il campanile
attraverso un canale artificiale denominato Anfora. Nel I sec. a.C. ni prima. Questo clima di difficoltà non impedì ad Aquileia di vive-
e il battistero
re proprio nel IV secolo una nuova stagione di crescita; fu nomina- antistante con l’aula
ta capitale della Venetia et Histria con la riforma delle province meridionale.
varata da Diocleziano e in più occasioni divenne residenza impe-
riale, fino ad apparire al poeta Ausonio (310-395 circa) ancora
come una tra le più grandi città del Mediterraneo: «moenibus et
portu celeberrima».
Il saccheggio di Attila. Una grande spinta al rinnovamento urbano
venne anche dalla libertà del culto cristiano che dopo l’inizio del IV
secolo promosse le grandi opere per il complesso di piazza Capi-
tolo con la basilica voluta dal vescovo Teodoro. Il 18 luglio del 452
Attila e gli Unni riuscirono a espugnare la città, violata per la prima
volta dopo oltre seicento anni, saccheggiando e incidendo pesan-
temente sul tessuto architettonico e socioeconomico. La vita non
cessò, ma l’evento, troppo spesso relegato dalla critica a mera
leggenda, segnò una marcata linea di discontinuità nella parabola
storico-urbanistica di Aquileia.
VISITA PAPALE. Veduta di piazza Capitolo in occasione
della visita di Benedetto XVI il 7 maggio 2011.

44 45
AQUILEIA I GIORNI DEL PRINCIPE
ECCLESIASTICO
e il FRIULI
Nel medioevo il Patriarca di Aquileia ottenne dall’imperatore
anche il potere temporale sulle contee del Friuli e dell’Istria
Iniziò così una nuova fase storica per quella che era
stata una delle sedi più prestigiose del primo cristianesimo
Testi Donata Degrassi Foto Gianluca Baronchelli

MEDIOEVO ITALIANO

SCENE DAL MEDIOEVO. Bertrando di Saint-Geniès, patriarca di Aquileia morto nel 1350 e canonizzato poco dopo, distribuisce pane le conchiglie a S. Giacomo di Compostella; le croci latine a Roma; la figura di vescovo a S. Nicola di Bari. Tavola degli inizi
e bevande agli indigenti. Tra questi sono vari pellegrini, caratterizzati dal bordone, dai larghi mantelli e con cappelli a larghe tese del XV secolo. Si notino, fra l’altro, il personaggio con in mano una “fiasca del pellegrino”
su cui sono appuntati i simboli delle mete del loro pellegrinaggio: le croci greche patenti rimandano a Gerusalemme; e la rudimentale attrezzatura motoria di una mutilata. (Udine, Museo del Duomo)

46 47
N
p. a fronte EL 1077 ENRICO IV CON- Friuli e formarono, assieme a casati di origine maso (o manso), azienda agricola di ampie di-
PER IL PATRIARCA cesse al suo fedele cancel- locale, un’aristocrazia legata ai patriarchi da mensioni e tendenzialmente autosufficiente,
In questo disegno
dei Sermones Catholici liere, il patriarca di Aquileia vincoli di natura feudale e che dai presuli di formata non da appezzamenti contigui, bensì
(XIII sec.) Raimondo Sigeardo – che lo aveva so- Aquileia riceveva beni fondiari in cambio della disposti in zone diverse, attorno a un villaggio
della Torre (patriarca stenuto nella difficile vi- fedeltà e del servizio militare. Nel corso del (villa). Lo spazio agrario, infatti, faceva sempre
di Aquileia dal 1273
al 1299), seduto su un cenda di Canossa (quando tempo queste stirpi famigliari consolidarono capo a un villaggio, in cui risiedevano tutti i
elaborato faldistorium, l’imperatore aveva rischiato di perdere il trono il rapporto con il territorio acquistando terre coltivatori. Attraverso l’assemblea dei capifami-
riceve due oche da certo dopo la scomunica comminatagli da Gregorio ed erigendo castelli nelle zone dov’era partico- glia, la comunità di villaggio (vicinia) stabiliva
«Martinus» definito
«amicus vini», ‘amico VII nel corso della lotta per le investiture) – il larmente intensa la loro presenza patrimonia- l’avvicendamento delle colture – in genere cere-
del vino’. Martino dice in potere temporale sul vasto territorio che costi- le; cercarono spesso anche di creare propri am- alicole – sulle diverse porzioni della tavella (la
volgare «Toite queste oche» tuiva la contea (comitatus) del Friuli e, qualche biti di dominio e di sviluppare politiche di fascia dei coltivi che circondava l’abitato), i
e Raimondo replica «Bene
es ocha». Sul palazzo mese dopo, anche su quella dell’Istria. In tal crescita e promozione del proprio potere, a tempi in cui il bestiame poteva pascolare sugli
merlato, riferibile alla modo il titolare del Sacro Romano Impero si scapito dei vicini o dello stesso patriarca. La arativi e le modalità di sfruttamento collettivo
residenza patriarcale, avvaleva di una persona di provata fiducia per base economica della loro ricchezza e potenza o di ripartizione degli incolti (boschi e pascoli)
è appollaiata una gru.
(Udine, Biblioteca Civica)
amministrare e custodire in suo nome quei risiedeva essenzialmente nella terra: possede- di proprietà comune (comugne). Alla disciplina
territori a sud delle Alpi che costituivano uno vano vasti domini, disseminati su tutto il terri- collettiva si sottraevano solo gli appezzamenti
p. a fronte in basso dei principali accessi verso la penisola italia- torio regionale, montagna compresa. In tal recintati (orti, baiarzi e braide) che venivano la-
ECONOMIA POVERA
Una vedova offre
na. Per quasi due secoli sulla cattedra aquile- modo produzioni diverse a seconda delle ca- vorati con maggiore intensità e destinati alle
del cibo a san Biagio, che iese si avvicendarono patriarchi che proveni- ratteristiche climatiche e morfologiche si inte- produzioni di ortaggi, legumi e vino. Sugli ara-
aveva liberato da un lupo vano dall’entourage imperiale, appartenenti a gravano fra loro. tivi si coltivava un’ampia gamma di cereali. Tra
il suo porcellino. famiglie aristocratiche che avevano interessi, La regione non è particolarmente fertile: i grani panificabili, a ciclo lungo, si annovera-
L’allevamento dei maiali
era molto diffuso o governavano feudalmente, anche l’Istria, la buona parte del Friuli è montuosa e inadatta al- vano la segale e il frumento, il prodotto di mag-
nel Friuli medievale. Carniola (attuale Slovenia), la Carinzia, la Sti- le colture, per cui vi prevaleva l’allevamento. gior valore e più richiesto dai proprietari. Vi
Gli animali, simili ria. Il Friuli era infatti inserito in un sistema di Anche in pianura l’area fertile è ridotta per la erano poi i “grani minori”: avena, miglio sorgo,
ai cinghiali, pascolavano
nei boschi. Come relazioni istituzionali, economiche e culturali presenza di vaste estensioni ghiaiose, nella par- panico, orzo, spelta e legumi coltivati a pieno
si vede nell’affresco, che legavano tra loro paesi posti al di qua e al te centro-settentrionale, e di acquitrini, coperti campo come le fave, che avevano un ciclo di
per riconoscere i maiali là dello spartiacque alpino. nel Medioevo da dense foreste, in quella più coltivazione breve, ma non erano panificabili,
domestici si rasava loro
la fascia mediana. Da quest’area provenivano anche molte stir- prossima alla costa, al di sotto della linea delle per cui venivano utilizzati soprattutto per pre-
(Cividale, S. Biagio) pi di milites (cavalieri) che s’insediarono in risorgive. La grande proprietà si fondava sul parare polente e minestre. ➝ a p. 54

MILLE ANNI FA
Il complesso basilicale
di Aquileia con
l’imponente campanile
innalzato al tempo del
patriarca Poppone che
aveva provveduto anche
a ricostruire la chiesa
(1031). Il paesaggio
attuale non si
differenzia di molto
da quello medievale.

48 49
POPPONE
E LA BASILICA CASTELLI E CASTELLANI IN FRIULI
Particolare
dell’affresco Forza di una casata. Negli ultimi secoli del Medioevo il ca- Difesa del territorio. La vita nei castelli friulani aveva però ben poco
nella volta absidale stello non era soltanto un fortilizio adibito a compiti militari o dello sfarzo che siamo portati ad attribuire a tali dimore. Ancora
della basilica la dimora di una famiglia nobile. Oltre a svolgere tali funzio- per tutto il XII secolo e buona parte del XIII, i castelli vennero costru-
di Aquileia ni, il castello era il simbolo più evidente di un dominio, dava il iti più in funzione di esigenze belliche che residenziali: erano edi-
(prima metà XI sec.)
nome alla stirpe che lo abitava e costituiva dunque il principale fici dalle mura spesse, in genere di pietra, con poche aperture di
con i santi Ilario,
Tiziano e Marco. elemento della sua identità, nesso fra le generazioni che via via ampiezza ridotta, a forma di una tozza torre (mastio), al cui interno
In dimensioni si succedevano, come pure fra i diversi rami in cui la famiglia gli spazi erano poco differenziati.
più piccole sono poteva suddividersi. Era anche – in un certo senso – la cassafor- I manieri si ingentiliscono... Verso la fine del Duecento e ancor più
effigiati il patriarca te per la ricchezza della casata: nelle sue cantine e annessi di
Poppone (con il nimbo nel secolo successivo, alla massiccia torre che formava il nucleo
quadrato riservato servizio venivano ammassati i prodotti delle terre, di proprietà e originario del castello si affiancò un palatium residenziale. I muri
alle persone in vita), feudali, versati dai contadini come censi e canoni d’affitto. vennero traforati da finestre; gli spazi interni si divisero e organiz-
mentre offre La “voce” dei castellani. Il castello qualificava un ceto che si di- zarono in funzione sia di rappresentanza che della vita familiare;
alla Vergine il modello
stingueva sul piano sociale e politico: erano definiti si adottarono accorgimenti per una vita più comoda. In particolare,
della basilica, e un
altro personaggio “castellani” i membri delle casate di feudatari che vista la rigidità del clima, oltre ai classici (poco efficienti) camini,
importante, forse svolgevano per i patriarchi un servizio nobilitante molti castelli si dotarono di un locale invernale rivestito in legno
il duca di Carinzia. (combattere in qualità di guerrieri a cavallo) e che ave- (stupa) e riscaldato con una stufa di maiolica. Sulla tavola comin-
vano “voce” (rappresentanza e possibilità di voto) nel Parla- ciarono ad apparire ceramiche di raffinata fattura, non solo pro-
mento della Patria del Friuli, in cui formavano il gruppo più dotte localmente ma anche importate, e persino bicchieri e conteni-
numeroso e influente. tori in vetro, tutti materiali restituiti dagli scavi archeologici.

ZECCA E MONETE AD AQUILEIA BERDICA. Specie di grande ascia da combattimento CASTELLO DI ATTIMIS. Come altri castelli della pedemontana
(montata su asta) del XIII secolo, rinvenuta orientale del Friuli, presenta due complessi, di epoche diverse,
Patriarchi con diritto di conio. In quanto si- lità della Carinzia) si erano scoperte ric- un diametro di circa 20 millimetri. Al dritto nel castello della Motta (nel comune di Povoletto abitati da rami della stessa stirpe nobiliare. Il castello superiore
gnori territoriali, i patriarchi di Aquileia che vene d’argento e dal 1130 cominciò a era in genere raffigurato il Patriarca assi- - Ud), in uso soprattutto nell’Europa Orientale. (nella foto) è citato come già esistente nel 1106, mentre fra
esercitavano il diritto di battere moneta, funzionare una zecca che permetteva di so, mentre al rovescio compariva un tem- (Attimis, Museo Archeologico Medievale) il 1250 e il 1260 venne edificato il castello inferiore.
per quanto nel territorio da loro dominato mettere in circolazione il metallo prezioso pio con due torri oppure un’aquila. Il titolo
– come era usuale nel Medioevo – circola- colà estratto. inizialmente era molto alto: 900 millesimi
vano anche monete emesse da altri signo- All’inizio era una buona moneta. Fino ai di fino; restò ancora alto (830 millesimi)
ri, soprattutto veneziane, tergestine (di primi decenni del Duecento, i denari aqui- fino a buona parte del Duecento, per poi
Trieste) e frisacensi. Particolare importan- leiesi erano conformi ai frisacensi, con un precipitare rapidamente. Agli inizi del
za ebbero queste ultime: a Friesach (loca- peso attorno a poco più di un grammo e Quattrocento sia peso che quantità di me-
tallo fino erano ormai dimezzati: l’aquile-
iese era diventato moneta cattiva.
Un palazzo della zecca. La zecca era ubi-
cata ad Aquileia, in una via chiamata nei
documenti “Androna della moneta”, in
contrada Sant’Andrea. Verso gli anni Tren-
ta del Trecento, in consonanza con uno
stabilizzarsi della residenza patriarcale a
Udine, anche la zecca venne trasferita in
questa città. Responsabili della zecca furo-
no spesso degli esperti toscani.
Il gruzzolo ritrovato. Di particolare interes-
se è stato il rinvenimento (1969) di un teso-
retto di ben 367 monete, occultato lungo
le mura patriarcali di Aquileia. Le monete DENTRO IL CASTELLO
erano state racchiuse in una sorta di bac- Modellino di complesso
castellano tra fine XI e inizi
cello formato da un foglio di metallo chiu- XIII secolo, con la torre-
so su se stesso. Vi erano 13 grossi vene- mastio che funge da residenza
ziani, 38 denari triestini e 316 denari oltre che da fortilizio. La torre
aquileiesi, riferibili a emissioni collocabili è suddivisa da soppalchi di
legno; per motivi di sicurezza,
tra l’ultimo decennio del XII secolo e il pri-
l’ingresso si trova al primo
mo decennio, o poco più, del Duecento. piano, raggiungibile con una
L’eccellente stato di conservazione ha scala che si poteva ritirare in
permesso non solo di ottenere misurazioni caso di pericolo. All’interno
DENARI AQUILEIESI. Tesoretto di monete aquileiesi, veneziane e triestine rinvenuto ottimali del peso, dimensioni e intrinseco, del recinto castrale si trovano
ad Aquileia nel 1969. Le monete erano contenute in un foglio di metallo richiuso il forno, la cappella e altri
ma anche di calcolare, sulla base del nu- edifici destinati a stalla per
a forma di baccello. Sui denari aquileiesi d’argento (inizi XIII sec.) compaiono,
al dritto, il Patriarca assiso, con croce astata nella mano destra e un libro mero di coni usati, il volume complessivo i cavalli, depositi e magazzini,
nella sinistra, mentre la legenda reca il nome VOLGER P(atriarcha), della coniazione della zecca patriarcale abitazione degli inservienti.
e, al verso, l’iscrizione CIVITAS AQUILEGIA. (Aquileia, Museo Archeologico) in quel periodo. (Attimis, Museo Archeologico)

50 51
Aquileia medievale: luci e ombre lazzo del Comune, sede delle
magistrature civili, completato
qui a lato e sotto
RESIDENZA
Colonna residua
nel 1322 in sostituzione di un del grande palazzo
Era circondata da mura contornate da un ramo del Natissa edificio precedente. Si elevava dei Patriarchi (XI sec.)
mentre un’altra deviazione del fiume entrava in città... sopra un portico in cui avevano ad Aquileia.
Questo riutilizzava
sede alcuni dei professionisti le strutture dei granai
più prestigiosi di Aquileia. A sud (horrea) della città
della piazza, adiacente al ponte tardoantica,

U
che vediamo nella foto
na città scomparsa? fiume, mentre un altro ramo en- cis, spettava ai canonici del Capi- che attraversava il Natissa, era il di scavo. La colonna,
Farsi un’idea di come si trava in città. All’interno delle tolo, mentre quella occidentale mercato del pesce (piscaria). insieme a molte altre,
presentava Aquileia nel mura molto era lo spazio libero era di pertinenza dell’autorità sorreggeva il soffitto
di una grande sala
AQUILEIA 1693 Medioevo è assai difficile, certo da costruzioni, che veniva utiliz- comunale. Questa dicotomia ri- Al di fuori delle mura. Non per ipostila posta al piano
Alla fine del XVII più ancora che per l’età romana, zato per le colture. specchiava anche quella funzio- mancanza di spazio interno, ma terreno. Al di sopra
secolo la città ci doveva essere
conservava ancora
e ciò non solo perché scavi e ope- nale, con un polo ecclesiastico e per precisa scelta, all’esterno
almeno un altro piano.
l’aspetto medievale razioni di valorizzazione hanno Due giurisdizioni. La città me- uno economico e civile. della cinta muraria si trovavano Come si vede
dell’epoca interessato preferibilmente le te- dievale era divisa a metà dalla il monastero benedettino fem- dalla pianta del 1693,
dei patriarchi. il palazzo era coronato
stimonianze dell’epoca più lon- strada che univa la porta a nord Il grande palazzo del Patriar- minile di Santa Maria, il Capito-
Il circuito murario da una merlatura.
è a sua volta circondato tana e più splendida, ma anche (porta Utina o Omnium sancto- ca. Nella parte orientale si trova- lo di Santo Stefano e l’abbazia
dalle acque del fiume perché buona parte della città rum) a quella che si apriva a sud va il vasto complesso basilicale benedettina della Beligna. In
Natissa e da un canale medievale venne incendiata e (porta della Beligna). La parti- con gli edifici sacri collegati e, prossimità delle porte erano sta-
derivato. Si noti
il complesso distrutta nel 1703 da marinai colarità di Aquileia stava nel fat- nelle vicinanze, la loggia del Ca- ti edificati anche le strutture de-
basilicale con l’antico francesi che avevano risalito il to che questa linea mediana se- pitolo e le abitazioni dei canoni- stinate a dare ospitalità e ricove-
palazzo patriarcale Natissa. L’Aquileia medievale gnava anche il confine tra due ci. A sud della basilica stava il pa- ro a pellegrini e malati (xenodo-
ormai in rovina e,
sul fondo, il mare era circondata da mura, contor- diverse giurisdizioni: la metà lazzo patriarcale, un imponente chio) e, necessariamente isola-
di Grado. nate da un ramo del suo storico orientale, denominata Pala Cru- edificio di 90 metri per 66, scan- to, il lebbrosario di San Lazzaro.

dito in tutta la sua lunghezza da dove venivano conservati gli af-


archi sorretti da lesene e corona- fitti in natura versati da quanti
to da una merlatura. Si trattava di coltivavano le terre che spettava-
una costruzione tardoantica, no alla mensa del Patriarca. Ora
probabilmente di fine III secolo, di tutto il complesso sono visi-
nata con uno scopo completa- bili solo due colonne che, assie-
mente diverso: era il granaio me a molte altre, sostenevano le
(horreum) dov’erano custodite le sale ubicate al pianterreno.
riserve di cereali per la città. Re-
staurato e riadattato, funzionò Nel settore civile. La parte oc-
come residenza patriarcale fino a cidentale della città era incen-
tutto il Trecento, ma l’abbando- trata sul forum, la piazza per an-
no lo portò al decadimento (do- tonomasia, dove si affacciavano
cumentato già nel XVI secolo). le botteghe (stationes) e si svol-
Qui si trovava anche la canipa, va- gevano le attività commerciali.
le a dire i magazzini e le cantine Dava sulla piazza anche il pa-
PELLEGRINI
Tre pellegrini,
con bordone (bastone
rafforzato da strisce
di cuoio o metallo)
e mantelli di pelliccia,
dietro a un uomo che
offre un contenitore
cilindrico, interpretato
come un reliquiario,
a un personaggio
importante seduto
su faldistorium (tipo
di sedia usata anche
dai vescovi durante
la liturgia). La scena
appartiene all’affresco
del Velario (fine XII
sec.) nella cripta della
basilica di Aquileia.

52 53
in basso
BENEFICI
Una terra di transito dove arrivava la via che attraversava l’altro pas- visio), portava in Carinzia a Villaco (Villach). in basso
MILITES IN FRIULI
fra Adriatico e Oltralpe so alpino del Predil e seguiva le valli dell’Ison- L’esazione dei dazi venne spostata a Gemona,
Pergamena datata 1031, Un gruppo di cavalieri
luglio 13 in Aquileia. zo e del Natisone, e infine Aquileia, con il suo località posta poco più a valle del punto in cui in armatura pesante

U
Il patriarca Poppone, n’altra risorsa importante era costituita antico porto fluviale, terminale tra le vie d’ac- la strada del Fella si univa a quella proveniente (milites) in una scena
in occasione dal flusso di traffici di merci e persone qua del Mediterraneo e le vie di terra che porta- dal passo di Monte Croce. Tale funzione, unita delle storie di san
della consacrazione Biagio rappresentate
della basilica da lui che attraversava la regione, muovendo- vano nel cuore del continente. L’esistenza di al fatto che la città di Gemona si era affermata negli affreschi
ricostruita, stabilisce si dalle terre d’Oltralpe verso le sponde dell’A- una florida economia basata sugli scambi com- come luogo dove si cambiava mezzo di tra- (XIV sec.) sulla
che in essa officino driatico. Le due aree, diverse per clima e morfo- merciali è confermata anche dal diploma del sporto per affrontare l’impegnativo percorso volta della chiesa
cinquanta sacerdoti, dei SS. Pietro e Biagio
ai quali erano logia, fornivano prodotti differenti e comple- 13 luglio 1031 con cui il patriarca Poppone, in montano e come vivace mercato dove scam- a Cividale del Friuli.
assegnati in beneficio mentari: da Oltralpe arrivavano metalli prezio- occasione della consacrazione della cattedrale biare le merci, fece decollare l’importanza di La cavalleria pesante
beni collocati si, minerali utili (ferro, rame, stagno), pellicce, di Aquileia, assegnò ai cinquanta sacerdoti questa terra (centro urbano munito di mura). costituiva il nerbo
nel territorio degli eserciti medievali
della bassa pianura cuoi e pelli; in senso opposto si muovevano vi- chiamati a officiare nella basilica i redditi di Per quanto riguarda i porti marittimi e fluviali, e nel patriarcato
friulana, nonché no, cereali, olio, frutta secca, pesce secco e sala- trenta stationes (botteghe) nel foro di Aquileia. Aquileia fu soppiantata dalla crescita di molte di Aquileia era formata
trenta stationes to. La crescita di Venezia come emporio dove Nei secoli successivi al Mille i traffici au- altre località con funzioni analoghe, sia sulla dai castellani.
(botteghe e magazzini) Per quanto riguarda
nella piazza di Aquileia
reperire i prodotti di lusso provenienti dall’O- mentarono sempre più e nel XII e soprattutto costa che nell’entroterra: Monfalcone, Mara- le armature possiamo
e venti nel porto di Piro riente rappresentò senz’altro un ulteriore moti- XIII secolo nuovi centri si aggiunsero alle più no, Latisana, Portogruaro e persino Sacile e confrontare questa
(attuale Monastier vo di richiamo. antiche stazioni doganali come luoghi di tran- Pordenone. La proliferazione era dovuta all’e- raffigurazione con i
in provincia di Treviso). CAVALIERE. Visiera “a ribalta” del cosiddetto reperti che compongono
(Udine, Archivio
Già nel IX-X secolo sono documentate tre Cavaliere di Soffumbergo (fine XIV sec.). Assieme sito, imbarco/sbarco e scambio delle merci. sistenza di diversi signori nella regione, ciascu- il cosidetto “Cavaliere
Capitolare) stazioni doganali dove venivano prelevati i da- ad altri pezzi di armamento difensivo rinvenuti Tra le strade che portavano in Oltralpe, assun- no dei quali promuoveva come terminale por- di Soffumbergo”.
zi sulle merci in transito: si trattava di San Pie- negli scavi del castello friulano di Soffumbergo se notevole impulso quella che, attraverso la tuale le località che controllava, dal momento
è stata utilizzata per ricostruire l’ipotetico aspetto
tro di Zuglio, sulla via che proveniva dal passo di un uomo in armatura pesante della fine
valle del torrente Fella (affluente di sinistra del che ciò gli portava utili consistenti sotto forma
alpino di Monte Croce Carnico, di Cividale, del Trecento. (Attimis, Museo Archeologico Medievale) Tagliamento) e la sella di Camporosso (al Tar- di dazi e pedaggi.

54 55
attraverso le terre che dominava. Era questa SANTO SEPOLCRO
AQUILEIA META DI PELLEGRINAGGIO una prassi di governo che permetteva un mag- Piccolo monumento,
eretto nella prima
Un ruolo importantissimo. Già a partire dalla prima affermazione di nuove, come San Giacomo di Compostella e, in Italia, Loreto gior controllo e la conoscenza diretta del terri- metà dell’XI secolo,
del cristianesimo e poi per tutto l’alto Medioevo, ad Aquileia si e Assisi, oltre a San Michele al Gargano frequentato con assidui- torio; ne derivava che governo e amministra- forse per celebrare
dirigevano molti pellegrini per onorare le reliquie dei martiri che tà dall’epoca longobarda. Così Aquileia non era più considera- zione dello Stato non avevano il loro punto di il millennio della morte
vi si conservavano, ma anche per riconoscerne il ruolo di chiesa ta l’obiettivo finale del viaggio di devozione o il principale cen- e risurrezione di Cristo
riferimento in un luogo fisso, ma esclusiva- (1033). Si trova
matrice da cui era partita la cristianizzazione dell’entroterra. tro di riferimento religioso dell’area alto-adriatica, anche se mente nel signore territoriale, che radunava – all’inizio della navata
Questa funzione si rafforzò nell’VIII-IX secolo, quando la città restava un luogo da visitare con venerazione, magari lungo un sinistra della basilica
quando e dove era opportuno – il consiglio
divenne il riferimento per l’evangelizzazione dei popoli ancora percorso verso altre destinazioni. Ne fanno fede le firme e le di Aquileia e riproduce
dei vassalli (curia vassallorum) o, più tardi, il il Santo Sepolcro
pagani insediatisi in Carantania (regione delle Alpi orientali), invocazioni incise a graffito dai pellegrini sui muri della cripta e
Pannonia e Moravia. della chiesa cosiddetta “dei Pagani”. Parlamento. Fino a gran parte del Duecento di Gerusalemme, come
non si può parlare di una sede di residenza era noto da racconti
Richiamo del Santo Sepolcro. Oltre alle antiche reliquie, la basi- e raffigurazioni
continuativa del patriarca e del suo seguito; il dell’epoca.
lica patriarcale offriva come richiamo anche un modello del
presule alloggiava a Cividale, ad Aquileia – cit- Era utilizzato
Santo Sepolcro (o meglio dell’edicola dell’Anastasis, cioè della
tà che al Patriarcato dava il nome, ma in cui il nelle liturgie pasquali.
Resurrezione), riprodotto sulla base delle raffigurazioni e descri-
zioni tramandate da pellegrini e viaggiatori. La sua edificazione clima e le condizioni ambientali poco favore-
risaliva alla prima metà dell’XI secolo, probabilmente per volere voli non favorivano soggiorni di lunga durata
del patriarca Poppone, che si era adoperato per restaurare e – e in alcuni castelli, come Udine o San Danie-
riportare la basilica all’antico splendore e, nel 1033, aveva le. Nel corso del Duecento, anche per contro-
dato particolare solennità alla celebrazione del millenario della bilanciare il potere dei castellani e disporre di SIGNORI A TAVOLA
Disegno
Passione di Cristo. una forza che appoggiasse le loro politiche, i dal manoscritto
SCRITTE SUI MURI. Graffiti di pellegrini sui muri affrescati patriarchi favorirono la crescita economica e Sermones Catholici
della chiesa aquileiese “dei Pagani” (così chiamata perché demografica di alcune località, come Udine, (XIII sec.) raffigurante
in origine la struttura era riservata a chi non era ancora il Banchetto di Erode
Gemona, Sacile, Tolmezzo. Inoltre, ne pro- con decollazione
battezzato). Le scritture, di epoche diverse, vennero
tracciate soprattutto sulle figure dei santi, mossero la trasformazione in comunità che si di Giovanni Battista.
di cui si chiedeva la protezione. reggevano autonomamente, vale a dire in nu- Al di là dell’episodio
biblico rappresentato,
clei cittadini che avevano diritto di rappresen- la vivace scena può dare
SOTTOSCRIZIONI. Pagina di un Evangeliario con ogni
probabilità appartenente in origine a una comunità religiosa tanza e voto nel Parlamento. l’idea di come
di Aquileia. Negli spazi liberi del testo si notano le sottoscrizioni si svolgesse un convivio
Donata Degrassi nobiliare e patriarcale
dei pellegrini (in massima parte personaggi di origine
germanica e slava) databili all’VIII-inizi X secolo. docente di Storia economica e sociale del Medioevo nel Friuli medievale.
(Cividale, Museo Archeologico) all’Università di Trieste (Udine, Biblioteca Civica)

Flussi di neoconvertiti da Oltralpe. Disponiamo di una testimo- Pochi centri urbani


nianza particolare riferibile alla presenza di pellegrini prove-
nienti dalle nuove terre evangelizzate. Si tratta di sottoscrizioni
nel Friuli del Patriarcato

D
– vere e proprie “firme” – apposte in un Evangeliario ora custo-
iversamente dal resto dell’Italia centro-
dito a Cividale, ma che probabilmente in origine stava ad Aqui-
settentrionale, mancava nella regione
leia. I nomi sono più di millecinquecento, tra cui moltissimi di
origine germanica e slava, a testimonianza di un consistente friulana la presenza di città forti e au-
flusso che giungeva da Oltralpe. In massima parte non erano tonome, in grado di svolgere un ruolo forte
persone comuni, bensì principi e personalità di rilievo di quelle nell’organizzazione politica non meno che eco-
popolazioni slave che, grazie alle missioni patrocinate dalla nomica. In questa regione di frontiera gli effetti
sede patriarcale aquileiese, erano state convertite di recente. del tracollo dell’impero romano, le devastazio-
Compaiono inoltre sottoscrizioni d’imperatori, alti ecclesiastici e ni portate dalle migrazioni delle genti germani-
membri della nobiltà franca. Le sottoscrizioni nell’Evangeliario che e dalle scorrerie dei popoli delle steppe fu-
cividalese si interrompono agli inizi del X secolo e nel medesimo rono particolarmente pesanti e comportarono
periodo vengono meno anche altri segni della presenza di pel- il tracollo di metropoli come Aquileia e di cen-
legrini ad Aquileia: è questo il tempo delle incursioni ungare,
tri urbani di minor grandezza come Iulium Car-
particolarmente rovinose in tutta l’area e nelle regioni adiacenti.
nicum (attuale Zuglio) e Iulia Concordia (Con-
Penalizzata dai pellegrinaggi “di massa”. Il flusso di pellegrini cordia Sagittaria). In pratica, tranne Forum Iulii
riprese vigore dal XII secolo, ma le prospettive, le mete, i percor- (Cividale), l’intera rete delle antiche città roma-
si, gli orientamenti e i protagonisti stessi del viaggio di devozio- ne collassò e nel Medioevo si dovette costruire
ne erano ormai mutati. Nella nuova configurazione politica e una nuova serie di centri urbani, sia come strut-
religiosa Aquileia aveva perduto il ruolo di centro propulsore
ture materiali (urbs) che come comunità civiche
del cristianesimo verso oriente e si era affievolito pure il richia-
in grado di amministrarsi (civitas).
mo esercitato dal suo essere una delle sedi primigenie, in cui si
potevano venerare le spoglie dei martiri. Nel Duecento e soprat- Diverso fu anche il ruolo che, in questo pro-
tutto nel Tre e Quattrocento il pellegrinaggio divenne un fenome- cesso, giocò il patriarca: non un vescovo anco-
no largamente diffuso, che interessò tutti gli strati sociali. Alle rato a una città, come altrove in Italia, ma piut-
mete tradizionali, come Roma e la Terrasanta, se ne aggiunsero tosto un signore territoriale che, come molti
sovrani medievali, si muoveva continuamente
56 57
COM’ERI BELLA...
Al termine di un lungo e complesso lavoro che ha visto collaborare
strettamente archeologi ed esperti di ricostruzioni virtuali

AQUILEIA
l’antica città romana dell’alto Adriatico si ripresenta bella e ricca
“com’era” venti secoli fa e finalmente comprensibile a tutti

Testi Gianluca Baronchelli Cristiano Tiussi Ricostruzioni virtuali Altair4 Ikon Nudesign
Foto Gianluca Baronchelli su concessione della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Friuli Venezia Giulia

RICOSTRUIRE L’ANTICO

58 59
U
NA SERATA CALDA... LA LUCE
gialla lotta con l’ombra sem-
pre più lunga del campanile.
Passeggio verso la domus di
Tito Macro, incontro un grup-
po di turisti che si attarda su-
gli scavi, senza fretta. Tre bambini, avidi di spie-
gazioni; domande sparate a ripetizione. La
guida, brava e gentile, risponde: dovete immagi-
nare che…, dovete immaginare…, immagina-
te… Come un mantra. Già, perché Aquileia ti
accoglie con un insieme di sensazioni. Dappri-
ma ti guida – che arrivi da nord oppure da sud,
dalla laguna – con i settantatré metri del cam-
panile del patriarca Poppone (XI sec.), meglio
di una cometa. Poi ti stordisce con la maestosità
della sua basilica, con i milletrecento metri dei
più estesi pavimenti musivi dell’occidente ro-
mano. E poi? Si ritrae, e comincia a confonderti.
A ogni passo intuisci il suo passato, la grandez-
za, i cinquantamila abitanti in epoca romana
imperiale (oggi poco più di tremila). Ma cosa
resta della città fondata nel 181 a.C. e rasa al
suolo da Attila nel 452 d.C.? Aquileia, una delle
più grandi città dell’impero, uno dei più impor-
tanti porti dell’Adriatico... Cosa resta del foro,
dove pulsava la vita politica, amministrativa e
sociale della città; del porto fluviale, del rumo-
roso mercato, dell’anfiteatro dalle dimensioni
superiori a quelle dell’arena di Pola? Dove sono
le alte mura, le sontuose domus? Ecco che torna
il mantra, mentre i bambini ascoltano: dovete
immaginare…

nelle due pagine ➝ furono rialzate


CUORE DELLA CITTÀ e integrate in laterizio
I resti del foro negli scorsi
di Aquileia e alcune anni Trenta.
immagini ricostruttive: I capitelli compositi,
panoramica della piazza in calcare di Aurisina
con la basilica civile come i fusti e le basi,
sul fondo nel lato sud, si datano alla
il particolare tarda età degli
dell’ingresso della imperatori Antonini
stessa basilica e (pp. (circa 170-180 d.C.).
precedenti) la presunta La pavimentazione
localizzazione del in lastre (sempre
tempio delle divinità di calcare cavato
capitoline. La piazza ad Aurisina, presso
sorse insieme alla città Trieste) appartiene
nel II sec. a.C., mentre alla fase giulio-claudia
assunse l’aspetto (prima metà I sec.
che ancora si può d.C.), ma in alcuni
riscontrare nella prima casi fu sostituita
metà del I sec. d.C., con materiali
con i portici che di reimpiego, tra cui
la circondavano anche iscrizioni.
su almeno tre lati Sul lastricato è stata
e dove, a est e a ovest, rinvenuta l’epigrafe
si affacciavano di Tito Annio (Lusco),
numerose botteghe. triumviro designato
Le colonne che si alla guida di un
vedono attualmente, secondo contingente
appartenenti al braccio di coloni, giunto
orientale del portico, ➝ nella città nel 169 a.C.

60 61
Dall’immaginazione mente visibili, le banchine del porto fluviale, i nelle due pagine
mercati, le mura. Eccola, la domus di Tito Macro. PORTO SUL NATISONE
all’immagine storica Lo scalo fluviale
Il passo successivo è mettere a sistema quanto

E
di Aquileia come si
ppure, fra immaginare e vedere, una via di creato. È questo l’ulteriore sforzo che la Fonda- presenta oggi e in una
mezzo oggi c’è: ricostruire. A livello virtua- zione Aquileia ha voluto compiere: comunicare panoramica ricostruttiva.
Si tratta di uno
le, eppure fotorealistico, con un ottimo con il visitatore attraverso i sistemi messi a dispo- degli esempi meglio
grado di approssimazione alla realtà antica. È sizione dalla tecnologia: le immagini e i filmati, conservati di struttura
questo che ha voluto la Fondazione Aquileia, in- realizzati attraverso modelli tridimensionali, in- portuale del mondo
sieme a un team di professionisti, con due inten- terattivi e georeferenziati sono ottimizzati per es- romano. Sorgeva
sull’antico corso del
si anni di lavoro, partendo da un primo nucleo di sere fruibili tramite i principali dispositivi mobili fiume che costeggiava a
tavole predisposte dalla Società Friulana di Ar- e il sito della Fondazione (www.fondazioneaquile est la città. Le strutture
cheologia: rimuovere il senso di incompiuto e di ia.it). Visibili da casa, ma anche scaricabili una correvano per oltre
trecento metri a ridosso
incompreso, restituire al visitatore un’emozione volta giunti in loco. Nel caso della domus di Tito del perimetro murario
esuberante e consapevole. Così i frammenti del Macro, la simulazione 3D, fruita presso l’area ar- di età repubblicana
tempo si ricompongono, i reperti sono ricolloca- cheologica del fondo Cossar in modalità augmen- (II-I sec. a.C.). Il porto
fu poi ristrutturato
ti al loro posto: decontestualizzati restano un e- ted reality, permette anche di inquadrare i resti con all’inizio del I sec. d.C.
lenco; insieme, sono, nuovamente, una città. Le il proprio smartphone o tablet, visualizzando una Alle spalle della banchina
nuove tecnologie offrono straordinarie opportu- ricostruzione interattiva orientata nel contesto si sviluppava un edificio,
nità per la valorizzazione del patrimonio a fini ambientale. A tutto questo si aggiunge una nuo- di cui restano i muri
perimetrali in laterizio.
scientifici, didattici, turistici. Rappresentano un vissima app, sempre gratuita, con itinerari tematici Ulteriori trasformazioni
grande volano per avvicinare all’archeologia il e oltre cento punti d’interesse mappati e georefe- risalgono all’età
grande pubblico, creando immagini che, con la renziati. Non mancano, naturalmente, pannelli di di Costantino (IV sec.),
pochi anni prima
forza dell’emozione, vengono fissate nella me- grande impatto per decodificare spazi e resti ar- che alle banchine
moria. Ecco, dunque, riprendere vita, luce, mate- cheologici, in un linguaggio diretto, emozionale, si sovrapponessero
ria, i luoghi della grande Aquileia: ecco, nuova- di stimolo all’approfondimento. le nuove mura di cinta.

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Fondazione Aquileia ha scelto di investi-
re per valorizzare Aquileia, migliorarne
la fruizione e consentire a tutti di leggere
le testimonianze del passato con altri oc-
chi. La guida digitale – consultabile sui
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ficare il viaggio e visitare la città in
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struzioni dei luoghi simbolo dell’Aquile-
ia romana, le esplorazioni interattive
delle aree archeologiche e le schede di
approfondimento.

62 63
qui sopra e p. a fronte
ZONA DI MERCATI
Panoramica del fondo
Pasqualis sullo sfondo della
grande basilica di Aquileia.
Gli scavi, eseguiti nel 1953-54
all’estremità sud-orientale
della città romana, hanno
portato alla scoperta di due
tratti delle mura di cinta
tardoantiche e, al loro interno,
di tre aree scoperte presso
un grande edificio adibito
a magazzino. In questi spazi,
si identificano delle piccole
strutture di mercato
della tarda età imperiale
(IV-V secolo), collegate a punti
di approdo sul Natisone che qui a lato
correva subito fuori le mura. PRIMA AQUILEIA
Attualmente ne sono visibili La porta della città
due (riproposte nei disegni sul lato nord
ricostruttivi). La più orientale delle mura in età
si articola intorno a un’area romana repubblicana
dotata di un pozzo. (II-I sec. a.C.).
La più occidentale, sempre Si affacciava su
con cortile al centro, rivela un corso d’acqua
la presenza di porticati, secondario, anch’esso
alle spalle dei quali si utilizzato per
dovevano inserire le botteghe. il trasferimento
In una di queste furono di carichi commerciali
rinvenute una trentina di su piccoli natanti.
anfore che contenevano ancora
chicchi di grano semicombusti.
La doppia linea di mura
visibile nel fondo Pasqualis p. a fronte
appartiene a una fase avanzata BOTTEGA
dell’età imperiale (IV secolo), Probabile aspetto
quando la città fu dotata dell’interno di una
di una nuova cinta che delle botteghe che
in questo punto seguiva si affacciavano sul foro
l’andamento del fiume. (vedi pp. 60-61).

64 65
nelle due pagine
L’ANFITEATRO
Le basi scientifiche certo modo per loro più rassicurante – e affron- il foro, la basilica civile, le mura, ne hanno ca- viale largo quasi cinquanta metri, nel quale ➝ che l’edificio,
di cui rimangono
della ricostruzione tare la terza dimensione, quella degli alzati, es- ratterizzato la storia fino a epoche relativamen- approdavano imbarcazioni di diversa stazza,
Due immagini poche tracce,
ricostruttive senziale per comunicare le rovine a un pubbli- te recenti. E, tuttavia, ciò che rimane in sito e provenienti da tutto il Mediterraneo; oppure, corrispondesse

R
dell’anfiteatro icostruire dai resti frammentari la fisiono- co più ampio. E ciò sfruttando la continua evo- ciò che oggi è custodito nei musei o altrove ma che alle spalle della banchina si sviluppava un in tutto al modello
di Aquileia, edificato mia degli edifici antichi. Fornire un’im- luzione delle tecniche informatiche, sempre si può attribuire ai singoli edifici, uniti al con- lungo edificio, con accessi collegati ai piani in- delle grandi arene
nella prima età del mondo romano.
imperiale (I sec. d.C.) magine di quale fosse l’articolazione dei più in grado di assecondare questa esigenza in fronto con le realtà archeologiche meglio cono- clinati. La computergrafica consente di ag-
a ridosso di un’uscita complessi architettonici, della decorazione ar- termini di verosimiglianze e suggestioni. sciute (a partire da Roma e Pompei) sono spes- giungere altri particolari della vita dello scalo:
secondaria sul lato chitettonica. Sono questi due dei compiti più Aquileia è, notoriamente, una città priva di so sufficienti a ricostruire un’immagine verosi- le imbarcazioni mercantili e le grandi gru che
nord della città,
verso la via dei Sepolcri ardui, ma allo stesso tempo ormai sempre più resti consistenti in alzato: il riutilizzo o la di- mile, pur se di carattere consapevolmente prov- manovravano sulla banchina, puntualmente
che vediamo sul fondo. necessari, per gli archeologi che intendano an- spersione dei materiali utilizzati in origine per visorio, di alcuni dei principali complessi in cu- ricostruite sulla base delle scoperte in situ o dei
Si suppone ➝ dare oltre la prospettiva bidimensionale – in edificare e decorare i complessi pubblici, come i si articolava il tessuto urbano. monumenti di età romana che le raffigurano.

Foro e porto fluviale: FONDAZIONE AQUILEIA E AREE ARCHEOLOGICHE


la vita pulsante di Aquileia
I l 2016 si è chiuso con una svolta storica per la gestione delle aree archeologiche del

I
prospetti colonnati che cingevano su tre lati sito UNESCO di Aquileia: a dicembre, infatti, è stato firmato l’accordo tra il Ministero
il foro, la principale piazza cittadina, rie- dei Beni e Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) e la Fondazione Aquileia con cui si
mergono ai nostri occhi con i ricchi capitel- sancisce il conferimento in uso alla Fondazione Aquileia di tutte le aree archeologiche
li compositi, con l’articolata trabeazione e con della città. La Fondazione Aquileia si occuperà, dunque, della gestione, della manu-
tenzione ordinaria e straordinaria e della valorizzazione dell’intero sito archeologico
l’ossessiva ripetizione dei motivi di Giove Am-
mentre alla Soprintendenza rimarranno le competenze relative alla tutela. Si completa
mone e di Medusa nella decorazione dell’atti-
così il percorso iniziato nel 2008 con la Legge Regionale n°18/2006, attraverso la
co. L’unità planimetrica della piazza – oggi ma- quale la regione Autonoma Friuli Venezia Giulia aveva voluto fortemente l’istituzione
lauguratamente interrotta dalla strada regiona- della Fondazione per dare un rinnovato impulso alla gestione del sito. Importanti risul-
le da Grado per Udine – si ricompone in tutta la tati sono già stati raggiunti e, tra gli interventi più recenti, va ricordata la conclusione
sua estensione. Le botteghe, allineate sotto i dei lavori di restauro del Sepolcreto, ora fruibile anche con illuminazione notturna, e
portici, danno l’idea della vivacità che doveva l’imminente apertura dell’edificio ex Violin che conterrà testimonianze musive dell’età
contraddistinguere il cuore della città antica. romana tra il II e V secolo d.C.
E poi il porto. Oggi chi visita le rovine, an- Ora una delle sfide sulle aree appena conferite, oltre alla manutenzione su cui interver-
cora ben conservate, della sponda e delle ban- remo immediatamente, sarà la progettazione di lavori di valorizzazione a medio e
chine di carico e scarico, dei piani inclinati e lungo termine. Un primo intervento sarà riservato al porto fluviale e alla via Sacra, e
dunque al percorso di collegamento con il Museo Paleocristiano. Il punto di arrivo do-
delle rampe di raccordo con le vie urbane fati-
vrà essere la consegna a un pubblico di visitatori sempre più ampio ed esigente di un
ca a immaginare che sotto la passeggiata della
percorso storico culturale unico. Cristiano Tiussi - Direttore della Fondazione Aquileia
cosiddetta “via Sacra” si apriva un bacino flu-
66 67
nelle due pagine
CASA DI TITO MACRO
L’area dei fondi
Cossar ad Aquileia.
Vi sono i resti di diverse
abitazioni relative
a uno degli isolati
meridionali di Aquileia
romana, ora oggetto
di ricerca da parte
dell’Università di
Padova. I recenti scavi
hanno consentito
di riconoscere,
fra due assi stradali,
un’unica grande casa
(riproposta nel disegno
ricostruttivo). Questa
domus, dell’inizio del
I sec. d.C., gravitava
su uno spazio centrale
scoperto, un giardino,
circondato da un
ambulacro mosaicato
e dotato di una fontana
(in basso). Verso est,
adiacenti alla strada,
sono state riconosciute
delle botteghe (p. a
fronte); a ovest, invece,
è stato individuato
l’atrio (p. a fronte
in basso), sorretto
da quattro colonne,
sul quale convergevano
diversi ambienti della
parte privata. Un peso
di pietra con iscrizione
ci conserva il nome del
probabile proprietario,
Tito Macro.

68 69
in questa pagina
CASA “DEL BUON
Un complesso polifunzionale centrale era circondato da strutture in muratu- in questa pagina
SEPOLCRETO
e il grande anfiteatro ra o da semplici porticati lignei, sotto i quali i
PASTORE” Il tratto di necropoli
Panoramica del fondo venditori esponevano le merci. attualmente visitabile

N
Cal ad Aquileia e due ell’area sud della città, accanto al primo Dell’anfiteatro rimangono nulla più che alcu- ad Aquileia e una
particolari ricostruttivi edificio basilicale cristiano eretto dal ni esigui resti, sufficienti tuttavia a delinearne la ricostruzione del vasto
della domus Est con sepolcreto che si
la corte colonnata vescovo Teodoro agli inizi del quarto pianta. In questo caso, il tentativo di ricostruzio- disponeva su una strada
e il mosaico detto secolo, sorgeva un complesso funzionale costi- ne si rivela certamente più azzardato, ma è co- secondaria in uscita
“del Buon Pastore”. In tuito da un enorme magazzino e da tre piccole munque supportato dal metodo comparativo, dalla città. Rimangono
quest’area, all’esterno solo cinque recinti
del più antico perimetro aree scoperte lastricate, interpretate come mer- cioè dal confronto con gli edifici di spettacolo funerari che
murario della città cati, prossime alle mura tardoantiche. Il grande meglio conservati, in particolare nell’Italia set- appartenevano ad
si sviluppava un edificio di stoccaggio fu abbattuto solo nel Set- tentrionale (Verona e Pola). Nelle vedute interne, altrettante famiglie
quartiere residenziale. aquileiesi (Stazia,
Verso nord l’area è tecento, in tempo per essere raffigurato da eru- i pochi pezzi di decorazione architettonica rinve- anonima, Giulia, Trebia,
dominata da una diti locali. I suoi prospetti articolati in arcate nuti, come le lastre sagomate a forma di delfino, Cestia). Sulla base dei
grande sala absidata cieche svettavano da un’altezza di circa venti sono riscontrabili nella loro posizione originale, monumenti ancora
(protetta dalla struttura visibili e delle tombe
moderna), che era
metri sui mercati sottostanti, dove il cortile come parapetto degli sbocchi sulla cavea. che vi sono state
preceduta da una corte scavate (1940-1941),
colonnata. A lungo i recinti vennero
identificata con un utilizzati a partire
oratorio paleocristiano dal I sec. d.C. Nel caso
a causa del mosaico della quarta area
“del Buon Pastore” funeraria, l’uso si
(IV secolo) che la protrasse almeno fino
decora, l’aula viene al IV-V secolo, come
oggi considerata testimoniano svariati
piuttosto una sala sarcofagi tardoantichi,
di rappresentanza taluni collocati
della casa di un ricco su pilastrini in mattoni
proprietario. Il mosaico per rendere l’idea
“del Buon Pastore” della quota originaria
è così chiamato di ritrovamento.
per la figura posta al
centro di un elaborato
schema di rombi
e quadrati con inscritti
spazi ottagonali.
I soggetti (oltre al Buon
Pastore, compaiono
pesci, delfini, pavoni,
anatre, busti maschili
e femminili) rientrano
nel repertorio
figurativo adottato
anche dai non cristiani
in pieno IV secolo.

70 71
nelle due pagine
LA GRANDE BASILICA
Dalle dimore dei ricchi giardino con fontana, le botteghe lungo le due
L’interno della basilica alla città dei morti strade (cardines) che la delimitano concorrono
di Aquileia come nella ricostruzione tridimensionale a far rivivere

L
si presenta oggi a domus di Tito Macro, un ricco cittadino a- strutture murarie atterrate fino alle fondazioni,
e in due immagini
che ne ripropongono
quileiese del I sec. d.C., nell’area archeolo- quando addirittura non del tutto spogliate. E poi,
l’aspetto originario gica dei fondi Cossar (vicino alla piazza del parte di una domus di IV secolo, nell’area archeo-
al tempo del vescovo Capitolo), è l’unica per la quale conosciamo l’in- logica dei fondi CAL, con un’aula di rappresen-
Teodoro (inizi IV sec.): tero sviluppo planimetrico e buona parte delle tanza dotata di abside preceduta da una corte
l’esterno con due aule
parallele, nord e sud ➝ superfici musive. L’ingresso, l’atrio tuscanico, il porticata: il bellissimo pavimento a mosaico, al

ARCHEOLOGIA FERITA

A quileia, con i suoi monumenti, i suoi mosaici, le sue pietre,


rappresenta in maniera chiara e parlante l’essenza stessa
del dialogo e dell’interazione fruttuosa tra diversi. Sede di una
devastati musei iracheni, dall’Algeria, dalla Siria e dai tanti altri
teatri in cui in questi anni una violenza cieca si esercita non solo
nei confronti dell’Uomo, ma anche della sua storia, della sua
fiorente e attiva comunità giudaica sin dal primo secolo avanti eredità d’arte e di creatività, desideriamo invitare alla riscoperta
Cristo, luogo di scambio e di convivenza tra romani, latini, greci del “filo rosso” della tolleranza che, sia pur con l’andamento di
e alessandrini. Aperta ai commerci e a influssi culturali ricchi e un fiume carsico, ha segnato la storia dell’Europa, del Medio
articolati con l’Africa Settentrionale, Aquileia fu per secoli uno Oriente e dell’Africa Settentrionale. Abbiamo per decenni pensa-
snodo importante per la proiezione dell’Impero Romano nei Bal- to che il “filo rosso” uscito dai disastri e dalle infamie del secolo
cani e nelle regioni che oggi fanno parte dell’Austria meridiona- scorso, sarebbe rimasto per sempre visibile, luminoso e forte e
le, ma anche punto di contatto con territori che nei secoli acqui- che avrebbe per sempre accompagnato il cammino dell’Uomo
starono crescente peso e significato nelle mutazioni della cultura estendendosi ad altri e più lontani paesi e popoli. Non è stato
e della politica di Roma. così. Gli anni e i mesi recenti ci hanno riportato indietro, facendo
L’idea di portare ad Aquileia testimonianze provenienti da musei rivivere spettri che credevamo scomparsi. L’iniziativa “Archeolo-
e siti devastati dalla violenza e dal fanatismo – con il ciclo di gia Ferita” che nel 2015-2016 ha portato ad Aquileia preziosi
mostre che abbiamo chiamato “Archeologia Ferita” – vuole sem- reperti dal Museo del Bardo di Tunisi (Il Bardo ad Aquileia) e da
plicemente riproporre, in un luogo simbolo e ricco di significati Teheran e Persepoli (Leoni e tori dall’antica Persia ad Aquileia)
per una grande parte dell’Europa, una riflessione sui valori della vuole essere un contributo a quella “battaglia culturale” che sola
convivenza e della tolleranza, che siamo convinti rappresentino potrà consentirci di superare e vincere il fanatismo e la violenza
la vera essenza dell’Europa e dell’essere europei. Con esposizio- che vediamo rinascere intorno a noi.
ni, anche di limitate dimensioni, ma non per questo meno cariche Antonio Zanardi Landi
di significato, di opere che vorremmo giungessero qui anche dai Presidente della Fondazione Aquileia

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