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1. Patrimonio culturale e Beni culturali


2. La tutela del patrimonio culturale
3. Il restauro
4. Il museo
5. Le aree archeologiche
6. Territorio, ambiente e paesaggio
7. Il mercato dell'arte

NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI 1
PATRIMONIO
1 CULTURALE
E BENI CULTURALI

1.1 CHE COS’È 1.2 COSA SONO E QUALI SONO


IL PATRIMONIO CULTURALE I BENI CULTURALI
Oggi si parla molto di patrimonio culturale di una na- Un patrimonio è sempre costituito da “beni” e il patri-
zione, di un popolo, ma è un compito sempre comples- monio culturale non fa eccezione. Esso infatti com-
so cercare di definire un concetto che tanto si è evoluto prende un insieme di “cose” molto eterogeneo: ogget-
nel tempo arrivando ad abbracciare molti ambiti e co- ti, edifici, documenti, che per il loro valore artistico,
lorandosi di molte sfumature. storico o documentario e persino naturalistico, costi-
I significati che gli vengono dalla sua etimologia non tuiscono quella fondamentale testimonianza della cul-
tradiscono l’uso che ne facciamo oggi: in latino il ter- tura e della tradizione di quei popoli o di quelle civiltà
mine patrimonium nasce dall’unione di pater, ‘padre’, che questi beni hanno prodotto.
con il suffisso -monium riconducibile ad alimonium, Dunque, si può legittimamente affermare che il pa-
‘nutrimento’ (àlere, ‘nutrire’), ed era usato per indicare trimonio culturale è l’insieme dei beni culturali di un
l’insieme delle cose possedute dal pater familias (il ‘pa- paese. Stabilire che cosa rappresenti un bene culturale
dre di famiglia’) destinate a diventare poi nutrimento, non è operazione agevole né banale e nemmeno univo-
in senso lato, per i suoi eredi. Dunque il passato che si ca, dal momento che spesso le diverse epoche storiche
conserva per essere trasmesso ai figli, alle generazioni hanno sviluppato sensibilità molto differenti: in altre
future. La parola cultura è anch’essa di origine latina e parole, è facile che oggi sia considerato un bene cultu-
va ricondotta al verbo còlere, ‘coltivare’, da cui deriva rale ciò che un tempo non lo era.
il vocabolo cultus che tra i suoi significati annovera, sì, L’elenco dei beni culturali è, in sé stesso, molto lun-
la ‘coltivazione dei campi’ da una parte e il ‘culto’ in go: esso infatti comprende una grande quantità di “og-
senso religioso dall’altro, ma anche il ‘modo di vivere’, getti”, come quadri, statue, manoscritti, ma anche di
la ‘civiltà’. edifici e persino centri urbani o aree archeologiche. In
Quindi, associando i termini, il patrimonio culturale
Italia, per esempio, un primo elenco è stato stilato, nel
è l’eredità di un popolo, è la memoria tangibile e in-
1963, su incarico del Parlamento da un’apposita com-
tangibile di ciò che l’uomo ha creato e trasmesso (e con-
missione, la cosiddetta Commissione Franceschini [u
tinua a creare e trasmettere) ai posteri. Solo ciò che vie-
2.1]. In tale circostanza fu coniata la definizione di be-
ne dal passato diventa patrimonio culturale di una ci-
ne culturale quale «testimonianza materiale avente va-
viltà, perché è ciò che gli uomini hanno, pezzo dopo
lore di civiltà», definizione che è rimasta alla base di
pezzo, costruito, elaborato, scoperto, teorizzato, per
poi passare il testimone alle generazioni successive, tutta la seguente legislazione italiana. I beni culturali,
creando una ramificazione di contributi, che trovano secondo la legislazione, sono insomma tutte quelle «te-
nella continuità e nei loro intrinseci e imprescindibili stimonianze materiali», pubbliche e private, che pos-
legami il loro più profondo significato e la loro ragion seggono un valore comune imprescindibile per la col-
d’essere. lettività di oggi, e questo a causa del loro valore artisti-
co, storico, documentario.
La Commissione Franceschini individuò ben nove ca-
tegorie di beni culturali, distinguendo tra beni mobili,
cioè beni trasportabili (come quadri, sculture, oggetti

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di arredo), e beni immobili, ossia non trasportabili (co- I beni ambientali e paesaggistici
me edifici, monumenti, archivi, biblioteche), ed ela-
Appartengono alla categoria dei beni ambientali e pae-
borò le seguenti definizioni:
saggistici aree naturali o trasformate dall’uomo conside-
I beni artistici e storici rate di particolare bellezza oppure zone di territorio mol-
to interessanti dal punto di vista geologico, che per tali
«Sono beni culturali d’interesse artistico o storico le co- motivi sono parte integrante del patrimonio naturale di
se mobili o immobili di singolare pregio, rarità o rap- un paese e, secondo la Commissione Franceschini, «de-
presentatività, aventi relazione con la storia culturale vono essere conservate al godimento della collettività».
dell’umanità». Quella dei beni artistici e storici costi- Sono dunque beni ambientali e paesaggistici coste, baie,
tuisce la categoria più rilevante dell’intero patrimonio grotte, foreste, gole ma anche parchi, ville, giardini e per-
culturale. Essa comprende dipinti, affreschi, sculture, sino strutture insediative, sia pure piccole o isolate, pur-
statue, disegni, incisioni, gioielli, argenti, vetri, vasi, ché suggestivamente integrate con l’ambiente naturale.
porcellane, arredi e arazzi la cui esecuzione risalga ad
almeno cinquant’anni fa. Si tratta di opere rilevanti per I beni librari e le biblioteche
la loro importanza artistica oppure che si propongono I beni librari sono identificabili perlopiù nei libri, ovvia-
come preziose testimonianze documentarie di usi, co- mente rari e di pregio o rilegati con particolare maestria,
stumi e tradizioni. ma soprattutto nei volumi manoscritti importanti per la
loro antichità o il valore storico, letterario, scientifico,
I beni architettonici artistico. Sono tuttavia considerati beni librari anche i
Appartengono invece alla categoria dei beni architetto- documenti relativi alla produzione letteraria dei grandi
nici quegli edifici monumentali, come chiese, palazzi, autori (autografi, carteggi, inediti, lavori preparatori),
ville, regge, che si distinguono o per la loro qualità arti- le incisioni, le carte geografiche, i manifesti, il materia-
stica, o per le particolari tecniche costruttive adottate, o le filatelico, persino le fotografie. Sono considerati a tut-
per la loro funzione o anche per le loro decorazioni. Fan- ti gli effetti beni culturali anche le biblioteche (sia pub-
no parte di tale categoria anche insiemi di edifici, e dun- bliche che private), giacché si tratta di istituzioni cultu-
que i centri storici o intere città antiche. I beni architet- rali permanenti che raccolgono e conservano i beni li-
tonici richiedono una particolare tutela: infatti, a diffe- brari e li mettono a disposizione del pubblico, promuo-
renza dei beni artistici e storici, sono più facilmente sog- vendo in tal modo la lettura e lo studio.
getti a interventi di ristrutturazione che ne possono mo-
dificare l’aspetto e la natura per adeguarli a mutate esi- I beni archivistici
genze abitative, sociali, funzionali, istituzionali, ecc. La categoria dei beni archivistici comprende sia gli atti
e i documenti cartacei originali sia gli edifici che li con-
I beni archeologici servano, ossia gli archivi, dove tali documenti sono rac-
Appartengono alla categoria dei beni archeologici «le colti e inventariati, in modo tale da consentire al pub-
cose immobili e mobili costituenti testimonianza stori- blico, e agli studiosi in particolare, di consultarli.
ca di epoche, di civiltà, di centri od insediamenti la cui
conoscenza si attua preminentemente attraverso scavi e I musei
rinvenimenti». In altre parole, sono beni archeologici I musei sono quelle strutture permanenti destinate a
tutti gli edifici, i ruderi, le opere d’arte (statue, sarco- ospitare, catalogare ed esporre al pubblico una serie di
fagi) e gli oggetti, preziosi o d’uso, provenienti da un beni mobili. La loro importanza è fondamentale, giac-
passato molto remoto e che sono stati ritrovati grazie a ché garantiscono la conservazione della memoria sto-
scavi, sia sul territorio sia sotto la superficie del mare. rica di un paese o di un’intera civiltà consentendo ai cit-
Sono beni archeologici anche le cosiddette “aree ar- tadini di accostarsi a tale memoria e di arricchirsi cul-
cheologiche” [u 5.4] ossia quei siti che presentano trac- turalmente.
ce di insediamenti umani, più o meno estese, e che ri-
salgono alla preistoria o al mondo antico: per esempio, I beni etnoantropologici, materiali
resti di una città o di un santuario o di un grande pa- e immateriali
lazzo o di una reggia. Non sempre tali siti rivestono un I cosiddetti beni etnoantropologici non hanno partico-
interesse di tipo artistico, soprattutto se i ruderi con- lare rilievo artistico ma sono di grande importanza per
sentono appena di riconoscere l’edificio o gli edifici ori- comprendere le tradizioni culturali di un popolo, di cui
ginari; tuttavia, essi mantengono una grandissima im- costituiscono una preziosa testimonianza. Fanno dun-
portanza di tipo documentario e consentono agli stu- que parte di questa categoria oggetti legati alla vita quo-
diosi di ricavarne importantissime informazioni di ca- tidiana o ai mestieri o a particolari attività, per esempio
rattere storico. arnesi, attrezzi, stoviglie, suppellettili, vestiti, giocatto-
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li, prodotti di artigianato. Tali beni sono materiali, giac- ricondotti alla nozione di “categorie speciali”. L’elen-
ché si tratta di oggetti concreti. Esistono però anche be- co di tali categorie non è definitivo e anzi va amplian-
ni immateriali, ugualmente esplicativi della cultura di dosi con il tempo. Si possono citare come esempi le na-
un popolo, come per esempio canzoni, fiabe, proverbi, vi, le auto d’epoca e i mezzi di trasporto che abbiano
filastrocche, spesso trasmessi soltanto da fonti orali. più di settantacinque anni; strumenti scientifici che ab-
biano più di cinquant’anni; lapidi, iscrizioni, taberna-
Le categorie speciali coli, anche non esposti alla pubblica vista; persino ope-
Vi sono infine beni che non appartengono ad alcuna di re di architettura contemporanea ma di particolare va-
queste precedenti categorie e che genericamente sono lore artistico.

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LA TUTELA
2 DEL PATRIMONIO
CULTURALE

2.1 LA LEGISLAZIONE ITALIANA di interesse storico-artistico-architettonico già decreta-


DEI BENI CULTURALI ti nell’editto Pacca. Fu questa legge a definire per prima
E LE ISTITUZIONI PREPOSTE la nozione di «cose mobili o immobili di interesse stori-
ALLA LORO TUTELA co, archeologico o artistico» e a ribadire che il patrimo-
nio storico-artistico-archeologico non può essere alie-
Fin dall’antichità furono i Greci e dopo di loro i Ro- nato, quindi non può essere né venduto né ceduto. Un al-
mani i primi a credere nell’importanza della tutela dei tro principio fondamentale decretato dalla legge Rosa-
monumenti e a considerare le opere artistiche e archi- di-Rava stabilisce che lo Stato ha la facoltà di interveni-
tettoniche, di cui Atene, Roma e le altre città dell’Im- re nella tutela e nella gestione di tutte le opere d’arte, an-
pero romano erano particolarmente ricche, come pro- che quelle di proprietà privata, e di avviare la loro even-
prietà pubblica. tuale espropriazione1, in virtù di un indiscusso diritto di
Fu però solo a partire dal XVI secolo che si avviaro- prelazione2, che la pubblica amministrazione è autoriz-
no i primi veri e propri interventi per la salvaguardia del zata a esercitare su di esse. Inoltre fu in questo periodo
patrimonio artistico e archeologico, principalmente che nacque l’amministrazione centrale e periferica de-
grazie all’azione del governo pontificio, che promulgò putata alla conservazione dei beni culturali.
diverse ordinanze in merito. I piccoli Stati in cui era Risalgono invece al 1939 le due leggi promulgate dal re-
suddivisa l’Italia dell’epoca manifestarono a loro volta gime fascista che hanno costituito fino al 1999 (anno di
una salda coscienza del proprio patrimonio storico ar- pubblicazione del Testo Unico) il fondamento della giu-
tistico attraverso iniziative disgiunte ma comunque uti- risprudenza italiana in materia di salvaguardia del patri-
li alla salvaguardia delle opere. monio artistico e paesaggistico. La legge 1089/1939,
In effetti, fu l’editto del cardinale Bartolomeo Pacca chiamata “legge Bottai” dal nome dell’allora ministro
(1756-1844), promulgato a Roma il 7 aprile del 1820, il della cultura Giuseppe Bottai (1895-1959) che ne fu pro-
primo vero ufficiale provvedimento tutelare “Sopra le motore, riguarda «la tutela delle cose di interesse arti-
antichità e gli scavi”. Tre erano le direttive fondamen- stico e storico», mentre la legge 1497/1939 si concentra
tali indicate nel documento, molto importanti perché sulla «protezione delle bellezze naturali». La legge Bot-
antesignane della normativa attuale. Innanzitutto la tai, stilata con la consulenza di due grandi storici del-
necessità di inventariare e quindi catalogare tutto il pa- l’arte, Roberto Longhi (1890-1970) e Giulio Carlo Ar-
trimonio artistico esistente nello Stato della Chiesa; il gan (1909-1992), precisa cosa debba intendersi per bene
divieto di esportare i beni antichi che sarebbero dovuti culturale, offrendo per la prima volta un’interpretazio-
rimanere nel luogo d’origine, a parte casi eccezionali ne più ampia del termine, utilizzato fino a quel momen-
sui quali comunque avrebbe deciso l’autorità compe- to solo in riferimento ai grandi capolavori dell’arte, e ne
tente; infine, l’indiscutibile appartenenza allo Stato di
tutto ciò che fosse stato ritrovato nel sottosuolo, indi-
1. L’espropriazione per pubblica utilità è un istituto giuridico che attri-
pendentemente dalla proprietà (pubblica o privata) buisce alla pubblica amministrazione il potere di acquisire o far ac-
della corrispondente area urbana o rurale. quisire ad un altro soggetto, per esigenze di interesse pubblico, la
Quasi un secolo più tardi, nel 1909, lo Stato unitario proprietà di un bene, indipendentemente dalla volontà del suo pro-
prietario, previo pagamento di un indennizzo.
promulgò la legge 364/1909 (detta “legge Rosadi-Ra- 2. Il diritto di prelazione consiste nel diritto di priorità sull’acquisto di un
va”) che ripropose i provvedimenti di tutela delle opere bene.

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afferma il principio di “pubblica godibilità”, nei termi- la legge i beni di interesse archeologico, storico, artisti-
ni di ammissione alla visita da parte del pubblico. La leg- co, ambientale e paesistico, archivistico e librario e
ge stabilisce che qualsiasi intervento effettuato su un be- ogni altro bene che costituisca testimonianza materia-
ne culturale debba soggiacere a precisi vincoli di auto- le avente valore di civiltà».
rizzazione e impone anche ai privati l’obbligo di “con- Nel 1974 il governo italiano istituì il ministero per i
servare” ciò che possa ritenersi di interesse culturale; re- Beni culturali e ambientali (d.P.R. 805/1975) su inizia-
golamenta i prestiti, le importazioni, le esportazioni i ri- tiva del senatore Giovanni Spadolini (1925-1994), che
trovamenti e le scoperte di beni culturali e prevede san- ne fu anche il primo ministro. Il nuovo ministero riunì
zioni in caso di inosservanza delle norme. sotto la propria competenza alcune funzioni prima di-
Innovativo risultò essere il fatto che, per la prima vol- vise fra il ministero della Pubblica Istruzione (Direzio-
ta, nelle due leggi del 1939 i beni storico-artistico-ar- ne delle Antichità e Belle Arti, accademie e bibliote-
cheologici propriamente detti fossero tutelati insieme che), il ministero degli Interni (archivi di Stato) e la Pre-
alle «bellezze naturali», agli Archivi di Stato e alle «at- sidenza del Consiglio dei ministri (Discoteca di Stato,
tività culturali», elementi tutti considerati parte inte- editoria libraria e diffusione della cultura). Più di venti
grante del patrimonio culturale nazionale di cui il go- anni dopo, il decreto legislativo 368/1998 ha istituito il
verno doveva curare la protezione. nuovo ministero per i Beni e le Attività culturali am-
Il 1 gennaio del 1948 entrò in vigore la Costituzione pliandone l’ambito di competenza alla promozione
della Repubblica Italiana nel cui testo trova spazio l’ar- dello sport e dello spettacolo in tutte le sue manifesta-
ticolo 9, dedicato alla tutela del patrimonio culturale e zioni, cinema, teatro, musica, danza e spettacoli itine-
ambientale da parte della pubblica amministrazione. ranti.
Ai commi 1 e 2 si legge che «la Repubblica promuove lo Nel 1999, con il Testo Unico (d.lg. 490/1999), è stata
sviluppo della cultura e la ricerca scientifica. Tutela il riunita in 166 articoli tutta la legislazione in materia di
paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Na- beni culturali e ambientali, comprese le leggi del 1939
zione». Lo Stato, dunque, annovera tra i suoi compiti che automaticamente sono decadute. Il Testo Unico,
fondamentali, dandogli dignità costituzionale, quello diviso in due capitoli fondamentali (il primo dedicato
di sostenere, promuovere e tutelare il patrimonio stori- ai beni culturali e il secondo a quelli ambientali e pae-
co, artistico e ambientale della nazione. saggistici) ha costituito in Italia una vera e propria no-
Nel maggio del 1954, in seguito alla riflessione sulle vità dal punto di vista legislativo, già a partire dalla sua
distruzioni causate dai bombardamenti della seconda denominazione. Esso infatti ha offerto per la prima
guerra mondiale, si svolse a L’Aja la prima Convenzio- volta un quadro ampio, chiaro e coerente che raziona-
ne europea per la protezione di tutti i beni culturali dai lizza provvedimenti disomogenei e talvolta persino
rischi di un nuovo conflitto armato. Le parti contraen- contraddittori. Inoltre, esso ha dedicato una particola-
ti, constatando che moltissimi beni culturali avevano re attenzione ai temi dell’arte contemporanea, della
subito gravi danni nel corso dei due conflitti mondiali conservazione e del restauro e ha individuato con chia-
e che, in conseguenza dello sviluppo della tecnica della rezza i ruoli e le competenze che Stato, enti locali e pri-
guerra, essi erano continuamente minacciati di distru- vati devono dividersi per la salvaguardia, la valorizza-
zione, si impegnarono ad adottare tutte le disposizioni zione e la conoscenza dei beni culturali.
possibili per proteggerli. In tale contesto, si stilò la pri- L’ultimo aggiornamento legislativo in materia di pa-
ma, e probabilmente la più chiara, definizione giuridi- trimonio culturale risale al 2004, quando è stato intro-
ca e sistematica della categoria dei beni culturali. L’im- dotto il Codice dei Beni culturali e del paesaggio (d.lg.
portanza di tale convenzione fu dunque straordinaria, 42/2004) che ha proposto un ulteriore riordino degli in-
essendo essa, storicamente, il primo trattato interna- terventi legislativi. Il Codice, infatti, ha sostanzialmen-
zionale dedicato a questa materia: alcuni concetti basi- te ricalcato la struttura del Testo Unico, pur introdu-
lari sanciti dalla Convenzione dell’Aja, infatti, sareb- cendo alcuni elementi di novità, come quello di unifi-
bero divenuti princìpi generali validi per tutte le suc- care le nozioni di beni culturali e di beni paesaggistici
cessive convenzioni. Tra le sue norme che impegnavano che per la prima volta sono stati posti in un quadro le-
gli Stati a salvaguardare i beni culturali, una in parti- gislativo unitario.
colare risultava significativa: quella prevista all’art. 25 Composto di 184 articoli, nelle Disposizioni genera-
(Diffusione della Convenzione), che richiedeva agli Sta- li (parte prima, art. 2, comma 1 e 2) il nuovo codice pre-
ti di creare una “cultura” di rispetto dei beni culturali. cisa che «il patrimonio culturale è costituito dai beni
Risalgono al 1963, in Italia, i già citati lavori della culturali e dai beni paesaggistici» e che «sono beni cul-
Commissione Franceschini [u 1.2], che introdusse que- turali le cose immobili e mobili che presentano interes-
sto importante concetto: «Appartengono al patrimo- se artistico, storico, archeologico, etnoantropologico,
nio culturale della Nazione tutti i beni aventi come ri- archivistico e bibliografico [...], quali testimonianze
ferimento alla storia della civiltà. Sono assoggettati al- aventi valore di civiltà», concetto, quest’ultimo, eredi-

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tato dalla preesistente normativa. Nell’articolo 10, più ria di beni culturali risale al 2007, quando è stato ap-
avanti nel testo, l’attenzione è posta sulla tutela dei be- provato un nuovo Regolamento di Organizzazione del
ni e si afferma che «sono beni culturali le cose immobi- ministero per i Beni e le Attività culturali (d.P.R.
li e mobili appartenenti allo Stato, alle regioni, agli al- 233/2007) e degli uffici chiamati a collaborare con esso,
tri enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente allo scopo di migliorare e ottimizzare l’azione di tutela
ed istituto pubblico e a persone giuridiche private sen- del patrimonio culturale e paesaggistico della nazione.
za fine di lucro, che presentano interesse artistico, sto- A tal fine sono state istituite la Direzione generale per
rico, archeologico o etnoantropologico» e, proseguen- la valorizzazione del patrimonio culturale e la Direzio-
do, che sono inoltre da considerarsi beni culturali «le ne generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura
raccolte di musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi e l’arte contemporanee.
espositivi dello Stato, delle regioni, degli altri enti pub-
blici territoriali, nonché di ogni altro ente ed istituto
pubblico; gli archivi e i singoli documenti dello Stato, 2.2 IL MINISTERO PER I BENI
delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, non- E LE ATTIVITÀ CULTURALI:
ché di ogni altro ente ed istituto pubblico; le raccolte li- COMPITI E ORGANIZZAZIONE
brarie delle biblioteche dello Stato, delle regioni, degli
Come ribadito nel Codice dei Beni culturali e del pae-
altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente saggio, il ministero per i Beni e le Attività culturali (Mi-
e istituto pubblico; le cose immobili e mobili che pre- bac) svolge il compito di tutelare e valorizzare il patri-
sentano interesse artistico, storico, archeologico o et- monio culturale del paese, preservando «la memoria
noantropologico particolarmente importante [....]; gli della comunità nazionale e del suo territorio» e pro-
archivi, i singoli documenti, le raccolte librarie, appar- muovendo «lo sviluppo della cultura» (art. 1, comma
tenenti a privati, di eccezionale interesse culturale; le 2). La tutela, di cui parla la legge, «consiste nell’eserci-
cose immobili e mobili, a chiunque appartenenti, che zio delle funzioni e nella disciplina delle attività diret-
rivestono un interesse particolarmente importante a te, sulla base di un’adeguata attività conoscitiva, ad in-
causa del loro riferimento con la storia politica, milita- dividuare i beni costituenti il patrimonio culturale e a
re, della letteratura, dell’arte e della cultura in genere, garantirne la protezione e la conservazione per fini di
ovvero quali testimonianze dell’identità e della storia pubblica fruizione» (art. 3, comma 1).
delle istituzioni pubbliche, collettive o religiose; le col- La tutela è dunque il primo, indiscusso obiettivo che
lezioni o serie di oggetti, a chiunque appartenenti, che, il ministero deve porsi, preceduto però da un’opera di
per tradizione, fama e particolari caratteristiche am- catalogazione, perché la conoscenza e la consapevolez-
bientali, rivestono come complesso un eccezionale in- za del patrimonio presente sul territorio nazionale è
teresse artistico o storico». condizione necessaria per una sua opportuna salva-
Viene, inoltre, sottolineato che sono da includersi guardia. Catalogare significa registrare, descrivere e
nell’elenco le cose che interessano la paleontologia, la classificare i beni culturali, storico-artistici, architetto-
preistoria, le civiltà primitive, gli oggetti di interesse nici, demoetnoantropologici. Redigere e gestire il cata-
numismatico, i manoscritti, gli autografi, i carteggi, gli logo nazionale dei beni culturali è compito dell’Iccd,
incunaboli, i libri, le stampe e le incisioni, con relative l’Istituto centrale per il Catalogo e la Documentazione.
matrici, così come le carte geografiche e gli spartiti mu- Altra funzione svolta dal ministero è la conservazio-
sicali, le fotografie, le pellicole cinematografiche e i ne del patrimonio culturale che, come precisato nel Co-
supporti audiovisivi in genere, tutto ciò che abbia ca- dice, «è assicurata mediante una coerente, coordinata
rattere di rarità e di pregio. E poi a seguire, le ville, i e programmata attività di studio, prevenzione, manu-
parchi e i giardini, le pubbliche piazze, vie, strade e al- tenzione e restauro» (art. 29, comma 1). Il testo della
tri spazi aperti urbani di interesse artistico o storico; i legge specifica che «per prevenzione s’intende il com-
siti minerari di interesse storico o etnoantropologico; le plesso delle attività idonee a limitare le situazioni di ri-
navi e i galleggianti, le tipologie di architettura rurale schio connesse al bene culturale nel suo contesto; per
in quanto testimonianze dell’economia rurale tradizio- manutenzione s’intende il complesso delle attività e de-
nale. gli interventi destinati al controllo delle condizioni del
Un elenco dunque estremamente vasto che colpisce bene culturale e al mantenimento dell’integrità, del-
perché svela come in una moderna accezione dell’e- l’efficienza funzionale e dell’identità del bene e delle
spressione “beni culturali” vengano a essere compresi sue parti; per restauro s’intende l’intervento diretto sul
elementi anche molto differenti il cui fondamentale e bene attraverso un complesso di operazioni finalizzate
necessario denominatore comune è l’essere testimo- all’integrità materiale ed al recupero del bene medesi-
nianza dell’evoluzione storica e culturale di un popolo mo, alla protezione e alla trasmissione dei suoi valori
e di una nazione. culturali» (art. 29, commi 2, 3 e 4).
Uno dei più recenti atti del governo italiano in mate- Ciascuna di queste attività è finalizzata oltre che alla
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tutela anche alla valorizzazione dei beni culturali e pae- Istituti centrali portano avanti finalità di ricerca, indi-
saggistici intesa come esercizio delle funzioni e disci- rizzo e coordinamento tecnico nei settori della inventa-
plina delle «attività dirette a promuovere la conoscen- riazione, catalogazione, conservazione e restauro. Gli
za del patrimonio culturale e ad assicurare le migliori Istituti centrali sono:
condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del pa- • l’Istituto centrale per il catalogo e la documentazio-
trimonio stesso, anche da parte delle persone diversa- ne
mente abili, al fine di promuovere lo sviluppo della cul- • l’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblio-
tura. Essa comprende anche la promozione ed il soste- teche italiane e per le indicazioni bibliografiche
gno degli interventi di conservazione del patrimonio • l’Opificio delle pietre dure
culturale». • l’Istituto centrale per la demoetnoantropologia
Oggi il ministero per i Beni e le Attività culturali ha • l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione
una struttura abbastanza complessa, organizzata at- del patrimonio archivistico e librario
torno a un Segretariato generale che lavora come trait • l’Istituto centrale per gli archivi
d’union tra le nove Direzioni generali che gli fanno ca- • l’Istituto centrale per i beni sonori e audiovisivi.
po e che esso coordina:
• la Direzione generale per l’organizzazione, l’inno- Sono Istituti dotati di autonomia speciale:
vazione, la formazione, la qualificazione professionale • la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di
e le relazioni sindacali Napoli e Pompei
• la Direzione generale per il bilancio e la program- • la Soprintendenza speciale per i beni archeologici di
mazione economica, la promozione, la qualità e la Roma
standardizzazione delle procedure • la Soprintendenza speciale per il patrimonio stori-
• la Direzione generale per i beni archeologici co, artistico ed etnoantropologico e per il polo musea-
• la Direzione generale per la qualità e la tutela del le della città di Venezia e dei comuni della Gronda la-
paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee gunare
• la Direzione generale per i beni architettonici, stori- • la Soprintendenza speciale per il patrimonio stori-
co-artistici ed etnoantropologici co, artistico ed etnoantropologico e per il polo musea-
• la Direzione generale per gli archivi le della città di Napoli
• la Direzione generale per le biblioteche, gli istituti • la Soprintendenza speciale per il patrimonio stori-
culturali e il diritto d’autore co, artistico ed etnoantropologico e per il polo musea-
• la Direzione generale per il cinema le della città di Roma
• la Direzione generale per lo spettacolo dal vivo. • la Soprintendenza speciale per il patrimonio stori-
co, artistico ed etnoantropologico e per il polo musea-
Direttamente collegato alle Direzioni, e chiamato a le della città di Firenze
esprimere opinioni sul loro operato dietro specifica ri- • l’Istituto superiore per la conservazione e il restauro
chiesta del direttore generale centrale competente, è il • la Biblioteca nazionale centrale di Roma
Consiglio superiore per i Beni culturali e paesaggistici • la Biblioteca nazionale centrale di Firenze
formato da sette Comitati tecnico-scientifici di settore: • il Centro per il libro e la lettura
• il Comitato tecnico-scientifico per i beni archeolo- • l’Archivio centrale dello Stato.
gici
• il Comitato tecnico-scientifico per i beni architetto- Gli Istituti nazionali sono:
nici e paesaggistici • la Soprintendenza al Museo nazionale preistorico
• il Comitato tecnico-scientifico per il patrimonio ed etnografico
storico, artistico ed etnoantropologico • il Museo nazionale d’arte orientale
• il Comitato tecnico-scientifico per gli archivi • la Soprintendenza alla Galleria nazionale d’arte
• il Comitato tecnico-scientifico per i beni librari e gli moderna e contemporanea
istituti culturali • l’Istituto nazionale per la grafica.
• il Comitato tecnico-scientifico per la qualità archi-
tettonica e urbana e per l’arte contemporanea Sono invece da considerarsi organi periferici del mi-
• il Comitato tecnico-scientifico per l’economia della nistero le Direzioni regionali per i beni culturali e pae-
cultura. saggistici, le Soprintendenze archivistiche, gli Archivi
di Stato, le Biblioteche statali, i Musei e soprattutto le
Completano la struttura del ministero sette Istituti Soprintendenze. Queste ultime sono dirette da un So-
centrali, undici Istituti dotati di autonomia speciale e printendente e sono suddivise in Soprintendenze per i
quattro Istituti nazionali con finalità particolari. Gli beni archeologici, Soprintendenze per i beni e architet-

8 NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI
tonici e paesaggistici, Soprintendenze per i beni storici, Con l’accordo del 18 febbraio 1984 (L. 121/1985, art.
artistici ed etnoantropologici. 12), lo Stato italiano e la Chiesa cattolica hanno stabili-
to che mentre la Santa Sede è competente per la conser-
vazione e la consultazione degli archivi e delle bibliote-
2.3 ALTRI ENTI PREPOSTI che degli enti ecclesiastici, lo Stato italiano ha il compi-
ALLA CURA E ALLA TUTELA to di emanare opportune disposizioni per la salvaguar-
DEL PATRIMONIO dia, la valorizzazione e il godimento dei beni culturali
d’interesse religioso che appartengono a tali enti.
Secondo la Costituzione italiana (art. 117), anche le re- Il 13 settembre 1996, la Conferenza episcopale italia-
gioni possono emanare norme in materia di «valoriz- na e il ministero per i Beni culturali e ambientali han-
zazione dei beni culturali e ambientali e promozione e no stabilito che per l’attuazione di tale collaborazione
organizzazione di attività culturali», purché tali norme sono coinvolti: in ambito centrale il ministro dei Beni
non entrino in contrasto o addirittura in conflitto con culturali e il presidente dalla Cei; in sede locale, i so-
quelle dello Stato. In realtà, solo nel 1972 (d.P.R. vrintendenti e i vescovi diocesani. Sono previste riunio-
3/1972), e successivamente nel 1977 (d.P.R. 616/1977), ni finalizzate allo scambio di informazioni sulle inizia-
in Italia tale ordinamento costituzionale si concretizzò tive da intraprendere, alla definizione dei programmi e
in una prima azione legislativa. Nel 1997-98, la legge delle proposte annuali o pluriennali circa gli interventi
Bassanini (L. 59/1997 recante delega al governo per il a favore dei beni culturali in questione, alla stesura dei
conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti piani di spesa. Il finanziamento di tali interventi è de-
locali, per la riforma della Pubblica Amministrazione e mandato sia allo Stato sia agli enti ecclesiastici interes-
per la semplificazione amministrativa e D.lg. 112/1998) sati sia, eventualmente, a privati. Tutte le richieste di in-
ha formulato una nuova definizione delle competenze tervento finalizzato al restauro e alla conservazione di
dello Stato e delle regioni per quanto riguarda la salva- beni appartenenti ad associazioni religiose sono pre-
guardia del patrimonio. Lo Stato deve occuparsi della sentate dai vescovi ai sovrintendenti locali. L’intesa del
tutela, della conservazione e della protezione dei beni 1996 ha infine previsto la costituzione di un Osservato-
culturali; le regioni e gli enti locali possono invece oc- rio centrale per i beni culturali di proprietà ecclesiasti-
cuparsi della loro fruibilità e conoscenza. Un ulteriore ca, composto da rappresentanti del ministero e della
passo in avanti è stato compiuto con la legge costitu- Cei che si riuniscono con cadenza semestrale.
zionale n. 3 del 18 ottobre 2001, la quale affida alle re- Infine, nel 2004, il decreto legislativo n. 42 ha posto
gioni anche il potere di legiferare in merito alla valoriz- sotto la tutela dello Stato italiano tutti i beni mobili e
zazione dei beni culturali e ambientali e di occuparsi immobili che hanno interesse artistico, storico e ar-
della promozione e organizzazione delle attività cultu- cheologico di proprietà degli enti ecclesiastici.
rali.
Alle province spetta invece il compito di mediare tra
regioni ed enti locali, mentre i comuni, che con lo Sta- 2.5 LA TUTELA DEL PATRIMONIO
to e la Chiesa sono i maggiori proprietari del patrimo- MONDIALE E L’UNESCO
nio artistico italiano, attraverso gli Assessorati alla
Cultura devono occuparsi della valorizzazione del pa- Vi è un patrimonio culturale il cui valore trascende i
trimonio culturale, organizzando mostre e altre inizia- confini nazionali, che insomma è talmente importante
tive al fine di promuovere e valorizzare le ricchezze del e prezioso da appartenere non a un singolo paese ma al
territorio. mondo intero: si tratta del patrimonio mondiale. Par-
liamo di ambienti di rara bellezza, di città d’arte mera-
vigliose, di edifici e di opere d’arte considerati grandi e
ineguagliabili capolavori. Di tale patrimonio si occupa,
2.4 I BENI CULTURALI
oltre che il singolo paese di pertinenza, anche l’Orga-
DI PROPRIETÀ DELLA CHIESA
nizzazione per la protezione del patrimonio mondiale,
E LA LORO TUTELA
detta Unesco, nata all’interno delle Nazioni Unite co-
Una particolare categoria di beni culturali, numerica- me organismo di cooperazione internazionale per l’e-
mente piuttosto rilevante, è quella dei beni di proprietà ducazione, la scienza e la cultura.
della Chiesa (beni ecclesiastici), che comprendono non L’Unesco (United Nations Educationals, Scientific
solo i luoghi e gli edifici dedicati al culto, come chiese, and Cultural Organization, ossia Organizzazione del-
cappelle, monasteri, palazzi vescovili, ecc., e le opere le Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cul-
d’arte che vi sono custodite, ma anche tutti quegli og- tura) è stata fondata a Londra il 16 novembre 1945 con
getti di pregio legati alle funzioni liturgiche. La funzio- l’obiettivo di «contribuire alla pace e alla sicurezza pro-
ne della tutela di questi beni è oggi suddivisa fra Chie- muovendo la collaborazione tra le Nazioni attraverso
sa e Stato italiano. l’educazione, la scienza e la cultura onde garantire il ri-
NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI 9
spetto universale della giustizia, della legge, dei diritti • «i monumenti naturali costituiti da formazioni fisi-
dell’uomo e delle libertà fondamentali che la Carta del- che e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valo-
le Nazioni Unite riconosce a tutti i popoli, senza di- re universale eccezionale dall’aspetto estetico o scienti-
stinzione di razza, sesso, lingua o religione». 193 go- fico;
verni ne hanno sottoscritto lo Statuto dichiarando di • le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone
credere nel «completo ed eguale accesso all’educazione strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie
per tutti, nel libero perseguimento della verità oggetti- animali e vegetali minacciate, di valore universale ecce-
va e nel libero scambio di idee e conoscenze» perché «le zionale dall’aspetto scientifico o conservativo;
guerre nascono nell’animo degli uomini ed è l’animo • i siti naturali o le zone naturali strettamente delimi-
degli uomini che deve essere educato alla difesa della tate di valore universale eccezionale dall’aspetto scien-
pace» e solo in questo senso si può agire perseguendo tifico, conservativo o estetico naturale.»
l’obiettivo di una pace duratura.
Il 16 novembre del 1972 più di 140 Stati, tra cui l’Ita- Il patrimonio culturale e naturale mondiale viene co-
lia, hanno sottoscritto una Convenzione internaziona- sì a essere ufficialmente riconosciuto e tutelato. Gli Sta-
le sulla protezione del Patrimonio mondiale culturale e ti firmatari della Convenzione hanno espresso formal-
naturale, stipulata dall’Unesco. Alcune premesse intro- mente l’impegno a salvaguardarlo e a tal fine hanno sti-
ducono il testo del documento vero e proprio sottoli- lato un elenco aperto di siti che si ritiene debbano esse-
neando che «la degradazione o la sparizione di un be- re considerati patrimonio per l’umanità. Perché un si-
ne del patrimonio culturale e naturale è un appoveri- to, un insediamento o un monumento possa farne par-
mento nefasto del patrimonio di tutti i popoli del mon- te è necessario che possieda determinati requisiti che le
do, che la protezione di questo patrimonio su scala na- modalità d’iscrizione specificano al fine di attuare una
zionale rimane spesso incompleta per l’ampiezza dei ragionata preselezione. Uno Stato firmatario che abbia
mezzi necessari a tal fine»; che «certi beni del patrimo- siti iscritti nella lista del Patrimonio mondiale gode del
nio culturale naturale offrono un interesse eccezionale vantaggio di poter accedere al Fondo per il patrimonio
che esige la loro preservazione come elementi del patri- mondiale (alimentato dalle contribuzioni obbligatorie
monio mondiale dell’umanità» e che «dinanzi all’am- degli stessi Stati membri) e può ricevere aiuti di emer-
piezza e alla gravità dei nuovi pericoli spetta alla col- genza nel caso in cui gravi danni causati da disastri na-
lettività internazionale di partecipare alla protezione turali o dovuti all’azione dell’uomo richiedano rapidi e
del patrimonio culturale e naturale di valore universa- consistenti interventi sul loro territorio nazionale. Inol-
le eccezionale mediante un’assistenza collettiva». tre, accanto alla lista principale, trova spazio una lista
La Convenzione punta, poi, la massima attenzione su dei beni in pericolo, sui quali è necessario intervenire
due ambiti ben precisi, i siti culturali e quelli naturali, con la massima urgenza.
considerandoli entrambi elementi portanti del patri- Tutto ciò accade, però, secondo regole molto precise: la
monio mondiale dell’umanità, in continua interazione Convenzione stabilisce, infatti, che venga costituito pres-
tra di loro. so l’Organizzazione delle Nazioni Unite un Comitato del
All’articolo 1 vengono fornite varie definizioni di Patrimonio mondiale che deve compilare un «registro in-
«patrimonio culturale e naturale» e si precisa che devo- ternazionale dei beni culturali sotto protezione speciale»,
no essere univocamente concepiti come patrimonio da aggiornare annualmente, sulla base delle indicazioni
culturale: degli Stati firmatari. Il finanziamento degli interventi
• «i monumenti: opere architettoniche, plastiche o d’eccezione è regolato da rigide norme che, tra le altre co-
pittoriche monumentali, elementi o strutture di carat- se, prevedono che lo Stato che ha chiesto l’iscrizione pos-
tere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elemen- sa dimostrare di aver già effettuato autonomamente azio-
ti di valore universale eccezionale dall’aspetto storico, ni di conservazione e restauro sul sito segnalato. Una vol-
artistico o scientifico; ta approvato l’aiuto, l’assistenza internazionale prevede
• gli agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riu- l’invio di personale specializzato, attrezzature e, ovvia-
nite che, per la loro architettura, unità o integrazione mente, opportuni progetti di intervento.
nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dal- Il patrimonio storico e culturale di un paese è inso-
l’aspetto storico, artistico o scientifico; stituibile, ineguagliabile e inestimabile. Conoscerlo è la
• i siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo condizione necessaria per la sua salvaguardia e per que-
e della natura, come anche le zone, compresi i siti ar- sto motivo deve essere identificato secondo regole pre-
cheologici, di valore universale eccezionale dall’aspet- cise e individuato a livello mondiale con chiarezza.
to storico ed estetico, etnologico o antropologico». Grazie ai criteri di identificazione utilizzati dalla Con-
venzione sul Patrimonio dell’Umanità, per esempio, l’I-
All’articolo 2 si afferma che debbano essere conside- talia risulta essere il paese che detiene il maggior patri-
rati patrimonio naturale: monio culturale al mondo.

10 NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI
2.6 I PROFESSIONISTI logi, invece, programmano e seguono gli scavi delle
PREPOSTI ALLA TUTELA aree archeologiche, il rilievo degli edifici o dei resti di
DEL PATRIMONIO CULTURALE edifici ritrovati, la catalogazione dei reperti.
A tutti questi studiosi è demandato il compito di or-
Tra le principali figure di professionisti che si occupano
ganizzare e coordinare manifestazioni culturali (come
della conservazione, della salvaguardia e della valoriz-
convegni, congressi) ed esposizioni temporanee e non,
zazione dei beni culturali possiamo ricordare lo storico,
lo storico dell’arte e/o dell’architettura, l’archeologo, di redigere gli atti o i cataloghi e in generale di curare
l’operatore dei beni culturali e il restauratore dei beni pubblicazioni didattico-scientifiche di interesse collet-
culturali. Il percorso formativo di chi intende intrapren- tivo. Sono queste le figure professionali che general-
dere una di queste professioni è di tipo universitario: le mente assumono la direzione dei musei pubblici e pri-
lauree richieste sono quelle in Storia dell’Arte, Architet- vati, dirigono le soprintendenze e forniscono le consu-
tura, Conservazione dei Beni culturali, Lettere classiche lenze necessarie per enti pubblici.
o moderne, Archeologia, nonché il diploma di restaura- L’operatore dei beni culturali può lavorare presso le
tore conseguito presso una scuola statale o privata. Ov- istituzioni pubbliche e private e si occupa comunemen-
viamente è spesso utile o addirittura opportuno conse- te della gestione dei beni artistici: è infatti specializza-
guire anche uno specifico dottorato di ricerca. to nella loro catalogazione, conservazione come nel lo-
Compito dello storico, dello storico dell’arte o del- ro restauro. Se invece è attivo nel settore dell’editoria,
l’architettura, dell’archeologo è quello di occuparsi ha il compito di promuovere e valorizzare la conoscen-
della ricerca, dello studio e della promozione del patri- za del patrimonio storico, artistico e culturale.
monio artistico, architettonico e archeologico. Allo Il restauratore si occupa materialmente del restauro
storico sono richieste competenze di grande responsa- dei beni culturali. Deve dunque possedere una profon-
bilità: deve essere in grado di giudicare la rilevanza sto- da cultura in ambito storico-letterario e avere specifi-
rica, documentaria, estetica dei beni di interesse stori- che conoscenze di metodologia e tecnica della conser-
co-artistico, di riconoscerne l’autenticità e di indivi- vazione e del restauro, padroneggiare la legislazione re-
duarne la provenienza o di ricostruirne la storia. Vi so- gionale, nazionale e internazionale nel campo della tu-
no storici dell’arte specializzati nella valutazione di be- tela e della difesa dei beni culturali. Può avere un ruolo
ni mobili, di cui poi curano la documentazione e la ca- di coordinamento di altre figure professionali analoghe
talogazione; gli storici dell’architettura si occupano in- alla sua che operano nel settore e che costituiscono una
vece dei beni immobili e ad essi è riservato il delicato équipe di restauro; in tal caso deve occuparsi dell’orga-
compito di curarne il restauro, il consolidamento e l’a- nizzazione degli interventi, affidare l’incarico ai restau-
dattamento, attraverso le diverse fasi della progettazio- ratori coinvolti, supervisionare i lavori in corso e svol-
ne, della direzione dei lavori e del collaudo. Gli archeo- gere la verifica finale.

NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI 11
IL RESTAURO
3

3.1 L’EVOLUZIONE DEL Nel Medioevo, la visione teocratica dell’universo fe-


CONCETTO E DELLA PRATICA ce dell’arte uno dei più efficaci strumenti di evangeliz-
DEL RESTAURO FINO ALLE zazione, e pertanto non fu manifestato alcun interesse
SOGLIE DEL XIX SECOLO per la conservazione o il restauro di opere appartenen-
ti al mondo classico, legate alla invisa cultura pagana.
I beni culturali, come tutti gli oggetti materiali, subi-
L’unica attenzione fu rivolta alla “conservazione” di di-
scono nel tempo un processo di deterioramento più o
pinti di soggetto religioso che, nei casi di opere parti-
meno marcato, legato alle normali condizioni ambien-
colarmente venerate, venivano “rinfrescati” con nuove
tali o all’intervento di circostanze straordinarie, che ri-
mani di pittura e adattamenti più o meno consistenti
chiedono l’intervento di restauratori. Quadri, affre-
per compiacere il gusto artistico del momento.
schi, sculture, membrature architettoniche, libri e tes-
suti sono stati e sono quotidianamente oggetto di ag- Nel corso del Rinascimento, il conclamato amore per
gressione da parte di muffe, polveri, umidità, inquina- il mondo classico portò alcuni artisti a voler restaurare
mento, a tacere di eventi, come incendi, crolli, alluvio- molte opere dell’antichità, in particolare quelle sculto-
ni, che in un passato più o meno recente possono aver- ree, ripristinando le parti deterioratesi o mancanti. Un
ne compromesso la leggibilità o addirittura la stessa in- documento importante di questa epoca risale al 1512:
tegrità. Per questo, essi hanno talvolta bisogno di esse- si tratta di un memoriale scritto da Raffaello Sanzio
re “restaurati”. Il termine deriva dal latino restaurare, (1483-1520) in forma di lettera al pontefice Leone X
ossia ‘ricostruire’. L’etimologia della parola rimanda (1475-1521), in cui l’artista e architetto urbinate, «pre-
quindi a un significato molto simile a quello che oggi so dalla pietà per le distruzioni di monumenti causate
noi le attribuiamo riferendoci da un lato alla conserva- dal tempo e dagli uomini», stese un sofferto resoconto
zione dell’integrità dell’opera artistica e dall’altro alla sullo stato di abbandono dei monumenti della Roma
reintegrazione di una sua possibile alterazione o muti- antica. Nel 1515 fu nominato “Presidente di tutti i mar-
lazione. mi e di tutte le pietre che si scaveranno in Roma”, rice-
Nel mondo greco-romano, l’idea del restauro era ben vendo così l’incarico di occuparsi dei reperti archeolo-
diversa da quella attuale. Si interveniva sull’opera d’ar- gici della città papale. Raffaello affrontò il compito ri-
te non tanto per proteggere e salvaguardare quello spe- costruendo una pianta di Roma antica a partire dal-
cifico oggetto d’arte, ossia l’originale, frutto del lavoro l’osservazione delle rovine sotto i suoi occhi, schedan-
e della creatività di un artista, quanto piuttosto la sua do e documentando ogni monumento con metodo
immagine, quello che tale oggetto intendeva rappre- scientifico e ponendo così per primo le basi della mo-
sentare, soprattutto se questo messaggio era di natura derna scienza archeologica e del restauro.
religiosa o politica. E non è certamente un caso che i Nel XVII secolo si intensificarono lo scambio e la
Romani usassero produrre con tanta disinvoltura delle compravendita delle opere d’arte antiche e questo die-
copie degli originali greci. È quindi evidente che nel- de nuovo stimolo anche alla ricerca e alla diffusione di
l’antichità non si conosceva il significato della tutela nuove e migliori tecniche di restauro. Veri e propri spe-
del patrimonio culturale storico e artistico, e il restau- cialisti furono chiamati a mettere mano soprattutto ai
ro, quando praticato, aveva il solo fine di restituire a dipinti per restituire alle tele la perfezione del tratto e
opere rovinate dal tempo la capacità di veicolare un dei colori originali.
messaggio. Alla fine del secolo successivo, in Francia, durante la

12 NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI
rivoluzione del 1789, la consapevolezza del valore delle listico propugnato da Viollet-le-Duc, considerandolo co-
opere d’arte fece sì che molte di queste fossero trasferi- me un inganno o ancor peggio come una falsificazione,
te in luoghi sicuri per salvaguardarle dalla distruzione soprattutto se l’intervento non consentiva di distinguere
dei tumulti; poi, conclusasi la stagione rivoluzionaria, le parti originali dagli interventi moderni. Gli edifici, se-
ci si adoperò per il loro restauro nonché per il ripristi- condo lo studioso, «devono venire piuttosto consolidati
no dei monumenti danneggiati. che riparati, piuttosto riparati che restaurati». Al suo no-
me è legato il cosiddetto restauro filologico, che tenta
un’intermediazione fra il restauro stilistico del modello
3.2 LA TEORIA DEL RESTAURO francese e le teorie anti-restaurative del modello inglese.
DALL’OTTOCENTO A OGGI Soprattutto, e per la prima volta, Boito riconobbe il valo-
re dei segni lasciati dal tempo sull’edificio, ossia la patina
Nel corso dell’Ottocento il restauro, soprattutto quel-
che lui stesso definì lo «splendido sudiciume del tempo».
lo architettonico, fu oggetto di grande interesse tanto
Nel 1883 Boito fu promotore, durante il IV Congresso de-
da far nascere un vero e proprio dibattito intorno alla
gli ingegneri e architetti tenutosi a Roma, della I Carta ita-
teoria del restauro e alle diverse pratiche possibili. Il se-
liana del Restauro, la prima a segnare con chiarezza una
colo del Romanticismo rivalutò il Medioevo in quanto
via italiana al restauro dei monumenti.
ritenuto il momento storico in cui poter ritrovare le ra-
Nei primi decenni del XX secolo, Gustavo Giovan-
dici delle identità nazionali e anche a livello artistico si
noni (1874-1947), ingegnere civile, storico dell’architet-
vollero recuperare opere, architetture e stili medievali
tura, urbanista, docente di Restauro dei monumenti
identificati come puri e originali.
presso la facoltà di Architettura di Roma, teorizzò e so-
L’architetto francese Viollet-le-Duc (1814-1879) fu
stenne l’importanza del restauro scientifico. Questo
molto attivo nel campo del restauro architettonico; ana-
modello di intervento, legato all’idea del monumento
lizzando razionalmente la sintassi costruttiva del Goti-
inteso come documento storico-artistico, vuole essere
co, egli elaborò un metodo per ricostruire le forme degli
il frutto della collaborazione e del lavoro in équipe di
edifici medievali, il cosiddetto restauro stilistico. Secon-
uno staff di professionisti – architetti, storici dell’arte,
do Viollet-le-Duc, un architetto moderno poteva recu-
ingegneri, chimici, geologi – ognuno dei quali deve
perare le motivazioni tecniche e gli ideali che avevano so-
mettere a disposizione del gruppo le proprie conoscen-
stenuto gli architetti gotici, e non solo per amore della
ze per approntare tecniche di intervento rispettose del-
verità ma per ridefinire l’architettura del presente. I
l’opera d’arte nel suo insieme e capaci di giungere a un
grandi monumenti medievali, una volta restaurati, po-
risultato soddisfacente sotto tutti gli aspetti.
tevano servire da modello agli architetti moderni.
Giovannoni, inoltre, individuò differenti tipologie di
Nel Regno Unito, invece, si diffuse una corrente di
intervento, classificandole per obiettivi e procedure:
pensiero anti-restaurativa, guidata dallo scrittore, poe-
ta e critico d’arte John Ruskin (1819-1900). Nella sua • restauro di consolidamento, necessario per ripristi-
opera più famosa, The seven lamps of architecture (‘Le nare la stabilità strutturale del monumento e garantire
sette lampade dell’architettura’), pubblicata nel 1849, la sua sicurezza statica;
Ruskin delinea il suo pensiero a proposito del restauro • restauro di ricomposizione, da attuarsi su una co-
che egli reputa «la più totale distruzione che un edificio struzione parzialmente danneggiata ma di cui sono sta-
possa subire», un puro inganno, una menzogna insom- te recuperate le membrature architettoniche originarie;
ma. Secondo lo studioso e tutti i suoi seguaci, l’unica • restauro di liberazione, che consiste nel rimuovere
operazione che l’uomo può mettere in atto per oppor- interventi architettonici successivi alla realizzazione
si al tempo è la conservazione: «Prendetevi cura soler- del monumento e che sono ritenuti di scarso o nullo va-
te dei vostri monumenti e non avrete alcun bisogno di lore artistico;
restaurarli. [...] fatelo amorevolmente, con reverenza e • restauro di completamento, necessario per integra-
continuità, e più di una generazione potrà ancora na- re delle parti mancanti un monumento rimasto incom-
scere e morire all’ombra di quell’edificio. [...] la nostra piuto, ricostruendole secondo l’arbitrio del restaurato-
decisione di conservare o no gli edifici delle epoche pas- re in armonia con l’insieme architettonico ma sempre e
sate non è questione di opportunità o di sentimento; il comunque facendo sì che le parti non originali siano fa-
fatto è che non abbiamo alcun diritto di toccarli. Non cilmente riconoscibili;
sono nostri. Essi appartengono in parte a coloro che li • restauro di innovazione, quando il monumento vie-
costruirono, e in parte a tutte le generazioni di uomini ne riadattato a seguito di un cambio della sua funzione
che dovranno venire dopo di noi». e integrato con nuove parti “moderne” necessarie per il
Di grande importanza fu la figura di Camillo Boito suo riuso.
(1836-1914), noto architetto e scrittore, diventato nel cor-
so del XIX secolo anche un importante teorico del re- Negli stessi anni, Ambrogio Annoni (1882-1954), ar-
stauro a livello internazionale. Boito rifiutò il restauro sti- chitetto e teorico del restauro, si oppose all’adozione di
NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI 13
metodi standardizzati ed elaborò la cosiddetta teoria zata con competenze tecniche e studiata in un ampio
del caso per caso: ogni monumento deve essere consi- quadro storico-artistico, a suggerire al restauratore
derato come opera a sé stante e va studiato rifuggendo qual è la via più corretta da intraprendere.
teorizzazioni astratte a favore di un’analisi attenta dei Sulla scorta dei princìpi enunciati da Brandi, nel 1972 il
documenti storici. Come scrive in una delle sue princi- ministero della Pubblica Istruzione, nell’intento di perve-
pali pubblicazioni, Scienza e arte del restauro architet- nire a criteri uniformi nella specifica attività dell’Ammi-
tonico (1946), «oggi si pensa che il restauro non deve es- nistrazione delle Antichità e Belle Arti nel campo della
sere solamente arte, né solamente scienza, ma l’una e conservazione del patrimonio artistico, elaborò alcune
l’altra cosa assieme; per le quali occorre un grande sen- norme sul restauro dei monumenti architettonici. Tali
so di equilibrio, di cultura, di amore. Per restauro non norme presero il nome di Carta di Restauro 1972. La suc-
si intenderà più né ricomposizione stilistica, né rico- cessiva Carta della conservazione e del restauro degli og-
struzione storica; ma conservazione, sistemazione, av- getti d’arte e di cultura (1987) rinnovò, integrò e sostan-
valoramento dell’edificio». zialmente sostituì il precedente documento normativo
Nel 1931, la cosiddetta Carta di Atene (Carta euro- del ’72 estendendo l’ambito di operatività a tutti gli og-
pea per il Restauro) portò il problema del restauro al- getti di ogni epoca e area geografica che rivestissero un si-
l’attenzione della comunità internazionale. La Carta fu gnificativo interesse artistico, storico e culturale in gene-
infatti redatta da un centinaio di rappresentanti di cir- re. Dunque oggetti, sculture, dipinti realizzati su qualsia-
ca venti paesi europei con l’intento di fare il punto sul- si supporto (murario, cartaceo, tessile, ligneo, lapideo,
la cultura del restauro moderno e di fornire agli spe- metallico, ceramico, vitreo), architetture, ambienti urba-
cialisti indicazioni operative comuni. A questa carta fe- ni e naturali di particolare interesse, ambienti “costruiti”
cero seguito molti altri documenti che i singoli paesi come parchi, giardini e paesaggi agrari, strumenti tecni-
stesero considerando le proprie specifiche realtà. In Ita- ci, scientifici e di lavoro e ancora libri, documenti, testi-
lia, Giovannoni si fece promotore della Carta italiana monianze di usi e costumi. Nella Carta dell’87 si afferma
per il Restauro, approvata dalla Direzione generale del- chiaramente che i provvedimenti di conservazione non
le antichità e belle arti ed entrata in vigore nel 1932. Co- debbano riguardare soltanto la salvaguardia dell’oggetto
me la Carta di Atene, anche la Carta italiana insiste sul singolo e dell’insieme degli oggetti considerati significa-
valore storico dei monumenti e stabilisce che la princi- tivi, ma anche le condizioni del contesto ambientale, in-
pale finalità del restauro è quella di conservare i monu- tervenendo direttamente sull’opera ai fini di arrestare per
menti senza alterarli, rispettando la loro condizione di quanto possibile danni e degrado rispettando la fisiono-
preziosi documenti di arte e storia. mia dell’oggetto. «Conservazione e restauro possono non
Nel secondo dopoguerra, con gli urgenti problemi le- essere uniti e simultanei, ma essi sono complementari e in
gati alla ricostruzione, si affermò il concetto del cosid- ogni caso un programma di restauro non può prescinde-
detto restauro critico, sostenuto dal pugliese Roberto re da un adeguato programma di salvaguardia, di manu-
Pane (1897-1987) e soprattutto dal toscano Cesare tenzione e prevenzione».
Brandi (1906-1988), entrambi storici dell’arte e dell’ar- A livello internazionale, da più di cinquant’anni or-
chitettura di fama internazionale. Brandi, per anni mai, fornisce delle linee guida in questo settore l’Ic-
(1939-59) direttore del Regio Istituto centrale del Re- crom (Centro internazionale di Studi per la Conserva-
stauro (oggi Istituto superiore per la Conservazione e il zione e il Restauro dei Beni culturali), un’organizzazio-
Restauro), pubblicò nel 1963 un saggio fondamentale, ne intergovernativa istituita nel 1959 su decisione
intitolato Teoria del Restauro. In questa agile opera, dell’Unesco. Nata per servire la comunità internazio-
nale rappresentata dai suoi Stati membri (attualmente
una raccolta delle sue lezioni e dei suoi scritti di quegli
127), è l’unica istituzione del suo genere, con il manda-
anni, lo studioso fissò per la prima volta alcuni princì-
to di tutto il mondo a promuovere la conservazione di
pi fondamentali per la conservazione e il restauro delle
tutti i tipi di beni culturali, sia mobili che immobili, a
opere d’arte e dei monumenti e disquisì sull’atteggia-
migliorare la qualità della conservazione pratica e del-
mento che il restauratore deve assumere di fronte all’o-
le tecniche di restauro, e a sensibilizzare circa l’impor-
pera d’arte. Già nelle prime pagine viene enunciato un
tanza di preservare il patrimonio culturale.
principio fondamentale della concezione di Brandi: «il
restauro costituisce il momento metodologico del rico-
noscimento dell’opera d’arte, nella sua consistenza fi-
sica e nella sua duplice polarità estetica e storica, in vi- 3.3 LA PRATICA DEL RESTAURO
sta della sua trasmissione al futuro». Secondo i princì- Tutte le opere d’arte, come abbiamo detto, sono desti-
pi del restauro critico, ogni intervento costituisce un ca- nate a corrompersi, a deteriorarsi o addirittura a de-
so a sé, non inquadrabile in categorie, e non può ri- gradarsi o a distruggersi. Molte sono le cause di questo
spondere né a regole prefissate né a dogmi di qualsiasi inevitabile processo, che certamente dipende in primo
tipo. È sempre l’opera stessa, preventivamente analiz- luogo dalla natura dell’oggetto artistico e dal materia-

14 NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI
le con cui esso è stato realizzato. Esistono infatti mate- no scurite (nel caso dei dipinti) compromettono la leg-
rie molto più resistenti e durature di altre: l’esperienza gibilità del manufatto o addirittura la stessa integrità
insegna che la pietra, tanto per citare un esempio, è fisica. A questo riguardo, nel corso del Novecento si so-
molto più resistente della terracotta. A questi fattori se no affermate due scuole di pensiero. Alcuni studiosi,
ne aggiungono altri, legati alla collocazione del manu- infatti, ritengono che ogni evento, anche il più dram-
fatto, il quale può essere sottoposto al logorio dei fat- matico per l’opera d’arte, faccia parte della sua storia
tori atmosferici (vento, pioggia, gelo, escursioni termi- e che vada dunque rispettato. Ciò vale anche per gli in-
che), all’attacco dei microrganismi (come alghe e liche- terventi di epoca successiva, come le ridipinture nel ca-
ni, soprattutto nel caso di fontane) e, nelle grandi città, so di affreschi e quadri, che anzi, sempre secondo que-
alla corruzione1 dello smog. Ciò vale soprattutto per le sto pensiero, costituiscono una fonte documentaria e
sculture esposte all’aperto e, più in generale, per tutte vanno dunque mantenuti. I sostenitori di questa scuo-
le architetture. Fra le cause di degrado, oltre a inciden- la inoltre mettono in guardia gli operatori del settore
ti e calamità naturali, come terremoti, incendi o allu- dal pericolo di asportare assieme allo sporco e alle ver-
vioni, dobbiamo citare anche l’opera dell’uomo, che nici anche strati di colore originari o, nel caso di affre-
spesso interviene sulle opere d’arte o per adattarle a schi, ritocchi a secco previsti dall’autore, per cui para-
nuove esigenze, o per sottoporle a errati interventi di dossalmente chi si incarica di “salvare” l’opera d’arte
pulitura o di restauro; ma si verificano talvolta anche potrebbe danneggiarla e comprometterla irrimediabil-
casi di vandalismo in cui alcuni capolavori divengono mente.
oggetto di aggressione da parte di squilibrati. La pensano diversamente i fautori di interventi di re-
Le opere d’arte, insomma, devono essere costante- stauro più radicali, certi che gli strumenti a disposizio-
mente monitorate e vanno sottoposte, periodicamente, ne dei moderni professionisti tutelino dal pericolo di
ad analisi anche sofisticate, mirate a verificarne lo “sta- un intervento “errato” e che l’asportazione di tutto ciò
to di salute”. Molti capolavori sono oggetto di partico- che non è stato previsto in origine dall’autore sia un at-
lari indagini chimiche e radiologiche. Nei casi migliori, to dovuto per ripristinare l’originale così come creato
ossia quando l’opera non presenta danneggiamenti par- dall’artista.
ticolari, viene messa in atto una terapia conservativa, Uno dei più famosi restauri del Novecento è stato
che consiste in una semplice pulitura e in un intervento quello della Cappella Sistina, conclusosi nel 1999 dopo
sull’ambiente circostante finalizzato a creare le condi- anni di lavoro e un cospicuo investimento economico.
zioni climatiche e ambientali ideali per la sua conserva- Prima del restauro, il capolavoro michelangiolesco pre-
zione. Talvolta sculture collocate all’aperto vengono sentava una pellicola scura, che spegneva i colori facen-
trasferite all’interno dei musei (e sostituite da copie nel do apparire l’opera quasi monòcroma. Questo effetto
sito originario); talvolta ambienti che ospitano affreschi era stato probabilmente provocato già durante il Sacco
o dipinti particolarmente delicati vengono dotati di di Roma del 1527, quando i Lanzichenecchi avevano ac-
macchinari che garantiscono l’aspirazione delle polveri ceso alcuni fuochi nella cappella privata del pontefice
o il mantenimento di una temperatura e di una umidità creando una spessa coltre di fumo denso. Quando que-
costanti. Non di rado, le opere d’arte devono essere tu-
sto strato di sporcizia è stato completamente rimosso
telate impedendo ai visitatori di stazionare troppo a lun-
grazie all’intervento di restauro, sono riemerse le cromie
go o in gruppi troppo numerosi nella stanza che le ospi-
squillanti originarie di cui si era persa memoria, conse-
ta o addirittura vietando l’accesso ai luoghi che le ospi-
gnando alla storia dell’arte un Michelangelo inedito. In
tano. Questi sono casi di conservazione indiretta, ossia
quella occasione, un gruppo di studiosi, soprattutto
interventi che mirano a tutelare un’opera d’arte agendo
americani, ha gridato allo scandalo, accusando i restau-
sull’ambiente che la circonda: riducendo gli effetti ne-
ratori italiani di aver drammaticamente rovinato gli af-
gativi del contesto, per esempio assicurando una pulizia
freschi. Non disposti ad accettare un così drastico cam-
regolare del luogo, impedendo a polvere e smog di en-
biamento, hanno sostenuto che Michelangelo aveva
trare, controllando il tasso di umidità, monitorando
temperatura e luce, si migliora lo “stato di salute” del- creato dei forti chiaroscuri lavorando a secco, cioè sul-
l’opera d’arte e se ne prolunga la vita. l’intonaco già asciutto, ritocchi che la pulitura troppo
Gli interventi di restauro più radicali, come quelli di invasiva aveva asportato con la fuliggine. Un’analoga
consolidamento o di integrazione, si rendono necessa- polemica è poi scoppiata in tempi più recenti a conclu-
ri quando l’opera ha subito un trauma, mentre pulitu- sione del restauro degli affreschi di Giotto nella Cappel-
re particolarmente efficaci sono richieste quando stra- la degli Scrovegni a Padova, ultimato nel 2002, laddove
ti di sporco consistenti o di vernici che nel tempo di so- l’opera giottesca è stata giudicata da alcuni storici trop-
po “impallidita” da un intervento evidentemente rite-
nuto troppo radicale.
1. Per “corruzione” qui si intende quel processo di alterazione che fa su- A partire dagli anni settanta del Novecento, si è affer-
bire modificazioni a un elemento con aggiunte di elementi spuri. Si-
nonimo di inquinamento. mata la cosiddetta teoria dell’integrazione. Essa rifiuta
NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI 15
qualunque tipo di integrazione stilistica, anche sempli- un’adeguata raccolta di notizie storiche, un’ampia do-
ficata, e sostiene la necessità di integrare l’esistente (re- cumentazione grafica e fotografica e un’indagine di ca-
cuperato, consolidato, ripulito) con aggiunte dichiara- rattere scientifico, necessaria a impostare in maniera
tamente moderne, magari effettuate con materiali del corretta tutte le operazioni successive. A tal fine, va sti-
tutto diversi. Anche i restauratori meno radicali, in ve- lata una scheda conservativa che raccolga tutte le infor-
rità, hanno accettato l’idea che l’integrità di un’opera mazioni, visive, materiche e storiche. La scheda, una
d’arte compromessa da un evento traumatico non pos- volta compilata, deve riportare: autore dell’opera (se
sa essere ripristinata con un intervento troppo mimeti- conosciuto), epoca, provenienza, tecnica di esecuzione,
co: in altre parole, se un dipinto perde una parte della misure, eventuali interventi precedenti e/o ritocchi, do-
sua superficie pittorica o una scultura o un edificio ven- cumentazione fotografica, piano di lavoro; durante le
gono mutilati e se la parte asportata è irrimediabilmen- varie fasi del restauro, deve essere poi aggiornata, con
te persa, l’opera non può essere restaurata “sostituen- relazioni, commenti, schemi che illustrino le diverse
do” le parti mancanti con altre che le riproducano alla operazioni svolte.
perfezione. L’evento traumatico fa parte della storia L’indagine compiuta sull’oggetto d’arte si avvale og-
dell’opera e non può essere ignorato. Certo è necessario gi di molti e sofisticati sistemi di rilevamento, che han-
intervenire sull’opera con un’efficace azione di consoli- no a disposizione tecnologie sempre più avanzate e che
damento, per garantire che il processo di degrado venga per ogni opera consentono di ricavare informazioni ac-
interrotto: ma se il restauratore sostituisse le parti ori- curatissime sui materiali impiegati e sulle tecniche di
ginali perdute con altre uguali, falsificherebbe il quadro esecuzione. Le più comuni sono:
o la statua, che non sarebbe più tutta di mano dell’arti-
• la macrofotografia, che attraverso ingrandimenti di
sta. Gli interventi devono quindi risultare sempre im-
particolari anche minutissimi consente di studiare la
mediatamente riconoscibili ed essere asportati con faci-
tecnica esecutiva dell’artista e gli eventuali ritocchi;
lità, qualora lo si reputasse necessario.
• l’analisi alla luce radente, una particolare illumina-
È giusto qui ricordare, sia pure per sommi capi, an-
zione laterale dell’opera prodotta da una lampada a va-
che il cosiddetto restauro virtuale. Grazie alla compu-
pori di sodio, che rende visibili tutte le eventuali im-
ter-grafica è oggi possibile effettuare ricostruzioni di
perfezioni e, nel caso di dipinti, anche i più piccoli sol-
singole opere o di interi complessi monumentali attra-
levamenti di colore o gli allentamenti della tela;
verso elaborazioni digitali, bidimensionali o tridimen-
• l’analisi al microscopio ottico e al microscopio elet-
sionali, che consentono di realizzare un vero e proprio
tronico, che consente di analizzare piccolissimi cam-
restauro virtuale. Gli esiti sono di altissimo impatto vi-
pioni di materiale organico e inorganico prelevati dal-
sivo ed emozionale dal momento che grazie a questa
l’opera;
metodologia digitale è possibile, per esempio, ripristi-
• la colorimetria, che studia i colori dell’opera con-
nare virtualmente edifici storici interamente o parzial-
frontandoli con dei modelli di riferimento;
mente distrutti o degradati così come comporre parti
• l’analisi ai raggi ultravioletti, che consente di indi-
mai costruite al momento della loro originaria realiz-
viduare alcuni particolari dello stato di conservazione
zazione.
e di identificare la presenza di microrganismi. Infatti i
Questo tipo di restauro può essere di grande aiuto al
raggi ultravioletti, invisibili all’occhio umano, quando
restauro tradizionale, in quanto costituisce uno stru-
colpiscono un oggetto sono assorbiti o riflessi in modo
mento di studio, di analisi e di valutazione, altamente
diverso a seconda delle sostanze o dei materiali che lo
sofisticato, oltre che in continuo aggiornamento. Uno
costituiscono provocando fenomeni di fluorescenza (in
strumento che, oltretutto, permette la massima libertà
particolare negli elementi più antichi di un’opera) che
di formulare modelli di intervento e ipotizzare tecniche
vengono poi interpretati;
di restauro per edifici, dipinti, affreschi, statue, foto-
• l’analisi ai raggi infrarossi, che consente di indivi-
grafie, e di comporre una virtuale ma preziosa antepri-
duare particolari invisibili a occhio nudo e che si trova-
ma dei futuri risultati.
no spesso sotto la superficie dell’opera. Infatti, i raggi
infrarossi possono attraversare vari strati di materia ed
essere riflessi da ciò che si trova nella parte più interna
3.4 I SISTEMI DI RILEVAMENTO del manufatto; in tal modo, essi permettono di scopri-
DIAGNOSTICO E LE FASI re l’esistenza di resti originali di vernici, di pitture pre-
DEL RESTAURO cedenti, di vecchi strati di doratura, e di verificare il lo-
Nessun restauro può prescindere dalla struttura mate- ro stato di conservazione;
riale del manufatto su cui si deve operare. È quindi in- • la stratigrafia, con la quale si analizzano i diversi
dispensabile che qualunque intervento sia preceduto da strati dell’opera d’arte per ricostruirne la datazione;
un accurato studio preliminare, finalizzato a un’ap- • la cromatografia, una tecnica che consente di sepa-
profondita conoscenza dell’oggetto, che comprenda rare i componenti di una miscela, come quella degli in-

16 NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI
chiostri o delle pitture, in modo da analizzarli, identifi- Nei dipinti e nelle sculture che presentano delle lacu-
carli, purificarli e quantificarli. ne si procede con una stuccatura, realizzata con parti-
• la termografia, adottata per il restauro dei materiali colari miscele di colle e gesso, finalizzata al ripristino
lapidei e del bronzo, che consente attaverso un macchi- della superficie originaria dell’opera. Per il ripristino
nario detto termocamera, di individuare certe patologie delle lacune, poi, il restauratore oggi non procede più
della pietra e i fenomeni di corrosione del metallo; al recupero del colore perduto, riproponendo una co-
• l’analisi con gli ultrasuoni, con la quale si misura la pia dei brani pittorici perduti. Infatti, il suo intervento
quantità del suono emessa da un corpo, in genere lapi- non deve in alcun modo essere mimetico e confondersi
deo, percosso da un particolare martello, per rilevare con l’originale; al contrario, se da un lato è giusto ri-
eventuali danneggiamenti. pristinare l’immagine globale del manufatto, dall’altro
si deve fare in modo che, avvicinandosi, l’osservatore
Eseguite le opportune analisi, il restauratore procede possa immediatamente capire dov’è intervenuto il re-
con il restauro vero e proprio del manufatto; innanzi stauratore. Due sono, a tale proposito, le tecniche adot-
tutto procede con interventi conservativi che hanno il tate: la prima, chiamata astrazione cromatica (ma più
compito di consolidare la struttura fisica dell’oggetto e comunemente “rigatino”) consiste nel colmare le lacu-
i materiali che lo costituiscono; segue la pulitura dalla ne stuccate con un tratteggio colorato, composto da
sporcizia accumulata nei secoli, inclusa quella provo- tante fitte pennellate i cui colori riprendono quelli pre-
cata dagli agenti atmosferici, dalle muffe, dai restauri senti nelle zone circostanti del dipinto e il cui anda-
precedenti. È questa una fase molto delicata, perché la mento non segue quello delle pennellate originali; la se-
pulitura non deve essere radicale, dovendo risparmiare conda è quella dell’abbassamento cromatico, consi-
eventuali ritocchi a secco (nel caso di un affresco) rea- stente in una stesura di colore compatto ma di tono in-
lizzati dall’artista o (nel caso di un dipinto) salvaguar- feriore a quello delle parti circostanti.
dare la pàtina, che è una velatura che si forma sulla su- Il restauro si conclude con la stesura di una vernice di
perficie degli oggetti, dovuta al tempo e agli agenti at- protezione, che a differenza di quelle antiche (realizza-
mosferici, e che si considera far parte a tutti gli effetti te con componenti organiche che si alterano diventan-
dell’opera d’arte. do scure) è inalterabile.

NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI 17
IL MUSEO
4

4.1 ETIMOLOGIA DELLA PAROLA dove architettura e scultura trovavano continui spazi e
E BREVE STORIA occasioni di espressione, consentendo ai cittadini di
fruirne quotidianamente.
La parola “museo” deriva dal greco museion, letteral- Con il Medioevo, furono le chiese a svolgere, da un
mente ‘sacrario delle Muse’. Nella mitologia greca, le punto di vista artistico, la funzione di “contenitori” di
Muse erano le figlie di Zeus, padre supremo degli dèi, opere d’arte (tassativamente d’argomento religioso) in
e di Mnemosine, dea della memoria: le due divinità si parte commissionate dal clero, in parte donate dai fe-
erano amate per nove notti e da questa unione erano deli più abbienti. A realizzarle dovevano, quindi, essere
nate, ai piedi del monte Olimpo, le nove Muse, che il autori contemporanei, perché le opere d’arte originali
mito considera protettrici e ispiratrici delle arti e delle provenienti dal mondo antico, per quanto apprezzate
scienze. A loro i Greci dedicarono la costruzione dei dagli artisti, erano in qualche modo portavoce di quel-
museion, veri e propri templi all’interno dei quali ave- la cultura pagana tanto avversata dalle gerarchie reli-
vano luogo competizioni artistiche di vario genere – giose. Non dimentichiamo, inoltre, che in quest’epoca
musicali, poetiche e letterarie – veri e propri “cenacoli” l’arte svolse un’importante e continua azione di evan-
intellettuali dove il sapere trovava la sua consacrazione. gelizzazione: attraverso le immagini la massa dei fede-
Quindi già nell’antichità il museo era un luogo dove le li, per lo più analfabeta, poteva seguire le liturgie, co-
conquiste del pensiero umano aspiravano alla longe- noscere le storie sacre e comprendere i dogmi della re-
vità, cercando formule di imperitura memoria, in una ligione cristiana.
nobile e lodevole lotta contro l’inevitabile scorrere del In epoca umanistica molti Signori, spesso facoltosi
tempo. mecenati, fecero realizzare nelle proprie dimore i co-
Fu, però, ad Alessandria d’Egitto che, nel III sec. a.C., siddetti musarum studia, studioli così chiamati perché
sorse il più celebre museion del mondo antico, voluto in essi veniva ancora ad essere celebrato il tema delle
da Tolomeo II Filadelfo per dare un nuovo e significati- Muse attraverso le opere pittoriche esposte sulle pare-
vo impulso alla cultura, alle lettere e alle scienze. Il mu- ti. Originariamente destinati ad attività di studio, di-
seion, racchiudeva al suo interno la celebre biblioteca, vennero poi con il tempo luoghi deputati anche alla
poi andata interamente distrutta, ambienti destinati a conservazione e alla custodia di oggetti d’arte. Famosi
ospitare filosofi e scienziati, aule, laboratori, un osser- studioli rinascimentali furono lo Studiolo di Fererico
vatorio astronomico, un giardino botanico e uno zoo. da Montefeltro nel Palazzo Ducale di Urbino, quello
Era una sorta di museo della scienza e della tecnica an- fiorentino di Lorenzo il Magnifico a Palazzo Medici,
te litteram, la cui modernità risiedeva nel fatto di esse- che si contraddistinse per la ricchezza delle opere rac-
re, già allora, un’istituzione pubblica, aperta ai cittadi- colte, e infine lo Studiolo di Francesco I dei Medici a
ni e a tutti coloro che desiderassero accostarsi al sape- Palazzo Vecchio, altro capolavoro fiorentino e opera di
re, ai libri e alla conoscenza in senso lato. Giorgio Vasari.
I Romani non edificarono strutture ad hoc: i loro mu- Tra i secoli XVI e il XVIII si diffuse in Europa, prin-
sea erano cavità naturali (speluncae) nelle quali veniva- cipalmente nei paesi di lingua tedesca, il fenomeno del-
no collocate pregevoli opere marmoree, dipinti o mo- le collezioni private volte a raccogliere e conservare
saici a solo scopo decorativo. Ma come già Atene, an- opere d’arte di vario pregio e di diversa natura. Si trat-
che Roma era di fatto un grande “museo” all’aperto, ta di raccolte composite che includono dipinti, scultu-

18 NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI
re ma anche pietre preziose, monete, libri, nonché sin- Nei primi decenni del Novecento, alcune correnti ar-
golari esemplari di oggetti di origine naturale (zanne, tistiche definite Avanguardie si schierarono con inap-
code e denti di animali, parti di corpi umani, feti, semi pellabile fermezza contro il museo come era stato con-
di piante rare, ecc.). Spinti dal gusto di possedere “ra- cepito fino ad allora, tacciato di essere un’istituzione
rità”, i Signori conservavano senza seguire precisi me- distante dalla società e dai suoi fermenti, immobile e
todi scientifici di catalogazione, artificialia, ossia crea- priva di iniziative, vetrina di uno sterile e superato ac-
zioni dell’ingegno umano, e naturalia, oggetti presenti cademismo. Nel Manifesto del Futurismo, Filippo
in natura, non di rado curiosità difficilmente reperibi- Tommaso Marinetti arrivò a scrivere «noi vogliamo di-
li, veri e propri mirabilia capaci di suscitare stupore e struggere i musei, le biblioteche, le accademie di ogni
ammirazione e tanto più preziosi quanto più esotico e specie».
lontano era il loro paese di provenienza. Dopo il secondo conflitto mondiale si verificò un ve-
Molte cose cambiarono verso la fine del XVIII seco- ro e proprio boom di aperture di nuove istituzioni mu-
lo, quando iniziò a prefigurarsi l’idea del museo come seali: buona parte dei musei odierni sono nati proprio
vera e propria istituzione culturale, luogo deputato a in questo periodo con l’intento di valorizzare e pro-
svolgere una funzione educativa di interesse pubblico. muovere principalmente a scopo turistico i patrimoni
Le raccolte d’arte, che erano da sempre appannaggio nazionali. In Italia, per esempio, si diffusero abbastan-
della nobiltà e delle case regnanti, furono trasferite in za rapidamente musei locali di dimensioni medio-pic-
ambienti appositi che divennero veri e propri depositi cole che ancora oggi arricchiscono gli itinerari nelle
di collezioni di grande prestigio, incrementate successi- città d’arte più visitate ma anche di quelle meno pres-
vamente da ulteriori acquisizioni o donazioni. Si deli- sate dai flussi turistici.
neò, così, per gradi il museo modernamente inteso. Nel Negli ultimi decenni il museo si è trasformato bene-
1753 nacque il primo museo pubblico a spese dello Sta- ficiando delle conquiste della tecnologia, rivelandosi
to, il British Museum di Londra e nel 1793, a Parigi, fu- appieno figlio del suo tempo. Ancora una volta, defi-
rono nazionalizzati i beni della Corona e aperta al pub- nendo e ridefinendo il suo ruolo e i suoi obiettivi, ha di-
blico una delle dimore reali, il Louvre, che divenne il mostrato di sapere essere un luogo dinamico, in conti-
Musée National. nuo divenire. Specchio e custode della storia, il museo
Nel secolo XIX secolo furono fondati i principali è qualcosa di molto più articolato di un semplice con-
musei europei, oggi tra le più importanti istituzioni tenitore di oggetti, è un fascinoso complesso di attività
d’arte al mondo. In Spagna, a Madrid, nacque il Mu- e funzioni in costante contatto con la società e con il
seo Nacional del Prado (1819), con il duplice intento territorio che lo accoglie.
di esporre le collezioni reali e di dimostrare all’Europa
intera l’esistenza di una scuola pittorica e scultorea
spagnola artisticamente valida. A Londra, in Trafalgar 4.2 IL MUSEO OGGI
Square, la National Gallery (1824) aprì al pubblico per Cosa indichi oggi la parola museo lo precisa con pun-
decisione del governo britannico a seguito della morte tualità e competenza l’Icom (International Council of
di un ricco mercante d’arte russo, possidente di una Museums), l’associazione internazionale cui fanno ca-
preziosa collezione di quadri che si temeva potesse es- po i musei di tutto il mondo e i professionisti a essi le-
sere svenduta ad acquirenti stranieri. La collezione, gati. Il museo è «un’istituzione permanente, senza sco-
inizialmente allestita all’interno della stessa residenza po di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo.
privata del mercante, si arricchì poi di altre importan- È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano
ti donazioni e fu quindi decisa la costruzione dell’im- le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e
mobile che ancora oggi la ospita. In Germania, a Ber- del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comuni-
lino, fu allestito l’Altes Museum (1830), in un edificio ca e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione
che può senza dubbio essere considerato una delle ope- e diletto». Una definizione che contiene alcune parole
re più rappresentative del Neoclassicismo, nell’area og- chiave sulle quali vale la pena soffermarsi.
gi denominata “Isola dei musei” e tutelata dall’Une- Con la dicitura «istituzione permanente» si vuole si-
sco; a Monaco di Baviera, l’Alte Pinakotheck (1836) gnificare che il museo propriamente detto è una strut-
aprì i battenti mostrando al pubblico una collezione tura deputata a “contenere” stabilmente un’esposizio-
strettamente legata alla famiglia reale della Baviera, ne di opere di vario tipo. Le collezioni sono di proprietà
che per secoli aveva voluto fare di Monaco un impor- del museo e quindi vengono permanentemente propo-
tante centro artistico e culturale di livello europeo. ste al pubblico dei visitatori. Ciò non toglie che un mu-
Nello stesso periodo furono anche allestiti i primi mu- seo possa, al contempo, ospitare raccolte che vengono
sei dedicati alla scienza: ne sono testimonianza il esposte temporaneamente, quindi secondo un calenda-
Science Museum di Londra (1857) e il Museo Politec- rio preciso, in un allestimento del tutto provvisorio e
nico a Mosca (1872-77). non di rado nell’ambito di progetti espositivi tematici.
NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI 19
«Senza scopo di lucro» indica che l’esposizione e gli 4.3 I MUSEI IN ITALIA:
eventi a essa correlati non hanno come obiettivo l’ar- DIVERSE TIPOLOGIE
ricchimento dell’istituzione museale, che ha indubbia-
mente bisogno di fondi per poter sopravvivere e opera- Dal secondo dopoguerra a oggi sono stati aperti in Ita-
re nel tempo, ma che non opera per realizzare profitti. lia molti musei e non solo d’arte o di scienze. Il concet-
Gli utili, infatti, vengono reinvestiti nell’attività stessa to di museo si è evoluto e ampliato nel tempo venendo
che ha come dichiarato scopo primario quello di divul- a comprendere realtà anche molto differenti tra loro,
gare e arricchire la cultura di un paese. tanto che, secondo stime approssimative, risultano
«Aperto al pubblico»: non c’è museo senza collezio- censibili sul nostro territorio nazionale oltre tremila
ne ma neppure senza pubblico. Il pubblico è la condi- strutture museali. Queste sono classificabili a seconda
cio sine qua non1 per l’esistenza stessa del museo, è della tipologia di opere o reperti che conservano. Quin-
parte fondamentale della sua ragion d’essere. Sono, in- di, sommariamente possiamo dire che avremo i musei
fatti, i visitatori a dare un senso al museo, siano essi archeologici, i musei a carattere scientifico (ossia dedi-
scolaresche in gita d’istruzione, persone di passaggio o cati alle scienze naturali, alla demo-antropolgia o alla
studiosi. Il pubblico fruisce del museo, ma il museo esi- tecnica), i musei storici (circoscritti a un periodo della
ste perché c’è un pubblico che va a visitarlo. Se così storia dell’uomo), i musei di arti minori o applicate, e,
non fosse ci troveremmo di fronte a fenomeni di colle- infine, i musei storico-artistici, ossia i musei d’arte,
zionismo privato con caratteristiche decisamente dif- quelli cui fa più facilmente riferimento l’immaginario
ferenti. collettivo quando si pronuncia la parola “museo”.
«Effettua ricerche sulle testimonianze materiali e Questi ultimi sono spesso specializzati per periodi sto-
immateriali dell’uomo e del suo ambiente [...] le ac- rici (arte antica, medievale, moderna, contemporanea)
quisisce, le conserva, le comunica»: il museo è veico- o per forme d’arte; in questo secondo caso subiscono
lo privilegiato delle testimonianze che l’uomo ha la- una ulteriore classificazione:
sciato di sé, del suo passato e del suo presente. Un • la galleria è un edificio che raccoglie prevalente-
quadro, una scultura, un libro, un oggetto di interes- mente opere di pittura e di scultura;
se scientifico possono essere avvicinati con i sensi, so- • la pinacoteca (dal greco pinaks, ‘quadro’, e tèke,
no cose concrete che hanno caratteristiche fisiche pre- ‘deposito’) espone soltanto quadri;
cise. Ma dietro ciascuno di questi oggetti c’è la me- • la gipsoteca (dal greco gypsos, ‘gesso’) ospita opere
moria di un tempo, di un’epoca, di un sentimento, di in gesso, perlopiù calchi di opere antiche;
una tradizione, di un pensiero, di un talento, e tutto • la gliptoteca (dal greco, glyptós, ‘scolpito, inciso’)
questo non è tangibile, non è “materiale”, seppure al- conserva collezioni di pietre dure o altre materie inta-
trettanto importante e imprescindibile dal valore del- gliate o scolpite;
le raccolte esposte. Il museo testimonia e celebra en-
• il gabinetto ospita raccolte di opere specialistiche,
trambi gli aspetti, da un lato mostrando oggetti con-
come per esempio disegni, stampe, monete antiche,
creti, dall’altro raccontando attraverso di essi la sto-
gemme e pietre preziose;
ria dell’umanità.
• l’accademia indica un edificio nato originariamen-
Queste opere vengono «acquisite», cioè il museo le fa
te come scuola d’arte e successivamente trasformato in
proprie per esempio comprandole da privati cittadini,
un museo;
dai mercanti d’arte, in occasione di aste pubbliche, op-
• il palazzo o casa-museo indica una raccolta d’arte
pure ricevendole in dono da collezionisti, artisti, da
conservata all’interno di un palazzo o di una casa, na-
eredi di celebri autori, da associazioni o aziende che in
vari modi sostengono e supportano le attività del mu- ta inizialmente come collezione privata e successiva-
seo, ecc. Il museo, divenutone legalmente proprietario, mente esposta al pubblico assieme all’edificio che la
deve quindi occuparsene in maniera completa e prov- ospita;
vedere alla loro catalogazione, documentazione, custo- • l’antiquarium è una raccolta di opere a carattere an-
dia, conservazione, restauro, seguendo anche precise tiquariale generalmente di epoca greco-romana, come
politiche e modalità di allestimento e di esposizione, epigrafi, cippi e altri reperti;
ma anche di «comunicazione», intesa come promozio- • il museo-atelier è lo studio o l’atelier di un artista
ne, pubblicità, proposta di offerte, sviluppando vere e trasformato in un piccolo museo monografico.
proprie strategie di marketing necessarie alla vita della
realtà museale nella nostra epoca. Fra i musei di “ultima generazione”, meritano un ap-
profondimento a parte gli ecomusei e i musei azienda-
li, in quanto molto recenti e indicativi del nostro tem-
po attuale.
1. Frase latina (letteralmente, ‘condizione senza la quale non [si può ve-
rificare un evento]’), che vuole indicare un vincolo considerato irri-
Gli ecomusei non si concentrano in un edificio, ma
nunciabile. comprendono aree territoriali più o meno vaste, di cui

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vogliono essere uno strumento di rivalutazione e con- coordinati da regioni, province, comuni. Dalle regioni
servazione, caratterizzate da un insieme inscindibile di dipende un esiguo numero di realtà museali, così come
un determinato patrimonio naturalistico e urbano uni- poche sono quelle facenti capo alle province. Moltissi-
to alla storia, alle tradizioni e ai costumi di una parti- me sono, al contrario, le istituzioni museali di perti-
colare comunità. Questa nuova forma di museo è stata nenza dei singoli comuni, abbastanza omogeneamente
teorizzata negli anni Settanta del Novecento da due no- dislocate su tutto il territorio nazionale.
ti studiosi francesi, Hugues De Varine (1935) e George I musei di proprietà ecclesiastica comprendono tutti
Henry Rivière (1897-1985), e dopo le prime pionieristi- quei musei di proprietà della Chiesa (cattolica o di al-
che sperimentazioni in Francia ha avuto un vasto se- tre confessioni religiose). Per quanto riguarda quelli
guito, tanto che oggi, solo in Italia, se ne possono con- della Chiesa cattolica, vanno considerati sia i musei
tare poco meno di un centinaio. che insistono direttamente sul territorio del Vaticano
Organizzazioni museali di tutt’altra tipologia sono i sia i musei delle diocesi (circoscrizioni amministrati-
musei aziendali o musei d’impresa. Il loro patrimonio vo/territoriali della Chiesa). In Italia, i musei ecclesia-
è strettamente legato all’attività specifica di un’impre- stici, e soprattutto quelli diocesani, sono decisamente
sa e spesso nascono dalla volontà dell’imprenditore ti- numerosi. Secondo recenti stime, infatti, il 75% del pa-
tolare di presentare e celebrare la storia e lo sviluppo
trimonio artistico nazionale appartiene alla Chiesa
nel tempo della propria azienda, solitamente proprietà
cattolica: oggetti di grandissimo valore storico-artisti-
di famiglia da più generazioni. Vengono esposti pro-
co sono, infatti, custoditi all’interno di basiliche, con-
dotti, confezioni, etichette, materiali pubblicitari, mac-
venti e altre istituzioni religiose. Bisogna però sottoli-
chinari, documentazioni fotografiche, loghi, documen-
ti societari, carteggi, progetti, a testimonianza del per- neare che i musei genericamente definiti religiosi sono
corso storico-produttivo compiuto a partire dal mo- quelli che ospitano opere riguardanti la religione, qua-
mento della fondazione dell’attività. Sono dunque or- lunque essa sia, e possono essere di proprietà pubblica
ganizzazioni museali in costante aggiornamento che o privata.
destano l’interesse di studiosi, operatori del settore ma I musei di proprietà privata possono appartenere a
anche delle persone comuni, spinte dalla familiarità singoli privati, o a fondazioni o a enti morali e svolgo-
con il marchio o da semplice curiosità. no importanti attività di raccolta, conservazione ed
Le attività museali di questo tipo, seppur diverse dai esposizione, promuovendo e valorizzando il patrimo-
musei tradizionali, hanno con questi alcuni elementi in nio artistico, nonostante il loro scopo primario sia so-
comune. Per esempio un pubblico che, secondo orari litamente quello della promozione del prestigio socia-
prestabiliti, fruisce delle collezioni esposte; uno scopo le, nonché del ritorno economico. L’apparente somi-
dichiarato preciso, che in questo caso, sarà promuove- glianza tra museo pubblico e museo privato si ferma al-
re ulteriormente l’attività dell’azienda; la ricerca di la struttura, una sede espositiva idonea, e alle funzioni
fondi che rendano possibile sostenere i costi di gestio- principali di raccolta, conservazione e tutela, valoriz-
ne; personale preposto al controllo e all’organizzazio- zazione ed esposizione al pubblico delle raccolte di og-
ne degli spazi espositivi; spazi fisici adeguati a ospitare getti.
tutto il materiale raccolto, di cui si dovranno curare gli I musei privati differiscono dai musei pubblici pro-
allestimenti; un’idonea comunicazione all’esterno del- prio per la loro natura giuridica e, conseguentemente,
le proprie attività. per il regime che li regola, anche se sono comunque sot-
toposti ai criteri e alle condizioni imposte dall’Icom. Ci
sono però forme di ibridazione che testimoniano una
4.4 LA PROPRIETÀ DEI MUSEI sorta di commistione di fatto tra pubblico e privato.
L’ Italia è uno dei paesi europei maggiormente dotati di Esistono, per esempio, musei pubblici in cui è stata
strutture museali: statistiche emergenti da recenti cen- concessa a privati la gestione dei servizi museali ag-
simenti hanno confermato che più di un comune italia- giuntivi (riproduzione a stampa delle opere esposte,
no su quattro possiede un museo o una struttura espo- vendita di cataloghi e materiale fotografico, di mate-
sitiva similare. Differente, però, può essere la natura riale informativo, servizi di caffetteria, ristorazione,
della proprietà dell’istituzione museo. Come per i beni guardaroba), o di tutta la gestione delle collezioni, o
che espongono, anche per i musei la proprietà può es- ancora musei pubblici che custodiscono, senza mutare
sere principalmente di tre tipi: pubblica, ecclesiastica, natura, opere di proprietà privata e musei privati che
privata. custodiscono oggetti appartenenti a raccolte pubbli-
I musei di proprietà pubblica possono essere nazio- che. Resta però il fatto inconfutabile che il museo pub-
nali e dunque gestiti dallo Stato italiano (come per blico offre un servizio senza scopo di lucro, che deve
esempio la Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Ro- unicamente soddisfare le esigenze della salvaguardia
ma), oppure degli enti locali e quindi amministrati e del patrimonio e della fruizione da parte del pubblico.
NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI 21
4.5 MUSEOGRAFIA, MUSEOLOGIA dosi di tecnologie informatiche e telematiche ormai in-
E MUSEOTECNICA dispensabili.
Al restauratore è, invece, affidato il delicato compito
Le discipline che hanno come oggetto di studio il mu- di occuparsi del restauro delle opere d’arte esposte. Le
seo sono la museografia, la museologia e la museotec- aree di specializzazione sono numerose, quindi all’in-
nica. Volendo definire i precisi ambiti di competenza, terno di un museo operano diversi restauratori, a se-
la museografia studia il museo come struttura architet- conda che si tratti della conservazione di opere pittori-
tonica, le relazioni tra lo spazio architettonico e le col- che, scultoree, cartacee, musive, tessili, lignee, cerami-
lezioni, quindi le soluzioni e le tecniche espositive. La che, ecc. A loro va l’arduo ma nobile compito di resti-
museologia, invece, studia la storia del museo, la strut- tuire alle opere l’integrità compromessa nel rispetto
tura museale e il suo funzionamento, nonché il ruolo dell’artista che le creò e del suo tempo.
che essa riveste in seno alla società. Con il termine mu- C’è poi lo staff di coloro che lavorano in prima linea,
seotecnica, invece, si indica l’insieme degli aspetti del- ossia a diretto contatto con il pubblico e che per primi
la vita di un museo che riguardano le soluzioni tecniche danno all’utenza un’immagine del museo e della sua
legate ai problemi espositivi: la progettazione dei sup- capacità di accoglienza. Sono, per esempio, le persone
porti e dei percorsi, l’illuminazione, la climatizzazione incaricate delle biglietterie, della sorveglianza, i custo-
delle sale, l’individuazione dei percorsi di visita ecc. di, gli operatori didattici, senza i quali l’accesso quoti-
Il museo, però, va ricordato, è innanzitutto una strut- diano al museo e la visita delle sue sale sarebbe impos-
tura che deve comunicare i valori del patrimonio artisti- sibile.
co-culturale che custodisce, conserva ed espone. Per Molti altri professionisti lavorano dietro le quinte e
questo motivo l’edificio in sé, gli ambienti, gli spazi svolgono compiti preziosi basti pensare agli uffici com-
espositivi, gli allestimenti, le collezioni, le soluzioni tec- merciali nelle cui mani è la gestione di molteplici atti-
niche devono sempre interagire per instaurare un dialo- vità tra cui la vitale ricerca di sponsor e finanziamenti
go costruttivo tra loro e con il pubblico dei visitatori. necessari all’esistenza del museo.

4.6 I MESTIERI ALL’INTERNO 4.7 IL MUSEO COME EDIFICIO


DI UN MUSEO Fin dalla seconda metà dell’Ottocento molte nazioni
Un museo è una struttura abbastanza complessa che europee avvertirono l’esigenza di costruire nelle capita-
per funzionare bene necessita della presenza di nume- li grandi musei dedicati all’arte, alla storia e alla cultu-
rosi professionisti incaricati di svolgere al suo interno ra del proprio paese. Si trattava di “contenitori” pensa-
specifiche attività. ti ad hoc, allo scopo cioè di diventare autorevoli sedi di
Prima figura professionale fra tutte è quella del re- prestigiose esposizioni d’arte permanenti. In realtà i
sponsabile della direzione di un museo ossia il Diretto- musei hanno da un punto di vista architettonico iden-
tità e storie differenti, cosicché è possibile individuarne
re di Museo, un funzionario incaricato di occuparsi al-
diverse tipologie.
meno indirettamente della conservazione, del restauro
Ci sono, appunto, edifici pensati e progettati, in di-
e dell’esposizione delle opere, di gestire la struttura, re-
verse epoche storiche, con l’apposito compito di acco-
digere i bilanci, instaurare e mantenere relazioni ester-
gliere un museo e che, non di rado, hanno finito per di-
ne con enti pubblici e di ricerca, con le istituzioni e i ventare essi stessi delle forti attrazioni turistiche. Un
mass-media, verificare il funzionamento degli spazi ac- esempio contemporaneo di questo tipo è il Museo
cessori (biblioteca, sala delle conferenze, book shop, Guggenheim di Bilbao, in Spagna, spettacolare edificio
punti di ristoro), coordinare e gestire il personale im- realizzato in titanio, pietra e cristallo dall’architetto
piegato all’interno del museo. Frank O’ Gehry e aperto al pubblico nel 1997, la cui im-
Anche il ruolo del conservatore è fondamentale: pro- ponenza e originalità hanno rinnovato l’intero volto
getta l’inventariazione, la catalogazione, la manuten- della città spagnola che lo accoglie. Nato dall’accordo
zione, la conservazione e il restauro delle opere raccol- tra gli enti amministrativi locali e una grande istituzio-
te nel museo. Al fianco del direttore cura l’immagine ne artistica privata di livello mondiale, la Solomon R.
del museo, la definizione dei suoi obiettivi, l’allesti- Guggenheim Foundation di New York, questo museo
mento e la promozione delle collezioni, la pianificazio- coniuga l’attività espositiva e una vasta gamma di atti-
ne di tutti gli eventi culturali e la relativa promozione. vità e servizi legati all’arte moderna e contemporanea,
Il catalogatore si occupa operativamente della inven- con la spettacolarità delle forme architettoniche este-
tariazione e della catalogazione delle opere, compilan- riori, presentandosi al mondo sì come un grande mu-
do e aggiornando schede dedicate, studiando sistemi di seo di arte moderna e contemporanea ma anche come
archiviazione e catalogazione efficaci, il tutto avvalen- un’attrattiva turistica in sé, un edificio-contenitore che

22 NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI
richiama certamente, anche secondo gli esperti d’arte, zione dei contenuti museali. Nel caso delle barriere ar-
più attenzione del suo contenuto. chitettoniche è necessario dotare gli edifici di dispositi-
Alcuni edifici museali moderni non sempre hanno il vi strutturali o tecnici che aiutino il disabile a muover-
fascino degli edifici storici. Questi ultimi hanno però, si autonomamente, come la costruzione di scivoli nei
per contro, limiti oggettivi per quanto concerne l’ade- pressi delle scale o l’installazione di servo scala e ascen-
guamento degli ambienti interni alle severe normative sore per l’accesso ai piani superiori. Per superare le bar-
che regolano gli spazi museali: non sempre è possibile riere legate alla comunicazione, invece, il museo deve
o agevole predisporre vie di fuga per i casi di emergen- prestare un occhio di riguardo ai disabili sensoriali o
za, installare gli impianti per il controllo del microcli- psichici, dotandosi di strumenti utili e di adeguati sus-
ma o quelli antincendio, o ancora disporre gli elemen- sidi, prevedendo dunque percorsi alternativi in cui l’ap-
ti utili agli allestimenti, come pannelli, luci, video, ecc. proccio alle opere e ai contenuti della struttura sia
Altra tipologia sono gli edifici museali riadattati, ugualmente appagante.
strutture cioè che nascono con una funzione diversa e
che vengono poi scelte per ospitare in forma perma-
nente, previo idoneo adattamento, un museo. Ne è un 4.8 I MUSEI ONLINE
calzante esempio il Musèe d’Orsay a Parigi. Questo
museo, infatti, è stato allestito all’interno della Gare Molti musei offrono oggi all’utenza la possibilità di es-
d’Orsay, una stazione ferroviaria costruita in occasio- sere esplorati, integralmente o in parte, online, offren-
ne dell’Esposizione Universale del 1900. Presto dismes- do, attraverso percorsi virtuali, una raccolta di infor-
sa, l’ex stazione fu adibita negli anni successivi a diver- mazioni digitali facilmente accessibili. I visitatori in re-
si usi, finché, scampata alla demolizione, venne rico- te non solo trovano le informazioni generali sul museo,
nosciuta come monumento nazionale e poi trasforma- come la sua storia, gli orari di visita, i costi e la sconti-
ta in museo, fra il 1980 e il 1986, dall’architetto italia- stica applicata a talune categorie di visitatori, il calen-
no Gae Aulenti. dario degli allestimenti temporanei o degli eventi cul-
Un parametro essenziale oggi nella progettazione di turali e così via, ma hanno sempre più facilmente a
un museo, che sia nuovo o riadattato, è la necessaria “portata di mouse” anche la collezione esposta, con
fruibilità da parte di tutti della struttura e dei suoi con- schede dedicate a ciascuna opera o alle opere più rile-
tenuti, quindi l’obbligo di eliminare qualsiasi tipo di vanti.
barriera possibile, prime fra tutte le barriere di tipo ar- Nel momento in cui un museo approda in rete vive un
chitettonico2. Di questo devono essere coscienti coloro processo di deterritorializzazione, smette di apparte-
che progettano e gestiscono un museo, tenendo sempre nere a questa o quella nazione, smette di occupare uno
presente quei bisogni “particolari” manifestati sia dai spazio fisico preciso ed entra nel web per diventare mu-
disabili di tipo motorio sia da quelli di tipo psichico o seo del mondo e comunicare con un pubblico molto più
sensoriale che hanno comunque il diritto di visitare un vasto. I significativi passi avanti compiuti in ambito
museo. Quest’ultimo deve pertanto risultare accessibi- tecnologico consentono oggi di godere di immagini di
le, visitabile e adattabile, cioè capace di dotarsi di par- opere d’arte ad altissima definizione e sempre più spes-
ticolari accorgimenti per il supporto ai disabili. so è offerta anche la possibilità di aggirarsi virtual-
Genericamente, le barriere possono essere di due ti- mente tra le sale dei musei avendo una suggestiva vi-
pi: quelle architettoniche e quelle legate alla comunica- sione tridimensionale degli ambienti e delle collezioni
esposte. Questo è il valore della tecnologia e dell’infor-
matica applicate ai beni culturali in genere, ossia quel-
lo di proporre soluzioni innovative, offrire strumenti di
2. Si definiscono “barriere architettoniche” tutti quegli ostacoli presen-
ti nell’edilizia che impediscono un comodo accesso agli ambienti e il indagine e interazione tali da coinvolgere appieno il vi-
loro relativo utilizzo alle persone diversamente abili o a coloro che sitatore virtuale, consentendogli di attingere a un ser-
soffrono di disabilità motorie occasionali, come gli anziani, le donne
incinta, le persone momentaneamente impedite nella deambulazio-
batoio di informazioni quanto più ricco ed esaustivo
ne per infortunio o simili. possibile.

NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI 23
LE AREE
5 ARCHEOLOGICHE

5.1 BREVE STORIA dioso tedesco appassionato di arte e antichità classiche,


DELL’ARCHEOLOGIA unanimemente considerato il padre fondatore della
moderna archeologia. Ancora nel 1798 fu portata a ter-
La parola archeologia deriva dal greco archaiologhìa, mine la spedizione di Napoleone Bonaparte in Egitto e
fusione di due termini, archaios che significa ‘antico’ e il ritrovamento della cosiddetta Stele di Rosetta (una la-
logos, ‘discorso’. Già gli antichi utilizzarono questo stra di diorite con inciso un testo in tre grafie, oggi cu-
termine volendo significare ‘discorso intorno al passa- stodita al British Museum di Londra), scoperta che eb-
to’ e lo storico ateniese Tucidide (460-dopo il 404 a.C.) be incredibili ripercussioni in ambito archeologico ren-
intitolò proprio così la prima parte della sua opera La dendo per la prima volta possibile la decifrazione dei
guerra del Peloponneso, in cui rivisitò le fasi dello svi- geroglifici.
luppo della civiltà greca dalla preistoria fino alle guer- Nel secolo successivo, visse e operò un’altra figura
re persiane (500-448 a.C.). Oggi utilizziamo questo ter- importante per la storia di questa disciplina, Heinrich
mine per indicare una particolare scienza che utilizza Schliemann (1822-1890), un ricco mercante appassio-
un metodo d’indagine basato sulla raccolta e sulla de- nato di archeologia che, tramite uno studio approfon-
cifrazione di testimonianze materiali (manufatti, resti dito del testo omerico dell’Iliade, riuscì a localizzare il
umani o biologici, architetture) lasciate da civiltà e cul- punto esatto in cui effettuare gli scavi che portarono al-
ture del passato, per studiarne la storia e approfondir- la luce i resti della mitica città di Troia e il presunto te-
ne le relazioni che queste hanno intessuto con l’am- soro del suo re Priamo.
biente circostante, per esempio edificando templi e mo- Il Novecento presenta altre date significative: all’ini-
numenti, o semplicemente costruendo dimore e ogget- zio del secolo l’archeologo inglese Sir Arthur Evans
ti d’uso comune. (1851-1941) effettuò scavi a Creta e trovò il leggendario
Nel Rinascimento furono gli umanisti i primi a ma- Palazzo di Cnosso; nel 1914 l’archeologo e orientalista
nifestare interesse per il ritrovamento di oggetti antichi, Leonard Wolley (1880-1960) scoprì l’antica città meso-
nell’ambito di quella riscoperta del mondo classico potamica di Ur e con essa preziose testimonianze della
greco e latino tipica di quest’epoca. Agli inizi del Quat- civiltà sumerica e babilonese; nel 1922, dopo anni di
trocento, due artisti fiorentini, Filippo Brunelleschi e scavi, l’egittologo e collezionista d’arte Lord Carnar-
Donatello, senza essere guidati da una vera e propria von (1866-1923) e l’archeologo Howard Carter (1874-
metodologia, avviarono per primi una serie di scavi ar- 1939) scoprirono nella Valle dei Re, in Egitto, la Tom-
cheologici tra le rovine di Roma, ricostruirono plani- ba del faraone Tutankhamon con intatto il suo corre-
metrie e tracciarono rilievi di statue cercando un con- do funerario. Le ricerche archeologiche hanno conti-
tatto diretto con il mondo classico che andasse al di là nuato a susseguirsi nel corso degli ultimi cento anni e
dei trattati nozionistici. la tecnologia, il progresso scientifico hanno via via af-
Il XVIII secolo segnò un momento importante per finato le tecniche analitiche utilizzate sui reperti e nei
l’archeologia: da un lato scavi effettuati nei pressi del siti archeologici.
Vesuvio diedero alla luce i resti delle città di Pompei ed Nel passato recente è nato un nuovo settore della ri-
Ercolano, sepolte dalle ceneri e dai lapilli dell’eruzione cerca archeologica, l’archeologia industriale, che negli
del 79 d.C.; dall’altro, durante questo secolo visse e anni Settanta è stato istituzionalizzato attraverso la
operò Johann Joachim Winckelmann (1717-1768), stu- creazione dell’International Commitee for the Conser-

24 NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI
vation of the Industrial Archeology, un’organizzazione seguendo uno scopo scientifico, applica metodi di ri-
internazionale che ha per scopo lo studio, la conserva- cerca definiti. Lo scavo è uno di questi. Stabilito in qua-
zione e la valorizzazione del patrimonio industriale. le luogo debbano aver inizio i lavori, si procede allo sca-
L’archeologia industriale studia l’impatto che la rivolu- vo seguendo un criterio stratigrafico, cioè asportando
zione industriale ha avuto (e continua ad avere) sul ter- uno strato di terreno alla volta, partendo da quello su
ritorio e sulla società attraverso il recupero di beni im- cui l’archeologo posa i suoi piedi, dunque quello più
mobili, come edifici dismessi, aree industriali in abban- superficiale quindi anche più attuale. Questa metodo-
dono, e beni mobili, per esempio macchinari, impianti, logia permette di individuare in uno stesso territorio le
strumentazioni, prodotti industriali, materiale grafico, diverse epoche che vi si sono succedute; datando anche
fotografico e documenti inerenti l’attività manifatturie- un solo manufatto rinvenuto in ciascuno strato si con-
ra e industriale. In Italia le strutture industriali dismes- sente la datazione e l’attribuzione allo stesso insedia-
se sono molte: a volte hanno grande valore i macchinari mento e alla stessa cultura anche degli altri reperti pre-
e le attrezzature produttive, altre volte sono gli stabili- senti nel medesimo livello stratigrafico. È come sfoglia-
menti a essere recuperati e valorizzati con nuove desti- re un libro a ritroso, partendo dall’ultima pagina per
nazioni d’uso. Un esempio eclatante è il caso del Lin- arrivare via via all’inizio della storia. Infatti, gli strati
gotto di Torino, uno dei principali stabilimenti di pro- superiori del terreno si posano su quelli inferiori che so-
duzione della Fiat oggi trasformato in un grande centro no i più antichi: l’insieme di questi strati prende il no-
polifunzionale con una pinacoteca, un centro congres- me di “sequenza stratigrafica”.
si, un auditorium, alberghi e ristoranti, ecc. Lo scavo è di per sé un atto distruttivo perché va a
spezzare in modo irreversibile un equilibrio di conser-
vazione, un assetto mantenuto intatto forse per secoli;
5.2 IL MESTIERE per questo motivo le diverse fasi del lavoro vanno op-
DELL’ARCHEOLOGO portunamente fotografate, rilevate e disegnate perché
ne resti una precisa documentazione quando, proce-
L’archeologo moderno è uno studioso che ha conse-
dendo nei lavori, si passerà all’unità stratigrafica suc-
guito una laurea specialistica in discipline archeologi-
cessiva.
che, filologiche o storiche. La sua attività ha come
Va precisato che il ritrovamento di manufatti e opere
obiettivo quello di ricostruire la storia dell’uomo e del-
d’arte non si verifica, e non si è verificato anche in pas-
la civiltà del passato attraverso lo studio dei reperti del-
sato, necessariamente soltanto nel sottosuolo: sul fon-
le diverse attività umane conservatisi nel sottosuolo o
do di mari, laghi, fiumi, sono stati ritrovati infatti do-
sul fondo del mare. Si svolge solitamente in tre fasi: una
cumenti di grande valore che hanno dato vita a una
ricerca preliminare destinata a individuare l’area di in-
branca dell’archeologia definita archeologia subac-
tervento, lo scavo vero e proprio e la successiva catalo-
quea. Oggi, in particolare, sofisticate strumentazioni
gazione e analisi dei reperti ritrovati.
rendono possibile esplorare i fondali e rilevare la pre-
I compiti dell’archeologo sono quindi molti: pro-
senza di materiali di vario tipo. Attraverso lo studio dei
grammare il lavoro sul campo attraverso uno studio ap-
relitti recuperati dalle acque è possibile raccogliere im-
profondito dell’epoca in esame e delle sue fonti stori-
portanti informazioni, come per esempio la tecnologia
che, stabilire in quali luoghi effettuare le ricerche; valu-
e l’architettura navale, le rotte marine e le merci tra-
tare quanti uomini e quali mezzi sono necessari allo
sportate, e quindi ricostruire la storia dei commerci e
svolgimento dei lavori; organizzare lo scavo, la ricerca,
degli scambi culturali fra diversi popoli.
il recupero, la pulizia e l’identificazione dei reperti; oc-
Un importante sussidio per le scoperte archeologiche
cuparsi della documentazione fotografica dei reperti;
è la fotografia aerea che consente di avere una visione
disegnare mappe e schemi degli oggetti rinvenuti; de-
globale del territorio che si vorrà andare a esplorare. In
scrivere i metodi e i risultati delle ricerche effettuate; ca-
particolari condizioni di luce, per esempio all’alba o al
talogare e conservare i manufatti come i siti archeolo-
tramonto, è possibile individuare particolari del pae-
gici.
saggio che l’occhio, a livello del terreno, non sarebbe in
grado di mettere a fuoco, come il fatto che i colori del
suolo possono assumere tonalità diverse, più scure o
5.3 LA SCOPERTA ARCHEOLOGICA più chiare, a seconda di cosa è custodito nel sottosuo-
Il ritrovamento dei reperti archeologici nel sottosuolo lo. In tempi recenti alle fotografie aeree si sono aggiun-
può avvenire in vari modi. A volte il reperimento di ta- te anche le immagini satellitari che riescono ad inqua-
luni oggetti antichi avviene in modo del tutto casuale, drare una porzione di territorio ancora più estesa.
per esempio a seguito di frane, durante normali lavori Lo studio del terreno, effettuato attraverso carte geo-
agricoli o in fase di allestimento di cantieri edili o stra- grafiche e topografiche nonché documenti e fonti lette-
dali ma, ovviamente, l’archeologia è una scienza e, per- rarie dell’epoca, è un altro strumento di individuazio-
NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI 25
ne di siti archeologici cui vengono in aiuto, non di ra- strutture preistorici o di età antica» (Codice dei Beni
do, le prospezioni geochimiche e geofisiche, ossia le culturali e del paesaggio, art. 101). Qui l’archeologo ha
analisi della composizione chimica e delle proprietà fi- la possibilità di acquisire conoscenze storiche di tipo
siche del terreno e delle acque sotterranee, che possono ambientale, urbanistico, sociale, economico, ecc. che
fornire informazioni molto utili all’individuazione di gli permettono di ricostruire il passato dell’uomo.
siti anche di età preistorica. Il termine parco archeologico indica, invece, un’area
caratterizzata da un’alta concentrazione di siti e mate-
riali archeologici in un contesto ambientale di partico-
lare pregio (per esempio, il Parco delle incisioni rupestri
5.4 I BENI, LE AREE di Capo di Ponte in Lombardia, o il Parco di Sutri nel La-
E I PARCHI ARCHEOLOGICI zio), attrezzata come un museo all’aperto e resa fruibile
Il frutto dei ritrovamenti costituisce il patrimonio dei attraverso itinerari ragionati e sussidi didattici.
beni archeologici che possiamo ritrovare non solo al- L’Italia è ricca di aree archeologiche dove sono stati
l’interno delle strutture museali ma anche in aree o par- rinvenuti monumenti e altri reperti che hanno consen-
chi archeologici che hanno le caratteristiche di musei en tito di documentare la storia del nostro territorio. Par-
plein air. Ovviamente, anche l’intera area archeologica tendo dal Sud possiamo citare, in Sicilia, Agrigento,
può essere considerata un bene. Castelvetrano, Villa Romana del Casale e Siracusa; in
È la Direzione generale per i Beni Archeologici a svol- Sardegna, Arzachena, dalle origini antichissime; in Pu-
gere funzioni istituzionali di governo in materia di tu- glia, Brindisi, Fasano e Taranto; in Calabria, due siti ar-
tela, conservazione e valorizzazione dei beni e delle cheologici importanti sono Capo Colonna e Reggio
aree archeologiche e delle strutture museali attraverso Calabria; in Basilicata, l’area archeologica di Meta-
l’operato delle Soprintendenze di settore competenti ponto; nel Molise, il grande complesso archeologico di
sul territorio nazionale. La Direzione fornisce, a tale Pietrabbondante; in Campania, i famosi scavi di Ascea
scopo, le direttive e le risorse necessarie e i vari compi- nel cuore del Cilento e poi Ercolano, Napoli e Pompei;
ti vengono realizzati mediante specifiche procedure nel Lazio, i siti archeologici di Albano, Bolsena, Civita
amministrative; a livello internazionale, inoltre, la Di- Castellana, Roma e Ostia; in Toscana, Ansedonia,
rezione promuove, sviluppa e incrementa progetti fina- Chiusi, Fiesole, Piombino con le necropoli di San Cer-
lizzati alla conoscenza, documentazione, valorizzazio- bone, della Porcareccia, del Debbio, del Conchino e del
ne e fruizione dei beni. Casone; poi la Liguria, dove reperti archeologici di
Si definisce area archeologica «un sito caratterizzato grande valore sono custoditi ad Albenga, Ortonovo e
dalla presenza di resti di natura fossile o di manufatti o Ventimiglia.

26 NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI
TERRITORIO, AMBIENTE
6 E PAESAGGIO

6.1 COSA SI INTENDE Nel 1985 entrò in vigore, la legge 431, denominata
PER BENI PAESAGGISTICI legge Galasso (dal nome del parlamentare Giuseppe
Galasso, sottosegretario al ministero dei Beni cultura-
La difesa del patrimonio paesaggistico, oggi tanto e
li, che se ne fece promotore). In materia di tutela dei be-
giustamente sostenuta, si lega all’evoluzione dei con-
ni naturalistici e ambientali, questa normativa è
cetti di territorio, paesaggio e ambiente che a partire
senz’altro una delle più importanti in quanto, oltre a
dalla metà del Novecento sono stati ridefiniti, reinter-
classificare le bellezze naturalistiche in base alle loro
pretati, ampliati e arricchiti sia in ambito nazionale sia
caratteristiche peculiari, tende a proteggere il territorio
in ambito europeo.
nella sua globalità affrontando ogni argomento che lo
Possiamo definire territorio quell’area geografica che
riguarda (dall’inquinamento idrico, all’azione di tutela
presenta non solo caratteri distintivi ma anche una cer-
contro gli abusi edilizi). Un altro aspetto rilevante del-
ta omogeneità, sia per quanto riguarda il clima o l’am-
la legge Galasso è l’istituzione del Piano paesaggistico,
bito naturale, sia per quanto riguarda le caratteristiche
un piano che le regioni vengono obbligate a redaziona-
degli insediamenti umani. Per paesaggio si intende, in-
re e che deve individuare le aree di totale inedificabilità
vece, un contesto territoriale più complesso, dove com-
(sottoposte alla giurisdizione demaniale1), come solo
ponenti di tipo naturalistico si fondono ad altre di tipo
più strettamente culturale e antropico, ossia legate al- per fare due esempi le fasce costiere entro una distanza
l’intervento dell’uomo. Ne consegue che il paesaggio è di 300 metri dalla riva del mare o le aree di interesse ar-
un prodotto sociale e un bene dinamico. In ecologia si cheologico.
definisce ambiente l’insieme dei fattori esterni a un or- A livello sopranazionale, oltre alla Convenzione del
ganismo che ne influenzano la vita. In una definizione 1972 [u 2.5] che definisce cosa debba intendersi per pa-
ancora più ampia, l’ambiente è invece il complesso de- trimonio naturale e istituisce anche la Lista dei beni del
gli elementi naturali (la flora, la fauna, il paesaggio) e Patrimonio mondiale, di grande importanza è la Con-
di tutto quanto riguarda la vita degli esseri umani; è, venzione europea del paesaggio, un documento adot-
insomma, un complesso attivo di elementi che si muo- tato dal Comitato dei ministri della Cultura e dell’Am-
vono in un contesto comune e che si influenzano reci- biente del Consiglio d’Europa il 19 luglio 2000 e uffi-
procamente. D’altro canto, il termine italiano “am- cialmente sottoscritto a Firenze nell’ottobre dello stes-
biente” deriva dal latino ambiens, -entis, participio so anno. Tale convenzione ha elaborato una definizio-
presente del verbo ambire, che significa ‘andare intor- ne univoca e condivisa di paesaggio e ha disposto tutti
no, circondare’. i provvedimenti necessari alla tutela del paesaggio stes-
Oggi il paesaggio e l’ambiente sono considerati dei so, che gli Stati membri si sono impegnati ad applicare
beni culturali a tutti gli effetti e come tali beni da sal- riconoscendo nel patrimonio paesaggistico europeo un
vaguardare. La base della legislazione odierna in ma- elemento fondamentale della sua cultura.
teria di beni paesaggistici è la legge n. 1497 del 29 giu- Il Codice dei Beni culturali e del paesaggio, approva-
gno 1939 [u 2.1], che è stata integrata nel tempo, tan- to in Italia nel 2004 [u 2.1], precisa a sua volta cosa deb-
to che l’elenco dei siti oggi considerati beni paesaggi-
stici è andato via via ampliandosi, rimanendo però so- 1. Il demanio è, in senso generico, l’insieme di tutti i beni che apparten-
gono a uno Stato; quindi per giurisdizione demaniale si intende il con-
stanzialmente identico a questo testo almeno nella pri- trollo che lo Stato attua su quelle aree che sono per legge di sua pro-
ma parte. prietà.

NIFOSÌ / ARTE IN PRIMO PIANO • © 2010, GIUS. LATERZA & FIGLI, ROMA-BARI 27
ba intendersi per “paesaggio” e per “beni paesaggisti- 6.2 TUTELA E VALORIZZAZIONE
ci” (artt. 131, 132, 133, 134, 135) nonché in quali ter- DEL PAESAGGIO
mini debba attuarsi una loro idonea tutela e valorizza-
Per quanto riguarda la difesa, la conservazione e la va-
zione nell’ambito del patrimonio culturale nazionale.
lorizzazione del patrimonio paesaggistico, esistono og-
«Per paesaggio s’intende il territorio espressivo di iden-
gi professionalità preparate a operare in questo settore
tità, il cui carattere deriva dall’azione di fattori natura-
e corsi di laurea specialistici deputati a formarle. Que-
li, umani e dalle loro interrelazioni»; il Codice «tutela
sto è il risultato di un lungo processo che ha portato il
il paesaggio relativamente a quegli aspetti e caratteri
paesaggio a essere una realtà coscientemente percepita,
che costituiscono rappresentazione materiale e visibile
e per tale motivo più amata, rispettata e visitata di un
dell’identità nazionale, in quanto espressione di valori
tempo, non solo dai turisti ma anche da chi abitual-
culturali». La tutela del paesaggio ha come obiettivo
mente la abita e ne è parte integrante. È, infatti, ormai
primario quello di individuare, salvaguardare e recupe-
divenuto un concetto largamente riconosciuto, che uno
rare «i valori culturali che esso esprime» così come la
sviluppo sostenibile del territorio, da un punto di vista
sua valorizzazione deve «concorrere a promuovere lo
economico, sociale e ambientale, e un suo equilibrato
sviluppo della cultura».
utilizzo da parte dell’uomo possono costituire punti di
Integrando la precedente legislazione (compresa la
partenza fondamentali per la crescita fiorente e consa-
legge Galasso), il Codice dichiara che nel nostro paese
pevole di una comunità.
devono considerarsi beni paesaggistici:
Essenziale a tal proposito è stata l’equiparazione a li-
• le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bel- vello giuridico nazionale e internazionale dei beni am-
lezza naturale o di singolarità geologica; bientali e paesaggistici con quelli culturali, categorie en-
• le ville, i giardini e i parchi che si distinguono per la trambe contemplate a pieno titolo nell’elenco dei beni
loro non comune bellezza; del Patrimonio mondiale dell’umanità. Nella Lista, in-
• i complessi di cose immobili che compongono un fatti, accanto a monumenti che esprimono la grandezza
caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizio- della creatività dell’uomo (per esempio Castel del Mon-
nale, ivi comprese le zone di interesse archeologico; te in Puglia), troviamo le grandi meraviglie create dalla
• le bellezze panoramiche considerate come quadri e natura nel corso dei secoli (come l’Arcipelago delle
così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili Galápagos nel Pacifico meridionale), o ancora luoghi in
al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bel- cui l’interazione tra uomo e ambiente ha creato risulta-
lezze; ti talmente straordinari da essere considerati degni di
• i territori costieri compresi in una fascia della salvaguardia. A quest’ultima tipologia appartengono
profondità di 300 metri dalla linea di battigia, anche molti dei numerosi siti italiani entrati a far parte dell’e-
per i terreni elevati sul mare; lenco dell’Unesco: centri storici in cui le capacità tecni-
• i territori contermini ai laghi compresi in una fascia che e creative dell’uomo hanno creato capolavori di in-
della profondità di 300 metri dalla linea di battigia, an- gegneria adattandosi alle difficili condizioni ambienta-
che per i territori elevati sui laghi; li (come Venezia e la sua Laguna o i cosiddetti Sassi di
• i fiumi, i torrenti, i corsi d’acqua iscritti negli elen- Matera in Basilicata, o ancora i Trulli di Alberobello in
chi previsti dal Testo Unico delle disposizioni di legge Puglia), ma anche intere aree geografiche che, compren-
sulle acque e impianti elettrici, approvato con regio dendo paesaggi peculiari e insediamenti umani, costi-
decreto 11 dicembre 1933, n. 1775, e le relative spon- tuiscono un ambiente unico e irripetibile (ne sono un
de o piedi degli argini per una fascia di 150 metri cia- esempio il territorio di Portovenere e delle Cinque Terre
scuna; in Liguria, o la Costiera Amalfitana in Campania).
• le montagne per la parte eccedente 1.600 metri sul A livello nazionale poi, uno strumento fondamentale
livello del mare per la catena alpina e 1.200 metri sul li- per la tutela e la valorizzazione del paesaggio è quello
vello del mare per la catena appenninica e per le isole; del piano istituito dalla legge Galasso e ripreso dal Co-
• i ghiacciai e i circhi glaciali; dice del 2004 con il nome di Piano paesaggistico terri-
• i parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i toriale regionale. Il fine ultimo del piano regionale, in-
territori di protezione esterna dei parchi; fatti, se da un lato è senz’altro quello di vincolare alcu-
• i territori coperti da foreste e da boschi, ancorché ne aree del territorio ed evitare il loro depauperamento
percorsi o danneggiati dal fuoco, e quelli sottoposti a indiscriminato, dall’altro comprende anche quello di
vincolo di rimboschimento; creare un forte stimolo per le comunità locali affinché
• le aree assegnate alle università agrarie e le zone gra- comprendendo e conoscendo meglio i luoghi che esse
vate da usi civici; stesse abitano, le rendano un valevole patrimonio su
• le zone umide; cui fondare uno sviluppo sostenibile dal punto di vista
• i vulcani; (oltre che urbano e territoriale) anche sociale, econo-
• le zone di interesse archeologico. mico e culturale.

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IL MERCATO DELL’ARTE
7

7.1 ARTISTI, COMMITTENTI mente, fino ad arrivare alla piccola rivoluzione prodot-
E COLLEZIONISTI: ta nella seconda metà del XIX secolo, in particolare in
COME NASCE Francia, dal sodalizio fra alcuni artisti e pochi galleri-
IL MERCATO DELL’ARTE sti e mercanti illuminati, che li appoggiarono anche
economicamente: insieme, essi osarono cambiare le re-
Quando pensiamo a un’opera d’arte, nel nostro imma- gole del mercato, dominato per tutto l’Ottocento dalle
ginario trova spazio l’idea che ciò che è frutto del ta- opinioni vincolanti delle accademie ufficiali, riuscendo
lento artistico, della genialità espressiva dell’uomo, in tal modo ad affermare la piena autonomia dell’arti-
non possa essere valutato in denaro. Invece, dacché sta e del suo produrre arte.
l’artista, nel corso dei secoli, ha trovato fonti di ispira- Dunque se è vero che i frutti della creatività artistica
zione e motivazioni per dar vita a opere di vario pregio, sono da sempre stati oggetto di una qualsivoglia forma
esiste una natura monetizzabile dell’arte. di scambio e che le motivazioni che hanno spinto a ri-
La storia della circolazione dell’arte è molto antica, chiedere arte sono rimaste pressoché immutate (ragio-
basti citare il fiorente commercio di opere d’arte ai tem- ni religiose o estetiche, ragioni economiche come inve-
pi dell’antica Roma, quando centinaia di sculture (co- stimento, o ancora sociali come status simbol), è pur
pie e originali) furono portate in Italia dalla Grecia; op- vero che nel tempo sono cambiate le logiche del merca-
pure al vivacissimo mercato di opere d’arte, in partico- to dell’arte, che si presenta oggi come un settore eco-
lare antiche, alimentato sin dal Rinascimento da colle- nomico non sempre facile da prevedere, in cui le varia-
zionisti sempre più ansiosi di arricchire le proprie rac- bili in gioco travalicano la “semplice” valutazione cri-
colte. Ma in realtà, fino all’incirca alle soglie del XVII tica dell’opera, per comprendere anche variabili diver-
secolo, l’arte è stata prodotta dietro richiesta di una se, lontane dal mondo dell’arte e della cultura (come,
committenza quasi sempre legata al mondo clericale o per esempio, possibili crisi economiche di vasta porta-
nobiliare, e anche le opere create appositamente per es- ta o fattori legati alle politiche fiscali di alcuni paesi).
sere trasportate (miniature o piccole statue o quadri Ma chi sono gli acquirenti-tipo di opere d’arte? Ci so-
votivi) non erano pensate per un mercato vero e pro- no i professionisti del settore che legano l’acquisto a lo-
prio, ma solo per una circolazione di tipo privato: esse giche di mestiere ben precise: le case d’asta, che devono
erano di chi le aveva commissionate, potevano tutt’al ampliare con continuità i loro cataloghi e ripristinare la
più essere donate, ereditate, scambiate, portate in do- disponibilità di lotti che via via vengono battuti all’a-
te, difficilmente erano vendute. sta; i galleristi, che hanno necessità di rinnovare e ali-
Le prime forme di mercato d’arte, così come oggi lo mentare di continuo le proprie esposizioni e acquista-
intendiamo, sono invece legate alla nascita della classe no oggetti d’arte allo scopo di rivenderli; i responsabi-
borghese, che preferiva possedere quadri, o comunque li dei musei, che allargano il panorama delle opere cu-
opere trasportabili, piuttosto che commissionare affre- stodite ed esposte al pubblico arricchendo il valore del-
schi o grandi decorazioni permanenti, e che investì l’o- l’istituzione che rappresentano e ponendo le premesse
pera d’arte di un valore economico, equiparandola a per un potenziale incremento del flusso dei visitatori.
tutti gli altri beni oggetto di scambio. Sono acquirenti di tutto rispetto anche i privati. Da un
Nel corso dei secoli successivi, gli artisti si slegarono lato i collezionisti veri e propri, neofiti o esperti, che so-
sempre di più dalla committenza, creando arte libera- no mossi dal desiderio di circondarsi di opere d’arte, non
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per rivenderle ma per comporre raccolte più o meno ric- newyorkesi ed europee e svolgere un ruolo determinan-
che, e guidati dal gusto e la sensibilità personali; dall’al- te nella storia dell’arte del Novecento.
tro gli appassionati d’arte, che potremmo definire acqui-
renti occasionali o meno, che comprano opere d’arte a
scopo di investimento, per rafforzare il proprio prestigio 7.3 LE ASTE E LE CASE D’ASTA
sociale o semplicemente per piacere personale, quando
Le aste generiche, un metodo di compravendita di og-
ne hanno l’occasione e la capacità economica.
getti di diversa natura a cui si partecipa mediante of-
ferte e che si conclude con la vendita al migliore offe-
rente, sono un fenomeno antico. Sembra che le aste più
7.2 I GALLERISTI: GLI INIZIATORI antiche risalgano al 500 a.C., in Babilonia, dove, come
DEL MODERNO MERCATO racconta lo scrittore greco Erodoto (484-425 a.C.), le
DELL’ARTE donne mesopotamiche in età da marito erano vendute
Risalgono al XIX secolo le prime gallerie d’arte, aper- all’asta al mercato annuale. I Romani, invece, erano so-
te, organizzate e curate da galleristi che non di rado liti organizzare vendite pubbliche dei loro bottini di
hanno contribuito alla fortuna e al successo di tanti pit- guerra, che comprendevano anche i nemici fatti prigio-
tori e scultori. I galleristi, infatti, promuovono il talen- nieri, i cosiddetti captivi. Questi erano destinati alla
to degli artisti e svolgono il ruolo di intermediari nella vendita sub corona, poiché sulla loro testa veniva posa-
vendita delle loro opere, organizzando mostre, perso- ta una corona che li indicava ai possibili acquirenti co-
nali o collettive, partecipando alle fiere d’arte naziona- me prigionieri di guerra, mentre gli oggetti erano de-
li e internazionali, curando la loro presenza in riviste di stinati alla vendita sub hasta (‘sotto la lancia’) perché
settore. Il gallerista può trovarsi a gestire con l’artista veniva conficcata nel terreno una lancia a simboleggia-
un rapporto in esclusiva, ossia essere l’unico professio- re l’interesse dello Stato nella vendita pubblica. Sempre
nista di questo tipo a occuparsi di appoggiare e soste- nell’antica Roma, sub hasta avvenivano anche le vendi-
te dei beni di quei cittadini debitori delle casse dello
nere l’inserimento dell’artista nel mercato dell’arte,
Stato. Le aste, però, venivano anche bandite per beni di
oppure l’artista può scegliere di affidare a più galleristi
proprietà di quei privati che volevano ottenere un rica-
contemporaneamente le sue opere e raggiungere così
vo con la vendita di oggetti di pregio storico o artisti-
porzioni di mercato differenti.
co, per esempio mobili o suppellettili.
Il mestiere del gallerista è complesso: la sua figura si
Dopo l’Impero romano, le aste furono sospese per
pone a metà strada tra artisti e pubblico, cercando di
quasi un millennio, mentre nel Medioevo si ha qualche
“fare” ma anche di “vendere” arte, utilizzando intelli-
notizia di aste per il commercio di schiavi. Nel XVI se-
genza, intuito, capacità interpretative, strategie com- colo, invece, la pratica di vendere all’asta ebbe nuova
merciali, conoscenza del mercato, senso critico e anche fortuna. In Francia, per esempio, la corona conferì a un
coraggio e audacia. ristretto gruppo di persone il diritto esclusivo di vende-
Molti galleristi hanno contribuito in larga misura a re le proprietà dei defunti.
decretare la fortuna di artisti e movimenti artistici nei All’inizio del Seicento fu fondata a Londra l’East In-
secoli scorsi, soprattutto nel XIX e nel XX secolo. Per dia Company, la grande compagnia di navigazione in-
quello che riguarda Parigi, capitale dell’arte per tutto glese delle Indie Orientali, e, grazie all’arrivo sul merca-
l’Ottocento, potremmo citare Paul Durand-Ruel (1831- to inglese dei molti oggetti provenienti dall’Asia, diven-
1922), munifico mecenate di pittori impressionisti del tarono molto popolari le cosiddette “aste a candela”. Si
calibro di Monet, Renoir, Degas, Pissarro, Sisley, di cui accendeva una candela vergine alta un pollice (2,54 cm
comprò le firme in esclusiva; oppure Ambroise Vollard ca.) e chi riusciva a fare l’offerta maggiore, prima che la
(1866-1939), organizzatore della prima mostra perso- fiamma si spegnesse, si aggiudicava l’oggetto in que-
nale di Paul Cézanne, promotore del genio artistico di stione. Se per la durata di tre candele non si arrivava a
Picasso e di Matisse, di cui curò mostre e acquistò nu- nessuna vendita, l’asta si considerava chiusa.
merosi dipinti, nonché grande sostenitore dei movi- Nei Paesi Bassi, invece, il sistema di vendita, chiama-
menti d’Avanguardia del primo Novecento. Altri nomi to appunto “asta olandese”, prevedeva un prezzo di
si possono fare per il mercato dell’arte al termine della partenza, generalmente elevato, prefissato dal bandito-
seconda guerra mondiale, quando New York vide al la- re, seguito da un veloce gioco al ribasso fino a che qual-
voro alcuni tra i più grandi galleristi d’arte al mondo. cuno non si aggiudicava il pezzo e gli altri partecipanti
Basti citare la collezionista statunitense Peggy Gug- si ritiravano.
genheim (1898-1979), eccentrica ma geniale ereditiera Nel XVIII secolo nacquero due delle maggiori case
del finanziere Solomon R. Guggenheim, che si accostò d’asta mai esistite. Nel 1744 fu fondata Sotheby’s, ini-
all’arte quasi per caso, per poi diventare un importan- zialmente specializzata in collezioni di libri antichi (ne
te punto di riferimento per le Avanguardie artistiche ospitò anche una appartenuta a Napoleone Bonapar-

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te), poi allargata anche ad altre forme di collezionismo che l’arte sia un investimento proficuo, le fiere sono di-
a partire dalla prima metà del XX secolo; aperta a Lon- ventate oggi un fenomeno particolarmente diffuso: si
dra, si diffuse presto a livello internazionale con sedi di- contano pochi grandi appuntamenti annuali di livello
staccate in tutto il mondo. Nel 2000, Sotheby’s è stata internazionale, localizzati nelle grandi città produttri-
la prima casa d’asta a effettuare vendite online su In- ci di arte contemporanea (come Berlino, Londra, Co-
ternet e, tra quelle effettuate, una delle più sensaziona- lonia, ecc.), affiancati da alcune fiere rinomate a livello
li è stata quella della prima edizione della Dichiarazio- nazionale e ancora da un moltiplicarsi di fiere di livel-
ne di Indipendenza americana battuta elettronicamen- lo più locale.
te all’asta per oltre 8 milioni di dollari. Oggi Sotheby’s Le fiere d’arte, frequentate da galleristi, artisti, colle-
organizza ogni anno più di 350 aste, la maggior parte zionisti, appassionati d’arte, editori, critici e chiunque
delle quali si svolge nelle sedi di Londra e New York. abbia a che vedere con il mondo dell’arte o si interessi
Nel 1766 Londra vide la nascita di Christie’s, un’altra a esso, presentano un numero variabile di stand e di pa-
casa d’asta tutt’oggi molto famosa e fiorente, fondata diglioni in cui i galleristi e i mercanti d’arte espongono
da James Christie. Inizialmente furono opere d’arte, le opere al fine di venderle, ma anche di presentare nuo-
gioielli e vini a essere proposti alla clientela, ma nel tem- vi artisti o di cercare di imporre nuovi trend al merca-
po anche Christie’s ha ampliato notevolmente l’offerta to. Le fiere più importanti, poi, contemplano anche
arrivando a curare oltre 80 categorie di vendita. uno o più padiglioni espressamente dedicati a esposi-
zioni temporanee senza fini di lucro.
La somiglianza con altri eventi di natura prettamente
commerciale ha attirato, e attira sempre, molte critiche
7.4 LE FIERE D’ARTE: IL MERCATO a questi eventi, paragonati a mercati fieristici che posso-
DELL’ARTE NEL MONDO no svilire il reale valore delle opere d’arte, trattate alla
CONTEMPORANEO stessa stregua di altre merci. Questo non vuole necessa-
Una delle ultimissime forme di mercato d’arte, in par- riamente significare che le fiere d’arte debbano essere
ticolare di arte contemporanea, sono le fiere. Nate nel- demonizzate: oltre a essere un rilevante osservatorio
la seconda metà del secolo scorso sotto l’impulso, da delle ultime tendenze, esse rappresentano comunque un
un lato, della necessità di creare a livello internaziona- importante momento di incontro e di confronto (non
le dei punti d’incontro per i mercanti e gli acquirenti solo commerciale) che aiuta gli artisti a crescere e il pub-
d’arte e, dall’altro, del progressivo affermarsi dell’idea blico a meglio comprendere il mondo dell’arte.

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