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MILANO
COBASLID
Corso Biennale Abilitante Secondo livello Indirizzo Didattico
A.022 Discipline plastiche
TESI DI DIPLOMA
Relatore:
Prof. Paolo Thea
tesi di:
Lucia Di Pierro
Matr. n. 0359
INDICE GENERALE
Indice..2
Introduzione, Arte e natura, linee generali6
Cap.1 Definizione e significato del giardino.13
Cap.2 Storia del giardino...17
Premessa 17
2.1
2.2
2.3
2.4
2.5
2.6
2.7
2.8
2.9
Cap. 7 Conclusioni.165
Bibliografia..168
Introduzione
Arte e natura, linee generali.
Al giorno doggi larte ed in particolar modo la scultura e linstallazione, escono
fuori dai musei per trovare nuove collocazioni: spesso sono parchi pubblici,
giardini dartista, luoghi all aperto che possiamo ritrovare anche in collezioni
private di scultura come ad esempio la collezione darte Materina a Casalbeltrame
dellartista e collezionista Loi1, ed inoltre vi sono sempre pi mostre di scultura
allaperto e installazioni urbane ambientali. Queste iniziative testimoniano il
significativo aumento di interesse per la realizzazione di tutti quei progetti darte
contemporanea che vertono sul rapporto tra arte e ambiente e che coinvolgono lo
spazio pubblico sia urbano che naturale. Il termine parco-museo per se stesso
vago e anche ambiguo, dato che lidea del museo tradizionale proprio quella alla
quale queste raccolte di arte ambientale intendono opporsi. Esse si ispirano a
modelli diversi, da quello relativamente pi tradizionale della raccolta di sculture
allaperto, a quello del giardino, fino a quello pi nuovo della contestualizzazione
di una serie di opere darte ambientale allinterno di un territorio anche vasto ma
che proprio le opere stesse costituiscono in unit. Correlativamente, anche le
opere in essi ospitate si collocano in un ventaglio piuttosto ampio che pu andare
dalla semplice sited-sculpture2 fino a opere ambientali complesse, che
costruiscono unesperienza dello spazio in cui vanno a inserirsi, spingendo il
visitatore a ripensare al proprio rapporto col paesaggio e con il luogo.3 Nel
territorio italiano ritroviamo molte di queste testimonianze essendo numerosi i
siti dove
centri, fuori dai circuiti tradizionali dei musei e del turismo di massa, ma non per
questo sono privi di interesse, anzi, spesso il
anche perch entrare in uno di questi luoghi una esperienza unica; in questi
luoghi si diviene parte integrante dell opera, larte qui non pi vista come
Nicola Loi, artista e gallerista contemporaneo. A Casalbeltrame, nel novarese, Loi ha creato
Materima, una citt darte a cielo aperto con opere di Marini, Manz, Bodini, Perez, Vangi.
2
Con questo termine inglese si indica semplicemente scultura installata.
3
P.DAngelo, Estetica della natura: bellezza naturale, paesaggio, arte ambientale, Laterza, Roma
2001, pag. 212.
1
opera di un singolo ed
Il Giardino dei Tarocchi un parco artistico situato a Garavicchio, una frazione di Capalbio in
Toscana, ideato dall'artista franco-statunitense Niki de Saint Phalle (1930 - 2002), popolato di
enormi statue ispirate alle figure degli arcani maggiori dei tarocchi. La costruzione del parco
prende avvio nel 1979.
5
Arte Sella una manifestazione internazionale di arte contemporanea, nata nel 1986, che si
svolge allaperto nei prati, nei boschi della Val di Sella ,comune di Borgo Valsugana nella
provincia di Trento.
6
Parco museo un luogo allaperto dove vengono raggruppate opere di diversi artisti.
realizzate con i materiali del posto e che tengono conto dei processi di crescita e di
trasformazione, dei fenomeni spontanei della natura. In questi lavori si parla di
ecologia, di paesaggio e ambiente nei termini propri dellarte, messaggi diretti ma
con una intensa carica emozionale; nellimmaginario collettivo la natura ancora
quel teatro idilliaco in cui avvertiamo le forze vitali primigenie, ma anche buona
presenza multiforme che manifesta nel modo pi efficace il dominio
dellincertezza dellazzardo, la natura la migliore definizione dellinfinito, ma
anche la massima espressione dellordine e del caos. Il nostro rapporto con essa e
con il mondo che cresce diviene sempre pi difficile: vi una lotta tra natura e
tecnologia, vi inoltre lemergenza ecologica per colpa di un uso indiscriminato
Architettura naturale,con questo termine si indicano costruzioni che si rivolgono direttamente al
mondo della natura per la localizzazione,per i materiali, utilizzati, per il minimo impiego di
tecniche non artigianali. Opere che utilizzano le risorse dei luoghi, i caratteri specifici del sito.
8
di risorse naturali che hanno portato ad una crisi a livello mondiale. Gli artisti
contemporanei si confrontano con queste esigenze, le correnti che trattano di artenatura sono svariate e spesso gli artisti oscillano nelle varie correnti che possono
essere: Art in Nature, Land Art, Earth Art, Enviromental Art, Bio Art, Conceptual
Art, queste correnti appartengono a culture e a paesi differenti. Larte
contemporanea
interessano
vari punti del paesaggio, dai parchi cittadini alle piazze, alle strade,ecc., spesso
punti nevralgici del tessuto urbano dove le opere interagiscono con il paesaggio.
A partire dalla met degli anni Novanta, molte amministrazioni pubbliche hanno
promosso la realizzazione di interventi artistici strettamente legati al contesto
urbano o naturale: un modo per valorizzare il territorio e rilanciare il turismo. I
musei allaperto, che quasi sempre si trovano in posti bellissimi (siano giardini
storici, borghi antichi o ampi paesaggi disabitati), invitano il visitatore a un
contatto ravvicinato con le opere nello stesso contesto nel quale e per il quale sono
state create. Proprio qui potrebbe trovarsi una delle chiavi del successo di alcuni
parchi, i pi noti e visitati, che sembrano indicare la possibilit di superare, sul
terreno di uno spazio condiviso, quella diffidenza e il senso di estraneit che
spesso minano il rapporto del pubblico non specialistico con larte
contemporanea. In questi luoghi darte spesso ritroviamo la volont di sorprendere
il visitatore con forme inconsuete e/o con variet di materiali e di stili,
riprendendo la caratteristica propria dei giardini manieristi, nei quali la volont di
stupire era esplicitamente dichiarata. La poetica del meraviglioso, lidea di
sorprendere si incontra pi volte nella storia dellarte, ha ispirato le allegorie di
Pratolino9 e Bomarzo, la colossale statua dellAppennino del Giambologna 10, i
giochi dacqua e gli automi che animavano le grotte di Pratolino, Villa dEste a
Il parco di Pratolino prese avvio nel 1568 quando Francesco I de' Medici, Granduca di Toscana,
incaric l'architetto Bernardo Buontalenti di progettarvi una villa e un grande parco annesso.
Buontalenti lo impost come un luogo di sogno dove natura e tecnologia si fondevano per creare
un percorso simbolico
9
Collocata nel parco di villa Demidoff a Pratolino, presso Firenze, questa colossale statua in
pietra venne scolpita da Giambologna nella seconda met del Cinquecento. un esempio del
manierismo fiorentino, che si espresse con grande originalit nella scultura destinata a ornare i
giardini delle dimore patrizie.
10
La villa fu voluta dal cardinale Ippolito II d'Este, figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia, f
concepito dal pittore-archeologo-architetto Pirro Ligorio e compiuto dallarchitetto Alberto
Galvani.
10
polemica condotta dagli artisti di questa corrente come Walter de Maria, Robert
Morris, Dennis Oppenheim e Robert Smithson
istituzionali del sistema dellarte. Le loro riflessioni
11
Jiu in Romania, lungo lasse che attraversa la citt, istituendo un dialogo diretto
con i grandi spazi del paesaggio carpatico. La lezione ecologista di Joseph Beuys,
lartista che meglio di ogni altro ha impersonato lidea di unarte che si traduce in
concreta assunzione di responsabilit nei confronti della natura, agisce
profondamente nel lavoro di molti artisti contemporanei, attivi anche in alcuni
percorsi darte nella natura e parchi-museo italiani. Artisti che dagli anni Settanta,
hanno scelto di realizzare la loro opera in spazi aperti naturali della campagna o
delle remote periferie metropolitane utilizzando solo materiali dello stesso
ambiente, senza fare ricorso a tecniche, sostanze e colorazioni che nei confronti
dellhabitat circostante, possano risultare in qualche modo disomogenee o
invasive. In Italia vi sono due esempi di Art in Nature: Arte Sella, in Trentino, e
Opera Bosco, in Lazio. In questi luoghi gli artisti hanno usato pietre, erba, rami
intrecciati ma anche acqua e piante vive, per creare opere darte che vivono in
simbiosi perfetta con la natura che le circonda. Sculture e installazioni
straordinarie e semplicissime al tempo stesso, abbandonate al ciclo delle stagioni,
che le trasforma e le consuma. Arte Sella lassociazione che ha dato vita nel
1986 ad una biennale internazionale di arte contemporanea da svolgersi allaperto,
nei prati e nei boschi della Val di Sella, e ad un percorso, chiamato Arte-Natura,
lungo il quale si trovano le opere di circa quaranta artisti. Il circuito si conclude
con la spettacolare Cattedrale Gotica, composta da tre navate formate da ottanta
colonne di rami intrecciati, opera di Giuliano Mauri. Altri protagonisti di
architettura naturale sono: David Nash, che attraverso la manipolazione della
crescita degli alberi ha costruito vere e proprie cupole vegetali; Chris Drury,
autore del Time Capsule, torri di rami intrecciati che preservano unarea di
vegetazione totalmente incolta. Mikael Hansen, che costruisce autostrade di
tronchi che attraversano la foresta; Marcel Kalberer con il team tedesco Sanfte
Strukturen realizzano strutture architettoniche vegetali curate nei minimi dettagli e
i poetici allestimenti di Nils Udo dove lartista manipola la crescita di piante
trasformandole in nidi per umani.
Per una corretta comprensione del giardino non si possono trascurare gli
importanti significati simbolici che ogni cultura e religione, sia occidentale che
orientale ha attribuito al giardino, globalmente o nelle sue parti. Nel suo insieme
simbolo del Paradiso e del Cielo e rievocazione del Paradiso perduto; le piante
rappresentano personificazioni divine, poteri magici, virt aspirazioni e sentimenti
umani (la palma segno di vittoria presso i greci e i romani, e per i cristiani
simbolo del premio eterno meritato con la virt e col martirio; il sicomoro il cui
legno era adoperato dagli antichi egizi per fare i sarcofagi destinati a contenere le
mummie dei Faraoni; il loto particolarmente presente nelliconografia simbolica
dellInduismo e del Buddismo; lalloro, lalbero sacro ad Apollo, ritenuto simbolo
della sapienza e della gloria; il mirto, pianta sacra a Venere, era il simbolo
dellamore e della poesia erotica; lolivo simbolo di pace; ledera di fedelt; la
quercia del vigore e della resistenza fisica; la presenza dellacqua (fonte, pozzo,
cascata) evoca il fluire ed il rinnovarsi della vita in senso materiale e spirituale. Il
giardino dunque come luogo sacro, in cui le armonie vegetali richiamano quelle
delluniverso ed una complessa simbologia associa a determinate essenze o
composizioni, eventi e figure della mitologia e della religione, ma anche luogo di
tecniche e lavorazioni del tutto materiali che erano alla base della composizione
del giardino. I l Giardino dell'Eden pu essere considerato larchetipo universale
del giardino, ossia unimmagine simbolica della cultura delluomo ricorrente fin
dai tempi pi antichi, a partire dal paradiso biblico.
"Genesi-2,8/9/15
8 Poi il Signore Dio piant un giardino in Eden, a oriente, e vi colloc l'uomo che
aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi
graditi alla vista e buoni da mangiare, tra cui l'albero della vita in mezzo al
giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. 15 Il Signore Dio prese
l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perch lo coltivasse e lo custodisse."
Esso rappresenta il sogno dellumanit, il luogo della mente in cui tutto inizia e
tutto finisce: inizia la vita nella sua dimensione di gioia e delizia, verr rimpianto
e vagheggiato come luogo della felicit perduta e infine verr restituito ai giusti
come luogo della perfezione e del ricongiungimento con il divino.
13
A partire dai miti sumerici il concetto di Eden, mediato dalla trascrizione biblica,
pervade tutto il pensiero occidentale ma ha il suo parallelo in tutte le culture del
globo. Lo immaginiamo come un luogo senza tempo e senza stagioni, prima di
ogni Storia possibile, dove i germogli sono sempre in fiore e gli alberi sempre
carichi di frutta, una sorta di serra ideale in cui non esistono variazioni climatiche,
n parassiti in grado di minare la perfezione estetica della natura benevola.
E il desiderio di una vita che trascorra in accordo con la natura, dellarmonia che
pu essere immaginata soltanto in un giardino. Il termine Paradiso deriva
dallantico iranico pairi-dae-za, letteralmente circonvallazione, che sta ad indicare
uno spazio delimitato e protetto per mezzo di un vallo, da cui la trasposizione in
luogo protetto e giardino delle delizie. LEden diviene il modello della vita ideale,
del paradiso perduto da riconquistare, forma primigenia e meta ultima di tutti i
grandi giardini attraverso i secoli, nel continuo altalenare tra nostalgia e utopia.
Fin dallinizio della Storia realizzare un giardino significa quindi tentare di
riguadagnare anticipatamente sulla terra un pezzetto del promesso regno celeste.
Ci avviene attraverso una riconciliazione con la natura che passa attraverso
larte, intesa come riconquista della bellezza. Nei giardini il bello naturale e il
bello artistico si ricongiungono e ogni elemento naturale (acqua, aria, luce, colore)
diviene anche elemento artistico. Questa unione realizza paradisi artificiali
antitetici alla realt, fughe idilliache a compensazione delle umiliazioni quotidiane
e delle speranze continuamente deluse, ma al tempo stesso rappresenta anche la
volont di cambiamento e trasformazione delle situazioni concrete, la
rigenerazione di forze che si alimentano al sogno e il progetto di un mondo
migliore. Giulio Carlo Argan definiva il giardino una "sistemazione artificiosa,
secondo moduli geometrici o fantastici, di terreni coltivati, allo scopo di ottenere
un risultato prettamente estetico". Dal francese jardin, derivato dal franco gart o
gard (recinto), un terreno coltivato senza scopo produttivo, nel quale l'uomo,
isolato dal resto del territorio, svolge una serie di attivit a contatto con la natura:
riposo, passeggiata, svago, gioco, coltivazione di piante. Altre sue caratteristiche
sono il legame con ledificio di cui il giardino rappresenta il suo espandersi
all'aperto; l'estensione limitata per favorirne lattraversamento a piedi; la
sistemazione artificiale del sito e della vegetazione (aiuole, piazzali, sentieri,
14
15
16
Premessa
Alla base dei parchi darte si ritrovano le origini nella tradizione del giardino
storico, in modo particolare nel giardino manierista ma anche una sensibilit
ambientale di tipo ecologista. Questo mi porta ad affrontare un percorso storico
sul giardino. Ogni parco-museo, se vuole essere considerato tale e non un mero
insieme di sculture distribuite in uno spazio verde, non pu prescindere da
unesplicita dimensione progettuale. Proprio su questo punto, giardini e musei
sincontrano e condividono nella loro genesi lesigenza di un ordine delle cose,
della natura e dellarte, che ne renda leggibile il senso. Si tratta, in entrambi i
casi, di tentativi di stabilire una concordanza tra lordine del linguaggio e quello
del reale per comprenderlo. Quello che voglio precisare che il paragone si basa
sullo studio della scultura in quanto elemento rapportato alla Natura, quindi non
inteso soltanto come oggetto decorativo, o, come elemento facente parte di
unesposizione in un locale apposito quale la Galleria, piuttosto che il Museo. La
comparazione avviene tra opere pensate e realizzate al di fuori di un contesto
espositivo. Il percorso che tratter, partir dallanalisi generale dellarte antica,
proseguir con alcuni esempi di arte contemporanea che si riferiscono alla Natura
ed allambiente, agli artisti che la esperimentano, ai materiali che si sono usati e
che si usano, ed infine al pi moderno tipo di arte rupestre: la Land Art.
2.1
18
ritrovano applicati con la stessa cura all'interno del giardino, un modello piuttosto
semplice, che rimarr tale per secoli: uno o pi bacini dacqua rettangolare, file di
alberi piantati secondo un tracciato regolare, un alto muro di cinta a protezione
delle piene del Nilo, dalla sabbia del deserto e dagli estranei sui quali si aprono i
portali di ingresso. Spesso annesso ad edifici civili e religiosi, il giardino egizio
risulta come uno spazio intimo di cui assicurata la protezione ed in cui l'acqua e
l'ombra sono, comprensibilmente, gli elementi fondamentali. Nell'area isolata del
giardino, spesso circondata da edifici addossati ai muri di cinta, si definisce un
mondo regolare, ordinato e sicuro, rigoglioso, caratterizzato dalla armonia dei
colori, dalle disposizioni matematiche e dalla combinazione delle forme e delle
dimensioni delle varie specie vegetali. Per queste ragioni il giardino egizio assume
la connotazione di un "dentro" sicuro, nettamente separato dal deserto che, al
contrario, costituisce il "fuori" caotico, irregolare, assolato, caldo ed arido. In
questo senso, con tale carattere di "sacralit", esso costituisce certamente la
premessa dell' hortus conclusus13 medievale e
19
Scena di vita quotidiana, Particolare di pittura murale ritrovata in una tomba a Tebe
2.2
20
Famosi furono anche i giardini degli antichi Assiri in quella Mesopotamia che
certamente vant i pi bei parchi dell'antichit e che, a quanto raccontano gli
storici, ne ebbe di favolosi. Il primo dei re mesopotamici a lasciarci traccia di un
giardino fu Tiglat Pileser I 14 (circa 1100 a.C.). Questo re come bottino di guerra
riport nella sua patria sia il cedro del Libano che il bosso, e fieramente proclam
di possedere alberi che "nessuno dei suoi antenati aveva mai avuto". Questa
affermazione prova per che, anche se non dotati di alberi di tale bellezza e
pregio, i giardini assiri esistevano gi prima di lui. Ma, a parte questa illuminante
affermazione, non abbiamo notizia di quelli precedenti. Molto pi sappiamo sui
giardini dei secoli seguenti e tra i re assiri che pi si interessarono a quest'arte vi
fu senza dubbio Sennacherib15, il figlio di Sargon16, un appassionato di botanica
che cre grandiosi parchi. Nelle iscrizioni questi vengono descritti dal compilatore
come se fosse il sovrano stesso a parlare. Cos il narratore racconta in prima
persona che, avendo eretto "un palazzo senza pari..." , vicino vi aveva creato un
parco, "simile al monte Amanus", dove crescevano alberi e spezie della Caldea e
delle colline. In un altro dei suoi giardini Sennacherib affermava di aver
acclimatato piante esotiche e diceva di averlo destinato ai suoi sudditi. Si
tratterebbe, perci, non soltanto di un lontano antenato degli orti botanici ma
anche di uno dei primi parchi pubblici: "Ho creato un giardino nella citt alta ed in
quella bassa, con i prodotti della terra provenienti dalle montagne e dai paesi
circostanti: tutte le spezie della terra degli Ittiti; mirra (che cresce meglio nel mio
giardino che nella sua terra di origine); vigne delle colline, frutti da ogni parte del
paese; spezie e alberi Sirdu ho piantato per i miei sudditi. Per di pi ho spianato e
livellato le montagne ed i campi della terra che circonda la citt di Kisiri fino al
territorio di Niniveh, cos che le piante vi possano prosperare e vi ho scavato un
canale. Ho portato per un'ora e mezza di tragitto l'acqua del fiume Chusur nel mio
canale, e l'ho fatta scorrere in mezzo alle mie piantagioni per poterle abbeverare.
14
Tiglatpileser III fu uno dei principali re dell' Assiria nell' VIII secolo a.C, Regn dal 745 a.C.
fino al 727 a. C ed considerato il fondatore dell' Impero Neo-Assiro
Sennacherib, figlio del re assiro Sargon II, successe al padre sul trono nel 704 a.C. e regn fino
al 681 a.C., anno della sua morte.
15
Sargon di Akkad, ovvero Sargon il Grande , regn dal 2334 a.C al 2279 a.C. e fu fondatore
della dinastia di Akkad.
16
21
Ho creato uno stagno nel giardino per tenervi l'acqua e in esso ho piantato
giunchi"Sennacherib ovviamente non si limit ai parchi regali ed a quelli
pubblici, ma ne cre alcuni anche per gli dei. Uno di essi fu scavato e venne cos
messa in luce la tecnica con la quale gli Assiri creavano i loro giardini sulle
piattaforme rocciose. Il giardino copriva un'area di 16.000 mq nella quale vennero
scavati pozzi profondi 1,50 m. Un canale principale e varie canalette irrigavano
gli alberi posti a dimora tutt'attorno all'edificio. Vicino esistevano tre vaste riserve
di acqua le quali, secondo le iscrizioni, venivano pure usate per l'allevamento di
pesci. In mezzo a questo parco verdeggiante si ergeva il salone per le feste del Dio
Assur17. Qui gli Assiri credevano che il giorno di Capodanno il nume ricevesse e
ospitasse tutti gli altri dei del suo Panteon. Fu certamente la vicinanza dei fiumi
della pianura mesopotamica che resero possibile la creazione di questi luoghi di
delizie ricchi di rigogliosa vegetazione, e tali condizioni contribuirono alla
bellezza dei sempre favoleggiati giardini pensili di Babilonia, popolarmente
attribuiti a Semiramide18, una regina assira vissuta - almeno cos si crede - nel IX
sec. a.C.. Non per certo che questa regina sia mai esistita e, per questo, non
nemmeno certo che a lei si debba attribuire la creazione dei giardini pensili.
Diodoro Siculo19, ad esempio, basandosi sui racconti di Ctesia 20 e di Clitarco21,
afferma che i giardini pensili di Babilonia furono creati da un altro re Assiro, che
per non nomina. Il potente monarca - narra il cronista - li fece costruire per una
delle sue spose venuta dalla Persia. La giovane donna si struggeva di nostalgia per
le sue adorate montagne e, per alleggerirne la pena, lo sposo innamorato cre
Il dio Assur, capo supremo del pantheon assiro, re del cielo e della terra, fu un dio nazionale,
guerriero, per molti aspetti simile a Jav degli Ebrei. Veniva raffigurato alato e saettante, il pi
spesso con volto umano barbuto, talvolta come un'aquila. La sua immagine, sopra un carro,
seguiva gli eserciti combattenti.
17
18
Leggendaria regina degli Assiri, figlia della dea Derceto e del siriano Caistro,
Semiramide spos prima Onne, poi il re stesso Nino, da cui ebbe il figlio che, secondo la
tradizione, divenuto adulto, la scacci dal trono e la uccise.Durante il suo regno, Semiramide
conquist la Media, l'Egitto e l'Etiopia ed a lei si attribuisce la costruzione delle mura e dei giardini
pensili di Babilonia, una delle sette meraviglie del mondo antico.
19
Diodoro Siculo (, Didros; Agyrion, ca. 90 a.C. ca. 27 a.C.) stato uno storico
greco antico (siceliota), autore di una monumentale storia universale, la Bibliotheca historica.
20
Ctesia di Cnido,storico greco del Vsec aa.C. medico reale alla corte del re di Persia Artaserse.
Clitarco storico greco della fine del secolo IV aC. autore di una storia dell'et di Alessandro
Magno.
21
22
23
23
24
25
I giardini pensili di Babilonia, Incisione della seconda met del XIX sec.
2.3
26
Presso i greci fin dai tempi omerici (VIII sec. a.C.) il giardino appendice del
tempio e dimora degli dei; infatti, accanto ai templi appare anche il bosco come
luogo sacro e limmancabile podere del Dio con fiori per il culto e piante da frutta
per il sostentamento dei sacerdoti. In greco il termine giardino definito dalla
parola "kopos" che indica il recinto di protezione di unarea coltivata e non un
luogo di piacere per la vista e lolfatto. Inteso come luogo di piacere
contemplativo presso gli Assiri, i Babilonesi e gli Egizi, il giardino invece nella
civilt dell'antica Grecia soprattutto la manifestazione dell'interesse verso la
campagna e i luoghi naturali. Diversamente dai popoli succitati, i Greci non
considerarono il giardino come una vera e propria forma d'arte, tuttavia ne
distinsero due tipologie che Omero ci indica nel poema epico: il giardino della
fecondit (quello di Alcinoo e di Laerte) ed il giardino degli dei (quello di
Calipso). Dalle testimonianze pervenuteci sulla diffusione del giardino presso i
Greci non emergono elementi sufficienti per ricostruirne l'impianto ed
individuarne precisamente tutte le caratteristiche; possiamo certamente affermare,
per, che, per il diffondersi di questo tipo di produzione, fondamentale risult la
concezione "sacrale" dei luoghi, che fu alla base della cultura greca. Come noto
i Greci attribuirono alla grande variet dei luoghi naturali, costituiti ora da pianure
fertili, ora da montagne aspre, precisi significati simbolici. Essi intesero ogni
luogo come manifestazione di un ordine naturale ed, in quanto tale, come
personificazione di una particolare divinit. Tale concezione determin
l'edificazione e la dislocazione degli edifici religiosi, quali i templi ed i santuari, e
di altre tipologie, come quella del teatro, in luoghi prescelti dei quali i Greci
rispettarono la conformazione del paesaggio adattando ad essa l'architettura.
Analogamente a quanto avvenne per i manufatti architettonici, anche i giardini
degli dei scaturirono dalla concezione sacra dei luoghi e degli alberi, questi ultimi
visti come personificazioni mistiche e divine. La mitologia greca ci riferisce del
locus amoenus, un luogo magico in cui regna il genius loci24 ed in cui si ricerca
l'armonia tra l'uomo e il paesaggio, insita nella natura. Tali erano i boschi siti in
prossimit dei santuari, in cui crescevano platani, olmi, ontani e cipressi ma anche
alberi da frutto. I siti naturali consacrati agli dei (come quelli dei santuari di Delfi
Genius loci un'entit soprannaturale legata a un luogo e oggetto di culto nella religione
romana.
24
27
Aristotele Stagira, 384 a.C. Calcide, 322 a.C., stato un filosofo greco antico,allievo di
Platone.
26
Teofrasto, Ereso, 371 a.C. Atene, 287 a.C. stato un filosofo e botanico greco antico. Fu
discepolo di Aristotele a cui successe nella direzione del Liceo (il Peripato) nel 322 a.C..
28
Licurgo era un antico legislatore spartano vissuto forse nell'VIII-VII sec a.C. La sua figura
stata quanto mai controversa. Infatti, secondo gli antichi Licurgo era un personaggio realmente
vissuto, ma la critica moderna lo ha pressoch concordemente identificato con un'antichissima
divinit solare, "LYKURGOS" (=facitore di luce). Tale ipotesi avvalorata dal fatto che in et
storica Licurgo era oggetto di culto divino e non eroico, quale veniva tributato di solito ai
legislatori.
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29
Epicuro, Samo, 341 a.C. Atene, 271 a.C. discepolo di Nausifane, fu un filosofo greco
antico fondatore di una delle maggiori scuole filosofiche dell'et ellenistica e romana. Ebbe grande
successo in epoca ellenistica ma, avversata dai Padri della Chiesa, sub un rapido declino con
l'affermarsi del Cristianesimo.
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29
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31
Plinio il Vecchio Como, 23 Stabia, dopo l'8 settembre 79, stato uno scrittore latino.
32
l'esterno; esso poteva svilupparsi su quattro lati, ed era questo il caso del peristilio,
o su due lati paralleli, come nel ginnasio, o in combinazione con il viale come
nello stadio e nell'ippodromo. L'acqua, altro elemento fondamentale, si presentava
in varie forme: fontane, euripi, zampilli. Ed ancora i giardini erano arricchiti di
pergolati e raffinati elementi decorativi a tralicci e graticci in legno, avolte anche
dipinti; e infine i fiori, gli alberi e gli arbusti definivano un vero e proprio giardino
di piacere il cui carattere oscillava sempre tra la concezione della natura intesa
come elemento legato al mondo contadino e il fasto e la ricchezza derivati dal
mondo ellenistico.
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L'Hypnerotomachia Poliphili ,edito nel 1499 a Venezia da Aldo Manuzio ,questa opera una tra
i migliori incunabuli italiani e racchiude una cultura umanistica, antiquaria, letteraria e artistica di
notevole rilievo e di ampia rilevanza per la produzione letteraria e artistica del secolo successivo.
Al suo interno contiene centosettantuno xilografie.
Francesco colonna,Venezia, 1433 1527, frate domenicano scrittore del convento veneziano
Giovanni e Paolo.
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Partrre,voce francese, che letteralmente significa per terra,e indi pass come sost. Al significato
di luogo delizioso adebito ad aiuole,con scompartimenti ornati derbe e fiori.
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quelli di Padova e di Firenze rispettivamente del 1545 e del 1550. Tra gli esempi
siciliani di giardini progettati secondo l'impianto "all'italiana", significativo il
Giardino della Villa Giulia a Palermo - risalente per al 1700 - di forma quadrata
con due viali principali diagonali al cui incrocio posto uno spiazzo con una
fontana e una disposizione geometrica di tutti i viali, degli spiazzi e delle essenze.
42
Non v' dubbio che la rivoluzione del giardino nel '600 avviene in Francia ad
opera di architetti e di generazioni di maestri giardinieri che lavorano al servizio
dei sovrani. Le novit e le trasformazioni che gli artisti francesi apportano
all'impianto del giardino all'italiana conducono alla nascita di una nuova tipologia:
il giardino alla francese. In esso la complessit dell'impianto, le dimensioni e la
ricchezza dell'insieme raggiungono proporzioni mai viste che interpretano
l'assolutismo dei sovrani e la grandiosa rappresentazione della realt. L'arte dei
giardini in Francia riceve un impulso significativo dal Rinascimento italiano.
Ancora una volta i Medici si fanno promotori di tale tendenza artistica: avviene
infatti che Caterina de' Medici, moglie in seconde nozze di Enrico IV, propone la
realizzazione dei giardini delle Tuileries in occasione della quale emergono le due
grandi famiglie protagoniste di tutti i grandi giardini francesi: i Mollet e i Le
Ntre. A Claude Mollet, figlio del capostipite Giacomo ed abile creatore dei
giardini delle Tuileries, va il merito dell'invenzione dei "parterre de broderie", veri
e propri parterre a ricamo, realizzati attraverso siepi di bosso nano e sabbie
colorate, e motivo ornamentale distintivo del giardino francese. I giardini delle
Tuileries risultano, nel primo impianto, caratterizzati da una divisione in
compartimenti rettangolari; nel 1665, per, la loro sistemazione viene affidata ad
Andr Le Ntre che ne sconvolge il disegno preesistente. Figlio di Jean e nipote di
Pierre Le Ntre, Andr senza dubbio l'artefice delle pi compiute manifestazioni
del giardino francese del '600 e la sua arte raggiunge la massima espressione sotto
il regno di Luigi XIV. Anche per Andr Le Ntre fondamentale risulta la lezione
del giardino all'italiana. Nei giardini di Le Ntre permangono il viale centrale, i
viali trasversali che intersecano quello principale e i parterre posti in
corrispondenza dell'edificio; gli impianti sono ancora caratterizzati dalla ricerca di
equilibrio e di armonia e risultano ordinati da una rigorosa regola compositiva, in
essi per, le geometrie del giardino italiano vengono ammorbidite, il terreno viene
modellato con lievi pendii, le visuali vengono moltiplicate e la vegetazione
prevale sull'architettura. La prima grande opera di Le Ntre il giardino di Vauxle-Vicomte, realizzato in collaborazione con l'architetto Louis Le Vau e con il
pittore Andr Le Brun. Concepito come luogo di svago, Vaux-le-Vicomte
commissionato da Nicolas Fouquet, sovrintendente delle finanze di Luigi XIV.
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parte del XVII secolo, la produzione dei giardini risente dellesperienza italiana;
nella seconda met del 600, invece, prevalgono le influenze francesi. Limpianto
allitaliana si ritrova nei giardini austriaci e tedeschi, mentre un caso a parte
costituito dal giardino olandese e da quello inglese. Di questi ultimi il primo si
distingue per la numerosa presenza di fiori il cui impiego favorito dallinteresse
botanico che, oltre a rendere disponibile una grande quantit di specie floreali,
fornisce un apporto significativo ai procedimenti tecnici e scientifici. Nella prima
met del XVII secolo in Olanda vengono realizzati giardini nei cui impianti si
rintracciano i principi espressi da Vitruvio 37 e dallAlberti; nella seconda parte del
secolo i giardini olandesi rispondono invece a criteri pi espressamente barocchi e
risentono dei contatti che il Paese instaura con la Francia e con lInghilterra.
Proprio lInghilterra elabora due impianti di giardino: uno coltivato ed uno
naturale. Il giardino inglese conosce tre fasi: la prima, influenzata dal Manierismo
italiano, perdura fino al regno di Carlo I; la seconda, coincidente con il periodo
del Commonwealth, vede il frazionamento di quasi tutti i giardini; la terza,
delineatasi a partire dalla Restaurazione, risente dellinfluenza francese e vede
loperare in Inghilterra di artisti francesi che, oltre ai giardini privati, realizzano
grandi parchi. Per tutte le fasi della sua evoluzione larte dei giardini inglese
fortemente connotata sia dalla letteratura sul tema, che contiene indicazioni sugli
impianti, informazioni sui giardini, soprattutto orientali, e suggerimenti di tipo
tecnico, sia dallinteresse per la botanica e dalla moda del collezionismo che
richiama lattenzione sulle specie esotiche. fuor di dubbio, comunque, che nel
XVII secolo, raccogliendo i suggerimenti provenienti da varie parti, lInghilterra
pone le basi per la diffusione dei giardini naturali che definiranno quel
paesaggismo inglese che avr la sua pi compiuta realizzazione nel XVIII secolo.
Marco Vitruvio Pollione (c. 80/70 a.C. 23 a.C.) stato un architetto e scrittore romano Scrisse
il trattato De architectura (L'architettura), in 10 libri, dedicato ad Augusto, probabilmente tra il 27
e il 23 a.C.
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dominata e plasmata
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Jean-Jacques Rousseau ,Ginevra, 28 giugno 1712 Ermenonville, 2 luglio 1778, stato uno
scrittore, filosofo e musicista svizzero.
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La prospettiva del Viottolone dei cipressi in una veduta settecentesca di Aniello Lamberti ,ripresa
dal piazzale del giardino dellIsola
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Nel corso del '700 si assiste al passaggio del giardino dal rigore e dalla disciplina
delle forme geometriche propri della tipologia classica, agli impianti pi liberi e
pi vari che conducono alla nascita del giardino paesistico. La ragione di ci, oltre
che in una naturale evoluzione del giardino stesso, da ricercarsi nel nuovo
assetto culturale in cui confluiscono il pensiero dei filosofi, la pittura di paesaggio
di Claude Lorrain, Nicolas Poussin e Salvator Rosa e l'influenza esercitata dal
giardino paesistico cinese "importato" attraverso le descrizioni dei viaggiatori. Gi
dai primi anni del secolo si matura un atteggiamento di disprezzo nei confronti
della artificiosit del giardino francese e si configura un amore per la natura,
supportato dal panteismo dell'Illuminismo, che mette in discussione il dominio
dell'uomo sulle forme naturali che aveva caratterizzato il giardino classico. Ci
avviene a favore di una concezione di tipo etico-religioso che vede la natura come
perfetta, che aspira alla purezza (anche in altri ambiti artistici) e che porta ad
annullare la distinzione tra giardino (inteso come risultato dell'opera dell'uomo) e
paesaggio. Nata in ambito letterario per opera di Anthony A. Cooper, conte di
Shaftesbury, Joseph Addison, saggista e uomo di stato, e Alexander Pope, poeta,
la nuova concezione del giardino porta ben presto alla definizione della nuova
forma di stile "pittoresco". In essa vengono bandite tutte le regole del giardino
classico, prime fra tutte la riduzione delle piante in forme prestabilite attraverso i
metodi dell'ars topiaria, la rigida progettazione dell'impianto rispetto ad un asse e
la netta definizione dei limiti del giardino, e vengono piuttosto promossi l'impiego
delle specie vegetali in forme e in raggruppamenti pi liberi, i percorsi tortuosi ed
irregolari e l'abolizione del margine del giardino finalizzata ad una totale
integrazione di quest'ultimo con il paesaggio circostante. Autore della transizione
dal classicismo al paesaggismo inglese Charles Bridgeman che anche il
progettista di quella che sar la prima manifestazione dello stile "pittoresco": il
parco di Stowe. Nel primo disegno dell'impianto, Bridgeman ancora, per, per
molta parte debitore al rigore classico; il parco, di forma pentagonale, presenta
infatti sia aree caratterizzate da sentieri sinuosi, da corsi d'acqua irregolari e da
alberi liberamente disposti, sia elementi pi geometrici quali un bacino ottagonale
e un viale alberato che segna la visuale in direzione del palazzo. Allo stesso
Bridgeman si deve una delle pi significative "trovate" della nuova concezione: lo
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ah! ah!; si tratta di un fossato artificiale (utilizzato per la prima volta nel parco di
Blenheim) che segna il limite dell'area del giardino fisicamente ma non
visivamente cos da costituire una barriera di delimitazione del parco senza
interrompere, per, la continuit tra il parco stesso e il territorio circostante. La
trasformazione del parco di Stowe, nonch la prima vera e completa realizzazione
del giardino paesistico, si deve a William Kent, pittore e architetto, ma soprattutto
figura di rilievo nell'ambito dell'arte dei giardini inglese. Kent trasforma il parco
di Stowe rimodellando il terreno e plasmandolo in forme naturali in modo tale da
annullare del tutto l'evidenza dell'artificio. Egli organizza il giardino in scene nelle
quali introduce anche elementi di tipo architettonico quali templi, ponti, grotte,
rovine. Kent riesce a concepire il giardino come un'area nella quale il naturalismo
risulta estremamente controllato, mai casuale o disordinato, ed in cui l'intervento
progettuale viene magistralmente dissimulato. Egli opera scelte finalizzate ad
esaltare gli scorci prospettici per i quali fondamentali risultano gli effetti di luce
ed ombra, l'andamento del terreno e la disposizione degli elementi architettonici e
vegetali. Di questi ultimi Kent indaga tutte le potenzialit estetiche ed esalta le
possibilit compositive. Ancora nel parco di Stowe lavora Lancelot Brown,
allievo di Kent, detto Capability Brown per la sua capacit di intuire la possibilit
di trasformazione di ogni luogo. Egli elabora i principi del giardino paesaggistico
e sviluppa le teorie di Kent utilizzando tre elementi fondamentali: l'ondulazione
del terreno, l'acqua e le piantagioni, ed individuando ed interpretando il genius
loci. Tra gli interventi di Capability Brown risulta particolarmente significativo la
trasformazione del parco del castello di Blenheim, creato dal Vanbrugh. Qui
Brown sceglie di connotare l'area attraverso un corso d'acqua, ottenuto dalla
deviazione di un vicino fiume, che all'interno del parco assume anche la forma di
un lago. L'assetto finale generale del parco il risultato di una concezione chiara
ed unitaria messa in atto con semplici criteri compositivi; l'impianto
caratterizzato da estese masse arboree, da percorsi sinuosi ed articolati e dagli
elementi architettonici preesistenti: un ponte, un edificio gotico, una colonna
commemorativa ed il palazzo. Humphry Repton, il pi grande paesaggista inglese,
invece autore dei Red Books, libretti nei quali, attraverso schizzi acquerellati,
egli illustra ai committenti le fasi del "prima" e "dopo" dei progetti di
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trasformazione dei luoghi. Egli deriva da Brown la predilezione per l'uso dei corsi
d'acqua e nel progetto del giardino introduce spesso elementi regolari che fa
convivere con una distribuzione pi libera delle piantagioni e con ricercati effetti
cromatici approdando ad un'arte del giardino che concilia il formalismo con il
carattere paesistico. Caratteristica dei giardini di Repton l'impiego di essenze
esotiche che nel corso del secolo diviene sempre pi frequente grazie ad un
rinnovato interesse scientifico ed all'opera di appassionati collezionisti.
Laffrancarsi del giardino dal rigore delle forme proprie dellimpianto classico,
determina anche un atteggiamento critico nei confronti dellartificio in generale e
comporta, di conseguenza, il rifiuto del predominio degli elementi architettonici.
Questi ultimi, che nel giardino formale costituivano i fulcri in funzione dei quali i
giardini stessi venivano concepiti, divengono semplici complementi, non pi
caratterizzanti. Essi vengono disposti allinterno del giardino in modo casuale e si
presentano spesso sotto forma di rudere. Ci rientra nella visione religiosa della
natura, di fronte alla grandezza della quale si manifesta tutta la caducit delle cose
umane; ma anche lespressione del carattere pittorico del giardino paesistico.
Tutte le scelte progettuali, che concorrono a definire la nuova forma del giardino,
mirano a creare luoghi gradevoli nei quali la natura risulta sublimata e che
inducono un forte impatto emotivo. A tale scopo il terreno viene ricondotto in
forme concave o convesse per alludere agli avvallamenti o ai profili collinari e per
conferire, cos, ai luoghi un carattere dinamico e vario, ma il pi possibile
spontaneo e piacevole. Di conseguenza la vegetazione viene disposta in base
allandamento del terreno in modo da caratterizzare le varie parti del giardino; le
essenze vengono scelte di varie dimensioni e di varie forme e colori e vengono
raggruppate per ottenere suggestivi accostamenti di colore ed interessanti spunti
prospettici. Sia che si tratti di piccole macchie di vegetazione, di boschetti,
formati da vari gruppi di piante, o di boschi pi ampi; sia che questi ultimi si
elevino su alture o che ricoprano lievi avvallamenti, le scelte degli alberi mirano a
definire delle vere e proprie scene articolate in infinite variazioni. Analogo effetto
suggestivo suggerisce la presenza dellacqua che si presenta sotto forma di
ruscelli, di laghi, di cascate e che induce, di volta in volta, sentimenti di gioia, di
malinconia, di paura. Nel giardino informale lacqua si combina con la
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vegetazione; questultima, infatti, definisce le sponde nel caso dei laghi, segna
landamento tortuoso dei fiumi e dei ruscelli, guarnisce, attraverso alberi e arbusti,
le cascate. Allacqua si lega anche la presenza di elementi architettonici quali
ponti e ponticelli che concorrono a definire leffetto di pittoricit del giardino.
Infine, nel giardino paesistico, viali e camminamenti hanno andamenti
rigorosamente tortuosi, lontani da forme regolari e rettilinee, anche se mai
impervi, e costituiscono gli elementi che raccordano le varie parti e che
conducono nei punti di visuale pi interessante. Il giardino paesistico ha
interessanti manifestazioni anche in Francia, in Germania e in Italia. In Francia
interessante il caso di Ermenonville 39, voluto dal marchese Girardin, sostenitore
del carattere pittoresco, e caratterizzato da una variet di siti (boschetti, foreste,
praterie) nei quali lacqua fa da elemento unificatore. Diverso il parco di
Monceau, ideato dal pittore Carmontelle, concepito come una sequenza di scene.
La Francia vant anche una fiorente trattatistica prodotta, tra gli altri, dal botanico
Duchesne e dal disegnatore di giardini Morel, ma, profondamente legata al
giardino formale, anche nella realizzazione del giardino paesistico non trascur
mai la composizione. In Germania il giardino paesistico trov invece una buona
diffusione soprattutto ad opera del paesaggista Federico Sckell, seguace del
Brown e convinto sostenitore del predominio della natura. In Italia il Giardino
Inglese del Parco Reale di Caserta costituisce la pi compiuta manifestazione del
giardino informale e fu concepito alla maniera di Kent; in esso il terreno in pendio
caratterizzato dalla sequenza di scene, da specchi dacqua e da una opulenta
vegetazione. In particolare in Sicilia il Giardino Inglese di Palermo, progettato tra
il 1851 e il 1853 da Giovan Battista Filippo Basile, presenta un impianto che si
rif alla logica dei giardini informali inglesi.
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Nella sistemazione del Bois de Boulogne, che diviene una grande area ondulata
con due laghi ed attrezzature sportive per il tempo libero, Alphand collabora con
Barillet-Deschamps. A quest'ultimo viene affidata la trasformazione del Bois de
Vincennes che diventa presto un parco attrezzato, percorso da ampi viali e da
corsi d'acqua. Le trasformazioni ed i grandi sventramenti riguardano
nell'Ottocento anche altre importanti citt europee tra cui Vienna e Berlino. La
realizzazione dei grandi parchi inoltre riceve un impulso significativo anche oltre
oceano. Valga per tutti il caso del Central Park di New York progettato da
Frederick Law Olmsted. Quest'ultimo, oppone il concetto delle aree verdi, intese
come principio intorno al quale concepire il progetto della citt, alle precedenti
realizzazioni dei rural cemetery, cimiteri suburbani nei quali si ricercava un
carattere romantico della natura e che erano divenuti i parchi pubblici suburbani
pi frequentati dalla gente. La "naturalizzazione" della citt trova nel Central Park
una delle sue migliori esplicitazioni e costituisce il preludio della pi tarda e pi
matura elaborazione della Citt Giardino promossa, alla fine del secolo, da
Ebenezer Howard.
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tra architettura e
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Ab l-Qsim Khalaf ibn Abbs al-Zahrw (latinizzato in Abulcasis) (Cordova, 936 1013)
stato un medico arabo. Arabo di al-Andalus, la sua opera (soprattutto la sua enciclopedia medica in
30 volumi) fu tradotta in latino e diffusa in Europa, dove influenz profondamente la pratica
chirurgica fino al XVII secolo.
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all'incrocio dei quali posta una fontana. Dall'impianto del giardino romano gli
Arabi trassero invece il rigore classico. Nonostante lo schema rigoroso che lo
caratterizza, il giardino di origine araba ha, nelle sue varie forme, un carattere
autonomo nel quale prevale l'aspetto intimo e privato. Quest'ultimo permane
anche nel caso di giardini particolarmente estesi, nei quali esso ottenuto
attraverso una sequenza articolata di patii collegati da piccoli passaggi. Il giardino,
quasi sempre rettangolare e delimitato da alti muri coperti da vegetazione,
costituisce un'area nella quale si fondono profumi e colori e manifesta
l'aspirazione al paradiso maomettano che gli Arabi cercano di ricreare nella vita
terrena. L'acqua, simbolo di vita e di purezza, costituisce all'interno del giardino
l'elemento di maggiore rilevanza. Essa si manifesta in modo sempre differente e
sorprendente prendendo la forma di vasche, canali, fontane, zampilli, connotando
la sequenza degli spazi e dei cortili e conferendo al giardino anche un carattere
sonoro. Nel giardino islamico, le pavimentazioni dei viali e il fondo dei canali e
delle vasche, realizzati in ciottoli colorati o in mattonelle di maiolica, i fiori e la
vegetazione, determinano un carattere lussureggiante. Quest'ultimo mantenuto
attraverso l'impiego di piante a foglia perenne. Le essenze mediterranee sono le
pi utilizzate: i cipressi, secondo il Corano simbolo dell'eternit e della bellezza
femminile; le magnolie, gli agrumi, il bosso ed il mirto utilizzati per le bordure.
Tra le pi belle realizzazioni di giardini arabi vi sono quelli arabo-ispani: il Patio
de los Narajos della Moschea di Cordova; i giardini del Generalife e quelli
dell'Alhambra di Granada. Nel primo, i filari di aranci traspongono nel patio
esterno la ritmica successione dei filari interni di colonne che, sormontate da
archi, determinano le 19 navate della moschea. L'acqua ancora l'elemento
principale ed presente nelle fontane e nei canali. Il Generalife e l'Alhambra
risultano collegati fra di loro attraverso un viale di cipressi. Il primo presenta una
sequenza di terrazze raccordate da scale; l'Alhambra posta sulla parte pi alta
del colle. In entrambi l'impianto presenta una serie di edifici ed articolato in un
alternarsi di sale e cortili, in un susseguirsi di pieni e di vuoti. I giardini, che
rispettano il genius loci, fungono da elemento di collegamento ed inquadrano
visuali e scorci prospettici il cui punto di fuga sempre segnato da una fontana
posta all'incrocio dei canali d'acqua. Nell'Italia meridionale, e particolarmente in
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Nel caldo clima orientale i giardini sono la residenza abituale, salvo durante le
stagiono pi torride. Le abitazioni hanno piccoli cortili a giardino; le cittadine
sono circondate da ampi giardini e da parchi. Le abitazioni residenziali sorgono in
mezzo ai giardini. I palazzi sono formati da vari edifici, sparsi su una vasta
superficie di cortili, giardini e parchi adiacenti. Gli eremitaggi indiani (srama) e i
moderni math sono generalmente situati in boschetti e foreste. Il Buddha nacque
in un giardino; in un giardino tenne le sue prime predicazioni e in un giardino
mor. I monasteri buddistici sorgono al centro di giardini (rma) o sono scavati
nei fianchi di belle montagne. Quasi tutti i templi induistici sono circondati da
giardini o sorgono sulle sponde di uno specchio dacqua. Nella zona dei monsoni
umidi (India orientale e meridionale, Ceylon, Asia sud orientale), per, il giardino
lussureggiante, con i suoi stagni e le sue colline che un tempo ospitavano anche
animali addomesticati, non altro che una stilizzazione della natura; nella fascia
desertica dellAsia sud occidentale (compresa lIndia settentrionale ed il Deccan)
era il prodotto artificiale di pazienti opere di irrigazione. Nulla sopravissuto
degli antichi giardini indiani, cos spesso rammentati nelle opere letterarie e
raffigurati adorni di padiglioni di leggera struttura lignea e mattoni nelle pitture
murali di Ajant. Ma sappiamo che di essi sono una copia i giardini reali di
Ceylon: ne un esempio il parco reale, al disotto della diga di Tissa Weva ad
Anurdhapura, con i suoi stagni di loto rettangolari, lo stagno centrale con
unisola di divertimenti e le scogliere rocciose decorate con rilievi di elefanti che
si bagnano fra i fiori di loto, camere sotterranee e vasche per i bagni,
soprastrutture con case di piacere di legno e, allestremit meridionale, lIsurumi
Vihra con il suo tempio in roccia, i rilievi e una bella terrazza. Ancora Ceylon, a
Sgiri, abbiamo un altro esempio di giardino indiano nella cittadella reale, del
tardo V sec. d.C.: un quadrilatero fortificato, dove il palazzo vero e proprio
disposto intorno a quattro vasche quadrate e collegate con la parte orientale della
fortezza in roccia da un giardino oblungo con terrapieni di pietra, fiancheggiato da
padiglioni che sorgono su rotonde collinette artificiali al centro di stagni quadrati.
Anche il tipo indiano di lago rettangolare con una o pi isole al centro e palazzi
sulle sponde fu ripreso in alcuni giardini musulmani, come per esempio lharem di
Jahnpanh, il Bijay Mandal a Sir. Esempi di giardini indiani fuori dallIndia si
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trovano in Nepal, molti dei quali con numerosi zampilli dacqua lungo le terrazze;
i giardini del Forte e i parchi divertimento reali a sud-est del Forte a Mandalay in
Birmania entrambi rettangoli oblunghi di canali e di stagni; a Java; in Cambogia.
Oggi la raffinatissima tradizione antica del giardino ha degenerato mescolandosi a
forme persiane nellIndia propriamente detta, e a forme affini cinesi nellAsia sudorientale.
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Taj Mahal, mausoleo fatto costruire dallimperatore Shah Jahan in ricordo della sua seconda
moglie e divenuto simbolo dellarte moghul indiana.
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Il giardino cinese mira ad essere qualcosa che evochi, nella sua asimmetria e in
determinatezza, unatmosfera di solitudine ed isolamento. In Cina sono i grandi
pittori che creano i tipici giardini cinesi adottando gli stessi principi dellarte
pittorica quali il concetto dello shan-shui(montagne e acqua) della pittura di
paesaggio. Tali giardini sono composti di sezioni pi o meno isolate che, sebbene
parti di una composizione omogenea, debbono essere osservate gradualmente
percorrendone i sentieri. Lacqua elemento indispensabile, particolarmente per il
concetto taoistico secondo il quale i corsi dacqua non sono altro che le arterie
della terra, nelle quali pulsa la vita delluniverso, mentre le montagne ne
rappresentano lo scheletro. Lacqua, nella sua forma pi comune di stagno con
isolette nel mezzo e circondato da costruzioni, si rivela elemento di primissimo
ordine per il giardino. Di solito si notano intorno allo stagno e nel giardino blocchi
di pietra traforata e scanalata, ai quali si da il nome di montagne: questo
lelemento pi originale del paesaggio cinese, non riscontrabile altrove. Le forme
assunte dalle rocce sono innumerevoli, ma dal punto di vista formale si
distinguono in pietre orizzontali, di piccole dimensioni, di solito adoperate in
strati cementati per dare forma a montagne, grotte, tunnel, ecc., e in pietre
verticali, di dimensioni diverse, che assumono giacitura verticale. Fra queste,
alcune di dimensioni notevoli sono considerate monumenti e poste su piedistalli,
in padiglioni aperti, ove hanno la stessa funzione degli obelischi o delle statue nei
giardini occidentali. Le pi apprezzate sono i blocchi calcarei, lavorati
naturalmente, dallacqua. Accanto a questi due elementi permanenti si allineano
gli alberi e i fiori che, specialmente in periodo di fioritura, completano la bellezza
del giardino. Descriviamone alcuni nei loro significati simbolici. Il bamb , per
la sua flessibilit, resistenza, durezza e arrendevolezza, simbolo di amicizia
duratura e di et vigorosa e soprattutto del chu-jn (gentiluomo), che si piega sotto
il peso delle avversit risollevandosi dopo ogni bufera. Il pino simboleggia la
forza e la durezza del carattere e, con i suoi alti fusti, il silenzio e la solitudine. Il
pruno, popolare in Cina quanto il ciliegio in Giappone, considerato araldo della
primavera e apportatore di vita. Tra i fiori, il loto elemento sommo di bellezza.
Per la sua natura, per lambiente nel quale nasce, si sviluppa e fiorisce ascendendo
dal fondo limaccioso degli stagni verso la superficie dellacqua, ove la luce del
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sole esalta la sua bellezza, e il nittore dei fiori immacolati preso a simbolo
dellumano anelito a elevarsi al disopra del mondo della materia verso le sfere
luminose dello spirito. Il buddismo ne ha fatto il simbolo della pura dottrina e il
tema centrale della raffigurazione artistica. Infine lorchidea il simbolo di grazia
femminile, il crisantemo di
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un'architettura articolata ed ariosa, instaura con lo spazio esterno del giardino una
sorta di dialogo continuo: avviene quindi che i diversi ambienti prospettano sulle
varie parti organizzate rispettivamente secondo lo stile shin se su di esse si aprono
gli ambienti di rappresentanza; secondo lo stile gy se vi si affacciano la zona
pranzo e la zona letto; in ultimo, secondo lo stile s se vi si aprono gli ambienti
intimi.
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Nella mitologia azteca, Xochipilli ("principe dei fiori") era il dio dell'amore, dei giochi, della
bellezza, della danza, dei fiori, del mais e della musica
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Macuilchitl dio dellarte e dei giochi, della bellezza, della danza,dei fiori, del mais e del
canto nella mitologia azteca,letteralmente il suo nome significa principe dei fiori.
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Cap.4
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quello di produrre quadri e sculture, dispendiosi oggetti rivolti al mercato dei beni
individuali di lusso:piuttosto promuovere pluralit, consapevolezza, tolleranza e
una migliore articolazione del piano naturale,quotidiano dellesistenza.
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americane
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fenomeni naturali, gli eventi naturali e le creature viventi sul pianeta dovrebbero
essere onorati e celebrati tanto quanto gli esseri e gli avvenimenti umani . Negli
anni 60 la partecipazione femminile alla Land Art era stata sporadica, tuttavia vi
furono artiste come Nancy Holt (moglie di Smithson) e Jeanne Claude, (moglie di
Christo) che diedero contributi notevoli
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Tali archetipi riposano nella coscienza finch qualcosa li richiama in vita, li scuote
dal torpore nel quale sono immersi, rendendoli almeno intuitivamente afferrabili.
Ed proprio questo il ruolo che lattivit artistica di Beuys vuole svolgere, cio
quello di rendere luomo cosciente della sua unit originaria per poterla ristabilire.
Tra i temi ricorrenti, soprattutto nella produzione di disegni in senso lato,
troviamo gli animali, per esempio. Non bestie qualunque, ma animali della steppa,
da branco o da gregge, cio lalce, il cervo, la renna, la lepre, la capra, e poi lape,
il cigno. Lanimale rappresenta, da una parte, la natura, le origini, ci che non
toccato dalla civilizzazione o dalla tecnica; dallaltra, invece, rimanda a stadi dello
sviluppo della vita personale e sociale delluomo legati al passato, a epoche in cui
lesistenza dellindividuo era ancora profondamente determinata dalla coesione
del gruppo dappartenenza, dai legami di sangue, dal rapporto imprescindibile con
le divinit, di cui gli animali spesso erano rappresentanti invisibili o
mediatori....Luomo cosciente della sua unit originaria, interiormente libero,
sarebbe stato in grado di costruire una societ migliore: questa la scultura
sociale che Beuys sognava e per la quale impegn tutto se stesso. Una Difesa
della Natura, quella di Beuys, nelluomo e fuori dalluomo: fond il partito dei
Verdi in Germania, diede inizio a grandi azioni dimostrative come quelle a
Bolognano in Italia e a Kassel in Germania. In questultima citt per sua iniziativa
furono piantate 7000 querce - cos anche dopo la sua morte il bosco vive per
indicarci una possibile via di salvezza. Pochi artisti dopo Beuys hanno scelto il
mondo animale, oltre che vegetale e minerale, come referente e mediatore nel
rapporto con la natura. Tra questi, il fotografo Gregory Colbert nella recente opera
multimediale (fotografie, video, suoni) Ashes and Snow. (Venezia, Arsenale,
2002) Qui lanimale rappresenta linnocenza perduta della natura, in una visione
profondamente lirica e nostalgica di un Paradiso perduto - antico sogno umano,
espressione del bisogno di credere in una realt altra da quella che viviamo
quotidianamente. Parecchi artisti negli anni 80 inclusero nella loro attivit anche
la difesa dellambiente come i gi citati Harrison, Haake, Prigann, Sonfist..., o si
dedicarono ad unarte per gli spazi pubblici, volta a rendere coscienti i cittadini
della problematiche ambientali. Lopera Flow City (1983) dellamericana Mierle
Laderman Ukeles consiste in un enorme passaggio sopraelevato dal quale si
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possono osservare le operazioni alle quali vengono sottoposti i rifiuti urbani prima
di essere distrutti. Still Waters del gruppo inglese Platform unesplorazione
dellecosistema ormai distrutto degli antichi affluenti del Tamigi, ora sepolti e
incanalati nelle fogne. Secondo la filosofia di fondo di queste opere, far conoscere
meglio il funzionamento della citt pu essere utile per rendere i cittadini
consapevolmente partecipi alla vita pubblica ed educarli ad un migliore uso del
proprio ecosistema. Anche negli anni precedenti in Cecilia Liveriero Lavelli,
America erano stati sviluppati progetti per il recupero dellambiente, come
Earthworks:, che si ispirava alle idee di Smithson nel tentativo di risanare una
zona rovinata dalle miniere. Questi interventi prevedono la collaborazione con
tecnici e specialisti di altre discipline e con semplici cittadini o osservatori e
rispondono ad un concetto ampliato di arte che investe tutta la vita della societ.
Vi ad esempio Avital Geva, un israeliano che dal 77 lavora ad un progetto
chiamato Greenhouse che consiste in un esperimento collettivo in un Kibbutz in
cui si producono nuove variet di piante, si insegnano le tecniche dellorticultura:
non vi pi distinzione tra arte e impegno sociale, ecologico. Viet Ngo, un artista
e ingegnere americano di origine vietnamita, ha iniziato nel 83 i suoi esperimenti
con una piccola pianta acquatica che in grado di trasformare i rifiuti in proteine
per gli animali e nel 91 ha realizzato a Devils Lake, North Dakota, un grande
progetto per la purificazione delle acque: un parco per la comunit locale che
viene resa consapevole della situazione del terreno, delle acque e pu rendersi
conto del processo di trasformazione e di disinquinamento. Lopera dellartista
tedesco herman de vries intitolata Wiese (prato), 1986, si trova vicino a Eschenau
in Germania [fig. 2.5]. Il prato rappresenta unalternativa allagricoltura altamente
industrializzata di quella zona, e tende a recuperare la situazione ambientale
precedente allapplicazione della nuove tecniche di coltivazione: De Vries ha
reintrodotto piante selvatiche originarie in questi 4.000 mq, creando cos le
condizioni per il ritorno e la sopravvivenza di molti insetti e farfalle
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nero: lopera nella sua semplicit apparve rivoluzionaria allepoca, e del tutto
opposta alla monumentalit degli interventi americani. Secondo Colette Garraud,
questopera contiene in germe tutti gli elementi fondamentali dellarte di Long:
fare arte camminando infatti la formula di tutta la sua attivit seguente. Lazione
stessa del camminare lopera, un muoversi attraverso la vita. Dal 67 ha
percorso quasi tutto il mondo, dallHimalaya alle Ande allAfrica. Preferisce le
zone remote, disabitate, senza traccia della presenza umana (anche in questo si
differenzia dal gruppo americano). Si limita a registrare il suo passaggio in un
luogo con fotografie o lascia il proprio segno spostando delle pietre, disponendo
piume o disegnando cerchi sullacqua. Utilizzare materiali trovati sul posto, usare
pochissimi attrezzi, evidenzia unidea fondamentale, quella dellintervento
dolce, principio di sottomissione alla natura, di integrazione con essa, non di
rivalit. esclusa la dimensione prometeica. I segni che ha lasciato sul territorio
sono di una semplicit elementare: linee rette o cerchi, pi raramente quadrati,
croci o spirali. Limportanza di queste forme elementari ha portato alcuni critici a
qualificarlo minimalista, altri vi riscontrano un ritorno al primitivismo
abbastanza comune nel XX secolo. Secondo Colette Garraud: Richard Long
cerca, nella maggior parte delle sue opere, un sottile equilibrio formale: come far
emergere un motivo non da uno sfondo neutro, ma bens da un pattern
preesistente, di formazione naturale. Alla massima economia di mezzi, alla
massima discrezione, corrisponde la massima efficacia (...) presente nella sua
opera una dimensione lirica, contemplativa, oltre che speculativa, esplorativa,
sperimentale.... Anche per Fulton il camminare la principale forma espressiva,
ma mentre nel caso di Long il percorrere un tratto di territorio costituisce lopera
stessa, Fulton dice:Camminare camminare, lopera darte la fotografia
incorniciata e il testo che laccompagna. La sua opera consiste quindi sopratutto
di fotografie . A differenza di Long, Fulton non lascia mai tracce, a parte le sue
orme. Egli prova un rispetto per la natura addirittura mistico: lambiente naturale
non fu costruito dalluomo e per questa ragione mi appare profondamente
misterioso, religioso. Di conseguenza, non intende modificarlo, e sceglie
paesaggi dove luomo assente, tranne nel caso di alcune fotografie fra le
montagne dellHimalaya o nelle aree rurali della Bolivia, dove luomo vive in
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4.4Art in nature
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I paesi nordici: Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia Fra la gente del
nord esiste un profondo rapporto con la natura e le stagioni: la vita qui, pi che
altrove, condizionata dal rapporto con il clima e la luce del sole o dalle lunghe
notti artiche. Inoltre per molti artisti lavorare con gli elementi naturali significa
anche risalire alle radici culturali, alla storia della propria terra. Negli anni 60 e
70, anche in seguito agli influssi dellarte concettuale e di Fluxus, alcuni artisti
iniziarono a sperimentare con suoni, luci, terra, acqua, fuoco e materiali naturali.
Uno degli artisti finlandesi che in questo periodo lavorava allaperto con gli
elementi naturali Olavi Lanu, presente alla Biennale di Venezia del 78 con
opere molto suggestive e originali. Il suo tema dominante era la figura umana
immersa nel paesaggio: spesso si trattava di sculture di ghiaccio, di radici coperte
di muschio o di felci che, nel tempo, si sarebbero sviluppate perdendo la forma
originaria, nelleterna metamorfosi della natura, o ancora forme di corpi ricoperti
di neve o immersi nellacqua. Dal 79 all88 si svolsero varie iniziative collettive,
che furono definite Experimental environment con lo scopo di promuovere,
nellarea della nazione scandinava, eventi incentrati sul rapporto uomo-ambiente
naturale. Un gruppo si artisti si form per lavorare insieme, alternativamente, in
uno dei paesi dellarea scandinava: le principali riunioni ebbero luogo a
Copenhagen, a Korpfulstadir in Islanda nell81, poi a Lehtimki in Finlandia
nell82. Qui 25 artisti si radunarono per lavorare in un ambiente che comprendeva
una foresta, uno stagno e una cava di ghiaia con il proposito di usare materiali
trovati sul posto. Nell83 si radunarono in Norvegia, dove si tenne un seminario
invernale a Geilo, in montagna: qui il materiale fondamentale avrebbe dovuto
essere la neve, ma gli artisti rimasero delusi perch, proprio quellanno, essa non
si fece vedere. Lincontro successivo, nell85, fu limitato a poche persone ed ebbe
luogo sullisoletta finlandese di Saari-Vala. In Svezia, nel castello rinascimentale
di Wans, grazie alliniziativa dei proprietari, la famiglia Wachtmeister, si
formato un centro dove, in primavera, artisti di vari paesi si raccolgono per
organizzare mostre, nel vecchio granaio del castello o nel parco-foresta che lo
circonda. Qui dall87 stato creato un percorso dove sono sorte installazioni e
sculture. Lopera pi importante di Art in Nature realizzata in Scandinavia la
scultura Nimis, costruita su un crepaccio, su un promontorio roccioso della costa
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rispettare rigorosamente: non era ammesso nulla di estraneo alla natura danese,
tutto doveva essere raccolto sul posto. Un centro importante a Tranekaer
(Tranekaer Internationale Center for Kunst og Natur, abbreviato in Tickon)
sullisola di Langeland, dove esiste unampia tenuta con un parco, un lago e un
castello del XV secolo, ristrutturato nell800. Il progetto stato realizzato nel 93
grazie alla generosit dellattuale proprietario, il conte Ahlefeldt- Laurvig, e
allimpegno di Alfio Bonanno. Gli artisti operano qui seguendo i principi di Art in
Nature: le opere sono ideate per un determinato luogo e vi rimangono in tutte le
stagioni per essere poi riassorbite dalla natura, cos da richiamare lattenzione dei
visitatori sul ciclo di crescita e decadimento. Artisti famosi sono venuti da tutto il
mondo a lavorare qui: David Nash, Andy Goldsworthy, Chris Drury
dallInghilterra, Alan Sonfist e Karen McCroy dagli USA, dalla Germania NilsUdo, dallItalia Giuliano Mauri, dalla Svezia Lars Vilks... Nellagosto del 93 si
svolto qui un importante seminario con il titolo Which nature? Whose Art? fra
persone responsabili di progetti analoghi in Europa. In Norvegia il paesaggio con
la costa frastagliata di fiordi, le montagne, le vaste distese deserte e innevate, la
luce del nord esercitano un fascino particolare sugli artisti. Nel nord del paese si
formata unassociazione denominata Ultima Thule, lestremo confine del mondo
per gli antichi greci. Al centro della ricerca di questo gruppo di artisti sono la
cultura ed il paesaggio dei paesi dellArtico, e linterazione tra luomo e
lambiente. Il progetto, patrocinato dallUniversit della Lapponia, ha anche scopi
didattici, e mette in evidenza che le varie culture che sincontrarono in questi
luoghi (Sami, norvegese, finnica, russa, svedese) ebbero radici comuni. A questo
progetto ha partecipato anche Timo Jokela, artista originario di una zona poco
popolata a nord di Rovaniemi, dove insegna allUniversit. Come per molti artisti
del movimento, le esperienze giovanili a contatto con la natura furono
determinanti per la sua formazione:
vengo da una zona a nord di Rovaniemi, dove solo recentemente sono state
costruite strade di collegamento con la Norvegia. Dietro al nostro villaggio c la
foresta, e laghi nei dintorni. I miei antenati erano cacciatori, falegnami: in questa
zona non cera una cultura agricola, nei tempi antichi i cacciatori seguivano le
renne verso nord. Quandero giovane andavo a scuola ma anche cacciavo,
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locali, fino al crollo del sistema comunista. Vi era per una tradizione di pittura di
paesaggio molto radicata, e un profondo attaccamento alle proprie radici culturali
da parte degli artisti. Gi alla fine degli anni sessanta, quando la Land Art non era
conosciuta nei paesi dellest, vi furono alcuni artisti che sentirono lesigenza di
lavorare nella natura, come Bla Veszelsky, che inizi a scavare una profonda
buca nel suo giardino, senza alcuna funzione pratica, dando per essa fantasiose
spiegazioni. Lartista polacco Tadeusz Kantor volle invece rendere omaggio al
mare con unazione significativa: un direttore dorchestra, in piedi su una sedia
collocata nellacqua, rivolto verso il mare aperto, dirigeva lo sciabordio delle onde
(1967). Il rapporto con la natura e il paesaggio non linteresse principale degli
artisti contemporanei dellest europeo, ma dagli anni settanta in poi vi furono
parecchie iniziative ed incontri fra artisti interessati a nuove forme espressive. Gli
sforzi davanguardia, mal visti dalle autorit, potevano aver luogo sotto legida di
simposi e laboratori artistici. Questa forma di collaborazione inizi a St.
Margarethen (Austria) nel 1959 e fu introdotta anche nei paesi socialisti. Alla fine
degli anni sessanta in Ungheria fu creato un centro a Velem, villaggio prealpino
vicino al confine occidentale: qui si incontravano artisti del nuovo movimento
ungherese darte tessile, che usavano per le loro opere elementi naturali ed
organici (come Ilona Lovas, dalle cui stoffe intessute a mano dopo un certo
periodo spuntavano erbe e grano). da tener presente che, nell Europa orientale,
i legami con le tradizioni della propria terra sono un elemento costante e presente
anche nelle opere davanguardia. Negli anni settanta e ottanta, in Transilvania,
operava un laboratorio artistico importante, il cosiddetto Mam, che riprendeva
gli elementi mistici e magici del folklore: lalbero della vita, il bastone del
pastore, i riti funebri, gli elementi, alcuni animali, il pane, i recipienti usati in casa,
hanno una funzione simbolica importante e vengono spesso inseriti nelle opere del
gruppo, interessato allinterazione uomo-natura. Questo volgersi al passato fu
interpretato anche in chiave ironica da alcuni artisti. Negli anni seguenti vi furono
numerosi progetti e iniziative, vi furono attivit di gruppo o artisti individuali che
focalizzarono il loro interesse sul rapporto con la natura, come Dezs Tandori che
da trentanni divide la propria casa con gli uccelli o Gbor Erdlyi che, con alcuni
amici, si ritir in un remoto villaggio dellUngheria, per dedicarsi ad una vita
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In Francia e in Italia nella seconda met degli anni sessanta si diffusero le nuove
tendenze verso la trasformazione della scultura in installazione e la ricerca di
nuovi spazi, non museali, per ospitare le opere darte. In Italia nel 68 alcuni
artisti che lavoravano su materiali e forme elementari, come Kounellis, Merz,
Penone, Boetti, Pistoletto, Ceroli ed altri, per iniziativa di Germano Celant si
diedero una connotazione di movimento: nacque lArte povera, che esercit
uninfluenza anche in ambito internazionale. Anche se questo gruppo non si
proponeva di uscire dagli spazi tradizionali di musei e gallerie, lattenzione
attribuita ai materiali era innovativa. Essi cercavano un linguaggio espressivo
essenziale, un ritorno alle origini, ma si dimostrarono allo stesso tempo
notevolmente influenzati dal minimalismo e dal concettualismo. Gli artisti italiani
e francesi che si dedicarono, in seguito, a creare installazioni nella natura, furono
influenzati da questo movimento. Mario Merz prese spunto da una forma
elementare di abitazione umana, ligloo, da lui ripetuta ed elaborata nel corso
degli anni. Nella sua opera, elementi naturali sono spesso uniti a frammenti della
civilt urbana ; i materiali usati sono semplici, talvolta organici, e appartengono
alla vita quotidiana. Nel 68 inizi a costruire i suoi igloo, delle strutture
metalliche coperte con reti, rami intrecciati, fango, vetro... ligloo suggerisce
lidea di un riparo, ma anche quella della vita nomade. La ricerca artistica di Merz
incentrata sul rapporto tra natura e cultura anche quando abbina alle sue opere
serie di numeri realizzati con il neon: numerazioni che , come la sezione aurea,
alludono allo schema di sviluppo di moltissime specie di esseri viventi. Per
lartista queste serie simboleggiano la continua trasformazione della materia,
levoluzione, linfinito, lintegrazione fra uomo e natura. Lunico rappresentante
del gruppo Arte Povera per il quale fondamentale lavorare nella natura
Giuseppe Penone: egli ricerca con essa una relazione diretta, quasi fisica. In una
delle sue prime opere, impresse la forma del suo corpo sulla corteccia di un
albero: la sagoma fu conservata ed inglobata dallalbero nel processo di crescita.
Lalbero un elemento ricorrente nella produzione di Penone, in opere che
sottolineano il passaggio del tempo. Come osserva Colette Garraud, secondo il
suo modo di sentire non tanto luomo che si immerge nella vasta totalit della
natura, ma questultima che sinfiltra nelle cose e le penetra. La memoria del
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bosco impregna il mondo naturale. Di qui, una visione fantastica e panica della
vita quotidiana. La pulsione allidentificazione con le forze naturali evidenziata
anche da opere come Patate o Zucche, forme vegetali riprodotte in bronzo, dove
lartista ha modellato i tratti del proprio volto, in seguito mescolate a tuberi
naturali. Questo sembra alludere ad un desiderio di sparizione, negazione della
propria identit. Le sue opere ricordano anche la tradizione manierista dei
grotteschi per latteggiamento ludico e fantastico, il confondersi di mondo
vegetale e mondo umano. Lidea di metamorfosi fondamentale nella sua arte:
presente sia nella tradizione germanica (il pensiero di Goethe) sia in quella
italiana (Ovidio, Dante, la Dafne del Bernini). Gran parte degli artisti europei
interessati ad operare allaperto non ha rifiutato totalmente il rapporto con i musei
e le gallerie, talvolta trasportandovi le proprie opere o esponendo fotografie e
video. A causa per del crescente interesse per i processi del ciclo vita-morte-vita
nella natura, e per la transitoriet, leffimero, il dissolversi e riformarsi degli esseri
viventi e del desiderio presente in molti artisti di evidenziare il problema
ecologico, sono sorti centri culturali ed espositivi allaperto, come Arte Sella in
Trentino, a cui sar dedicato un capitolo seguente. Un altro importante centro, in
Italia, situato nella fattoria di Celle, a Santomato di Pistoia; sorto per iniziativa
di un collezionista privato, negli anni 70. Da allora, con il contributo di vari
artisti noti anche in ambito internazionale, si venuto formando un piccolo museo
di arte contemporanea allaria aperta. Qui per i materiali usati dagli artisti non
sono sempre quelli naturali, trovati sul posto come a Sella, e non tutte le opere
presenti rispecchiano i principi di Art in Nature; la formazione del centro infatti
precedente alla promulgazione di queste idee. Immerse nel paesaggio toscano, vi
sono opere di Alberto Burri, Robert Morris, Alice Aycock, Dennis Oppenheim,
Alan Sonfist, Ian Hamilton Finlay, Joseph Kosuth, Olavi Lanu, Sol LeWitt,
Richard Long e molti altri.. In Sicilia vi fu uniniziativa intitolata Fiumara darte,
sostenuta da Antonio Presti. Diversi comuni, situati lungo un fiume digradante
verso il mare, hanno accolto artisti che hanno realizzato le loro opere, talvolta
monumentali e simboliche, integrandole nel paesaggio. A Gravina vicino a Bari
una proprietaria terriera, Grazia Terribile, nell84 mise a disposizione la sua tenuta
per una manifestazione darte denominata Intervento omocromico a cui
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Vi sono zone ancora relativamente incontaminate dove gli artisti possono creare le
opere che le caratteristiche specifiche del luogo suggeriscono loro: uno di questi
Sella Valsugana, a 9 km. da Borgo Valsugana, in Trentino. Qui, nell86, nata
lAssociazione Arte Sella da unidea di Carlotta Strobele, originaria di unantica
famiglia austriaca che possedeva delle terre in questa localit, di Emanuele
Montibeller, artista, commerciante ed energico catalizzatore della vita sociale di
Borgo, e di Enrico Ferrari, architetto, pittore sensibile ed urbanista della
provincia. Negli anni seguenti lassociazione si ampliata ed ora annovera circa
30 persone, tutti volontari, che lavorano costantemente per la realizzazione della
Biennale internazionale di arte contemporanea nella valle silenziosa dominata
dalle rocce aspre e scoscese del Monte Ortigara, dove la bellezza e la pace
coprono come un mantello il ricordo di sanguinose battaglie e linutile morte di
tanti giovani durante la prima guerra mondiale. La prima manifestazione artistica
fu privata: Carlotta Strobele mise a disposizione la sua casa di montagna e il parco
in Val di Sella, Enrico Ferrari e Emanuele Montibeller esposero alcune opere,
insieme ad altri amici noti nellambito sovraregionale. Il tema era la
visualizzazione delle forze geomantiche e la scoperta dellenergia sensoriale e le
varie attivit e incontri si svolgevano in unatmosfera di festa. Lintenzione era di
abbandonare le opere alla decadenza naturale e allo splendore del ricordo
(Strobele). Su una scheda informativa di Arte Sella 1987 si legge: Arte Sella
1987 venne fondata per offrire ad artisti delle regioni dellarco alpino
unoccasione di vita e di lavoro in comune nella natura, per proporre le opere
ottenute alla popolazione ed agli appassionati darte dellArge Alp, per contribuire
ad una riformulazione di arte e natura e creare una specie di museo allaperto
(Freilandmuseum) in una valle ancora intatta. Liniziativa ebbe successo e gi
alla seconda edizione partecip un numeroso gruppo di artisti e volontari.
Arrivarono i primi fondi governativi: Ferrari e Montibeller si dedicarono al
progetto a tempo pieno. Data la partecipazione di parecchie persone di Borgo
Valsugana, cui vennero affidati compiti specifici nellambito dellassociazione,
liniziativa divent sempre pi unopera culturale collettiva. Nei mesi estivi
artisti e organizzatori si incontravano a Malga Costa , dove si mangiava insieme
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continua tuttora. E stato creato un percorso di quattro chilometri nei boschi della
valle che si arricchisce ogni anno di nuove opere, mentre altre sono state distrutte
dagli elementi e riassorbite dalla terra. In questo modo i visitatori possono anche
conoscere queste zone, bellissime dal punto di vista paesaggistico e ricche di
molte variet di piante. Un comitato scientifico internazionale del quale fanno
parte, tra gli altri, Vittorio Fagone, Jacques Leenhardt, Elmar Zorn, Dieter Ronte,
invita gli artisti e valuta i progetti. Molti sono famosi a livello internazionale,
come Alan Sonfist, Herman Prigann, Chris Drury, Giuliano Mauri, Nils-Udo,
Alfio Bonanno, Richard Harris... Gli artisti progettano un intervento dedicato agli
spazi della Val di Sella e, una volta sul posto, lavorano per adeguare la propria
idea al luogo prescelto ed alla stagione. Nella Malga Costa, che destate un
centro dincontro e di mostre, hanno luogo spesso anche concerti, incontri ed
iniziative culturali, performances. Il materiale fotografico ed i video che
documentano le installazioni e le attivit svolte vengono ospitati presso musei e
gallerie italiane ed europee.
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quello duna poesia che lascia anche al bosco il diritto di pensare, di essere
libero e, forse, di potersi salvare.
Philippe Daverio 49
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a titolo"
masso di tufo scolpito cm 130x120x300h
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Molti artisti che operano nella natura si sono interessati alle culture arcaiche nella
loro ricerca dellunit perduta tra uomo e natura. Nella visione delle popolazioni
primitive infatti non vi era distinzione netta tra luomo e gli altri esseri, tutte le
cose avevano unanima - o forza - che dava loro vita, e la magia era basata sulla
credenza nelle connessioni nascoste fra tutti gli esseri e persino tra luomo e gli
elementi naturali. Negli anni 60 si diffuse un forte interesse per letnografia,
anche in seguito alla pubblicazione delle analisi strutturali di Levi-Strauss sulle
credenze, i riti, le strutture mentali delle popolazioni primitive. Robert Morris,
Nancy Holt, Charles Ross furono affascinati dal mistero di Stonehenge; Heizer (il
cui padre era un antropologo), fa spesso riferimento a motivi preistorici. Il monte
del Grande Serpente nel sud dellOhio venne visto come la testimonianza di una
tradizione indigena di Earth Art. Smithson conosceva Il pensiero selvaggio
pubblicato nel 62, Beuys aveva una conoscenza approfondita delle tradizioni
sciamaniche, Wolfgang Laib si interessava alla cultura degli aborigeni australiani
e Hamish Fulton a quella degli Indiani dellAmerica del nord. Le affinit tra
queste opere moderne realizzate nello spazio aperto, e i feticci, le maschere, i
dipinti di sabbia, i graffiti, ecc. delle trib primitive, sono pi apparenti che reali,
poich diverso lo spirito e la cultura di cui sono espressione. Le opere dellarte
occidentale contemporanea possono solo riecheggiare lo spirito che impronta i
rituali primitivi, imperniati sulla credenza nella magia, nelle forze che abitano la
materia. I feticci erano supporto materiale per una forza di ordine spirituale, il
fulcro del sistema comunicativo tra i diversi ordini di realt: la vita e la morte.
Promuovevano la fecondit della donna e della terra e tenevano lontane le
stregonerie. Non vi era alcun intento artistico o estetico nelle persone che li
fabbricavano, come sottolinea lantropologa Giovanna Parodi da Passano in un
suo studio sullargomento. Anche per un altro aspetto la visione della natura degli
artisti contemporanei diversa da quella delle popolazioni cosidette primitive:
generalmente, nei primi predomina laspetto confortante, rasserenante dello
spettacolo naturale, mentre sono raramente evidenziate la violenza, la sessualit,
la morte. Laspetto distruttivo della natura, la crudele legge del mondo animale,
dove per vivere bisogna uccidere e divorare, erano ben conosciuti nelle societ
arcaiche, dove gli dei avevano anche un volto oscuro e il sacrificio umano era
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letteralmente nella natura, - di far s che divenissero una parte della natura, di
sottometterle alla natura, ai suoi cicli e ai suoi ritmi - da un lato mi riempiva di
grande pace, dallaltro mi dava la sensazione di avere davanti inesauribili
possibilit e nuovi spazi di creazione artistica, mi sentivo pronto a nuove partenze
ed esplorazioni, in uno stato quasi euforico. Vivevo e lavoravo come parte della
natura, vivendo giorno per giorno secondo i suoi ritmi e alle condizioni da lei
imposte. La mia vita e il mio lavoro erano un tuttuno. Ero in pace con me stesso.
La lunga lotta, durata dieci anni, con la tela davanti e il soggetto della mia vita la natura -era finita. Lo spazio della natura stessa sarebbe diventato ora lo
spazio della mia arte. Non conoscevo altri artisti per i quali il soggetto fosse la
natura stessa in modo cos totale, fondamentale, cos da includere tutti i fenomeni
naturali che luomo pu recepire....
In questa prima fase Nils-Udo lavor soprattutto come scultore e fotografo,
giardiniere e architetto di giardini. Le piante, gli alberi erano materiali viventi, e la
forma iniziale dellopera variava con la crescita delle piante, oltre che con la luce
e le stagioni. Egli esprimeva il suo credo artistico con la formula: Natur-KunstNatur; per lui larte proviene dalla natura e vi ritorna, un momento di
transizione fra due fasi della natura. I materiali prescelti da Nils Udo sono sempre
quelli che trova sul posto, sia che si tratti di una foresta del nord, che di unisola
tropicale o rocciosa, mentre le forme che egli crea aderiscono ai canoni estetici
dellarte moderna, del minimalismo: forme semplici, lineari, spesso geometriche,
come il cerchio, il quadrato, la spirale ed il triangolo, talvolta usate solamente per
sottolineare un fenomeno naturale, come le maree o il sorgere del sole. Come
sottolinea Il critico Hubert Besacier, il retaggio culturale tedesco, e in particolare
quello del Romanticismo, reso evidente sia dal sentimento lirico e magico che
queste opere comunicano allosservatore, sia dai titoli, che si riferiscono a dipinti
di Caspar David Friedrich , alla poesia di Hlderlin, a scritti di Goethe, di Novalis,
dei fratelli Grimm, di Heine, oppure alla musica di Shubert e di Gustav Mahler 2.
Anche i titoli delle opere lo sottolineano: Omaggio a Gustav Mahler (Chiemgau,
Baviera, 1973) La valle del fiore azzurro, paesaggio per Heinrich von
Ofterdingen, (Glonn, vicino a Monaco, 1955/56). Questi riferimenti culturali
vogliono rendere omaggio a grandi autori e costituiscono uno spunto per lopera,
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che per risulta totalmente immersa nel nostro mondo e aperta allinterpretazione
e alla sensibilit delle persone che, osservandola, ne sono coinvolte. Le creazioni
di Nils-Udo risultano inoltre libere da quei condizionamenti che talvolta le
problematiche filosofiche e intellettuali dellautore impongono alla sua arte, il
loro linguaggio diretto e possono essere apprezzate anche da persone con un
diverso background culturale. In alcuni casi per entrare in quel mondo non
necessaria la cultura, ma piuttosto la freschezza di visione e lapertura a tutte le
possibilit, la fantasia che potrebbe avere un bambino. Sin dallinizio dellattivit
di Nils-Udo nella natura le fotografie documentavano il suo lavoro, registravano
lo sviluppo delle coltivazioni in un determinato momento, in una mattinata
nebbiosa, di primo pomeriggio, destate o sotto una nevicata. Queste immagini
venivano poi raggruppate in serie. Nils-Udo sin dallinizio dimostr grande
bravura ed esperienza come fotografo. A differenza di altri artisti che considerano
la fotografia solo una documentazione dellopera, per Nils-Udo essa laltra
met del mio lavoro: oltre che come mezzo per cogliere la vita effimera delle
installazioni o un particolare momento, una particolare luce, la fotografia ha
sempre avuto per lui anche il ruolo di forma darte distinta, a s stante rispetto
allopera, e come tale deve soddisfare dei criteri estetici ben precisi. Le sue
fotografie in bianco e nero degli anni 70 sono tecnicamente ed esteticamente
perfette; in seguito nell81 egli vinse il primo premio per la fotografia a colori alla
triennale di Friburgo. Per mezzo della fotografia permesso anche a noi, che non
possiamo essere con lui nel momento della creazione, entrare nel mondo
dellartista, e scoprire quei particolari affascinanti, quei piccoli mondi nascosti che
spesso Nils-Udo, con le sue composizioni, vuole mettere in risalto. In alcuni casi
vi sono serie di fotografie che registrano le varie fasi di evoluzione, dissoluzione o
dispersione dellopera, o le variazioni della luce, delle maree... Negli anni 70
Nils-Udo prediligeva le foto in bianco e nero, che esaltavano lessenzialit delle
forme . Il lirismo quasi mistico di certe composizioni era sottolineato anche dai
titoli. In questi anni lartista inizi a produrre stampe colorate da negativi nei
laboratori fotografici della zona, ed attualmente lavora con diapositive che
possono essere riprodotte come grandi fotografie e Scanachromes. Nils-Udo
non si mai considerato un fotografo professionista, non ha mai usato sorgenti di
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luce artificiale n ha corretto le sue foto con tecniche digitali. Anche i colori,
spesso intensi, rispecchiano quelli che ci appaiono in natura: lartista li usa come
se fossero una tavolozza, dimostrando cos di essere fondamentalmente un pittore.
Ricordiamo come la fotografia sia di importanza fondamentale per molti artisti
che lavorano nella natura. Anche la Land Art americana diventata un movimento
importante e visibile per mezzo della fotografia e dei video, che talvolta avevano
lo scopo di documentare lattivit degli artisti, altre volte potevano essere
considerati essi stessi delle opere. Si potrebbe dire che il tema dominante,
ricorrente in tutta lopera di Nils-Udo, leffimero: il momento della bellezza che
svanisce, come tutto si dissolve e si ricrea, il sentimento della ciclicit del tempo.
Serie di foto documentano il variare delle stagioni e dellora, un mondo in
continuo divenire. Talvolta lo p e r a vista in vari momenti della sua
dissoluzione nella natura, come quando lartista, dopo aver posto sullacqua
petali di fiori racchiusi in una forma triangolare, delimitata da flessibili rami,
toglie questi limiti in modo che i petali si disperdano un po alla volta lungo la
corrente, documentando con fotografie i vari momenti di questo evento. Queste
opere potrebbero essere accostate al Mandala dei monaci tibetani, non fosse che
per un particolare significativo: la fotografia, che ferma lattimo, cerca di
catturare la vita. Luomo occidentale non si arrende mai completamente alla
natura, non lascia che il proprio segno svanisca nel Tutto. La maggior parte
degli interventi di Nils-Udo sono documentati per da singole immagini, spesso
concepite in funzione della fotografia: composizioni di foglie diversamente
colorate, disposte in rettangoli, foglie e canne disposte in modo da riflettersi
sullacqua , foglie che, come piccole barche, portano bacche o fiori... zattere
coperte di fiori, abbandonate alla corrente del fiume o sul lago, felci che
delimitano il margine della neve, o ancora canne disposte sulla riva del mare in
modo da delimitare un recinto dove, su un trono improvvisato, potremmo
sederci ad osservare il flusso e riflusso delle maree... (La casa dacqua) Spesso
Nils-Udo richiama la nostra attenzione su microcosmi, su piccoli particolari
trascurati, su cose fragili che una folata di vento far svanire. Le fotografie che ne
trae sono stranianti, quando un grande formato riproduce immagini molto piccole:
come quando ci sembra di vedere un canyon o un ammasso roccioso, con delle
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1989. Spesso, nelle sue installazioni nei boschi, lartista pone delle bacche rosse
nellincavo dei rami, o tra le radici, come se lalbero fosse ferito e ne uscisse il
sangue, o scava la terra sotto alle radici, per mettere in rilievo le loro forme
contorte. (Dopo aver scattato la foto, la terra viene rimessa, per non danneggiare
la pianta.). Lartista attravers un periodo di profondo pessimismo, nella
consapevolezza che la vita stessa dellumanit legata a quella della natura: Le
radici dellalbero sono le nostre radici, il suo destino il nostro destino, la sua vita
e la sua morte sono la nostra vita e la nostra morte. Da allora, Nils-Udo si
impegnato a fondo per la salvaguardia dellambiente e la protezione di alcune
aree: disponibile a sostenere, sia personalmente che con il suo lavoro, queste
istanze, preferisce avere lopportunit di collocare le sue opere in luoghi pubblici,
cos da richiamare lattenzione su queste problematiche, piuttosto che collocarle in
ambienti privati a disposizione di pochi. Nonostante la visione pessimistica ed i
presagi di morte, larte di Nils-Udo celebra, nella natura, la vita che sempre
rinasce. Essa fa pensare ad una religione della natura, a forme di culto panteistico
come, nellantichit, si tributavano alla Grande Madre. Molte immagini sono
simboliche, ricordano riti magici: le piante disposte in cerchio, i cerchi di terra
ricordano il culto dei morti nei tempi preistorici. I riferimenti a luoghi sacri sono
frequenti soprattutto negli anni ottanta e questo aspetto evidenziato anche dai
titoli: Altare dinverno, Chiemgau, Baviera, 1980; Altare sul fiume, Priental,
Baviera, 1980; Tabernacolo, Chiemgau, Baviera, 1980 e Dieterbronn, Baviera,
1983; Altare di marzo, Priental, Baviera, 1981,ecc.. Anche luso del fuoco, sotto
forma di torce o fiamme votive che circondano un arco o una delle sue Porte,
richiama rituali primitivi. Soprattutto in questo periodo troviamo, tra le sue opere,
torri o piattaforme elevate, sospese tra i rami degli alberi, che potrebbero essere
interpretate come metafora di elevazione spirituale. Una di queste, la Torre di
pietra costruita a Nordhorn in Sassonia, nel 1982, alta sette metri e si erge nella
boscaglia come un rudere antico, dove lentamente sinfiltrano le eriche e ledera.
Un motivo ricorrente la porta: unapertura nel terreno, circondata da foglie,
come loscura Entrata nel cuore della terra, o in unaltra dimensione, realizzata in
Val di Sella nel 1982, o ancora la soglia circondata da torce illuminate nei boschi
di Chiemgau. Riti di passaggio da uno stato allaltro, dalla cultura alla natura,
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come, nella preistoria, per i popoli di agricoltori, la pianta alimentare era sacra: il
grano per il mondo mediterraneo, il mais nelle Americhe. Alla pianta alimentare,
che nellimmaginario primitivo assumeva le sembianze di una dea o di un dio, si
tributavano sacrifici e onori9. La forma a spirale, delineata dal sentiero, ci invita a
ripercorrere la nostra storia verso le origini, ci fa riflettere su un rapporto con la
terra oggi perduto. Nils Udo ha anche collaborato con Peter Gabriel nella
creazione di un video ed ha viaggiato in tutto il mondo per realizzare le sue opere:
Francia, Italia, Austria,Giappone, Portogallo, Olanda, India, Canada, America,
Lisola de la Reunion, le Antille... Ha ideato e realizzato monumenti per la
collettivit in spazi pubblici, tenendo conto delleredit artistica e culturale del
luogo e della sua storia. Vicino a Monaco si trova Il Fiore Azzurro - Paesaggio
per Enrico di Ofterdingen (Glonn, Monaco, 1995/96) ], Enrico di Ofterdingen era
una cavaliere medioevale, protagonista dellomonimo romanzo di Novalis.
Lopera di Nils-Udo consiste in una piccola valle circondata da un muro circolare
di circa 50 metri di diametro, dove crescono 20.000 fiori selvatici, per la maggior
parte azzurri. Sullo stesso tema egli cre altre opere come La Valle del Fiore
Azzurro nel parco di Lagrzette Castle nel 93-94, il Bosco Azzurro a
Strasburgo nel 96, e nel 2000 unaltra Valle a Colmar. Il Fiore Azzurro:
simbolo del S, del centro del nostro essere, oggetto della ricerca del cavaliere
protagonista del romanzo, ricollega Nils-Udo alle radici culturali della sua terra e
al romanticismo tedesco. Allinizio del libro il giovane Enrico ha un sogno
iniziatico: in un paesaggio di sublime bellezza vede un prato con molti fiori, tra i
quali spicca uno azzurro che si china verso di lui, come in un invito: Egli non
vide nulla tranne il fiore azzurro e lo contempl a lungo con indescrivibile
tenerezza. Da quel momento il giovane parte per un lungo viaggio, attraversa una
serie di esperienze che lo porteranno ad una maggiore saggezza e consapevolezza.
Questo viaggio interiore al quale siamo chiamati descritto molto
efficacemente da Jung, che lo definisce Processo di individuazione. Ma NilsUdo ha chiaramente espresso, rispondendo ad una mia domanda nellintervista
che segue, ci che il fiore azzurro rappresenta per lui: lunione, il punto di
collegamento dell uomo con la natura, aggiungendo che tutta la sua opera
imperniata su questa idea. (E in fondo si tratta sempre del S, che nella visione
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Andy Goldsworthy nasce nel Cheshire nel 1956. Cresciuto nello Yorkshire studia
al Bradford College of Art (1974-75) e al Preston Polytechnic (1975-78).
Goldsworthy si reca nel luogo dove intende operare e attraverso losservazione e
la comprensione di quello che ha davanti concepisce un intervento. La sua
operazione si piega a tutte le regole che lambiente detta, proprio per questo le sue
opere sono precarie come lessenza degli elementi che utilizza. Il suo obiettivo
di capire la natura direttamente partecipando ad essa, intimamente come pu,
migliorando e imparando in ogni occasione gli si presenti davanti. I materiali
impiegati sono quelli pi disponibili nelle regioni e nei luoghi visitati: rami,
foglie, pietre, neve, ghiaccio, canne o spine. Molti progetti sono di natura
effimera dimostrando lo straordinario senso di Goldsworthy per il luogo e il
gioco. Il luogo per lui fonte dispirazione, di materiali e di spazio, quindi se la
sua attenzione cade su delle foglie autunnali, tutto cambia se nei paraggi c un
fiume o se si mette a piovere, oppure se c un forte vento. Anche la storia che
ciascun elemento porta con se, la colorazione, i segni, i passaggi, le resistenze e i
cedimenti che ha avuto. Goldsworthy ricrea suggestioni forti, costituite da
fragilissimi elementi presi in un preciso momento della loro esistenza, la scelta di
operare con questi per, non li eleva al di sopra degli elementi non scelti tutto
prosegue unito e di pari valore, non estetico ma sicuramente biologico.I processi
che conducono alle sue opere partono da una voglia di apprendere e codificare le
informazioni, quindi riorganizzarle proprio come si fa quando si gioca,
sperimentando distinzioni, accumulazioni e organizzazioni di forme semplici
eppure estremamente complesse da realizzare. Interessante sono anche i punti
misteriosi del lavoro, i buchi neri che non si riescono a comprendere e che
appaiono quasi finti, come alcune organizzazioni di foglie autunnali con passaggi
di colori intensissimi: quasi come se non fosse naturale tanta vivacit nel
momento della dipartita. Come si diceva prima, la trasformazione fondamentale,
nulla resta se non una documentazione dellopera nel momento della
realizzazione, le opere vengono tutte fotografate e pubblicate, ed infatti le
pubblicazioni ricoprono un ruolo particolare per lartista, poich mostrano la
produzione di ogni sua opera e diventano opere in s compiute.
Cos lartista parla del suo lavoro:
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Godo della libert di utilizzare le mie mani e gli attrezzi "trovati": una pietra
tagliente, la spoletta di una piuma, spine. Prendo le occasioni che si offrono ogni
giorno: se sta nevicando, lavoro con neve, se cadono le foglie vado con loro; il
salire sopra l'albero si trasforma in in una fonte di ramoscelli e di rami. Mi
arresto ad un posto o prendo un materiale perch ritengo che ci qualcosa
essere scoperto. Qui dove posso imparare.Osservare, toccare, il materiale, il
posto e la forma sono tutte cose inseparabili dal lavoro risultante. difficile dire
dove uno si arresta ed un altro comincia. L'energia e lo spazio intorno ad un
materiale sono importanti quanto l'energia e lo spazio dentro. Pioggia, sole,
neve, la grandine, foschia, l'atmosfera che lo spazio esterno ha reso visibili.
Quando tocco una roccia, sono toccante e funzionante lo spazio intorno ad esso.
Non indipendente dai relativi dintorni ed il senso che indica come venuto a
essere l.
Desidero ottenere ci che sotto la superficie. Quando lavoro con un foglio, la
roccia, bastone, non solo il materiale in s, esso un'apertura nei processi di
vita all'interno e intorno ad esso. Quando lo lascio, questi processi continuano .Il
movimento, il cambiamento, la luce, lo sviluppo e il deperimento sono la linfa
vitale della natura, le energie che leggermente provo a evidenziare attraverso il
mio lavoro. Ho bisogno della scossa del tocco, della resistenza del posto, dei
materiali e del tempo, la terra come mia fonte. La natura in una condizione di
cambiamento e quel cambiamento la chiave da capire. Desidero che la mia arte
sia sensibile e attenta ai cambiamenti del materiale, stagioni e intemperie. Ogni
lavoro si sviluppa, rimane, decade. Il processo e il deperimento sono impliciti. La
Transitoriet nel mio lavoro riflette ci che trovo in natura.
Andy Goldsworthy
Leffimero celebrato da Goldsworthy in numerose opere come le Pietre sospese:
si tratta di pietre disposte ad arco, in equilibrio precario. Spesso cadono, e per
lartista questo momento di sospensione significativo, allude forse allesistenza
nostra e del mondo: il crollo viene documentato in una serie di fotografie. Altre
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volte lo stesso artista ha formato delle grosse palle di sabbia bagnata sulla riva del
mare, destinate alla dissoluzione nel flusso della marea. Le mie sculture possono
durare giorni o pochi secondi - ci che importante per me lesperienza del fare.
Lascio sempre le mie opere allaperto e spesso torno a vedere come si disgregano,
si dissolvono. Egli sottolinea che le fotografie che ne trae non sono lopera in s,
ma un modo per conservarne, almeno in parte, il significato. Dei suoi archi,
colonne o mucchi di pietre in equilibrio precario dice: Ogni opera cresce,
permane, poi crolla - parti di un ciclo che la fotografia mostra al suo acme,
cogliendone lattimo pi vitale.... Anche la pietra per lui contiene unenergia
nascosta:
La pietra mi ha insegnato molte cose sulla struttura della crescita: ho trovato
unenergia nella pietra che potrebbe essere meglio descritta come un seme che si
ingrossa quando matura - spesso basta un piccolo tocco perch esploda e vada in
pezzi. La precariet di una colonna come il sottile confine tra il fallimento e il
successo (di un processo di crescita e sviluppo) - la tensione della crescita.
Quando una colonna crolla, viene naturalmente distrutta e in questa distruzione
come se si liberassero delle energie Goldsworthy lavora spesso con il ghiaccio e
la neve, materiali che si disfano, si trasformano, o suggeriscono lidea di
crescita, movimento continuo. Lazione di lanciare polvere, terra o acqua anche
documentata da fotografie - in questo caso lintenzione dellartista di evocare
il respiro della terra. Egli molto legato al paesaggio nei dintorni della sua
casa nello Dumfriesshire nonostante i numerosi viaggi allestero. Nei dintorni
della sua abitazione si trova unantica quercia che alla base di molte sue opere,
poich lalbero rappresenta per lui la terra, la vita della terra.
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Andy Goldsworthy,Rowan leaves around a hole ,Yorkshire Sculpture Park, October 1987
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plasmare la vita degli alberi .Lavora nell ambiente naturale. Le sue grandi
sculture sono realizzate con legno intagliato e talvolta parzialmente bruciato per
produrre l'annerimento. Gli strumenti principali per la creazione di queste opere
sono asce e motoseghe. Nash ha lavorato con
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incidono su tali processi. In molte delle sue opere darte Drury utilizza materiali
raccolti sul posto.
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Chris Drury , Cloud Chamber for the Trees and Sky, 2003
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montagne, esse sono installate in modo permanente presso la Storm King Art
Center di Mountainville, e questo ambiziosa installazione,
terreno.
copre 11 ettari di
Lin in un
articolo sul sito web dellambasciata: "Ho trovato l'ispirazione nella formazioni
della roccia, nellacqua, nelleclissi solare e nella Terra". Secondo il suo sito web,
ora lartista Maya Lin lavora al suo ultimo monumento che si intitola "Che cosa
manca?" e tratta di temi della biodiversit e la perdita di habitat. Il lavoro verr
visualizzato in pochi istituti scientifici e in un sito web, e verr realizzato un libro.
L'installazione dovrebbe essere svelata nel settembre 2009 nella California
Academy of Sciences. Una tra le opere pi conosciute Il campo delle onde":
una serie di cinquanta onde derba suddivise in otto righe che coprono circa
10.000 metri quadrati nel parco di una scuola universitaria in California. Sono una
combinazione di terra e sabbia, ricoperte da un manto verde che rende unico
questo prato un lussuoso e curatissimo luogo per rilassarsi e studiare. "Il campo
delle onde" un lavoro ricco di molti riferimenti, dalla geografia del luogo, dalla
storia dellarte, dagli studi scientifici e da elementi autobiografici. Il ritmo delle
onde ricorda i dipinti cinesi della Dinastia Song (960-1126), nonch le xilografie
giapponesi del XIX secolo. Si ritrovano precedenti di questo lavoro nella storia
dell'arte contemporanea con i grandi artisti della Land Art, come Robert
Smithson, Michael Heizer e James Turrell - tutti i citati da Lin, in questo progetto
evidente
linteresse che
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Maya Ying Lin, The Wave Field," 1995. Shaped earth; 100 x 100 feet. University of Michigan,
Ann Arbor, Michigan
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intrecciati tra loro. Nel 1985 realizza la sua prima struttura, basata sulle
progettazione e
naturali sulla natura della stessa, osservando le sue leggi e le forme di crescita. Il
risultato porta alla mente le strutture di supporto per archi a volta (ad esempio la
Sagrada Familia di Gaud). Queste Struttura risultano
possono essere
veramente ecologiche,
che
auto,
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riemergere con una nuova consapevolezza. Questa forma simbolica si ritrova nella
produzione artistica di Alice Aycock, Robert Morris, Richard Fleischner e molti
altri. Il desiderio umano di conoscere il mondo esterno rappresentato invece da
unaltra forma originale dellarchitettura mitica e religiosa: losservatorio
(ricordiamo Stonehenge e Oxaca). Gli artisti americani della Land Art furono
particolarmente affascinati da questo grande simbolo, che faceva riflettere gli
antichi sullimmensit del cielo, la misteriosa rotazione del firmamento,
lalternanza delle stagioni. Robert Morris, Charles Ross, Nancy Holt negli anni
70 costruirono delle grandi opere che avevano questa funzione simbolica e James
Turrel ha usato addirittura il cratere di un vulcano in Arizona (Roden Crater) per
creare un osservatorio che ha lo scopo di esplorare il diffondersi della luce nel
cielo. La tendenza mistico-panteista di molti artisti espressa dal ricorrere di
forme connesse alla religione, come altari, tabernacoli composti con elementi
vegetali (Nils-Udo) o cattedrali (Giuliano Mauri), stele, piramidi, templi, tumuli.
Cos questi artisti di oggi cercano di ritrovare e celebrare i legami con la Terra
attraverso simboli antichissimi, ma che sono profondamente radicati nella psiche e
per questa ragione possono risvegliarem ci che in noi profondamente umano.
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Cap.7. Conclusioni
Nils-Udo e gli artisti che fanno parte del movimento Art in Nature riconoscono
nel rapporto con la natura il punto focale della loro arte ed aspirano a sentirsi parte
delluniverso e dei suoi ritmi. La maggior parte di essi tende a questo scopo
fondamentalmente in tre modi: lopera viene realizzata nel paesaggio, i materiali
usati sono naturali, deperibili , e sono frequenti i riferimenti ad una simbologia
arcaica, legata ai bisogni primari delluomo ed ai suoi legami con la terra. Al
centro del loro interesse vi la Natura, nellaccezione che Goethe ed i romantici
avevano dato a questo termine, e luomo si sente un frammento di questo grande
universo in continuo mutamento. La Natura viene amata e apprezzata per s
stessa, e non solo perch pu soddisfare ai bisogni delluomo ed necessaria alla
sua sopravvivenza. Questo non , n mai stato, latteggiamento prevalente tra gli
artisti occidentali, tra i quali predomina una visione antropocentrica, anche se,
soprattutto nel nord Europa, nelle Fiandre e in Inghilterra, in passato si spesso
manifestato, in alcuni pittori, un forte sentimento per la natura. Nella seconda
parte del 900 vi stato un grande che si impegnato in modo totale e sofferto per
la salvaguardia della natura, nelluomo e fuori dalluomo: Joseph Beuys. La sua
posizione diversa da quella di Art in Nature, perch nel suo caso si tratta di una
prospettiva prevalentemente etica, incentrata sulluomo: il suo impegno era
finalizzato alla speranza di sopravvivenza e miglioramento della specie umana,
che doveva avvenire attraverso il risveglio della parte naturale di noi (la parte
fluida, creativa, che egli definiva animalit). Larte per lui aveva una funzione
educativa e fondamentale nella trasformazione della societ: egli chiamava
questopera di rinnovamento la sua scultura sociale. Purtroppo Beuys,
nonostante avesse un largo seguito di ammiratori e sostenitori, non pot realizzare
la sua utopia; dopo la sua morte prematura alcuni continuarono a diffonderne il
messaggio, ma oggi le sue idee sono conosciute solo in un ambito relativamente
ristretto. Le sue azioni, documentate su video, senza la presenza dellartista non
provocano negli spettatori quelle emozioni a livello profondo che egli dichiarava
di voler risvegliare. Purtroppo la sua arte, cos totalmente identificata con la vita,
sopravvive in gran parte solo come testimonianza e messaggio per le future
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generazioni. Le finalit degli artisti che oggi operano nella natura sono molto pi
circoscritte: nella maggior parte dei casi, con il loro lavoro richiamano
lattenzione sul rapporto uomo natura e sul pericolo che questultima sta correndo
a causa dellinquinamento. E sopratutto il mondo vegetale e minerale ad attrarre
lattenzione di questi artisti, che preferiscono sottolineare laspetto positivo di una
natura amica, trascurando altri lati che erano invece presenti nellopera di Beuys,
come il dolore, la morte, la sessualit. Anche senza grandi utopie, tuttavia, si pu
contribuire al miglioramento delluomo e del suo modo di vivere. Infatti molte
opere tendono a coinvolgere losservatore che portato a riflettere sulla storia
dellumanit e a ristabilire quei legami con la natura che ci fanno sentire partecipi
della vita delluniverso. Esse ci fanno scoprire la bellezza e la precariet
dellesistenza, richiamando la nostra attenzione sulle varie forme che la vita pu
assumere. Larte nella natura si rivolge ad un vasto pubblico che pu accostarsi a
questa produzione allaperto, oppure conoscerla attraverso fotografie che spesso
sono opere a s stanti. Molti sono i percorsi utilizzati a fini didattici o per
richiamare lattenzione su problematiche ambientali o, pi genericamente, per
riavvicinare luomo alla natura. Purtroppo non tutte le opere sono riuscite, non
sempre presente la forza poetica, evocatrice, la capacit di trasformare loggetto
in modo che diventi simbolo, di dare forma compiuta al pensiero-sentimento cos
che il messaggio nascosto possa essere colto e ci sorprenda con la sua verit. Tra
gli esponenti di Art in Nature vi sono atteggiamenti diversi che rispecchiano
diverse personalit, pi o meno impegnate anche nel campo etico-sociale. Nella
maggior parte dei casi non si tratta di un impegno diretto, conclamato: ci che a
loro interessa esprimere i moti del proprio animo, lamore per la natura e la
ricerca di unarmonia perduta. Potremmo definirlo un atteggiamento liricocontemplativo, talvolta mistico: non deve essere considerato tuttavia in alcun
modo una fuga dalla realt e dai problemi del quotidiano, poich la ricerca, nella
propria interiorit, dei legami con la natura, non fuga, ma tensione verso la vita
pulsante, profonda. Chi sceglie questa via si trasforma interiormente, comunica
serenit agli altri e pu operare meglio nella societ: gli artisti di Art in Nature ci
propongono questo, che potrebbe essere un modo per tendere al rinnovamento
auspicato da Beuys. Larte contemporanea ci ha abituati ad atteggiamenti di
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provocazione, di denuncia talvolta violenta dei mali della nostra societ. Gli artisti
coinvolti nel movimento Art in Nature non sono portati, per temperamento o per
scelta, ad assumere posizioni aggressive, anche se alcune opere denunciano
apertamente il degrado ambientale, come ad esempio gli Alberi morti di Nils-Udo.
Risvegliare in noi il senso dei nostri legami con la terra, sottoporre alla nostra
attenzione e meraviglia gli aspetti sempre nuovi della natura, farci riflettere sui
ritmi della vita, sorprenderci con improvvise rivelazioni sul mondo che crediamo
di conoscere, compito degli artisti e dei poeti, ma in tal modo essi realizzano
anche una finalit etica, contribuendo al benessere psicologico degli individui e,
di conseguenza, del gruppo sociale, e richiamando lattenzione sulla necessit
della salvaguardia della natura e della nostra stessa umanit.
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