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contessina, il cuore di cosimo

Contessina fu la moglie di Cosimo de 'Medici e nonna di Lorenzo il Magnifico. La


sua famiglia, era di banchieri come i Medici, ma fecero l'errore di prestare una
cospicua somma di denaro al Re d'Inghilterra Edoardo III per finanziare una guerra
contro la Francia, cifra che non fu mai restituita. Per risanare il debito, combinarono il
matrimonio tra Contessina e Cosimo de Medici. Non era insolito infatti, sposarsi tra
banchieri, infatti anche Simone de' Bardi,sposò Beatrice Portinari, la musa di Dante,
figlia di un banchiere.Contessina non partecipò mai alla vita politica fiorentina. I suoi
principali interessi si rivolgono alla cerchia dei familiari, a cui era legata e devota,
che seguiva nel corso delle loro frequenti assenze da Firenze mediante una fitta
corrispondenza di lettere. Contessina col marito ebbe un buon rapporto, basato su
toni affettuosi, caratterizzati da un’intesa perfetta: lei impegnata nel gestire la vita
domestica, lui la politica interna ed estera di Firenze. Contessina aiutò, col suo
portamento austero e la sua mente acuta, il marito Cosimo nell’accogliere
personalità d’alto rango nel nuovo palazzo di famiglia. Durante gli anni d’esilio,
contessina rimase in toscana a villa di caffagiolo, mentre tutta la sua famiglia era a
venezia. Il rapporto col marito non si incrinò neanche davanti alla relazione
extraconiugale di lui con la schiava comprata a Venezia, Maddalena, dalla cui unione
nascerà il figlio illegittimo Carlo, accolto e allevato da Contessina nel palazzo di
famiglia al pari di un figlio legittimo: altre donne nella sua posizione, lo avrebbero
molto probabilmente bandito insieme all’amante del marito. Invece Contessina non
fece neppure questo, perché, dalle lettere che rimangono, pare fosse sinceramente
affezionata a Cosimo, nonostante tutto

Simonetta, la senza paragoni

Simonetta Cattaneo era nata a Genova, da una famiglia che si ritrovò presto in
disgrazia dopo aver perso quasi tutto nella caduta di Costantinopoli per mano dei
Turchi. Si sposò a 16 anni con il mercante fiorentino, Marco Vespucci. Come
madonna vespucci, si trasferì a firenze, dove Lorenzo, che ancora nessuno
chiamava Magnifico, accolse i coniugi Vespucci nel suo palazzo. La fanciulla
genovese affascinò a quanto pare entrambi i maschi di casa Medici, ma fu per
Giuliano de Medici, che il cuore che Simonetta si perse interamente. La loro storia
d’amore clandestina divampò sempre di più, e non ebbe termine se non quando la
polmonite si portò via la delicata fanciulla. Era il 26 aprile 1476. Giuliano l’avrebbe
seguita esattamente due anni dopo, il 26 aprile 1478, in occasione della congiura dei
Pazzi. Simonetta era la famosa ''musa di botticelli’’, infatti l’artista, rese la sua
bellezza immortale, negli illustri dipinti della’’ nascita di venere’’ e ‘’la primavera’’.
L’artista alla fine dei suoi giorni, volle esser sepolto accanto a Simonetta. Sandro
Botticelli riposa oggi nella chiesa di Ognissanti, ma Simonetta non più, se la portò via
l’Arno in una delle sue tante alluvioni.Venere, alla fine, è ritornata al mare. ‘’ E se
non fussi il rimembrare ancora
consolator degli affannati amanti,
Morte posto avre’ fine a tante pene’’

Lucrezia: l’uomo della famiglia medici


È il 1443, e Lucrezia Tornabuoni viene data in sposa a Piero dei Medici. Non
presentava particolare bellezza, ma di certo, era un donna colta e intelligente. La
sua famiglia si è battuta contro Federico Barbarossa, e sono Guelfi nell’animo. Nello
stesso anno delle sue nozze, c’era stata una congiura e le famiglie fiorentine, riunite
intorno a Rinaldo degli Albizi, cercarono di liberarsi dei edici. Cosimo è stato
imprigionato nella Torre di Arnolfo e poi esiliato a Venezia, insieme alla sua famiglia.
Durante gli anni, si è dimostrata valida all’interno della famiglia, ma soprattutto nella
banca. finanzia artigiani e mercanti, elargisce generosamente a chiese e conventi. In
una lettera scrive: «Quello che è bene per Firenze e la Toscana, lo è anche per la
famiglia Medici». Lucrezia è decisa, ha fiuto negli affari. Ed è così brava a coagulare
consenso, che il suocero Cosimo dice di lei: «È l’unico uomo della famiglia» Dopo la
morte di cosimo, sarà lei a dirigere gli affari, vista la malattia di suo marito. Diede alla
luce 4 figli, tra cui Lorenzo de Medici. Quest’ultimo si sposò con una nobildonna
romana, Clarice Orsini. Non sarà un matrimonio felice. Mai innamorato di Clarice,
Lorenzo rincorrerà altre donne. Ma è la madre l’unica a rimanere sempre al suo
fianco, soprattutto dopo la morte di Piero, nel 1469, quando il giovane si ritrova a
vent’anni a capo della famiglia (e della città).Quando muore, nel 1482, il Magnifico
scrive a Eleonora d’Este: «Io resto tanto sconsolato, avendo perduto non solamente
la madre, ma l’unico rifugio di molti miei fastidi e sollevamento di molte fatiche»

lucrezia: un amore magnifico ma ineffabile

Lucrezia discendeva da una famiglia di nobile che per questioni economiche versava
in forte decadenza.I Donati ruotavano, nell’orbita di altri personaggi allo scopo di
potersi ritagliare ancora uno spazio nell’ambito mercantile. Ecco perchè essi
concedevano, ogni qualvolta glielo si richiedesse, il loro incondizionato appoggio alla
famiglia Medici. Lucrezia ammaliava chiunque, Poliziano, Leonardo da Vinci, e lo
stesso Lorenzo de 'Medici, che non poteva fare a meno di lei. Dopo che Lorenzo
prese in mano la famiglia, dovette sposarsi con Clarice Orsini, abbandonato da quel
momento, le sue passioni adolescenziali. Nonostante ciò Lucrezia continuò ad avere
buoni rapporti con i medici, tanto che quest’ultimi, organizzarono il suo matrimonio
con Niccolò Ardinghelli. Lorenzo, seppur distante fisicamente da lei, non smise di
dedicarle sonetti. Dunque, l’amore tra Lucrezia e Lorenzo fu un amore platonico, di
quelli che fanno palpitare il cuore senza mai sfiorarsi, un legame flebile e tenace, un
nodo mai stretto che però mai si sciolse. Lucrezia rimase vedova nel 1496, con 4
figli, di cui uno; Piero, era stato tenuto in braccio al battesimo da Clarice Orsini.
Lucrezia si spense poco dopo, nel 1501, all’età di cinquantaquattro anni, portando
per sempre con sé la verità su quell’amore antico,facendoci fantasticare e indagare
su quei segreti, quegli sguardi … quelle parole non dette

«AMOR VUOL FE, E DOVE FE NONNE, AMOR NON PUÒ’».

(Luigi Pulci)

Clarice:

La sua è un’esistenza breve ‒ muore a soli 34 anni ‒ trascorsa vicino a un marito e


a una città che non vuole o non può comprendere. Clarice preferiva rimanere
nell’ombra, non amava le feste, non amava esporsi, non si è mai adattata alla vita
fiorentina e questo mal si conciliava con il carattere esuberante di Lorenzo. Alle
letture umanistiche, Clarice Orsini preferiva quelle religiose. educata in una salda
fede religiosa, rimane sempre estranea agli interessi che avevano animato le donne
della casata prima di lei. Clarice non amerà mai la letteratura.Riesce persino a
ottenere l’allontanamento di Poliziano come precettore del figlio Giovanni: per lei
quell’uomo minava la sua educazione e andavano a discapito della dottrina cristiana.
Egli insegnava le lettere classiche, la grandezza dei greci e l’abilità dei romani,
parlando di idee “pagane”. Al suo posto aveva scelto Matteo Franco, un
sacerdote.Lorenzo la vorrà sempre al suo posto come legittima sposa pur non
provando nei suoi confronti alcun affetto. Mentre Clarice con i figli e le figlie trascorre
il tempo nella villa di Cafaggiolo, suo marito la trascurava e firenze non l’amava, a
differenza delle donne prima di lei rimanendo ‘’ la straniera’’ per molti fiorenti.

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