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CONGIUNTIVO

In italiano, il Congiuntivo è il modo del verbo con cui si esprimono sentimenti come
il dubbio, il desiderio, l’incertezza o la possibilità. Se l’Indicativo è il modo della certezza o
dell’obiettività, con il Congiuntivo si dà invece voce alla soggettività di chi scrive o di chi
parla, e come tale viene utilizzato soprattutto nelle subordinate.

- Spero che Lucia arrivi presto (si tratta di una speranza dettata da motivi personali);
- Vorrei che tu dimenticassi l’accaduto (è evidentemente un mio desiderio, slegato
dalla tua volontà).

QUANDO SI USA IL CONGIUNTIVO?

Il Congiuntivo si può utilizzare sia nelle proposizioni indipendenti sia in quelle dipendenti


(uso prevalente). Tra gli usi in proposizioni principali, possiamo quindi segnalare in casi in cui
il Congiuntivo indipendente ha valore di:

 dubbio o supposizione,
 desiderio o augurio,
 esortazione.

Nelle proposizioni dipendenti (causali, consecutive, completive, oggettive, concessive,


temporali, ipotetiche, finali), l’uso del Congiuntivo può essere inquadrato in generale come
segue:

 in dipendenza da verbi che indicano dubbio, desiderio, speranza, paura :


- Credo che Andrea sia in ritardo;
- Speravo che ce la facessero.

 in dipendenza da espressioni di giudizio come è meglio che, può darsi che, bisogna


che, è necessario che.
- È meglio che tu le parli di persona;
  - È necessario che queste misure di sicurezza siano attivate il prima possibile.

 dopo congiunzioni e locuzioni subordinanti quali affinché, sebbene, benché, purché,


prima che, a patto che.
- Sebbene sia molto intelligente, Giulia non si applica a sufficienza allo studio.

 In presenza degli aggettivi e dei pronomi indefiniti qualunque e chiunque.


- Prenderò quel treno, qualunque cosa accada.

Il Congiuntivo si articola in quattro tempi:


 I due tempi semplici sono: presente (che io lodi) e imperfetto (che io lodassi).
 I DEL
I TEMPI tempi composti sono: passato (che io abbia lodato) e trapassato (che io avessi
CONGIUNTIVO
lodato).
Il presente

Il Congiuntivo presente si utilizza nelle frasi indipendenti per esprimere un dubbio,


un’ipotesi, un augurio relativi al momento dell’enunciazione o della scrittura. Nelle frasi
subordinate, esso esprime contemporaneità con la principale, che può essere all’Indicativo
presente o futuro.
- Credo che Paolo sia in ufficio (contemporaneità).
- Credo che domani non sia il giorno giusto per partire (posteriorità).

Un uso particolare del congiuntivo presente si ha alla terza persona singolare e plurale, dove
il congiuntivo viene utilizzato come forma di cortesia o in sostituzione dell’imperativo.
- Prego, entri pure e si accomodi, signora;
- Vada subito a cercare aiuto!

L’imperfetto

Il Congiuntivo imperfetto si utilizza per esprimere una speranza o un augurio, che è possibile


(ma non sicuro) che si realizzino.
- Magari il treno arrivasse in orario!

Un uso caratteristico del Congiuntivo imperfetto si ha nel periodo ipotetico di secondo


tipo (o appunto della “possibilità”), dove si combina con il condizionale presente:
- Se studiassi, passeresti l’esame.

Il Congiuntivo imperfetto in proposizione dipendente può poi esprime due diversi tipi di


rapporto temporale, in base al tempo della frase reggente:

 rapporto di anteriorità, quando il tempo della principale è un presente:


- “Credo che lui non volesse (in un momento passato) invitarmi alla festa”.
 rapporto di contemporaneità, quando il tempo della principale è un passato:
- “Pensavo che fosse (nello stesso momento passato in cui lo pensavo) una persona
affidabile”.

Il passato

Il Congiuntivo passato si utilizza per esprimere dubbio o possibilità in riferimento a un


tempo passato.
- Dubito che Marco abbia già spedito il materiale che avevamo preparato.

Indica anche anteriorità  rispetto al tempo presente (o futuro) della reggente.


- Credo che Marco sia andato in piscina stamattina.
- Giacomo penserà che Sara non abbia voluto vederlo.
Il trapassato

Il Congiuntivo trapassato viene utilizzato per esprimere una possibilità o un desiderio riferiti


al passato ed ormai irrealizzabili. Si usa quindi anche nel periodo ipotetico dell’irrealtà (o
del “terzo tipo”), dove si combina con il condizionale passato:
- Se tu avessi studiato, avresti superato l’esame.

Nella proposizione subordinata, il trapassato serve anche ad esprimere anteriorità rispetto


ad un tempo passato, utilizzato nella reggente.
- Credevo che avessi comprato tu i biglietti;
- Claudia pensava che Giovanni fosse partito due ore prima del previsto.

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