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Barberis Laura matr.

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L’uso del condizionale


ad apprendenti rumeni

Lingua Italiana per Stranieri Prof. Katerinov


Premessa

Il modo condizionale, nelle sue forme di presente e passato, assente in latino, è invece
presente sia in italiano che in rumeno, due delle sue lingue figlie, seppure con alcune
differenze di tipo morfologico e d’uso. L’obiettivo di questo lavoro è determinare
quali siano gli aspetti dell’uso del condizionale in italiano che si differenziano
maggiormente rispetto all’uso del modo stesso nella lingua rumena, in modo da
evidenziare le possibili difficoltà per un apprendente di italiano L2 di madrelingua
rumena.
E’ necessario comunque accennare alla formazione del condizionale nelle due lingue,
dato che la differenza esistente potrebbe essere fonte di interferenze rilevanti
nell’interlingua dell’apprendente: mentre in italiano, infatti, la forma verbale si
presenta semplice al tempo presente e composta al passato, in rumeno entrambi i
tempi sono caratterizzati da una forma composta.
In rumeno il condizionale presente si forma con un ausiliare (derivante probabilmente
dal verbo avere) più l’infinito del verbo, e l’apprendente si troverà a dover sostituire
questa forma analitica con la forma sintetica dell’italiano, la cui formazione è simile a
quella del futuro semplice del modo indicativo; per quanto riguarda il condizionale
passato, invece, in entrambe le lingue è analitico: in rumeno l’ausiliare è essere,
coniugato al condizionale presente, a cui si aggiunge il participio passato del verbo, e
similarmente in italiano all’ausiliare proprio del verbo, coniugato al condizionale
presente, segue il participio passato del verbo.
In ambito contrastivo si dovrà quindi mettere in risalto, oltre a una differenza di tipo
sintetico/analitico tra i due tempi presenti, il fatto che l’ausiliare usato è quello di
riferimento del verbo, non una conseguenza diretta del tempo e del modo usati.

Es. Farei colazione Aş face micul dejun


Avrei fatto colazione Aş fi facut micul dejun
Usi del condizionale

• Semplice

Il condizionale semplice in entrambe le lingue può indicare un


desiderio, un’intenzione espressa nel presente:

Leggerei qualcosa Aş citi ceva

L’idea di intenzione, di azione desiderata implica un impedimento


(1), una proiezione nel futuro dell’azione, che può essere compiuta
(2), o una condizione necessaria al compimento (3):

(1) Leggerei un romanzo poliziesco, ma non ho tempo


Aş citi un roman poliţist, dar nu am timp

(2) Leggerei un romanzo poliziesco ed è esattamente questo che


farò più tardi
Aş citi un roman poliţist şi exact asta voi face mai târziu

(3) Leggerei un romanzo poliziesco se avessi tempo


Aş citi un roman poliţist dacă aş avea timp

Nell’ultimo esempio si nota che chi parla può presentare ciò che
dice come una possibilità realizzabile a patto che si verifichi una
certa condizione, in italiano espressa dal congiuntivo (se avessi
tempo), mentre in rumeno il modo condizionale è usato sia per
esprimere l’azione desiderata (aş citi), sia la necessaria condizione
per l’adempimento dell’azione (dacă aş avea timp).
Questa è la principale differenza nell’uso del modo condizionale tra i
due sistemi linguistici presi in considerazione, quindi è su questo
aspetto che bisognerebbe focalizzare maggiormente l’attenzione
durante l’apprendimento.
Il verbo che designa la condizione è preceduto e segnalato, come in
italiano, dalla congiunzione dacă (se):

Se avessi tempo, leggerei un romanzo poliziesco


Dacă aş avea timp, aş citi un roman poliţist

Con i verbi che esprimono di per sé desiderio, preferenza,


necessità, come a dori – desiderare, a vrea – volere, a plăcea
(impersonale) – piacere, a trebui (impersonale) – dovere, e con i
verbi di richiesta (a ruga chiedere, a putea potere), il condizionale
anche in rumeno è usato al posto del presente indicativo per
rendere una richiesta, un invito o una frase più gentili:

Vorrei che non fumaste più in casa Aş vrea să nu mai


fumaţi în casă
Dovreste andare Ar trebui să placaci
Potresti aiutarmi? Ai putea să mă ajuţi?

Dopo le strutture ca şi cum come se, de parcă come se, il verbo è


in italiano al congiuntivo, mentre in rumeno la comparativa
ipotetica richiede l’uso del condizionale:

Ti sei vestito come se fossi in Siberia!


Te-ai îmbrăcat de parcă am fi în Siberia!

Si comporta come se i suoi colleghi fossero suoi schiavi!


Se comportă ca şi cum colegii ar fi sclavii lui!

Il condizionale ha anche valore di potenzialità, probabilità o


incertezza, senza alcuna differenza tra le due lingue:

Non si direbbe che sei ingrassata


N-aş zice că te-ai îngrăşat

Non potrei essere più felice di adesso!


N-ar putea fi mai fericită decât acum!

Ho sentito che la partenza dovrebbe ritardare


Am auzit că plecarea s-ar amâna

Il condizionale presente è usato in rumeno anche in alcune frasi


idiomatiche caratterizzate dall’inversione del verbo, per esprimere
diversi tipi di coinvolgimento emotivo in una situazione, come ad
esempio nelle imprecazioni. Anche in questo caso in italiano si usa il
congiuntivo:

Che il diavolo ti prenda! Lua-te-ar dracu!

Con la stessa inversione (o anche senza) in rumeno il condizionale


presente si usa, generalmente alla prima persona singolare, per
esprimere dubbio (con verbi come a se mira stupirsi e a se îndoi
dubitare) e similarmente in italiano:

Mi stupirei se fosse così M-aş mira să fie aşa – Mira-


m-aş
Dubiterei se fosse così Μ-aş îndoi să fie aşa – Îndoi-m-

• Composto

Mentre il condizionale presente si usa per esprimere un desiderio o


una volontà realizzabile nel presente o nel futuro, al contrario, in
italiano come in rumeno, il condizionale passato serve per
esprimere una azione desiderata, ma non realizzata nel passato e
non realizzabile nel futuro:

Avrei letto qualcosa Aş fi citit ceva

L’azione non realizzata implica un impedimento (1) o una


condizione imposta da un’altra azione (2) sempre nel passato:

(1) Avrei letto un romanzo, ma non ho avuto tempo


Aş fi citit un roman poliţist, dar nu am avut timp

(2) Avrei letto un romanzo se avessi avuto tempo


Aş fi citit un roman poliţist dacă aş fi avut timp

Il modo condizionale, come precedentemente illustrato, è usato in


rumeno anche per esprimere la condizione:

Se avessi avuto tempo, avrei letto un romanzo


poliziesco
Dacă aş fi avut timp, aş fi citit un roman poliţist

Quindi, come per il presente, in rumeno sia l’azione principale che


la condizione per cui l’azione è o meno compiuta sono espresse da
verbi al condizionale.

Anche la comparazione ipotetica al passato richiede l’uso del modo


condizionale, al contrario di quanto avviene in italiano:
Si è vestito come se fosse stato in Siberia!
S-a îmbărcat de parcă ar fi fost în Siberia!

Il valore di potenzialità, probabilità o incertezza del condizionale si


esprime anche nel passato:

Non avrei detto che lei fosse tua figlia


N-aş fi zis că ea este fiica ta

Il condizionale passato dei verbi che in rumeno normalmente


richiedono il congiuntivo (a trebui - dovere, a vrea - volere, a putea
- potere, a fi bine – stare bene, a fi necesar – essere necessario,
etc.) è usato in abbinamento al modo stesso nelle proposizioni dove
il congiuntivo passato esprime necessità e desiderio nel passato.
Quindi anche in questo caso l’apprendente non dovrebbe incontrare
particolari difficoltà, data la similarità dell’uso:

Sarebbe stato bello se avessimo abitato in questo


appartamento ancora un
anno
Ar fi fost bine să mai fi locuit în acest apartament încă un
an

Il condizionale passato del verbo a putea – potere seguito dal


congiuntivo presente è una struttura usata in entrambe le lingua
per esprimere appunti e riproveri:

Avresti potuto telefonarmi!


Ai fi putut să-mi telefonezi!

Saresti potuto arrivare in tempo!


Ar fi putut să vină la timp!

Il condizionale passato si usa nelle frasi dipendenti per esprimere


posteriorità (futuro nel passato) rispetto alla frase principale (con
verbo al passato prossimo, al imperfetto o al passato remoto), in
entrambe le lingue:
Ho pensato che tu avresti finito
M-am gandit că ai fi terminat

Ho saputo che Paolo sarebbe arrivato più tardi


Am stiut că Paul ar fi ajuns mai târziu

L’uso del condizionale di dissociazione (in caso di notizie non


confermate) sembra essere assente nella lingua rumena, mentre il
largo utilizzo dello stesso nella comunicazione di tipo soprattutto
giornalistico nella lingua italiana rende necessaria una spiegazione
puntuale da parte del docente o un approfondimento in sede di
studio individuale.

Secondo fonti interne il buco nelle casse dello Stato ammonterebbe a 20


miliardi di euro

Bibliografia

Lingua italiana per stranieri, corso intermedio, Katerin Katerinov, Guerra, 1985.

Italiano, grammatica, sintassi, dubbi, di Luca Serianni, Garzanti, 2002.

Grammatica italiana con nozioni di linguistica, di Maurizio Dardano e Pietro


Trifone, Zanichelli, 1999.

Româna cu sau fără Professor, Liana Pop, Editura Echinox, 1993

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